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<strong>Ossolani</strong> illustri<br />

Angela Preioni Travostino<br />

ADORNA FRANCESCO SAVERIO, aeronauta<br />

Villette 1744 - Bordeaux 1821<br />

Figlio di Giacomo e di Margherita Piffero. Emigrò ragazzino<br />

all’estero in cerca di lavoro e più tardi, attratto<br />

dalle scienze fisiche e dalle novità del tempo, si dedicò<br />

allo studio della nascente aeronautica. Pare che nel<br />

1780, prima dei fratelli Montgolfier, avesse costruito a<br />

Strasburgo un grosso pallone aerostatico con cui poi si<br />

levò su alcune città europee. Stabilitosi a Bordeaux non<br />

dimenticò il paese nativo al quale donò la casa paterna<br />

perché vi fossero ospitate le scuole elementari, ed alla<br />

parrocchia un ostensorio con inciso il proprio nome.<br />

ALBERTAZZI GIACOMO ANTONIO,<br />

scrittore didascalico, giureconsulto<br />

Vogogna 1736 - ivi 1793<br />

Figlio del giureconsulto Giulio Maria e di Anna Romerio,<br />

studiò a Milano nelle scuole Palatine di Brera lettere,<br />

filosofia e diritto. Tornato a Vogogna fu Luogotenente<br />

del Podestà ed esercitò il pubblico patrocinio. Essendo<br />

l’Ossola passata al Regno di Sardegna si perfezionò<br />

nello studio delle leggi sabaude ottenendo la laurea<br />

all’Università di Torino. Seguì interessi culturali di genere<br />

scientifico-didascalico che espresse ne Il Padre di<br />

famiglia in sette libri dedicati alla coltura della terra, alla<br />

farmacopea domestica, alla caccia e alla pesca e alla pace<br />

in famiglia. L’opera fu pubblicata a Vercelli nel 1789 e<br />

ristampata a Milano nel 1829.<br />

ALLEGRANZA PIETRO, giornalista, canonico<br />

Vagna 1800 - Montescheno 1874<br />

Figlio del notaio Giuseppe Maria e di Rosalia Giuppa.<br />

Compiuti gli studi classici e teologici in seminario, fu<br />

ordinato sacerdote e insegnò lettere nei seminari della<br />

diocesi di Novara. Studioso di cose ossolane, compilò<br />

una storia che restò inedita. Canonico della Collegiata<br />

di Domo difese i diritti del Capitolo ed i privilegi ossolani;<br />

giornalista battagliero e instancabile, diresse L’Ossolano<br />

fra il 1845 e il 1848, scrisse di politica con spirito<br />

di parte, ma anche di religione e di storia. Nei suoi ultimi<br />

anni lasciò Domo e l’attività giornalìstica per fare<br />

il parroco a Montescheno, in valle Antrona, costrettovi<br />

da disposizione vescovile.<br />

ALVAZZI DEL FRATE COSTANTINO, medico<br />

Varzo 1850 - ivi 1920<br />

Figlio del geom. Benedetto e di Monica Rigacci. Studi<br />

classici in Collegi Rosminiani e laurea in medicina<br />

nel 1873. Esercitò la professione a Domo, a Torino e<br />

dal 1893 diresse l’Ospedale Civico di Sanremo. Scrisse<br />

una monografia sulla cura dei lebbrosi e L’acqua minerale<br />

dell’Alpe Veglia, studio ricco di dati scientifici per la<br />

valorizzazione delle acque minerali ossolane.<br />

ANTONIETTI MARIA GIOVANNA, religiosa<br />

Baceno 1809 - Borgomanero 1872<br />

Figlia di Martino e di Angela Scavini. Per vocazione religiosa<br />

si rivolse all’abate Rosmini che la inviò a studiare<br />

e a fare il noviziato a Locamo, destinandola poi a dirigere<br />

l’asilo di Biella. Per le doti eccezionali di prudenza,<br />

umiltà, fortezza cristiana e sagacia amministrativa dimostrate,<br />

il Rosmini la nominò Superiora Generale dell’Ordine<br />

delle Suore della Provvidenza da lui fondato.<br />

ARCARDINI ALESSANDRO, avvocato<br />

Piedimulera 1895 - Domodossola 1992<br />

Figlio di Rocco e di M. Luigia Coursi, vallesana. Studi<br />

classici al Mellerio Rosmini e laurea in giurisprudenza<br />

a Torino. Ufficiale del genio e aviatore nella 1 a guerra<br />

mondiale, ottenne la croce di guerra ed il distintivo<br />

d’onore. Durante la brillante carriera forense a Torino,<br />

nel 1944 difese gli avvocati Brosio e Fusi che, con abili-<br />

157


tà dialettica, sottrasse alla pena capitale richiesta dal Tribunale<br />

fascista e toccata invece agli sfortunati eroi fucilati<br />

al Martinetto. Dal 1945 continuò la professione a<br />

Domodossola e accettò con grande disponibilità la carica<br />

di presidente della Fondazione Galletti, dell’Azienda<br />

Autonoma di Bognanco, della Pro Domo e della 2 a<br />

Esposizione italo-svizzera del 1950. Fu anche sostenitore<br />

del rilancio del Sempione mediante il collegamento<br />

stradale con Genova (autostrada Voltri-Sempione).<br />

Collaborò al buon andamento di enti morali e culturali<br />

con competenza e attiva partecipazione. Per i disinteressati<br />

incarichi umanitari fu nominato grand’ufficiale<br />

della Repubblica.<br />

AZZARI GIUSEPPE ANTONIO, patriota<br />

Re 1767 - Bicocca di Novara 1796<br />

Figlio dei vigezzini Giuseppe Antonio di Re e di M.<br />

Anna Ravelli di Albogno. Studi classici e laurea in giurisprudenza<br />

a Pavia, ove abbracciò ideali repubblicani<br />

che propagandò a Pallanza, luogo di residenza della famiglia,<br />

da anni dedita a fruttuosi commerci, e in Valle<br />

Vigezzo fra parenti e amici. Con il nome di Giunio<br />

Bruto fu a capo di un movimento rivoluzionario che,<br />

nell’autunno 1796 tentò l’insurrezione antimonarchica.<br />

Catturato dalle forze regie per delazione, fu condannato<br />

a morte e impiccato a Novara nei pressi della Bicocca.<br />

BAGNOLINI ATTILIO,<br />

Medaglia d’oro al valore militare<br />

Villadossola 1913 - Mai Ceu (Etiopia) 1936<br />

Alpino del btg. Intra del IV Reggimento, combattente<br />

in Africa Orientale durante la guerra italo-etiopica<br />

(1935-36), difese da ferito la postazione di Passo<br />

Macan, nella battaglia cruciale di Mai Ceu o del lago<br />

Ascianghi, poi con sacrificio della vita sventò il tentativo<br />

di accerchiamento dell’esiguo gruppo dei compagni<br />

d’armi. In Villadossola è ricordato con l’intitolazione<br />

della Scuola Media e con un monumento. Un sommergibile<br />

della Marina Militare porta il suo nome.<br />

BALCONE GIOVAN BATTISTA, benefattore<br />

S. Maria Maggiore 1703 - ivi 1750<br />

Sacerdote presso la Parrocchia di Zornasco, ricco, brillante<br />

e di scarsa pratica religiosa. Mutò condotta e si ridusse<br />

a vivere poveramente e in penitenza. Eresse un<br />

158<br />

ospedaletto nel quale raccolse derelitti e mendicanti.<br />

BALLARINI GIORGIO, ingegnere, giornalista<br />

Livorno 1903 - Domodossola 1987<br />

Figlio dell’ing. Giovanni e di Clori Solari. Domese<br />

d’adozione essendovi giunto fin dal 1928, diresse la<br />

Ferrovia Vigezzina per un quarantennio. Negli anni del<br />

conflitto bellico si accostò al Partito Socialista e durante<br />

i «quaranta giorni di libertà» fu membro della Giunta<br />

Provvisoria di Governo con il compito di far funzionare<br />

i trasporti interni all’Ossola e particolarmente quelli<br />

internazionali diretti nel Vallese e nel Canton Ticino.<br />

Nel 1945 rientrato dalla Svizzera, dove si era rifugiato<br />

dopo la rioccupazione tedesca, fu eletto dal C.L.N. sindaco<br />

di Domodossola, carica che tenne fino alle prime<br />

elezioni. Continuò l’impegno politico fondando e dirigendo<br />

il giornale settimanale Il Risveglio Ossolano, e<br />

scrivendo gli articoli di prima pagina in favore di battaglie<br />

sociali. Colto, amante dell’arte, visitò tutti i continenti<br />

per conoscerne anche gli aspetti politici, sociali<br />

e organizzativi.<br />

BALZARDI ANGELO, scultore<br />

Antrona 1892 - Torino 1974<br />

Studi artistici a Torino conclusi nel 1922 con diploma<br />

del Corso superiore di scultura. Partecipò con successo<br />

alla XIX Biennale di Venezia e alle Quadriennali di<br />

Roma. Fu titolare della Cattedra di plastica ornamentale<br />

all’Accademia Albertina. Sue opere di rinomanza:<br />

il monumento al fante a Torino; fontana per i giardini<br />

pubblici e sacrario dei caduti di Alessandria, edicole<br />

e monumenti funerari in vari campisanti, busto del<br />

contadino piemontese e la Medusa per il campo sportivo<br />

di Domo.<br />

BARATTA GIOVAN BATTISTA,<br />

ufficiale medico, oculista<br />

Orcesco di Druogno 1778 - Milano 1851<br />

Emigrato in Francia con i genitori originari della valle<br />

Vigezzo, a Parigi si laureò in medicina e rientrò in <strong>It</strong>alia<br />

con l’armata del gen. Bonaparte, ottenne il grado di<br />

ufficiale medico del 1° Reggimento Ussari della Repubblica<br />

Cisalpina e passò in seguito alla Divisione Victor.<br />

Nel 1805 a Pavia si specializzò in chirurgia e a Milano<br />

fu nominato dirigente del servizio sanitario presso il


Collegio Militare. Lasciò numerose pubblicazioni: Memoria<br />

e osservazione sopra una pupilla artificiale (1809),<br />

comparsa su L’incoraggiamento di Genova, e l’opera in<br />

due volumi Osservazioni pratiche sulle principali malattie<br />

degli occhi tradotta in tedesco a Lipsia (1848). Fu<br />

membro delle Società mediche di Vienna e Lipsia.<br />

BARBETTA VENANZIO GIUSEPPE, letterato<br />

Baceno 1869 - Quinto (GE) 1910<br />

Figlio di Venanzio e di Domenica Bracchi. Studi classici<br />

al Mellerio Rosmini e laurea in lettere all’Università<br />

di Torino. Insegnante per qualche anno, bibliotecario<br />

a Milano, poi giornalista, critico apprezzabile, scrittore<br />

purtroppo ignorato per la sua ritrosia e modestia.<br />

Le sue opere, pervase di pessimismo esistenziale, videro<br />

la luce tra il 1888 e il 1903. Ammalato, cercò inutile<br />

sollievo in Liguria.<br />

BARONIO ANTONIO, pittore<br />

Vogogna 1869 - Vogogna 1918<br />

Figlio di Francesco e di Domenica Moro. Dopo gli studi<br />

classici a Domo si iscrisse al Politecnico di Torino<br />

che lasciò per l’Accademia Albertina. La sua produzione<br />

pittorica molto apprezzata dai contemporanei ebbe<br />

spesso per soggetto il paesaggio ossolano.<br />

BAZZETTA GIOVANNI (NINO), storico, giornalista<br />

Novara 1880 - ivi 1951<br />

Figlio del col. Giulio, che fu militare a Domo e benemerito<br />

della Fondazione Galletti, e di Fanny Lampugnani.<br />

Studi classici al Mellerio Rosmini e laurea in giurisprudenza<br />

a Pavia. Nel 1901 esordì come giornalista nel foglio<br />

domese L’Indipendente. Nel 1905 fondò La libertà,<br />

e fu poi redattore de Il Popolo dell’Ossola (1910) e corrispondente<br />

di altri giornali, segretario alla Sottoprefettura<br />

di Domo dal 1912 al 1922, combattente valoroso<br />

nella grande guerra, segretario di Prefettura a Novara ed<br />

in seguito al Ministero del Tesoro a Roma. Appassionato<br />

di ricerche storiche, dedicò ai domesi la Storia di Domodossola<br />

e dell’Ossola Superiore (1910) frutto di decennale<br />

fatica. Trattò altri argomenti storici ossolani e pubblicò<br />

le storie di Omegna e di Novara.<br />

BELCASTRO ALFREDO, pittore<br />

Omegna 1893 - S. M. Maggiore 1961<br />

Da genitori omegnesi albergatori in Vigezzo, frequentò<br />

la scuola di belle arti Rossetti Valentini. Dopo aver partecipato<br />

alla 1 a guerra mondiale si perfezionò nella pittura<br />

a Torino e a Roma. Tornato in valle Vigezzo, iniziò<br />

l’attività pittorica acquistando consensi..Dapprima<br />

«divisionista», il suo stile si fece più libero e personale<br />

e tradusse in colori stati d’animo e la poesia della natura<br />

circostante.<br />

BELLI GIOVANNI, deputato, benefattore<br />

Stradella 1812 - Calasca 1904<br />

Figlio di Antonio e di Marianna Tojetti di Calasca, residenti<br />

a Stradella poi a Pavia commercianti di uve e di<br />

vini dell’Oltrepò pavese. Si laureò in fisica matematica<br />

in quell’Ateneo dove lo zio paterno era illustre cattedratico.<br />

Sindaco di Calasca, fu eletto Deputato subalpino<br />

dal 1852 al 1861 e Consigliere provinciale. Beneficò<br />

le società operaie dell’Ossola, l’asilo infantile di Piedimulera,<br />

l’Ospedale San Biagio di Domo e soprattutto<br />

il Comune di Calasca a cui lasciò proprietà e denaro<br />

per l’istruzione, l’igiene e la viabilità patrocinando la<br />

strada fino a Macugnaga.<br />

BELLI GIUSEPPE,<br />

fisico, professore universitario<br />

Calasca 1791 - Pavia 1860<br />

Laureato a pieni voti in fisica matematica all’Università<br />

di Pavia, nel 1843 ottenne la cattedra che fu già di Alessandro<br />

Volta presso l’Ateneo pavese. Fu il più illustre<br />

rappresentante delle scienze fisiche in <strong>It</strong>alia fra il 1845 e<br />

il 1860. Un ricordo marmoreo è collocato sotto i portici<br />

dell’Università di Pavia.<br />

BELLI SAVERIO, botanico<br />

Domodossola 1852 -Torino 1919<br />

Figlio di Carlo che fu Deputato al Parlamento subalpino,<br />

Sindaco di Domo e capo divisione al Ministero delle<br />

Finanze, e di Giuditta Silvetti di Pallanzeno, nacque<br />

e crebbe nel Palazzo Belli (ex chiesa di San Francesco).<br />

Compiuti gli studi classici al Collegio Mellerio Rosmini,<br />

frequentò a Torino dapprima la facoltà di medicina<br />

poi quella di scienze naturali laureandosi a pieni voti<br />

nel 1887. Libero docente nel 1894, direttore dell’orto<br />

botanico e poi Ordinario all’Università di Cagliari.<br />

Compì e pubblicò studi botanici sulle crittogame e fanerogane.<br />

Fu membro di accademie scientifiche.<br />

159


BIANCHETTI CARLO, medico, agronomo<br />

Ornavasso 1788 - ivi 1840<br />

Studi classici, laurea in medicina a Pavia nel 1810. Medico<br />

condotto al paese nativo, scrisse sull’uso del solfato<br />

di chinino e sulle cure del gozzo. Studiò e scrisse anche<br />

sulla coltivazione dei gelsi, sulla viticoltura, sulle talpe<br />

e sui bachi da seta. Perché i parroci potessero aiutare i<br />

parrocchiani al corretto uso agricolo, dedicò loro il trattato<br />

Delle utilità di unire lo studio scientifico dell’agricoltura<br />

alle discipline ecclesiastiche.<br />

BIANCHETTI ENRICO, storico, archeologo<br />

Domodossola 1834 - Ornavasso 1894<br />

Figlio di Giovanni medico e deputato al Parlamento Subalpino<br />

e di Maria Mantellini di Varzo. Studi classici,<br />

studente a Torino alla facoltà di Giurisprudenza, ma non<br />

si laureò per dedicarsi a studi letterari, artistici, storici approfonditi<br />

con ricerche d’archivio. Diede alle stampe la<br />

pregevolissima Storia dell’Ossola inferiore in due volumi,<br />

uscita a Torino nel 1878. Scoprì, studiò e scrisse sulla necropoli<br />

gallo romana di Ornavasso e ordinò nella propria<br />

abitazione una preziosa raccolta archeologica (ora al Museo<br />

di Pallanza per decisione degli eredi). Si occupò anche<br />

di meteorologia, agricoltura e fotografia. Fu in corrispondenza<br />

con studiosi di storia suoi contemporanei ed<br />

ebbe riconoscimenti ed onorificenze. Sposò una cugina<br />

di Quintino Sella con il quale ebbe rapporti culturali.<br />

BIANCHETTI GIOVANNI ANTONIO, chimico<br />

Ornavasso 1785 - Domodossola 1854<br />

Figlio di Giovanni e di Margherita Viola. Dopo gli studi<br />

classici conseguì a Pavia la laurea in chimica farmaceutica<br />

nel 1806. Arruolatosi volontario nella Guardia<br />

d’onore del Regno <strong>It</strong>alico ebbe decorazione dal Principe<br />

Eugenio di Beauharnais. Nel 1813 fu farmacista maggiore<br />

dell’Ospedale di Venezia. Con la caduta di Napoleone<br />

tornò in Ossola e riprese gli studi di chimica lasciando<br />

dotte dissertazioni pubblicate dalla Società dei<br />

farmacisti del Regno di Sardegna.<br />

BIANCHETTI GIOVANNI, medico, politico<br />

Granerolo 1809 - Ornavasso 1890<br />

Figlio del chimico Giovanni Antonio e di Margherita<br />

Galli. Dopo gli studi classici conseguì a Torino la laurea<br />

in medicina e una specializzazione in chimica medica e<br />

160<br />

terapica a Parma. Esercitò a Domo e curò gratuitamente<br />

i carcerati. Fu sindaco del Borgo e dal 1849 Deputato<br />

al Parlamento subalpino per tre legislature.<br />

BIANCHI GENNARO, politico, teologo e letterato<br />

Domodossola 1748 - ivi 1825<br />

Appartenente a ricca famiglia borghese, figlio di Giovanni<br />

Battista e di Fiorenza Bossi. «Doctor utriusque<br />

iuris», insegnante di retorica nel Seminario di Como.<br />

Fu collega e strinse amicizia con Alessandro Volta che<br />

ospitò due volte in Domodossola quando, già famoso<br />

docente di fisica sperimentale a Pavia, era diretto a Ginevra<br />

nel 1787 e a Parigi nel 1801. Aderì alle idee innovatrici<br />

e fu a capo della Municipalità di Domo durante<br />

la 1° Repubblica Cisalpina, poi commissario del<br />

Governo <strong>It</strong>alico nell’Ossola e Delegato revisore della<br />

Cassa pagamenti della costruenda strada del Sempione.<br />

Dopo la caduta di Napoleone si ritirò a vita privata.<br />

BINDA ATTILIO, colonnello, medaglia d’argento<br />

Domodossola 09.02.1894 – Russia 20.01.1943<br />

Osservatore militare dell’aeronautica nelle due grandi<br />

guerre mondiali. Salvò un gruppo di alpini sul Don attirando<br />

su di sé il fuoco nemico. Gli vennero conferite<br />

due medaglie d’argento.<br />

BOITI ANTONIO, chirurgo<br />

Roma 1776 - Firenze 1827<br />

Figlio di Bartolomeo e di Domenica Novaria Todesco<br />

entrambi di Calasca emigrati a Roma. Come altri anzaschini<br />

studiò grazie agli aiuti finanziari dell’archiatra<br />

Giavina di Domo che lo volle con sé come aiuto chirurgo<br />

all’Arcispedale di S. Spirito in Roma. Nel 1803<br />

fu chiamato a Salisburgo da Ferdinando III di Lorena a<br />

prestare l’opera di chirurgo ostetrico. Dopo il Congresso<br />

di Vienna seguì a Firenze il Granduca con la carica<br />

di capo chirurgo di Corte. Scrisse note di medicina sul<br />

Giornale dei Letterati di Pisa.<br />

BOITI PAOLO, benefattore<br />

Sec. XVIII (2 a metà) – Calasca 1836<br />

Figlio di Bartolomeo e di Domenica Novaria Todesco,<br />

sacerdote, contribuì con il proprio patrimonio alla costituzione<br />

del «Monte di pietà» di Calasca. Fondò una<br />

scuola per insegnare alle figliole dagli anni cinque ai do-


dici a leggere, scrivere e imparare la Dottrina Cristiana,<br />

a cucire e a fare calzette.<br />

BONARDI BERNARDINO, scenografo, benefattore<br />

Coimo 1834 - Domodossola 1923<br />

Figlio di Giovanni e di Rosalia Pattaroni. Studiò disegno<br />

sotto la guida di pittori vigezzini poi si recò a Parigi<br />

da una zia cameriera dello scenografo Ferri da cui apprese<br />

l’arte della scenografia. Insieme lavorarono per il<br />

teatro Regio di Torino. Nel 1857 il Bonardi si trasferì in<br />

Spagna dove fu attivo presso i principali teatri finché fu<br />

assunto al R. Teatro di Madrid. Nel 1890 si stabilì definitivamente<br />

a Domo. Regalò al teatro Galletti il sipario<br />

riproducente la piazza Mercato e i costumi caratteristici<br />

delle valli ossolane, conservato nel palazzo S. Francesco.<br />

Lasciò una somma all’Ospedale S. Biagio per la<br />

cura agli ammalati di Coimo.<br />

BONARDI GIUSEPPE, benefattore<br />

Coimo 1822 - Parigi 1906<br />

Figlio di Giovanni Andrea e di Domenica Cuccioni,<br />

fece fortuna a Parigi dopo essere stato apprendista fumista.<br />

Fu tra i primi a introdurre il riscaldamento con<br />

caloriferi ad aria, ottenendo grandi profitti economici.<br />

Legò a Coimo una rendita annua per pagare cure e<br />

medicine ai poveri, uno stipendio ai maestri elementari,<br />

una dotazione di fontanelle pubbliche e buona parte<br />

della strada fra il suo paese e la statale di val Vigezzo.<br />

BONO PIETRO, benefattore<br />

Varzo 1815 - Parigi 1887<br />

Figlio di Domenico e di Maria Mazzurri. Dopo le elementari<br />

raggiunse il padre emigrato a Valence sur la Drône e<br />

con impegno e volontà si affermò nel commercio, aprendo<br />

a Parigi una casa di materiale ottico e fotografico con<br />

succursale a Buenos Aires. Fu generoso pittore lasciando<br />

vistosa somma per la costruzione dell’ospedale di Varzo e<br />

aiuti finanziari alla Pia Opera di S. Paolo di Valence.<br />

BORGNIS DOMENICO AGOSTINO, benefattore<br />

Craveggia 1799 – ivi 1843<br />

Arricchitosi con il commercio, lasciò una considerevole<br />

somma al suo paese per l’istituzione di una scuola postelementare<br />

che funzionò per oltre un decennio.<br />

BORGNIS GIUSEPPE ANTONIO,<br />

professore universitario<br />

Craveggia 1781 - Monza 1863<br />

Figlio di Giovanni banchiere a Parigi e di Maria Rossetti.<br />

Dedicatosi agli studi scientifici si laureò in ingegneria<br />

prestando poi servizio presso la Marina a Venezia<br />

dove uscì una sua pubblicazione di meccanica. Insegnò<br />

matematica applicata all’Università di Pavia divenendone<br />

nel 1843 Rettore Magnifico. Propugnò la costruzione<br />

della carrozzabile Vigezzo-Domo e di una diramazione<br />

verso la Svizzera e il lago Maggiore. Fu membro<br />

effettivo del Regio Istituto Lombardo di Scienze,<br />

lettere e arti.<br />

BORGNIS GIUSEPPE MATTIA, pittore<br />

Craveggia 1701 - West Wycombe (Inghilterra) 1761<br />

Figlio di Giovanni e di Antonia Borgnis. Ricevuti i primi<br />

rudimenti del disegno in Valle, imparò l’affresco e la<br />

pittura a olio a Bologna e a Venezia. Nel 1719 in Vigezzo<br />

iniziò l’attività, notevole per livello artistico e per numero<br />

di committenze, durata un trentennio. Lasciò pitture<br />

sacre e profane in chiese e case della Valle, dell’Ossola,<br />

del Canton Ticino fra cui s’impongono gli affreschi<br />

delle chiese parrocchiali di S. Maria Maggiore, Craveggia<br />

e dell’Oratorio della Madonna della Vita di Mozzio.<br />

Nel 1752 si trasferì in Inghilterra (West Wycombe)<br />

dove propose nello stile «augusteo» molte opere classiche<br />

della pittura italiana componendone variamente il<br />

contesto. Morì cadendo da un’impalcatura.<br />

BOSSONE CARLO, pittore<br />

Savona 1904 - S. Carlo di Vanzone 1991<br />

Figlio di Raimondo e di Ines Rosa della valle Anzasca.<br />

Allievo del pittore ottocentista Vittorio Cavalieri a Torino,<br />

seguì contemporaneamente corsi serali di figura<br />

all’Accademia Albertina e fu assiduo frequentatore di<br />

musei e gallerie. I soggiorni in valle Anzasca gli fecero<br />

amare e conoscere la montagna e la vita che la circonda,<br />

che espresse nella sua pittura con scelta di forme, luci<br />

e colori non disgiunti dal sentimento. Mostre personali<br />

negli anni Trenta a Torino, Milano, Novara, Parigi e<br />

centri del lago Maggiore lo incoraggiarono a proseguire.<br />

Lavorò come analista in miniera e poi partì per l’Ar-<br />

161


Balcone Giovan Battista, benefattore<br />

S. Maria Maggiore 1703 - ivi 1750<br />

Borgnis Giuseppe Antonio, professore universitario<br />

Craveggia 1781 - Monza 1863<br />

Belli Giuseppe, fisico e professore universitario<br />

Calasca 1791 - Pavia 1860<br />

Borgnis Giuseppe Mattia, pittore<br />

Craveggia 1701 - West Wycombe 1761


gentina (1944). Dipinse con successo a Buenos Aires e<br />

nelle principali città argentine, ispirandosi all’immensità<br />

degli scenari sudamericani. Tornò nel 1949 e si stabilì<br />

a S. Carlo di Vanzone, rinunciando a buone prospettive<br />

torinesi. Insegnò privatamente la pittura a molti allievi<br />

e tenne mostre fino al 1990.<br />

BOTTI GIUSEPPE, egittologo<br />

Vanzone 1889 - Firenze 1968<br />

Figlio di Bartolomeo e di Maria Gorini. Laureato all’Università<br />

di Torino in lettere classiche, si specializzò<br />

in egittologia studiando i papiri della collezione Drovetti<br />

sotto la guida dell’illustre prof. Schiaparelli. Fu<br />

sovrintendente del museo archeologico di Firenze (sezione<br />

egizia) e docente di egittologia all’Università di<br />

Roma. Le sue pubblicazioni superano la settantina. Ultima<br />

fatica due volumi su L’archivio demotico con i quali<br />

inizia il catalogo del Museo Egizio di Torino. L’opera<br />

consiste nella trascrizione, traduzione, commento di<br />

papiri inediti scritti in lingua demotica di cui fu fra i<br />

maggiori esperti. Aveva anche intrapreso la traduzione<br />

di papiri conservati nel Museo Gregoriano del Vaticano.<br />

Altra opera importantissima e nota agli studiosi di<br />

tutto il mondo la traduzione dei papiri in lingua ieratica<br />

e demotica provenienti dagli scavi di Umm el Breighat.<br />

BOZZO ANGELO, benefattore<br />

Vanzone 1838 -ivi 1912<br />

Figlio di Giovan Battista e di Maddalena Bozzo, emigrò<br />

in Francia con la famiglia. Diventato ricco gestendo<br />

con altri parenti una gioielleria, lasciò notevoli somme<br />

all’asilo infantile del paese nativo, alla Congregazione di<br />

carità per pagare medicine ai poveri, all’ospedale di Novara<br />

per assicurare le cure agli indigenti di valle Anzasca<br />

e alla parrocchia per opere di bene.<br />

CABALA’ DON GAUDENZIO, sacerdote, partigiano<br />

Gravellona 1890 – Domodossola 1961<br />

Coadiutore della parrocchia di Domo fin dal 1921, poi<br />

cappellano dell’ospedale S. Biagio, fu tra i primi a dedicarsi<br />

alla Resistenza procurando mezzi ai primi nuclei<br />

armati e aiutando i giovani a sottrarsi ai bandi e<br />

alla cattura da parte di neofascisti e tedeschi. Scoperto<br />

unitamente al fratello e alla sorella esercenti in Domo<br />

il “Caffè Cabalà” che collaboravano con lui, stette alla<br />

macchia e poi si rifugiò in Svizzera nel giugno 1944.<br />

Rimpatriò il 10 settembre per assumere l’incarico di<br />

Commissario all’Istruzione nella Giunta Provvisoria<br />

di Governo, curò l’invio di circa 500 bambini ossolani<br />

in Svizzera. Alla caduta della Repubblica partigiana accompagnò<br />

a Briga due convogli di fuggiaschi e di feriti.<br />

Dopo il 25 aprile riprese l’incarico di cappellano al S.<br />

Biagio fino alla fine dei suoi giorni, avvenuta in seguito<br />

a incidente automobilistico.<br />

CALCATERRA CARLO senjor, medico, scrittore<br />

Bellinzago 1843 – Gignese 1894<br />

Medico condotto in valle Antigorio dal 1874, abitò a<br />

Premia per vent’anni, zelante e infaticabile nel prestare<br />

la propria opera nei vari disagiati paesetti. Praticò<br />

le vaccinazioni antivaiolose vincendo i pregiudizi della<br />

popolazione e di qualche collega. Amò l’Ossola e la sua<br />

storia millenaria e fu autore di racconti storici, tra cui<br />

La bella ossolana (1884).<br />

CALCATERRA CARLO JUNIOR,<br />

docente universitario, critico<br />

Premia 1884 - S. Maria Maggiore 1952<br />

Figlio di Carlo, medico condotto di valle Antigorio e di<br />

Carolina Giovanelli di Cannero, allievo apprezzatissimo<br />

di Arturo Graf, conseguì brillantemente la laurea in<br />

lettere nell’Università di Torino presso la quale fu libero<br />

docente dopo aver combattuto nella 1 a guerra mondiale.<br />

Nel 1927 vinse la cattedra di letteratura italiana all’Università<br />

Cattolica di Milano e due anni dopo fondò<br />

la rivista Convivium e firmò gli articoli con lo pseudonimo<br />

Carlo da Premia in ricordo del paese nativo.<br />

Dal 1935 all’anno della scomparsa fu titolare della prestigiosa<br />

cattedra di letteratura italiana nell’ateneo di Bologna.<br />

Sfollato con la famiglia a Druogno (1943), durante<br />

la «repubblica» dell’Ossola (1944), con Contini e<br />

Bonfantini si impegnò a redigere un piano di riforma<br />

scolastica. Fu presidente del Centro nazionale di studi<br />

Alfieriani, curò numerose edizioni e scrisse opere di critica<br />

fra le quali primeggiano: II Parnaso in rivolta; Barocco<br />

e Antibarocco nella poesia italiana; II Barocco in Arcadia<br />

e altri studi sul Settecento; II nostro imminente Risorgimento;<br />

Con Guido Gozzano e altri poeti e Della lingua<br />

di Gozzano; Alma mater studiorum; Poesia e canto.<br />

163


CALPINI STEFANO, politico<br />

Domodossola 1849 – ivi 1902<br />

Figlio di Francesco e Maria Burla. Avvocato di successo<br />

nella sua città, si occupò con passione di agricoltura<br />

e diede utili consigli ai concittadini. Scrisse Memorie<br />

sulle condizioni dell’agricoltura del Circondario dell’Ossola<br />

pubblicato nel 1901, premiato con medaglia d’argento.<br />

Fu deputato per quattro legislature nella lista liberaldemocratica,<br />

attivo consigliere della Società Operaia e<br />

della Fondazione Galletti.<br />

CAPIS GIOVAN MATTEO, giureconsulto<br />

Domodossola 1617 – ivi 1681<br />

Figlio dello storico e giureconsulto Giovanni e di Laura<br />

Ferrari, studiò leggi a Pavia dove si laureò. Tornato<br />

a Domo accettò la carica di sindaco della Giurisdizione,<br />

che tenne per molti anni occupandosi di far costruire<br />

ripari al Bogna, e dell’amministrazione dell’ospedale<br />

S. Biagio. Curò la stampa dell’opera storica del padre,<br />

si adoperò per la costruzione del nuovo convento<br />

dei Cappuccini, della chiesa e delle cappelle della via<br />

Crucis del Sacro Monte Calvario. A quest’ultima opera<br />

si dedicò con zelo e pietà destando fervore religioso<br />

tra gli <strong>Ossolani</strong> che lo secondarono in tale grandiosa<br />

opera con sovvenzioni e aiuti di ogni genere. Morendo<br />

lasciò il suo patrimonio all’istituzione del Sacro Monte<br />

Calvario.<br />

CAPIS GIOVANNI, giureconsulto, storico<br />

Domodossola 1582 - ivi 1632<br />

Figlio del conte Matteo e di Elisabetta Borgnis compì<br />

gli studi classici a Milano, presso i Gesuiti di Brera,<br />

poi a Pavia si laureò in diritto civile ed ecclesiastico nel<br />

1605. In quell’epoca compilò un dizionarietto etimologico<br />

del dialetto lombardo con traduzione in volgare toscano<br />

noto come Varon milanes. Dopo aver fatto pratica<br />

legale a Milano, in seguito alla morte del padre nel<br />

1608 rientrò a Domo per esercitarvi la professione. Fu<br />

anche titolare delle massime cariche elettive della Comunità<br />

per cui si vide costretto a provvedere alle necessità<br />

gravi del suo tempo quali la peste, le disastrose piene<br />

del Bogna. Ma soprattutto lottò in difesa dei privilegi<br />

dell’Ossola contro l’esosità del fisco spagnolo. In<br />

questa ultima occasione, dovendo ricercare e riordinare<br />

grande quantità di documenti del passato, nacque in<br />

164<br />

lui l’idea di tramandare ai posteri una storia dell’Ossola,<br />

quella appunto da lui compilata e finita nel 1631 e poi<br />

fatta stampare dal figlio Giovan Matteo nel 1673 sotto<br />

il titolo di Memorie della corte di Mattarella. L’opera,<br />

di notevole interesse e importanza, ebbe una ristampa<br />

nel 1968.<br />

CASETTI ANTONIO, benefattore<br />

Caddo 1841 - ivi 1888<br />

Figlio di Giovanni e di Maria Cesconi, fece fortuna a<br />

Parigi, dove si era recato undicenne, con attività commerciali<br />

e industriali. Fu amministratore della Società<br />

di Beneficenza <strong>It</strong>aliana a Parigi e Consigliere della Camera<br />

di Commercio. Rientrato in Ossola ideò la strada<br />

Cisore-Caddo-Preglia alla cui realizzazione destinò<br />

vistosa somma. Provvide anche alla costruzione della<br />

scuola elementare di Preglia. La scuola media di Preglia<br />

è dedicata a lui ed al fratello Giovanni.<br />

CASETTI GIOVANNI ANDREA, astronomo, astrologo<br />

Vogogna 1568 - ivi 1628<br />

Di antica famiglia patrizia, si dedicò allo studio delle<br />

scienze naturali e dell’astronomia che poi insegnò a Milano.<br />

Pubblicò annuali effemeridi in cui sono trattati<br />

argomenti cosmici, meteorologici e astrologici. L’effemeride<br />

del 1596 dedicata alla contessa Tornielli reca osservazioni<br />

sulla luna, sull’epatta e su elementi riguardanti<br />

il calendario ecclesiastico e solare. In quella del<br />

1612 augura all’Ossola che la peste non infierisca. In un<br />

manoscritto dedicato al cardinale Federico Borromeo,<br />

conservato all’Ambrosiana di Milano, tratta di pronostici<br />

sul tempo in relazione all’aspetto degli astri, desunti<br />

anche dalla tradizione classica (Plinio, Aristotele)<br />

e dalla propria esperienza di osservatore. Nel 1603 pubblicò<br />

in Milano presso l’editore Giacomo M. Meda Il<br />

presagio infallibile sopra la mutazione de’ tempi, Indisposizione<br />

dei corpi calcolato al meridiano della città di Milano<br />

e altre città d’<strong>It</strong>alia.<br />

CASETTI GIOVAN PIETRO, benefattore<br />

Caddo 1846 – ivi 1918<br />

Emigrato a Parigi, lavorò col fratello Antonio nel mobilificio<br />

dello zio e per la rara abilità e perspicacia ingrandì<br />

notevolmente l’azienda in cui assumeva preferibilmente<br />

operai italiani. Rifiutò la cittadinanza francese


sentendosi legato alla Patria e destinò agli <strong>It</strong>aliani e agli<br />

<strong>Ossolani</strong> in Francia molto denaro in beneficenza. Lasciti<br />

cospicui andarono a Preglia.<br />

CAVALLI CARLO MARIA, giurista, statista, marchese<br />

1684 - Milano 1765<br />

Figlio di Giovanni e di Maria Tomasina, emigrati in<br />

Lombardia, laureato a Pavia il 3 agosto 1705 in utroque<br />

iure, percorse a Milano tutti i gradi della magistratura:<br />

Vicario Pretorio della Corte Senatoria di Pavia (1708),<br />

avvocato del Foro Milanese (1710), Vicario generale<br />

del Dominio Milanese (1726), Membro della Giunta<br />

di Governo (1733). Carlo VI lo nominò Reggente del<br />

Supremo Consiglio d’<strong>It</strong>alia (1737) presso il governo di<br />

Vienna e il 1° giugno 1739 lo creò Marchese col feudo<br />

di Ceranova nella campagna di Pavia. Nel 1750 si ritirò<br />

a vita privata col privilegio di partecipare alle attività del<br />

Senato a suo piacimento. Ebbe come sostituto al Senato<br />

il consultore Paolo della Silva. Il fratello Domenico,<br />

Vicario Generale a Milano del cardinale Pozzo-Bonelli<br />

e Regio Imperiale Economo di Maria Teresa, morì a 57<br />

anni nel 1750 e fu sepolto in Duomo a Milano.<br />

CAVALLI CARLO, medico, storico<br />

Santa Maria Maggiore 1799 - ivi 1860<br />

Studi classici e laurea in medicina e chirurgia presso<br />

l’Università di Pavia e di Torino. Fu medico condotto in<br />

val Vigezzo e corrispondente del Giornale delle scienze<br />

mediche, sindaco di Santa Maria Maggiore, presidente<br />

del Consiglio provinciale dell’Ossola, deputato al Parlamento<br />

Subalpino e fautore della carrozzabile val Vigezzo-Domo.<br />

Va ricordato soprattutto per i Cenni statistico-storici<br />

della Val Vigezzo in tre volumi editi a Torino<br />

nel 1845, primo lavoro accurato e fondamentale sulla<br />

storia generale della Valle, che gli ottenne onorificenze e<br />

l’iscrizione a varie accademie italiane e straniere.<br />

CAVALLI ENRICO, pittore<br />

Santa Maria Maggiore 1849 - ivi 1919<br />

Dal padre Carlo Giuseppe, ritrattista, apprese i primi<br />

rudimenti. Trasferitasi la famiglia a Lione, là frequentò<br />

l’Accademia di belle arti, poi fece la spola tra Parigi<br />

e Marsiglia avendo contatti con artisti del suo tempo e<br />

dipingendo ritratti che mandò alle esposizioni di Parigi<br />

e di Torino. In Francia e nella sua Valle continuò la sua<br />

attività, insegnando saltuariamente alla Scuola Rossetti-<br />

Valentini. Le sue opere sono disperse in città della Francia,<br />

in Piemonte e in Lombardia. Un certo numero di<br />

suoi quadri si trovano alla Galleria Giannoni di Novara<br />

e in valle Vigezzo. Merita un posto di rilievo fra i pittori<br />

italiani della seconda metà dell’Ottocento.<br />

CAVALLI GIOVANNI ANTONIO,<br />

chirurgo, amministratore pubblico<br />

Finero 1779 - Malesco 1866<br />

Crebbe a Vienna presso uno zio e là compì gli studi<br />

fino alla laurea in chirurgia conseguita nel luglio 1799.<br />

Entrato nell’esercito austriaco come sanitario, combatté<br />

e cadde prigioniero nella battaglia di Marengo (1800).<br />

Liberato rientrò a Vienna e si perfezionò in ostetricia.<br />

Nel 1816 rimpatriò ed esercitò la professione in valle<br />

Vigezzo con patente del Governo Piemontese, fissando<br />

a Malesco la residenza. Accettò varie cariche sociali nonostante<br />

l’impegno della professione; da sindaco propugnò<br />

la scuola femminile e la costruzione della strada<br />

carrozzabile Vigezzo-Domodossola. Uno dei figli, Domenico,<br />

rosminiano nel Collegio di Newport (Inghilterra)<br />

fu stimato da cattolici e protestanti.<br />

CAVALLINI GIOVANNI BATTISTA,<br />

giureconsulto, scrittore<br />

Coimo metà del sec. XVI – Milano primo decennio del<br />

sec. XVII<br />

Come tanti vigezzini si trasferì a Milano con i genitori.<br />

Conseguì la laurea in giurisprudenza e si dedicò alla<br />

riforma della procedura, compilò un formulario guida<br />

per la stesura degli atti notarili, stampato a Milano<br />

nel 1581 presso l’editore Piscaia. Scrisse L’Attuario della<br />

pratica civile e L’Attuario della pratica criminale, usciti<br />

nel 1587 e nel 1593. Fece stampare il Trattato sui sequestri,<br />

dedicato al cardinale Federico Borromeo. Da<br />

lui attinsero i patrocinatori successivi.<br />

CAZZINI GIOVANNI ANTONIO, benefattore<br />

Toceno 1804 - ivi 1859<br />

Figlio di Francesco e di M. Caterina Francini, da ragazzo<br />

fece lo spazzacamino poi si trasferì a Berna da suoi<br />

congiunti in qualità di garzone. Frequentò una scuola<br />

serale, ma da autodidatta si formò una cultura notevole.<br />

Trasferitosi nel Würtemberg ebbe successo economico.<br />

165


Tornato definitivamente a Toceno, si occupò del Comune<br />

del quale fu sindaco e al quale lasciò una notevole<br />

somma per l’erezione dell’asilo d’infanzia e della Scuola<br />

femminile, che presero il suo nome. Di fede mazziniana<br />

fondò «La società degli amici del progresso» mantenendo<br />

rapporti amichevoli con il Brofferio.<br />

CERETTI PIETRO MARIA,<br />

mercante in ferro, industriale<br />

Intra 1735 - Villadossola 1801<br />

Formò nel 1796 la prima società per lo sfruttamento<br />

del ferro a Viganella in valle Antrona. Per varie vicende<br />

non ebbe successo economico. Continuatore fortunato<br />

fu il figlio sacerdote padre Ignazio che, per soppressione<br />

dei conventi rientrato in famiglia fu tutore dei fratelli<br />

minori dopo la morte dei genitori. Ebbe l’avvedutezza<br />

di trasferire la fonderia a Villa presso l’Ovesca e il porto<br />

del Toce (1804). Da quel momento la Ditta Ceretti si<br />

ingrandì; con i successori divenne la maggiore del Novarese<br />

e per prima costruì un impianto idroelettrico.<br />

CHIOSSI GlOVAN BATTISTA, generale<br />

Domodossola 1863 - ivi 1926<br />

Figlio di Giuseppe e di Natalia Silvetti. Studi classici al<br />

Mellerio Rosmini, accademia militare di Modena, corso<br />

di perfezionamento a Parma, insegnò storia dell’arte<br />

militare a Modena e fu studioso di R. Montecuccoli.<br />

Combattente decorato nelle guerre coloniali, nella 1 a<br />

guerra mondiale raggiunse il grado di generale comandante<br />

la 22 a divisione sul Piave. Condusse a termine<br />

due missioni diplomatiche con il Sultano di Alia in Somalia<br />

e con Enver Bey al campo dei Turchi per l’esecuzione<br />

del Trattato di Losanna (1912). Congedatosi nel<br />

1920 fu sindaco di Domo fino alla morte.<br />

CHIOVENDA CANESTRO BEATRICE, letterata<br />

Roma 1901 – ivi 2002<br />

Figlia dell’illustre giurista prof. Giuseppe Chiovenda e<br />

di Lina Gotelli. Dopo gli studi classici e universitari alla<br />

facoltà di lettere di Roma dove si laureò con Adolfo<br />

Venturi, si specializzò in Storia dell’Arte che fu per tutta<br />

la vita il centro dei suoi interessi e la sua grande passione.<br />

Frequentò l’ambiente culturale della Roma del secondo<br />

dopoguerra e in particolare i Bellonci, che la vollero<br />

membro della giuria del Premio Strega, Mario Praz<br />

166<br />

e altri celebri intellettuali fra cui la latinista Lidia Storoni<br />

Mazzolari. Amò trascorrere lunghi soggiorni nella<br />

casa di Premosello, dove radunava i collaboratori della<br />

rivista Oscellana che tenne a battesimo e che arricchì<br />

di suoi studi dal 1971 al 1998, su pittori che operarono<br />

nell’Ossola e nel Cusio. Dedicò particolare impegno<br />

allo studio dell’ambone nell’isola di San Giulio, lavoro<br />

pubblicato nel 1955 che riscosse numerosi consensi.<br />

Collaborò alla mostra dei pittori Baciccio e Gaulli.<br />

Amante della montagna fu la prima donna a scalare il<br />

Monte Rosa nell’estate del 1922. Lasciò al Comune di<br />

Premosello la casa avita.<br />

CHIOVENDA EMILIO, botanico<br />

Roma 1871 - Bologna 1941<br />

Da famiglia di Premosello, figlio di Andrea. Studi classici<br />

al Mellerio Rosmini e laurea in scienze con specializzazione<br />

in botanica. Titolare di cattedra universitaria,<br />

per incarico governativo studiò la flora dell’Eritrea<br />

e della Somalia. Accademico dei Lincei e d’<strong>It</strong>alia. Il suo<br />

erbario monumentale, di grande rinomanza, è custodito<br />

all’Università di Bari.<br />

CHIOVENDA GIUSEPPE, giurista<br />

Premosello 1872 - ivi 1937<br />

Figlio dell’avv. Pietro e di Leopolda Moglino. Dopo<br />

brillanti studi classici al Mellerio Rosmini si laureò a<br />

pieni voti in giurisprudenza a Roma e in quell’Ateneo<br />

insegnò diritto processuale civile. I suoi studi giuridici<br />

sono fondamentali in <strong>It</strong>alia e nelle legislazioni straniere.<br />

Per la sua profonda dottrina fu consultato per la<br />

riforma dei codici. Dotato anche di talento letterario,<br />

scrisse una tragedia, Corradino di Svevia, a soli quindici<br />

anni e lasciò raccolte di versi intitolate Agave e Poesie.<br />

Nel 1925 sottoscrisse il manifesto antifascista di Benedetto<br />

Croce. Fu uomo di molto prestigio per la dirittura<br />

morale e la grande conoscenza giuridica. Per onorarlo,<br />

nel 1959 Premosello assunse il suo cognome con decreto<br />

presidenziale.<br />

CHIOVENDA TITO, diplomatico<br />

Premosello 1877 - Domodossola 1949<br />

Figlio dell’avv. Pietro e di Leopolda Moglino. Dopo gli<br />

studi classici al Mellerio Rosmini e la laurea in giurisprudenza<br />

entrò nella carriera consolare ed ebbe l’inca-


ico di ministro plenipotenziario. Nel 1929 console generale<br />

a Francoforte, non essendo iscritto al P.N.F., dovette<br />

ritirarsi a vita privata. Ebbe l’incarico della «Lectura<br />

Dantis» alle Università di Basilea e di Francoforte. Fu<br />

anche brillante saggista, autore di versi dal titolo Mirtilli;<br />

amante della montagna, si rivelò provetto alpinista.<br />

CICOLETTI GIOVANNI, medico, benefattore<br />

Pieve Vergonte 1811 - ivi 1883<br />

Dopo gli studi classici e la laurea in medicina visse agiatamente<br />

beneficando i poveri, le istituzioni scolastiche<br />

e la Chiesa. Ai poveri del Comune lasciò la sua vistosa<br />

sostanza col nome di «Fondazione Cicoletti».<br />

CIOIA GIACOMO, diplomatico<br />

Malesco 1704 - Parigi 1758<br />

Di Francesco e Caterina Jacca. Studiò e visse a Parigi<br />

dove il padre e gli zii erano banchieri. Divenne agente<br />

di fiducia del Duca Francesco III di Modena che lo<br />

nominò poi ministro plenipotenziario presso il Re di<br />

Francia e suo rappresentante al congresso di Aquisgrana<br />

(1748). Con abilità e fine diplomazia ottenne al Duca<br />

la restituzione di rendite, beni e Stato da parte dell’imperatrice<br />

Maria Teresa.<br />

Divenne allora Gentiluomo di Camera, Consigliere di<br />

Stato e conte di Monzone e d’Acquaviva.<br />

CIOLINA GIOVANNI BATTISTA, pittore<br />

Toceno 1870 - ivi 1955<br />

Allievo della scuola di belle arti e del Cavalli si dedicò<br />

con successo a svariati generi di pittura e fu anche apprezzato<br />

acquafortista. Dopo essere stato a Lione per<br />

conoscere le espressioni dell’arte moderna fu presente<br />

alla Triennale di Milano. È noto specialmente per i suoi<br />

paesaggi e i ritratti conservati in collezioni private.<br />

CONTINI GIANFRANCO, filologo, critico letterario,<br />

italianista<br />

Domodossola 1912 - ivi 1990<br />

Figlio di Riccardo e di Maria Cernuscoli. Dopo brillanti<br />

studi classici presso il Mellerio Rosmini di Domodossola,<br />

si laureò con lode all’Università di Pavia. Specializzatosi<br />

in filologia a Torino e a Parigi, già nel 1938 insegnò<br />

filologia romanza nell’Università di Friburgo in<br />

Svizzera e diede alle stampe un commento alle Rime di<br />

Dante e altri scritti, rivelatori del suo talento. Presente<br />

in Ossola nel 1944, durante i «quaranta giorni di libertà»<br />

partecipò quale rappresentante del Partito d’Azione<br />

alle sedute del C.L.N, per la costituzione della Giunta<br />

e insieme con Carlo Calcaterra studiò una riforma<br />

scolastica. Nel dopoguerra ebbe cattedra di filologia romanza<br />

nelle Università di Firenze e di Pisa, docente indimenticabile<br />

e affascinante per i discepoli, consigliere<br />

per gli editori. Pubblicò, tra l’altro, Poeti del Duecento,<br />

l’Opera in versi di Montale e studi fondamentali su<br />

Dante, Petrarca, Boccaccio nonché Il Breviario di Ecdotica,<br />

Altri Esercizi, Ultimi Esercizi ed Elzeviri, La letteratura<br />

dell’<strong>It</strong>alia Unita. Filologo di conclamata rinomanza<br />

internazionale, seppe congiungere la filologia con la<br />

critica letteraria mediante la critica delle varianti e relativi<br />

principii e implicazioni. Ritornò ad abitare a Domodossola<br />

in seguito a grave malattia che non gli impedì<br />

di continuare l’attività intellettuale e gli studi sino<br />

al termine della sua vita. Fece pubblicare nei Rendiconti<br />

dell’Accademia Nazionale dei Lincei gli Statuti quattrocenteschi<br />

dei «disciplinati» del nostro borgo, scritti in un<br />

volgare, che definì «illustre». Con l’occasione catalogò i<br />

dialetti dell’Ossola definiti “un complesso lombardo-alpino<br />

su fondale di isoglosse piemontesi”.<br />

CUROTTI SlLVESTRO,<br />

medaglia d’oro al valor militare<br />

Vagna (Domodossola) 1920 - Oira di Nonio 1944<br />

Figlio di Amedeo e di Maria Bellardoni, imbianchino a<br />

Domodossola, nel 1940 artigliere alpino combattente<br />

sul fronte occidentale. Dopo l’8 settembre 1943 rientrò<br />

in Ossola e fece parte dei primi raggruppamenti partigiani,<br />

poi passò nella formazione «Beltrami» operante<br />

sul lago d’Orta. Sorpreso ad Oira e circondato da forze<br />

tedesche, resistette solo dentro una casa del paesetto per<br />

oltre quattro ore e non si arrese, ma quando vide esaurite<br />

le munizioni, serbò per sé l’ultima pallottola.<br />

DAVIA GIOVANNI ANTONIO, cardinale<br />

Bologna 1661 - Roma 1740<br />

Da genitori vicenesi nacque a Bologna nella prima metà<br />

del secolo XVII. Fu internunzio a Bruxelles, nunzio in Polonia<br />

ed a Colonia, arcivescovo di Tebe, vescovo di Rimini<br />

nel 1698 ed infine creato cardinale da Clemente XI.<br />

167


Davia Giovanni Antonio, Cardinale<br />

Bologna 1661 - Roma 1740<br />

Facchinetti Giov. Antonio, Papa Innocenzo IX<br />

Bologna 1519 - Roma 1591<br />

Della Silva Paolo jr., consultore, statista, storico e letterato<br />

Crevola 1691 - Milano 1789<br />

Fantonetti Giovan Battista, medico<br />

Pavia 1791 - Piedimulera 1861


DE ALBERTIS ALBERTO VITALE ANDREA,<br />

armatore, benefattore<br />

Vanzone 1703 - Arbon (Costanza) 1782<br />

Figlio di Bartolomeo e di Domenica Falcini. Trasferitosi<br />

con i genitori a Genova, da mozzo divenne proprietario<br />

di navi per il trasporto di merci dalle Indie, con profitti<br />

enormi. Fu consigliere commerciale del Vescovo di<br />

Costanza e lasciò alla confraternita della SS. Annunziata<br />

di Vanzone case, terreni e una notevole somma per i<br />

poveri e per l’istruzione religiosa.<br />

DE ANTONIS GIUSEPPE,<br />

avvocato, pubblico amministratore, benefattore<br />

Domodossola 1868 - ivi 1945<br />

Figlio del geom. Luigi De Antonis. Studi classici al Mellerio<br />

Rosmini e laurea in legge a Torino, avvocato penalista,<br />

sindaco di Domo, militante socialista al tempo<br />

di Turati, collaboratore del giornale L’indipendente.<br />

Presidente della Fondazione Galletti, ne arricchì il patrimonio<br />

numismatico e artistico. Durante la l a guerra<br />

mondiale presiedette l’opera di assistenza ai profughi<br />

dalle terre invase. Lasciò in beneficenza alla Parrocchia la<br />

sua casa e ai Padri Rosminiani la sua villa di Mattarella.<br />

DE AUGUSTINIS ENRICO AGOSTINO,<br />

politico, marchese<br />

Pecetto di Macugnaga 1737 - Vallese 1823<br />

Dopo gli studi entrò in diplomazia e fu membro del<br />

corpo diplomatico di Carlo III di Spagna poi membro<br />

della Dieta Generale e Presidente del Consiglio di Stato<br />

del Canton Vallese e per due volte Gran Balivo. Inaugurò<br />

la strada del Sempione nel 1805, in rappresentanza<br />

dei Vallesani.<br />

DE BACENO GASPARE e BALDASSARRE,<br />

condottieri di milizie ossolane<br />

Figli di Bernardino valvassore di valle Formazza vissuti<br />

fra i secoli XV-XVI. Durante la contesa tra Francesco<br />

I e Carlo V parteggiarono per i Francesi come il cognato<br />

Paolo della Silva e furono valorosi combattenti a Pavia<br />

e alla Rocca di Arona. In Ossola furono fieri avversari<br />

di Benedetto e Francesco Del Ponte sostenitori degli<br />

Spagnoli.<br />

DE BERNARDIS GIORGIO, scultore<br />

Buttogno 1606 circa - sconosciuta la data di morte<br />

Figlio di Giacomo Antonio e di Antonietta Mazzetta.<br />

La sua attività artistica iniziò intorno al 1630 e fino al<br />

1664 tenne bottega e scuola di intaglio a Domo in via<br />

Briona; poi forse si trasferì nei Vallese dove la sua presenza<br />

è attestata da suoi lavori. Fra le sue opere di maggior<br />

pregio ci sono l’altare ligneo e lo splendido armadio<br />

di sacrestia della parrocchiale di Seppiana, il grande<br />

crocifisso della collegiata di Domo, le porte della chiesa<br />

di Croveo e di Seppiana.<br />

DE GIORGI GIUSEPPE, pittore e fotografo<br />

Ceppo Morelli 1870 – Vanzone 1946<br />

Emigrato a Bordeaux presso la sorella, seguendo l’inclinazione<br />

partecipò a un corso di preparazione all’arte decorativa<br />

secondo modelli proposti nelle Accademie, ma<br />

soprattutto fu autodidatta. Rientrato in <strong>It</strong>alia mantenne<br />

contatti con la Francia e particolarmente con l’Alta<br />

Savoia dove lavorò nel decennio 1920-30. Precedentemente<br />

aveva realizzato alcune tele per chiese e oratori<br />

della sua valle Anzasca, dell’Ossola e del Novarese. Verso<br />

gli inizi del 1930 aprì bottega a Macugnaga attuando<br />

il legame tra pittura e fotografia e stringendo rapporti<br />

con pittori della valle e frequentatori di essa, alcuni dei<br />

quali specialisti in arte sacra. Attinse appunti dai grandi<br />

maestri del passato riproponendoli nelle volte delle<br />

chiese di Vanzone, Piedimulera e poi Vogogna. Durante<br />

il periodo della sua attività si avvalse della fotografia<br />

per procurarsi modelli di abitanti della valle, da utilizzare<br />

nelle figure di personaggi biblici e figure allegoriche.<br />

In seguito dipinse paesaggi montani e scattò fotografie<br />

di luoghi pittoreschi che furono oggetto di cartoline<br />

e stampe, fotografie di persone, base di ritratti su<br />

tela emulsionata.<br />

DELL’ANGELO GIOVANNI BATTISTA,<br />

naturalista, benefattore<br />

Parigi 1834 – Craveggia 1911<br />

Figlio di Gian Giacomo e di Maria Cottini residenti in<br />

Francia per attività commerciali. Ricco per eredità paterna,<br />

si dedicò allo studio delle scienze naturali e divenne<br />

raccoglitore di fossili e minerali di pregio cui aggiunse<br />

una sezione di ornitologia. Donò alla Fondazione<br />

Galletti il tutto, da lui scientificamente catalogato<br />

perché servisse agli studiosi ossolani. Compilò anche un<br />

catalogo delle famiglie craveggesi con la loro genealo-<br />

169


gia. Beneficò l’Asilo infantile e lasciò una borsa di studio<br />

per il migliore alunno delle elementari del paese.<br />

Fece costruire una fontana pubblica e collaborò al progetto<br />

della realizzazione della ferrovia Vigezzina.<br />

DELLA SILVA PAOLO, condottiero<br />

Crevola 1476 - ivi 1536<br />

Figlio di Giovanni Antonio e di Dorotea Morone, entrò<br />

giovanissimo nella milizia del condottiero G. Trivulzio<br />

al servizio del Re di Francia e prese parte alle guerre<br />

contro la Spagna per il possesso del ducato di Milano.<br />

Dopo la battaglia di Marignano, fu custode della piazzaforte<br />

di Cremona e il 14 maggio 1516 fu nominato<br />

cittadino onorario di quella città. Nel 1518 lo fu di Milano<br />

e di Pavia. Morto il Trivulzio (1518) e nonostante<br />

la sconfitta dei Francesi (1525) egli difese l’Ossola dagli<br />

Spagnoli e poi riparò a Parigi. Nel 1526 fece parte<br />

della spedizione francese a Roma in difesa di Clemente<br />

VII il quale lo creò Conte Palatino e Barone Romano.<br />

Tornato a vivere nel castello di Crevola si dedicò a<br />

opere di beneficenza e di fede facendo affrescare la chiesa<br />

parrocchiale di Crevola e la Madonna della Neve di<br />

Domodossola. Diede avvio alla costruzione del palazzo<br />

Silva (su area di famiglia nel borgo di Domo) in stile<br />

rinascimentale.<br />

DELLA SILVA PAOLO JUNIOR,<br />

consultore, statista, storico e letterato<br />

Crevola 1691 - Milano 1789<br />

Figlio del nobile Marc’Antonio e di Elena Denti. Studi<br />

classici a Milano e laurea in giurisprudenza a Pavia.<br />

Ricusata la carriera militare, tradizionale in famiglia, fu<br />

avvocato pubblico della città di Milano e libero professionista,<br />

difensore dei privilegi dell’Ossola che venne<br />

esentata da tasse catastali. Nel 1755 Capitano di Giustizia<br />

a Cremona, nel 1760 Presidente del Supremo Consiglio<br />

di Giustizia a Mantova e Capo della Giunta del<br />

Vice Governo. Nel 1760 Consigliere intimo di Stato<br />

di Maria Teresa, che lo incaricò di trattare con Venezia<br />

un’annosa questione sull’uso delle acque di risorgiva ai<br />

confini dei due Stati. Nel 1763 fu Consultore del Governo<br />

Generale di Lombardia. Scrisse in latino trattati<br />

di giurisprudenza, la storia dei fatti e del costume della<br />

Milano dei suoi tempi, la storia dell’Ossola a continua-<br />

170<br />

zione di quella del Capis e la storia della sua famiglia,<br />

opere tutte inedite.<br />

DEL LONGO BRAGGIO IDA,<br />

cronista, benemerita CRI<br />

Domodossola 1879 - ivi 1965<br />

Insegnò in scuole elementari dell’Ossola poi economia<br />

domestica alla professionale «Galletti». Animatrice e<br />

promotrice di iniziative sociali, nel 1919 ebbe la medaglia<br />

d’oro dal Comune di Domo per aver diretto l’ufficio<br />

notizie e ricerche di militari prigionieri durante la<br />

guerra 1915-18 e dal Ministro della Guerra quella d’argento<br />

con uguale motivazione. Nel 1935 fondò il gruppo<br />

domese Crocerossine volontarie. Fu anche cronista<br />

per un cinquantennio di ogni episodio lieto e triste della<br />

vita cittadina e ossolana e inoltre custode delle tradizioni<br />

e parte attiva in ogni comitato benefico, madrina<br />

degli alpini dell’Ossola. Nel 1944 collaborò con la<br />

Giunta Provvisoria di Governo in campo assistenziale.<br />

Il volumetto Piccolo mondo Ossolano raccoglie il meglio<br />

della sua attività giornalistica.<br />

DELL’ORO ARTURO, medaglia d’oro al valor militare<br />

Vallenar di Atocama (Cile) 1896 - Belluno 1917<br />

Figlio di Alessandro. Studiò in <strong>It</strong>alia diplomandosi all’Istituto<br />

Feltrinelli di Milano. Volontario in aeronautica<br />

nel 1915 ottenne il brevetto di pilota e partecipò ad<br />

azioni belliche nel Trentino, nel Tirolo, a Vipacco guadagnando<br />

la medaglia d’argento (1916). Nel 1917 conseguì<br />

il brevetto su apparecchi da caccia e dopo molte<br />

audaci imprese si lanciò contro un velivolo nemico che<br />

abbatté urtandolo con il proprio e precipitando a sua<br />

volta, consapevole del sacrificio.<br />

DE MAURIZI GIOVANNI BATTISTA,<br />

storico dell’Ossola, sacerdote<br />

Re 1875 - Premia 1939<br />

Figlio di Antonio e di Maria Giovanna Cerioli. Pastorecontadino<br />

entrò in seminario diciottenne. Ordinato sacerdote<br />

nel 1908 , coadiutore a S. Maria Maggiore iniziò<br />

subito le sue ricerche storiche negli archivi della Valle e<br />

l’anno dopo pubblicò una storia documentata sul miracolo<br />

di Re e le vicende del santuario fino ai suoi giorni.<br />

Nel 1910 pubblicò Appunti di storia vigezzina segui


ti da La valle Vigezzo corredate da biografie vigezzine<br />

di dieci illustri personaggi. La Guida della valle Vigezzo<br />

(1911) lo fece conoscere per le notizie storiche, artistiche,<br />

scientifiche e di interesse turistico. Negli anni<br />

della Grande Guerra fu soprattutto vicino alle famiglie<br />

con figli al fronte. Resse poi le parrocchie di Trontano<br />

e quella di Montescheno in valle Antrona. Nel 1919<br />

scrisse la storia di Montescheno comprendente gli statuiti<br />

e gli ordinamenti (1519) di quella comunità. Suggeritore<br />

e fautore di enti associativi e mutue per il bene<br />

dei parrocchiani, si interessò anche delle miniere d’oro,<br />

argento, ferro di valle Antrona che descrisse in un articolo<br />

per il bollettino del C. A. I. (1923). Nel 1924, parroco<br />

a Premia, avviò studi sui De Rodis Baceno e sugli<br />

statuti di quella comunità. Nel 1927 pubblicò Le valli<br />

Antigorio e Formazza e fra il 1928 e il 1931 S. Maria<br />

Maggiore e Crana, II nuovo Comune di Craveggia, Buttogno<br />

in valle Vigezzo. Preparò uno studio su Villadossola<br />

(manoscritto) e collaborò al Bollettino storico per la Provincia<br />

di Novara, all’Archivio storico della Svizzera <strong>It</strong>aliana<br />

e accettò l’incarico della S.E.O. di scrivere l’apprezzatissima<br />

guida L’Ossola e le sue valli. Fu membro della<br />

Regia Accademia delle Scienze di Torino ma, privo di<br />

contributi economici, non pubblicò le numerosissime<br />

notizie che aveva continuato a raccogliere e che in parte<br />

fortunatamente finirono nell’archivio di «Oscellana».<br />

DEL PONTE BENEDETTO,<br />

condottiero di milizie ossolane<br />

Domodossola 1430 - ivi 1537<br />

Figlio del conte palatino Giovanni Battista. Studiò lettere<br />

e giurisprudenza ma preferì fare il condottiero di<br />

milizie per conto degli Sforza e degli Spagnoli. Dopo alterne<br />

vicende, in seguito alla vittoria di Carlo V, fu nominato<br />

luogotenente del conte Borromeo per l’Ossola<br />

e responsabile della Banca Civile e Criminale, carica lucrosa<br />

e ambita.<br />

DE PIETRI (DE PETRIS) PIETRO, pittore<br />

S. Rocco di Premia 1663 - Roma 1716<br />

Figlio di Giovanni Antonio e di Caterina Pezetta. Adolescente<br />

emigrò a Roma dove si dedicò al disegno e là<br />

divenne pittore di fama ottenendo la protezione di Clemente<br />

XI Albani che gli commissionò alcuni dipinti<br />

(noto un affresco in S. Clemente). Decorò anche palaz-<br />

zi della nobiltà (Pallavicino). Personaggi illustri e ambasciatori<br />

stranieri durante i loro soggiorni romani furono<br />

suoi committenti di quadri e incisioni. Invitato in Inghilterra<br />

non accettò. Fu ammirato per l’armonia delle<br />

grandi composizioni e la soavità delle figure femminili.<br />

DE REGIBUS LUCA, professore universitario<br />

Vogogna 1895 – Genova 1969<br />

Figlio di Pio e di Angiolina Innocenti. Studi classici e<br />

laurea in lettere a Torino con specializzazione in filologia<br />

classica; dopo la parentesi militare, nel 1922 si laureò<br />

anche in legge. Preside del Ginnasio-Liceo a Novara.<br />

Tra il 1934-1936 fu Consigliere Nazionale, nel 1940<br />

divenne titolare di storia romana a Genova e poi Preside<br />

della facoltà di lettere e filosofia. Lasciò numerose pubblicazioni<br />

di storia romana in parte a cura dell’Ateneo<br />

genovese. Il fratello maggiore don Adalgiso, sacerdote<br />

laureato in lettere, preside del liceo classico a Novara e<br />

dell’Istituto Magistrale di Bobbio di Val Trebbia, raccolse<br />

notizie di storia vogognese e pubblicò brevi cenni<br />

sui fatti del 1798.<br />

DE RODIS GUIDO, feudatario di Premia, benefattore<br />

Nel 1250 fece costruire a proprie spese la chiesa di S.<br />

Michele di Premia e all’interno il sepolcreto di famiglia.<br />

Di lui resta il ritratto in un medaglione incastonato nella<br />

parete in cornu epistulae.<br />

DI SALVATORE NINO,<br />

artista, maestro del design italiano<br />

Verbania Pallanza 1924 – Milano 2001<br />

Frequenta il liceo artistico a Milano ma è affettivamente<br />

legato a Domodossola dove vivono i suoi genitori e<br />

dove torna sempre. Studia i capolavori dell’arte e nel<br />

1948 approda all’astrattismo. Nel 1949 apre una scuola<br />

di belle arti a Domodossola alla quale fa seguito quella<br />

di Novara. Introduce materie nuove quali ‘psicologia<br />

della forma’ e ‘filosofia dell’estetica’. Aderisce al MAC,<br />

il movimento di arte concreta che ha come esponenti<br />

Munari, Soldati, Dorfles e altri maestri. Nel 1954 si<br />

trasferisce a Milano dove apre con felice intuito la prima<br />

scuola di design industriale da lui diretta con maestrìa<br />

fino al 1998. Ad essa si iscrissero in numero grandissimo<br />

studenti italiani e stranieri ai quali egli insegnò<br />

fisiologia e scienza della visione, affidando a rinomati<br />

maestri le altre materie nuove. La sua scuola ottenne la<br />

171


Medaglia d’oro della X Triennale Internazionale di Milano,<br />

il Compasso d’oro dell’Adi. Si distinse per la ricerca<br />

di nuove sperimentazioni, coltivò la pittura astrattogeometrica<br />

con successo, espose sue opere alla Biennale<br />

di Venezia, alla Triennale di Milano e al Moma di New<br />

York, commentate con favore da critici italiani e stranieri,<br />

citato nei testi di storia dell’arte moderna. Sono<br />

da ricordare le sue felici intuizioni nel rapporto tra geometria,<br />

pittura e musica. Sul finire degli anni Novanta<br />

“La Fabbrica” di Villadossola ospitò una mostra antologica<br />

delle opere del Maestro che volle essere presente a<br />

spiegare e illustrare il significato della sua ricerca pittorica<br />

ai molti visitatori accorsi.<br />

ERBA GIUSEPPE BARTOLOMEO,<br />

matematico, benefattore<br />

Domodossola 1819 - Torino 1895<br />

Figlio del banchiere Giuseppe e di Maria Azzari figlia<br />

dello sfortunato cospiratore Giuseppe Antoni. Dopo gli<br />

studi classici nelle scuole melleriane si laureò nel 1841<br />

al Politecnico di Torino con il plauso del celebre matematico<br />

Plana e nello stesso anno conseguì il diploma<br />

di architetto. Nel 1848 fece parte della Guardia Nazionale<br />

a capo degli <strong>Ossolani</strong> residenti nella capitale piemontese.<br />

Nel 1850 ebbe nell’Ateneo Torinese la cattedra<br />

di calcolo infinitesimale. Nel 1857 passò alla cattedra<br />

di Meccanica razionale che tenne fino al 1891 e per<br />

qualche tempo fu Rettore Magnifico. Progettò palazzi<br />

(Palazzo Mogni in Domodossola e Villa Franzi in Pallanza)<br />

e chiese. Profuse ingenti somme in beneficenza<br />

ma volle mantenere l’anonimato.<br />

FACCHINETTI GIOV. ANTONIO,<br />

Papa Innocenzo IX<br />

Bologna 1519 – Roma 1591<br />

Dopo studi ecclesiastici e giuridici brillanti, fu segretario<br />

del Papa Paolo III Farnese che lo promosse governatore<br />

di Parma. Partecipò al Concilio di Trento, di là<br />

il Papa Pio V Ghislieri lo mandò ambasciatore a Venezia<br />

per porre le basi di quella alleanza fra Stati Cristiani<br />

che vinse a Lepanto la flotta dei Turchi. Creato Cardinale,<br />

portò a termine delicati incarichi diplomatici. Nel<br />

1591 fu eletto Papa e scelse il nome di Innocenzo IX.<br />

Non riuscì ad effettuare le riforme che aveva progettato<br />

perché morì dopo due soli mesi di pontificato.<br />

172<br />

FACINI BENEDETTO, medico, benefattore<br />

Domodossola 1741 - ivi 1826<br />

Figlio del giureconsulto Martino e di Teresa Cairati,<br />

laureato in medicina presso l’Università di Pavia esercitò<br />

a Domo la professione medica. Sopraintendente alla<br />

sanità e medico dell’Ospedale S. Biagio fino al 1809,<br />

dove ebbe in cura i militari napoleonici e italici. Lasciò<br />

le proprie cospicue sostanze e quelle avute dal fratello<br />

Giuseppe (1739-1805 già Capitano delle milizie<br />

paesane e giudice-pretore di S. Maria Maggiore) per la<br />

costruzione del ricovero di vecchiaia e mendicità e al<br />

Comune di Domo una notevole somma per pagare un<br />

maestro elementare.<br />

FALCIONI ALFREDO, Senatore, ministro<br />

Cuzzego (Beura Cardezza) 1868 - Ghiffa 1936<br />

Figlio di Giovanni e di Giuditta Moro. Studi classici<br />

e laurea in legge a Torino, avvocato a Domo, deputato<br />

al Parlamento dal 1900, Sottosegretario agli Interni,<br />

membro della delegazione internazionale del Sempione<br />

a Berna, Ministro dell’agricoltura, Ministro di Grazia<br />

e Giustizia, Presidente della Commissione Internazionale<br />

degli stupefacenti. Nel 1925 si ritirò a vita privata<br />

e fu nominato consigliere delegato della Edison e<br />

della Gondrand. Nel 1929 fu eletto senatore per nomina<br />

regia. Diresse con il fratello avvocato Ernesto il giornale<br />

L’Ossola.<br />

FALCIONI GIOVANNI, avvocato, politico<br />

Domodossola 1916 – ivi 2003<br />

Figlio dell’avvocato Ernesto e di Maria Rapetti.<br />

Brillanti studi classici al Mellerio Rosmini e universitari<br />

a Milano conclusi lodevolmente con laurea in giurisprudenza.<br />

Praticante presso lo studio legale paterno,<br />

nel 1942 come Ufficiale del Commissariato militare<br />

prese parte alla campagna di Russia nell’ARMIR –<br />

Divisione Ravenna. Durante la Repubblica dell’Ossola<br />

fu assessore nella giunta cittadina, di nomina del CLN,<br />

quale esponente del P.L.I. Coadiuvò il giudice straordinario<br />

avv. Vigorelli nella sorveglianza del campo di<br />

concentramento di Druogno. Membro responsabile del<br />

partito liberale provinciale, fu sindaco di Domodossola<br />

negli anni Sessanta. Svolse l’attività professionale con<br />

pieno successo e fu per un decennio presidente stimato<br />

e capace della Banca Popolare di Intra.


FALCIONI GIOVANNI BATTISTA, ingegnere<br />

Cuzzego (Beura Cardezza) 1839 - Udine 1899<br />

Figlio di Giuseppe e Linda Porazzi. Studi classici al Collegio<br />

Mellerio Rosmini di Domodossola, laurea in ingegneria<br />

al Politecnico di Torino nel 1865. Nel 1866 il<br />

ministro Quintino Sella gli affidò la cattedra di meccanica<br />

all’Istituto tecnico di Udine, città da poco entrata a<br />

far parte del Regno d’<strong>It</strong>alia. Esercitò anche la libera professione<br />

progettando asili, chiese, scuole, officine per il<br />

Friuli e diresse la Esposizione Friuliana nel 1883. Pubblicò<br />

opere di divulgazione scientifica.<br />

FANTONETTI GIOVAN BATTISTA, medico<br />

Pavia 1791 – Piedimulera 1861<br />

Da genitori di valle Anzasca, laureato in medicina e chirurgia<br />

all’Università di Pavia vi insegnò patologia e chimica.<br />

Trasferitosi a Milano esercitò la professione medica<br />

con successo. Nel 1836 pubblicò le Effemeridi delle<br />

scienze mediche che lo fecero stimare anche all’estero.<br />

Diresse a Venezia un’importante pubblicazione medica<br />

e tradusse e commentò opere mediche straniere. Fu<br />

membro di accademie europee. Tornato in Ossola ed<br />

eletto presidente del Consiglio Provinciale, promosse lo<br />

sfruttamento delle miniere aurifere. Lasciò la propria<br />

biblioteca alla città di Domodossola.<br />

FARINA GIOVANNI MARIA, industriale<br />

Santa Maria Maggiore 1685 - Colonia 1766<br />

Emigrato a Colonia presso congiunti produsse e diffuse<br />

l’«acqua admirabilis» usando la formula, avuta dal vigezzino<br />

Feminis con il nome Johan Maria Farina gegenüber<br />

dem Julichsplatz-Koeln. Nel 1742 comparve sulle<br />

confezioni la dicitura in francese Eau de Cologne e la<br />

diffusione in tutto il mondo procurò fama e ricchezza a<br />

lui, ai suoi successori, e dal 1877 alla casa Roger et Gallet<br />

di Parigi che ne acquistò i diritti.<br />

FEMINIS GIOVANNI PAOLO,<br />

inventore dell’acqua di Colonia, benefattore<br />

Crana 1670 circa - Colonia 1736<br />

Emigrato presso parenti a Magonza, imparò l’arte dell’erborista<br />

e a Colonia fabbricò un’acqua odorosa chiamata<br />

«aqua admirabilis» che mise in commercio dal<br />

1727. Contribuì con ingenti somme alla costruzione<br />

della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maggiore, del-<br />

la casa comunale, di un oratorio a Crana, di una scuola<br />

per i ragazzi del paese. Trasmise la formula dell’acqua<br />

di colonia ai conterranei Giovanni Antonio e Giovan<br />

Maria Farina.<br />

FERINO PIETRO MARIA, generale<br />

Craveggia 1747 - Parigi 1816<br />

Avviato al commercio dal padre uomo d’affari a Parigi,<br />

preferì scegliere la carriera militare. Combatté valorosamente<br />

al servizio della Francia repubblicana e poi nell’esercito<br />

imperiale di Napoleone che lo promosse generale<br />

e Grand’Ufficiale della Legion d’onore. Anche Luigi<br />

XVIII lo onorò con pari grado.<br />

FERRARI BALDASSARRE, cavaliere di Malta<br />

Sec. XVI<br />

Appartenente alla illustre famiglia domese dei Ferrari.<br />

Il 14 aprile 1580 venne iscritto nel ruolo generale dei<br />

Cavalieri italiani dell’Ordine di Malta presso il Gran<br />

Priorato di Lombardia e assegnato alla casa generalizia.<br />

Rimpatriò nel 1586 con speciale licenza del Gran Maestro<br />

Ugo Daubex De Verdala per gravi motivi di famiglia.<br />

Fu caro a Papa Innocenzo IX che gli rivolse lettere<br />

amichevoli (in particolare quella dell’11-2-1589). In<br />

Domo il cav. Ferrari aveva una sua Corte con uomini<br />

d’armi pronti a intervenire a difesa della giusta causa e<br />

della chiesa, ma non per conflitti politici. Invitato dal<br />

Podestà di Mattarella a intervenire nelle lotte politiche,<br />

oppose netto rifiuto. Promosse con i fratelli e i consanguinei<br />

l’erezione di una confraternita (del S. Cordone)<br />

a scopi benefici presso la chiesa di S. Francesco di<br />

Domo nella quale era il sepolcreto dei Ferrari indicato<br />

con otto F. (Fratres Ferrarii Franciscanae Fraternitatis<br />

Familiae Ferrariae Fecerunt Fieri).<br />

FERRARIS ADOLFO SEBASTIANO, storico<br />

Pontemaglio di Crevola 1901 - Domodossola 1954<br />

Figlio di Giulio e di Maria Ferraris, studi classici al Mellerio<br />

Rosmini e laurea in lettere e filosofia all’Università<br />

di Torino. Insegnò per qualche anno; scelta la carriera<br />

amministrativa, fu titolare della segreteria dell’ospedale<br />

S. Biagio di Domo. Coltivò gli studi storici e con profonda<br />

competenza portò a termine la Bibliografia Ossolana,<br />

opera indispensabile, frutto di ricerche impegnative.<br />

Collaborò al Bollettino storico per la Provincia di<br />

173


Feminis Giovanni Paolo, inventore dell’acqua di Colonia e benefattore<br />

Crana 1670 (circa) - Colonia 1736<br />

Ferrari Baldassarre, Cavaliere di Malta<br />

secolo XIV<br />

Ferino Pietro Maria, Generale<br />

Craveggia 1747 - Parigi 1816<br />

Guattani Carlo, chirurgo e archiatra pontificio<br />

Pontegrande 1709 - Roma 1773


Novara e ai giornali locali con argomenti vari. Pubblicò<br />

Novelle e leggende ossolane (1927), L’Ospedale di S. Biagio<br />

con appendice di pergamene inedite (1935), e La<br />

Società di Mutuo soccorso e istruzione fra Operai di Domo<br />

(1937). Usò Io pseudonimo Adolfo da Pontemaglio.<br />

FIZZOTTI GERMANA, giornalista, scrittrice<br />

Parigi 1911 – Domodossola 2003<br />

Trasferitasi con i genitori a Domodossola, fu impiegata<br />

di buon livello in una casa di spedizioni. Iscritta all’albo<br />

dei giornalisti dal 1947, acquistò notorietà come<br />

collaboratrice del Risveglio Ossolano e di alcune riviste<br />

con saggi e novelle. Coltivò amicizie con persone di cultura<br />

fra le quali Virginia Galante Garrone (sorella dei<br />

più noti Alessandro e Carlo) che scrisse la prefazione<br />

del suo romanzo autobiografico La casa del buon Dio<br />

stampato nel 1985. Nel 1978 era già uscito il suo testo<br />

di accompagnamento ai disegni di Remy Paggi, raccolte<br />

nel volume Dal Sempione al Lago Maggiore, mentre<br />

nel 1983 aveva dato alle stampe Valle Anzasca nel passato<br />

e nel presente. Con il suo ultimo lavoro Centonovantatré<br />

cassette del 1990 ricorda scene del passato e il fratello<br />

Piero.<br />

FORNARA CARLO, pittore<br />

Prestinone di Craveggia 1871 – ivi 1968<br />

Figlio di Giuseppe Antonio e di Anna M. Nicolai, fu allievo<br />

del Cavalli che lo accostò alla grande pittura veneta<br />

e fiamminga e alla moderna maniera degli Impressionisti<br />

francesi. Ventenne mandò un suo quadro, La<br />

bottega del calderaio, alla Triennale di Milano e ottenne<br />

successo. Incontrò Segantini e come lui usò la tecnica<br />

divisionista. Soggiornò e lavorò a Parigi e dal 1922<br />

si stabilì a Prestinone per dipingere in solitudine, senza<br />

più partecipare a esposizioni nonostante i molti riconoscimenti.<br />

Lasciò una vasta e ammirata produzione.<br />

La luce è protagonista dei suoi dipinti dedicati alla valle<br />

nativa studiata in ogni aspetto, in ogni stagione, in ogni<br />

ora del giorno e realizzata con rara magistrale efficacia.<br />

FORNARI GIOVANNI ANTONIO,<br />

giardiniere, benefattore<br />

Bannio, inizio sec. XVII - Roma, fine sec. XVII<br />

Emigrato a Roma come tanti compaesani, divenne capo<br />

giardiniere del Vaticano e poi maestro di Casa del Papa<br />

Innocenzo X che lo creò Conte Palatino. Desideroso<br />

di rendersi utile verso i suoi conterranei di valle Anzasca<br />

assicurò vitto, alloggio e lavoro a quanti si recassero<br />

in cerca di occupazione nella città eterna affidandoli<br />

alla Confraternita della S.S. Trinità. La discendenza del<br />

Fornari “romani” si estinse nel 1875 dopo aver tenuto<br />

per alcune generazioni la custodia e la cura dei giardini<br />

vaticani.<br />

FRADELIZIO GIOVANNI BATTISTA, benefattore<br />

Trontano 1793 - Parigi 1859<br />

Figlio di Leonardo e di Domenica Bariletta, lavorò a<br />

Parigi nella fumisteria dello zio di cui fu l’erede. Per la<br />

sua intraprendenza divenne fumista esclusivo dei Castelli<br />

reali di Fontainebleu e di S. Claud e impresario generale<br />

di tutte le caserme di Parigi, con enorme vantaggio<br />

economico. Non dimenticò il suo paese dove tornava<br />

volentieri. Alla sua generosità si devono la scuola<br />

femminile, le fontane d’acqua potabile e buona parte<br />

della prima strada carrozzabile fra Trontano e la piana<br />

di Domodossola.<br />

GALLETTI GIAN GIACOMO,<br />

finanziere, benefattore<br />

Bognanco 1789 - Parigi 1873<br />

Figlio di Giacomo e di Domenica Giovangrande, manovale<br />

poco più che dodicenne nella costruenda strada<br />

napoleonica del Sempione; merciaio ambulante in<br />

Svizzera, affermato commerciante a Milano, infine banchiere<br />

a Parigi e socio dei Rothschild. Lasciò le proprie<br />

enormi sostanze ai comuni di Domo e di Bognanco<br />

e ancora vivente diede un considerevole anticipo alla<br />

Fondazione a lui intestata (1869). A sue spese furono<br />

costruiti la strada Domo-Bognanco, il teatro Galletti,<br />

edifici scolastici a Bognanco. Procurò inoltre l’assistenza<br />

medica gratuita per i suoi compaesani. Con i suoi lasciti<br />

furono comprati il palazzo S. Francesco e il palazzo<br />

Silva, terreni al Gibellino ed edificata e finanziata la<br />

scuola per artigiani a lui intitolata. Gli <strong>Ossolani</strong> lo elessero<br />

deputato al Parlamento nel 1872.<br />

GENNARI LUCIANO,<br />

letterato, amministratore pubblico<br />

Parigi 1892 - Lanzo Torinese 1979<br />

Figlio di Giovanni Battista e di Annetta Zanni, vigez-<br />

175


zini proprietari a Parigi della nota Casa Ponti-Gennari.<br />

Studiò lettere alla Sorbona, insegnò letteratura francese<br />

a Milano e a Parigi tenne un corso sul romanzo italiano<br />

dell’Ottocento. Fondò e diresse in <strong>It</strong>alia la rivista Arte e<br />

Vita. Fece parte del movimento cattolico francese, amico<br />

di Maritain e di Claudel. Drammaturgo, critico e<br />

saggista sulla lingua italiana e francese, scrisse Il romanzo<br />

di una Valle dedicato anche alle celebrità vigezzine,<br />

alla parentesi della guerra partigiana e a sue vicende personali.<br />

Si interessò alla vita della val Vigezzo come consigliere<br />

comunale di Santa Maria Maggiore e come presidente<br />

di opere altamente benefiche per la Valle, sull’esempio<br />

dei molti emigrati vigezzini.<br />

GENTINETTA GIOVANNI, politico<br />

Vagna 1817 - Domodossola 1900<br />

Figlio di Giovanni e di Maria Lorenzetti, studiò nel Collegio<br />

Mellerio di Domo poi, dedicatosi al commercio,<br />

guadagnò un’ingente fortuna. Promotore della Società<br />

Operaia procurò lavoro ai concittadini facendo dissodare<br />

vasti terreni incolti alla Siberia, alle Nosere e sul<br />

versante sud del colle di Mattarella favorendo la frutticoltura<br />

e la piscicoltura. Sindaco di Domo dal 1867 al<br />

1871, consigliere provinciale e poi deputato al Parlamento<br />

dal 1873 al 1890. Ispiratore ed esecutore del testamento<br />

di G.G. Galletti, amico dello statista francese<br />

Leon Gambetta, fin da giovane fu iscritto al partito<br />

mazziniano.<br />

GIAVINA PIETRO MARIA,<br />

archiatra pontificio, benefattore<br />

Domodossola 1722 - Roma 1779<br />

Figlio del chirurgo Francesco e di Antonia Grazioli.<br />

Esercitò la professione del chirurgo presso l’Ospedale<br />

di S. Spirito in Roma pertanto fu promosso di archiatra<br />

di Clemente XIII e di Pio VI che gli fece erigere nella<br />

chiesa di S. Spirito un monumento funerario. Lasciò<br />

i suoi beni in Ossola all’Ospedale S. Biagio e quelli romani<br />

all’Ospedale di S. Spirito.<br />

GIOIA GIACOMO, industriale, benefattore<br />

Ceppo Morelli 1842 - Firenze 1907<br />

Figlio di Giuseppe e di Maria Piccoli, garzone a Firenze,<br />

poi proprietario di una bottega di lattoniere. Per primo<br />

introdusse in <strong>It</strong>alia macchinari appositi per la fabbrica-<br />

176<br />

zione di barattoli in latta battendo la concorrenza straniera.<br />

Fornì all’esercito scatole per carne, con notevole<br />

guadagno. Lasciò un generoso legato alla Congregazione<br />

di carità di Ceppo Morelli.<br />

GIROLA UMBERTO,<br />

impresario, benefattore<br />

Milano 1887 - ivi 1940<br />

Ossolano d’adozione, sposò un’ossolana, a Domo fissò<br />

la residenza ed ebbe l’Ossola come campo delle sue<br />

prime attività (centrali di Formazza, serbatoi del Kastel<br />

e del Toggia, galleria dei condotti della centrale di Calice).<br />

L’impresa Girola da ossolana e nazionale divenne<br />

internazionale dando lavoro principalmente a generazioni<br />

di <strong>Ossolani</strong>. Fu generoso benefattore dell’Ospedale<br />

S. Biagio.<br />

GROLLI FILIPPO, avvocato, politico<br />

Vogogna 1741 – ivi 1798<br />

Figlio del dottore in legge Pietro e di Angela M. Innocenti.<br />

Laurea in giurisprudenza a Pavia. In Vogogna<br />

esercitò la professione legale con successo. Sposò<br />

Giovanna Pizzardi ved. Zaretti, i cui figli aderirono alle<br />

nuove idee venute dalla Francia sull’esempio del patrigno<br />

Filippo. Uomo di notevole ascendente politico,<br />

nella primavera del 1798 fu proclamato capo dei democratici<br />

repubblicani del borgo. Durante l’occupazione<br />

da parte degli insorti piemontesi e dei militari della<br />

Cisalpina della sponda occidentale del lago Maggiore,<br />

e poi dell’Ossola, primo passo verso la proclamazione<br />

della repubblica in Piemonte, fu presidente della Municipalità<br />

vogognese e Commissario interinale delle due<br />

Ossole. Dopo la sconfitta dei “giacobini” nella battaglia<br />

di Ornavasso (22 aprile 1798), non adeguatamente<br />

sostenuti dalla Repubblica Cisalpina per intrighi politici,<br />

il Grolli fu catturato in seguito a delazione e, per<br />

sentenza emessa a Casale Monferrato dal regio tribunale<br />

militare, ed eseguita in Vogogna il 30 aprile mediante<br />

fucilazione a esempio e ammonimento ai suoi concittadini.<br />

La repressione costò la vita ad altri 64 insorti,<br />

fucilati a Domodossola il 28-29-30 aprile 1798 e al<br />

vogognese Giulio Albertazzi fucilato a Pallanza. Così si<br />

concluse il moto insurrezionale che mirava all’annullamento<br />

dei privilegi feudali e a maggiori libertà per la<br />

borghesia.


GUALIO GIULIO, scultore<br />

Antronapiana 1632 - ivi 1712<br />

Allievo del maestro De Bernardis con laboratorio in<br />

via Briona, attivo nell’Ossola e in Valsesia, fu autore di<br />

splendide opere lignee di carattere religioso.<br />

GUATTANI CARLO, chirurgo, archiatra pontificio<br />

Pontegrande di Bannio Anzino 1709 - Roma 1773<br />

Studi classici e poi di medicina e chirurgia a Roma. Primario<br />

negli Ospedali di S. Spirito e S. Gallicano (1741),<br />

nel 1751 fu nominato archiatra pontificio da Benedetto<br />

XIV. In Francia approfondì i suoi studi di chirurgia e<br />

divenne abile nell’eseguire l’esofagotomia, che descrisse<br />

in latino. Si recò per studi in Inghilterra e in Germania<br />

e al rientro in <strong>It</strong>alia soggiornò a Bannio. Fu medico<br />

di fiducia di Clemente XIII e Clemente XIV e socio<br />

delle Accademie di Parigi. Roma lo onorò con un monumento.<br />

GUBETTA GIACOMO, medico, storico<br />

Parigi 1823 - Craveggia 1893<br />

Figlio di Carlo Bartolomeo e di Antonia Mozzanino.<br />

Dopo gli studi classici a Domo e a Pavia ritornò a Parigi<br />

dove nel 1847 conseguì la laurea in medicina, convalidata<br />

dall’Università di Torino. Esercitò la professione<br />

medica nella sua valle Vigezzo, fu consigliere provinciale<br />

e scrisse Le memorie antiche e moderne di Craveggia.<br />

GUGLIELMI FRANCESCO E PASQUALE,<br />

benefattori<br />

Francesco: Crodo 1793 - ivi 1864<br />

Figlio di Giuseppe e di Maria Amodei, divenne sacerdote<br />

e visse a Crodo beneficando i poveri, le patrie istituzioni<br />

e la chiesa parrocchiale.<br />

Pasquale: Crodo 1801 - ivi 1866<br />

Fratello del precedente. A sua volta beneficò il comune<br />

di Crodo, di cui fu sindaco, facendo erigere una scuola<br />

per l’istruzione delle fanciulle.<br />

GUGLIELMINI DOMENICO,<br />

professore di idraulica, fisico-matematico<br />

Bologna 1655 - Padova 1710<br />

Di genitori di Cravegna (Crodo) studiò fisica, matematica,<br />

idraulica e idrometria ed ebbe cattedra a Bologna<br />

dal 1694. Successivamente si trasferì a Padova per<br />

insegnare matematica in quell’Ateneo. Pubblicò, in ele-<br />

gante lingua latina, un trattato di idrostatica e Della natura<br />

dei fiumi, opera che ebbe varie ristampe per l’utilità<br />

e la profondità del contenuto.<br />

IACCHINI BARTOLOMEO, pittore<br />

Macugnaga 1695 - ivi 1747<br />

Figlio del nobile notaio Bartolomeo e di Cristina Creda,<br />

fu abile e ammirato pittore di soggetto religioso. Di<br />

lui rimangono quattro quadri nelle chiese di Macugnaga<br />

e la volta della parrocchiale. Sue opere incomplete<br />

furono ultimate dal Borgnis vigezzino.<br />

INNOCENTI PIETRO MASSIMO,<br />

magistrato, senatore<br />

Vogogna 1792 - ivi 1860<br />

Figlio del dr. Gerolamo e di Giuseppina Albertazzi. Fu<br />

militare nell’esercito napoleonico; si laureò in giurisprudenza<br />

ed entrato in magistratura divenne Consigliere di<br />

Corte d’appello. Fu senatore del Regno di Sardegna.<br />

INNOCENZO IX (Giovanni Antonio Nocetti),<br />

Sommo Pontefice<br />

Bologna 1519 - Roma 1591<br />

Figlio di Antonio e di Francesca Cini entrambi di Cravegna<br />

in valle Antigorio. Il padre, gerente un’agenzia di<br />

trasporti, era conosciuto come Facchinetto da cui il cognome<br />

Facchinetti dato alla famiglia. Dopo l’ordinazione<br />

sacerdotale conseguì la laurea in diritto civile e canonico.<br />

Fu vicario in Avignone, governatore di Parma, vescovo<br />

di Nicastro, patriarca di Gerusalemme, Cardinale<br />

e poi Papa il 29 ottobre 1591. Il suo pontificato durò<br />

pochissimo tempo.<br />

IONGHI LAVARINI CESARE, ingegnere, erudito<br />

Ornavasso 1864 - ivi 1934<br />

Studi classici a Domo, laurea in ingegneria a Torino.<br />

Scrisse: Ornavasso nella sua storia sacra e civile, Novara,<br />

1934 (con biografia completa di Enrico Bianchetti<br />

e della sua attività storiografica); Origine della colonia<br />

tedesco-vallesana; Dizionarietto dei vocaboli ornavassesi e<br />

della toponomastica locale.<br />

LANTI PIETRO ANTONIO, intagliatore, scultore<br />

Macugnaga 1679 – ivi 1729<br />

Figlio di Giacomo Antonio, ebbe contatti sia con gli<br />

artisti vallesani che con quelli ossolani e fu egli stesso<br />

177


maestro di altri intagliatori. La sua opera è volta soprattutto<br />

alla decorazione di altari che elaborò con ricchezza<br />

di invenzione e di effetto nello stile dell’arte barocca.<br />

Le opere più note sono gli altari lignei della chiesa<br />

di Macugnaga, dell’oratorio della Madonna della Neve<br />

di Borca, e numerose statue di soggetto religioso. Inoltre<br />

intagliò per molte chiese nell’Ossola splendidi reliquiari<br />

in forma di busti con decorazioni dorate e dipinte<br />

di grande effetto.<br />

LEONI GIOVANNI (TOROTOTELA),<br />

poeta dialettale<br />

Domodossola 1846 – Mozzio 1920<br />

Figlio di Giuseppe e di Lucia Burla, interruppe gli studi<br />

al Liceo Mellerio Rosmini ricongiungendosi alla famiglia<br />

residente a Ferrara per commercio e là ebbe primo<br />

impiego. Si trasferì a Genova poi emigrò a Montevideo<br />

(1870) dove aprì un negozio di tessuti. Con intuito<br />

e iniziativa amministrò alcune case di commercio di<br />

altri e sue ed il successo economico gli consentì di rientrare<br />

in patria nel 1886. Alternò il suo soggiorno invernale<br />

fra Torino e Domo, mentre Mozzio fu l’amata sede<br />

della villeggiatura. Uomo colto, poté dedicarsi alla letteratura<br />

ed ebbe in Carlo Porta il suo poeta ideale a cui<br />

si ispirò quando si decise a scrivere in apprezzabili rime<br />

dialettali le sue osservazioni pungenti e satiriche sul costume<br />

e sui personaggi del suo tempo. Le Rime Ossolane<br />

uscite postume nel 1929 a Udine, a cura dei cugini<br />

Boni con prefazione di Ida Braggio, raccolgono solo<br />

una parte della poesia del «Torototela», pseudonimo del<br />

Leoni. Durante l’ultima traversata per Montevideo, effettuata<br />

nel 1902, scrisse Sull’Atlantico-Diario di viaggio,<br />

pagine di critica sociale in accordo con il suo sentire<br />

di ispirazione liberal-socialista-anticlericale.<br />

LINCIO GABRIELE,<br />

professore universitario, mineralogo<br />

Varzo 1874 - ivi 1938<br />

Figlio di Domenico e di Giuditta Alvazzi. Studiò chimica<br />

e mineralogia all’Università di Torino, frequentò<br />

l’Istituto mineralogico dell’Università di Monaco di Baviera<br />

ottenendo la libera docenza. Si perfezionò in cristallografia<br />

ad Heidelberg conseguendo il dottorato a<br />

Marburg. Nel 1905 fu addetto all’Ufficio geologico di<br />

Roma. Tornato in Germania assunse la direzione scien-<br />

178<br />

tifica della sezione ottico-mineralogica, e costruì un microscopio<br />

ancora oggi in uso per ricerche mineralogiche<br />

e petrografiche. A Torino nel 1909 conseguì la libera<br />

docenza. Insegnò mineralogia e geologia nelle Università<br />

di Cagliari, di Modena e di Genova dove diresse<br />

anche l’Istituto di mineralogia e litologia. Scrisse Della<br />

autunite della Lurisia che lo rivelò pioniere in <strong>It</strong>alia della<br />

ricerca dell’uranio.<br />

LORETTI GIOVANNI GIUSEPPE, pittore<br />

Bognanco 1816 – Mocogna 1879<br />

Figlio di Giuseppe e Maria Traveletti, preparatosi con<br />

maestri vigezzini al disegno, si rivelò presto valente ritrattista.<br />

Lavorò per parecchi anni a Ginevra ottenendo<br />

rinomanza e poi in Domodossola, dove fu anche primo<br />

presidente della Società Operaia sorta il 21 ottobre<br />

1855 per opera dell’avv. Trabucchi e del dr. Benedetto<br />

Burla. Caldeggiò anche la creazione di una cassa pensione<br />

per gli operai anziani e invalidi che fu realizzata<br />

dopo la sua morte.<br />

LOSSETTI GIOVAN BATTISTA, marchese, militare<br />

Vogogna 1600 circa - ivi 1663<br />

Figlio del giureconsulto Giuseppe. Dedicatosi alla vita<br />

militare, nel 1636 fu nominato Capitano Generale dell’Ossola<br />

dal Governo Spagnolo di Milano per difendere<br />

i confini dai Francesi. Filippo IV di Spagna lo creò marchese<br />

di Busto Garolfo per i servigi resigli. Divenne anche<br />

feudatario di Dairago e Briga Novarese. In seguito<br />

a rovesci di fortuna dovette alienare il suo patrimonio,<br />

ma Filippo IV lo risarcì con il Marchesato di Inveruno.<br />

LOSSETTI LUCA, magistrato, diplomatico<br />

Vogogna inizio sec. XVI - Madrid 1574<br />

Figlio di Michele podestà di Asso e Valassina e luogotenente<br />

a Vogogna di Lodovico il Moro. Dal 1547 in poi<br />

trattò gli affari civili del Ducato Lombardo a Madrid<br />

presso Carlo V e Filippo II. Nel 1557 fu fiscale generale<br />

in tutto lo Stato di Milano.<br />

LOSSETTI LUCA, medico<br />

Vogogna 1799 - ivi 1874<br />

Figlio del giureconsulto Giacomo Giuseppe e di Francesca<br />

Zardetti di Piedimulera. Laureato a Pavia in medicina,<br />

nominato medico primario all’Ospedale Maggiore<br />

di Milano, scrisse negli Annali Universali di Me-


dicina sulla varicella e sul vaiolo, sulla sifilide e sulle acque<br />

minerali.<br />

LOSSETTI MANDELLI GABRIELE,<br />

storico, benefattore<br />

Vogogna 1821 - ivi 1886<br />

Figlio di don Pietro e di donna Giuseppina Marinoni.<br />

Dopo gli studi classici a Milano conseguì la laurea<br />

in giurisprudenza a Pavia (25.4.1845). Fece pratica legale<br />

a Milano e nel 1848 fece parte della Guardia civica<br />

(2° btg. S. Babila). Sposò in quell’estate donna Elisa<br />

Melzi d’Eril e in seguito al rientro a Milano degli Austriaci<br />

ritornò a Vogogna definitivamente. Fu sindaco<br />

del borgo per circa vent’anni e contribuì con il proprio<br />

denaro all’erezione delle scuole elementari, della nuova<br />

chiesa con campanile, dell’asilo infantile, della stazione<br />

ferroviaria e all’ingrandimento di piazze e vie e affrancò<br />

i Vogognesi dalle decime dovute alla Parrocchia. Lasciò<br />

considerevole somma per l’ospedale e per restauri<br />

del teatro. Dedicatosi con passione alle ricerche storiche,<br />

scrisse la biografia dei vogognesi avv. Filippo Grolli<br />

e Angelo Zaretti, Notizie sui fatti del 1798, Cenno storico<br />

sui Settari di Cimamulera, Note sulla lapide romana<br />

della via del Sempione e La Cronaca del borgo di Vogogna<br />

dall’anno 1751 al 1885, pubblicata nel 1926 dalla figlia<br />

Pia. Per suo merito molte notizie su fatti e famiglie del<br />

passato sono giunte a noi.<br />

LUPETTI CARLO GAUDENZIO, pittore<br />

Prestinone di Craveggia 1827 - Nantes 1862<br />

Figlio del geom. Bartolomeo e di M. Domenica Fuccio.<br />

Allievo a Torino dell’Accademia Albertina tornò diplomato<br />

con medaglie nella sua Valle e vi eseguì lavori<br />

a fresco. Nel 1853 frequentò a Parigi lo studio del pittore<br />

Cogniet allora in auge e l’anno successivo mandò<br />

alla «Promotrice» di Torino La zingara e i suoi animali,<br />

riscuotendo grande consenso. Per parecchi anni fu uno<br />

dei pochi pittori di animali e rientrato a Prestinone restò<br />

fedele a quei soggetti pur dedicandosi anche alla ritrattistica.<br />

Stabilitosi definitivamente a Nantes vi lavorò<br />

con successo.<br />

LUSARDI ANTONIO, scultore<br />

Varallo Sesia 1860 – Domodossola 1926<br />

A Torino frequenta l’Accademia Albertina dedicandosi<br />

in particolare all’intaglio e alla plastica. Al termine dei<br />

corsi inizia la sua attività di scultore. Nel 1901 si trasferisce<br />

a Domodossola perché incaricato dell’insegnamento<br />

della plastica e dell’intaglio presso la scuola gestita<br />

dalla Fondazione Galletti e non lascerà più la città divenendo<br />

ossolano d’adozione. Stimato per le sue capacità<br />

artistiche, ricevette l’incarico di eseguire delle formelle<br />

per la chiesa della Madonna della Neve, il Cristo<br />

con i fanciulli per il frontone dell’edificio dell’asilo tenuto<br />

dalla suore Rosminiane, il medaglione con l’effigie<br />

di Giuseppe Belli per Calasca e quello di Giorgio Spezia,<br />

collocato nella casa natale di Piedimulera, e inoltre<br />

le effigi del conte Giacomo Mellerio e dell’abate Rosmini,<br />

poste sulla facciata del palazzo melleriano. Degna di<br />

nota anche la produzione funeraria.<br />

MELLERIO FRANCESCO, gioielliere, benefattore<br />

Craveggia 1772 - ivi 1848<br />

Figlio di Giovanni Francesco e di M. Caterina Borgnis,<br />

seguì il padre e lo zio, rivenditori di gioielli a Parigi.<br />

Scoppiata la Rivoluzione, mentre il padre rimpatriava<br />

con oltre duecento vigezzini, egli, seppure giovanissimo,<br />

continuò l’attività, ma nel 1793 con la fuga dalla<br />

capitale evitò la ghigliottina e per salvarsi si arruolò nell’armata<br />

francese del Nord. Nel 1795 rientrò a Craveggia<br />

e nel 1796 lavorò a Milano per i Francesi della Cisalpina.<br />

Ritornato a Parigi ingrandì il negozio ed ebbe<br />

come clienti la moglie di Napoleone e molti membri<br />

della Corte imperiale. La gioielleria Mellerio di Rue de<br />

la Paix è ancora oggi fra le più rinomate della capitale<br />

francese. Generoso di offerte alla val Vigezzo, pagò la<br />

costruzione del ponte fra Craveggia e Vocogno.<br />

MELLERIO GIACOMO SENIOR, fermiere, conte<br />

Malesco 1711 - Milano 1782<br />

Figlio del medico Giovanni Battista e di Giovanna<br />

Cioja, crebbe con gli zii Cioja, negozianti e banchieri a<br />

Milano e per far pratica nel commercio. Messosi a lavorare<br />

in proprio accumulò grandi ricchezze con forniture<br />

agli eserciti di Maria Teresa e poi con la ferma generale<br />

(appalti generali) per il Milanese e per il Mantovano.<br />

Ritiratosi a vita privata ottenne cariche onorifiche e<br />

il titolo di conte di Albiate e Agliate (1776). Beneficò i<br />

poveri di Milano e Malesco.<br />

179


Guglielmini Domenico, professore di idraulica, fisico - matematico<br />

Bologna 1655 - Padova 1710<br />

Lossetti Giovan Battista, marchese, militare<br />

Vogogna 1600(ca.) - ivi 1663<br />

Balcone Giovan Battista, benefattore<br />

S. Maria Maggiore 1703 - ivi 1750<br />

Palletta Giovan Battista, chirurgo emerito, filantropo<br />

Montecrestese 1748 - Milano 1832


MELLERIO GIACOMO, statista, benefattore<br />

Domodossola 1777 – Milano 1847<br />

Figlio del giureconsulto Carlo Giuseppe e di Rosa Sbaraglini<br />

di Oira (Crodo), orfano di padre fu chiamato a<br />

Milano presso il ricchissimo zio paterno Giovanni Battista,<br />

già fermiere di Maria Teresa d’Austria e da lei creato<br />

conte per censo. Studiò nel Collegio Tolomei di Siena,<br />

poi viaggiò in Europa per istruzione. Sposò la contessa<br />

Elisabetta Castelbarco Visconti e condusse vita brillante<br />

nella Milano capitale del Regno <strong>It</strong>alico fino alla<br />

morte prematura della moglie e di tre figlioletti. Caduto<br />

Napoleone, parteggiò per il ritorno in Lombardia<br />

degli Austriaci (1814) dai quali fu nominato vice Reggente,<br />

e consigliere intimo di Sua Maestà. Nel 1817 divenne<br />

Cancelliere del Lombardo Veneto, carica che tenne<br />

fino al 1819. Non avendo ottenuto quell’autonomia<br />

amministrativa auspicata dai Lombardi, lasciò Vienna e<br />

si ridusse a vita privata. Mortagli la figlia superstite trovò<br />

conforto nella religione e nello studio. Uomo coltissimo<br />

fu mecenate e collezionista di opere d’arte ospitate<br />

nella grande villa in Brianza. Beneficò Domodossola<br />

con l’istituzione delle scuole superiori classiche che<br />

ospitò nel palazzo da lui fatto costruire appositamente<br />

(1818) e la cui direzione affidò successivamente all’amico<br />

Rosmini, fondatore dell’Istituto della Carità (1828)<br />

al Calvario e l’insegnamento ai padri rosminiani. Provvide<br />

inoltre all’istruzione femminile acquistando i locale<br />

delle ex monache Orsoline e insediandovi le figlie<br />

della Carità, ordine monastico fondato dall’abate Rosmini.<br />

Con testamento (1847) il Mellerio lasciò al Comune<br />

di Domo i fabbricati nel borgo, proprietà terriere<br />

nel Lodigiano, una somma per l’ospedale S. Biagio e<br />

altri legati per la continuità degli studi liceali. Non dimenticò<br />

il Comune di Malesco, luogo di origine della<br />

famiglia. Con il suo lascito fu pagata la costruzione<br />

a fine Ottocento della grande porta centrale in bronzo<br />

per il Duomo di Milano, opera insigne dello scultore<br />

Pogliaghi.<br />

MELLERIO GIOVANNI BATTISTA,<br />

fermiere, benefattore, conte<br />

Domodossola 1725 - Milano 1809<br />

Figlio del medico vigezzino Giovanni Giacomo e di<br />

Anna Tichelli di Vagna, fece pratica di commercio a Mi-<br />

lano presso il cugino Giacomo Mellerio e fu suo braccio<br />

destro e socio nell’attività di fermiere, occupandosi<br />

degli appalti generali per il Governo austriaco nel territorio<br />

di Mantova dove, nel 1771 fu eletto regio consigliere<br />

del Magistrato Camerale. Erede delle sostanze<br />

del cugino Giacomo, che si aggiunsero al suo già consistente<br />

patrimonio, fu considerato uno dei più ricchi<br />

milanesi. Con il cugino Giacomo affidò all’architetto<br />

Cantoni l’ampliamento del palazzo acquistato a Milano<br />

e la sistemazione della villa «II Gernetto» nei pressi<br />

di Monza, diventata di loro proprietà. Ebbe il titolo di<br />

Conte con sovrano attestato del 1783. Lasciò una rendita<br />

annua ai poveri di Malesco e una notevole somma<br />

all’Ospedale Maggiore di Milano.<br />

MELLERIO GOTTARDO, professore di lettere classiche<br />

Santa Maria Maggiore 1884 - Novara 1943<br />

Figlio di Matrobio, maniscalco della Valle Vigezzo e di<br />

Annamaria Nicolai. Dopo studi classici e laurea in lettere<br />

a Torino si dedicò all’insegnamento, intervallato<br />

dalla partecipazione alla 1 a Guerra Mondiale. Si stabilì<br />

a Novara, titolare di cattedra al Ginnasio e trascorse<br />

le estati nella sua Valle Vigezzo con la famiglia, traducendo<br />

classici, compilando una grammatica latina, collaborando<br />

anche a giornali francesi, scrivendo un romanzo<br />

inedito II palanchino della Madonna ambientato<br />

a S. Maria Maggiore, giudicato «preziosa testimonianza<br />

storica e di costume» della Vallata. Socialista, iscritto<br />

alla Massoneria ebbe contrasti politici ma non rinunciò<br />

alle proprie convinzioni. Fu amico dei pittori vigezzini<br />

Cavalli, Fornara, Peretti e del mecenate Michele Barbieri<br />

di Crana e con essi propugnò le conquiste sociali<br />

della amata Valle e diede vita a un foglio satirico ora<br />

introvabile.<br />

MELLERIO Famiglia (ramo di Craveggia)<br />

FRANCESCO (1772-1834), fondatore della celeberrima<br />

«gioielleria Mellerio dits Meller» di Rue de la Paix<br />

a Parigi; GIANFRANCESCO (1815-1886), fornitore<br />

della corte di Francia e di altre corti europee, fondatore<br />

della succursale di Madrid, autore di famosi gioielli<br />

per regine, chiese e gemme per il Santuario di Montes;<br />

MICHELE, benefico verso i poveri, gli ammalati, il comune<br />

e la chiesa dell’amata Craveggia; FELICE (1831-<br />

181


1905) benefattore di Craveggia e particolarmente di<br />

Masera dove pagò gran parte della strada per Rivoria,<br />

fece costruire l’asilo infantile e restaurare la parrocchiale;<br />

DOMENICO, munifico verso il comune di Masera<br />

a cui donò un grande stabile e terreno per le scuole<br />

elementari con annesso alloggio per le maestre e terreni<br />

per l’asilo; FRANCESCO fu Giangiacomo, deputato al<br />

Parlamento per la XIV legislatura e benefattore.<br />

MERZAGORA GIOVANNI ANDREA, scultore<br />

Craveggia sec. XVI - ivi 1603<br />

Autore dello splendido coro ligneo della Madonna di<br />

Campagna a Pallanza, dell’ancona dell’altare di S. Bartolomeo<br />

a Villadossola. Altre opere sono sparse nel Vallese,<br />

nell’Ossola, nella Valsesia.<br />

MOALLI MARIA, titolare e direttrice di azienda<br />

Vergiate (VA) 1891 - Domodossola 1960<br />

Diresse con fermezza e abilità la Società Corriere Moalli<br />

e annessa officina; fu Crocerossina volontaria in Africa<br />

Orientale durante il conflitto <strong>It</strong>alo-Etiopico del 1935-<br />

36. La torretta di via Montegrappa, di sua proprietà, fu<br />

regalata al Comune per desiderio suo e dei fratelli e da<br />

allora è diventata emblema cittadino.<br />

MOLINARI GIACOMO, rosminiano<br />

Domodossola 1807 - Sacra di S. Michele 1864<br />

Ordinato sacerdote a Novara, nel 1830 entrò nell’Istituto<br />

della Carità da poco fondato dall’abate Rosmini.<br />

Rettore del Calvario e del Collegio Melleriano, fu poi<br />

arciprete a San Zeno di Verona da cui fu allontanato<br />

perché non gradito alla polizia austriaca. Nel febbraio<br />

1861 Cavour personalmente lo inviò a Roma, latore di<br />

carte e lettere riservate al diplomatico Rappresentante<br />

dell’appena proclamato Regno d’<strong>It</strong>alia, destinate alle<br />

prime trattative con la Santa Sede.<br />

MONETA ATTILIO,<br />

colonnello, medaglia d’oro al valor militare<br />

Malesco 1893 - Finero 1944<br />

Lasciati gli studi al Rosmini, scelse la carriera militare<br />

e frequentò la scuola d’equitazione a Pinerolo. Dopo la<br />

1 a guerra mondiale fu ufficiale del Centro rifornimento<br />

quadrupedi di Grosseto, di cui divenne Colonnello Direttore.<br />

Con l’8 settembre 1943 rientrò a Malesco portando<br />

armi e, preso contatto con le prime formazioni<br />

182<br />

partigiane e il C.L.N. di Lugano, tenne il collegamento<br />

fra i reparti armati dell’Ossola e la missione alleata in<br />

Svizzera. Nel settembre 1944 disciplinò la resa dei Tedeschi<br />

in val Cannobina e organizzò la difesa in Vigezzo.<br />

Essendo la Repubblica dell’Ossola in pericolo, il 12<br />

ottobre con Alfredo di Dio e l’ufficiale alleato Patterson<br />

uscì in avanscoperta sotto Finero per conoscere la posizione<br />

nemica, ma cadde in una imboscata colpito mortalmente<br />

con il Di Dio.<br />

MONTI ENRICO, architetto, arredatore, benefattore<br />

Anzola d’Ossola 1873-1949<br />

Frequentò scuole serali all’Accademia di Brera a Milano<br />

poi a prezzo di sacrifici conseguì la laurea in architettura.<br />

Si specializzò nella produzione di mobili e arredamenti<br />

di lusso a Milano (sale Biblioteca Ambrosiana,<br />

studio di Toscanini) con filiali in altre città, impiegando<br />

oltre seicento operai. Arredò il palazzo di Montecitorio<br />

a Roma, i Parlamenti di Buenos Aires e Montevideo,<br />

il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra,<br />

un’aula del palazzo reale di Amsterdam. Tra il 1920-30<br />

si dedicò agli arredamenti navali (Rex e Roma) e allestì<br />

i padiglioni italiani delle Grandi Esposizioni all’estero.<br />

Già nel 1914 ebbe la nomina a Cavaliere del Lavoro. Fu<br />

socio onorario di molte Accademie. Beneficò il suo paese,<br />

di cui fu sindaco, costruendo a proprie spese la passerella<br />

sul Toce e impiegò le medaglie d’oro di benemerenza<br />

per far decorare la chiesa parrocchiale.<br />

MONTI PAOLO, uomo di cultura, fotografo<br />

Novara 1908 - Milano 1982<br />

Figlio di Romeo da Anzola d’Ossola. Laurea in economia<br />

politica, dirigente industriale a Venezia. Appassionato<br />

di fotografia, fondò un gruppo d’avanguardia per<br />

il rinnovamento dell’arte fotografica. Nel 1953 lasciò la<br />

carriera di dirigente e a Milano divenne esponente significativo<br />

della cultura legata alla fotografia, collaborò<br />

alle principali riviste di architettura e si dedicò alla fotografia<br />

d’arte e ambienti e al censimento dei centri storici<br />

di molte città italiane. Insegnante di tecnica ed estetica<br />

dell’immagine all’Università di Bologna, promosse e<br />

diffuse il restauro conservativo delle città italiane. Eseguì<br />

il censimento fotografico dell’architettura e dell’ambiente<br />

del Lago d’Orta e della Bassa Ossola. La morte<br />

gli impedì di estendere il lavoro all’Alta Ossola.


MORGANTINI GIOVANNI, benefattore<br />

Crevoladossola 1841 - ivi 1889<br />

Figlio di Giovanni e di Domenica Zanoni. Emigrò a<br />

Parigi e da imbianchino-garzone divenne impresariodecoratore<br />

con appalto di lavori per il governo (1870).<br />

Membro della Società di beneficenza e consigliere della<br />

camera di Commercio d’<strong>It</strong>alia a Parigi, aiutò i connazionali<br />

e i bisognosi. Fondò a Crevola un asilo infantile<br />

e donò arredi e denaro alla chiesa.<br />

MORIGIA VALENTINO<br />

(Frate Francesco da Domodossola), vescovo, politico<br />

Domodossola 1340? - 1409?<br />

Entrò nel convento dei frati minori francescani di<br />

Domo e ivi compì gli studi per il sacerdozio. Per le sue<br />

doti e capacità diplomatiche, nobili ed ecclesiastici ossolani<br />

lo inviarono dal Papa ad Avignone, nell’inverno<br />

1373-74, a dichiarare la loro disponibilità alla ribellione<br />

ai Visconti signori dell’Ossola. Rientrato in Ossola<br />

con lettere papali di credito e un «breve» rivolto<br />

agli <strong>Ossolani</strong>, si impegnò nella propaganda antiviscontea<br />

suscitando la lotta dell’Ossola Superiore guidata dagli<br />

Spelorci contro i Ferrari della Bassa Ossola, fedeli ai<br />

Visconti. Ci fu guerra e poi pace in Ossola con nuova<br />

dedizione ai Visconti, ma frate Francesco Valentino<br />

Morigia lasciò il convento di Domo per quello più importante<br />

di Vercelli. Nel 1396 Bonifacio IX lo elesse Vescovo<br />

di Sarda (Schurda) in Albania, però, in effetti fu<br />

ausiliare del Vescovo di Novara e verso il 1408 di quello<br />

di Costanza con l’incarico di fondare chiese anche in<br />

Ossola (Craveggia, Formazza).<br />

MORTAROTTI RENZO, studioso dell’Ossola<br />

Torino 1920 - Domodossola 1988<br />

Religioso rosminiano, laureato in lettere classiche nella<br />

Università Cattolica di Milano; titolare ordinario di<br />

lettere nel Ginnasio del Collegio Mellerio Rosmini di<br />

Domodossola. Profondo conoscitore dell’Ossola, a cui<br />

dedicò numerose ricerche, pubblicate nelle riviste Illustrazione<br />

Ossolana e Oscellana, fu autore di pregevoli libri<br />

dal titolo:Il Traforo del Sempione nel Cinquantenario<br />

(1956); I Walser nella Val d’Ossola (1979); L’Ossola<br />

nell’età moderna dall’annessione al Piemonte al Fascismo<br />

(1743-1922) (1985); G.R.- Grazia Ricevuta (1987).<br />

Domodossola, dove trascorse la maggior parte della sua<br />

vita, fu la sua vera patria.<br />

ORSI MOSÈ, imprenditore, pubblico amministratore<br />

Beura 1849 - Domodossola 1918<br />

Figlio di Antonio e di Caterina Mancini. Prima dell’avvento<br />

delle ferrovie, organizzò il trasporto dei passeggeri<br />

e dei primi turisti da e per il Sempione e nelle nostre<br />

valli, essendo state aperte da poco tempo le carrozzabili<br />

dell’Ossola. Erano al suo servizio molti vetturali, trenta<br />

cavalli per il traino di carrozze, diligenze e slitte, ed<br />

il suo albergo accolse anche ospiti di riguardo. Consigliere<br />

comunale e sindaco stimato e amato di Beura e di<br />

Domodossola, diede lavoro e aiuto a molti ossolani.<br />

PALLETTA GIOVAN BATTISTA,<br />

chirurgo emerito, filantropo<br />

Montecrestese 1748 - Milano 1832<br />

Figlio di Giacomo e di Maria Leonardi. Dopo gli studi<br />

classici a Briga nel Vallese presso i Gesuiti, si iscrisse<br />

a Milano a una scuola di giurisprudenza che lasciò per<br />

entrare nel collegio degli allievi chirurghi dell’Ospedale<br />

Maggiore. Avendolo frequentato con intelligenza e<br />

passione gli fu consigliata l’iscrizione al corso di anatomia<br />

e patologia dell’Università di Padova dove nel 1773<br />

conseguì la laurea «summa cum laude». Nel 1777 a Milano<br />

fu nominato assistente chirurgo e nel 1780 a Pavia<br />

conseguì la specializzazione in chirurgia tanto che<br />

nel 1787 ebbe l’incarico di capo chirurgo, cioè primario<br />

della Ca’ Granda. In questi anni scrisse trattati di<br />

grande valore scientifico i quali gli valsero onorificenze<br />

da parte di istituzioni accademiche italiane e straniere<br />

che lo vollero membro effettivo. Sostenne il metodo<br />

sperimentale, espressione del positivismo del suo tempo.<br />

Per le sue grandi capacità diagnostiche e terapeutiche<br />

Napoleone lo consultò e lo insignì del cavalierato<br />

della «Corona ferrea». Con la Restaurazione fu Rettore<br />

della facoltà di chirurgia e medicina ed ebbe riconoscimenti<br />

anche dall’imperatore d’Austria. Nel 1816 organizzò<br />

i primi ambulatori. Durante una lunga degenza<br />

in seguito alla rottura del femore scrisse in latino il suo<br />

ultimo lavoro in due volumi dal titolo Exercitationes patologicae<br />

(1820).<br />

PANIGHETTI GIOVANNI ANTONIO, calzolaio<br />

Varzo 1739 - Moncalieri 1785<br />

Figlio di Giorgio e di Giacomina Borri. Orfano di pa-<br />

183


dre, emigrò in Piemonte e dopo aver trascorso follemente<br />

la prima giovinezza si ravvide dandosi a opere<br />

di carità e di umiltà. È noto come «il santo calzolaio<br />

di Moncalieri» ed è sepolto nella parrocchiale di quella<br />

città.<br />

PARNISARI ARRIGO, pittore<br />

Stresa 1926 – Domodossola 1975<br />

Figlio di Ottorino e Letizia Molinari. A Domodossola<br />

apprende i primi rudimenti della pittura e negli anni<br />

1945-46 a Milano frequenta il liceo artistico di Brera,<br />

abbandonato presto per insofferenza ai metodi e ai programmi<br />

di quella scuola. Nel 1947 si trasferisce a Firenze<br />

dove partecipa al movimento Arte d’oggi, di cui<br />

condivide il linguaggio post-cubista. In seguito prende<br />

contatti con il Movimento d’arte concreta che sta vivacizzando<br />

l’ambiente artistico milanese e fonda con altri artisti<br />

la rivista Base e numero. Nel 1951 rientra forzatamente<br />

a Domodossola per curare un forte esaurimento,<br />

ma inefficaci terapie non riescono a liberarlo da fobie e<br />

frustrazioni. Lasciata la pittura per tali motivi, si dedica<br />

alla produzione di ceramica artistica. Nel 1960 soggiorna<br />

in Svizzera, poi riallaccia i rapporti con i compagni<br />

fiorentini trasferitisi a Parigi. La malattia lo riprende e<br />

non lo abbandona fino alla fine dei suoi giorni.<br />

PELLANDA LUIGI, arciprete di Domodossola, storico<br />

Crodo 1885 - Domodossola 1961<br />

Ordinato sacerdote nel 1908, iniziò la sua attività pastorale<br />

come coadiutore e poi fu titolare di parrocchia a<br />

Varzo e a Domo. Visse i tragici avvenimenti che sconvolsero<br />

l’Ossola fra il 1943 e il 1945 con coraggio e rischio<br />

personale per difendere la giustizia, i deboli e i<br />

perseguitati e lasciò memoria obiettiva dei fatti, vissuti<br />

in prima persona, nella rievocazione storica L’Ossola<br />

nella tempesta (volumetto uscito nel 1955) fonte insostituibile<br />

di notizie. Fu in gioventù pioniere del motociclismo,<br />

delle proiezioni luminose e del cinema, considerati<br />

come mezzo educativo, inoltre animatore del<br />

canto gregoriano nelle funzioni parrocchiali. Fu studioso<br />

di Innocenzo IX e scrisse la storia della chiesa parrocchiale<br />

di Domo. È ricordato come custode attento e zelante<br />

delle tradizioni locali e degli oggetti sacri. Gli <strong>Ossolani</strong><br />

lo giudicarono un santo prete e un gran galantuomo.<br />

184<br />

PERETTI BERNARDINO, pittore<br />

Buttogno 1828 - ivi 1889<br />

Figlio del pittore Lorenzo, si perfezionò all’Accademia<br />

di Belle Arti di Lione. Partecipò alle Esposizioni di Torino<br />

del 1867, 1868, 1870 e 1871 e tornò in <strong>It</strong>alia nel<br />

1872. Lasciò molti quadri ad olio e buoni affreschi in<br />

Francia e nelle chiese ossolane.<br />

PERETTI GIACOMO, generale, benefattore<br />

Santa Maria Maggiore 1838 - ivi 1912<br />

Figlio dell’avv. Giovan Battista e di Giacomina Sbaraglini<br />

di Oira. Dopo gli studi classici a Domodossola frequentò<br />

la facoltà di matematica all’Università di Torino<br />

poi l’Accademia militare. Combatté nel 1866 a Custoza.<br />

Fu insegnante alla Scuola militare di Pinerolo. Concluse<br />

la carriera col grado di generale e, ritiratosi a Santa<br />

Maria Maggiore, ricoprì cariche pubbliche portando<br />

a termine alcune iniziative.<br />

PERETTI LORENZO, pittore<br />

Buttogno 1774 - ivi 1851<br />

Figlio del pittore Carlo Giuseppe, allievo del padre e<br />

del vigezzino G. Rossetti, andò a perfezionarsi a Torino<br />

dove ebbe fra i committenti il re Carlo Felice per lavori<br />

e restauri nel palazzo Reale. Notevole una crocifissione<br />

(Chiesa di S. Francesco di Paola a Torino). Lavorò<br />

in Ossola, nell’Astigiano e nel Canton Ticino. Fu anche<br />

valente ritrattista.<br />

PINAUDA FRANCESCO, studioso di cose ossolane<br />

Beura Cardezza 1864 - Roma 1934<br />

Sacerdote rosminiano, laureato in matematica e fisica<br />

all’Università di Torino fu insegnante e preside del Liceo-Ginnasio<br />

Mellerio Rosmini. Scrisse Meteorologia ossolana.<br />

Cenni sulle miniere, cave e acque minerali della<br />

regione ossolana (1928). Cenni storici della chiesa della<br />

Madonna della Neve (1918), e molti articoli di storia,<br />

meteorologia, religione, sui giornali locali dal 1910<br />

al 1928. Il suo Almanacco ossolano (1914-1926) ricco di<br />

notizie storiche-statistiche-geografiche fu una specie di<br />

enciclopedia popolare per gli ossolani.<br />

PIOLINI GIOVANNI ANTONIO, benefattore<br />

Colloro di Premosello 1835 - ivi 1915<br />

Figlio di Antonio e di Teresa Borri, emigrò tredicenne<br />

a Parigi per fare il fumista e da garzone divenne im-


presario di agiata condizione. Scoppiata la guerra Franco-Prussiana<br />

nella Parigi assediata (1870-71) fu membro<br />

della Commissione <strong>It</strong>aliana e Capo Divisione della<br />

Compagnia Umanitaria per il soccorso dei feriti sui<br />

campi di battaglia. Il Governo francese gli dedicò due<br />

medaglie. Tornato in patria fu eletto sindaco di Premosello.<br />

Lasciò una vistosa somma per l’erezione delle<br />

scuole.<br />

PIRAZZI MAFFIOLA ALCIDE, deputato<br />

Baceno 1897 - ivi 1965<br />

Figlio di Plinio e di Cesarina Cominoli, frequentò dai<br />

Salesiani a Torino scuole tecniche professionali e si impiegò<br />

come tipografo. Aderì al Partito Socialista e per la<br />

sua posizione politica fu condannato a due anni di reclusione<br />

che scontò nel carcere torinese con Gramsci ed<br />

altri antifascisti. Stabilitosi a Villadossola, lavorò presso<br />

la centrale «Edison» di Pallanzeno, continuando l’attività<br />

politica. Durante la Repubblica dell’Ossola rappresentò<br />

il partito socialista in seno al C.L.N. e al ritorno<br />

dei Tedeschi si rifugiò a Locarno con Tibaldi ed altri antifascisti.<br />

Nel 1948 fu eletto deputato per il Fronte delle<br />

Sinistre, rimanendo a Roma fino al 1953. Dal 1955<br />

al 1960 fu sindaco stimato di Villadossola.<br />

PIRAZZI MAFFIOLA PLINIO,<br />

amministratore pubblico, sindacalista<br />

Villadossola 1927 – ivi 1994<br />

Figlio dell’onorevole deputato Alcine e di Albina Bussa.<br />

Conseguito il diploma di perito chimico si iscrive alla<br />

C.G.L. Per l’impegno dimostrato viene eletto membro<br />

della Commissione nazionale giovanile dei chimici e responsabile<br />

del sindacato chimici della zona Ossola. A<br />

partire dal 1960, per quattro volte, è sindaco di Villadossola.<br />

Stimato per la sua attività instancabile, dapprima<br />

attiva il collegamento delle frazioni con il centro,<br />

poi cura la costruzione di un edificio atto ad ospitare<br />

la scuola media e il liceo scientifico statale, che qui<br />

ebbe la sua sede prima del trasferimento definitivo a<br />

Domodossola. Promuove la costruzione delle case popolari<br />

e cooperative sorte su un progetto dell’ing. Marcello<br />

Bologna e consente la realizzazione di case unifamiliari.<br />

Nel 1962 requisisce la grande acciaieria Sisma,<br />

centro delle lotte sindacali. Viene eletto presidente della<br />

Comunità Montana Valle Ossola e dell’Assemblea de-<br />

gli amministratori dell’USL n. 56. Queste sue esperienze<br />

di vita politica e amministrativa sono ricordate in un<br />

libro, scritto in collaborazione con l’amico Franco Michetti,<br />

dal titolo Villa, cenni storici, amministrativi, di<br />

lavoro, di vita e di curiosità.<br />

PIROIA MODINI GIOVANNI, benefattore<br />

Vagna 1816 - ivi 1899<br />

Emigrante dodicenne, divenne rappresentante di commercio<br />

in Francia e nel 1839 di là passò a Cuba dove ingrandì<br />

una oreficeria dello zio rendendola la prima dell’isola.<br />

Comperò vaste piantagioni e per un ventennio<br />

fu vice console dei Regno di Sardegna. Rientrato in Ossola<br />

nel 1860, beneficò il suo paese con sovvenzioni.<br />

POLLINI GIACOMO, medico, storico, benefattore<br />

Parigi 1827 - Torino 1902<br />

Figlio di Maurizio e di Maria Giovanna Sotta. Primi<br />

studi e laurea in medicina in Francia dove diresse un<br />

sifilocomio. Trasferitosi in <strong>It</strong>alia, a Torino gli fu convalidato<br />

il titolo accademico (1854). Nel 1859 divenne<br />

medico dell’Ambasciata francese a Torino e dirigente<br />

del reparto oftalmico dell’Ospedale. Nel 1866 medico<br />

chirurgo dell’esercito italiano nella 3 a guerra d’Indipendenza.<br />

Durante i soggiorni a Malesco si diede alla ricerche<br />

storiche, che raccolse nel volume Notizie storiche di<br />

Malesco (1896). Lasciò tutto il suo patrimonio in beneficenza<br />

sotto il titolo di «Opera pia Pollini», regolata da<br />

tavole di fondazione da lui dettate.<br />

PONTI GIOVANNI, benefattore<br />

Santa Maria Maggiore 1849 - Domodossola 1916<br />

Figlio di Angelo Antonio dell’illustre famiglia dei Ponti<br />

gioiellieri in Francia, generoso benefattore dei poveri, a<br />

Santa Maria Maggiore istituì una «Scuola industriale» e<br />

lasciò un legato per la Scuola Rossetti-Valentini.<br />

PORTA ANTONIO, tipografo, pubblico amministratore<br />

Domodossola 1819 - ivi 1893<br />

Figlio di Giuseppe e di Teresa Pagani. Studi ginnasiali<br />

a Domo e pratica tipografica a Varallo Sesia. Direttore<br />

della tipografia Calpini, ne divenne proprietario ingrandendola<br />

con vantaggio economico che gli consentì<br />

liberalità verso i bisognosi. Stampò i principali giornali<br />

locali del tempo e le pubblicazioni storico-scientifiche<br />

a vantaggio della cultura locale, nonché i bigliet-<br />

185


Panighetti Giovani Antonio, calzolaio<br />

Varzo 1739 - Moncalieri 1785<br />

Sala Giuseppe, Cardinale<br />

Bologna 1762 - Roma 1839<br />

Prinsecchi Carlo Giuseppe, padre Emanuele postulatore apostolico<br />

Domodossola 1710 - Roma 1808<br />

Tojetti Giovanni, frate alcantarino, venerabile<br />

Calasca 1680 - Napoli 1764


ti da 50 centesimi che lo resero celebre. Accettò cariche<br />

amministrative pubbliche per dovere e fu socio fondatore<br />

dell’Asilo infantile, della Società operaia e consigliere<br />

della Fondazione Galletti.<br />

POSCIO FERDINANDO BARTOLOMEO,<br />

impresario, benefattore<br />

Villadossola 1900 - ivi 1971<br />

Figlio di Bartolomeo e di Rosa Secondini. Iniziò dodicenne<br />

l’attività lavorativa nel piccolo cantiere paterno,<br />

fornitore di pietrisco per le strade locali. Subentrato al<br />

padre, nel 1930 diede nuovo impulso all’azienda divenuta<br />

costruttrice di strade, ponti, dighe, villaggi operai.<br />

Nel dopoguerra, con mille dipendenti, ricostruì la<br />

SISMA di Villadossola, lavorò per la Edison, costruì il<br />

Santuario di Re e il palazzo Borsa Merci di Novara. Dotato<br />

di grande umanità, fu sempre disponibile ad aiutare<br />

chi ricorreva a lui.<br />

POZZI GIOVANNI ORESTE, scultore<br />

Vogogna 1892 - ivi 1980<br />

Si diplomò a pieni voti all’Accademia di Brera. Eseguì<br />

numerosi monumenti ai caduti e sculture tombali per il<br />

Monumentale di Milano. Nel 1925 il suo bozzetto su S.<br />

Francesco fu premiato. Il suo «Gladiatore» in marmo di<br />

Candoglia fu acquistato dal re Vittorio Emanuele III.<br />

PRESBITERO FERDINANDO, avvocato, benefattore<br />

Vogogna 1848 - S. Germano di Pinerolo 1909<br />

Figlio dell’avv. Vittorio e di Maria Spezia. Studi classici<br />

al collegio Mellerio Rosmini e laurea in giurisprudenza<br />

a Torino dove poi visse esercitando la professione legale.<br />

Lasciò molti dei suoi beni all’asilo e ai poveri di Vogogna<br />

oltre che al Cottolengo di Torino. A Vogogna la<br />

casa di riposo per anziani porta il nome «Presbitero» a<br />

ricordo del benefattore.<br />

PRINSECCHI CARLO GIUSEPPE<br />

(Padre Emanuele) Postulatore apostolico<br />

Domodossola 1710 – Roma 1808<br />

Figlio di Antonio e di Maria Giovanna Ghisoli. Entrò<br />

nell’ordine dei Cappuccini e divenne sacerdote nel convento<br />

di Rieti. Per la profonda preparazione teologica<br />

fu trasferito a Roma verso il 1764 e là ricoprì l’alta carica<br />

di postulatore, cioè di promotore della beatificazione<br />

e santità di alcuni frati cappuccini. Inoltre con la fa-<br />

condia dell’eloquio e la forza delle sue argomentazioni<br />

contestò gli errori dei filosofi illuministi mediante<br />

le Dissertazioni in forma di dialoghi intorno ai vari dogmi<br />

cattolici per dimostrare la loro verità, contro li così detti<br />

spiriti forti e specialmente contro li seguaci degli errori<br />

di Voltaire, opera uscita nel 1780. Scrisse anche Della<br />

Chiesa e della gerarchia Ecclesiastica che dedicò a Pio VI,<br />

amareggiato per la diffusione dei principii giansenistici.<br />

A Roma fu tenuto in grande stima, in particolare dagli<br />

<strong>Ossolani</strong> cardinale Sala, Prefetto della Congregazione<br />

dell’Indice e assistente al soglio Pontificio, e Benedetto<br />

Fenaia da Formazza, arcivescovo di Filippi.<br />

PROTASI GIAN DOMENICO, ingegnere, politico<br />

Piedimulera 1810 - Arona 1873<br />

Laurea a Torino in ingegneria. Ideò e promosse la costruzione<br />

della carreggiabile di valle Anzasca. Deputato<br />

al Parlamento Subalpino si batté per la ferrovia Milano-Domodossola-Sempione.<br />

Dopo l’Unità d’<strong>It</strong>alia fu<br />

presidente dell’Amministrazione Provinciale di Novara<br />

e sindaco di Arona.<br />

RAGOZZA ERMINIO,<br />

sacerdote, benefattore, studioso<br />

Colloro di Premosello 1918 – Quarona (VC) 1984<br />

Ordinato sacerdote nel 1941, fu parroco di Gignese e<br />

insegnante di lettere italiane, latine e greche presso il seminario<br />

di Arona. Nel 1954 fu trasferito nella parrocchia<br />

di Quarona (VC) e là rimase sino alla morte. Diede<br />

alla stampa i suoi studi di storia valsesiana e sulla<br />

parrocchia quaronese. Tuttavia non allentò mai i legami<br />

affettivi con il suo paese d’origine, contribuendo finanziariamente<br />

ai lavori della strada Premosello-Colloro<br />

e lasciando parte delle sue sostanze alla parrocchia,<br />

alla Casa di riposo e parecchi suoi libri alla biblioteca<br />

comunale. Collaborò al bollettino parrocchiale premosellese.<br />

Nel 1969 la Pro Loco gli pubblicò Aria di casa<br />

nostra e postumo nel 1985 il volume U Libar d’la cà vegia<br />

d’Clor e d’Cravaga, contenente anche un vocabolario<br />

del vecchio dialetto locale.<br />

RASTELLINI GIOVANNI BATTISTA,<br />

pittore, pubblico amministratore<br />

Buttogno 1860 - ivi 1926<br />

Figlio di Gian Giacomo, ritrattista, studiò alla Scuola<br />

Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore e si perfe-<br />

187


zionò a Milano nella pittura e nel restauro che eseguiva<br />

con tecnica particolare. Fu per un ventennio sindaco<br />

del suo paese.<br />

RASTELLINI GIAN MARIA,<br />

pittore, pubblico amministratore<br />

Buttogno 1869 - ivi 1927<br />

Figlio di Gian Giacomo, frequentò la scuola Rossetti<br />

Valentini di Santa Maria Maggiore e si perfezionò a Milano<br />

come il fratello Giovan Battista. Tenne studio a<br />

Milano ed ebbe committenti fra gli aristocratici e i ricchi<br />

borghesi lombardi, ottenendo un premio alla triennale<br />

di Milano del 1888 e all’Esposizione di Monaco di<br />

Baviera nel 1913. Fu sindaco di Buttogno e presidente<br />

della Società Elettrica Vigezzina.<br />

RAVASENGA CARLO, musicista<br />

Torino 1891 - Roma 1964<br />

Ossolano per parte materna amò l’Ossola e trascorse<br />

lunghi periodi a Vogogna. Lasciati gli studi giuridici,<br />

per vocazione frequentò il conservatorio a Torino e<br />

nel 1915 eseguì musica da camera di sua composizione.<br />

Nel 1916 riportò caloroso successo con l’opera Una tragedia<br />

fiorentina. A Milano diresse il settimanale L’araldo<br />

musicale, svolse attività didattica e di compositore. La<br />

sua musica da camera ebbe successo in tutta <strong>It</strong>alia. In<br />

un concorso a New York con giuria diretta da Toscanini,<br />

ebbe il 2° premio per la Suite in quattro tempi. Compose<br />

quattro opere sinfoniche, oltre a musiche inedite.<br />

Manoscritti, spartiti, edizioni rare furono donati dalla<br />

figlia Evelina (1921 - 1993) per desiderio del padre alla<br />

fondazione Galletti insieme al suo pregevole pianoforte.<br />

Svolse attività didattica e con il maestro Toni fondò<br />

il sindacato musicisti.<br />

ROABBIO GIOVANNI ANTONIO, benefattore<br />

Nato a Baceno nel sec. XVII<br />

Canonico della Collegiata di Domo, dispose un lascito<br />

alla comunità del Borgo perché fosse istituita una scuola<br />

elementare per i ragazzi poveri, la quale fu di grande<br />

utilità e funzionò fino all’apertura delle scuole fondate<br />

e finanziate dal conte Giacomo Mellerio.<br />

ROABBIO PIETRO PAOLO, benefattore<br />

Vissuto a Baceno nel sec. XVII, dove fu parroco fino al<br />

1671. Istituì una cappellania a Baceno con l’obbligo di<br />

188<br />

una scuola gratuita per i fanciulli poveri del luogo.<br />

RONDOLINI GIOVANNI, medico benemerito<br />

Pallanzeno 1870 – Villadossola 1954<br />

Figlio di Luigi e di Teresa De Regibus. Laurea in medicina<br />

e chirurgia a Torino. A Villadossola svolse la professione<br />

medica come missione da compiere a vantaggio<br />

della popolazione. Si prodigò anche per quella dei<br />

paesi di valle Antrona che raggiungeva due volte per<br />

settimana e più in caso di urgenza. Specializzato nella<br />

cura di malattie dell’apparato respiratorio, ai pazienti<br />

offrì assistenza con qualunque tempo, a qualunque<br />

ora anche nei paesetti più lontani portando le medicine<br />

agli indigenti, sempre prodigo di insegnamenti e consigli<br />

igienico sanitari alle famiglie. Convinto dell’utilità<br />

dell’esercizio fisico all’aria aperta organizzò nell’immediato<br />

primo dopoguerra (1919) escursioni e camminate<br />

che propagandò dapprima nelle osterie, in attesa di<br />

una sede in cui riunire gli aderenti all’Unione Operaia<br />

Escursionisti <strong>It</strong>aliani (sorta nel 1911 a Monza) allo scopo<br />

di sottrarre all’alcolismo e al gioco d’azzardo i giovani.<br />

Non dimenticò i ragazzini organizzando per loro<br />

apposite camminate dopo l’ascolto della Messa, e continuò<br />

questa attività anche con il C. A. I. fino al termine<br />

del secondo conflitto mondiale.<br />

ROGGIANI ALDO GIUSEPPE,<br />

mineralogo, petrografo<br />

Domodossola 1914 - ivi 1986<br />

Figlio di Giuseppe e di Rosa Ponzio. Studi classici al<br />

Mellerio Rosmini, laurea in scienze naturali a Milano,<br />

docente di scienze, chimica e geografia astronomica nei<br />

Licei rosminiani. Fu studioso insigne della mineralogia<br />

generale e in particolare di quella dell’Ossola. Fin dal<br />

1938 in valle Vigezzo individuò e per anni coltivò in<br />

proprio un giacimento di feldspato situato a Druogno-<br />

Orcesco-Gagnone. Là nel 1946, si accorse della presenza<br />

di un minerale sconosciuto, che risultò essere silicato<br />

di alluminio e calcio, il quale fu catalogato in suo onore<br />

con il nome di ROGGIANITE. L’ufficializzazione della<br />

scoperta avvenne durante il XXV Congresso di mineralogia<br />

e petrografia svoltosi a Napoli nel 1968. Patrocinò<br />

la costituzione di un gruppo mineralogico ossolano<br />

(1972). Collaborò a riviste e periodici fra cui Rendiconti<br />

della S.I.M.P.. Fra le numerose pubblicazioni:


Corindone, torbenite, morenosite. Specie minerali nuove<br />

per l’Ossola (1967); Ossola minerale. Indice delle specie e<br />

dei principali ritrovamenti, con un saggio di bibliografia<br />

mineralogica ossolana (1975); La tarumellite di Candoglia<br />

e altri studi rilevanti. La sua preziosa collezione si<br />

trova ora a Torino presso il Museo regionale di Storia e<br />

Scienze naturali.<br />

Benemerito nel campo delle ricerche scientifiche, fu insignito<br />

di medaglia d’oro, dal comune di Domodossola<br />

(1970) e dal Presidente della Repubblica <strong>It</strong>aliana Pertini<br />

(1979).<br />

ROSSETTI VALENTINI GIOVANNI MARIA,<br />

pittore, benefattore<br />

Santa Maria Maggiore 1796 - ivi 1878<br />

Figlio di Giacomo Antonio e Angela Menabene, a Milano<br />

frequentò i corsi di ornato e figura nell’Accademia<br />

di Brera. A Mompellier insegnò in scuola governativa e<br />

si dedicò alla pittura. Fu insignito della Legion d’Onore<br />

da Napoleone III. Ritornato a S. Maria nel 1870 insegnò<br />

gratuitamente ai convalligiani nella scuola di disegno<br />

istituita a proprie spese ed alla quale lasciò in eredità<br />

il proprio patrimonio. Regalò un ostensorio alla parrocchia,<br />

un lascito per la messa festiva a Crana e l’autoritratto<br />

alla Fondazione Galletti.<br />

ROSSI GIUSEPPE ANTONIO, benefattore<br />

Premosello 1805 - ivi 1877<br />

Fece fortuna a Parigi con il commercio dei tessuti di<br />

seta. Dopo il 1870 si stabilì al paese d’origine al quale<br />

regalò un terreno e una cospicua somma per l’erezione<br />

di un asilo d’infanzia e l’istituzione delle due classi del<br />

corso elementare superiore.<br />

RUGA-SILVA GIOVANNI ANTONIO,<br />

diplomatico, magistrato<br />

Domodossola 1731 - ivi 1800<br />

Figlio del giureconsulto Carlo Giuseppe e di Isabella<br />

Ruga. Studi classici, poi commerciante in Parigi e insegnante<br />

di italiano. Tornato a Domo fu segretario del<br />

Conte Borromeo. Ripresi gli studi giuridici si laureò a<br />

Pavia nel 1765. Ambasciatore del Duca di Modena a<br />

Madrid, nel 1769 Reggente la Signoria di Varese per<br />

Francesco III di Modena e poi Presidente del Consiglio<br />

Supremo di giustizia. Per incauta accettazione di<br />

un compenso meritato ma male inteso, perse l’alto incarico<br />

e rientrò a Domo a esercitare l’avvocatura. Con<br />

l’occupazione francese del Regno di Sardegna fu nominato<br />

Presidente della municipalità di Domo ma cadde<br />

in disgrazia con l’avvento degli Austro-Russi.<br />

SALA GIUSEPPE, cardinale<br />

Bologna 1762 - Roma 1839<br />

Figlio di Giuseppe, emigrato da Baceno a Bologna. Studi<br />

classici a Roma e laurea in teologia. Dotato di intelligenza<br />

e capacità, resse la Delegazione Apostolica alla<br />

partenza da Roma di Pio VI, travolto dalle vicende rivoluzionarie.<br />

Con Pio VII fu segretario della Legazione<br />

presso Bonaparte 1° Console a Parigi e ancora nel<br />

1809 presso Napoleone Imperatore. Dopo il 1814 riprese<br />

l’attività diplomatica e curiale e nel 1831 ottenne<br />

la dignità cardinalizia.<br />

SALATI GIOVAN MARIA,<br />

primo attraversatore a nuoto della Manica<br />

Malesco 1796 - Saint Brice sous Forêt 1879<br />

Figlio di Domenico e Anna Maria Salati. Nel 1812 è<br />

soldato nell’armata italiana comandata dal gen. Pino e<br />

poi marinaio sulla «Belle Poule». Come fuciliere di marina<br />

combatte a Waterloo dove, ferito, viene fatto prigioniero<br />

e recluso a Dover su una vecchia nave adibita<br />

a campo di concentramento. Dopo alcuni mesi di vita<br />

impossibile si butta nella Manica e l’attraversa a nuoto<br />

raggiungendo Boulogne. A Parigi trova lavoro presso i<br />

parenti Polino che hanno fatto fortuna come fumisti e<br />

da semplice spazzacamino diventa fumista impresario.<br />

Nel 1850 il Salati si trasferisce a Soissons, poi al seguito<br />

del figlio prete dimora in varie parrocchie e muore in<br />

quella di Saint Brice sous Forêt a 12 km da Parigi.<br />

SALINA GIUSEPPE (VITTORIO D’AVINO),<br />

poeta, scrittore<br />

Domodossola 1877 - Varzo 1949<br />

Studiò in seminario e ordinato sacerdote (1899) intraprese<br />

la sua missione di parroco, ma si dedicò anche con<br />

passione ed estro alla poesia in dialetto e in lingua italiana,<br />

a scritti sul paesaggio e sull’arte ossolana. Fu ottimo<br />

latinista e grecista, buon oratore e diede alle stampe<br />

parecchie pubblicazioni.<br />

189


SALINA LUIGI, politico, benefattore<br />

Bologna 1762 - ivi 1845<br />

Figlio di Giovanni Antonio di Mozzio in valle Antigorio.<br />

Laureato in giurisprudenza a Bologna, nel 1784 fu<br />

eletto presidente dell’Annona e con l’avvento dei Francesi<br />

membro del Governo Provvisorio della Cisalpina.<br />

Partecipò alla Consulta di Lione e divenne membro del<br />

Corpo legislativo quale rappresentante del Collegio dei<br />

Possidenti Bolognesi. Dirigente dell’amministrazione<br />

del Dipartimento, dal Governo Pontificio, subentrato<br />

ai Francesi, fu mantenuto nella carica. Leone XII nel<br />

1825 lo creò conte. Fu Presidente del Tribunale d’appello<br />

delle Legazioni. Cultore della lingua latina, scrisse<br />

epigrammi apprezzati. Quando l’alluvione devastò<br />

Crodo e distrusse il Pretorio, mise a disposizione della<br />

comunità le case e i poderi di Mozzio.<br />

SAMONINI ACHILLE, pubblico amministratore<br />

Domodossola 1873 - ivi 1939<br />

Figlio di Giacomo, farmacista, e di Angiolina Garbagni.<br />

Studi classici al Mellerio Rosmini, laurea in chimica<br />

farmaceutica all’Università di Modena, farmacista<br />

a Domo subentrato al padre, consigliere provinciale<br />

e sindaco di Domo al tempo dell’inaugurazione del<br />

Sempione e del volo di Chavez. Commendatore per benemerenze<br />

e dedizione al pubblico interesse, di ideali liberali<br />

giolittiani lasciò l’amministrazione del Comune e<br />

ogni carica con l’avvento del Fascismo.<br />

SANDRETTI AGOSTINO,<br />

commerciante, pubblicista<br />

Calasca 1891 - Domo 1954<br />

Figlio di Martino e di Annunziata Francini. Interrotti<br />

gli studi liceali per ragioni di famiglia, si dedicò al commercio.<br />

Fu cultore di memorie locali, autore di Zibaldone<br />

1 e Zibaldone 2 sulla storia di Calasca, podestà del<br />

paese nativo, promotore di iniziative sociali in valle Anzasca,<br />

proprietario e direttore del giornale Il Commercio<br />

ossolano e organizzatore della I a Esposizione italo-svizzera<br />

nel 1925.<br />

SARTORIO GIOVANNI, chirurgo, benefattore<br />

Domodossola 1745 - ivi 1841<br />

Figlio del chirurgo Felice e di Filiberta Javernier. Laureato<br />

in medicina e chirurgia a Pavia, si dedicò alla cura,<br />

spesso gratuita, degli infermi. Fu chirurgo al S. Biagio<br />

190<br />

negli anni della costruenda strada napoleonica. Morendo<br />

lasciò il suo patrimonio ai «poveri vergognosi», persone<br />

un tempo agiate ridotte all’indigenza per il mutamento<br />

degli eventi.<br />

SCACIGA DELLA SILVA FRANCESCO,<br />

storico, giornalista<br />

Mozzio 1810 - Domodossola 1874<br />

Figlio di Diovole e di Teresa Albertazzi. Studi classici e<br />

laurea in legge a Torino. A Domo si dedicò alla professione<br />

legale e alla ricerca storica sull’Ossola Superiore<br />

pubblicando Storia di Val d’Ossola (1842) e Vite di <strong>Ossolani</strong><br />

illustri con quadro storico delle eresie (1847). Collaborò<br />

a giornali locali e diresse: Il Moderato (1851),<br />

L’Agogna (1845), L’Ossolano (1854). Scrisse novelle e articoli<br />

di vario argomento per almanacchi a partire dal<br />

1846. Fu Provveditore agli studi nell’Ossola dal 1848<br />

al 1854. Curò la pubblica istruzione aprendo scuole<br />

elementari in alcuni comuni. Si occupò di amministrazione<br />

pubblica e favorì la formazione di biblioteche<br />

pubbliche nelle vallate e la costruzione della strada Crevola-Pontetto<br />

di Montecrestese.<br />

SILVETTI MICHELE, naturalista<br />

Pallanzeno 1746 - ivi 1815<br />

Figlio di Francesco Antonio e di Maria Teresa Testoni<br />

di Piedimulera, compì gli studi a Milano dai Gesuiti di<br />

Brera dove il fratello sacerdote Giuseppe Luigi (1730-<br />

1807) insegnava retorica e filosofia.<br />

Dedicatosi alla ricerca scientifica si appassionò alle<br />

scienze naturali occupandosi anche di flora e fauna dell’Ossola.<br />

Tradusse dal francese la monumentale storia<br />

del naturalista Buffon dedicata allo studio della terra,<br />

dei minerali e di ogni specie di animali. Perché una materia<br />

di tanto interesse risultasse in stile chiaro ed esemplare,<br />

egli si valse dell’aiuto del fratello Luigi che aveva<br />

lasciato forzatamente l’insegnamento per la venuta dei<br />

Francesi a Milano.<br />

SIMONIS GIOVAN BATTISTA, pittore<br />

Morto a Buttogno nel 1868<br />

Lavorò a lungo nel Delfinato e nella Franca Contea e<br />

fu ritenuto buon pittore. Rientrato a Buttogno insegnò<br />

disegno e colore seguendo la tradizione di altri membri<br />

della famiglia Simonis che già dal 1650 tenevano una<br />

scuola di disegno e pittura.


SOTTA FRANCESCO MARIA, pittore<br />

Malesco 1764 - ivi 1841<br />

Ritrattista di buona fama in Francia prima e dopo la<br />

Rivoluzione, fu iniziatore di una dinastia di pittori. Ricordiamo<br />

i figli CARLO GIUSEPPE (1796-1872) attivo<br />

a Roma e in Francia (soggetti religiosi, autoritratto a<br />

palazzo Silva) e il più famoso LUIGI (1777-1860) ottimo<br />

e ricercato ritrattista a Parigi, dove frequentò l’atelier<br />

di Ingres. Lavorò a Pietroburgo, a New Orleans, a<br />

Roma e in Francia.<br />

SPEZIA ANTONIO, architetto<br />

Calasca 1814 – ivi 1892<br />

Figlio di Pietro e di Teresa Patroni Zambonini. Dopo<br />

studi classici a Domo divenne ingegnere architetto. Tra<br />

le sue opere è famosa la Chiesa di Maria Ausiliatrice a<br />

Torino la cui progettazione gli fu affidata da don Bosco<br />

che nel 1865, dopo la posa della prima pietra, gli regalò<br />

un bacile d’argento con dedica. Si occupò delle miniere<br />

d’oro di valle Anzasca e progettò gratuitamente la<br />

cupola della chiesa di Calasca.<br />

SPEZIA GIORGIO, mineralogo, docente universitario<br />

Piedimulera 1842 - Torino 1911<br />

Figlio di Valentino e di Maria Angelotti. Studi classici,<br />

universitario a Pavia, si arruolò volontario e combatté<br />

al Volturno (1860) con la divisione Cosenz. Nel 1867<br />

a Torino si laureò in ingegneria, con lode, sulla Ventilazione<br />

delle miniere. Perfezionati gli studi di mineralogia<br />

ad Heidelberg, insegnò al Politecnico di Torino<br />

dove realizzò il Museo mineralogico, primo per importanza<br />

in <strong>It</strong>alia. Fama internazionale ebbero i suoi studi<br />

di mineralogia sperimentale. Presidente generale del<br />

C.A.I., diede i disegni per la capanna Sella al Weisthorn<br />

e cooperò ai preparativi scientifici per la spedizione al<br />

Polo Nord.<br />

STIGLIO CARLO GIORGIO, ingegnere, architetto<br />

Pallanzeno 1836 - ivi 1898<br />

Studi classici al Mellerio Rosmini poi, per merito, ospite<br />

nel Collegio delle Province a Torino. Nel 1859 volontario<br />

con Garibaldi. Si laureò in ingegneria a Torino<br />

e fu professionista in Ossola. Sue opere il teatro municipale<br />

di Domodossola, l’Albergo Sempione, la casa<br />

Ponti, l’ampliamento dell’Ospedale S. Biagio, le ville<br />

Seiler, Mosoni e Casetti a Caddo, gli asili di Piedimulera<br />

e Premosello, le carreggiabili di Bognanco, di Vogogna,<br />

Masera, di valle Antrona, Mocogna-Preglia e lavori<br />

vari a Craveggia.<br />

TAMI ARMANDO, benefattore<br />

Villadossola 1926 – ivi 1999<br />

Frequentò a Novara l’Istituto per Ragionieri “Mossotti”<br />

e uscì diplomato con ottima votazione. Collaboratore<br />

amministrativo presso l’industria meccanica P. M.<br />

Ceretti, fu poi professionista aggiornato e molto consultato<br />

da scelta clientela. Fu anche incaricato dal Tribunale<br />

di Verbania di consulenza contabile e di curatore<br />

fallimentare. Coltivò le amicizie, fu arguto conversatore,<br />

amò le varie espressioni della cultura; fece parte attiva<br />

di un “movimento culturale ossolano” con i concittadini<br />

dott. <strong>It</strong>alo Pistoia e Gianfranco Bianchetti. Scrisse<br />

poesie in dialetto di Villadossola che raccolse sotto il<br />

titolo Alegar e grazia che ebbero l’ambita prefazione del<br />

filologo Gianfranco Contini. Risparmiatore oculato e<br />

abile moltiplicatore delle sostanze con sapienti operazioni,<br />

fu generosissimo elargitore del grande patrimonio<br />

accumulato al paese natale (Comune e parrocchia)<br />

e all’ospedale S. Biagio di Domodossola, dove ricevette<br />

cure attente e umana comprensione, purtroppo senza<br />

possibilità di buon esito.<br />

TESTORE ANDREA,<br />

promotore della ferrovia Domodossola-Locarno<br />

Toceno 1855 - ivi 1941<br />

Figlio di Giuseppe Antonio e di Maria Cazzini. Maestro<br />

elementare nella sua Toceno, lavorò poi per qualche<br />

anno in Argentina. Dopo il rimpatrio si batté con<br />

zelo instancabile per migliorare il tenore di vita dei valligiani<br />

fondando la Società Operaia di Mutuo Soccorso<br />

e organizzando corsi serali per lavoratori. Promosse la<br />

Società Elettrica Vigezzina, la «Società pro montibus et<br />

fluminibus» di carattere ecologico e lo Sci Club Valle<br />

Vigezzo. Il suo nome è essenzialmente legato all’impresa<br />

non facile di procurare alla propria vallata la ferrovia<br />

Domodossola-Locarno che entrò in funzione nel<br />

1923 dopo un ventennio di suo impegno assiduo contro<br />

ostacoli di ogni genere. A riconoscimento delle sue<br />

benemerenze nel 1982 gli fu intitolata la scuola media<br />

di Santa Maria Maggiore.<br />

191


TIBALDI ETTORE, vice Presidente del Senato<br />

Bornasco (PV) 1887 - Certosa di Pavia 1968<br />

Studi classici, laurea in medicina, assistente di patologia<br />

a Pavia fu combattente decorato nella l a guerra mondiale.<br />

Di ideali mazziniani dagli anni studenteschi, responsabile<br />

nel 1923-24 del movimento politico “<strong>It</strong>alia<br />

libera”, antifascista, allontanato dalla carriera universitaria<br />

e costretto a lasciare Pavia, si trasferì, nel 1925, a<br />

Domodossola, vincitore del concorso a Primario medico<br />

del S. Biagio e vi dimorò per quarant’anni. Ossolano<br />

d’adozione, mantenne contatti con l’antifascismo clandestino,<br />

legò il suo nome alla Resistenza, fu presidente<br />

della Giunta di Governo della Repubblica partigiana<br />

dell’Ossola. Eletto sindaco di Domo nel dopoguerra,<br />

senatore socialista dal 1953, tenne la Vice Presidenza<br />

del Senato fino al 1965.<br />

TITOLI ALFONSO, medico, benefattore<br />

Anzino 1847 - ivi 1919<br />

Figlio di Pietro e di Brigida Spadina, dopo gli studi classici<br />

nei collegi rosminiani si laureò in medicina a Torino<br />

nel 1872 e fu medico nella sua valle Anzasca. A proprie<br />

spese fece costruire un tratto di strada per Anzino<br />

e lasciò poi al Comune una cospicua somma a beneficio<br />

dei concittadini.<br />

TOJETTI GIOVANNI, frate alcantarino, venerabile<br />

Calasca 1680 - Napoli 1764<br />

Figlio di Giovanni e di Maria Del Barba. Emigrato a<br />

Pavia e poi in Germania, nel 1716 entrò nel convento<br />

dei Frati alcantarini e destinato a Piedimonte di Alife<br />

(Caserta) come fratello terziario, prendendo il nome di<br />

frate Francesco di Sant’Antonio. Poi andò a Napoli, nel<br />

convento di Santa Lucia dove, trascorsi quarantacinque<br />

anni come umile questuante, morì in concetto di santità.<br />

La Chiesa lo ha dichiarato venerabile.<br />

TONNA CARLO MARIA, benefattore<br />

Calasca 1746 - ivi 1827<br />

Figlio di Giovanni Battista e di Maria Spezia. Compì gli<br />

studi classici e teologici nel seminario diocesano e ordinato<br />

sacerdote, fu prevosto a Romagnano Sesia e poi a<br />

Calasca. Attaccatissimo al suo paese nativo, ideò la fondazione<br />

del «Monte di pietà di Calasca», con sostanze<br />

proprie e con il concorso di altri benefattori calasche-<br />

192<br />

si. Ottenuto in data 4-6-1796 il permesso del Vescovo<br />

di Novara Buronzo Delsignore, dettò al notaio Donzelli<br />

di Novara il 9-11-1796 le tavole di fondazione a favore<br />

dei parrocchiani di Calasca e poi di quelli delle altre<br />

parrocchie della valle Anzasca, con lo scopo di favorire<br />

gli emigranti che avessero urgenza di prestiti per il<br />

viaggio e il sostentamento della famiglia, preservandoli<br />

dagli usurai, con condizioni di favore dettate da spirito<br />

di carità cristiana.<br />

TRABATTONI BONO ISOLINA, pittrice<br />

Buenos Aires 1896 - Parigi 1978<br />

Di famiglia ossolana varzese. In <strong>It</strong>alia compì gli studi<br />

secondari e fu allieva del pittore verbanese Bolongaro.<br />

Si distinse per paesaggi, ritratti e disegni di soggetto religioso.<br />

Fu illustratrice di leggende ossolane e collaboratrice<br />

con disegni e scritti delle riviste Illustrazione Ossolana<br />

e Oscellana.<br />

TRABUCATI MARTINO ETTORE,<br />

banchiere, benefattore<br />

Ceppo Morelli 1842 - Firenze 1907<br />

Figlio di Giovan Battista e di Elisabetta Chilli. Emigrato<br />

a Montevideo creò una fiorente casa commerciale.<br />

Fu poi presidente del Banco <strong>It</strong>aliano in Uruguay, Consigliere<br />

dell’Ospedale italiano e benefattore dei compatrioti.<br />

Durante i frequenti soggiorni nella sua valle beneficò<br />

i poveri e gli infermi. La sua opera ebbe un degno<br />

continuatore nel figlio Ettore.<br />

TRABUCCHI FRATELLI, benefattori<br />

Titolari a Parigi di una fiorente casa di fumisteria, combattenti<br />

nelle armate della Repubblica francese. Gioacchino<br />

(1758-1832) e Giuseppe (1769-1846), il quale<br />

ottenne la “sciabola d’onore”, furono i più importanti.<br />

Ebbero incarichi governativi di lavori a Milano, a Roma,<br />

in Germania e misero insieme un grande capitale. Istituirono<br />

a Parigi nell’ospedale Beaujon dei posti letto<br />

perpetui per i fumisti vigezzini e piemontesi ammalati.<br />

Lasciarono in beneficenza a Malesco una cospicua somma<br />

con la quale furono sovvenzionati l’ospedale a loro<br />

intestato (1834) e altre opere benefiche.<br />

TRABUCCHI GIACOMO, avvocato pubblicista<br />

Domodossola 1829 - ivi 1893<br />

Di Giovanni Antonio e Maria Gugliminetti. Studi clas-


sici al Mellerio Rosmini e a Novara, laurea in giurisprudenza<br />

all’Università di Genova. Simpatizzante di Mazzini,<br />

iscritto nella “Giovane <strong>It</strong>alia” repubblicana per tutta<br />

la vita, fondò nel 1855 la Società Operaia domese,<br />

il corpo dei pompieri nel 1859, il Comizio agrario e il<br />

CAI ossolano. Cooperò alla sistemazione della biblioteca<br />

della Fondazione Galletti nel 1873, alla creazione<br />

della Scuola di arti e mestieri «G.G. Galletti» e del Ricovero<br />

vecchi. Fu giornalista e rievocò memorie storiche<br />

ossolane con epigrafi marmoree.<br />

VEGGIA ALFONSO, medico, benefattore<br />

Domodossola 1858 – ivi 1921<br />

Figlio del causidico Giacomo e di Giovannina Matli.<br />

Studi classici a Domo e laurea con lode in medicina e<br />

chirurgia a Torino. Diresse con abnegazione il lazzaretto<br />

per colerosi a Iselle, fu primario all’ospedale S. Biagio.<br />

Visitava a domicilio i malati delle vallate e gratuitamente<br />

i poveri. Nel 1894 fondò l’Associazione medica<br />

ossolana, ancora oggi attiva e presiedette un importante<br />

convegno sulle intossicazioni nelle miniere (1902). Durante<br />

la l a guerra mondiale fu direttore dell’Ospedale<br />

militare territoriale, istituì la scuola Samaritana e diresse<br />

la C.R.I. Sviluppò l’indagine epidemiologica della tisi<br />

nell’Ossola, studiò i molti casi di dissenteria e tifo che<br />

attribuì alle scarse condizioni igieniche degli acquedotti<br />

battendosi perché venissero migliorate. Aiutò i lavoratori<br />

del Sempione a superare i malanni dovuti all’ambiente<br />

in cui operavano. Per la solerte lotta contro la<br />

malaria in Ossola fu insignito della Croce dell’Ordine<br />

dei Santi Maurizio e Lazzaro. Si preoccupò di trattare<br />

con i sindaci per una più adeguata retribuzione ai medici<br />

condotti miseramente compensati nonostante i sacrifici<br />

notevoli richiesti dalla professione. Fu affiancato<br />

nell’attività da altri medici fra cui vanno ricordati Morandini,<br />

Gubetta e Negri. Notevole il suo studio Storia<br />

clinica dell’aviatore Geo Chavez, con alcune considerazioni<br />

sullo shock (1911). Lasciò al S. Biagio la sua ricca biblioteca<br />

medica e l’armamentario chirurgico servito per<br />

le operazione da lui eseguite per primo a Domo.<br />

VIETTI VIOLI PAOLO, architetto<br />

Grandson (Svizzera) 1882 - Vogogna 1965<br />

Figlio di Paolo e di Anna Zanoni, ossolani, si laureò in<br />

Architettura a Parigi nel 1905. Rientrato in <strong>It</strong>alia, nel<br />

1914 si laureò in ingegneria civile al Politecnico di Milano.<br />

Durante la guerra 1915-1918 fu tenente di artiglieria<br />

nelle officine militari a Genova. Si specializzò nella<br />

progettazione e costruzione di ippodromi raggiungendo<br />

fama internazionale (S. Siro, Capannelle, Merano,<br />

Grosseto, Alessandria d’Egitto, Istanbul, Belgrado, Addis<br />

Abeba). Costruì scuderie da corsa e da allevamento<br />

e impianti sportivi diversi. Realizzò lo stadio di Genova,<br />

lo stadio olimpico di Ankara e quello di Domodossola.<br />

Sono sue opere il Villaggio SISMA e la chiesa nuova<br />

di Villadossola.<br />

ZANNA BARTOLOMEO, inventore<br />

Zornasco sec. XIX<br />

Industriale geniale, inventò (1842) un tipo di calorifero<br />

e divenne fornitore della Casa Imperiale di<br />

Vienna e della Casa Reale di Torino.<br />

ZANOIA GIUSEPPE ANTONIO, medico, benefattore<br />

Domodossola 1767 - ivi 1848<br />

Figlio di Paolo e di Costanza Zanoia. Studiò medicina a<br />

Pavia, si perfezionò nell’Ospedale di Milano e a Domo<br />

fu medico dell’Ospedale S. Biagio. Si occupò dei carcerati<br />

ammalati e alleviò le condizioni dei detenuti poveri<br />

alle cui famiglie provvide con suo denaro. Fu rappresentante<br />

del Protomedicato della Sanità di Torino per la<br />

prevenzione e la cura del colera e lottò contro i pregiudizi<br />

incontrati nella pratica della vaccinazione antivaiolosa<br />

a cui si opponevano alcuni colleghi. Lasciò i propri<br />

beni al S. Biagio.<br />

ZARDETTI CARLO, numismatico, archeologo<br />

Milano 1778 - ivi 1849<br />

Da genitori di Piedimulera. Si laureò in giurisprudenza<br />

a Pavia ma si curò di numismatica negli anni del Regno<br />

italico e cooperò alla nascita a Milano del Gabinetto<br />

numismatico. Scrisse articoli sulle antichità di Sicilia,<br />

sul Duomo di Monreale, su S. Zeno di Verona, su monumenti<br />

etruschi ed egiziani. Tradusse dall’inglese e dal<br />

francese opere sull’antichità. Compilò il catalogo della<br />

libreria Reina. Lasciò la casa di Piedimulera alla parrocchia.<br />

Fu membro di accademie scientifico-letterarie italiane<br />

e straniere.<br />

ZARDETTI OTTONE, arcivescovo, benefattore<br />

Rorsch (CH) 1847 - Roma 1902<br />

193


Figlio di Giuseppe nativo di Bannio, negoziante in telerie<br />

in Svizzera. Studiò teologia all’università di Innsbruck,<br />

insegnò nel Seminario di S. Gallo e in quello<br />

americano del Minnesota. Fu a Londra ospite del card.<br />

Manning, poi Vicario Generale della diocesi del Dakota.<br />

Nel 1889 fu consacrato vescovo del Minnesota. Nel<br />

1894 divenne arcivescovo metropolita a Bucarest. Tornato<br />

a Roma fu assistente al soglio pontificio. Beneficò<br />

il paese d’origine della famiglia.<br />

ZOPPETTI LUIGI,<br />

sacerdote, professore di liceo e patriota<br />

Monteossolano 1888 - Domodossola 1970<br />

Ordinato sacerdote, si laureò in scienze naturali all’Università<br />

di Torino e insegnò scienze e chimica al Liceo<br />

Classico Mellerio Rosmini. Dopo il 1943 entrò nella<br />

Resistenza mettendo in salvo sbandati e perseguitati politici<br />

grazie alla sua conoscenza e a quella di amici montanari<br />

dei passi diretti in Svizzera. Fece parte del C.L.N.<br />

di zona. Con il ritorno dei Tedeschi riparò nella Confederazione<br />

Elvetica e fu affettuosamente vicino agli <strong>Ossolani</strong><br />

esuli nel Canton Vaud. Fu anche animatore e<br />

parte attiva di ogni attività benefica ossolana.<br />

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