BOLLETTINO DIOCESANO N. 2 2009.pdf - Diocesi Ugento

Il vescovo Magalotto riteneva che questo sistema di difesa doveva
realizzarsi al più presto e gli erano necessari 800 scudi.
Perciò egli chiese l’autorizzazione di vendere al migliore offerente
alcuni beni meno utili della sua mensa vescovile per ricavare 200
ducati d’oro che egli avrebbe impiegato allo scopo, insieme con altre
somme e offerte.
La sua richiesta trovò accoglienza e il reggente della Penitenzieria
apostolica, P. Fabius, concesse l’autorizzazione il 28 agosto
1550, affidandone l’attuazione all’arcidiacono e al cantore del Capitolo
della cattedrale di Alessano che probabilmente si erano recati a
Roma a portare la supplica del vescovo Annibale Magalotto.
Il progetto di proteggere il santuario dalle incursioni piratesche
tardò a realizzarsi e quella del 19 giugno del 1624 fu particolarmente
disastrosa. Quel progetto fu realizzato nel secolo seguente dal vescovo
Giovanni Giannelli (1718-1743) che ricostruì la chiesa dalle
fondamenta, dotandola di alcuni locali per la comodità dei fedeli e
di valide opere di difesa, come fortilizi e ponti levatoi. Di quelle opere
è superstite la caditoia che sovrasta la porta maggiore del santuario
7 .
* * *
In appendice a questa nota introduttiva viene edita la supplica
nella trascrizione del p. Todeschini della Congregazione dei Servi di
Maria in Roma. A lui va tutta la nostra gratitudine.
Salvatore Palese
7 Ne parla ampiamente lo stesso vescovo Giannelli nella relazione per la visita ad limina,
del marzo 1739. Di essa l’originale è nell’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO, relations ad
limina, Alexanen; copia fotografica è consultabile nell’ARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI
UGENTO, Fondo relazioni ad limina. Sull’opera del Giannelli, cfr. RUOTOLO, Ugento, cit.,
pp. 133-140.
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