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e un pensiero ribelle in cor ci sta - Pollicino Gnus

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avesse o no <strong>un</strong> senso riproporle. Ebbene, per anni mi sono portato appresso questo dubbio poiché non era<br />

fa<strong>ci</strong>le, mai lo è <strong>sta</strong>to, superare il fastidio dovuto al fatto di parte<strong>ci</strong>pare a <strong>un</strong> evento (spettacolo) che spesso,<br />

troppo spesso, si configurava siccome meramente apologetico, consolatorio e, d<strong>un</strong>que, tutto dentro <strong>un</strong>a logica<br />

autoreferenziale sia del cantore sia degli ascoltatori. Era diffi<strong>ci</strong>le, lo è sempre <strong>sta</strong>to, ridare a questi canti quel<br />

valore di documento e di racconto della prote<strong>sta</strong> so<strong>ci</strong>ale che ne ha fatto la didascalia orale della storia del<br />

movimento contad<strong>in</strong>o e operaio e delle sue organizzazioni so<strong>ci</strong>ali e politiche e s<strong>in</strong>dacali. Il rischio di <strong>un</strong>a<br />

pre<strong>ci</strong>pitazione all’<strong>in</strong>dietro (tipo tuffo carpiato roves<strong>ci</strong>ato con triplo salto mortale e doppio avvitamento:<br />

coeffi<strong>ci</strong>ente di difficoltà 3.7) è sempre presente e impone che il far di canto con queste canzoni divenga<br />

cos<strong>ci</strong>enza della loro ragione d’essere culturale e politica e so<strong>ci</strong>ale e giu<strong>sta</strong>pp<strong>un</strong>to umana; divenga <strong>un</strong> fare, <strong>un</strong><br />

creare cultura nel presente, che è, a ben vedere, l’<strong>un</strong>ico modo di affrancarle dalle pat<strong>in</strong>e più o meno rosse di<br />

ogni passato: il più remoto, il prossimo, ieri.<br />

Se que<strong>sta</strong> cos<strong>ci</strong>enza c’è essa diventa, può diventare e io credo che così sia, la ragione prima, la dichiarazione<br />

d’<strong>in</strong>tenti a monte di questo canzoniere di Pollic<strong>in</strong>o.<br />

Tutto questo risponde, io credo, a <strong>un</strong>a domanda <strong>in</strong>eludibile: ha senso cantare queste canzoni oggi?<br />

Rispondo: f<strong>un</strong>zione della propaganda elementare so<strong>ci</strong>ali<strong>sta</strong>, siamo agli <strong>in</strong>izi del 1900, fu quella di fornire<br />

materiali per la costruzione di quella cos<strong>ci</strong>enza di classe contad<strong>in</strong>a e operaia, proletaria, che doveva <strong>in</strong>formare<br />

le strutture e gli organismi (movimenti, leghe contad<strong>in</strong>e, so<strong>ci</strong>età di mutuo soc<strong>cor</strong>so, partiti e s<strong>in</strong>dacati) che il<br />

movimento operaio e contad<strong>in</strong>o <strong>sta</strong>va organizzando spesso, quasi sempre, a prezzo di lotte duramente<br />

represse dai regimi al potere.<br />

È importante e giusto raccontare come questo è avvenuto; più importante e giusto è il raccontarlo <strong>in</strong> <strong>un</strong><br />

presente, questo, nostro, che vede l’astenia, l’agonia, la morte a volte, di gran parte delle strutture<br />

organizzative di <strong>un</strong>a s<strong>in</strong>istra largamente <strong>in</strong>tesa; strutture che vengono sacrificate, nel senso più propriamente<br />

etimologico di “cosa sacra”, sull’altare di <strong>un</strong>a deva<strong>sta</strong>nte com<strong>un</strong>icazione massmediatica rispetto alla quale,<br />

com’è noto, la s<strong>in</strong>istra ha ben poche possibilità oggi di dire e di <strong>in</strong><strong>ci</strong>dere: non di rado si r<strong>in</strong><strong>un</strong><strong>ci</strong>a a quello che si<br />

aveva come <strong>ci</strong>rcuito democratico parte<strong>ci</strong>pato - case del popolo, <strong>ci</strong>rcoli Ar<strong>ci</strong>, feste della <strong>sta</strong>mpa democratica,<br />

centri studi politi<strong>ci</strong> e s<strong>in</strong>dacali, istituti stori<strong>ci</strong> del Risorgimento e della Resistenza, sezioni Anpi eccetera - se<br />

non nel nome di <strong>un</strong> ritrovato so<strong>ci</strong>alismo libertario foriero di nuova organizzazione so<strong>ci</strong>ale e culturale e politica e<br />

d<strong>un</strong>que umana per la costruzione di <strong>un</strong>a <strong>sta</strong>gione altra <strong>in</strong> cui tutti quanti si cresca <strong>in</strong>sieme e <strong>in</strong>sieme si attenda<br />

alla costruzione di <strong>un</strong>a nuova fratellanza (che è più dell'uguaglianza) e di <strong>un</strong>a democrazia dell'ascolto e<br />

dell'attenzione e della cura del rapporto tra uomo e natura aff<strong>in</strong>ché si dia forza di ragione, la stessa che <strong>ci</strong> fa<br />

cantare an<strong>cor</strong>a "nostra patria è il mondo <strong>in</strong>tero" perché davvero la nostra patria sia il mondo <strong>in</strong>tero.<br />

In questo smarrimento si perde anche la memoria storica dei protagonisti delle lotte politiche e s<strong>in</strong>dacali e di<br />

fatto e nei fatti si contribuisce, ogni giorno tutti i giorni, all’affermazione della cultura dell’assenza che si fa col<br />

“chiamarsi fuori” di tanti protagonisti di base delle vicende che hanno fatto la storia di quei partiti, gli stessi, che<br />

la vogliono obliata.<br />

Una seconda motivazione, altrettanto importante e giu<strong>sta</strong>, dà so<strong>sta</strong>nza e ragione a questo vostro canzoniere:<br />

si propongono questi canti perché siano cantati e si cantano perché <strong>ci</strong> dà gioia il farlo e perché que<strong>sta</strong> gioia è<br />

<strong>in</strong> sé espressione di <strong>un</strong>a soggettività antagonistica “<strong>in</strong> contrapposizione e <strong>in</strong> rivolta”, per dirla con Gianni<br />

Bosio, rispetto al sistema di valori liberal-moderati che hanno letteralmente fatto strame delle conquiste<br />

s<strong>in</strong>dacali e che si acc<strong>in</strong>gono al massacro della Costituzione nata dalla Resistenza.<br />

Ci dà gioia questo cantare perché è <strong>un</strong> momento del nostro resistere oggi per esistere ed è s<strong>in</strong>tesi della nostra<br />

scelta di “essere” contro il mondo dell’ “avere” ed è, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, <strong>un</strong> modo bello e giusto per ridare vita a <strong>un</strong> fare<br />

com<strong>un</strong>e che <strong>ci</strong> fa sentire più liberi perché liberati dentro e fermissimamente determ<strong>in</strong>ati a volerla cantare<br />

que<strong>sta</strong> nostra voglia di libertà e di democrazia parte<strong>ci</strong>pata: la stessa che è nelle parole e nelle musiche di<br />

questo vostro canzoniere, il canzoniere di Pollic<strong>in</strong>o.<br />

Buon lavoro<br />

Ivan Della Mea

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