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quale futuro? - Il Tergicristallo

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Editoriale<br />

ottorino Pignoloni | Segretario Nazionale Studi<br />

DOPPIO<br />

SERVIZIO<br />

PUBBLICO:<br />

NOI<br />

NON<br />

CI STIAMO!<br />

Questo numero de <strong>Il</strong> <strong>Tergicristallo</strong> viene<br />

pubblicato in un mese che potrebbe segnare, nel<br />

bene e nel male, il <strong>futuro</strong> del nostro Paese. Se nella<br />

tornata elettorale uscirà una maggioranza ben definita<br />

tra una delle coalizioni in campo, avremo un Parlamento<br />

autorevole e un Governo in grado di fornire<br />

indicazioni precise. Temo, però, che siano troppi gli<br />

analisti ben informati che pur auspicando un Governo<br />

forte, ci stanno raccontando un’altra storia: in realtà<br />

corriamo il rischio di non avere una maggioranza vera<br />

e, soprattutto, coesa.<br />

<strong>Il</strong> Paese sta affrontando una crisi che non si ricorda<br />

a memoria d’uomo, dal dopoguerra. Ogni settore è in<br />

crisi, la mobilità è in crisi, insomma è in crisi il Modello<br />

Paese. Le banche sono in crisi e, cosa ancora più grave,<br />

la recessione ha provocato una stretta al credito<br />

così importante che non solo il Paese vive di un’economia<br />

stagnante, ma così persistendo non si intravede<br />

il minimo spiraglio di crescita. Nel nostro ambito,<br />

lo diciamo ormai da anni, occorrono interventi per riformare<br />

un sistema che è al centro di una tempesta<br />

perfetta. Una fiscalità, tanto assurda quanto intollerabile,<br />

che quest’anno riuscirà a deprimere le entrate<br />

dell’Erario a tal punto che saranno minori rispetto a<br />

quelle incassate prima degli aumenti tributari.<br />

Tasse come Ipt e Superbollo hanno portato senza<br />

ombra di dubbio al proliferare di comportamenti elusivi<br />

se non illegali. Le vendite sono calate nel 2012 a<br />

livelli di inizi anni ’80 e le previsioni per l’anno in corso<br />

sono addirittura peggiori. Per non parlare di natanti<br />

e imbarcazioni le cui vendite si sono dimezzate nel<br />

giro di pochi anni. Le imprese chiudono. L’Agenzia<br />

delle Entrate macina cartelle esattoriale. Un vero e<br />

proprio capolavoro che di politica ha davvero poco. Si<br />

prenda la burocrazia dell’auto: possiamo giustificare<br />

l’esistenza di un doppio servizio pubblico che cerca di<br />

mantenere la propria efficienza sulle spalle degli Studi<br />

di Consulenza che vedono ricadere su di sé i costi di<br />

gestione delle formalità? Bisogna dirlo forte e chiaro:<br />

è ora che l’Esecutivo e il Parlamento si facciano carico<br />

di eliminare questa inutile e dannosa sovrapposizione<br />

a favore degli Utenti e infine dello Stato medesimo,<br />

potendo contare su un servizio “privato” che ha ampiamente<br />

dimostrato di dare un contributo determinante<br />

per la tenuta del sistema, ma non solo. Se messi<br />

nelle condizioni di poter lavorare meglio, gli Studi<br />

di Consulenza fornirebbero un formidabile esempio di<br />

collaborazione ad un sistema pubblico privato taglia<br />

burocrazia, taglia costi e di massima efficienza. Garantendo<br />

al cittadino, sotto lo stretto controllo dello<br />

Stato, i servizi meno costosi e dando impulso al lavoro<br />

privato: si lavorerebbe davvero in un mercato di libera<br />

concorrenza, e non in un mercato in cui il tuo concorrente<br />

peggiore sta diventando sempre più il servizio<br />

pubblico, anzi il doppio servizio pubblico!

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