Ossolani Illustri.indd - Terradossola.It
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<strong>Ossolani</strong> illustri<br />
Angela Preioni Travostino<br />
ADORNA FRANCESCO SAVERIO, aeronauta<br />
Villette 1744 - Bordeaux 1821<br />
Figlio di Giacomo e di Margherita Piffero. Emigrò ragazzino<br />
all’estero in cerca di lavoro e più tardi, attratto<br />
dalle scienze fisiche e dalle novità del tempo, si dedicò<br />
allo studio della nascente aeronautica. Pare che nel<br />
1780, prima dei fratelli Montgolfier, avesse costruito a<br />
Strasburgo un grosso pallone aerostatico con cui poi si<br />
levò su alcune città europee. Stabilitosi a Bordeaux non<br />
dimenticò il paese nativo al quale donò la casa paterna<br />
perché vi fossero ospitate le scuole elementari, ed alla<br />
parrocchia un ostensorio con inciso il proprio nome.<br />
ALBERTAZZI GIACOMO ANTONIO,<br />
scrittore didascalico, giureconsulto<br />
Vogogna 1736 - ivi 1793<br />
Figlio del giureconsulto Giulio Maria e di Anna Romerio,<br />
studiò a Milano nelle scuole Palatine di Brera lettere,<br />
filosofia e diritto. Tornato a Vogogna fu Luogotenente<br />
del Podestà ed esercitò il pubblico patrocinio. Essendo<br />
l’Ossola passata al Regno di Sardegna si perfezionò<br />
nello studio delle leggi sabaude ottenendo la laurea<br />
all’Università di Torino. Seguì interessi culturali di genere<br />
scientifico-didascalico che espresse ne Il Padre di<br />
famiglia in sette libri dedicati alla coltura della terra, alla<br />
farmacopea domestica, alla caccia e alla pesca e alla pace<br />
in famiglia. L’opera fu pubblicata a Vercelli nel 1789 e<br />
ristampata a Milano nel 1829.<br />
ALLEGRANZA PIETRO, giornalista, canonico<br />
Vagna 1800 - Montescheno 1874<br />
Figlio del notaio Giuseppe Maria e di Rosalia Giuppa.<br />
Compiuti gli studi classici e teologici in seminario, fu<br />
ordinato sacerdote e insegnò lettere nei seminari della<br />
diocesi di Novara. Studioso di cose ossolane, compilò<br />
una storia che restò inedita. Canonico della Collegiata<br />
di Domo difese i diritti del Capitolo ed i privilegi ossolani;<br />
giornalista battagliero e instancabile, diresse L’Ossolano<br />
fra il 1845 e il 1848, scrisse di politica con spirito<br />
di parte, ma anche di religione e di storia. Nei suoi ultimi<br />
anni lasciò Domo e l’attività giornalìstica per fare<br />
il parroco a Montescheno, in valle Antrona, costrettovi<br />
da disposizione vescovile.<br />
ALVAZZI DEL FRATE COSTANTINO, medico<br />
Varzo 1850 - ivi 1920<br />
Figlio del geom. Benedetto e di Monica Rigacci. Studi<br />
classici in Collegi Rosminiani e laurea in medicina<br />
nel 1873. Esercitò la professione a Domo, a Torino e<br />
dal 1893 diresse l’Ospedale Civico di Sanremo. Scrisse<br />
una monografia sulla cura dei lebbrosi e L’acqua minerale<br />
dell’Alpe Veglia, studio ricco di dati scientifici per la<br />
valorizzazione delle acque minerali ossolane.<br />
ANTONIETTI MARIA GIOVANNA, religiosa<br />
Baceno 1809 - Borgomanero 1872<br />
Figlia di Martino e di Angela Scavini. Per vocazione religiosa<br />
si rivolse all’abate Rosmini che la inviò a studiare<br />
e a fare il noviziato a Locamo, destinandola poi a dirigere<br />
l’asilo di Biella. Per le doti eccezionali di prudenza,<br />
umiltà, fortezza cristiana e sagacia amministrativa dimostrate,<br />
il Rosmini la nominò Superiora Generale dell’Ordine<br />
delle Suore della Provvidenza da lui fondato.<br />
ARCARDINI ALESSANDRO, avvocato<br />
Piedimulera 1895 - Domodossola 1992<br />
Figlio di Rocco e di M. Luigia Coursi, vallesana. Studi<br />
classici al Mellerio Rosmini e laurea in giurisprudenza<br />
a Torino. Ufficiale del genio e aviatore nella 1 a guerra<br />
mondiale, ottenne la croce di guerra ed il distintivo<br />
d’onore. Durante la brillante carriera forense a Torino,<br />
nel 1944 difese gli avvocati Brosio e Fusi che, con abili-<br />
157
tà dialettica, sottrasse alla pena capitale richiesta dal Tribunale<br />
fascista e toccata invece agli sfortunati eroi fucilati<br />
al Martinetto. Dal 1945 continuò la professione a<br />
Domodossola e accettò con grande disponibilità la carica<br />
di presidente della Fondazione Galletti, dell’Azienda<br />
Autonoma di Bognanco, della Pro Domo e della 2 a<br />
Esposizione italo-svizzera del 1950. Fu anche sostenitore<br />
del rilancio del Sempione mediante il collegamento<br />
stradale con Genova (autostrada Voltri-Sempione).<br />
Collaborò al buon andamento di enti morali e culturali<br />
con competenza e attiva partecipazione. Per i disinteressati<br />
incarichi umanitari fu nominato grand’ufficiale<br />
della Repubblica.<br />
AZZARI GIUSEPPE ANTONIO, patriota<br />
Re 1767 - Bicocca di Novara 1796<br />
Figlio dei vigezzini Giuseppe Antonio di Re e di M.<br />
Anna Ravelli di Albogno. Studi classici e laurea in giurisprudenza<br />
a Pavia, ove abbracciò ideali repubblicani<br />
che propagandò a Pallanza, luogo di residenza della famiglia,<br />
da anni dedita a fruttuosi commerci, e in Valle<br />
Vigezzo fra parenti e amici. Con il nome di Giunio<br />
Bruto fu a capo di un movimento rivoluzionario che,<br />
nell’autunno 1796 tentò l’insurrezione antimonarchica.<br />
Catturato dalle forze regie per delazione, fu condannato<br />
a morte e impiccato a Novara nei pressi della Bicocca.<br />
BAGNOLINI ATTILIO,<br />
Medaglia d’oro al valore militare<br />
Villadossola 1913 - Mai Ceu (Etiopia) 1936<br />
Alpino del btg. Intra del IV Reggimento, combattente<br />
in Africa Orientale durante la guerra italo-etiopica<br />
(1935-36), difese da ferito la postazione di Passo<br />
Macan, nella battaglia cruciale di Mai Ceu o del lago<br />
Ascianghi, poi con sacrificio della vita sventò il tentativo<br />
di accerchiamento dell’esiguo gruppo dei compagni<br />
d’armi. In Villadossola è ricordato con l’intitolazione<br />
della Scuola Media e con un monumento. Un sommergibile<br />
della Marina Militare porta il suo nome.<br />
BALCONE GIOVAN BATTISTA, benefattore<br />
S. Maria Maggiore 1703 - ivi 1750<br />
Sacerdote presso la Parrocchia di Zornasco, ricco, brillante<br />
e di scarsa pratica religiosa. Mutò condotta e si ridusse<br />
a vivere poveramente e in penitenza. Eresse un<br />
158<br />
ospedaletto nel quale raccolse derelitti e mendicanti.<br />
BALLARINI GIORGIO, ingegnere, giornalista<br />
Livorno 1903 - Domodossola 1987<br />
Figlio dell’ing. Giovanni e di Clori Solari. Domese<br />
d’adozione essendovi giunto fin dal 1928, diresse la<br />
Ferrovia Vigezzina per un quarantennio. Negli anni del<br />
conflitto bellico si accostò al Partito Socialista e durante<br />
i «quaranta giorni di libertà» fu membro della Giunta<br />
Provvisoria di Governo con il compito di far funzionare<br />
i trasporti interni all’Ossola e particolarmente quelli<br />
internazionali diretti nel Vallese e nel Canton Ticino.<br />
Nel 1945 rientrato dalla Svizzera, dove si era rifugiato<br />
dopo la rioccupazione tedesca, fu eletto dal C.L.N. sindaco<br />
di Domodossola, carica che tenne fino alle prime<br />
elezioni. Continuò l’impegno politico fondando e dirigendo<br />
il giornale settimanale Il Risveglio Ossolano, e<br />
scrivendo gli articoli di prima pagina in favore di battaglie<br />
sociali. Colto, amante dell’arte, visitò tutti i continenti<br />
per conoscerne anche gli aspetti politici, sociali<br />
e organizzativi.<br />
BALZARDI ANGELO, scultore<br />
Antrona 1892 - Torino 1974<br />
Studi artistici a Torino conclusi nel 1922 con diploma<br />
del Corso superiore di scultura. Partecipò con successo<br />
alla XIX Biennale di Venezia e alle Quadriennali di<br />
Roma. Fu titolare della Cattedra di plastica ornamentale<br />
all’Accademia Albertina. Sue opere di rinomanza:<br />
il monumento al fante a Torino; fontana per i giardini<br />
pubblici e sacrario dei caduti di Alessandria, edicole<br />
e monumenti funerari in vari campisanti, busto del<br />
contadino piemontese e la Medusa per il campo sportivo<br />
di Domo.<br />
BARATTA GIOVAN BATTISTA,<br />
ufficiale medico, oculista<br />
Orcesco di Druogno 1778 - Milano 1851<br />
Emigrato in Francia con i genitori originari della valle<br />
Vigezzo, a Parigi si laureò in medicina e rientrò in <strong>It</strong>alia<br />
con l’armata del gen. Bonaparte, ottenne il grado di<br />
ufficiale medico del 1° Reggimento Ussari della Repubblica<br />
Cisalpina e passò in seguito alla Divisione Victor.<br />
Nel 1805 a Pavia si specializzò in chirurgia e a Milano<br />
fu nominato dirigente del servizio sanitario presso il
Collegio Militare. Lasciò numerose pubblicazioni: Memoria<br />
e osservazione sopra una pupilla artificiale (1809),<br />
comparsa su L’incoraggiamento di Genova, e l’opera in<br />
due volumi Osservazioni pratiche sulle principali malattie<br />
degli occhi tradotta in tedesco a Lipsia (1848). Fu<br />
membro delle Società mediche di Vienna e Lipsia.<br />
BARBETTA VENANZIO GIUSEPPE, letterato<br />
Baceno 1869 - Quinto (GE) 1910<br />
Figlio di Venanzio e di Domenica Bracchi. Studi classici<br />
al Mellerio Rosmini e laurea in lettere all’Università<br />
di Torino. Insegnante per qualche anno, bibliotecario<br />
a Milano, poi giornalista, critico apprezzabile, scrittore<br />
purtroppo ignorato per la sua ritrosia e modestia.<br />
Le sue opere, pervase di pessimismo esistenziale, videro<br />
la luce tra il 1888 e il 1903. Ammalato, cercò inutile<br />
sollievo in Liguria.<br />
BARONIO ANTONIO, pittore<br />
Vogogna 1869 - Vogogna 1918<br />
Figlio di Francesco e di Domenica Moro. Dopo gli studi<br />
classici a Domo si iscrisse al Politecnico di Torino<br />
che lasciò per l’Accademia Albertina. La sua produzione<br />
pittorica molto apprezzata dai contemporanei ebbe<br />
spesso per soggetto il paesaggio ossolano.<br />
BAZZETTA GIOVANNI (NINO), storico, giornalista<br />
Novara 1880 - ivi 1951<br />
Figlio del col. Giulio, che fu militare a Domo e benemerito<br />
della Fondazione Galletti, e di Fanny Lampugnani.<br />
Studi classici al Mellerio Rosmini e laurea in giurisprudenza<br />
a Pavia. Nel 1901 esordì come giornalista nel foglio<br />
domese L’Indipendente. Nel 1905 fondò La libertà,<br />
e fu poi redattore de Il Popolo dell’Ossola (1910) e corrispondente<br />
di altri giornali, segretario alla Sottoprefettura<br />
di Domo dal 1912 al 1922, combattente valoroso<br />
nella grande guerra, segretario di Prefettura a Novara ed<br />
in seguito al Ministero del Tesoro a Roma. Appassionato<br />
di ricerche storiche, dedicò ai domesi la Storia di Domodossola<br />
e dell’Ossola Superiore (1910) frutto di decennale<br />
fatica. Trattò altri argomenti storici ossolani e pubblicò<br />
le storie di Omegna e di Novara.<br />
BELCASTRO ALFREDO, pittore<br />
Omegna 1893 - S. M. Maggiore 1961<br />
Da genitori omegnesi albergatori in Vigezzo, frequentò<br />
la scuola di belle arti Rossetti Valentini. Dopo aver partecipato<br />
alla 1 a guerra mondiale si perfezionò nella pittura<br />
a Torino e a Roma. Tornato in valle Vigezzo, iniziò<br />
l’attività pittorica acquistando consensi..Dapprima<br />
«divisionista», il suo stile si fece più libero e personale<br />
e tradusse in colori stati d’animo e la poesia della natura<br />
circostante.<br />
BELLI GIOVANNI, deputato, benefattore<br />
Stradella 1812 - Calasca 1904<br />
Figlio di Antonio e di Marianna Tojetti di Calasca, residenti<br />
a Stradella poi a Pavia commercianti di uve e di<br />
vini dell’Oltrepò pavese. Si laureò in fisica matematica<br />
in quell’Ateneo dove lo zio paterno era illustre cattedratico.<br />
Sindaco di Calasca, fu eletto Deputato subalpino<br />
dal 1852 al 1861 e Consigliere provinciale. Beneficò<br />
le società operaie dell’Ossola, l’asilo infantile di Piedimulera,<br />
l’Ospedale San Biagio di Domo e soprattutto<br />
il Comune di Calasca a cui lasciò proprietà e denaro<br />
per l’istruzione, l’igiene e la viabilità patrocinando la<br />
strada fino a Macugnaga.<br />
BELLI GIUSEPPE,<br />
fisico, professore universitario<br />
Calasca 1791 - Pavia 1860<br />
Laureato a pieni voti in fisica matematica all’Università<br />
di Pavia, nel 1843 ottenne la cattedra che fu già di Alessandro<br />
Volta presso l’Ateneo pavese. Fu il più illustre<br />
rappresentante delle scienze fisiche in <strong>It</strong>alia fra il 1845 e<br />
il 1860. Un ricordo marmoreo è collocato sotto i portici<br />
dell’Università di Pavia.<br />
BELLI SAVERIO, botanico<br />
Domodossola 1852 -Torino 1919<br />
Figlio di Carlo che fu Deputato al Parlamento subalpino,<br />
Sindaco di Domo e capo divisione al Ministero delle<br />
Finanze, e di Giuditta Silvetti di Pallanzeno, nacque<br />
e crebbe nel Palazzo Belli (ex chiesa di San Francesco).<br />
Compiuti gli studi classici al Collegio Mellerio Rosmini,<br />
frequentò a Torino dapprima la facoltà di medicina<br />
poi quella di scienze naturali laureandosi a pieni voti<br />
nel 1887. Libero docente nel 1894, direttore dell’orto<br />
botanico e poi Ordinario all’Università di Cagliari.<br />
Compì e pubblicò studi botanici sulle crittogame e fanerogane.<br />
Fu membro di accademie scientifiche.<br />
159
BIANCHETTI CARLO, medico, agronomo<br />
Ornavasso 1788 - ivi 1840<br />
Studi classici, laurea in medicina a Pavia nel 1810. Medico<br />
condotto al paese nativo, scrisse sull’uso del solfato<br />
di chinino e sulle cure del gozzo. Studiò e scrisse anche<br />
sulla coltivazione dei gelsi, sulla viticoltura, sulle talpe<br />
e sui bachi da seta. Perché i parroci potessero aiutare i<br />
parrocchiani al corretto uso agricolo, dedicò loro il trattato<br />
Delle utilità di unire lo studio scientifico dell’agricoltura<br />
alle discipline ecclesiastiche.<br />
BIANCHETTI ENRICO, storico, archeologo<br />
Domodossola 1834 - Ornavasso 1894<br />
Figlio di Giovanni medico e deputato al Parlamento Subalpino<br />
e di Maria Mantellini di Varzo. Studi classici,<br />
studente a Torino alla facoltà di Giurisprudenza, ma non<br />
si laureò per dedicarsi a studi letterari, artistici, storici approfonditi<br />
con ricerche d’archivio. Diede alle stampe la<br />
pregevolissima Storia dell’Ossola inferiore in due volumi,<br />
uscita a Torino nel 1878. Scoprì, studiò e scrisse sulla necropoli<br />
gallo romana di Ornavasso e ordinò nella propria<br />
abitazione una preziosa raccolta archeologica (ora al Museo<br />
di Pallanza per decisione degli eredi). Si occupò anche<br />
di meteorologia, agricoltura e fotografia. Fu in corrispondenza<br />
con studiosi di storia suoi contemporanei ed<br />
ebbe riconoscimenti ed onorificenze. Sposò una cugina<br />
di Quintino Sella con il quale ebbe rapporti culturali.<br />
BIANCHETTI GIOVANNI ANTONIO, chimico<br />
Ornavasso 1785 - Domodossola 1854<br />
Figlio di Giovanni e di Margherita Viola. Dopo gli studi<br />
classici conseguì a Pavia la laurea in chimica farmaceutica<br />
nel 1806. Arruolatosi volontario nella Guardia<br />
d’onore del Regno <strong>It</strong>alico ebbe decorazione dal Principe<br />
Eugenio di Beauharnais. Nel 1813 fu farmacista maggiore<br />
dell’Ospedale di Venezia. Con la caduta di Napoleone<br />
tornò in Ossola e riprese gli studi di chimica lasciando<br />
dotte dissertazioni pubblicate dalla Società dei<br />
farmacisti del Regno di Sardegna.<br />
BIANCHETTI GIOVANNI, medico, politico<br />
Granerolo 1809 - Ornavasso 1890<br />
Figlio del chimico Giovanni Antonio e di Margherita<br />
Galli. Dopo gli studi classici conseguì a Torino la laurea<br />
in medicina e una specializzazione in chimica medica e<br />
160<br />
terapica a Parma. Esercitò a Domo e curò gratuitamente<br />
i carcerati. Fu sindaco del Borgo e dal 1849 Deputato<br />
al Parlamento subalpino per tre legislature.<br />
BIANCHI GENNARO, politico, teologo e letterato<br />
Domodossola 1748 - ivi 1825<br />
Appartenente a ricca famiglia borghese, figlio di Giovanni<br />
Battista e di Fiorenza Bossi. «Doctor utriusque<br />
iuris», insegnante di retorica nel Seminario di Como.<br />
Fu collega e strinse amicizia con Alessandro Volta che<br />
ospitò due volte in Domodossola quando, già famoso<br />
docente di fisica sperimentale a Pavia, era diretto a Ginevra<br />
nel 1787 e a Parigi nel 1801. Aderì alle idee innovatrici<br />
e fu a capo della Municipalità di Domo durante<br />
la 1° Repubblica Cisalpina, poi commissario del<br />
Governo <strong>It</strong>alico nell’Ossola e Delegato revisore della<br />
Cassa pagamenti della costruenda strada del Sempione.<br />
Dopo la caduta di Napoleone si ritirò a vita privata.<br />
BINDA ATTILIO, colonnello, medaglia d’argento<br />
Domodossola 09.02.1894 – Russia 20.01.1943<br />
Osservatore militare dell’aeronautica nelle due grandi<br />
guerre mondiali. Salvò un gruppo di alpini sul Don attirando<br />
su di sé il fuoco nemico. Gli vennero conferite<br />
due medaglie d’argento.<br />
BOITI ANTONIO, chirurgo<br />
Roma 1776 - Firenze 1827<br />
Figlio di Bartolomeo e di Domenica Novaria Todesco<br />
entrambi di Calasca emigrati a Roma. Come altri anzaschini<br />
studiò grazie agli aiuti finanziari dell’archiatra<br />
Giavina di Domo che lo volle con sé come aiuto chirurgo<br />
all’Arcispedale di S. Spirito in Roma. Nel 1803<br />
fu chiamato a Salisburgo da Ferdinando III di Lorena a<br />
prestare l’opera di chirurgo ostetrico. Dopo il Congresso<br />
di Vienna seguì a Firenze il Granduca con la carica<br />
di capo chirurgo di Corte. Scrisse note di medicina sul<br />
Giornale dei Letterati di Pisa.<br />
BOITI PAOLO, benefattore<br />
Sec. XVIII (2 a metà) – Calasca 1836<br />
Figlio di Bartolomeo e di Domenica Novaria Todesco,<br />
sacerdote, contribuì con il proprio patrimonio alla costituzione<br />
del «Monte di pietà» di Calasca. Fondò una<br />
scuola per insegnare alle figliole dagli anni cinque ai do-
dici a leggere, scrivere e imparare la Dottrina Cristiana,<br />
a cucire e a fare calzette.<br />
BONARDI BERNARDINO, scenografo, benefattore<br />
Coimo 1834 - Domodossola 1923<br />
Figlio di Giovanni e di Rosalia Pattaroni. Studiò disegno<br />
sotto la guida di pittori vigezzini poi si recò a Parigi<br />
da una zia cameriera dello scenografo Ferri da cui apprese<br />
l’arte della scenografia. Insieme lavorarono per il<br />
teatro Regio di Torino. Nel 1857 il Bonardi si trasferì in<br />
Spagna dove fu attivo presso i principali teatri finché fu<br />
assunto al R. Teatro di Madrid. Nel 1890 si stabilì definitivamente<br />
a Domo. Regalò al teatro Galletti il sipario<br />
riproducente la piazza Mercato e i costumi caratteristici<br />
delle valli ossolane, conservato nel palazzo S. Francesco.<br />
Lasciò una somma all’Ospedale S. Biagio per la<br />
cura agli ammalati di Coimo.<br />
BONARDI GIUSEPPE, benefattore<br />
Coimo 1822 - Parigi 1906<br />
Figlio di Giovanni Andrea e di Domenica Cuccioni,<br />
fece fortuna a Parigi dopo essere stato apprendista fumista.<br />
Fu tra i primi a introdurre il riscaldamento con<br />
caloriferi ad aria, ottenendo grandi profitti economici.<br />
Legò a Coimo una rendita annua per pagare cure e<br />
medicine ai poveri, uno stipendio ai maestri elementari,<br />
una dotazione di fontanelle pubbliche e buona parte<br />
della strada fra il suo paese e la statale di val Vigezzo.<br />
BONO PIETRO, benefattore<br />
Varzo 1815 - Parigi 1887<br />
Figlio di Domenico e di Maria Mazzurri. Dopo le elementari<br />
raggiunse il padre emigrato a Valence sur la Drône e<br />
con impegno e volontà si affermò nel commercio, aprendo<br />
a Parigi una casa di materiale ottico e fotografico con<br />
succursale a Buenos Aires. Fu generoso pittore lasciando<br />
vistosa somma per la costruzione dell’ospedale di Varzo e<br />
aiuti finanziari alla Pia Opera di S. Paolo di Valence.<br />
BORGNIS DOMENICO AGOSTINO, benefattore<br />
Craveggia 1799 – ivi 1843<br />
Arricchitosi con il commercio, lasciò una considerevole<br />
somma al suo paese per l’istituzione di una scuola postelementare<br />
che funzionò per oltre un decennio.<br />
BORGNIS GIUSEPPE ANTONIO,<br />
professore universitario<br />
Craveggia 1781 - Monza 1863<br />
Figlio di Giovanni banchiere a Parigi e di Maria Rossetti.<br />
Dedicatosi agli studi scientifici si laureò in ingegneria<br />
prestando poi servizio presso la Marina a Venezia<br />
dove uscì una sua pubblicazione di meccanica. Insegnò<br />
matematica applicata all’Università di Pavia divenendone<br />
nel 1843 Rettore Magnifico. Propugnò la costruzione<br />
della carrozzabile Vigezzo-Domo e di una diramazione<br />
verso la Svizzera e il lago Maggiore. Fu membro<br />
effettivo del Regio Istituto Lombardo di Scienze,<br />
lettere e arti.<br />
BORGNIS GIUSEPPE MATTIA, pittore<br />
Craveggia 1701 - West Wycombe (Inghilterra) 1761<br />
Figlio di Giovanni e di Antonia Borgnis. Ricevuti i primi<br />
rudimenti del disegno in Valle, imparò l’affresco e la<br />
pittura a olio a Bologna e a Venezia. Nel 1719 in Vigezzo<br />
iniziò l’attività, notevole per livello artistico e per numero<br />
di committenze, durata un trentennio. Lasciò pitture<br />
sacre e profane in chiese e case della Valle, dell’Ossola,<br />
del Canton Ticino fra cui s’impongono gli affreschi<br />
delle chiese parrocchiali di S. Maria Maggiore, Craveggia<br />
e dell’Oratorio della Madonna della Vita di Mozzio.<br />
Nel 1752 si trasferì in Inghilterra (West Wycombe)<br />
dove propose nello stile «augusteo» molte opere classiche<br />
della pittura italiana componendone variamente il<br />
contesto. Morì cadendo da un’impalcatura.<br />
BOSSONE CARLO, pittore<br />
Savona 1904 - S. Carlo di Vanzone 1991<br />
Figlio di Raimondo e di Ines Rosa della valle Anzasca.<br />
Allievo del pittore ottocentista Vittorio Cavalieri a Torino,<br />
seguì contemporaneamente corsi serali di figura<br />
all’Accademia Albertina e fu assiduo frequentatore di<br />
musei e gallerie. I soggiorni in valle Anzasca gli fecero<br />
amare e conoscere la montagna e la vita che la circonda,<br />
che espresse nella sua pittura con scelta di forme, luci<br />
e colori non disgiunti dal sentimento. Mostre personali<br />
negli anni Trenta a Torino, Milano, Novara, Parigi e<br />
centri del lago Maggiore lo incoraggiarono a proseguire.<br />
Lavorò come analista in miniera e poi partì per l’Ar-<br />
161
Balcone Giovan Battista, benefattore<br />
S. Maria Maggiore 1703 - ivi 1750<br />
Borgnis Giuseppe Antonio, professore universitario<br />
Craveggia 1781 - Monza 1863<br />
Belli Giuseppe, fisico e professore universitario<br />
Calasca 1791 - Pavia 1860<br />
Borgnis Giuseppe Mattia, pittore<br />
Craveggia 1701 - West Wycombe 1761
gentina (1944). Dipinse con successo a Buenos Aires e<br />
nelle principali città argentine, ispirandosi all’immensità<br />
degli scenari sudamericani. Tornò nel 1949 e si stabilì<br />
a S. Carlo di Vanzone, rinunciando a buone prospettive<br />
torinesi. Insegnò privatamente la pittura a molti allievi<br />
e tenne mostre fino al 1990.<br />
BOTTI GIUSEPPE, egittologo<br />
Vanzone 1889 - Firenze 1968<br />
Figlio di Bartolomeo e di Maria Gorini. Laureato all’Università<br />
di Torino in lettere classiche, si specializzò<br />
in egittologia studiando i papiri della collezione Drovetti<br />
sotto la guida dell’illustre prof. Schiaparelli. Fu<br />
sovrintendente del museo archeologico di Firenze (sezione<br />
egizia) e docente di egittologia all’Università di<br />
Roma. Le sue pubblicazioni superano la settantina. Ultima<br />
fatica due volumi su L’archivio demotico con i quali<br />
inizia il catalogo del Museo Egizio di Torino. L’opera<br />
consiste nella trascrizione, traduzione, commento di<br />
papiri inediti scritti in lingua demotica di cui fu fra i<br />
maggiori esperti. Aveva anche intrapreso la traduzione<br />
di papiri conservati nel Museo Gregoriano del Vaticano.<br />
Altra opera importantissima e nota agli studiosi di<br />
tutto il mondo la traduzione dei papiri in lingua ieratica<br />
e demotica provenienti dagli scavi di Umm el Breighat.<br />
BOZZO ANGELO, benefattore<br />
Vanzone 1838 -ivi 1912<br />
Figlio di Giovan Battista e di Maddalena Bozzo, emigrò<br />
in Francia con la famiglia. Diventato ricco gestendo<br />
con altri parenti una gioielleria, lasciò notevoli somme<br />
all’asilo infantile del paese nativo, alla Congregazione di<br />
carità per pagare medicine ai poveri, all’ospedale di Novara<br />
per assicurare le cure agli indigenti di valle Anzasca<br />
e alla parrocchia per opere di bene.<br />
CABALA’ DON GAUDENZIO, sacerdote, partigiano<br />
Gravellona 1890 – Domodossola 1961<br />
Coadiutore della parrocchia di Domo fin dal 1921, poi<br />
cappellano dell’ospedale S. Biagio, fu tra i primi a dedicarsi<br />
alla Resistenza procurando mezzi ai primi nuclei<br />
armati e aiutando i giovani a sottrarsi ai bandi e<br />
alla cattura da parte di neofascisti e tedeschi. Scoperto<br />
unitamente al fratello e alla sorella esercenti in Domo<br />
il “Caffè Cabalà” che collaboravano con lui, stette alla<br />
macchia e poi si rifugiò in Svizzera nel giugno 1944.<br />
Rimpatriò il 10 settembre per assumere l’incarico di<br />
Commissario all’Istruzione nella Giunta Provvisoria<br />
di Governo, curò l’invio di circa 500 bambini ossolani<br />
in Svizzera. Alla caduta della Repubblica partigiana accompagnò<br />
a Briga due convogli di fuggiaschi e di feriti.<br />
Dopo il 25 aprile riprese l’incarico di cappellano al S.<br />
Biagio fino alla fine dei suoi giorni, avvenuta in seguito<br />
a incidente automobilistico.<br />
CALCATERRA CARLO senjor, medico, scrittore<br />
Bellinzago 1843 – Gignese 1894<br />
Medico condotto in valle Antigorio dal 1874, abitò a<br />
Premia per vent’anni, zelante e infaticabile nel prestare<br />
la propria opera nei vari disagiati paesetti. Praticò<br />
le vaccinazioni antivaiolose vincendo i pregiudizi della<br />
popolazione e di qualche collega. Amò l’Ossola e la sua<br />
storia millenaria e fu autore di racconti storici, tra cui<br />
La bella ossolana (1884).<br />
CALCATERRA CARLO JUNIOR,<br />
docente universitario, critico<br />
Premia 1884 - S. Maria Maggiore 1952<br />
Figlio di Carlo, medico condotto di valle Antigorio e di<br />
Carolina Giovanelli di Cannero, allievo apprezzatissimo<br />
di Arturo Graf, conseguì brillantemente la laurea in<br />
lettere nell’Università di Torino presso la quale fu libero<br />
docente dopo aver combattuto nella 1 a guerra mondiale.<br />
Nel 1927 vinse la cattedra di letteratura italiana all’Università<br />
Cattolica di Milano e due anni dopo fondò<br />
la rivista Convivium e firmò gli articoli con lo pseudonimo<br />
Carlo da Premia in ricordo del paese nativo.<br />
Dal 1935 all’anno della scomparsa fu titolare della prestigiosa<br />
cattedra di letteratura italiana nell’ateneo di Bologna.<br />
Sfollato con la famiglia a Druogno (1943), durante<br />
la «repubblica» dell’Ossola (1944), con Contini e<br />
Bonfantini si impegnò a redigere un piano di riforma<br />
scolastica. Fu presidente del Centro nazionale di studi<br />
Alfieriani, curò numerose edizioni e scrisse opere di critica<br />
fra le quali primeggiano: II Parnaso in rivolta; Barocco<br />
e Antibarocco nella poesia italiana; II Barocco in Arcadia<br />
e altri studi sul Settecento; II nostro imminente Risorgimento;<br />
Con Guido Gozzano e altri poeti e Della lingua<br />
di Gozzano; Alma mater studiorum; Poesia e canto.<br />
163
CALPINI STEFANO, politico<br />
Domodossola 1849 – ivi 1902<br />
Figlio di Francesco e Maria Burla. Avvocato di successo<br />
nella sua città, si occupò con passione di agricoltura<br />
e diede utili consigli ai concittadini. Scrisse Memorie<br />
sulle condizioni dell’agricoltura del Circondario dell’Ossola<br />
pubblicato nel 1901, premiato con medaglia d’argento.<br />
Fu deputato per quattro legislature nella lista liberaldemocratica,<br />
attivo consigliere della Società Operaia e<br />
della Fondazione Galletti.<br />
CAPIS GIOVAN MATTEO, giureconsulto<br />
Domodossola 1617 – ivi 1681<br />
Figlio dello storico e giureconsulto Giovanni e di Laura<br />
Ferrari, studiò leggi a Pavia dove si laureò. Tornato<br />
a Domo accettò la carica di sindaco della Giurisdizione,<br />
che tenne per molti anni occupandosi di far costruire<br />
ripari al Bogna, e dell’amministrazione dell’ospedale<br />
S. Biagio. Curò la stampa dell’opera storica del padre,<br />
si adoperò per la costruzione del nuovo convento<br />
dei Cappuccini, della chiesa e delle cappelle della via<br />
Crucis del Sacro Monte Calvario. A quest’ultima opera<br />
si dedicò con zelo e pietà destando fervore religioso<br />
tra gli <strong>Ossolani</strong> che lo secondarono in tale grandiosa<br />
opera con sovvenzioni e aiuti di ogni genere. Morendo<br />
lasciò il suo patrimonio all’istituzione del Sacro Monte<br />
Calvario.<br />
CAPIS GIOVANNI, giureconsulto, storico<br />
Domodossola 1582 - ivi 1632<br />
Figlio del conte Matteo e di Elisabetta Borgnis compì<br />
gli studi classici a Milano, presso i Gesuiti di Brera,<br />
poi a Pavia si laureò in diritto civile ed ecclesiastico nel<br />
1605. In quell’epoca compilò un dizionarietto etimologico<br />
del dialetto lombardo con traduzione in volgare toscano<br />
noto come Varon milanes. Dopo aver fatto pratica<br />
legale a Milano, in seguito alla morte del padre nel<br />
1608 rientrò a Domo per esercitarvi la professione. Fu<br />
anche titolare delle massime cariche elettive della Comunità<br />
per cui si vide costretto a provvedere alle necessità<br />
gravi del suo tempo quali la peste, le disastrose piene<br />
del Bogna. Ma soprattutto lottò in difesa dei privilegi<br />
dell’Ossola contro l’esosità del fisco spagnolo. In<br />
questa ultima occasione, dovendo ricercare e riordinare<br />
grande quantità di documenti del passato, nacque in<br />
164<br />
lui l’idea di tramandare ai posteri una storia dell’Ossola,<br />
quella appunto da lui compilata e finita nel 1631 e poi<br />
fatta stampare dal figlio Giovan Matteo nel 1673 sotto<br />
il titolo di Memorie della corte di Mattarella. L’opera,<br />
di notevole interesse e importanza, ebbe una ristampa<br />
nel 1968.<br />
CASETTI ANTONIO, benefattore<br />
Caddo 1841 - ivi 1888<br />
Figlio di Giovanni e di Maria Cesconi, fece fortuna a<br />
Parigi, dove si era recato undicenne, con attività commerciali<br />
e industriali. Fu amministratore della Società<br />
di Beneficenza <strong>It</strong>aliana a Parigi e Consigliere della Camera<br />
di Commercio. Rientrato in Ossola ideò la strada<br />
Cisore-Caddo-Preglia alla cui realizzazione destinò<br />
vistosa somma. Provvide anche alla costruzione della<br />
scuola elementare di Preglia. La scuola media di Preglia<br />
è dedicata a lui ed al fratello Giovanni.<br />
CASETTI GIOVANNI ANDREA, astronomo, astrologo<br />
Vogogna 1568 - ivi 1628<br />
Di antica famiglia patrizia, si dedicò allo studio delle<br />
scienze naturali e dell’astronomia che poi insegnò a Milano.<br />
Pubblicò annuali effemeridi in cui sono trattati<br />
argomenti cosmici, meteorologici e astrologici. L’effemeride<br />
del 1596 dedicata alla contessa Tornielli reca osservazioni<br />
sulla luna, sull’epatta e su elementi riguardanti<br />
il calendario ecclesiastico e solare. In quella del<br />
1612 augura all’Ossola che la peste non infierisca. In un<br />
manoscritto dedicato al cardinale Federico Borromeo,<br />
conservato all’Ambrosiana di Milano, tratta di pronostici<br />
sul tempo in relazione all’aspetto degli astri, desunti<br />
anche dalla tradizione classica (Plinio, Aristotele)<br />
e dalla propria esperienza di osservatore. Nel 1603 pubblicò<br />
in Milano presso l’editore Giacomo M. Meda Il<br />
presagio infallibile sopra la mutazione de’ tempi, Indisposizione<br />
dei corpi calcolato al meridiano della città di Milano<br />
e altre città d’<strong>It</strong>alia.<br />
CASETTI GIOVAN PIETRO, benefattore<br />
Caddo 1846 – ivi 1918<br />
Emigrato a Parigi, lavorò col fratello Antonio nel mobilificio<br />
dello zio e per la rara abilità e perspicacia ingrandì<br />
notevolmente l’azienda in cui assumeva preferibilmente<br />
operai italiani. Rifiutò la cittadinanza francese
sentendosi legato alla Patria e destinò agli <strong>It</strong>aliani e agli<br />
<strong>Ossolani</strong> in Francia molto denaro in beneficenza. Lasciti<br />
cospicui andarono a Preglia.<br />
CAVALLI CARLO MARIA, giurista, statista, marchese<br />
1684 - Milano 1765<br />
Figlio di Giovanni e di Maria Tomasina, emigrati in<br />
Lombardia, laureato a Pavia il 3 agosto 1705 in utroque<br />
iure, percorse a Milano tutti i gradi della magistratura:<br />
Vicario Pretorio della Corte Senatoria di Pavia (1708),<br />
avvocato del Foro Milanese (1710), Vicario generale<br />
del Dominio Milanese (1726), Membro della Giunta<br />
di Governo (1733). Carlo VI lo nominò Reggente del<br />
Supremo Consiglio d’<strong>It</strong>alia (1737) presso il governo di<br />
Vienna e il 1° giugno 1739 lo creò Marchese col feudo<br />
di Ceranova nella campagna di Pavia. Nel 1750 si ritirò<br />
a vita privata col privilegio di partecipare alle attività del<br />
Senato a suo piacimento. Ebbe come sostituto al Senato<br />
il consultore Paolo della Silva. Il fratello Domenico,<br />
Vicario Generale a Milano del cardinale Pozzo-Bonelli<br />
e Regio Imperiale Economo di Maria Teresa, morì a 57<br />
anni nel 1750 e fu sepolto in Duomo a Milano.<br />
CAVALLI CARLO, medico, storico<br />
Santa Maria Maggiore 1799 - ivi 1860<br />
Studi classici e laurea in medicina e chirurgia presso<br />
l’Università di Pavia e di Torino. Fu medico condotto in<br />
val Vigezzo e corrispondente del Giornale delle scienze<br />
mediche, sindaco di Santa Maria Maggiore, presidente<br />
del Consiglio provinciale dell’Ossola, deputato al Parlamento<br />
Subalpino e fautore della carrozzabile val Vigezzo-Domo.<br />
Va ricordato soprattutto per i Cenni statistico-storici<br />
della Val Vigezzo in tre volumi editi a Torino<br />
nel 1845, primo lavoro accurato e fondamentale sulla<br />
storia generale della Valle, che gli ottenne onorificenze e<br />
l’iscrizione a varie accademie italiane e straniere.<br />
CAVALLI ENRICO, pittore<br />
Santa Maria Maggiore 1849 - ivi 1919<br />
Dal padre Carlo Giuseppe, ritrattista, apprese i primi<br />
rudimenti. Trasferitasi la famiglia a Lione, là frequentò<br />
l’Accademia di belle arti, poi fece la spola tra Parigi<br />
e Marsiglia avendo contatti con artisti del suo tempo e<br />
dipingendo ritratti che mandò alle esposizioni di Parigi<br />
e di Torino. In Francia e nella sua Valle continuò la sua<br />
attività, insegnando saltuariamente alla Scuola Rossetti-<br />
Valentini. Le sue opere sono disperse in città della Francia,<br />
in Piemonte e in Lombardia. Un certo numero di<br />
suoi quadri si trovano alla Galleria Giannoni di Novara<br />
e in valle Vigezzo. Merita un posto di rilievo fra i pittori<br />
italiani della seconda metà dell’Ottocento.<br />
CAVALLI GIOVANNI ANTONIO,<br />
chirurgo, amministratore pubblico<br />
Finero 1779 - Malesco 1866<br />
Crebbe a Vienna presso uno zio e là compì gli studi<br />
fino alla laurea in chirurgia conseguita nel luglio 1799.<br />
Entrato nell’esercito austriaco come sanitario, combatté<br />
e cadde prigioniero nella battaglia di Marengo (1800).<br />
Liberato rientrò a Vienna e si perfezionò in ostetricia.<br />
Nel 1816 rimpatriò ed esercitò la professione in valle<br />
Vigezzo con patente del Governo Piemontese, fissando<br />
a Malesco la residenza. Accettò varie cariche sociali nonostante<br />
l’impegno della professione; da sindaco propugnò<br />
la scuola femminile e la costruzione della strada<br />
carrozzabile Vigezzo-Domodossola. Uno dei figli, Domenico,<br />
rosminiano nel Collegio di Newport (Inghilterra)<br />
fu stimato da cattolici e protestanti.<br />
CAVALLINI GIOVANNI BATTISTA,<br />
giureconsulto, scrittore<br />
Coimo metà del sec. XVI – Milano primo decennio del<br />
sec. XVII<br />
Come tanti vigezzini si trasferì a Milano con i genitori.<br />
Conseguì la laurea in giurisprudenza e si dedicò alla<br />
riforma della procedura, compilò un formulario guida<br />
per la stesura degli atti notarili, stampato a Milano<br />
nel 1581 presso l’editore Piscaia. Scrisse L’Attuario della<br />
pratica civile e L’Attuario della pratica criminale, usciti<br />
nel 1587 e nel 1593. Fece stampare il Trattato sui sequestri,<br />
dedicato al cardinale Federico Borromeo. Da<br />
lui attinsero i patrocinatori successivi.<br />
CAZZINI GIOVANNI ANTONIO, benefattore<br />
Toceno 1804 - ivi 1859<br />
Figlio di Francesco e di M. Caterina Francini, da ragazzo<br />
fece lo spazzacamino poi si trasferì a Berna da suoi<br />
congiunti in qualità di garzone. Frequentò una scuola<br />
serale, ma da autodidatta si formò una cultura notevole.<br />
Trasferitosi nel Würtemberg ebbe successo economico.<br />
165
Tornato definitivamente a Toceno, si occupò del Comune<br />
del quale fu sindaco e al quale lasciò una notevole<br />
somma per l’erezione dell’asilo d’infanzia e della Scuola<br />
femminile, che presero il suo nome. Di fede mazziniana<br />
fondò «La società degli amici del progresso» mantenendo<br />
rapporti amichevoli con il Brofferio.<br />
CERETTI PIETRO MARIA,<br />
mercante in ferro, industriale<br />
Intra 1735 - Villadossola 1801<br />
Formò nel 1796 la prima società per lo sfruttamento<br />
del ferro a Viganella in valle Antrona. Per varie vicende<br />
non ebbe successo economico. Continuatore fortunato<br />
fu il figlio sacerdote padre Ignazio che, per soppressione<br />
dei conventi rientrato in famiglia fu tutore dei fratelli<br />
minori dopo la morte dei genitori. Ebbe l’avvedutezza<br />
di trasferire la fonderia a Villa presso l’Ovesca e il porto<br />
del Toce (1804). Da quel momento la Ditta Ceretti si<br />
ingrandì; con i successori divenne la maggiore del Novarese<br />
e per prima costruì un impianto idroelettrico.<br />
CHIOSSI GlOVAN BATTISTA, generale<br />
Domodossola 1863 - ivi 1926<br />
Figlio di Giuseppe e di Natalia Silvetti. Studi classici al<br />
Mellerio Rosmini, accademia militare di Modena, corso<br />
di perfezionamento a Parma, insegnò storia dell’arte<br />
militare a Modena e fu studioso di R. Montecuccoli.<br />
Combattente decorato nelle guerre coloniali, nella 1 a<br />
guerra mondiale raggiunse il grado di generale comandante<br />
la 22 a divisione sul Piave. Condusse a termine<br />
due missioni diplomatiche con il Sultano di Alia in Somalia<br />
e con Enver Bey al campo dei Turchi per l’esecuzione<br />
del Trattato di Losanna (1912). Congedatosi nel<br />
1920 fu sindaco di Domo fino alla morte.<br />
CHIOVENDA CANESTRO BEATRICE, letterata<br />
Roma 1901 – ivi 2002<br />
Figlia dell’illustre giurista prof. Giuseppe Chiovenda e<br />
di Lina Gotelli. Dopo gli studi classici e universitari alla<br />
facoltà di lettere di Roma dove si laureò con Adolfo<br />
Venturi, si specializzò in Storia dell’Arte che fu per tutta<br />
la vita il centro dei suoi interessi e la sua grande passione.<br />
Frequentò l’ambiente culturale della Roma del secondo<br />
dopoguerra e in particolare i Bellonci, che la vollero<br />
membro della giuria del Premio Strega, Mario Praz<br />
166<br />
e altri celebri intellettuali fra cui la latinista Lidia Storoni<br />
Mazzolari. Amò trascorrere lunghi soggiorni nella<br />
casa di Premosello, dove radunava i collaboratori della<br />
rivista Oscellana che tenne a battesimo e che arricchì<br />
di suoi studi dal 1971 al 1998, su pittori che operarono<br />
nell’Ossola e nel Cusio. Dedicò particolare impegno<br />
allo studio dell’ambone nell’isola di San Giulio, lavoro<br />
pubblicato nel 1955 che riscosse numerosi consensi.<br />
Collaborò alla mostra dei pittori Baciccio e Gaulli.<br />
Amante della montagna fu la prima donna a scalare il<br />
Monte Rosa nell’estate del 1922. Lasciò al Comune di<br />
Premosello la casa avita.<br />
CHIOVENDA EMILIO, botanico<br />
Roma 1871 - Bologna 1941<br />
Da famiglia di Premosello, figlio di Andrea. Studi classici<br />
al Mellerio Rosmini e laurea in scienze con specializzazione<br />
in botanica. Titolare di cattedra universitaria,<br />
per incarico governativo studiò la flora dell’Eritrea<br />
e della Somalia. Accademico dei Lincei e d’<strong>It</strong>alia. Il suo<br />
erbario monumentale, di grande rinomanza, è custodito<br />
all’Università di Bari.<br />
CHIOVENDA GIUSEPPE, giurista<br />
Premosello 1872 - ivi 1937<br />
Figlio dell’avv. Pietro e di Leopolda Moglino. Dopo<br />
brillanti studi classici al Mellerio Rosmini si laureò a<br />
pieni voti in giurisprudenza a Roma e in quell’Ateneo<br />
insegnò diritto processuale civile. I suoi studi giuridici<br />
sono fondamentali in <strong>It</strong>alia e nelle legislazioni straniere.<br />
Per la sua profonda dottrina fu consultato per la<br />
riforma dei codici. Dotato anche di talento letterario,<br />
scrisse una tragedia, Corradino di Svevia, a soli quindici<br />
anni e lasciò raccolte di versi intitolate Agave e Poesie.<br />
Nel 1925 sottoscrisse il manifesto antifascista di Benedetto<br />
Croce. Fu uomo di molto prestigio per la dirittura<br />
morale e la grande conoscenza giuridica. Per onorarlo,<br />
nel 1959 Premosello assunse il suo cognome con decreto<br />
presidenziale.<br />
CHIOVENDA TITO, diplomatico<br />
Premosello 1877 - Domodossola 1949<br />
Figlio dell’avv. Pietro e di Leopolda Moglino. Dopo gli<br />
studi classici al Mellerio Rosmini e la laurea in giurisprudenza<br />
entrò nella carriera consolare ed ebbe l’inca-
ico di ministro plenipotenziario. Nel 1929 console generale<br />
a Francoforte, non essendo iscritto al P.N.F., dovette<br />
ritirarsi a vita privata. Ebbe l’incarico della «Lectura<br />
Dantis» alle Università di Basilea e di Francoforte. Fu<br />
anche brillante saggista, autore di versi dal titolo Mirtilli;<br />
amante della montagna, si rivelò provetto alpinista.<br />
CICOLETTI GIOVANNI, medico, benefattore<br />
Pieve Vergonte 1811 - ivi 1883<br />
Dopo gli studi classici e la laurea in medicina visse agiatamente<br />
beneficando i poveri, le istituzioni scolastiche<br />
e la Chiesa. Ai poveri del Comune lasciò la sua vistosa<br />
sostanza col nome di «Fondazione Cicoletti».<br />
CIOIA GIACOMO, diplomatico<br />
Malesco 1704 - Parigi 1758<br />
Di Francesco e Caterina Jacca. Studiò e visse a Parigi<br />
dove il padre e gli zii erano banchieri. Divenne agente<br />
di fiducia del Duca Francesco III di Modena che lo<br />
nominò poi ministro plenipotenziario presso il Re di<br />
Francia e suo rappresentante al congresso di Aquisgrana<br />
(1748). Con abilità e fine diplomazia ottenne al Duca<br />
la restituzione di rendite, beni e Stato da parte dell’imperatrice<br />
Maria Teresa.<br />
Divenne allora Gentiluomo di Camera, Consigliere di<br />
Stato e conte di Monzone e d’Acquaviva.<br />
CIOLINA GIOVANNI BATTISTA, pittore<br />
Toceno 1870 - ivi 1955<br />
Allievo della scuola di belle arti e del Cavalli si dedicò<br />
con successo a svariati generi di pittura e fu anche apprezzato<br />
acquafortista. Dopo essere stato a Lione per<br />
conoscere le espressioni dell’arte moderna fu presente<br />
alla Triennale di Milano. È noto specialmente per i suoi<br />
paesaggi e i ritratti conservati in collezioni private.<br />
CONTINI GIANFRANCO, filologo, critico letterario,<br />
italianista<br />
Domodossola 1912 - ivi 1990<br />
Figlio di Riccardo e di Maria Cernuscoli. Dopo brillanti<br />
studi classici presso il Mellerio Rosmini di Domodossola,<br />
si laureò con lode all’Università di Pavia. Specializzatosi<br />
in filologia a Torino e a Parigi, già nel 1938 insegnò<br />
filologia romanza nell’Università di Friburgo in<br />
Svizzera e diede alle stampe un commento alle Rime di<br />
Dante e altri scritti, rivelatori del suo talento. Presente<br />
in Ossola nel 1944, durante i «quaranta giorni di libertà»<br />
partecipò quale rappresentante del Partito d’Azione<br />
alle sedute del C.L.N, per la costituzione della Giunta<br />
e insieme con Carlo Calcaterra studiò una riforma<br />
scolastica. Nel dopoguerra ebbe cattedra di filologia romanza<br />
nelle Università di Firenze e di Pisa, docente indimenticabile<br />
e affascinante per i discepoli, consigliere<br />
per gli editori. Pubblicò, tra l’altro, Poeti del Duecento,<br />
l’Opera in versi di Montale e studi fondamentali su<br />
Dante, Petrarca, Boccaccio nonché Il Breviario di Ecdotica,<br />
Altri Esercizi, Ultimi Esercizi ed Elzeviri, La letteratura<br />
dell’<strong>It</strong>alia Unita. Filologo di conclamata rinomanza<br />
internazionale, seppe congiungere la filologia con la<br />
critica letteraria mediante la critica delle varianti e relativi<br />
principii e implicazioni. Ritornò ad abitare a Domodossola<br />
in seguito a grave malattia che non gli impedì<br />
di continuare l’attività intellettuale e gli studi sino<br />
al termine della sua vita. Fece pubblicare nei Rendiconti<br />
dell’Accademia Nazionale dei Lincei gli Statuti quattrocenteschi<br />
dei «disciplinati» del nostro borgo, scritti in un<br />
volgare, che definì «illustre». Con l’occasione catalogò i<br />
dialetti dell’Ossola definiti “un complesso lombardo-alpino<br />
su fondale di isoglosse piemontesi”.<br />
CUROTTI SlLVESTRO,<br />
medaglia d’oro al valor militare<br />
Vagna (Domodossola) 1920 - Oira di Nonio 1944<br />
Figlio di Amedeo e di Maria Bellardoni, imbianchino a<br />
Domodossola, nel 1940 artigliere alpino combattente<br />
sul fronte occidentale. Dopo l’8 settembre 1943 rientrò<br />
in Ossola e fece parte dei primi raggruppamenti partigiani,<br />
poi passò nella formazione «Beltrami» operante<br />
sul lago d’Orta. Sorpreso ad Oira e circondato da forze<br />
tedesche, resistette solo dentro una casa del paesetto per<br />
oltre quattro ore e non si arrese, ma quando vide esaurite<br />
le munizioni, serbò per sé l’ultima pallottola.<br />
DAVIA GIOVANNI ANTONIO, cardinale<br />
Bologna 1661 - Roma 1740<br />
Da genitori vicenesi nacque a Bologna nella prima metà<br />
del secolo XVII. Fu internunzio a Bruxelles, nunzio in Polonia<br />
ed a Colonia, arcivescovo di Tebe, vescovo di Rimini<br />
nel 1698 ed infine creato cardinale da Clemente XI.<br />
167
Davia Giovanni Antonio, Cardinale<br />
Bologna 1661 - Roma 1740<br />
Facchinetti Giov. Antonio, Papa Innocenzo IX<br />
Bologna 1519 - Roma 1591<br />
Della Silva Paolo jr., consultore, statista, storico e letterato<br />
Crevola 1691 - Milano 1789<br />
Fantonetti Giovan Battista, medico<br />
Pavia 1791 - Piedimulera 1861
DE ALBERTIS ALBERTO VITALE ANDREA,<br />
armatore, benefattore<br />
Vanzone 1703 - Arbon (Costanza) 1782<br />
Figlio di Bartolomeo e di Domenica Falcini. Trasferitosi<br />
con i genitori a Genova, da mozzo divenne proprietario<br />
di navi per il trasporto di merci dalle Indie, con profitti<br />
enormi. Fu consigliere commerciale del Vescovo di<br />
Costanza e lasciò alla confraternita della SS. Annunziata<br />
di Vanzone case, terreni e una notevole somma per i<br />
poveri e per l’istruzione religiosa.<br />
DE ANTONIS GIUSEPPE,<br />
avvocato, pubblico amministratore, benefattore<br />
Domodossola 1868 - ivi 1945<br />
Figlio del geom. Luigi De Antonis. Studi classici al Mellerio<br />
Rosmini e laurea in legge a Torino, avvocato penalista,<br />
sindaco di Domo, militante socialista al tempo<br />
di Turati, collaboratore del giornale L’indipendente.<br />
Presidente della Fondazione Galletti, ne arricchì il patrimonio<br />
numismatico e artistico. Durante la l a guerra<br />
mondiale presiedette l’opera di assistenza ai profughi<br />
dalle terre invase. Lasciò in beneficenza alla Parrocchia la<br />
sua casa e ai Padri Rosminiani la sua villa di Mattarella.<br />
DE AUGUSTINIS ENRICO AGOSTINO,<br />
politico, marchese<br />
Pecetto di Macugnaga 1737 - Vallese 1823<br />
Dopo gli studi entrò in diplomazia e fu membro del<br />
corpo diplomatico di Carlo III di Spagna poi membro<br />
della Dieta Generale e Presidente del Consiglio di Stato<br />
del Canton Vallese e per due volte Gran Balivo. Inaugurò<br />
la strada del Sempione nel 1805, in rappresentanza<br />
dei Vallesani.<br />
DE BACENO GASPARE e BALDASSARRE,<br />
condottieri di milizie ossolane<br />
Figli di Bernardino valvassore di valle Formazza vissuti<br />
fra i secoli XV-XVI. Durante la contesa tra Francesco<br />
I e Carlo V parteggiarono per i Francesi come il cognato<br />
Paolo della Silva e furono valorosi combattenti a Pavia<br />
e alla Rocca di Arona. In Ossola furono fieri avversari<br />
di Benedetto e Francesco Del Ponte sostenitori degli<br />
Spagnoli.<br />
DE BERNARDIS GIORGIO, scultore<br />
Buttogno 1606 circa - sconosciuta la data di morte<br />
Figlio di Giacomo Antonio e di Antonietta Mazzetta.<br />
La sua attività artistica iniziò intorno al 1630 e fino al<br />
1664 tenne bottega e scuola di intaglio a Domo in via<br />
Briona; poi forse si trasferì nei Vallese dove la sua presenza<br />
è attestata da suoi lavori. Fra le sue opere di maggior<br />
pregio ci sono l’altare ligneo e lo splendido armadio<br />
di sacrestia della parrocchiale di Seppiana, il grande<br />
crocifisso della collegiata di Domo, le porte della chiesa<br />
di Croveo e di Seppiana.<br />
DE GIORGI GIUSEPPE, pittore e fotografo<br />
Ceppo Morelli 1870 – Vanzone 1946<br />
Emigrato a Bordeaux presso la sorella, seguendo l’inclinazione<br />
partecipò a un corso di preparazione all’arte decorativa<br />
secondo modelli proposti nelle Accademie, ma<br />
soprattutto fu autodidatta. Rientrato in <strong>It</strong>alia mantenne<br />
contatti con la Francia e particolarmente con l’Alta<br />
Savoia dove lavorò nel decennio 1920-30. Precedentemente<br />
aveva realizzato alcune tele per chiese e oratori<br />
della sua valle Anzasca, dell’Ossola e del Novarese. Verso<br />
gli inizi del 1930 aprì bottega a Macugnaga attuando<br />
il legame tra pittura e fotografia e stringendo rapporti<br />
con pittori della valle e frequentatori di essa, alcuni dei<br />
quali specialisti in arte sacra. Attinse appunti dai grandi<br />
maestri del passato riproponendoli nelle volte delle<br />
chiese di Vanzone, Piedimulera e poi Vogogna. Durante<br />
il periodo della sua attività si avvalse della fotografia<br />
per procurarsi modelli di abitanti della valle, da utilizzare<br />
nelle figure di personaggi biblici e figure allegoriche.<br />
In seguito dipinse paesaggi montani e scattò fotografie<br />
di luoghi pittoreschi che furono oggetto di cartoline<br />
e stampe, fotografie di persone, base di ritratti su<br />
tela emulsionata.<br />
DELL’ANGELO GIOVANNI BATTISTA,<br />
naturalista, benefattore<br />
Parigi 1834 – Craveggia 1911<br />
Figlio di Gian Giacomo e di Maria Cottini residenti in<br />
Francia per attività commerciali. Ricco per eredità paterna,<br />
si dedicò allo studio delle scienze naturali e divenne<br />
raccoglitore di fossili e minerali di pregio cui aggiunse<br />
una sezione di ornitologia. Donò alla Fondazione<br />
Galletti il tutto, da lui scientificamente catalogato<br />
perché servisse agli studiosi ossolani. Compilò anche un<br />
catalogo delle famiglie craveggesi con la loro genealo-<br />
169
gia. Beneficò l’Asilo infantile e lasciò una borsa di studio<br />
per il migliore alunno delle elementari del paese.<br />
Fece costruire una fontana pubblica e collaborò al progetto<br />
della realizzazione della ferrovia Vigezzina.<br />
DELLA SILVA PAOLO, condottiero<br />
Crevola 1476 - ivi 1536<br />
Figlio di Giovanni Antonio e di Dorotea Morone, entrò<br />
giovanissimo nella milizia del condottiero G. Trivulzio<br />
al servizio del Re di Francia e prese parte alle guerre<br />
contro la Spagna per il possesso del ducato di Milano.<br />
Dopo la battaglia di Marignano, fu custode della piazzaforte<br />
di Cremona e il 14 maggio 1516 fu nominato<br />
cittadino onorario di quella città. Nel 1518 lo fu di Milano<br />
e di Pavia. Morto il Trivulzio (1518) e nonostante<br />
la sconfitta dei Francesi (1525) egli difese l’Ossola dagli<br />
Spagnoli e poi riparò a Parigi. Nel 1526 fece parte<br />
della spedizione francese a Roma in difesa di Clemente<br />
VII il quale lo creò Conte Palatino e Barone Romano.<br />
Tornato a vivere nel castello di Crevola si dedicò a<br />
opere di beneficenza e di fede facendo affrescare la chiesa<br />
parrocchiale di Crevola e la Madonna della Neve di<br />
Domodossola. Diede avvio alla costruzione del palazzo<br />
Silva (su area di famiglia nel borgo di Domo) in stile<br />
rinascimentale.<br />
DELLA SILVA PAOLO JUNIOR,<br />
consultore, statista, storico e letterato<br />
Crevola 1691 - Milano 1789<br />
Figlio del nobile Marc’Antonio e di Elena Denti. Studi<br />
classici a Milano e laurea in giurisprudenza a Pavia.<br />
Ricusata la carriera militare, tradizionale in famiglia, fu<br />
avvocato pubblico della città di Milano e libero professionista,<br />
difensore dei privilegi dell’Ossola che venne<br />
esentata da tasse catastali. Nel 1755 Capitano di Giustizia<br />
a Cremona, nel 1760 Presidente del Supremo Consiglio<br />
di Giustizia a Mantova e Capo della Giunta del<br />
Vice Governo. Nel 1760 Consigliere intimo di Stato<br />
di Maria Teresa, che lo incaricò di trattare con Venezia<br />
un’annosa questione sull’uso delle acque di risorgiva ai<br />
confini dei due Stati. Nel 1763 fu Consultore del Governo<br />
Generale di Lombardia. Scrisse in latino trattati<br />
di giurisprudenza, la storia dei fatti e del costume della<br />
Milano dei suoi tempi, la storia dell’Ossola a continua-<br />
170<br />
zione di quella del Capis e la storia della sua famiglia,<br />
opere tutte inedite.<br />
DEL LONGO BRAGGIO IDA,<br />
cronista, benemerita CRI<br />
Domodossola 1879 - ivi 1965<br />
Insegnò in scuole elementari dell’Ossola poi economia<br />
domestica alla professionale «Galletti». Animatrice e<br />
promotrice di iniziative sociali, nel 1919 ebbe la medaglia<br />
d’oro dal Comune di Domo per aver diretto l’ufficio<br />
notizie e ricerche di militari prigionieri durante la<br />
guerra 1915-18 e dal Ministro della Guerra quella d’argento<br />
con uguale motivazione. Nel 1935 fondò il gruppo<br />
domese Crocerossine volontarie. Fu anche cronista<br />
per un cinquantennio di ogni episodio lieto e triste della<br />
vita cittadina e ossolana e inoltre custode delle tradizioni<br />
e parte attiva in ogni comitato benefico, madrina<br />
degli alpini dell’Ossola. Nel 1944 collaborò con la<br />
Giunta Provvisoria di Governo in campo assistenziale.<br />
Il volumetto Piccolo mondo Ossolano raccoglie il meglio<br />
della sua attività giornalistica.<br />
DELL’ORO ARTURO, medaglia d’oro al valor militare<br />
Vallenar di Atocama (Cile) 1896 - Belluno 1917<br />
Figlio di Alessandro. Studiò in <strong>It</strong>alia diplomandosi all’Istituto<br />
Feltrinelli di Milano. Volontario in aeronautica<br />
nel 1915 ottenne il brevetto di pilota e partecipò ad<br />
azioni belliche nel Trentino, nel Tirolo, a Vipacco guadagnando<br />
la medaglia d’argento (1916). Nel 1917 conseguì<br />
il brevetto su apparecchi da caccia e dopo molte<br />
audaci imprese si lanciò contro un velivolo nemico che<br />
abbatté urtandolo con il proprio e precipitando a sua<br />
volta, consapevole del sacrificio.<br />
DE MAURIZI GIOVANNI BATTISTA,<br />
storico dell’Ossola, sacerdote<br />
Re 1875 - Premia 1939<br />
Figlio di Antonio e di Maria Giovanna Cerioli. Pastorecontadino<br />
entrò in seminario diciottenne. Ordinato sacerdote<br />
nel 1908 , coadiutore a S. Maria Maggiore iniziò<br />
subito le sue ricerche storiche negli archivi della Valle e<br />
l’anno dopo pubblicò una storia documentata sul miracolo<br />
di Re e le vicende del santuario fino ai suoi giorni.<br />
Nel 1910 pubblicò Appunti di storia vigezzina segui
ti da La valle Vigezzo corredate da biografie vigezzine<br />
di dieci illustri personaggi. La Guida della valle Vigezzo<br />
(1911) lo fece conoscere per le notizie storiche, artistiche,<br />
scientifiche e di interesse turistico. Negli anni<br />
della Grande Guerra fu soprattutto vicino alle famiglie<br />
con figli al fronte. Resse poi le parrocchie di Trontano<br />
e quella di Montescheno in valle Antrona. Nel 1919<br />
scrisse la storia di Montescheno comprendente gli statuiti<br />
e gli ordinamenti (1519) di quella comunità. Suggeritore<br />
e fautore di enti associativi e mutue per il bene<br />
dei parrocchiani, si interessò anche delle miniere d’oro,<br />
argento, ferro di valle Antrona che descrisse in un articolo<br />
per il bollettino del C. A. I. (1923). Nel 1924, parroco<br />
a Premia, avviò studi sui De Rodis Baceno e sugli<br />
statuti di quella comunità. Nel 1927 pubblicò Le valli<br />
Antigorio e Formazza e fra il 1928 e il 1931 S. Maria<br />
Maggiore e Crana, II nuovo Comune di Craveggia, Buttogno<br />
in valle Vigezzo. Preparò uno studio su Villadossola<br />
(manoscritto) e collaborò al Bollettino storico per la Provincia<br />
di Novara, all’Archivio storico della Svizzera <strong>It</strong>aliana<br />
e accettò l’incarico della S.E.O. di scrivere l’apprezzatissima<br />
guida L’Ossola e le sue valli. Fu membro della<br />
Regia Accademia delle Scienze di Torino ma, privo di<br />
contributi economici, non pubblicò le numerosissime<br />
notizie che aveva continuato a raccogliere e che in parte<br />
fortunatamente finirono nell’archivio di «Oscellana».<br />
DEL PONTE BENEDETTO,<br />
condottiero di milizie ossolane<br />
Domodossola 1430 - ivi 1537<br />
Figlio del conte palatino Giovanni Battista. Studiò lettere<br />
e giurisprudenza ma preferì fare il condottiero di<br />
milizie per conto degli Sforza e degli Spagnoli. Dopo alterne<br />
vicende, in seguito alla vittoria di Carlo V, fu nominato<br />
luogotenente del conte Borromeo per l’Ossola<br />
e responsabile della Banca Civile e Criminale, carica lucrosa<br />
e ambita.<br />
DE PIETRI (DE PETRIS) PIETRO, pittore<br />
S. Rocco di Premia 1663 - Roma 1716<br />
Figlio di Giovanni Antonio e di Caterina Pezetta. Adolescente<br />
emigrò a Roma dove si dedicò al disegno e là<br />
divenne pittore di fama ottenendo la protezione di Clemente<br />
XI Albani che gli commissionò alcuni dipinti<br />
(noto un affresco in S. Clemente). Decorò anche palaz-<br />
zi della nobiltà (Pallavicino). Personaggi illustri e ambasciatori<br />
stranieri durante i loro soggiorni romani furono<br />
suoi committenti di quadri e incisioni. Invitato in Inghilterra<br />
non accettò. Fu ammirato per l’armonia delle<br />
grandi composizioni e la soavità delle figure femminili.<br />
DE REGIBUS LUCA, professore universitario<br />
Vogogna 1895 – Genova 1969<br />
Figlio di Pio e di Angiolina Innocenti. Studi classici e<br />
laurea in lettere a Torino con specializzazione in filologia<br />
classica; dopo la parentesi militare, nel 1922 si laureò<br />
anche in legge. Preside del Ginnasio-Liceo a Novara.<br />
Tra il 1934-1936 fu Consigliere Nazionale, nel 1940<br />
divenne titolare di storia romana a Genova e poi Preside<br />
della facoltà di lettere e filosofia. Lasciò numerose pubblicazioni<br />
di storia romana in parte a cura dell’Ateneo<br />
genovese. Il fratello maggiore don Adalgiso, sacerdote<br />
laureato in lettere, preside del liceo classico a Novara e<br />
dell’Istituto Magistrale di Bobbio di Val Trebbia, raccolse<br />
notizie di storia vogognese e pubblicò brevi cenni<br />
sui fatti del 1798.<br />
DE RODIS GUIDO, feudatario di Premia, benefattore<br />
Nel 1250 fece costruire a proprie spese la chiesa di S.<br />
Michele di Premia e all’interno il sepolcreto di famiglia.<br />
Di lui resta il ritratto in un medaglione incastonato nella<br />
parete in cornu epistulae.<br />
DI SALVATORE NINO,<br />
artista, maestro del design italiano<br />
Verbania Pallanza 1924 – Milano 2001<br />
Frequenta il liceo artistico a Milano ma è affettivamente<br />
legato a Domodossola dove vivono i suoi genitori e<br />
dove torna sempre. Studia i capolavori dell’arte e nel<br />
1948 approda all’astrattismo. Nel 1949 apre una scuola<br />
di belle arti a Domodossola alla quale fa seguito quella<br />
di Novara. Introduce materie nuove quali ‘psicologia<br />
della forma’ e ‘filosofia dell’estetica’. Aderisce al MAC,<br />
il movimento di arte concreta che ha come esponenti<br />
Munari, Soldati, Dorfles e altri maestri. Nel 1954 si<br />
trasferisce a Milano dove apre con felice intuito la prima<br />
scuola di design industriale da lui diretta con maestrìa<br />
fino al 1998. Ad essa si iscrissero in numero grandissimo<br />
studenti italiani e stranieri ai quali egli insegnò<br />
fisiologia e scienza della visione, affidando a rinomati<br />
maestri le altre materie nuove. La sua scuola ottenne la<br />
171
Medaglia d’oro della X Triennale Internazionale di Milano,<br />
il Compasso d’oro dell’Adi. Si distinse per la ricerca<br />
di nuove sperimentazioni, coltivò la pittura astrattogeometrica<br />
con successo, espose sue opere alla Biennale<br />
di Venezia, alla Triennale di Milano e al Moma di New<br />
York, commentate con favore da critici italiani e stranieri,<br />
citato nei testi di storia dell’arte moderna. Sono<br />
da ricordare le sue felici intuizioni nel rapporto tra geometria,<br />
pittura e musica. Sul finire degli anni Novanta<br />
“La Fabbrica” di Villadossola ospitò una mostra antologica<br />
delle opere del Maestro che volle essere presente a<br />
spiegare e illustrare il significato della sua ricerca pittorica<br />
ai molti visitatori accorsi.<br />
ERBA GIUSEPPE BARTOLOMEO,<br />
matematico, benefattore<br />
Domodossola 1819 - Torino 1895<br />
Figlio del banchiere Giuseppe e di Maria Azzari figlia<br />
dello sfortunato cospiratore Giuseppe Antoni. Dopo gli<br />
studi classici nelle scuole melleriane si laureò nel 1841<br />
al Politecnico di Torino con il plauso del celebre matematico<br />
Plana e nello stesso anno conseguì il diploma<br />
di architetto. Nel 1848 fece parte della Guardia Nazionale<br />
a capo degli <strong>Ossolani</strong> residenti nella capitale piemontese.<br />
Nel 1850 ebbe nell’Ateneo Torinese la cattedra<br />
di calcolo infinitesimale. Nel 1857 passò alla cattedra<br />
di Meccanica razionale che tenne fino al 1891 e per<br />
qualche tempo fu Rettore Magnifico. Progettò palazzi<br />
(Palazzo Mogni in Domodossola e Villa Franzi in Pallanza)<br />
e chiese. Profuse ingenti somme in beneficenza<br />
ma volle mantenere l’anonimato.<br />
FACCHINETTI GIOV. ANTONIO,<br />
Papa Innocenzo IX<br />
Bologna 1519 – Roma 1591<br />
Dopo studi ecclesiastici e giuridici brillanti, fu segretario<br />
del Papa Paolo III Farnese che lo promosse governatore<br />
di Parma. Partecipò al Concilio di Trento, di là<br />
il Papa Pio V Ghislieri lo mandò ambasciatore a Venezia<br />
per porre le basi di quella alleanza fra Stati Cristiani<br />
che vinse a Lepanto la flotta dei Turchi. Creato Cardinale,<br />
portò a termine delicati incarichi diplomatici. Nel<br />
1591 fu eletto Papa e scelse il nome di Innocenzo IX.<br />
Non riuscì ad effettuare le riforme che aveva progettato<br />
perché morì dopo due soli mesi di pontificato.<br />
172<br />
FACINI BENEDETTO, medico, benefattore<br />
Domodossola 1741 - ivi 1826<br />
Figlio del giureconsulto Martino e di Teresa Cairati,<br />
laureato in medicina presso l’Università di Pavia esercitò<br />
a Domo la professione medica. Sopraintendente alla<br />
sanità e medico dell’Ospedale S. Biagio fino al 1809,<br />
dove ebbe in cura i militari napoleonici e italici. Lasciò<br />
le proprie cospicue sostanze e quelle avute dal fratello<br />
Giuseppe (1739-1805 già Capitano delle milizie<br />
paesane e giudice-pretore di S. Maria Maggiore) per la<br />
costruzione del ricovero di vecchiaia e mendicità e al<br />
Comune di Domo una notevole somma per pagare un<br />
maestro elementare.<br />
FALCIONI ALFREDO, Senatore, ministro<br />
Cuzzego (Beura Cardezza) 1868 - Ghiffa 1936<br />
Figlio di Giovanni e di Giuditta Moro. Studi classici<br />
e laurea in legge a Torino, avvocato a Domo, deputato<br />
al Parlamento dal 1900, Sottosegretario agli Interni,<br />
membro della delegazione internazionale del Sempione<br />
a Berna, Ministro dell’agricoltura, Ministro di Grazia<br />
e Giustizia, Presidente della Commissione Internazionale<br />
degli stupefacenti. Nel 1925 si ritirò a vita privata<br />
e fu nominato consigliere delegato della Edison e<br />
della Gondrand. Nel 1929 fu eletto senatore per nomina<br />
regia. Diresse con il fratello avvocato Ernesto il giornale<br />
L’Ossola.<br />
FALCIONI GIOVANNI, avvocato, politico<br />
Domodossola 1916 – ivi 2003<br />
Figlio dell’avvocato Ernesto e di Maria Rapetti.<br />
Brillanti studi classici al Mellerio Rosmini e universitari<br />
a Milano conclusi lodevolmente con laurea in giurisprudenza.<br />
Praticante presso lo studio legale paterno,<br />
nel 1942 come Ufficiale del Commissariato militare<br />
prese parte alla campagna di Russia nell’ARMIR –<br />
Divisione Ravenna. Durante la Repubblica dell’Ossola<br />
fu assessore nella giunta cittadina, di nomina del CLN,<br />
quale esponente del P.L.I. Coadiuvò il giudice straordinario<br />
avv. Vigorelli nella sorveglianza del campo di<br />
concentramento di Druogno. Membro responsabile del<br />
partito liberale provinciale, fu sindaco di Domodossola<br />
negli anni Sessanta. Svolse l’attività professionale con<br />
pieno successo e fu per un decennio presidente stimato<br />
e capace della Banca Popolare di Intra.
FALCIONI GIOVANNI BATTISTA, ingegnere<br />
Cuzzego (Beura Cardezza) 1839 - Udine 1899<br />
Figlio di Giuseppe e Linda Porazzi. Studi classici al Collegio<br />
Mellerio Rosmini di Domodossola, laurea in ingegneria<br />
al Politecnico di Torino nel 1865. Nel 1866 il<br />
ministro Quintino Sella gli affidò la cattedra di meccanica<br />
all’Istituto tecnico di Udine, città da poco entrata a<br />
far parte del Regno d’<strong>It</strong>alia. Esercitò anche la libera professione<br />
progettando asili, chiese, scuole, officine per il<br />
Friuli e diresse la Esposizione Friuliana nel 1883. Pubblicò<br />
opere di divulgazione scientifica.<br />
FANTONETTI GIOVAN BATTISTA, medico<br />
Pavia 1791 – Piedimulera 1861<br />
Da genitori di valle Anzasca, laureato in medicina e chirurgia<br />
all’Università di Pavia vi insegnò patologia e chimica.<br />
Trasferitosi a Milano esercitò la professione medica<br />
con successo. Nel 1836 pubblicò le Effemeridi delle<br />
scienze mediche che lo fecero stimare anche all’estero.<br />
Diresse a Venezia un’importante pubblicazione medica<br />
e tradusse e commentò opere mediche straniere. Fu<br />
membro di accademie europee. Tornato in Ossola ed<br />
eletto presidente del Consiglio Provinciale, promosse lo<br />
sfruttamento delle miniere aurifere. Lasciò la propria<br />
biblioteca alla città di Domodossola.<br />
FARINA GIOVANNI MARIA, industriale<br />
Santa Maria Maggiore 1685 - Colonia 1766<br />
Emigrato a Colonia presso congiunti produsse e diffuse<br />
l’«acqua admirabilis» usando la formula, avuta dal vigezzino<br />
Feminis con il nome Johan Maria Farina gegenüber<br />
dem Julichsplatz-Koeln. Nel 1742 comparve sulle<br />
confezioni la dicitura in francese Eau de Cologne e la<br />
diffusione in tutto il mondo procurò fama e ricchezza a<br />
lui, ai suoi successori, e dal 1877 alla casa Roger et Gallet<br />
di Parigi che ne acquistò i diritti.<br />
FEMINIS GIOVANNI PAOLO,<br />
inventore dell’acqua di Colonia, benefattore<br />
Crana 1670 circa - Colonia 1736<br />
Emigrato presso parenti a Magonza, imparò l’arte dell’erborista<br />
e a Colonia fabbricò un’acqua odorosa chiamata<br />
«aqua admirabilis» che mise in commercio dal<br />
1727. Contribuì con ingenti somme alla costruzione<br />
della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maggiore, del-<br />
la casa comunale, di un oratorio a Crana, di una scuola<br />
per i ragazzi del paese. Trasmise la formula dell’acqua<br />
di colonia ai conterranei Giovanni Antonio e Giovan<br />
Maria Farina.<br />
FERINO PIETRO MARIA, generale<br />
Craveggia 1747 - Parigi 1816<br />
Avviato al commercio dal padre uomo d’affari a Parigi,<br />
preferì scegliere la carriera militare. Combatté valorosamente<br />
al servizio della Francia repubblicana e poi nell’esercito<br />
imperiale di Napoleone che lo promosse generale<br />
e Grand’Ufficiale della Legion d’onore. Anche Luigi<br />
XVIII lo onorò con pari grado.<br />
FERRARI BALDASSARRE, cavaliere di Malta<br />
Sec. XVI<br />
Appartenente alla illustre famiglia domese dei Ferrari.<br />
Il 14 aprile 1580 venne iscritto nel ruolo generale dei<br />
Cavalieri italiani dell’Ordine di Malta presso il Gran<br />
Priorato di Lombardia e assegnato alla casa generalizia.<br />
Rimpatriò nel 1586 con speciale licenza del Gran Maestro<br />
Ugo Daubex De Verdala per gravi motivi di famiglia.<br />
Fu caro a Papa Innocenzo IX che gli rivolse lettere<br />
amichevoli (in particolare quella dell’11-2-1589). In<br />
Domo il cav. Ferrari aveva una sua Corte con uomini<br />
d’armi pronti a intervenire a difesa della giusta causa e<br />
della chiesa, ma non per conflitti politici. Invitato dal<br />
Podestà di Mattarella a intervenire nelle lotte politiche,<br />
oppose netto rifiuto. Promosse con i fratelli e i consanguinei<br />
l’erezione di una confraternita (del S. Cordone)<br />
a scopi benefici presso la chiesa di S. Francesco di<br />
Domo nella quale era il sepolcreto dei Ferrari indicato<br />
con otto F. (Fratres Ferrarii Franciscanae Fraternitatis<br />
Familiae Ferrariae Fecerunt Fieri).<br />
FERRARIS ADOLFO SEBASTIANO, storico<br />
Pontemaglio di Crevola 1901 - Domodossola 1954<br />
Figlio di Giulio e di Maria Ferraris, studi classici al Mellerio<br />
Rosmini e laurea in lettere e filosofia all’Università<br />
di Torino. Insegnò per qualche anno; scelta la carriera<br />
amministrativa, fu titolare della segreteria dell’ospedale<br />
S. Biagio di Domo. Coltivò gli studi storici e con profonda<br />
competenza portò a termine la Bibliografia Ossolana,<br />
opera indispensabile, frutto di ricerche impegnative.<br />
Collaborò al Bollettino storico per la Provincia di<br />
173
Feminis Giovanni Paolo, inventore dell’acqua di Colonia e benefattore<br />
Crana 1670 (circa) - Colonia 1736<br />
Ferrari Baldassarre, Cavaliere di Malta<br />
secolo XIV<br />
Ferino Pietro Maria, Generale<br />
Craveggia 1747 - Parigi 1816<br />
Guattani Carlo, chirurgo e archiatra pontificio<br />
Pontegrande 1709 - Roma 1773
Novara e ai giornali locali con argomenti vari. Pubblicò<br />
Novelle e leggende ossolane (1927), L’Ospedale di S. Biagio<br />
con appendice di pergamene inedite (1935), e La<br />
Società di Mutuo soccorso e istruzione fra Operai di Domo<br />
(1937). Usò Io pseudonimo Adolfo da Pontemaglio.<br />
FIZZOTTI GERMANA, giornalista, scrittrice<br />
Parigi 1911 – Domodossola 2003<br />
Trasferitasi con i genitori a Domodossola, fu impiegata<br />
di buon livello in una casa di spedizioni. Iscritta all’albo<br />
dei giornalisti dal 1947, acquistò notorietà come<br />
collaboratrice del Risveglio Ossolano e di alcune riviste<br />
con saggi e novelle. Coltivò amicizie con persone di cultura<br />
fra le quali Virginia Galante Garrone (sorella dei<br />
più noti Alessandro e Carlo) che scrisse la prefazione<br />
del suo romanzo autobiografico La casa del buon Dio<br />
stampato nel 1985. Nel 1978 era già uscito il suo testo<br />
di accompagnamento ai disegni di Remy Paggi, raccolte<br />
nel volume Dal Sempione al Lago Maggiore, mentre<br />
nel 1983 aveva dato alle stampe Valle Anzasca nel passato<br />
e nel presente. Con il suo ultimo lavoro Centonovantatré<br />
cassette del 1990 ricorda scene del passato e il fratello<br />
Piero.<br />
FORNARA CARLO, pittore<br />
Prestinone di Craveggia 1871 – ivi 1968<br />
Figlio di Giuseppe Antonio e di Anna M. Nicolai, fu allievo<br />
del Cavalli che lo accostò alla grande pittura veneta<br />
e fiamminga e alla moderna maniera degli Impressionisti<br />
francesi. Ventenne mandò un suo quadro, La<br />
bottega del calderaio, alla Triennale di Milano e ottenne<br />
successo. Incontrò Segantini e come lui usò la tecnica<br />
divisionista. Soggiornò e lavorò a Parigi e dal 1922<br />
si stabilì a Prestinone per dipingere in solitudine, senza<br />
più partecipare a esposizioni nonostante i molti riconoscimenti.<br />
Lasciò una vasta e ammirata produzione.<br />
La luce è protagonista dei suoi dipinti dedicati alla valle<br />
nativa studiata in ogni aspetto, in ogni stagione, in ogni<br />
ora del giorno e realizzata con rara magistrale efficacia.<br />
FORNARI GIOVANNI ANTONIO,<br />
giardiniere, benefattore<br />
Bannio, inizio sec. XVII - Roma, fine sec. XVII<br />
Emigrato a Roma come tanti compaesani, divenne capo<br />
giardiniere del Vaticano e poi maestro di Casa del Papa<br />
Innocenzo X che lo creò Conte Palatino. Desideroso<br />
di rendersi utile verso i suoi conterranei di valle Anzasca<br />
assicurò vitto, alloggio e lavoro a quanti si recassero<br />
in cerca di occupazione nella città eterna affidandoli<br />
alla Confraternita della S.S. Trinità. La discendenza del<br />
Fornari “romani” si estinse nel 1875 dopo aver tenuto<br />
per alcune generazioni la custodia e la cura dei giardini<br />
vaticani.<br />
FRADELIZIO GIOVANNI BATTISTA, benefattore<br />
Trontano 1793 - Parigi 1859<br />
Figlio di Leonardo e di Domenica Bariletta, lavorò a<br />
Parigi nella fumisteria dello zio di cui fu l’erede. Per la<br />
sua intraprendenza divenne fumista esclusivo dei Castelli<br />
reali di Fontainebleu e di S. Claud e impresario generale<br />
di tutte le caserme di Parigi, con enorme vantaggio<br />
economico. Non dimenticò il suo paese dove tornava<br />
volentieri. Alla sua generosità si devono la scuola<br />
femminile, le fontane d’acqua potabile e buona parte<br />
della prima strada carrozzabile fra Trontano e la piana<br />
di Domodossola.<br />
GALLETTI GIAN GIACOMO,<br />
finanziere, benefattore<br />
Bognanco 1789 - Parigi 1873<br />
Figlio di Giacomo e di Domenica Giovangrande, manovale<br />
poco più che dodicenne nella costruenda strada<br />
napoleonica del Sempione; merciaio ambulante in<br />
Svizzera, affermato commerciante a Milano, infine banchiere<br />
a Parigi e socio dei Rothschild. Lasciò le proprie<br />
enormi sostanze ai comuni di Domo e di Bognanco<br />
e ancora vivente diede un considerevole anticipo alla<br />
Fondazione a lui intestata (1869). A sue spese furono<br />
costruiti la strada Domo-Bognanco, il teatro Galletti,<br />
edifici scolastici a Bognanco. Procurò inoltre l’assistenza<br />
medica gratuita per i suoi compaesani. Con i suoi lasciti<br />
furono comprati il palazzo S. Francesco e il palazzo<br />
Silva, terreni al Gibellino ed edificata e finanziata la<br />
scuola per artigiani a lui intitolata. Gli <strong>Ossolani</strong> lo elessero<br />
deputato al Parlamento nel 1872.<br />
GENNARI LUCIANO,<br />
letterato, amministratore pubblico<br />
Parigi 1892 - Lanzo Torinese 1979<br />
Figlio di Giovanni Battista e di Annetta Zanni, vigez-<br />
175
zini proprietari a Parigi della nota Casa Ponti-Gennari.<br />
Studiò lettere alla Sorbona, insegnò letteratura francese<br />
a Milano e a Parigi tenne un corso sul romanzo italiano<br />
dell’Ottocento. Fondò e diresse in <strong>It</strong>alia la rivista Arte e<br />
Vita. Fece parte del movimento cattolico francese, amico<br />
di Maritain e di Claudel. Drammaturgo, critico e<br />
saggista sulla lingua italiana e francese, scrisse Il romanzo<br />
di una Valle dedicato anche alle celebrità vigezzine,<br />
alla parentesi della guerra partigiana e a sue vicende personali.<br />
Si interessò alla vita della val Vigezzo come consigliere<br />
comunale di Santa Maria Maggiore e come presidente<br />
di opere altamente benefiche per la Valle, sull’esempio<br />
dei molti emigrati vigezzini.<br />
GENTINETTA GIOVANNI, politico<br />
Vagna 1817 - Domodossola 1900<br />
Figlio di Giovanni e di Maria Lorenzetti, studiò nel Collegio<br />
Mellerio di Domo poi, dedicatosi al commercio,<br />
guadagnò un’ingente fortuna. Promotore della Società<br />
Operaia procurò lavoro ai concittadini facendo dissodare<br />
vasti terreni incolti alla Siberia, alle Nosere e sul<br />
versante sud del colle di Mattarella favorendo la frutticoltura<br />
e la piscicoltura. Sindaco di Domo dal 1867 al<br />
1871, consigliere provinciale e poi deputato al Parlamento<br />
dal 1873 al 1890. Ispiratore ed esecutore del testamento<br />
di G.G. Galletti, amico dello statista francese<br />
Leon Gambetta, fin da giovane fu iscritto al partito<br />
mazziniano.<br />
GIAVINA PIETRO MARIA,<br />
archiatra pontificio, benefattore<br />
Domodossola 1722 - Roma 1779<br />
Figlio del chirurgo Francesco e di Antonia Grazioli.<br />
Esercitò la professione del chirurgo presso l’Ospedale<br />
di S. Spirito in Roma pertanto fu promosso di archiatra<br />
di Clemente XIII e di Pio VI che gli fece erigere nella<br />
chiesa di S. Spirito un monumento funerario. Lasciò<br />
i suoi beni in Ossola all’Ospedale S. Biagio e quelli romani<br />
all’Ospedale di S. Spirito.<br />
GIOIA GIACOMO, industriale, benefattore<br />
Ceppo Morelli 1842 - Firenze 1907<br />
Figlio di Giuseppe e di Maria Piccoli, garzone a Firenze,<br />
poi proprietario di una bottega di lattoniere. Per primo<br />
introdusse in <strong>It</strong>alia macchinari appositi per la fabbrica-<br />
176<br />
zione di barattoli in latta battendo la concorrenza straniera.<br />
Fornì all’esercito scatole per carne, con notevole<br />
guadagno. Lasciò un generoso legato alla Congregazione<br />
di carità di Ceppo Morelli.<br />
GIROLA UMBERTO,<br />
impresario, benefattore<br />
Milano 1887 - ivi 1940<br />
Ossolano d’adozione, sposò un’ossolana, a Domo fissò<br />
la residenza ed ebbe l’Ossola come campo delle sue<br />
prime attività (centrali di Formazza, serbatoi del Kastel<br />
e del Toggia, galleria dei condotti della centrale di Calice).<br />
L’impresa Girola da ossolana e nazionale divenne<br />
internazionale dando lavoro principalmente a generazioni<br />
di <strong>Ossolani</strong>. Fu generoso benefattore dell’Ospedale<br />
S. Biagio.<br />
GROLLI FILIPPO, avvocato, politico<br />
Vogogna 1741 – ivi 1798<br />
Figlio del dottore in legge Pietro e di Angela M. Innocenti.<br />
Laurea in giurisprudenza a Pavia. In Vogogna<br />
esercitò la professione legale con successo. Sposò<br />
Giovanna Pizzardi ved. Zaretti, i cui figli aderirono alle<br />
nuove idee venute dalla Francia sull’esempio del patrigno<br />
Filippo. Uomo di notevole ascendente politico,<br />
nella primavera del 1798 fu proclamato capo dei democratici<br />
repubblicani del borgo. Durante l’occupazione<br />
da parte degli insorti piemontesi e dei militari della<br />
Cisalpina della sponda occidentale del lago Maggiore,<br />
e poi dell’Ossola, primo passo verso la proclamazione<br />
della repubblica in Piemonte, fu presidente della Municipalità<br />
vogognese e Commissario interinale delle due<br />
Ossole. Dopo la sconfitta dei “giacobini” nella battaglia<br />
di Ornavasso (22 aprile 1798), non adeguatamente<br />
sostenuti dalla Repubblica Cisalpina per intrighi politici,<br />
il Grolli fu catturato in seguito a delazione e, per<br />
sentenza emessa a Casale Monferrato dal regio tribunale<br />
militare, ed eseguita in Vogogna il 30 aprile mediante<br />
fucilazione a esempio e ammonimento ai suoi concittadini.<br />
La repressione costò la vita ad altri 64 insorti,<br />
fucilati a Domodossola il 28-29-30 aprile 1798 e al<br />
vogognese Giulio Albertazzi fucilato a Pallanza. Così si<br />
concluse il moto insurrezionale che mirava all’annullamento<br />
dei privilegi feudali e a maggiori libertà per la<br />
borghesia.
GUALIO GIULIO, scultore<br />
Antronapiana 1632 - ivi 1712<br />
Allievo del maestro De Bernardis con laboratorio in<br />
via Briona, attivo nell’Ossola e in Valsesia, fu autore di<br />
splendide opere lignee di carattere religioso.<br />
GUATTANI CARLO, chirurgo, archiatra pontificio<br />
Pontegrande di Bannio Anzino 1709 - Roma 1773<br />
Studi classici e poi di medicina e chirurgia a Roma. Primario<br />
negli Ospedali di S. Spirito e S. Gallicano (1741),<br />
nel 1751 fu nominato archiatra pontificio da Benedetto<br />
XIV. In Francia approfondì i suoi studi di chirurgia e<br />
divenne abile nell’eseguire l’esofagotomia, che descrisse<br />
in latino. Si recò per studi in Inghilterra e in Germania<br />
e al rientro in <strong>It</strong>alia soggiornò a Bannio. Fu medico<br />
di fiducia di Clemente XIII e Clemente XIV e socio<br />
delle Accademie di Parigi. Roma lo onorò con un monumento.<br />
GUBETTA GIACOMO, medico, storico<br />
Parigi 1823 - Craveggia 1893<br />
Figlio di Carlo Bartolomeo e di Antonia Mozzanino.<br />
Dopo gli studi classici a Domo e a Pavia ritornò a Parigi<br />
dove nel 1847 conseguì la laurea in medicina, convalidata<br />
dall’Università di Torino. Esercitò la professione<br />
medica nella sua valle Vigezzo, fu consigliere provinciale<br />
e scrisse Le memorie antiche e moderne di Craveggia.<br />
GUGLIELMI FRANCESCO E PASQUALE,<br />
benefattori<br />
Francesco: Crodo 1793 - ivi 1864<br />
Figlio di Giuseppe e di Maria Amodei, divenne sacerdote<br />
e visse a Crodo beneficando i poveri, le patrie istituzioni<br />
e la chiesa parrocchiale.<br />
Pasquale: Crodo 1801 - ivi 1866<br />
Fratello del precedente. A sua volta beneficò il comune<br />
di Crodo, di cui fu sindaco, facendo erigere una scuola<br />
per l’istruzione delle fanciulle.<br />
GUGLIELMINI DOMENICO,<br />
professore di idraulica, fisico-matematico<br />
Bologna 1655 - Padova 1710<br />
Di genitori di Cravegna (Crodo) studiò fisica, matematica,<br />
idraulica e idrometria ed ebbe cattedra a Bologna<br />
dal 1694. Successivamente si trasferì a Padova per<br />
insegnare matematica in quell’Ateneo. Pubblicò, in ele-<br />
gante lingua latina, un trattato di idrostatica e Della natura<br />
dei fiumi, opera che ebbe varie ristampe per l’utilità<br />
e la profondità del contenuto.<br />
IACCHINI BARTOLOMEO, pittore<br />
Macugnaga 1695 - ivi 1747<br />
Figlio del nobile notaio Bartolomeo e di Cristina Creda,<br />
fu abile e ammirato pittore di soggetto religioso. Di<br />
lui rimangono quattro quadri nelle chiese di Macugnaga<br />
e la volta della parrocchiale. Sue opere incomplete<br />
furono ultimate dal Borgnis vigezzino.<br />
INNOCENTI PIETRO MASSIMO,<br />
magistrato, senatore<br />
Vogogna 1792 - ivi 1860<br />
Figlio del dr. Gerolamo e di Giuseppina Albertazzi. Fu<br />
militare nell’esercito napoleonico; si laureò in giurisprudenza<br />
ed entrato in magistratura divenne Consigliere di<br />
Corte d’appello. Fu senatore del Regno di Sardegna.<br />
INNOCENZO IX (Giovanni Antonio Nocetti),<br />
Sommo Pontefice<br />
Bologna 1519 - Roma 1591<br />
Figlio di Antonio e di Francesca Cini entrambi di Cravegna<br />
in valle Antigorio. Il padre, gerente un’agenzia di<br />
trasporti, era conosciuto come Facchinetto da cui il cognome<br />
Facchinetti dato alla famiglia. Dopo l’ordinazione<br />
sacerdotale conseguì la laurea in diritto civile e canonico.<br />
Fu vicario in Avignone, governatore di Parma, vescovo<br />
di Nicastro, patriarca di Gerusalemme, Cardinale<br />
e poi Papa il 29 ottobre 1591. Il suo pontificato durò<br />
pochissimo tempo.<br />
IONGHI LAVARINI CESARE, ingegnere, erudito<br />
Ornavasso 1864 - ivi 1934<br />
Studi classici a Domo, laurea in ingegneria a Torino.<br />
Scrisse: Ornavasso nella sua storia sacra e civile, Novara,<br />
1934 (con biografia completa di Enrico Bianchetti<br />
e della sua attività storiografica); Origine della colonia<br />
tedesco-vallesana; Dizionarietto dei vocaboli ornavassesi e<br />
della toponomastica locale.<br />
LANTI PIETRO ANTONIO, intagliatore, scultore<br />
Macugnaga 1679 – ivi 1729<br />
Figlio di Giacomo Antonio, ebbe contatti sia con gli<br />
artisti vallesani che con quelli ossolani e fu egli stesso<br />
177
maestro di altri intagliatori. La sua opera è volta soprattutto<br />
alla decorazione di altari che elaborò con ricchezza<br />
di invenzione e di effetto nello stile dell’arte barocca.<br />
Le opere più note sono gli altari lignei della chiesa<br />
di Macugnaga, dell’oratorio della Madonna della Neve<br />
di Borca, e numerose statue di soggetto religioso. Inoltre<br />
intagliò per molte chiese nell’Ossola splendidi reliquiari<br />
in forma di busti con decorazioni dorate e dipinte<br />
di grande effetto.<br />
LEONI GIOVANNI (TOROTOTELA),<br />
poeta dialettale<br />
Domodossola 1846 – Mozzio 1920<br />
Figlio di Giuseppe e di Lucia Burla, interruppe gli studi<br />
al Liceo Mellerio Rosmini ricongiungendosi alla famiglia<br />
residente a Ferrara per commercio e là ebbe primo<br />
impiego. Si trasferì a Genova poi emigrò a Montevideo<br />
(1870) dove aprì un negozio di tessuti. Con intuito<br />
e iniziativa amministrò alcune case di commercio di<br />
altri e sue ed il successo economico gli consentì di rientrare<br />
in patria nel 1886. Alternò il suo soggiorno invernale<br />
fra Torino e Domo, mentre Mozzio fu l’amata sede<br />
della villeggiatura. Uomo colto, poté dedicarsi alla letteratura<br />
ed ebbe in Carlo Porta il suo poeta ideale a cui<br />
si ispirò quando si decise a scrivere in apprezzabili rime<br />
dialettali le sue osservazioni pungenti e satiriche sul costume<br />
e sui personaggi del suo tempo. Le Rime Ossolane<br />
uscite postume nel 1929 a Udine, a cura dei cugini<br />
Boni con prefazione di Ida Braggio, raccolgono solo<br />
una parte della poesia del «Torototela», pseudonimo del<br />
Leoni. Durante l’ultima traversata per Montevideo, effettuata<br />
nel 1902, scrisse Sull’Atlantico-Diario di viaggio,<br />
pagine di critica sociale in accordo con il suo sentire<br />
di ispirazione liberal-socialista-anticlericale.<br />
LINCIO GABRIELE,<br />
professore universitario, mineralogo<br />
Varzo 1874 - ivi 1938<br />
Figlio di Domenico e di Giuditta Alvazzi. Studiò chimica<br />
e mineralogia all’Università di Torino, frequentò<br />
l’Istituto mineralogico dell’Università di Monaco di Baviera<br />
ottenendo la libera docenza. Si perfezionò in cristallografia<br />
ad Heidelberg conseguendo il dottorato a<br />
Marburg. Nel 1905 fu addetto all’Ufficio geologico di<br />
Roma. Tornato in Germania assunse la direzione scien-<br />
178<br />
tifica della sezione ottico-mineralogica, e costruì un microscopio<br />
ancora oggi in uso per ricerche mineralogiche<br />
e petrografiche. A Torino nel 1909 conseguì la libera<br />
docenza. Insegnò mineralogia e geologia nelle Università<br />
di Cagliari, di Modena e di Genova dove diresse<br />
anche l’Istituto di mineralogia e litologia. Scrisse Della<br />
autunite della Lurisia che lo rivelò pioniere in <strong>It</strong>alia della<br />
ricerca dell’uranio.<br />
LORETTI GIOVANNI GIUSEPPE, pittore<br />
Bognanco 1816 – Mocogna 1879<br />
Figlio di Giuseppe e Maria Traveletti, preparatosi con<br />
maestri vigezzini al disegno, si rivelò presto valente ritrattista.<br />
Lavorò per parecchi anni a Ginevra ottenendo<br />
rinomanza e poi in Domodossola, dove fu anche primo<br />
presidente della Società Operaia sorta il 21 ottobre<br />
1855 per opera dell’avv. Trabucchi e del dr. Benedetto<br />
Burla. Caldeggiò anche la creazione di una cassa pensione<br />
per gli operai anziani e invalidi che fu realizzata<br />
dopo la sua morte.<br />
LOSSETTI GIOVAN BATTISTA, marchese, militare<br />
Vogogna 1600 circa - ivi 1663<br />
Figlio del giureconsulto Giuseppe. Dedicatosi alla vita<br />
militare, nel 1636 fu nominato Capitano Generale dell’Ossola<br />
dal Governo Spagnolo di Milano per difendere<br />
i confini dai Francesi. Filippo IV di Spagna lo creò marchese<br />
di Busto Garolfo per i servigi resigli. Divenne anche<br />
feudatario di Dairago e Briga Novarese. In seguito<br />
a rovesci di fortuna dovette alienare il suo patrimonio,<br />
ma Filippo IV lo risarcì con il Marchesato di Inveruno.<br />
LOSSETTI LUCA, magistrato, diplomatico<br />
Vogogna inizio sec. XVI - Madrid 1574<br />
Figlio di Michele podestà di Asso e Valassina e luogotenente<br />
a Vogogna di Lodovico il Moro. Dal 1547 in poi<br />
trattò gli affari civili del Ducato Lombardo a Madrid<br />
presso Carlo V e Filippo II. Nel 1557 fu fiscale generale<br />
in tutto lo Stato di Milano.<br />
LOSSETTI LUCA, medico<br />
Vogogna 1799 - ivi 1874<br />
Figlio del giureconsulto Giacomo Giuseppe e di Francesca<br />
Zardetti di Piedimulera. Laureato a Pavia in medicina,<br />
nominato medico primario all’Ospedale Maggiore<br />
di Milano, scrisse negli Annali Universali di Me-
dicina sulla varicella e sul vaiolo, sulla sifilide e sulle acque<br />
minerali.<br />
LOSSETTI MANDELLI GABRIELE,<br />
storico, benefattore<br />
Vogogna 1821 - ivi 1886<br />
Figlio di don Pietro e di donna Giuseppina Marinoni.<br />
Dopo gli studi classici a Milano conseguì la laurea<br />
in giurisprudenza a Pavia (25.4.1845). Fece pratica legale<br />
a Milano e nel 1848 fece parte della Guardia civica<br />
(2° btg. S. Babila). Sposò in quell’estate donna Elisa<br />
Melzi d’Eril e in seguito al rientro a Milano degli Austriaci<br />
ritornò a Vogogna definitivamente. Fu sindaco<br />
del borgo per circa vent’anni e contribuì con il proprio<br />
denaro all’erezione delle scuole elementari, della nuova<br />
chiesa con campanile, dell’asilo infantile, della stazione<br />
ferroviaria e all’ingrandimento di piazze e vie e affrancò<br />
i Vogognesi dalle decime dovute alla Parrocchia. Lasciò<br />
considerevole somma per l’ospedale e per restauri<br />
del teatro. Dedicatosi con passione alle ricerche storiche,<br />
scrisse la biografia dei vogognesi avv. Filippo Grolli<br />
e Angelo Zaretti, Notizie sui fatti del 1798, Cenno storico<br />
sui Settari di Cimamulera, Note sulla lapide romana<br />
della via del Sempione e La Cronaca del borgo di Vogogna<br />
dall’anno 1751 al 1885, pubblicata nel 1926 dalla figlia<br />
Pia. Per suo merito molte notizie su fatti e famiglie del<br />
passato sono giunte a noi.<br />
LUPETTI CARLO GAUDENZIO, pittore<br />
Prestinone di Craveggia 1827 - Nantes 1862<br />
Figlio del geom. Bartolomeo e di M. Domenica Fuccio.<br />
Allievo a Torino dell’Accademia Albertina tornò diplomato<br />
con medaglie nella sua Valle e vi eseguì lavori<br />
a fresco. Nel 1853 frequentò a Parigi lo studio del pittore<br />
Cogniet allora in auge e l’anno successivo mandò<br />
alla «Promotrice» di Torino La zingara e i suoi animali,<br />
riscuotendo grande consenso. Per parecchi anni fu uno<br />
dei pochi pittori di animali e rientrato a Prestinone restò<br />
fedele a quei soggetti pur dedicandosi anche alla ritrattistica.<br />
Stabilitosi definitivamente a Nantes vi lavorò<br />
con successo.<br />
LUSARDI ANTONIO, scultore<br />
Varallo Sesia 1860 – Domodossola 1926<br />
A Torino frequenta l’Accademia Albertina dedicandosi<br />
in particolare all’intaglio e alla plastica. Al termine dei<br />
corsi inizia la sua attività di scultore. Nel 1901 si trasferisce<br />
a Domodossola perché incaricato dell’insegnamento<br />
della plastica e dell’intaglio presso la scuola gestita<br />
dalla Fondazione Galletti e non lascerà più la città divenendo<br />
ossolano d’adozione. Stimato per le sue capacità<br />
artistiche, ricevette l’incarico di eseguire delle formelle<br />
per la chiesa della Madonna della Neve, il Cristo<br />
con i fanciulli per il frontone dell’edificio dell’asilo tenuto<br />
dalla suore Rosminiane, il medaglione con l’effigie<br />
di Giuseppe Belli per Calasca e quello di Giorgio Spezia,<br />
collocato nella casa natale di Piedimulera, e inoltre<br />
le effigi del conte Giacomo Mellerio e dell’abate Rosmini,<br />
poste sulla facciata del palazzo melleriano. Degna di<br />
nota anche la produzione funeraria.<br />
MELLERIO FRANCESCO, gioielliere, benefattore<br />
Craveggia 1772 - ivi 1848<br />
Figlio di Giovanni Francesco e di M. Caterina Borgnis,<br />
seguì il padre e lo zio, rivenditori di gioielli a Parigi.<br />
Scoppiata la Rivoluzione, mentre il padre rimpatriava<br />
con oltre duecento vigezzini, egli, seppure giovanissimo,<br />
continuò l’attività, ma nel 1793 con la fuga dalla<br />
capitale evitò la ghigliottina e per salvarsi si arruolò nell’armata<br />
francese del Nord. Nel 1795 rientrò a Craveggia<br />
e nel 1796 lavorò a Milano per i Francesi della Cisalpina.<br />
Ritornato a Parigi ingrandì il negozio ed ebbe<br />
come clienti la moglie di Napoleone e molti membri<br />
della Corte imperiale. La gioielleria Mellerio di Rue de<br />
la Paix è ancora oggi fra le più rinomate della capitale<br />
francese. Generoso di offerte alla val Vigezzo, pagò la<br />
costruzione del ponte fra Craveggia e Vocogno.<br />
MELLERIO GIACOMO SENIOR, fermiere, conte<br />
Malesco 1711 - Milano 1782<br />
Figlio del medico Giovanni Battista e di Giovanna<br />
Cioja, crebbe con gli zii Cioja, negozianti e banchieri a<br />
Milano e per far pratica nel commercio. Messosi a lavorare<br />
in proprio accumulò grandi ricchezze con forniture<br />
agli eserciti di Maria Teresa e poi con la ferma generale<br />
(appalti generali) per il Milanese e per il Mantovano.<br />
Ritiratosi a vita privata ottenne cariche onorifiche e<br />
il titolo di conte di Albiate e Agliate (1776). Beneficò i<br />
poveri di Milano e Malesco.<br />
179
Guglielmini Domenico, professore di idraulica, fisico - matematico<br />
Bologna 1655 - Padova 1710<br />
Lossetti Giovan Battista, marchese, militare<br />
Vogogna 1600(ca.) - ivi 1663<br />
Balcone Giovan Battista, benefattore<br />
S. Maria Maggiore 1703 - ivi 1750<br />
Palletta Giovan Battista, chirurgo emerito, filantropo<br />
Montecrestese 1748 - Milano 1832
MELLERIO GIACOMO, statista, benefattore<br />
Domodossola 1777 – Milano 1847<br />
Figlio del giureconsulto Carlo Giuseppe e di Rosa Sbaraglini<br />
di Oira (Crodo), orfano di padre fu chiamato a<br />
Milano presso il ricchissimo zio paterno Giovanni Battista,<br />
già fermiere di Maria Teresa d’Austria e da lei creato<br />
conte per censo. Studiò nel Collegio Tolomei di Siena,<br />
poi viaggiò in Europa per istruzione. Sposò la contessa<br />
Elisabetta Castelbarco Visconti e condusse vita brillante<br />
nella Milano capitale del Regno <strong>It</strong>alico fino alla<br />
morte prematura della moglie e di tre figlioletti. Caduto<br />
Napoleone, parteggiò per il ritorno in Lombardia<br />
degli Austriaci (1814) dai quali fu nominato vice Reggente,<br />
e consigliere intimo di Sua Maestà. Nel 1817 divenne<br />
Cancelliere del Lombardo Veneto, carica che tenne<br />
fino al 1819. Non avendo ottenuto quell’autonomia<br />
amministrativa auspicata dai Lombardi, lasciò Vienna e<br />
si ridusse a vita privata. Mortagli la figlia superstite trovò<br />
conforto nella religione e nello studio. Uomo coltissimo<br />
fu mecenate e collezionista di opere d’arte ospitate<br />
nella grande villa in Brianza. Beneficò Domodossola<br />
con l’istituzione delle scuole superiori classiche che<br />
ospitò nel palazzo da lui fatto costruire appositamente<br />
(1818) e la cui direzione affidò successivamente all’amico<br />
Rosmini, fondatore dell’Istituto della Carità (1828)<br />
al Calvario e l’insegnamento ai padri rosminiani. Provvide<br />
inoltre all’istruzione femminile acquistando i locale<br />
delle ex monache Orsoline e insediandovi le figlie<br />
della Carità, ordine monastico fondato dall’abate Rosmini.<br />
Con testamento (1847) il Mellerio lasciò al Comune<br />
di Domo i fabbricati nel borgo, proprietà terriere<br />
nel Lodigiano, una somma per l’ospedale S. Biagio e<br />
altri legati per la continuità degli studi liceali. Non dimenticò<br />
il Comune di Malesco, luogo di origine della<br />
famiglia. Con il suo lascito fu pagata la costruzione<br />
a fine Ottocento della grande porta centrale in bronzo<br />
per il Duomo di Milano, opera insigne dello scultore<br />
Pogliaghi.<br />
MELLERIO GIOVANNI BATTISTA,<br />
fermiere, benefattore, conte<br />
Domodossola 1725 - Milano 1809<br />
Figlio del medico vigezzino Giovanni Giacomo e di<br />
Anna Tichelli di Vagna, fece pratica di commercio a Mi-<br />
lano presso il cugino Giacomo Mellerio e fu suo braccio<br />
destro e socio nell’attività di fermiere, occupandosi<br />
degli appalti generali per il Governo austriaco nel territorio<br />
di Mantova dove, nel 1771 fu eletto regio consigliere<br />
del Magistrato Camerale. Erede delle sostanze<br />
del cugino Giacomo, che si aggiunsero al suo già consistente<br />
patrimonio, fu considerato uno dei più ricchi<br />
milanesi. Con il cugino Giacomo affidò all’architetto<br />
Cantoni l’ampliamento del palazzo acquistato a Milano<br />
e la sistemazione della villa «II Gernetto» nei pressi<br />
di Monza, diventata di loro proprietà. Ebbe il titolo di<br />
Conte con sovrano attestato del 1783. Lasciò una rendita<br />
annua ai poveri di Malesco e una notevole somma<br />
all’Ospedale Maggiore di Milano.<br />
MELLERIO GOTTARDO, professore di lettere classiche<br />
Santa Maria Maggiore 1884 - Novara 1943<br />
Figlio di Matrobio, maniscalco della Valle Vigezzo e di<br />
Annamaria Nicolai. Dopo studi classici e laurea in lettere<br />
a Torino si dedicò all’insegnamento, intervallato<br />
dalla partecipazione alla 1 a Guerra Mondiale. Si stabilì<br />
a Novara, titolare di cattedra al Ginnasio e trascorse<br />
le estati nella sua Valle Vigezzo con la famiglia, traducendo<br />
classici, compilando una grammatica latina, collaborando<br />
anche a giornali francesi, scrivendo un romanzo<br />
inedito II palanchino della Madonna ambientato<br />
a S. Maria Maggiore, giudicato «preziosa testimonianza<br />
storica e di costume» della Vallata. Socialista, iscritto<br />
alla Massoneria ebbe contrasti politici ma non rinunciò<br />
alle proprie convinzioni. Fu amico dei pittori vigezzini<br />
Cavalli, Fornara, Peretti e del mecenate Michele Barbieri<br />
di Crana e con essi propugnò le conquiste sociali<br />
della amata Valle e diede vita a un foglio satirico ora<br />
introvabile.<br />
MELLERIO Famiglia (ramo di Craveggia)<br />
FRANCESCO (1772-1834), fondatore della celeberrima<br />
«gioielleria Mellerio dits Meller» di Rue de la Paix<br />
a Parigi; GIANFRANCESCO (1815-1886), fornitore<br />
della corte di Francia e di altre corti europee, fondatore<br />
della succursale di Madrid, autore di famosi gioielli<br />
per regine, chiese e gemme per il Santuario di Montes;<br />
MICHELE, benefico verso i poveri, gli ammalati, il comune<br />
e la chiesa dell’amata Craveggia; FELICE (1831-<br />
181
1905) benefattore di Craveggia e particolarmente di<br />
Masera dove pagò gran parte della strada per Rivoria,<br />
fece costruire l’asilo infantile e restaurare la parrocchiale;<br />
DOMENICO, munifico verso il comune di Masera<br />
a cui donò un grande stabile e terreno per le scuole<br />
elementari con annesso alloggio per le maestre e terreni<br />
per l’asilo; FRANCESCO fu Giangiacomo, deputato al<br />
Parlamento per la XIV legislatura e benefattore.<br />
MERZAGORA GIOVANNI ANDREA, scultore<br />
Craveggia sec. XVI - ivi 1603<br />
Autore dello splendido coro ligneo della Madonna di<br />
Campagna a Pallanza, dell’ancona dell’altare di S. Bartolomeo<br />
a Villadossola. Altre opere sono sparse nel Vallese,<br />
nell’Ossola, nella Valsesia.<br />
MOALLI MARIA, titolare e direttrice di azienda<br />
Vergiate (VA) 1891 - Domodossola 1960<br />
Diresse con fermezza e abilità la Società Corriere Moalli<br />
e annessa officina; fu Crocerossina volontaria in Africa<br />
Orientale durante il conflitto <strong>It</strong>alo-Etiopico del 1935-<br />
36. La torretta di via Montegrappa, di sua proprietà, fu<br />
regalata al Comune per desiderio suo e dei fratelli e da<br />
allora è diventata emblema cittadino.<br />
MOLINARI GIACOMO, rosminiano<br />
Domodossola 1807 - Sacra di S. Michele 1864<br />
Ordinato sacerdote a Novara, nel 1830 entrò nell’Istituto<br />
della Carità da poco fondato dall’abate Rosmini.<br />
Rettore del Calvario e del Collegio Melleriano, fu poi<br />
arciprete a San Zeno di Verona da cui fu allontanato<br />
perché non gradito alla polizia austriaca. Nel febbraio<br />
1861 Cavour personalmente lo inviò a Roma, latore di<br />
carte e lettere riservate al diplomatico Rappresentante<br />
dell’appena proclamato Regno d’<strong>It</strong>alia, destinate alle<br />
prime trattative con la Santa Sede.<br />
MONETA ATTILIO,<br />
colonnello, medaglia d’oro al valor militare<br />
Malesco 1893 - Finero 1944<br />
Lasciati gli studi al Rosmini, scelse la carriera militare<br />
e frequentò la scuola d’equitazione a Pinerolo. Dopo la<br />
1 a guerra mondiale fu ufficiale del Centro rifornimento<br />
quadrupedi di Grosseto, di cui divenne Colonnello Direttore.<br />
Con l’8 settembre 1943 rientrò a Malesco portando<br />
armi e, preso contatto con le prime formazioni<br />
182<br />
partigiane e il C.L.N. di Lugano, tenne il collegamento<br />
fra i reparti armati dell’Ossola e la missione alleata in<br />
Svizzera. Nel settembre 1944 disciplinò la resa dei Tedeschi<br />
in val Cannobina e organizzò la difesa in Vigezzo.<br />
Essendo la Repubblica dell’Ossola in pericolo, il 12<br />
ottobre con Alfredo di Dio e l’ufficiale alleato Patterson<br />
uscì in avanscoperta sotto Finero per conoscere la posizione<br />
nemica, ma cadde in una imboscata colpito mortalmente<br />
con il Di Dio.<br />
MONTI ENRICO, architetto, arredatore, benefattore<br />
Anzola d’Ossola 1873-1949<br />
Frequentò scuole serali all’Accademia di Brera a Milano<br />
poi a prezzo di sacrifici conseguì la laurea in architettura.<br />
Si specializzò nella produzione di mobili e arredamenti<br />
di lusso a Milano (sale Biblioteca Ambrosiana,<br />
studio di Toscanini) con filiali in altre città, impiegando<br />
oltre seicento operai. Arredò il palazzo di Montecitorio<br />
a Roma, i Parlamenti di Buenos Aires e Montevideo,<br />
il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra,<br />
un’aula del palazzo reale di Amsterdam. Tra il 1920-30<br />
si dedicò agli arredamenti navali (Rex e Roma) e allestì<br />
i padiglioni italiani delle Grandi Esposizioni all’estero.<br />
Già nel 1914 ebbe la nomina a Cavaliere del Lavoro. Fu<br />
socio onorario di molte Accademie. Beneficò il suo paese,<br />
di cui fu sindaco, costruendo a proprie spese la passerella<br />
sul Toce e impiegò le medaglie d’oro di benemerenza<br />
per far decorare la chiesa parrocchiale.<br />
MONTI PAOLO, uomo di cultura, fotografo<br />
Novara 1908 - Milano 1982<br />
Figlio di Romeo da Anzola d’Ossola. Laurea in economia<br />
politica, dirigente industriale a Venezia. Appassionato<br />
di fotografia, fondò un gruppo d’avanguardia per<br />
il rinnovamento dell’arte fotografica. Nel 1953 lasciò la<br />
carriera di dirigente e a Milano divenne esponente significativo<br />
della cultura legata alla fotografia, collaborò<br />
alle principali riviste di architettura e si dedicò alla fotografia<br />
d’arte e ambienti e al censimento dei centri storici<br />
di molte città italiane. Insegnante di tecnica ed estetica<br />
dell’immagine all’Università di Bologna, promosse e<br />
diffuse il restauro conservativo delle città italiane. Eseguì<br />
il censimento fotografico dell’architettura e dell’ambiente<br />
del Lago d’Orta e della Bassa Ossola. La morte<br />
gli impedì di estendere il lavoro all’Alta Ossola.
MORGANTINI GIOVANNI, benefattore<br />
Crevoladossola 1841 - ivi 1889<br />
Figlio di Giovanni e di Domenica Zanoni. Emigrò a<br />
Parigi e da imbianchino-garzone divenne impresariodecoratore<br />
con appalto di lavori per il governo (1870).<br />
Membro della Società di beneficenza e consigliere della<br />
camera di Commercio d’<strong>It</strong>alia a Parigi, aiutò i connazionali<br />
e i bisognosi. Fondò a Crevola un asilo infantile<br />
e donò arredi e denaro alla chiesa.<br />
MORIGIA VALENTINO<br />
(Frate Francesco da Domodossola), vescovo, politico<br />
Domodossola 1340? - 1409?<br />
Entrò nel convento dei frati minori francescani di<br />
Domo e ivi compì gli studi per il sacerdozio. Per le sue<br />
doti e capacità diplomatiche, nobili ed ecclesiastici ossolani<br />
lo inviarono dal Papa ad Avignone, nell’inverno<br />
1373-74, a dichiarare la loro disponibilità alla ribellione<br />
ai Visconti signori dell’Ossola. Rientrato in Ossola<br />
con lettere papali di credito e un «breve» rivolto<br />
agli <strong>Ossolani</strong>, si impegnò nella propaganda antiviscontea<br />
suscitando la lotta dell’Ossola Superiore guidata dagli<br />
Spelorci contro i Ferrari della Bassa Ossola, fedeli ai<br />
Visconti. Ci fu guerra e poi pace in Ossola con nuova<br />
dedizione ai Visconti, ma frate Francesco Valentino<br />
Morigia lasciò il convento di Domo per quello più importante<br />
di Vercelli. Nel 1396 Bonifacio IX lo elesse Vescovo<br />
di Sarda (Schurda) in Albania, però, in effetti fu<br />
ausiliare del Vescovo di Novara e verso il 1408 di quello<br />
di Costanza con l’incarico di fondare chiese anche in<br />
Ossola (Craveggia, Formazza).<br />
MORTAROTTI RENZO, studioso dell’Ossola<br />
Torino 1920 - Domodossola 1988<br />
Religioso rosminiano, laureato in lettere classiche nella<br />
Università Cattolica di Milano; titolare ordinario di<br />
lettere nel Ginnasio del Collegio Mellerio Rosmini di<br />
Domodossola. Profondo conoscitore dell’Ossola, a cui<br />
dedicò numerose ricerche, pubblicate nelle riviste Illustrazione<br />
Ossolana e Oscellana, fu autore di pregevoli libri<br />
dal titolo:Il Traforo del Sempione nel Cinquantenario<br />
(1956); I Walser nella Val d’Ossola (1979); L’Ossola<br />
nell’età moderna dall’annessione al Piemonte al Fascismo<br />
(1743-1922) (1985); G.R.- Grazia Ricevuta (1987).<br />
Domodossola, dove trascorse la maggior parte della sua<br />
vita, fu la sua vera patria.<br />
ORSI MOSÈ, imprenditore, pubblico amministratore<br />
Beura 1849 - Domodossola 1918<br />
Figlio di Antonio e di Caterina Mancini. Prima dell’avvento<br />
delle ferrovie, organizzò il trasporto dei passeggeri<br />
e dei primi turisti da e per il Sempione e nelle nostre<br />
valli, essendo state aperte da poco tempo le carrozzabili<br />
dell’Ossola. Erano al suo servizio molti vetturali, trenta<br />
cavalli per il traino di carrozze, diligenze e slitte, ed<br />
il suo albergo accolse anche ospiti di riguardo. Consigliere<br />
comunale e sindaco stimato e amato di Beura e di<br />
Domodossola, diede lavoro e aiuto a molti ossolani.<br />
PALLETTA GIOVAN BATTISTA,<br />
chirurgo emerito, filantropo<br />
Montecrestese 1748 - Milano 1832<br />
Figlio di Giacomo e di Maria Leonardi. Dopo gli studi<br />
classici a Briga nel Vallese presso i Gesuiti, si iscrisse<br />
a Milano a una scuola di giurisprudenza che lasciò per<br />
entrare nel collegio degli allievi chirurghi dell’Ospedale<br />
Maggiore. Avendolo frequentato con intelligenza e<br />
passione gli fu consigliata l’iscrizione al corso di anatomia<br />
e patologia dell’Università di Padova dove nel 1773<br />
conseguì la laurea «summa cum laude». Nel 1777 a Milano<br />
fu nominato assistente chirurgo e nel 1780 a Pavia<br />
conseguì la specializzazione in chirurgia tanto che<br />
nel 1787 ebbe l’incarico di capo chirurgo, cioè primario<br />
della Ca’ Granda. In questi anni scrisse trattati di<br />
grande valore scientifico i quali gli valsero onorificenze<br />
da parte di istituzioni accademiche italiane e straniere<br />
che lo vollero membro effettivo. Sostenne il metodo<br />
sperimentale, espressione del positivismo del suo tempo.<br />
Per le sue grandi capacità diagnostiche e terapeutiche<br />
Napoleone lo consultò e lo insignì del cavalierato<br />
della «Corona ferrea». Con la Restaurazione fu Rettore<br />
della facoltà di chirurgia e medicina ed ebbe riconoscimenti<br />
anche dall’imperatore d’Austria. Nel 1816 organizzò<br />
i primi ambulatori. Durante una lunga degenza<br />
in seguito alla rottura del femore scrisse in latino il suo<br />
ultimo lavoro in due volumi dal titolo Exercitationes patologicae<br />
(1820).<br />
PANIGHETTI GIOVANNI ANTONIO, calzolaio<br />
Varzo 1739 - Moncalieri 1785<br />
Figlio di Giorgio e di Giacomina Borri. Orfano di pa-<br />
183
dre, emigrò in Piemonte e dopo aver trascorso follemente<br />
la prima giovinezza si ravvide dandosi a opere<br />
di carità e di umiltà. È noto come «il santo calzolaio<br />
di Moncalieri» ed è sepolto nella parrocchiale di quella<br />
città.<br />
PARNISARI ARRIGO, pittore<br />
Stresa 1926 – Domodossola 1975<br />
Figlio di Ottorino e Letizia Molinari. A Domodossola<br />
apprende i primi rudimenti della pittura e negli anni<br />
1945-46 a Milano frequenta il liceo artistico di Brera,<br />
abbandonato presto per insofferenza ai metodi e ai programmi<br />
di quella scuola. Nel 1947 si trasferisce a Firenze<br />
dove partecipa al movimento Arte d’oggi, di cui<br />
condivide il linguaggio post-cubista. In seguito prende<br />
contatti con il Movimento d’arte concreta che sta vivacizzando<br />
l’ambiente artistico milanese e fonda con altri artisti<br />
la rivista Base e numero. Nel 1951 rientra forzatamente<br />
a Domodossola per curare un forte esaurimento,<br />
ma inefficaci terapie non riescono a liberarlo da fobie e<br />
frustrazioni. Lasciata la pittura per tali motivi, si dedica<br />
alla produzione di ceramica artistica. Nel 1960 soggiorna<br />
in Svizzera, poi riallaccia i rapporti con i compagni<br />
fiorentini trasferitisi a Parigi. La malattia lo riprende e<br />
non lo abbandona fino alla fine dei suoi giorni.<br />
PELLANDA LUIGI, arciprete di Domodossola, storico<br />
Crodo 1885 - Domodossola 1961<br />
Ordinato sacerdote nel 1908, iniziò la sua attività pastorale<br />
come coadiutore e poi fu titolare di parrocchia a<br />
Varzo e a Domo. Visse i tragici avvenimenti che sconvolsero<br />
l’Ossola fra il 1943 e il 1945 con coraggio e rischio<br />
personale per difendere la giustizia, i deboli e i<br />
perseguitati e lasciò memoria obiettiva dei fatti, vissuti<br />
in prima persona, nella rievocazione storica L’Ossola<br />
nella tempesta (volumetto uscito nel 1955) fonte insostituibile<br />
di notizie. Fu in gioventù pioniere del motociclismo,<br />
delle proiezioni luminose e del cinema, considerati<br />
come mezzo educativo, inoltre animatore del<br />
canto gregoriano nelle funzioni parrocchiali. Fu studioso<br />
di Innocenzo IX e scrisse la storia della chiesa parrocchiale<br />
di Domo. È ricordato come custode attento e zelante<br />
delle tradizioni locali e degli oggetti sacri. Gli <strong>Ossolani</strong><br />
lo giudicarono un santo prete e un gran galantuomo.<br />
184<br />
PERETTI BERNARDINO, pittore<br />
Buttogno 1828 - ivi 1889<br />
Figlio del pittore Lorenzo, si perfezionò all’Accademia<br />
di Belle Arti di Lione. Partecipò alle Esposizioni di Torino<br />
del 1867, 1868, 1870 e 1871 e tornò in <strong>It</strong>alia nel<br />
1872. Lasciò molti quadri ad olio e buoni affreschi in<br />
Francia e nelle chiese ossolane.<br />
PERETTI GIACOMO, generale, benefattore<br />
Santa Maria Maggiore 1838 - ivi 1912<br />
Figlio dell’avv. Giovan Battista e di Giacomina Sbaraglini<br />
di Oira. Dopo gli studi classici a Domodossola frequentò<br />
la facoltà di matematica all’Università di Torino<br />
poi l’Accademia militare. Combatté nel 1866 a Custoza.<br />
Fu insegnante alla Scuola militare di Pinerolo. Concluse<br />
la carriera col grado di generale e, ritiratosi a Santa<br />
Maria Maggiore, ricoprì cariche pubbliche portando<br />
a termine alcune iniziative.<br />
PERETTI LORENZO, pittore<br />
Buttogno 1774 - ivi 1851<br />
Figlio del pittore Carlo Giuseppe, allievo del padre e<br />
del vigezzino G. Rossetti, andò a perfezionarsi a Torino<br />
dove ebbe fra i committenti il re Carlo Felice per lavori<br />
e restauri nel palazzo Reale. Notevole una crocifissione<br />
(Chiesa di S. Francesco di Paola a Torino). Lavorò<br />
in Ossola, nell’Astigiano e nel Canton Ticino. Fu anche<br />
valente ritrattista.<br />
PINAUDA FRANCESCO, studioso di cose ossolane<br />
Beura Cardezza 1864 - Roma 1934<br />
Sacerdote rosminiano, laureato in matematica e fisica<br />
all’Università di Torino fu insegnante e preside del Liceo-Ginnasio<br />
Mellerio Rosmini. Scrisse Meteorologia ossolana.<br />
Cenni sulle miniere, cave e acque minerali della<br />
regione ossolana (1928). Cenni storici della chiesa della<br />
Madonna della Neve (1918), e molti articoli di storia,<br />
meteorologia, religione, sui giornali locali dal 1910<br />
al 1928. Il suo Almanacco ossolano (1914-1926) ricco di<br />
notizie storiche-statistiche-geografiche fu una specie di<br />
enciclopedia popolare per gli ossolani.<br />
PIOLINI GIOVANNI ANTONIO, benefattore<br />
Colloro di Premosello 1835 - ivi 1915<br />
Figlio di Antonio e di Teresa Borri, emigrò tredicenne<br />
a Parigi per fare il fumista e da garzone divenne im-
presario di agiata condizione. Scoppiata la guerra Franco-Prussiana<br />
nella Parigi assediata (1870-71) fu membro<br />
della Commissione <strong>It</strong>aliana e Capo Divisione della<br />
Compagnia Umanitaria per il soccorso dei feriti sui<br />
campi di battaglia. Il Governo francese gli dedicò due<br />
medaglie. Tornato in patria fu eletto sindaco di Premosello.<br />
Lasciò una vistosa somma per l’erezione delle<br />
scuole.<br />
PIRAZZI MAFFIOLA ALCIDE, deputato<br />
Baceno 1897 - ivi 1965<br />
Figlio di Plinio e di Cesarina Cominoli, frequentò dai<br />
Salesiani a Torino scuole tecniche professionali e si impiegò<br />
come tipografo. Aderì al Partito Socialista e per la<br />
sua posizione politica fu condannato a due anni di reclusione<br />
che scontò nel carcere torinese con Gramsci ed<br />
altri antifascisti. Stabilitosi a Villadossola, lavorò presso<br />
la centrale «Edison» di Pallanzeno, continuando l’attività<br />
politica. Durante la Repubblica dell’Ossola rappresentò<br />
il partito socialista in seno al C.L.N. e al ritorno<br />
dei Tedeschi si rifugiò a Locarno con Tibaldi ed altri antifascisti.<br />
Nel 1948 fu eletto deputato per il Fronte delle<br />
Sinistre, rimanendo a Roma fino al 1953. Dal 1955<br />
al 1960 fu sindaco stimato di Villadossola.<br />
PIRAZZI MAFFIOLA PLINIO,<br />
amministratore pubblico, sindacalista<br />
Villadossola 1927 – ivi 1994<br />
Figlio dell’onorevole deputato Alcine e di Albina Bussa.<br />
Conseguito il diploma di perito chimico si iscrive alla<br />
C.G.L. Per l’impegno dimostrato viene eletto membro<br />
della Commissione nazionale giovanile dei chimici e responsabile<br />
del sindacato chimici della zona Ossola. A<br />
partire dal 1960, per quattro volte, è sindaco di Villadossola.<br />
Stimato per la sua attività instancabile, dapprima<br />
attiva il collegamento delle frazioni con il centro,<br />
poi cura la costruzione di un edificio atto ad ospitare<br />
la scuola media e il liceo scientifico statale, che qui<br />
ebbe la sua sede prima del trasferimento definitivo a<br />
Domodossola. Promuove la costruzione delle case popolari<br />
e cooperative sorte su un progetto dell’ing. Marcello<br />
Bologna e consente la realizzazione di case unifamiliari.<br />
Nel 1962 requisisce la grande acciaieria Sisma,<br />
centro delle lotte sindacali. Viene eletto presidente della<br />
Comunità Montana Valle Ossola e dell’Assemblea de-<br />
gli amministratori dell’USL n. 56. Queste sue esperienze<br />
di vita politica e amministrativa sono ricordate in un<br />
libro, scritto in collaborazione con l’amico Franco Michetti,<br />
dal titolo Villa, cenni storici, amministrativi, di<br />
lavoro, di vita e di curiosità.<br />
PIROIA MODINI GIOVANNI, benefattore<br />
Vagna 1816 - ivi 1899<br />
Emigrante dodicenne, divenne rappresentante di commercio<br />
in Francia e nel 1839 di là passò a Cuba dove ingrandì<br />
una oreficeria dello zio rendendola la prima dell’isola.<br />
Comperò vaste piantagioni e per un ventennio<br />
fu vice console dei Regno di Sardegna. Rientrato in Ossola<br />
nel 1860, beneficò il suo paese con sovvenzioni.<br />
POLLINI GIACOMO, medico, storico, benefattore<br />
Parigi 1827 - Torino 1902<br />
Figlio di Maurizio e di Maria Giovanna Sotta. Primi<br />
studi e laurea in medicina in Francia dove diresse un<br />
sifilocomio. Trasferitosi in <strong>It</strong>alia, a Torino gli fu convalidato<br />
il titolo accademico (1854). Nel 1859 divenne<br />
medico dell’Ambasciata francese a Torino e dirigente<br />
del reparto oftalmico dell’Ospedale. Nel 1866 medico<br />
chirurgo dell’esercito italiano nella 3 a guerra d’Indipendenza.<br />
Durante i soggiorni a Malesco si diede alla ricerche<br />
storiche, che raccolse nel volume Notizie storiche di<br />
Malesco (1896). Lasciò tutto il suo patrimonio in beneficenza<br />
sotto il titolo di «Opera pia Pollini», regolata da<br />
tavole di fondazione da lui dettate.<br />
PONTI GIOVANNI, benefattore<br />
Santa Maria Maggiore 1849 - Domodossola 1916<br />
Figlio di Angelo Antonio dell’illustre famiglia dei Ponti<br />
gioiellieri in Francia, generoso benefattore dei poveri, a<br />
Santa Maria Maggiore istituì una «Scuola industriale» e<br />
lasciò un legato per la Scuola Rossetti-Valentini.<br />
PORTA ANTONIO, tipografo, pubblico amministratore<br />
Domodossola 1819 - ivi 1893<br />
Figlio di Giuseppe e di Teresa Pagani. Studi ginnasiali<br />
a Domo e pratica tipografica a Varallo Sesia. Direttore<br />
della tipografia Calpini, ne divenne proprietario ingrandendola<br />
con vantaggio economico che gli consentì<br />
liberalità verso i bisognosi. Stampò i principali giornali<br />
locali del tempo e le pubblicazioni storico-scientifiche<br />
a vantaggio della cultura locale, nonché i bigliet-<br />
185
Panighetti Giovani Antonio, calzolaio<br />
Varzo 1739 - Moncalieri 1785<br />
Sala Giuseppe, Cardinale<br />
Bologna 1762 - Roma 1839<br />
Prinsecchi Carlo Giuseppe, padre Emanuele postulatore apostolico<br />
Domodossola 1710 - Roma 1808<br />
Tojetti Giovanni, frate alcantarino, venerabile<br />
Calasca 1680 - Napoli 1764
ti da 50 centesimi che lo resero celebre. Accettò cariche<br />
amministrative pubbliche per dovere e fu socio fondatore<br />
dell’Asilo infantile, della Società operaia e consigliere<br />
della Fondazione Galletti.<br />
POSCIO FERDINANDO BARTOLOMEO,<br />
impresario, benefattore<br />
Villadossola 1900 - ivi 1971<br />
Figlio di Bartolomeo e di Rosa Secondini. Iniziò dodicenne<br />
l’attività lavorativa nel piccolo cantiere paterno,<br />
fornitore di pietrisco per le strade locali. Subentrato al<br />
padre, nel 1930 diede nuovo impulso all’azienda divenuta<br />
costruttrice di strade, ponti, dighe, villaggi operai.<br />
Nel dopoguerra, con mille dipendenti, ricostruì la<br />
SISMA di Villadossola, lavorò per la Edison, costruì il<br />
Santuario di Re e il palazzo Borsa Merci di Novara. Dotato<br />
di grande umanità, fu sempre disponibile ad aiutare<br />
chi ricorreva a lui.<br />
POZZI GIOVANNI ORESTE, scultore<br />
Vogogna 1892 - ivi 1980<br />
Si diplomò a pieni voti all’Accademia di Brera. Eseguì<br />
numerosi monumenti ai caduti e sculture tombali per il<br />
Monumentale di Milano. Nel 1925 il suo bozzetto su S.<br />
Francesco fu premiato. Il suo «Gladiatore» in marmo di<br />
Candoglia fu acquistato dal re Vittorio Emanuele III.<br />
PRESBITERO FERDINANDO, avvocato, benefattore<br />
Vogogna 1848 - S. Germano di Pinerolo 1909<br />
Figlio dell’avv. Vittorio e di Maria Spezia. Studi classici<br />
al collegio Mellerio Rosmini e laurea in giurisprudenza<br />
a Torino dove poi visse esercitando la professione legale.<br />
Lasciò molti dei suoi beni all’asilo e ai poveri di Vogogna<br />
oltre che al Cottolengo di Torino. A Vogogna la<br />
casa di riposo per anziani porta il nome «Presbitero» a<br />
ricordo del benefattore.<br />
PRINSECCHI CARLO GIUSEPPE<br />
(Padre Emanuele) Postulatore apostolico<br />
Domodossola 1710 – Roma 1808<br />
Figlio di Antonio e di Maria Giovanna Ghisoli. Entrò<br />
nell’ordine dei Cappuccini e divenne sacerdote nel convento<br />
di Rieti. Per la profonda preparazione teologica<br />
fu trasferito a Roma verso il 1764 e là ricoprì l’alta carica<br />
di postulatore, cioè di promotore della beatificazione<br />
e santità di alcuni frati cappuccini. Inoltre con la fa-<br />
condia dell’eloquio e la forza delle sue argomentazioni<br />
contestò gli errori dei filosofi illuministi mediante<br />
le Dissertazioni in forma di dialoghi intorno ai vari dogmi<br />
cattolici per dimostrare la loro verità, contro li così detti<br />
spiriti forti e specialmente contro li seguaci degli errori<br />
di Voltaire, opera uscita nel 1780. Scrisse anche Della<br />
Chiesa e della gerarchia Ecclesiastica che dedicò a Pio VI,<br />
amareggiato per la diffusione dei principii giansenistici.<br />
A Roma fu tenuto in grande stima, in particolare dagli<br />
<strong>Ossolani</strong> cardinale Sala, Prefetto della Congregazione<br />
dell’Indice e assistente al soglio Pontificio, e Benedetto<br />
Fenaia da Formazza, arcivescovo di Filippi.<br />
PROTASI GIAN DOMENICO, ingegnere, politico<br />
Piedimulera 1810 - Arona 1873<br />
Laurea a Torino in ingegneria. Ideò e promosse la costruzione<br />
della carreggiabile di valle Anzasca. Deputato<br />
al Parlamento Subalpino si batté per la ferrovia Milano-Domodossola-Sempione.<br />
Dopo l’Unità d’<strong>It</strong>alia fu<br />
presidente dell’Amministrazione Provinciale di Novara<br />
e sindaco di Arona.<br />
RAGOZZA ERMINIO,<br />
sacerdote, benefattore, studioso<br />
Colloro di Premosello 1918 – Quarona (VC) 1984<br />
Ordinato sacerdote nel 1941, fu parroco di Gignese e<br />
insegnante di lettere italiane, latine e greche presso il seminario<br />
di Arona. Nel 1954 fu trasferito nella parrocchia<br />
di Quarona (VC) e là rimase sino alla morte. Diede<br />
alla stampa i suoi studi di storia valsesiana e sulla<br />
parrocchia quaronese. Tuttavia non allentò mai i legami<br />
affettivi con il suo paese d’origine, contribuendo finanziariamente<br />
ai lavori della strada Premosello-Colloro<br />
e lasciando parte delle sue sostanze alla parrocchia,<br />
alla Casa di riposo e parecchi suoi libri alla biblioteca<br />
comunale. Collaborò al bollettino parrocchiale premosellese.<br />
Nel 1969 la Pro Loco gli pubblicò Aria di casa<br />
nostra e postumo nel 1985 il volume U Libar d’la cà vegia<br />
d’Clor e d’Cravaga, contenente anche un vocabolario<br />
del vecchio dialetto locale.<br />
RASTELLINI GIOVANNI BATTISTA,<br />
pittore, pubblico amministratore<br />
Buttogno 1860 - ivi 1926<br />
Figlio di Gian Giacomo, ritrattista, studiò alla Scuola<br />
Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore e si perfe-<br />
187
zionò a Milano nella pittura e nel restauro che eseguiva<br />
con tecnica particolare. Fu per un ventennio sindaco<br />
del suo paese.<br />
RASTELLINI GIAN MARIA,<br />
pittore, pubblico amministratore<br />
Buttogno 1869 - ivi 1927<br />
Figlio di Gian Giacomo, frequentò la scuola Rossetti<br />
Valentini di Santa Maria Maggiore e si perfezionò a Milano<br />
come il fratello Giovan Battista. Tenne studio a<br />
Milano ed ebbe committenti fra gli aristocratici e i ricchi<br />
borghesi lombardi, ottenendo un premio alla triennale<br />
di Milano del 1888 e all’Esposizione di Monaco di<br />
Baviera nel 1913. Fu sindaco di Buttogno e presidente<br />
della Società Elettrica Vigezzina.<br />
RAVASENGA CARLO, musicista<br />
Torino 1891 - Roma 1964<br />
Ossolano per parte materna amò l’Ossola e trascorse<br />
lunghi periodi a Vogogna. Lasciati gli studi giuridici,<br />
per vocazione frequentò il conservatorio a Torino e<br />
nel 1915 eseguì musica da camera di sua composizione.<br />
Nel 1916 riportò caloroso successo con l’opera Una tragedia<br />
fiorentina. A Milano diresse il settimanale L’araldo<br />
musicale, svolse attività didattica e di compositore. La<br />
sua musica da camera ebbe successo in tutta <strong>It</strong>alia. In<br />
un concorso a New York con giuria diretta da Toscanini,<br />
ebbe il 2° premio per la Suite in quattro tempi. Compose<br />
quattro opere sinfoniche, oltre a musiche inedite.<br />
Manoscritti, spartiti, edizioni rare furono donati dalla<br />
figlia Evelina (1921 - 1993) per desiderio del padre alla<br />
fondazione Galletti insieme al suo pregevole pianoforte.<br />
Svolse attività didattica e con il maestro Toni fondò<br />
il sindacato musicisti.<br />
ROABBIO GIOVANNI ANTONIO, benefattore<br />
Nato a Baceno nel sec. XVII<br />
Canonico della Collegiata di Domo, dispose un lascito<br />
alla comunità del Borgo perché fosse istituita una scuola<br />
elementare per i ragazzi poveri, la quale fu di grande<br />
utilità e funzionò fino all’apertura delle scuole fondate<br />
e finanziate dal conte Giacomo Mellerio.<br />
ROABBIO PIETRO PAOLO, benefattore<br />
Vissuto a Baceno nel sec. XVII, dove fu parroco fino al<br />
1671. Istituì una cappellania a Baceno con l’obbligo di<br />
188<br />
una scuola gratuita per i fanciulli poveri del luogo.<br />
RONDOLINI GIOVANNI, medico benemerito<br />
Pallanzeno 1870 – Villadossola 1954<br />
Figlio di Luigi e di Teresa De Regibus. Laurea in medicina<br />
e chirurgia a Torino. A Villadossola svolse la professione<br />
medica come missione da compiere a vantaggio<br />
della popolazione. Si prodigò anche per quella dei<br />
paesi di valle Antrona che raggiungeva due volte per<br />
settimana e più in caso di urgenza. Specializzato nella<br />
cura di malattie dell’apparato respiratorio, ai pazienti<br />
offrì assistenza con qualunque tempo, a qualunque<br />
ora anche nei paesetti più lontani portando le medicine<br />
agli indigenti, sempre prodigo di insegnamenti e consigli<br />
igienico sanitari alle famiglie. Convinto dell’utilità<br />
dell’esercizio fisico all’aria aperta organizzò nell’immediato<br />
primo dopoguerra (1919) escursioni e camminate<br />
che propagandò dapprima nelle osterie, in attesa di<br />
una sede in cui riunire gli aderenti all’Unione Operaia<br />
Escursionisti <strong>It</strong>aliani (sorta nel 1911 a Monza) allo scopo<br />
di sottrarre all’alcolismo e al gioco d’azzardo i giovani.<br />
Non dimenticò i ragazzini organizzando per loro<br />
apposite camminate dopo l’ascolto della Messa, e continuò<br />
questa attività anche con il C. A. I. fino al termine<br />
del secondo conflitto mondiale.<br />
ROGGIANI ALDO GIUSEPPE,<br />
mineralogo, petrografo<br />
Domodossola 1914 - ivi 1986<br />
Figlio di Giuseppe e di Rosa Ponzio. Studi classici al<br />
Mellerio Rosmini, laurea in scienze naturali a Milano,<br />
docente di scienze, chimica e geografia astronomica nei<br />
Licei rosminiani. Fu studioso insigne della mineralogia<br />
generale e in particolare di quella dell’Ossola. Fin dal<br />
1938 in valle Vigezzo individuò e per anni coltivò in<br />
proprio un giacimento di feldspato situato a Druogno-<br />
Orcesco-Gagnone. Là nel 1946, si accorse della presenza<br />
di un minerale sconosciuto, che risultò essere silicato<br />
di alluminio e calcio, il quale fu catalogato in suo onore<br />
con il nome di ROGGIANITE. L’ufficializzazione della<br />
scoperta avvenne durante il XXV Congresso di mineralogia<br />
e petrografia svoltosi a Napoli nel 1968. Patrocinò<br />
la costituzione di un gruppo mineralogico ossolano<br />
(1972). Collaborò a riviste e periodici fra cui Rendiconti<br />
della S.I.M.P.. Fra le numerose pubblicazioni:
Corindone, torbenite, morenosite. Specie minerali nuove<br />
per l’Ossola (1967); Ossola minerale. Indice delle specie e<br />
dei principali ritrovamenti, con un saggio di bibliografia<br />
mineralogica ossolana (1975); La tarumellite di Candoglia<br />
e altri studi rilevanti. La sua preziosa collezione si<br />
trova ora a Torino presso il Museo regionale di Storia e<br />
Scienze naturali.<br />
Benemerito nel campo delle ricerche scientifiche, fu insignito<br />
di medaglia d’oro, dal comune di Domodossola<br />
(1970) e dal Presidente della Repubblica <strong>It</strong>aliana Pertini<br />
(1979).<br />
ROSSETTI VALENTINI GIOVANNI MARIA,<br />
pittore, benefattore<br />
Santa Maria Maggiore 1796 - ivi 1878<br />
Figlio di Giacomo Antonio e Angela Menabene, a Milano<br />
frequentò i corsi di ornato e figura nell’Accademia<br />
di Brera. A Mompellier insegnò in scuola governativa e<br />
si dedicò alla pittura. Fu insignito della Legion d’Onore<br />
da Napoleone III. Ritornato a S. Maria nel 1870 insegnò<br />
gratuitamente ai convalligiani nella scuola di disegno<br />
istituita a proprie spese ed alla quale lasciò in eredità<br />
il proprio patrimonio. Regalò un ostensorio alla parrocchia,<br />
un lascito per la messa festiva a Crana e l’autoritratto<br />
alla Fondazione Galletti.<br />
ROSSI GIUSEPPE ANTONIO, benefattore<br />
Premosello 1805 - ivi 1877<br />
Fece fortuna a Parigi con il commercio dei tessuti di<br />
seta. Dopo il 1870 si stabilì al paese d’origine al quale<br />
regalò un terreno e una cospicua somma per l’erezione<br />
di un asilo d’infanzia e l’istituzione delle due classi del<br />
corso elementare superiore.<br />
RUGA-SILVA GIOVANNI ANTONIO,<br />
diplomatico, magistrato<br />
Domodossola 1731 - ivi 1800<br />
Figlio del giureconsulto Carlo Giuseppe e di Isabella<br />
Ruga. Studi classici, poi commerciante in Parigi e insegnante<br />
di italiano. Tornato a Domo fu segretario del<br />
Conte Borromeo. Ripresi gli studi giuridici si laureò a<br />
Pavia nel 1765. Ambasciatore del Duca di Modena a<br />
Madrid, nel 1769 Reggente la Signoria di Varese per<br />
Francesco III di Modena e poi Presidente del Consiglio<br />
Supremo di giustizia. Per incauta accettazione di<br />
un compenso meritato ma male inteso, perse l’alto incarico<br />
e rientrò a Domo a esercitare l’avvocatura. Con<br />
l’occupazione francese del Regno di Sardegna fu nominato<br />
Presidente della municipalità di Domo ma cadde<br />
in disgrazia con l’avvento degli Austro-Russi.<br />
SALA GIUSEPPE, cardinale<br />
Bologna 1762 - Roma 1839<br />
Figlio di Giuseppe, emigrato da Baceno a Bologna. Studi<br />
classici a Roma e laurea in teologia. Dotato di intelligenza<br />
e capacità, resse la Delegazione Apostolica alla<br />
partenza da Roma di Pio VI, travolto dalle vicende rivoluzionarie.<br />
Con Pio VII fu segretario della Legazione<br />
presso Bonaparte 1° Console a Parigi e ancora nel<br />
1809 presso Napoleone Imperatore. Dopo il 1814 riprese<br />
l’attività diplomatica e curiale e nel 1831 ottenne<br />
la dignità cardinalizia.<br />
SALATI GIOVAN MARIA,<br />
primo attraversatore a nuoto della Manica<br />
Malesco 1796 - Saint Brice sous Forêt 1879<br />
Figlio di Domenico e Anna Maria Salati. Nel 1812 è<br />
soldato nell’armata italiana comandata dal gen. Pino e<br />
poi marinaio sulla «Belle Poule». Come fuciliere di marina<br />
combatte a Waterloo dove, ferito, viene fatto prigioniero<br />
e recluso a Dover su una vecchia nave adibita<br />
a campo di concentramento. Dopo alcuni mesi di vita<br />
impossibile si butta nella Manica e l’attraversa a nuoto<br />
raggiungendo Boulogne. A Parigi trova lavoro presso i<br />
parenti Polino che hanno fatto fortuna come fumisti e<br />
da semplice spazzacamino diventa fumista impresario.<br />
Nel 1850 il Salati si trasferisce a Soissons, poi al seguito<br />
del figlio prete dimora in varie parrocchie e muore in<br />
quella di Saint Brice sous Forêt a 12 km da Parigi.<br />
SALINA GIUSEPPE (VITTORIO D’AVINO),<br />
poeta, scrittore<br />
Domodossola 1877 - Varzo 1949<br />
Studiò in seminario e ordinato sacerdote (1899) intraprese<br />
la sua missione di parroco, ma si dedicò anche con<br />
passione ed estro alla poesia in dialetto e in lingua italiana,<br />
a scritti sul paesaggio e sull’arte ossolana. Fu ottimo<br />
latinista e grecista, buon oratore e diede alle stampe<br />
parecchie pubblicazioni.<br />
189
SALINA LUIGI, politico, benefattore<br />
Bologna 1762 - ivi 1845<br />
Figlio di Giovanni Antonio di Mozzio in valle Antigorio.<br />
Laureato in giurisprudenza a Bologna, nel 1784 fu<br />
eletto presidente dell’Annona e con l’avvento dei Francesi<br />
membro del Governo Provvisorio della Cisalpina.<br />
Partecipò alla Consulta di Lione e divenne membro del<br />
Corpo legislativo quale rappresentante del Collegio dei<br />
Possidenti Bolognesi. Dirigente dell’amministrazione<br />
del Dipartimento, dal Governo Pontificio, subentrato<br />
ai Francesi, fu mantenuto nella carica. Leone XII nel<br />
1825 lo creò conte. Fu Presidente del Tribunale d’appello<br />
delle Legazioni. Cultore della lingua latina, scrisse<br />
epigrammi apprezzati. Quando l’alluvione devastò<br />
Crodo e distrusse il Pretorio, mise a disposizione della<br />
comunità le case e i poderi di Mozzio.<br />
SAMONINI ACHILLE, pubblico amministratore<br />
Domodossola 1873 - ivi 1939<br />
Figlio di Giacomo, farmacista, e di Angiolina Garbagni.<br />
Studi classici al Mellerio Rosmini, laurea in chimica<br />
farmaceutica all’Università di Modena, farmacista<br />
a Domo subentrato al padre, consigliere provinciale<br />
e sindaco di Domo al tempo dell’inaugurazione del<br />
Sempione e del volo di Chavez. Commendatore per benemerenze<br />
e dedizione al pubblico interesse, di ideali liberali<br />
giolittiani lasciò l’amministrazione del Comune e<br />
ogni carica con l’avvento del Fascismo.<br />
SANDRETTI AGOSTINO,<br />
commerciante, pubblicista<br />
Calasca 1891 - Domo 1954<br />
Figlio di Martino e di Annunziata Francini. Interrotti<br />
gli studi liceali per ragioni di famiglia, si dedicò al commercio.<br />
Fu cultore di memorie locali, autore di Zibaldone<br />
1 e Zibaldone 2 sulla storia di Calasca, podestà del<br />
paese nativo, promotore di iniziative sociali in valle Anzasca,<br />
proprietario e direttore del giornale Il Commercio<br />
ossolano e organizzatore della I a Esposizione italo-svizzera<br />
nel 1925.<br />
SARTORIO GIOVANNI, chirurgo, benefattore<br />
Domodossola 1745 - ivi 1841<br />
Figlio del chirurgo Felice e di Filiberta Javernier. Laureato<br />
in medicina e chirurgia a Pavia, si dedicò alla cura,<br />
spesso gratuita, degli infermi. Fu chirurgo al S. Biagio<br />
190<br />
negli anni della costruenda strada napoleonica. Morendo<br />
lasciò il suo patrimonio ai «poveri vergognosi», persone<br />
un tempo agiate ridotte all’indigenza per il mutamento<br />
degli eventi.<br />
SCACIGA DELLA SILVA FRANCESCO,<br />
storico, giornalista<br />
Mozzio 1810 - Domodossola 1874<br />
Figlio di Diovole e di Teresa Albertazzi. Studi classici e<br />
laurea in legge a Torino. A Domo si dedicò alla professione<br />
legale e alla ricerca storica sull’Ossola Superiore<br />
pubblicando Storia di Val d’Ossola (1842) e Vite di <strong>Ossolani</strong><br />
illustri con quadro storico delle eresie (1847). Collaborò<br />
a giornali locali e diresse: Il Moderato (1851),<br />
L’Agogna (1845), L’Ossolano (1854). Scrisse novelle e articoli<br />
di vario argomento per almanacchi a partire dal<br />
1846. Fu Provveditore agli studi nell’Ossola dal 1848<br />
al 1854. Curò la pubblica istruzione aprendo scuole<br />
elementari in alcuni comuni. Si occupò di amministrazione<br />
pubblica e favorì la formazione di biblioteche<br />
pubbliche nelle vallate e la costruzione della strada Crevola-Pontetto<br />
di Montecrestese.<br />
SILVETTI MICHELE, naturalista<br />
Pallanzeno 1746 - ivi 1815<br />
Figlio di Francesco Antonio e di Maria Teresa Testoni<br />
di Piedimulera, compì gli studi a Milano dai Gesuiti di<br />
Brera dove il fratello sacerdote Giuseppe Luigi (1730-<br />
1807) insegnava retorica e filosofia.<br />
Dedicatosi alla ricerca scientifica si appassionò alle<br />
scienze naturali occupandosi anche di flora e fauna dell’Ossola.<br />
Tradusse dal francese la monumentale storia<br />
del naturalista Buffon dedicata allo studio della terra,<br />
dei minerali e di ogni specie di animali. Perché una materia<br />
di tanto interesse risultasse in stile chiaro ed esemplare,<br />
egli si valse dell’aiuto del fratello Luigi che aveva<br />
lasciato forzatamente l’insegnamento per la venuta dei<br />
Francesi a Milano.<br />
SIMONIS GIOVAN BATTISTA, pittore<br />
Morto a Buttogno nel 1868<br />
Lavorò a lungo nel Delfinato e nella Franca Contea e<br />
fu ritenuto buon pittore. Rientrato a Buttogno insegnò<br />
disegno e colore seguendo la tradizione di altri membri<br />
della famiglia Simonis che già dal 1650 tenevano una<br />
scuola di disegno e pittura.
SOTTA FRANCESCO MARIA, pittore<br />
Malesco 1764 - ivi 1841<br />
Ritrattista di buona fama in Francia prima e dopo la<br />
Rivoluzione, fu iniziatore di una dinastia di pittori. Ricordiamo<br />
i figli CARLO GIUSEPPE (1796-1872) attivo<br />
a Roma e in Francia (soggetti religiosi, autoritratto a<br />
palazzo Silva) e il più famoso LUIGI (1777-1860) ottimo<br />
e ricercato ritrattista a Parigi, dove frequentò l’atelier<br />
di Ingres. Lavorò a Pietroburgo, a New Orleans, a<br />
Roma e in Francia.<br />
SPEZIA ANTONIO, architetto<br />
Calasca 1814 – ivi 1892<br />
Figlio di Pietro e di Teresa Patroni Zambonini. Dopo<br />
studi classici a Domo divenne ingegnere architetto. Tra<br />
le sue opere è famosa la Chiesa di Maria Ausiliatrice a<br />
Torino la cui progettazione gli fu affidata da don Bosco<br />
che nel 1865, dopo la posa della prima pietra, gli regalò<br />
un bacile d’argento con dedica. Si occupò delle miniere<br />
d’oro di valle Anzasca e progettò gratuitamente la<br />
cupola della chiesa di Calasca.<br />
SPEZIA GIORGIO, mineralogo, docente universitario<br />
Piedimulera 1842 - Torino 1911<br />
Figlio di Valentino e di Maria Angelotti. Studi classici,<br />
universitario a Pavia, si arruolò volontario e combatté<br />
al Volturno (1860) con la divisione Cosenz. Nel 1867<br />
a Torino si laureò in ingegneria, con lode, sulla Ventilazione<br />
delle miniere. Perfezionati gli studi di mineralogia<br />
ad Heidelberg, insegnò al Politecnico di Torino<br />
dove realizzò il Museo mineralogico, primo per importanza<br />
in <strong>It</strong>alia. Fama internazionale ebbero i suoi studi<br />
di mineralogia sperimentale. Presidente generale del<br />
C.A.I., diede i disegni per la capanna Sella al Weisthorn<br />
e cooperò ai preparativi scientifici per la spedizione al<br />
Polo Nord.<br />
STIGLIO CARLO GIORGIO, ingegnere, architetto<br />
Pallanzeno 1836 - ivi 1898<br />
Studi classici al Mellerio Rosmini poi, per merito, ospite<br />
nel Collegio delle Province a Torino. Nel 1859 volontario<br />
con Garibaldi. Si laureò in ingegneria a Torino<br />
e fu professionista in Ossola. Sue opere il teatro municipale<br />
di Domodossola, l’Albergo Sempione, la casa<br />
Ponti, l’ampliamento dell’Ospedale S. Biagio, le ville<br />
Seiler, Mosoni e Casetti a Caddo, gli asili di Piedimulera<br />
e Premosello, le carreggiabili di Bognanco, di Vogogna,<br />
Masera, di valle Antrona, Mocogna-Preglia e lavori<br />
vari a Craveggia.<br />
TAMI ARMANDO, benefattore<br />
Villadossola 1926 – ivi 1999<br />
Frequentò a Novara l’Istituto per Ragionieri “Mossotti”<br />
e uscì diplomato con ottima votazione. Collaboratore<br />
amministrativo presso l’industria meccanica P. M.<br />
Ceretti, fu poi professionista aggiornato e molto consultato<br />
da scelta clientela. Fu anche incaricato dal Tribunale<br />
di Verbania di consulenza contabile e di curatore<br />
fallimentare. Coltivò le amicizie, fu arguto conversatore,<br />
amò le varie espressioni della cultura; fece parte attiva<br />
di un “movimento culturale ossolano” con i concittadini<br />
dott. <strong>It</strong>alo Pistoia e Gianfranco Bianchetti. Scrisse<br />
poesie in dialetto di Villadossola che raccolse sotto il<br />
titolo Alegar e grazia che ebbero l’ambita prefazione del<br />
filologo Gianfranco Contini. Risparmiatore oculato e<br />
abile moltiplicatore delle sostanze con sapienti operazioni,<br />
fu generosissimo elargitore del grande patrimonio<br />
accumulato al paese natale (Comune e parrocchia)<br />
e all’ospedale S. Biagio di Domodossola, dove ricevette<br />
cure attente e umana comprensione, purtroppo senza<br />
possibilità di buon esito.<br />
TESTORE ANDREA,<br />
promotore della ferrovia Domodossola-Locarno<br />
Toceno 1855 - ivi 1941<br />
Figlio di Giuseppe Antonio e di Maria Cazzini. Maestro<br />
elementare nella sua Toceno, lavorò poi per qualche<br />
anno in Argentina. Dopo il rimpatrio si batté con<br />
zelo instancabile per migliorare il tenore di vita dei valligiani<br />
fondando la Società Operaia di Mutuo Soccorso<br />
e organizzando corsi serali per lavoratori. Promosse la<br />
Società Elettrica Vigezzina, la «Società pro montibus et<br />
fluminibus» di carattere ecologico e lo Sci Club Valle<br />
Vigezzo. Il suo nome è essenzialmente legato all’impresa<br />
non facile di procurare alla propria vallata la ferrovia<br />
Domodossola-Locarno che entrò in funzione nel<br />
1923 dopo un ventennio di suo impegno assiduo contro<br />
ostacoli di ogni genere. A riconoscimento delle sue<br />
benemerenze nel 1982 gli fu intitolata la scuola media<br />
di Santa Maria Maggiore.<br />
191
TIBALDI ETTORE, vice Presidente del Senato<br />
Bornasco (PV) 1887 - Certosa di Pavia 1968<br />
Studi classici, laurea in medicina, assistente di patologia<br />
a Pavia fu combattente decorato nella l a guerra mondiale.<br />
Di ideali mazziniani dagli anni studenteschi, responsabile<br />
nel 1923-24 del movimento politico “<strong>It</strong>alia<br />
libera”, antifascista, allontanato dalla carriera universitaria<br />
e costretto a lasciare Pavia, si trasferì, nel 1925, a<br />
Domodossola, vincitore del concorso a Primario medico<br />
del S. Biagio e vi dimorò per quarant’anni. Ossolano<br />
d’adozione, mantenne contatti con l’antifascismo clandestino,<br />
legò il suo nome alla Resistenza, fu presidente<br />
della Giunta di Governo della Repubblica partigiana<br />
dell’Ossola. Eletto sindaco di Domo nel dopoguerra,<br />
senatore socialista dal 1953, tenne la Vice Presidenza<br />
del Senato fino al 1965.<br />
TITOLI ALFONSO, medico, benefattore<br />
Anzino 1847 - ivi 1919<br />
Figlio di Pietro e di Brigida Spadina, dopo gli studi classici<br />
nei collegi rosminiani si laureò in medicina a Torino<br />
nel 1872 e fu medico nella sua valle Anzasca. A proprie<br />
spese fece costruire un tratto di strada per Anzino<br />
e lasciò poi al Comune una cospicua somma a beneficio<br />
dei concittadini.<br />
TOJETTI GIOVANNI, frate alcantarino, venerabile<br />
Calasca 1680 - Napoli 1764<br />
Figlio di Giovanni e di Maria Del Barba. Emigrato a<br />
Pavia e poi in Germania, nel 1716 entrò nel convento<br />
dei Frati alcantarini e destinato a Piedimonte di Alife<br />
(Caserta) come fratello terziario, prendendo il nome di<br />
frate Francesco di Sant’Antonio. Poi andò a Napoli, nel<br />
convento di Santa Lucia dove, trascorsi quarantacinque<br />
anni come umile questuante, morì in concetto di santità.<br />
La Chiesa lo ha dichiarato venerabile.<br />
TONNA CARLO MARIA, benefattore<br />
Calasca 1746 - ivi 1827<br />
Figlio di Giovanni Battista e di Maria Spezia. Compì gli<br />
studi classici e teologici nel seminario diocesano e ordinato<br />
sacerdote, fu prevosto a Romagnano Sesia e poi a<br />
Calasca. Attaccatissimo al suo paese nativo, ideò la fondazione<br />
del «Monte di pietà di Calasca», con sostanze<br />
proprie e con il concorso di altri benefattori calasche-<br />
192<br />
si. Ottenuto in data 4-6-1796 il permesso del Vescovo<br />
di Novara Buronzo Delsignore, dettò al notaio Donzelli<br />
di Novara il 9-11-1796 le tavole di fondazione a favore<br />
dei parrocchiani di Calasca e poi di quelli delle altre<br />
parrocchie della valle Anzasca, con lo scopo di favorire<br />
gli emigranti che avessero urgenza di prestiti per il<br />
viaggio e il sostentamento della famiglia, preservandoli<br />
dagli usurai, con condizioni di favore dettate da spirito<br />
di carità cristiana.<br />
TRABATTONI BONO ISOLINA, pittrice<br />
Buenos Aires 1896 - Parigi 1978<br />
Di famiglia ossolana varzese. In <strong>It</strong>alia compì gli studi<br />
secondari e fu allieva del pittore verbanese Bolongaro.<br />
Si distinse per paesaggi, ritratti e disegni di soggetto religioso.<br />
Fu illustratrice di leggende ossolane e collaboratrice<br />
con disegni e scritti delle riviste Illustrazione Ossolana<br />
e Oscellana.<br />
TRABUCATI MARTINO ETTORE,<br />
banchiere, benefattore<br />
Ceppo Morelli 1842 - Firenze 1907<br />
Figlio di Giovan Battista e di Elisabetta Chilli. Emigrato<br />
a Montevideo creò una fiorente casa commerciale.<br />
Fu poi presidente del Banco <strong>It</strong>aliano in Uruguay, Consigliere<br />
dell’Ospedale italiano e benefattore dei compatrioti.<br />
Durante i frequenti soggiorni nella sua valle beneficò<br />
i poveri e gli infermi. La sua opera ebbe un degno<br />
continuatore nel figlio Ettore.<br />
TRABUCCHI FRATELLI, benefattori<br />
Titolari a Parigi di una fiorente casa di fumisteria, combattenti<br />
nelle armate della Repubblica francese. Gioacchino<br />
(1758-1832) e Giuseppe (1769-1846), il quale<br />
ottenne la “sciabola d’onore”, furono i più importanti.<br />
Ebbero incarichi governativi di lavori a Milano, a Roma,<br />
in Germania e misero insieme un grande capitale. Istituirono<br />
a Parigi nell’ospedale Beaujon dei posti letto<br />
perpetui per i fumisti vigezzini e piemontesi ammalati.<br />
Lasciarono in beneficenza a Malesco una cospicua somma<br />
con la quale furono sovvenzionati l’ospedale a loro<br />
intestato (1834) e altre opere benefiche.<br />
TRABUCCHI GIACOMO, avvocato pubblicista<br />
Domodossola 1829 - ivi 1893<br />
Di Giovanni Antonio e Maria Gugliminetti. Studi clas-
sici al Mellerio Rosmini e a Novara, laurea in giurisprudenza<br />
all’Università di Genova. Simpatizzante di Mazzini,<br />
iscritto nella “Giovane <strong>It</strong>alia” repubblicana per tutta<br />
la vita, fondò nel 1855 la Società Operaia domese,<br />
il corpo dei pompieri nel 1859, il Comizio agrario e il<br />
CAI ossolano. Cooperò alla sistemazione della biblioteca<br />
della Fondazione Galletti nel 1873, alla creazione<br />
della Scuola di arti e mestieri «G.G. Galletti» e del Ricovero<br />
vecchi. Fu giornalista e rievocò memorie storiche<br />
ossolane con epigrafi marmoree.<br />
VEGGIA ALFONSO, medico, benefattore<br />
Domodossola 1858 – ivi 1921<br />
Figlio del causidico Giacomo e di Giovannina Matli.<br />
Studi classici a Domo e laurea con lode in medicina e<br />
chirurgia a Torino. Diresse con abnegazione il lazzaretto<br />
per colerosi a Iselle, fu primario all’ospedale S. Biagio.<br />
Visitava a domicilio i malati delle vallate e gratuitamente<br />
i poveri. Nel 1894 fondò l’Associazione medica<br />
ossolana, ancora oggi attiva e presiedette un importante<br />
convegno sulle intossicazioni nelle miniere (1902). Durante<br />
la l a guerra mondiale fu direttore dell’Ospedale<br />
militare territoriale, istituì la scuola Samaritana e diresse<br />
la C.R.I. Sviluppò l’indagine epidemiologica della tisi<br />
nell’Ossola, studiò i molti casi di dissenteria e tifo che<br />
attribuì alle scarse condizioni igieniche degli acquedotti<br />
battendosi perché venissero migliorate. Aiutò i lavoratori<br />
del Sempione a superare i malanni dovuti all’ambiente<br />
in cui operavano. Per la solerte lotta contro la<br />
malaria in Ossola fu insignito della Croce dell’Ordine<br />
dei Santi Maurizio e Lazzaro. Si preoccupò di trattare<br />
con i sindaci per una più adeguata retribuzione ai medici<br />
condotti miseramente compensati nonostante i sacrifici<br />
notevoli richiesti dalla professione. Fu affiancato<br />
nell’attività da altri medici fra cui vanno ricordati Morandini,<br />
Gubetta e Negri. Notevole il suo studio Storia<br />
clinica dell’aviatore Geo Chavez, con alcune considerazioni<br />
sullo shock (1911). Lasciò al S. Biagio la sua ricca biblioteca<br />
medica e l’armamentario chirurgico servito per<br />
le operazione da lui eseguite per primo a Domo.<br />
VIETTI VIOLI PAOLO, architetto<br />
Grandson (Svizzera) 1882 - Vogogna 1965<br />
Figlio di Paolo e di Anna Zanoni, ossolani, si laureò in<br />
Architettura a Parigi nel 1905. Rientrato in <strong>It</strong>alia, nel<br />
1914 si laureò in ingegneria civile al Politecnico di Milano.<br />
Durante la guerra 1915-1918 fu tenente di artiglieria<br />
nelle officine militari a Genova. Si specializzò nella<br />
progettazione e costruzione di ippodromi raggiungendo<br />
fama internazionale (S. Siro, Capannelle, Merano,<br />
Grosseto, Alessandria d’Egitto, Istanbul, Belgrado, Addis<br />
Abeba). Costruì scuderie da corsa e da allevamento<br />
e impianti sportivi diversi. Realizzò lo stadio di Genova,<br />
lo stadio olimpico di Ankara e quello di Domodossola.<br />
Sono sue opere il Villaggio SISMA e la chiesa nuova<br />
di Villadossola.<br />
ZANNA BARTOLOMEO, inventore<br />
Zornasco sec. XIX<br />
Industriale geniale, inventò (1842) un tipo di calorifero<br />
e divenne fornitore della Casa Imperiale di<br />
Vienna e della Casa Reale di Torino.<br />
ZANOIA GIUSEPPE ANTONIO, medico, benefattore<br />
Domodossola 1767 - ivi 1848<br />
Figlio di Paolo e di Costanza Zanoia. Studiò medicina a<br />
Pavia, si perfezionò nell’Ospedale di Milano e a Domo<br />
fu medico dell’Ospedale S. Biagio. Si occupò dei carcerati<br />
ammalati e alleviò le condizioni dei detenuti poveri<br />
alle cui famiglie provvide con suo denaro. Fu rappresentante<br />
del Protomedicato della Sanità di Torino per la<br />
prevenzione e la cura del colera e lottò contro i pregiudizi<br />
incontrati nella pratica della vaccinazione antivaiolosa<br />
a cui si opponevano alcuni colleghi. Lasciò i propri<br />
beni al S. Biagio.<br />
ZARDETTI CARLO, numismatico, archeologo<br />
Milano 1778 - ivi 1849<br />
Da genitori di Piedimulera. Si laureò in giurisprudenza<br />
a Pavia ma si curò di numismatica negli anni del Regno<br />
italico e cooperò alla nascita a Milano del Gabinetto<br />
numismatico. Scrisse articoli sulle antichità di Sicilia,<br />
sul Duomo di Monreale, su S. Zeno di Verona, su monumenti<br />
etruschi ed egiziani. Tradusse dall’inglese e dal<br />
francese opere sull’antichità. Compilò il catalogo della<br />
libreria Reina. Lasciò la casa di Piedimulera alla parrocchia.<br />
Fu membro di accademie scientifico-letterarie italiane<br />
e straniere.<br />
ZARDETTI OTTONE, arcivescovo, benefattore<br />
Rorsch (CH) 1847 - Roma 1902<br />
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Figlio di Giuseppe nativo di Bannio, negoziante in telerie<br />
in Svizzera. Studiò teologia all’università di Innsbruck,<br />
insegnò nel Seminario di S. Gallo e in quello<br />
americano del Minnesota. Fu a Londra ospite del card.<br />
Manning, poi Vicario Generale della diocesi del Dakota.<br />
Nel 1889 fu consacrato vescovo del Minnesota. Nel<br />
1894 divenne arcivescovo metropolita a Bucarest. Tornato<br />
a Roma fu assistente al soglio pontificio. Beneficò<br />
il paese d’origine della famiglia.<br />
ZOPPETTI LUIGI,<br />
sacerdote, professore di liceo e patriota<br />
Monteossolano 1888 - Domodossola 1970<br />
Ordinato sacerdote, si laureò in scienze naturali all’Università<br />
di Torino e insegnò scienze e chimica al Liceo<br />
Classico Mellerio Rosmini. Dopo il 1943 entrò nella<br />
Resistenza mettendo in salvo sbandati e perseguitati politici<br />
grazie alla sua conoscenza e a quella di amici montanari<br />
dei passi diretti in Svizzera. Fece parte del C.L.N.<br />
di zona. Con il ritorno dei Tedeschi riparò nella Confederazione<br />
Elvetica e fu affettuosamente vicino agli <strong>Ossolani</strong><br />
esuli nel Canton Vaud. Fu anche animatore e<br />
parte attiva di ogni attività benefica ossolana.<br />
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