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Cantarena - Altervista

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logica dell’arte contemporanea; da un certo momento in poi (in particolare da un movimento<br />

che forse conoscerete che si chiama Dadaismo, che è un movimento che è nato nel primo<br />

decennio del Novecento, alla fine del primo decennio del Novecento, è un movimento che<br />

ha rivoluzionato completamente il modo di guardare agli oggetti, il modo di guardare alle<br />

cose quotidiane perché ha rivoluzionato quindi il concetto di arte) l’arte non è precisamente<br />

l’arte dei musei, non è più la necessità di fare un bell’oggetto partendo da dei materiali e<br />

realizzando qualcosa che corrisponde ad un canone preciso, quindi deve somigliare per<br />

grado di perfezione o per caratteristiche a qualcosa che esiste già, quindi ad un modello e<br />

sulla base di questi modelli possiamo dire: sì o sulla base di determinati parametri di<br />

giudizio possiamo dire sì questo è un oggetto artistico lo mettiamo in un museo. I dadaisti<br />

sconvolgono questa logica, allora la creatività è un patrimonio di tutti, in misura diversa;<br />

però un patrimonio di tutti può anche essere sviluppato, non è necessariamente qualche cosa<br />

che se non si ha sufficientemente sviluppato rimane a quello stato e, se la creatività è<br />

direttamente connessa alla possibilità di fare arte, a tutti è data questa possibilità,<br />

ovviamente sempre con risultati e con gradi differenti, però è il percorso che conta, è il<br />

viaggio che conta non la meta, non necessariamente il risultato è quello che si sta facendo, la<br />

realtà che si crea è quella che conta, quello che vivrà, l’esperienza che vivrà. Allora i<br />

dadaisti partendo da questo punto di vista cominciano a osservare gli oggetti della vita<br />

quotidiana come potenziali oggetti artistici, come potenziali elementi di un oggetto artistico<br />

e cominciano a fare quello che sembra un gioco e che è inizialmente un gioco perché la<br />

componente del gioco è una componente essenziale della creatività, una componente<br />

essenziale dell’arte e da questo punto di vista questa è proprio la scoperta dell’arte<br />

contemporanea poi molto valorizzata e sulla quale si è molto riflettuto, scritto e discusso,<br />

allora come un gioco quasi di associazione di idee, come un gioco che tende a sviluppare la<br />

capacità di osservazione; si comincia a guardare gli oggetti e osservare la forma di questo<br />

oggetto oppure anche un elemento di un oggetto che ci sollecita particolarmente e vedere<br />

come messo in un’altra posizione, in un altro luogo o messo su un piedistallo o rovesciato<br />

questo oggetto assume un altro aspetto, ci dà un’impressione diversa, somiglia a un’altra<br />

cosa, come guardare e a un certo punto credere di vedere un drago in una nuvola, un gioco<br />

che si è fatto sempre, che si fa sempre da bambini e anche da adulti forse e quindi la<br />

possibilità di vedere un oggetto trasformato e quindi, nel momento in cui vedi un’altra cosa<br />

in quell’oggetto, hai attuato questa trasformazione. Il gioco poi può andare avanti nel senso<br />

che gli oggetti possono essere combinati fra di loro, possono essere combinati fra di loro e<br />

dare origine a un oggetto nuovo, a un oggetto improbabile, a un oggetto che non esisteva<br />

prima, che esiste adesso, in quel momento e che non necessariamente deve avere una<br />

funzione perché ha già la funzione di affascinarci, ha già la funzione di scatenare la nostra<br />

fantasia quindi ha una funzione rispetto a una realtà che sta dentro di noi; quindi questi<br />

oggetti nuovi si possono chiamare oggetti surreali e allora qui si entra nello sviluppo di<br />

quello che è l’esperienza dei dadaisti che confluisce in un altro movimento che si chiama<br />

Surrealismo e che è un movimento più complesso e che dura anche più a lungo, che investe,<br />

più del Dadaismo, maggiormente anche altre discipline (la letteratura, il teatro), che<br />

costruisce un metodo. I dadaisti giocavano in qualche modo, i surrealisti decidono di<br />

costruire le regole di questo gioco, quindi questo è il modo in cui si è sviluppata questa<br />

situazione, però – dicevo – guardare agli oggetti dandogli un’altra funzione. Per esempio i<br />

surrealisti guardano proprio al concetto di spazio in una maniera diversa, quindi esiste lo<br />

spazio reale (lo spazio di questa stanza noi lo percepiamo anche qui ciascuno di noi in<br />

maniera diversa secondo la propria collocazione, il proprio modo di guardare, il proprio<br />

modo di pensare, però comunque possiamo essere tutti d’accordo su alcuni criteri), il modo<br />

di guardare lo spazio – dicevo – è diverso perché esiste uno spazio esterno esiste uno spazio<br />

interno a noi, quindi esiste uno spazio interno, quello sì che è uno spazio differente,<br />

veramente molto differente ciascuno dall’altro ed è uno spazio come può essere lo spazio<br />

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