e un pensiero ribelle in cor ci sta - Pollicino Gnus

Cessa il vento, calma è la bufera,
torna a casa fiero il partigian
Sventolando la rossa sua bandiera;
vittoriosi e alfin liberi siam.
Sventolando la rossa sua bandiera;
vittoriosi e alfin liberi siam.
IL BERSAGLIERE HA CENTO PENNE
Trasformazione partigiana di una canzone del repertorio militare che fu diffusa in più versioni tra i partigiani del
Nord Italia. Questa versione proviene dalle formazioni garibaldine della Liguria.
Il bersagliere ha cento penne
e l'alpino ne ha una sola,
il partigiano ne ha nessuna
e sta sui monti a guerreggiar.
Là sui monti vien giù la neve,
la bufera dell'inverno,
ma se venisse anche l'inferno
il partigiano riman lassù.
Quando viene la notte scura
tutti dormono alla pieve,
ma camminando sopra la neve
il partigiano scende in azion.
Quando poi ferito cade
non piangetelo dentro al cuore,
perché se libero un uomo muore
che cosa importa di morir.
LA BADOGLIEIDE
1944 - Parole di Nuto Revelli, Livio Bianco e altri partigiani della Quarta banda (cuneese).
Canzone satirica composta alle Grange di Narbona (Cuneo) nell'aprile del '44, sull'aria della canzone "E non
vedi che son toscano?". Il ritornello in dialetto, che in alcune versioni si ripete dopo ogni strofa mentre in altre
solo dopo la seconda e alla fine, appartiene alla tradizione locale.
Il 25 luglio 1943, dopo la caduta di Mussolini, il re affidò a Pietro Badoglio (1871 - 1956), Maresciallo d'Italia
(1926), Vicerè d'Etiopia e Duca di Addis Abeba (1936), Capo di Stato Maggiore Generale (1936) e complice
dello stesso Mussolini nelle disgraziate imprese contro la Francia e la Grecia, la Presidenza del Nuovo
Governo. Badoglio instaurò una dittatura militare che durò quarantacinque giorni, fino all'8 settembre, quando,