- 200- di dette città ; ma per altre l come Vicenza ed Udine, si dovette uniformarsi al parere di preservarli e conservarli sul posto. Provvedimenti sopraluogo più nocivi che utili. L'esperienza h a dimostrato ch e è difficile trovar rifugi sicuri alle opere d'arte, sia pure accuratamente imballate, nelle nostre città. A Venezia fu, ad esempio, provvido consiglio da parte del Guardian Grande della Scuola di S. Rocco, di verificare, in seguito ai dubbi sollevati da questa Sopraintendenza, lo stato di conservazione di molti oggetti d'arte, fra i quali stoffe preziosissi me, posti in un forti ssimo rifugio sotto le scalee. marmo ree di. quella belli ssima costruzione cinquecentesca; 'poichè si trovò che e ran tutti coperti di muffa e si accertò che una pi.ll lunga permanenza avrebbe certo cagionato dan ni. L'Assunta, chiusa in cassa, lascia il primo rifugio dell'Accademia. La grande cassa passa attraverso il foro praticato appositamente nel vecchio edificio dell'Accademia. A Udine, le casse contenenti i dipinti del Museo civico si posero ben coperte e incatramate in certi sotterranei del civico ospedale, che non sembravano umidi. Dopo sei o sette mesi, si trovò, aprendo qualche cassa, che la muffa aveva coperto tutte le tele e vi sarebbe largamente prosperata; sicchè fu necessario togliere tutto e ripassare i quadri fortunatamente senza notevoli danni ; ma si rimase colà a lungo disorientati dove si dovesse porli e come custodirli. A Vicenza, si fecero le cose assai bene e, naturalmente con notevoli spese, si costruirono dei rlepositi sicuri per i quadri del Museo e delle chiese; ma quando, nella primavera del 191 6, l'offensiva nemica puntò da quella parte, il direttore di quel Museo civico eseguì il trasporto del preziosissimo carico fra un bombardamento aereo e l'altro di Vicenza e di Padova. E che anche qui, pur prescindendo dall'offensiva nemica, la necessità di levar gli oggetti dai rifugi fos,se urgente, lo dimostrò la bomba caduta pochi mesi dopo sulla chiesa di S'I Corona, dove appunto si trovava uno dei detti rifugi. Il colpo non dann eggiò notevolmente la chiesa, ma fu uno dei tanti casi fortunati. Difficoltà per lo sgombero degli oggetti d'arte dalla zona di confine. La fortuna delle nostre armi, allargando, nel primo impeto, il territorio della patria, ci garantì da quei danni che si potevano temere ne1.la zona di confine pill esposta; mentre anche i danni delle incursioni aeree, all'infuori di Venezia, risultavano di poca entità. Il progetto di togliere dalle chiese di eletta zona tutti g li oggetti di qualche interesse artistico, dopo ave r assicurati i princi-
Zer.rnan (Mogliano -Trevi so) Chiesa parrocchiale Jacopo Palma Veçchio