Caduti nella trappola Indiana! Riportiamoli a casa ... - Cesd-onlus.com
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EFFETTOTRE APRILE 2012 N.RO 55<br />
di giorno, in un locale all'interno di un centro <strong>com</strong>merciale a Roma. E<br />
all'esterno famiglie inconsapevoli di tutto, che giravano con le buste della<br />
spesa. Era ufficialmente una associazione culturale, ma i clienti la chiamavano<br />
'Pussycat': il locale dove centinaia di giovani squillo si offrivano a clienti<br />
facoltosi. Tra i “gestori” un vice questore della polizia ferroviaria, un regista<br />
di film porno ed un ex militante dei Nar.<br />
La squadra mobile ha arrestato sinora 10 persone, accusate a vario titolo, di<br />
associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione,<br />
mentre altre otto sono per ora solo indagate. Tra le persone finite in manette<br />
ci sono anche un vice questore della Polfer e un ex militante dei Nar, Flavio<br />
Serpieri, vice presidente dell'associazione culturale “Le pecore nere”, dietro<br />
la quale si nascondeva in realtà il locale di squillo. Negli “affari” era coinvolto<br />
anche un regista di film hard, Franco Lo Cascio, in passato vincitore dell'oscar<br />
del porno.<br />
Il giro di prostituzione avveniva nelle sale privè del locale, all'interno del<br />
centro <strong>com</strong>merciale, in piazza delle Crociate, nel quartiere Pietralata. Le<br />
ragazze, tutte donne avvenenti, arrivavano a guadagnare fino a 20 mila euro al<br />
mese. Ognuna di loro aveva dei gettoni di diverso colore con i quali calcolare<br />
l'incasso a fine giornata, in base al tempo trascorso con i clienti: 75 euro ogni<br />
quarto d'ora di sesso. E chi organizzava serate piccanti con gli amici, aveva<br />
diritto a un “bonus” gratuito.<br />
Alle squillo, circa 400 giovani reclutate ogni anno e fino ai 30 anni, tra cui<br />
brasiliane, slave, romene e italiane, veniva garantito un alloggio attraverso<br />
alcuni affittacamere. Le più “scarse” durante le prestazioni erano invece<br />
destinate alla strada. L'indagine, <strong>com</strong>inciata nel maggio scorso, è partita dalla<br />
denuncia di una ragazza italiana, che dopo un anno di sfruttamento aveva<br />
deciso di ribellarsi e di raccontare tutto agli agenti. Il locale, ora sotto<br />
sequestro dalla Polizia di Stato, di giorno era apparentemente insospettabile e<br />
l'ingresso veniva garantito attraverso i soci dell'associazione, che<br />
puntualmente presentavano i propri amici, tra cui imprenditori e professionisti<br />
di alto profilo, che diventavano clienti del 'Pussycat'.<br />
(ansa.it)<br />
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