Narrativa Cuore rivelatore - Palumbo Editore
Narrativa Cuore rivelatore - Palumbo Editore
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da<br />
E.A. Poe, Tutti i racconti del<br />
mistero, dell’incubo e del<br />
terrore, traduzione di D.<br />
Palladini e I. Donfrancesco,<br />
Newton Compton, Roma 2005<br />
M.R. Tabellini, P. Fertitta, F. Tozzi, Le opere e il tempo [G.B. <strong>Palumbo</strong> <strong>Editore</strong>]<br />
<strong>Narrativa</strong><br />
Modulo 4 Il romanzo fantastico e il fantasy<br />
1 ma perché dire che sono<br />
pazzo?: l’io narrante si sta difendendo<br />
da un’accusa per lui<br />
infamante, quella di essere stato<br />
giudicato pazzo. Si difende<br />
dando dimostrazione di una<br />
presunta lucidità, di una presunta<br />
razionalità comportamen-<br />
on line 16<br />
pagina 1<br />
Unità di apprendimento 1 I modelli della letteratura fantastica<br />
Nel racconto fantastico talora troviamo storie e atmosfere che turbano il lettore,<br />
legate al mistero, al sogno, all’incubo. Anche nelle favole per l’infanzia vi sono<br />
elementi che incutono paura: orchi, mostri, streghe. Gli psicologi affermano<br />
che essi risultano utili alla crescita dei bambini poiché danno voce e immagine<br />
alle angosce e alle paure inconsce e in tal modo li aiutano a dominarle o a liberarsene.<br />
Vi è anche il “piacere” di provare “paura”, ovviamente in situazioni in cui non<br />
siamo coinvolti e nulla rischiamo; ciò spiega il successo di tanta narrativa e<br />
tanta cinematografia horror.<br />
Si riporta un racconto di colui che è stato considerato l’inventore del genere,<br />
Edgar Allan Poe, un grandissimo scrittore dell’Ottocento, inventore di un genere<br />
di successo: il poliziesco (o giallo) e del personaggio di Dupin, prototipo di una<br />
lunga serie di detective.<br />
I racconti di Poe, maestro della suspense narrativa, catturano il lettore sin dalle<br />
prime righe. La narrazione in prima persona fa scattare il meccanismo di identificazione<br />
autore/personaggio/lettore. La vicenda si svolge con ritmo che diviene<br />
via via più intenso in un crescendo d’emozioni per concludersi con un finale mai<br />
scontato, con una soluzione impossibile da prevedere.<br />
Fu il poeta francese Charles Baudelaire a “scoprire” Poe e a farlo conoscere<br />
in Europa traducendo tutti i suoi racconti. L’opera di Poe ebbe grande risonanza<br />
anche in Italia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. I titoli italiani delle<br />
raccolte del grande autore americano ne sottolineano le particolari tematiche:<br />
Racconti dell’impossibile, Racconti del mistero, Racconti del terrore, Racconti<br />
dell’incubo.<br />
Edgar Allan Poe<br />
<strong>Cuore</strong> <strong>rivelatore</strong><br />
Il testo Il racconto fu giudicato dallo stesso autore uno dei suoi migliori. È la<br />
storia di un omicidio, raccontata dall’assassino. L’io narrante non vuole<br />
dare però al lettore nessuna anticipazione, tranne che avvertirlo che la<br />
vittima sarà un Occhio (lo sguardo che indaga, che denuncia) mentre il<br />
detective sarà il <strong>Cuore</strong> (sede delle pulsioni e delle emozioni).<br />
È proprio vero! – nervoso – molto, spaventosamente nervoso, ero e lo sono ancora;<br />
ma perché dire che sono pazzo? 1 La malattia aveva acuito i miei sensi 2 – non distrutto<br />
– non smorzato. Soprattutto era acuto il senso dell’udito. Udivo tutto in<br />
cielo e in terra. Udivo molte cose dell’inferno. E allora, come posso essere pazzo?<br />
Ascoltate! e osservate quanto lucidamente – quanto tranquillamente possa raccontarvi<br />
l’intera storia. 3<br />
tale, ma contemporaneamente<br />
e paradossalmente la ammette<br />
dicendo di essere «spaventosamente<br />
nervoso» e parlando di<br />
«malattia».<br />
2 i miei sensi: tutto il racconto<br />
si basa sulle percezioni dei<br />
sensi, in particolare la vista e<br />
l’udito.<br />
3 quanto lucidamente –<br />
quanto tranquillamente: gli<br />
avverbi risultano in netta contraddizione<br />
col nervosismo<br />
apertamente dichiarato che caratterizza<br />
il personaggio.
4 fare il lavoro: mettere in atto<br />
l’omicidio.<br />
5 Occhio Malvagio: non il<br />
vecchio, ma il suo «Occhio Malvagio»<br />
diviene la vittima designata<br />
del delitto, non un uomo,<br />
col quale il protagonista si intratterrà<br />
durante il giorno anche<br />
in maniera cordiale, ma una<br />
parte del suo corpo, che sem-<br />
M.R. Tabellini, P. Fertitta, F. Tozzi, Le opere e il tempo [G.B. <strong>Palumbo</strong> <strong>Editore</strong>]<br />
<strong>Narrativa</strong><br />
Edgar Allan Poe <strong>Cuore</strong> <strong>rivelatore</strong><br />
È impossibile dire come l’idea mi sia penetrata per la prima volta nella mente;<br />
ma una volta concepita, mi perseguitò giorno e notte. Scopo non c’era. Non c’era<br />
passione. Amavo il vecchio. Non mi aveva mai fatto torto. Non mi aveva mai oltraggiato.<br />
Non desideravo affatto il suo oro. Penso che sia stato il suo occhio! sì, fu così!<br />
Aveva l’occhio di un avvoltoio – un occhio azzurro chiaro, con un velo sopra. Ogni<br />
qualvolta cadeva su di me, mi si gelava il sangue nelle vene; e così per gradi – molto<br />
gradualmente – mi ficcai in testa di togliere la vita al vecchio, e liberarmi così dell’occhio,<br />
per sempre.<br />
Ora questo è il punto.<br />
Voi mi credete pazzo. I pazzi non sanno nulla. Ma avreste dovuto vedere me.<br />
Avreste dovuto vedere quanto saggiamente mi comportai – con quanta attenzione<br />
– con che prudenza – con che dissimulazione mi misi all’opera! Non fui mai più<br />
gentile verso il vecchio quanto durante l’intera settimana prima che lo uccidessi.<br />
E ogni notte, intorno a mezzanotte, giravo il chiavistello della sua porta e la aprivo<br />
– così delicatamente! E allora, quando avevo fatto un’apertura sufficiente per farvi<br />
passare la testa, introducevo una lanterna cieca, tutta chiusa, chiusa, cosicché<br />
nessuna luce filtrasse, e quindi spingevo dentro la testa. Oh, avreste riso vedendo<br />
quanto abilmente lo facevo!<br />
Muovevo la testa lentamente – molto lentamente, per non disturbare il sonno del<br />
vecchio. Mi occorreva un’ora per mettere l’intera testa dentro l’apertura tanto da<br />
poterlo vedere giacere sul letto. Ah! – Sarebbe stato un pazzo così saggio? E allora,<br />
quando la mia testa era ben dentro la camera, scoprivo la lanterna cautamente – oh,<br />
così cautamente – cautamente perché i cardini cigolavano – la scoprivo proprio quel<br />
tanto che bastava a far sì che un solo sottile raggio cadesse sull’occhio da avvoltoio.<br />
E feci questo per sette lunghe notti – ogni notte proprio a mezzanotte – ma<br />
trovavo l’occhio sempre chiuso; e così era impossibile fare il lavoro; 4 perché non<br />
era il vecchio che mi opprimeva, ma il suo Occhio Malvagio. 5<br />
E ogni mattina, quando il giorno spuntava, andavo sfacciatamente nella sua camera,<br />
e gli parlavo coraggiosamente, chiamandolo per nome in un tono cordiale,<br />
e domandando come avesse passato la notte. Così vedete, avrebbe dovuto essere<br />
un vecchio molto acuto davvero, per sospettare che ogni notte, esattamente a mezzanotte,<br />
entravo a guardarlo mentre dormiva.<br />
L’ottava notte fui più del solito cauto nell’aprire la porta. La lancetta dei minuti<br />
di un orologio si muove più velocemente di quanto fece la mia mano. Mai prima<br />
di quella notte, avevo sentito l’estensione del miei poteri – della mia sagacia. Potevo<br />
a fatica frenare il mio senso di trionfo. Pensare che ero là, che aprivo la porta, a<br />
poco a poco, ed egli nemmeno immaginava i miei segreti atti o pensieri. Ridacchiai<br />
a quell’idea; e forse mi udì perché si mosse sul letto improvvisamente, come se<br />
sobbalzasse. Ora potreste pensare che indietreggiassi – ma non fu così. La sua stanza<br />
era nera come pece nell’oscurità fitta (le imposte erano chiuse, per paura dei ladri),<br />
e così sapevo che non poteva vedere schiudersi la porta, e continuai a spingerla<br />
con continuità, sempre di più.<br />
Avevo la testa dentro, ed ero sul punto di aprire la lanterna, quando il mio pollice<br />
scivolò sul chiavistello di latta, e il vecchio si levò sul letto, gridando «Chi è là?».<br />
Rimasi perfettamente immobile e non dissi nulla. Per un’ora intera non mossi<br />
un muscolo, e nel frattempo non lo udii ricoricarsi. 6 Era ancora seduto sul letto in<br />
ascolto; – proprio come ho fatto io, notte dopo notte, ascoltando gli orologi della<br />
morte nella parete.<br />
bra non aver nulla di umano:<br />
viene definito infatti «occhio da<br />
avvoltoio».<br />
6 non lo udii ricoricarsi: nel<br />
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Modulo 4 Il romanzo fantastico e il fantasy<br />
Unità di apprendimento 1 I modelli della letteratura fantastica<br />
buio totale, i rumori acquistano<br />
maggiore dimensione. Il senso<br />
dell’udito da questo momento<br />
in poi sarà prioritario su tutti gli<br />
altri sensi. D’altronde il protagonista<br />
sin dall’inizio aveva avvertito<br />
di averlo particolarmente<br />
«acuto».
7 era il suono sommesso …<br />
sovraccarica di paura: anche<br />
la paura ha dunque un suo<br />
suono ed è proprio il suono<br />
della paura, il gemito dell’anima,<br />
a far sì che vittima e carnefice<br />
si identifichino nel conoscere<br />
e condividere la stessa<br />
terribile emozione.<br />
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<strong>Narrativa</strong><br />
Edgar Allan Poe <strong>Cuore</strong> <strong>rivelatore</strong><br />
Ora udivo un gemito debole, e sapevo che era il gemito di un terrore mortale.<br />
Non era un gemito di sofferenza o di dolore – oh, no! era il suono sommesso e soffocato<br />
che si leva dal fondo dell’anima quando è sovraccarica di paura. 7 Conoscevo<br />
bene quel suono. Più di una notte, proprio a mezzanotte quando tutto il mondo<br />
dormiva, esso è scaturito dal mio petto, aumentando, con la sua eco spaventosa, i<br />
terrori che mi sconvolgevano. Dico che lo conoscevo bene. Sapevo ciò che il vecchio<br />
provava, e sentivo pietà per lui, sebbene ridacchiassi in cuor mio. Sapevo che<br />
era restato desto fin dal primo sommesso rumore, quando si era rivoltato nel letto.<br />
I suoi timori erano andati crescendo da allora. Aveva provato a crederli irragionevoli,<br />
ma non c’era riuscito. Si era detto: «Non è altro che il vento nel camino – è solo<br />
un topo che attraversa il pavimento», oppure «è soltanto un grillo che ha fatto un<br />
solo trillo». Sì, aveva provato a confortarsi con queste supposizioni: ma aveva trovato<br />
tutto inutile. Sì, tutto inutile; perché la Morte nell’avvicinarglisi, era avanzata a<br />
lunghi passi, con la sua ombra nera, e aveva avviluppato la vittima. E fu l’influenza<br />
funesta di quell’ombra invisibile che gli fece sentire – benché non mi avesse visto<br />
né udito – sentire dico, la presenza della mia testa nella stanza.<br />
Quando ebbi atteso a lungo, molto pazientemente, senza udirlo distendersi,<br />
decisi di aprire una piccola – piccolissima fessura nella lanterna. Così la aprii, furtivamente<br />
– non potete immaginare quanto furtivamente – finché, alla fine, un solo<br />
raggio fioco, sottile come il filo del ragno, guizzò fuori dalla fessura e cadde in<br />
pieno sull’occhio di avvoltoio.<br />
Era aperto – completamente spalancato – e divenni furioso quando lo fissai. Lo<br />
vedevo con perfetta chiarezza – tutto un azzurro opaco, con un orribile velo sopra<br />
che mi raggelò il midollo nelle ossa; ma non potevo vedere altro del volto o della<br />
figura del vecchio: perché avevo diretto il raggio, come per istinto, precisamente<br />
su quel dannato punto.<br />
E non vi ho forse già detto che ciò che scambiate per pazzia non è altro che<br />
estrema acutezza dei sensi? – ora, dico, mi giunse alle orecchie un suono basso,<br />
sordo, rapido, quale fa un orologio quando è avvolto nel cotone. Conoscevo bene<br />
anche quel suono. Era il battito del cuore del vecchio. Incrementò la mia collera,<br />
come il rullo di un tamburo sprona il coraggio del soldato.<br />
Ma ancora mi frenai e rimasi immobile. Respiravo appena. Tenevo la lanterna<br />
immobile. Provavo quanto stabilmente potessi mantenere il raggio sull’occhio. Frattanto<br />
il tamburellare infernale del cuore aumentava. Diventava ogni istante più rapido,<br />
sempre più rapido, e più forte, sempre più forte. Il terrore del vecchio doveva<br />
essere estremo! Diventava più forte, dico, più forte ogni momento! 8 – Volete prestarmi<br />
bene attenzione? 9 Vi ho detto che sono nervoso: così sono.<br />
E adesso nell’ora mortale della notte, nello spaventoso silenzio di quella vecchia<br />
casa, un rumore così strano come questo scatenò in me un terrore incontrollabile.<br />
Eppure per alcuni minuti ancora mi trattenni e rimasi fermo. Ma il battito diventava<br />
più forte, forte! Pensavo che il cuore dovesse scoppiare. E una nuova inquietudine<br />
mi prese – il suono avrebbe potuto essere udito da un vicino! L’ora del vecchio<br />
era venuta! Con un urlo alto, aprii la lanterna e balzai nella stanza. Gridò una volta<br />
– una volta sola. In un attimo lo trascinai a terra, e gli rovesciai sopra il pesante<br />
letto. Allora sorrisi gaiamente, l’impresa era già a buon punto. Ma, per molti minuti,<br />
il cuore batté ancora con un rumore soffocato. Questo, tuttavia, non mi irritava;<br />
non sarebbe stato udito di là dal muro. Infine cessò. Il vecchio era morto stecchito.<br />
Gli misi la mano sul cuore e ve la tenni molti minuti.<br />
8 Diventava più forte… ogni<br />
momento!: il cuore batte sempre<br />
più forte, la suspense emotiva<br />
cresce a dispetto dell’im-<br />
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Modulo 4 Il romanzo fantastico e il fantasy<br />
Unità di apprendimento 1 I modelli della letteratura fantastica<br />
mobilità assoluta dei protagonisti,<br />
il vecchio e il suo assassino.<br />
9 Volete prestarmi bene at-<br />
tenzione?: il narratore richiama<br />
l’attenzione del suo pubblico,<br />
mentre cresce il coinvolgimento<br />
del lettore.
10 È qui il battito del suo orrendo<br />
cuore!: nei racconti di<br />
Poe, allucinati e sconvolgenti,<br />
alla fine il colpevole verrà sempre<br />
punito e il senso di colpa<br />
sarà la causa prima, consapevole<br />
o no, della sua autodenuncia.<br />
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Edgar Allan Poe <strong>Cuore</strong> <strong>rivelatore</strong><br />
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Unità di apprendimento 1 I modelli della letteratura fantastica<br />
Non c’erano pulsazioni. Era morto stecchito. Il suo occhio non mi avrebbe turbato<br />
mai più.<br />
Se ancora mi ritenete matto, non lo farete più quando avrò descritto le sagge<br />
misure di precauzione che presi per l’occultamento del cadavere. La notte stava<br />
declinando, e io lavoravo in fretta, ma in silenzio. Prima di tutto smembrai il cadavere.<br />
Tagliai via la testa, le braccia e le gambe. Poi divelsi tre tavole dal pavimento della<br />
camera, e disposi tutto fra i travicelli. Quindi rimisi a posto le tavole così intelligentemente,<br />
così astutamente, che nessun occhio umano – nemmeno il suo – avrebbe<br />
potuto scoprire qualcosa fuori posto. Non c’era nulla da lavare – nessuna macchia<br />
di alcun tipo – nessun segno di sangue. Ero stato estremamente meticoloso in questo.<br />
Una tinozza aveva accolto il tutto – Ah! Ah!<br />
Quando ebbi portato a termine queste fatiche, erano le quattro – ancora buio<br />
come a mezzanotte. Mentre la campana suonava l’ora, proprio allora fu battuto alla<br />
porta di strada un colpo. Corsi giù ad aprire col cuore leggero – perché dovevo<br />
ora aver paura? Entrarono tre uomini, che si presentarono, con perfetta gentilezza,<br />
come funzionari di polizia. Un grido era stato udito da un vicino durante la notte;<br />
era sorto il sospetto di qualcosa di losco; l’informazione era giunta al commissario<br />
di polizia, ed essi, i funzionari, avevano ricevuto l’incarico di perquisire l’edificio.<br />
Sorrisi, – perché dovevo temere? Diedi loro il benvenuto. Il grido, dissi, era mio<br />
in sogno. Il vecchio, accennai, era assente, in campagna. Portai i visitatori in giro<br />
per tutta la casa. Dissi di cercare – cercare «bene». Li condussi, infine, nella «sua»<br />
stanza. Mostrai i suoi tesori, al sicuro, indisturbati. Nell’entusiasmo della mia sicurezza,<br />
portai delle sedie nella camera, e li pregai di riposarsi lì dalle loro fatiche,<br />
mentre proprio io, nell’audacia selvaggia del mio completo trionfo, misi la mia<br />
sedia sul punto preciso sotto il quale riposava il cadavere della vittima.<br />
I funzionari erano soddisfatti. Il mio modo di comportarmi li aveva convinti.<br />
Ero particolarmente a mio agio. Si sedettero, e mentre rispondevo tranquillamente,<br />
chiacchieravano di cose familiari. Ma, di lì a poco, sentii che impallidivo e sperai<br />
che se ne andassero. La testa mi doleva, e mi sembrava di udire uno squillo nelle<br />
orecchie: ma erano ancora seduti e ancora chiacchieravano. Lo squillo divenne più<br />
distinto: – continuava e si faceva sempre più distinto: parlavo in libertà per sbarazzarmi<br />
della sensazione: ma questa continuava e diventava sempre più distinta –<br />
finché, alla fine, scoprii che il rumore non era nelle mie orecchie.<br />
Senza dubbio impallidii molto ora; ma parlai anche più facilmente, e con voce<br />
più alta. Ma il suono aumentava – e che cosa potevo fare?<br />
Era un suono basso, sordo, rapido – molto simile a quello che fa un orologio<br />
quando è avvolto nel cotone. Respiravo a fatica – e tuttavia i funzionari non lo<br />
udivano. Parlai sempre più velocemente – più impetuosamente; ma il rumore cresceva<br />
con regolarità. Mi alzai e ragionai su inezie, in tono acuto e gesticolando violentemente;<br />
ma il rumore continuava a crescere. Perché non se volevano andare?<br />
Misuravo il pavimento avanti e indietro con passi lunghi e pesanti, se le osservazioni<br />
dei tre uomini eccitassero il mio furore – ma il rumore cresceva continuamente.<br />
Oh, Dio! che potevo fare? Schiumavo – deliravo – imprecavo! Dondolai la<br />
sedia sulla quale stavo seduto, e la sfregai sulle tavole, ma il rumore sovrastava tutto<br />
e aumentava continuamente. Divenne più forte – più forte – più forte! E ancora<br />
gli uomini chiacchieravano piacevolmente, e sorridevano. Era possibile che non<br />
l’udissero? Iddio Onnipotente! – no! no! Lo udivano! – sospettavano! – sapevano!<br />
– si stavano beffando del mio orrore! – questo pensai, e questo penso. Ma qualsiasi<br />
cosa era meglio di questa agonia! Qualsiasi cosa era più tollerabile di questa irrisione!<br />
Non potevo sopportare più a lungo quei sorrisi ipocriti! Sentii che dovevo gridare<br />
o morire! e ora – di nuovo! – ascoltate! più forte! più forte! più forte! più forte!<br />
«Mascalzoni!», gridai, «smettetela, di fingere! Ammetto di averlo fatto! – strappate<br />
le assi! qui, qui! È qui il battito del suo orrendo cuore!». 10
La situazione<br />
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pagina 5<br />
Unità di apprendimento 1 I modelli della letteratura fantastica<br />
La traduzione di Baudelaire. Il grande poeta francese Charles<br />
Baudelaire traduce dall’inglese tutta l’opera di Poe e scrive bellissime<br />
pagine su di lui. Il successo europeo di Poe ci viene dalla Francia, non<br />
dall’America dove i suoi conterranei lo avevano quasi dimenticato.<br />
«Ci sono alcuni lati di Edgar Poe sui quali l’accordo è unanime; per<br />
esempio la sua grande distinzione, la sua eloquenza e la sua bellezza,<br />
delle quali, a quanto si dice, andava un po’ fiero. I suoi modi, strano<br />
miscuglio di alterigia e di straordinaria dolcezza, erano sicuri. Fisionomia,<br />
incedere, gesti, espressione, tutto indicava in lui, specie nei<br />
giorni migliori, una creatura eletta. Tutto il suo essere emanava una<br />
penetrante aria di solennità. Era realmente segnato dalla natura, come<br />
quelle figure di passanti che attirano l’occhio dell’osservatore e ne<br />
occupano la memoria.<br />
(…) Quando introduce un argomento, ci attira a poco a poco, come in<br />
un gorgo. La sua solennità è sorprendente e tiene viva la nostra attenzione.<br />
Dapprima sentiamo che si tratta di qualcosa d’importante;<br />
poi lentamente vediamo dipanarsi un intreccio il cui interesse si basa<br />
tutto su un’impercettibile deviazione dell’intelletto, su un’ipotesi audace,<br />
su un imprudente dosaggio da parte della natura nell’amalgama<br />
delle facoltà. Il lettore, preso dalla vertigine, è costretto a seguire l’autore<br />
nelle sue trascinanti deduzioni» (Charles Baudelaire).<br />
L’autore Edgar Allan Poe nacque a<br />
Boston negli USA nel 1809. Il cognome<br />
Allan gli fu dato dal padre adottivo,<br />
quando a soli due anni rimase orfano<br />
di madre e venne abbandonato dal padre.<br />
Fu un ribelle e un irrequieto. Arruolatosi<br />
nell’esercito e ammesso all’Accademia<br />
di West Point venne espulso<br />
per indisciplina. Andò a vivere presso<br />
una zia e sposò una giovanissima cugina<br />
che, come era stato per la madre,<br />
morirà precocemente. Tra lutti, abuso<br />
d’alcool e difficoltà economiche, la sua<br />
breve vita fu infelicissima e rimangono<br />
misteriose le circostanze della sua morte:<br />
ritrovato svenuto in una strada di<br />
Baltimora nel 1849, senza essere stato<br />
riconosciuto da alcuno, e portato in<br />
ospedale, morirà dopo qualche giorno.<br />
La sua attività di scrittore fu intensa:<br />
giornalista, critico letterario, poeta, narratore<br />
abilissimo.<br />
Edgar Allan<br />
Poe, National<br />
Historic Site a<br />
Philadelphia, in<br />
Pennsylvania.
Guida alla lettura<br />
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Unità di apprendimento 1 I modelli della letteratura fantastica<br />
Le forme<br />
Avrai notato anche tu, leggendo, come la scrittura di<br />
Poe catturi davvero «come in un gorgo» l’attenzione del<br />
lettore, continuamente stimolata, talora con richiami<br />
diretti. Quello che hai appena letto è un racconto tipico<br />
“alla Poe”. La suspense emotiva è molto alta e va crescendo<br />
in parallelo col battito del cuore, segno manifesto<br />
del terrore che accomuna la vittima al suo carnefice.<br />
Il delitto viene raccontato proprio da colui che<br />
lo ha compiuto. Il punto di vista narrativo è quello dell’assassino<br />
che racconta a destinatari non precisati<br />
come abbia concepito l’idea del delitto, quali motivazioni<br />
lo abbiano spinto, quali siano stati i preparativi,<br />
i tentativi falliti durante la settimana che lo ha preceduto,<br />
quale sia stato il comportamento da lui tenuto<br />
nei confronti della vittima predestinata, durante il gior-<br />
Lavorare sul testo<br />
Per comprendere<br />
Il narratore si rivolge a un pubblico al quale dice di<br />
voler narrare una storia e premette quelle che saranno<br />
le caratteristiche della “sua” narrazione: la<br />
lucidità e la tranquillità. Tu, ora che hai letto questa<br />
storia, condividi la lucidità e la tranquillità dichiarate<br />
dal narratore/protagonista? Individua nel testo le<br />
espressioni in cui il narratore dichiara la sua razionalità,<br />
la sua “non pazzia”, e quelle che la smentiscono<br />
di fatto.<br />
Alcune parole sono evidenziate dal corsivo. Vuol dire<br />
che si sollecita sul loro significato l’attenzione<br />
del lettore. Esaminale nel contesto del racconto e<br />
cerca di spiegare il motivo di tale scelta.<br />
Per interpretare<br />
Qual è il movente dichiarato del delitto? Vi sono<br />
motivazioni razionali, se mai un delitto possa essere<br />
giustificato razionalmente?<br />
«Quindi rimisi a posto le tavole così intelligentemente,<br />
così astutamente, che nessun occhio umano –<br />
nemmeno il suo – avrebbe potuto scoprire qualcosa<br />
fuori posto».<br />
Questa espressione potrebbe essere una possibile<br />
chiave di lettura del testo. Cosa rappresenta l’oc-<br />
no e di notte, quando nel massimo silenzio riusciva a<br />
introdursi nella sua camera per illuminarne l’occhio<br />
«da avvoltoio». Il delitto veniva ogni notte rimandato<br />
perché l’uomo veniva ritrovato sempre addormentato<br />
e l’occhio, oggetto di tanto odio, non si mostrava alla<br />
luce della torcia.<br />
I temi<br />
Il motivo per cui l’io narrante racconta la vicenda delittuosa<br />
è il tentativo di dimostrare la falsità di un’accusa<br />
per lui infamante, quella di essere ritenuto pazzo.<br />
La lucidità del racconto e la precisione delle sue azioni<br />
dovrebbero confutare tale accusa. Il lettore non si lascia<br />
convincere dalla decantata razionalità del protagonista,<br />
ma avverte con angoscia i turbamenti di un<br />
animo sconvolto dalla follia.<br />
chio del vecchio per la coscienza turbata del protagonista?<br />
Prova a riflettere.<br />
Nella parte conclusiva, dopo il delitto, il protagonista<br />
afferma di comportarsi “tranquillamente” e più<br />
volte si chiede «perché dovevo ora aver paura?»<br />
«perché dovevo temere?». Secondo te la tranquillità<br />
e la sicurezza dimostrate corrispondono alla verità<br />
del suo stato d’animo?<br />
Per scrivere<br />
A questo punto, dopo aver letto il testo e aver riflettuto<br />
sul senso, riscrivilo in terza persona:<br />
– presenta il personaggio e individua quale rapporto<br />
di conoscenza abbia col vecchio<br />
– cerca di comprendere le motivazioni che spingono<br />
il personaggio a compiere il delitto e rifletti<br />
se esse ti sembrano compatibili con una mente<br />
razionale?<br />
– descrivi la settimana che precede il delitto, la<br />
regolarità e la precisione dei gesti del personaggio<br />
protagonista<br />
– racconta come e perché l’ottava notte compia<br />
il delitto<br />
– spiega cosa lo spinga a confessare l’orrendo<br />
delitto