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Il ricordo<br />

1. i monumenti a Domodossola. La prima stele alla Siberia. 2. La giovinetta atterrita<br />

di Luigi Secchi. 3. Il nuovo cippo alla Siberia. 4. Il monumento a Lima. 5.<br />

I poeti, il romanziere, il musicista. 6. Le cartoline ed i francobolli. 7. Le commemorazioni.<br />

1. Quando alla stazione ferroviaria il Sindaco di Domodossola dà a Cha vez l’estremo<br />

saluto, promette all’aviatore sventurato che «un ricordo imperituro sarà eretto dalla popolazione<br />

ossolana sul campo consacrato dal suo sangue e la generosa pietà montanara coltiverà<br />

incessantemente su quelle zolle memori fiori alpini». 1<br />

Nel 1911, a un anno dalla sciagura, dal 23 al 25 settembre si commemora l’“Eroe” e<br />

nell’ambito di una nutrita serie di manifestazioni, organizzate dall’Unione sportiva domese,<br />

si inaugura il «granitico masso strappato al Sempione» ed eretto sul luogo della caduta.<br />

Si scopre pure la lapide posta sulla facciata dell’Ospedale di San Biagio, sotto la finestra<br />

della camera, in cui è stato rico verato il peruviano. 2 Nello stesso periodo, per iniziativa<br />

privata, una lapide, con busto di Chavez in bassorilievo, vien posta al colle della Mattarella,<br />

sulla torre del ristorante “Bella Vista”. 3<br />

Alla Masone di Vogogna, sullo scoglio superstite della parete di montagna, che conserva<br />

i resti della lapide romana (Via facta est ...), ai piedi della colonna sormontata da globo<br />

ed aquila celebrante le tre vie del Sempione (romana, napoleonica, ferrata), il sindaco Davide<br />

Biraghi Lossetti ha già posto una lapide a ricordo di Geo Chavez. 4<br />

Il ricordo dello sfortunato volo e del grande circuito aereo milanese dell’anno precedente<br />

è ancora ben vivo e le cerimonie domesi trovano risonanza anche fuori dell’ambito<br />

ossolano.<br />

Lo stesso 25 settembre, il senatore Luca Beltrami, architetto di chiara fama, che è stato<br />

presente ai funerali del povero Chavez, scrive al Sin daco di Domodossola una lettera, con<br />

la quale accompagna lo «schizzo per un ricordo» dell’aviatore peruviano, e spiega:<br />

Lo scorso inverno alcuni giornali, anche dall’estero, pubblicarono non so in base a quali informazioni, come io fossi<br />

stato incaricato di progettare il ricordo a Chavez nel punto dove atterrò dopo la traver sata delle Alpi.<br />

Sebbene non avessi alcuna comunicazione in proposito, la semplice eventualità di occuparmi di quel ricordo mi<br />

Lapide già sulla torre del ristorante<br />

“Bella Vista” al colle della Mattarella.


portò ad immaginare una forma di ricordo che fissai allora sulla carta. Leggendo ora le rela zioni sulla cerimonia<br />

svoltasi poi a Domodossola, il mio pensiero si riportò a quella soluzione e poiché io non ebbi in questi mesi alcuna<br />

notizia relativa all’annuncio dato dai giornali mesi sono, non ho che ad inviare a Lei lo schizzo affinché lo consideri<br />

come omaggio per sonale mio alla cerimonia di Chavez.<br />

L’idea che mi ha guidato è quella che una corona dorata di alloro si levi ad una altezza di m. 20 circa sul piano della<br />

vallata, così da indicare nello spazio il punto dove avvenne il fatale atterramento. Con ogni ossequio. 5<br />

Il sindaco Samonini ringrazia vivamente dell’«omaggio» e di fronte al «bozzetto dell’artistico<br />

e grandioso progetto di monumento all’Eroico Aviatore Peruviano» inviatogli dal<br />

“mostro sacro” dell’architettura, si sente in dovere di giustificare che «per mancanza di fondi<br />

si è dovu to pensare a sopperire alla meglio coll’erezione di un ricordo grani tico provvisorio».<br />

Quindi chiede il permesso di ripro durre il «clichet per darlo alla pubblica stampa».<br />

L’architetto sena tore benigno concede: che il Sindaco di Domodossola «si valga del disegno<br />

stesso come meglio crede».<br />

Una decina di anni dopo Luca Beltrami darà una versione differente e per questo di<br />

notevole interesse:<br />

La tragica fine dell’aviatore Chavez, che primo tentava l’impresa di valicare le Alpi da Briga a Domodossola, suscitava<br />

il proposito di innalzare un ricordo, là dove l’aviatore, a pochi metri dalla meta, ri maneva vittima di un guasto<br />

dell’aeroplano durante la manovra del l’atterrare. Invitato a concretare il concetto per tale onoranza, mi parve<br />

che questa dovesse staccarsi dalle solite forme, per assumere una diretta rispondenza coll’ardimento e il fatale accidente<br />

che si volevano ad un tempo ricordare; e poiché l’aeroplano, dopo la fortunata traversata fra le aspre gole del<br />

Sempione, si era sfasciato a poche decine di metri dal piano della valle, in località dominata dalla ferrovia internazionale,<br />

ideai il motivo di una grande antenna di bron zo, dal basamento riccamente decorato, destinata a portare<br />

al suo e stremo una grande corona di bronzo dorato, per modo di individuare nello spazio il punto nel quale la gioia<br />

della vittoria ormai con seguita si era tramutata per il coraggioso aviatore nella brusca vi sione della catastrofe. In<br />

tal modo a quanti, percorrendo il valico del Sempione, si trovavano in grado di valutare l’ardimento del giovane<br />

Chavez, non sarebbe mancata la segnalazione anche da lontano, della località e del punto della catastrofe. Il concetto<br />

venne accolto dal Comitato cosicché si avviarono le pratiche per l’attuazione, (...) le pratiche ebbero a complicarsi<br />

(...) il Comitato quindi decise di ritornare sulla determinazione già presa. 6<br />

Ma la storia del monumento a Chavez in Domodossola non comincia così. Già all’indomani<br />

della caduta, in una riunione del Comitato ossolano di aviazione, l’on. Falcioni afferma:<br />

«Noi Ossolani strapperemo dalle viscere del Sempione un masso di granito che poseremo<br />

sul sito ove l’Eroe cadde; e sarà il simbolico ricordo nostro dell’avvenimento storico!».<br />

7 Quindi ai funerali dell’aviatore il Sindaco, come ricordato, promette il «ricordo<br />

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imperituro» sul luogo dello sciagurato atterra mento e subito, il 30 di settembre, invia una<br />

circolare ai Sindaci dell’Ossola con la quale comunica che:<br />

A degnamente ricordare la sovrumana impresa che costò la vita all’ardito Aviatore, Domodossola si è fatta iniziatrice<br />

di una sottoscrizione popolare a 10 centesimi per firma onde erigere un granitico ricordo, tolto dalle viscere<br />

del Sempione, vinto e domato da Chavez, sul luogo ove avvenne il fatale atterramento.<br />

La S.V., in nome di quel sentimento che caratterizza l’animo genti le e pietoso di ogni Ossolano, è invitata a far sottoscrivere<br />

da tutti i Comunisti, nessuno escluso, l’unita scheda con preghiera di ritornarla allo scrivente riempita ed<br />

accompagnata dall’importo raccolto, con cortese sollecitudine.<br />

Dev’essere un plebiscito spontaneo d’affetto e di cordoglio al qua le nessun Ossolano può sottrarsi. 8<br />

La stampa locale si affianca all’iniziativa del Sindaco: chi è all’estero, mancando le<br />

schede per la sottoscrizione, può inviare le somme raccolte al presidente del Comitato cav.<br />

Samonini o direttamente al gior nale, che provvederà alla consegna.<br />

Il “Corriere della Sera” nel numero del 28 settembre propone una sotto scrizione perché<br />

il ricordo monumentale ideato dagli Ossolani divenga «il memore attestato di com­


pianto e di ammirazione dell’intero popolo italiano»: riceverà lui stesso le offerte e le inizia<br />

con le prime cinquecento lire. 9<br />

Accanto alle centinaia di ignoti ammiratori, che dalle più disparate località inviano un<br />

contributo per onorare la memoria dell’aviatore, si incontrano nomi illustri di uomini, che<br />

ricoprono cariche pubbliche, di impor tanti personaggi del mondo industriale, di esponenti<br />

della cultura e dell’arte. Insieme con il senatore Pasquale Villari, che apre la lista (ha telegrafato<br />

al “Corriere” invitandolo ad iniziare la sottoscrizione), troviamo il senatore G.B.<br />

Pirelli, Luigi Albertini, Arrigo Boito, Giacomo Puccini, Umberto Giordano, Marco Praga,<br />

Luigi Barzini e Arnaldo Fraccaro li, i senatori Giuseppe Colombo, Ettore Ponti e Luigi<br />

Mangiagalli, i fratelli Treves, Ulrico e Charles Hoepli; il duca Uberto Visconti di Modrone,<br />

le Officine di Giulio Ricordi, attori della compagnia teatrale di Ruggero Ruggeri da<br />

Venezia, oltre, naturalmente, il senatore Luca Beltrami.<br />

Il 14 novembre il giornale milanese deposita su un libretto della Cassa di Risparmio la<br />

somma raccolta di 12.481 lire e 20 centesimi, in attesa che il Comitato di Domodossola e<br />

la Società italiana di avia zione prendano accordi definitivi per il monumento a Chavez.<br />

A Domodossola i pareri sono diversi: chi lo vuole sul luogo della sciagura, alla Siberia,<br />

chi in città. La questione è vivacemente dibattu ta ed anche la stampa locale, sensibile<br />

e sollecita a cavalcare gli umori della piazza, interviene.<br />

Il ricordo ossolano fu deliberato di erigerlo sul campo di caduta. Questa è una necessità. Quasi una necessità è pure<br />

che noi uniamo l’opera nostra a quella di Milano e di tutto il mondo. Ora se il monumento sorgerà sul luogo<br />

della caduta, tutto sta bene; ma se do vesse sorgere in città a Domodossola, come da alcuni a Domodossola si desidera,<br />

noi dovremmo rinunciare alla nostra prima idea di porre il ricordo laggiù, solo perché è necessario far opera<br />

comune con tut ti gli altri sottoscrittori?<br />

(...) il monumento a Chavez deve sorgere dove egli è caduto, altrimenti lo si potrebbe fare anche a Milano.<br />

Ma se, per ipotesi, che neppure vogliamo discutere, il monumento mondiale dovesse sorgere in città, noi ossolani<br />

dovremmo fare opera a parte e il nostro ricordo collocarlo laggiù. Un bel viale largo che conduce in linea retta al<br />

terreno sacrato dal sangue di Chavez; là un cippo granitico difeso da una cancellata; attorno attorno un filare d’alberi<br />

latifogli; solo in questo modo e solo in quel luogo noi sapremmo in avvenire rievocare il giovane eroe. 10<br />

Con una decisione degna di Salomone, il Sindaco ufficializza la proposta:<br />

il ricordo del popolo ossolano sul luogo della caduta è fuori discussione e non può mancare. Si unirà al monumento<br />

unico se questo verrà eretto laggiù; esisterà per conto suo, se il monumento, a così dire mondiale, dovesse sorgere<br />

in Domodossola. 10<br />

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Nel gennaio 1911 i giornali annunciano che il Comitato di Milano ha dato incarico<br />

all’architetto Beltrami di preparare un progetto per un monumento allo sfortunato aviatore<br />

(la stele che l’architetto scriverà di aver «immaginato» di sua iniziativa). 12<br />

Un bozzetto lo predispone pure il prof. Antonio Lusardi, l’autore della maschera funebre<br />

di Chavez, conservata fra i cimeli dei musei civici domesi:<br />

E’ una vera opera d’arte, una geniale e riuscitissima concezione. Sur un piedistallo di forma sferica, un aviatore cade<br />

indicando con la mano destra la méta quasi raggiunta. E’ sorretto dalla gloria che lo bacia in fronte. La forma<br />

sferica del piedistallo è allusiva alla grandezza dell’avvenimento che interessò il mondo. Sullo zoccolo in bassorilievo,<br />

figura l’areoplano, quale noi lo vedemmo appena sorpassato l’orrido di Crevola. 13<br />

Non si arriva ad alcuna conclusione, per cui si procede secondo quanto dichiarato dal<br />

sindaco Samonini e alla Siberia sorge la tozza stele, non senza difficoltà: il luogo si trova<br />

nel territorio di Beura, il comune è proprietario del prato, che è stato dato in affitto ad un Bozzetto di Antonio Lusardi per un<br />

monumento a Chavez.


Non di un monumento si tratta, ma di<br />

una lapide a ricordo di Chavez, posta<br />

ai piedi della colonna per iniziativa del<br />

Sindaco di Vogogna.<br />

agricoltore locale, certo Carlo Mancini, il quale con insistenza chie de un rimborso congruo<br />

per i danni arrecati alla sua produzione di fie no a seguito della frequentazione per<br />

manifestazioni varie.<br />

Ancora ad ottobre, avuta notizia del monumento a Geo Chavez inaugurato a Parigi<br />

nel cortile a lui dedicato presso la scuola Violet, ci si chiede a cosa serviranno i soldi raccolti<br />

dal “Corriere della Sera”. 14<br />

Intanto allo scopo di raggranellare fondi per una memoria di Chavez un aviatore è disposto,<br />

prima di recarsi in Perù «a compiere dei raids importanti», ad effettuare dei voli sul<br />

campo stesso dove è caduto Chavez: «non solo, ma se l’occasione sarà propizia, è suo intendimento<br />

di par tire da Domodossola e di portarsi a Milano per condurre a termine la<br />

parte del viaggio che l’anno scorso rimase sventuratamente troncato alle case della Siberia».<br />

Si tratta di un signor Bigliani, «e quest’impresa egli intende di compiere senza che sia<br />

in lui alcuna idea di speculazione, ma unicamente per aumentare il fondo destinato al mo­<br />

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numento da erigersi al grande aviatore». 15 La proposta cade nel vuoto, come già era caduta<br />

nel vuoto l’iniziativa di un tale Giglio Gigli da Faenza di ripetere la traversata del Sempione<br />

con il suo nuovo monoplano, che «in omaggio a Chavez, sarà tutto dipinto in nero»,<br />

prospettata in precedenza, nel mese di maggio.<br />

Nel 1912 si parla per l’ultima volta del contributo di Lire it. 100.000 stanziato dal governo<br />

peruviano in un primo momento per un monumento a Chavez a Briga e poi, invece,<br />

per quello in Domodossola. Ecco come stanno le cose, secondo quanto comunica al<br />

Sindaco di Domodossola l’ambasciatore italiano a Lima, in data 12 aprile:<br />

Poco tempo dopo la fatale caduta dell’aviatore, e quando ancora non si conosceva il diverso trattamento usatogli<br />

in <strong>It</strong>alia ed in Svizzera, fu presentato alle Camere Peruviane un progetto di legge per l’eroga zione della citata somma<br />

per un monumento da erigersi in Briga. La famiglia Chavez, di ciò informata, manifestò il suo malcontento,<br />

indicando di qui e da Parigi, per condotto del Ministro della Repubblica accreditato in quella capitale, che la somma<br />

dovesse invece dedicarsi ad un monumento da elevarsi in <strong>It</strong>alia. In seguito a queste osservazioni il Governo lo­<br />

La tragica conclusione del volo di Chavez<br />

richiama alla mente il mito di Icaro,<br />

precipitato nell’Egeo per essersi troppo<br />

avvicinato al sole, disattendendo gli<br />

avvertimenti del padre, Dedalo.


cale, a cui le Camere avevano sottoposto il disegno di legge, lo restituì alle Camere stesse domandando che lo modificassero<br />

nel senso suggerito dalla famiglia dell’estinto. La cosa è rimasta a questo punto, ed il Potere Legislativo,<br />

non so se perché il primitivo entusiasmo sia sbollito o perché la situazione finanziaria e politica andò da allora<br />

peggiorando, non si è più oc cupato della questione. Tuttavia il Ministro peruviano degli Affari Esteri, nel fornirmi<br />

con nota oggi pervenutami i dati che ho or ora riassunto, mi ha promesso d’interessarsi per la definizione della<br />

pendenza nella prossima le gislatura. Da parte mia non mancherò di adoperarmi al momento opportuno nello stesso<br />

senso, dispiacente di non poter dare sicuro assegnamento sul buon risultato di tali gestioni.<br />

Quasi un preannuncio, l’accortezza lungimirante del diplomatico.<br />

2. I tempi stanno cambiando: con il 1912 c’è la guerra in Libia e se non manca, a<br />

Domodossola, sul luogo della caduta, la commemorazione di Chavez, l’oratore ufficiale,<br />

il rag. Bergamini, ricorda nell’occasione anche al tri aviatori: il tenente Manzini, caduto a<br />

Tripoli, ed il capitano Moizo «ora immeritato prigioniero dei turco arabi». 16<br />

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Lo stesso Luca Beltrami, sempre in prima fila, giustifica la «sminuita valutazione»<br />

dell’ardimento che si vuol celebrare di fronte ai «maggiori» ardimenti che la guerra deve<br />

eccitare: «infatti la prima traversata della Manica, di Bleriot, e la prima traversata delle Alpi,<br />

di Chavez, appaiono oggi esercitazioni sportive, al paragone degli eroismi compiuti dagli<br />

aviatori» nel conflitto italo­turco. Così si ritorna «al concetto di un monumento statuario,<br />

da erigere su di una piazza di Domodossola». E spiega:<br />

Ideai il motivo di una giovinetta la quale, già pronta a porgere lietamente all’ardimentoso aviatore la corona di alloro,<br />

tenendo lo sguar do verso l’aeroplano che sta per atterrare, tramuta bruscamente l’atti tudine di festosa attesa<br />

in quella di spavento, vedendo l’aeroplano sfasciarsi e precipitare. Era questo un altro modo per rendere ancora<br />

evidente, coll’orientamento dello sguardo di quella giovinetta, il pun to della catastrofe. 17<br />

Sempre nel settembre 1912, la stampa locale dà notizia che in una vetrina di piazza<br />

Mercato, a Domodossola, sta esposto «lo schizzo del monumento definitivo a Chavez, inviato<br />

quale omaggio personale dell’illustre archi tetto sen. Luca Beltrami di Milano. Auguriamo<br />

che diventi presto realtà quello che ora è semplice progetto». 18<br />

Il tema non era facile – continua l’architetto ripensando la storia del monumento –; ma proposto al Secchi, ebbe<br />

un’espressiva interpretazione nella figura della giovane che colla testa e le mani rivolte in alto, rivela nell’espressione<br />

angosciosa degli occhi, e nella bocca che getta un grido di spavento, la inattesa catastrofe che tronca repentinamente<br />

l’esultanza. 19<br />

Luigi Secchi, scultore dell’area milanese, che all’epoca della trasvolata delle Alpi da<br />

parte di Geo Chavez frequenta Miazzina, sul Lago Maggiore, da quasi dieci anni, in non<br />

molto tempo prepara per la figura della giovinetta spaventata il modello in gesso, che deve<br />

servire per la fusione nel bronzo, probabilmente «ispirandosi al carattere, all’indole delle<br />

alpigiane miazzinesi, tanto spesso incontrate e osservate nella loro vita quotidiana». 20<br />

Il modello viene consegnato alla Società <strong>It</strong>aliana di Aviazione di Milano, che dispone<br />

dei fondi raccolti per il monumento: ora servono 1.200 chilogrammi di bronzo per la fusione.<br />

A seguito dell’intervento dell’on. Falcioni, nell’aprile 1915 il ministro della guerra<br />

Vittorio Zupelli comunica di aver predisposto il decreto per la cessione del metallo a lire<br />

0,80 il chilogrammo. Ma il “caldo bagno di sangue” impo sto da una minoranza delirante,<br />

spinge il Ministero a revocare la cessio ne. Solo a fine dicembre 1923, da Roma, la Direzione<br />

generale dell’aeronau tica si rivolge al comune di Domodossola «per definire la pratica


La giovinetta atterrita del monumento<br />

a Chavez, opera di Luigi Secchi.<br />

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da lunghissimo tempo in pendenza, relativa alla cessione del bronzo da fusione per il monumento<br />

dell’aviatore Chavez».<br />

E’ la volta buona: solo che la Società <strong>It</strong>aliana di Aviazione può pagare il bronzo ad un<br />

«prezzo non superiore a L. 0.80 al Kg., come da precedente impegno preso dallo Stato».<br />

L’ autorizzazione alla vendita a tale prez zo viene confermata il 31 dicembre 1923. La Società<br />

di Aviazione dispone ora del metallo; alla fusione provvede una ditta milanese, la Fonderie<br />

Faruffini. Luigi Secchi è morto a Miazzina nel 1921 e non può vedere realiz zata nel<br />

bronzo la sua giovinetta atterrita.<br />

Il comune di Domodossola, con il contributo determinante di due ditte locali, la Carlo<br />

Neri e l’Umberto Girola, provvede al basamento in granito della statua ed all’iscrizione,<br />

che cosi si esprime:<br />

A<br />

GEO CHAVEZ<br />

PER LA CONQUISTA DELLE VIE DEL CIELO<br />

PRIMO TRASVOLANDO LE ALPI<br />

SACRIFICO’ LA GIOVINEZZA ARDENTE<br />

XXVII . IX . MCMX 21<br />

Posto nella piazza già da tempo intitolata all’aviatore, di fronte alla caser ma degli Alpini,<br />

che nel 1929 riceverà il nome di Ferdinando Urli, medaglia d’oro della Grande Guerra,<br />

il monumento viene inaugurato con rapida cerimo nia il 6 settembre 1925 alla presenza<br />

del re, piccolo e svelto: l’Arciprete di Domodossola benedice l’opera, poi poche parole<br />

«precise e scultoree» del sindaco Chiossi per rievocare la figura dell’aviatore, e infine il<br />

ringraziamento del Console generale peruviano Macchiavello. Il re, che alla Madonna della<br />

Neve ha inaugurato pure il monumento ai Caduti, opera di Balzardi, e visitato l’esposizione<br />

italo­svizzera, alle ore 10 lascia Domodossola per recarsi in Valle Antigorio, ospite<br />

del senatore Ettore Conti.<br />

3. Non è risolta la questione del cippo alla Siberia. Nell’agosto del 1929, in prossimità<br />

della scadenza anniversaria, il direttore di “Aeronautica”, rivista mensile milanese, «or­


gano dei volatori e dei costruttori aeronau tici d’<strong>It</strong>alia», scrive al comune di Domodossola<br />

come non sia «decente per la memoria del grande aviatore mantenere nel luogo ove cadde,<br />

un masso greggio – tipo paracarro – che il comune medesimo di Domodossola pose<br />

come provvisorio riconoscendo sin d’allora la necessità in avvenire di un segno migliore e<br />

più degno del nome di Chavez». 22 Cortese e gelida la risposta di Edoardo Pallante, commissario<br />

prefettizio appena insediato:<br />

Risulta dalle informazioni assunte che la questione della sostituzione del cippo­ricordo esistente sul luogo dove<br />

cadde Geo Chavez è già stata largamente dibattuta in passato e non accolta dalla Cittadinanza, che non trova opportuno<br />

provvedere all’erezione e manutenzione di un ricor do a Chavez in luogo cosi lontano dall’abitato.<br />

D’altra parte contestazioni numerose sorsero in passato col Comune di Beura proprietario del terreno, dove si trova<br />

il cippo provvisorio, per il mantenimento del Cippo stesso. 23<br />

Ma il problema esiste, ineludibile; lo rileva pure il dott. Attilio Robiola, che all’Ospedale<br />

ai Domodossola ha seguito il calvario del povero Chavez: alla Siberia, bisogna sostituire<br />

la «rozza pietra che ricorda il volo eroi co» con un segno sia pure modesto ma più dignitoso.<br />

Si tratta del resto di mantenere anche una promessa poiché col Sindaco di allora di Domo era corsa l’intesa che il<br />

segno greggio di una pietra avesse carattere di provvisorietà. 24<br />

L’occasione per tener fede alla promessa si presenta nel 1935: Domodossola, unitamente<br />

a Briga, decide di ricordare con particolare solennità il volo eroico, effettuato un<br />

quarto di secolo prima, il 28 (manifestazioni a Briga) e il 29 settembre. Ecco il programma<br />

domese quale risulta dalla lettera di invito, che il podestà cav. dott. Romeo Ghisoli dirama<br />

con qualche giorno di anticipo:<br />

Ore 10,00 – Ricevimento in Municipio – Vermouth d’onore – Saluto del Po destà – Visita<br />

alla Casa del Fascio.<br />

Ore 10.45 – Cerimonia commemorativa davanti il Monumento Chavez a Domodos sola.<br />

Parleranno: S.E. il prefetto Letta, l’ill.mo Signor Segre tario Federale Avv. Paladino ed il Magg.<br />

Luigi Contini oratore ufficiale italiano.<br />

Ore 11,45 – Inaugurazione ricordo marmoreo sul luogo ove si infranse l’ala del Pioniere<br />

Geo Chavez.<br />

Ore 12.30 – Pranzo offerto dalla Città di Domodossola alle Autorità e Delegazioni.<br />

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Si notano subito alcune caratteristiche di dubbio gusto del regime duceduce sotto cui<br />

vive l’<strong>It</strong>alia e tribolano gli <strong>It</strong>aliani: la visita alla casa del fascio, di scarso interesse per le delegazioni<br />

straniere, gli interventi del prefetto e del federale fascista accanto all’oratore ufficiale.<br />

Anche il «ricordo marmoreo», opera dello scultore Eraldo Baldioli, è robustamente<br />

caratterizzato: una colonna tronca vigilata ai fianchi da due fasci littori.<br />

Sabato, 28 settembre, nel pomeriggio, il pilota francese Thoret, proveniente da Briga,<br />

con il suo velivolo, un aliante cabinato con un piccolo motore per portare l’apparecchio in<br />

quota, supera il Sempione e atterra alla Siberia, dove era sceso Chavez. 25<br />

Domenica, alla cerimonia intervengono nutrite delegazioni ufficiali di Perù, Francia<br />

e Svizzera: il signor Lanata Coudy, ministro plenipotenziario del Perù in <strong>It</strong>alia con il signor<br />

Marteche, delegato alla Società delle Nazioni, ed alcuni cadetti di aviazione, che seguono<br />

i corsi della scuola di Caserta; 26 il colonnello Pierre Weiss, rappresentante del Ministro<br />

dell’aeronautica francese, con il comandante Girard ed il capitano Firinoni, e con<br />

il signor Andrè Boulard, vice sindaco di Parigi; il colonnello Bardet in rappresentanza del<br />

governo svizzero, con i sindaci di Briga, signor Guntern, e di Naters, signor Gertschenn, il<br />

dott. Ernest Guglielminetti, presidente del Comitato Chavez di Briga, il colonnello Messner,<br />

presidente dell’Aero Club Svizzero, ed altri. Per l’<strong>It</strong>alia sono presenti, oltre alle autorità<br />

provinciali e locali, i deputati Ezio Maria Gray, De Regibus e Basile, i senatori Falcioni<br />

e Rossini, il generale Beltrami per il Ministro dell’Aereonautica, il comandante Giraldi,<br />

«attacchè» della Legazione d’<strong>It</strong>alia in Francia, il generale Oppizzi, presidente dell’Aero<br />

Club d’<strong>It</strong>alia, il grand’uff. Arturo Mercanti, organizzatore della prima trasvolata delle Alpi,<br />

il podestà di Novara mar chese Tornielli, il principe Borromeo, l’ing. Zerbinati, presidente<br />

dell’Aero Club Milano. Presta servizio la banda reggimentale del 68° Fanteria «Palermo»<br />

di stanza a Novara. Il banchetto d’onore, che conclude le manifestazioni, accoglie<br />

tra ospiti ed autorità 126 partecipanti (un tavolo centrale di 14 posti e 28 tavoli da quattro<br />

persone ciascuno).<br />

Il nuovo cippo supera le vicende belliche e postbelliche,resiste alle un ghiate del tempo<br />

e degli uomini con gli opportuni restauri, soprattutto in occasione delle cerimonie del<br />

1950, ed è ancor oggi visitabile, sia pu re con qualche difficoltà.


Il “ricordo marmoreo” (in realtà di granito) alla Siberia di Domodossola, qui e<br />

nella pagina accanto. Il monumento per Chavez a Lima dello scultore Eugenio Baroni.<br />

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4. A Lima il monumento a Geo Chavez viene inaugurato solo nel 1937, nella circostanza<br />

della Conferenza tecnica interamericana di aviazione, ma la sua storia muove da<br />

lontano, nel tempo e nello spazio, e coinvolge pure Domodossola. Il 7 luglio 1922, l’Ambasciatore<br />

italiano a Lima scrive al Sindaco della Città:<br />

In seguito a richiesta del Ministro Peruviano dei Lavori Pubblici,che, per ragioni del suo ufficio dovrà sopraintendere<br />

e controllare il lavoro di costruzione in questa capitale di un monumento alla memoria dell’in trepido aviatore<br />

Giorgio Chavez gloriosamente perito presso codesta città nel settembre 1910 dopo aver compiuto per primo e<br />

per le vie dell’aria il valico delle Alpi, formulavo con rapporto in data 14 giugno decorso diretto al Regio Ministero<br />

degli Affari Esteri e confermavo con altro rapporto odierno, rispettosa domanda dell’invio di un blocco di granito<br />

o di rocca (sic) di circa 100 kilogrammi da estrarsi dalla località in cui avvenne la caduta del suddetto aviatore<br />

dovendo tale blocco essere usufruito nel citato monumento, con carattere simbolico. Nel primo dei rapporti suaccennati<br />

scrivevo quanto segue: «Il Ministro non ha parlato di rimborso spese ed io non ho osato approfondire. Ritengo<br />

che nel suo concetto dovrebbe il Regio Governo od il Municipio di Domodossola offrire in dono il suddetto<br />

blocco sostenendo le relative spese d’invio».<br />

Confido, e potrei dire sono certo, che in caso necessario da questa Colonia sempre pronta ad atti di generosità ed a<br />

mostrarsi cortese verso il paese che la ospita si potrebbe senza difficoltà ottenere che si addossasse codeste spese.<br />

(...) Ciò senza tener conto che questa nostra Colonia non potrà non compiacersi che un blocco del suolo d’<strong>It</strong>alia<br />

figuri nel monumento che si vuol erigere ad onore di un glorioso precursore dell’aviazio ne che nel nostro paese<br />

esalò l’anima nobilissima.<br />

Analogo invito perviene a Domodossola da parte del Ministro dei lavori pbblici, on.<br />

Vincenzo Riccio, il quale precisa che il suo omologo Ministro peruviano, dott. Lauro<br />

A. Curletti, è figlio d’italiano. La Giunta municipale domese, pronta, accoglie l’invito<br />

ed ai due interlo cutori risponde che ha deliberato «di offrire al Comitato per l’erezione<br />

di un monumento al valoroso aviatore Geo Chavez un blocco di granito del peso di circa<br />

150­200 kg. nel quale verrà incisa la dicitura: Domodossola a Geo Chavez». Al Ministro<br />

Riccio aggiunge che avrebbe consegnato il blocco alla stazione ferroviaria di Domodossola<br />

e che attende istruzioni per l’invio in esenzione di porto. Il Ministro informa «di aver dato<br />

disposizione all’Amministrazione delle ferrovie dello Stato per il trasporto gratuito da<br />

Domodossola al porto di Genova del blocco di granito che codesta città offre al Governo<br />

Peruviano». Il 13 ottobre il Municipio di Domodossola consegna alla stazione ferroviaria<br />

il blocco ed un mese dopo il Regio Ministro di Lima ringrazia, «anche a nome dei connazionali<br />

qui stabiliti», «pel volonteroso concorso». Con una lettera successiva l’ambasciatore<br />

partecipa che il Governo del Perù, per mezzo del Ministero degli Affari Esteri, ha espresso<br />

la sua rico noscenza al Comune pel cortese invio del blocco.


Segue una piccola appendice. Il Console generale del Perù a Genova, il 15 gennaio<br />

1926 chiede al Sindaco di Domodossola se può indicargli a chi rivolgersi «per avere le copie<br />

dei bozzetti scartati nel concor so per il monumento a Chavez in codesta cittá», spiegando<br />

che «a Lima si deve erigere un monumento ad un aviatore e potrebbe darsi che qualcuno<br />

dei progetti rifiutati, rispondesse ai criteri della commissione limena». Il console non<br />

fa il nome dell’aviatore, ma è chiaro ed il Sindaco nella risposta non ha dubbi:<br />

Per avere le copie dei bozzetti scartati nel concorso per il Monumento a Geo Chavez la S.V. Ill.ma deve rivolgersi<br />

alla Società <strong>It</strong>aliana di Aviazione con sede in Milano.<br />

Un bozzetto di monumento aveva pur fatto l’architetto Senatore Luca Beltrami al quale la S.V. Ill.ma potrebbe<br />

pure rivolgersi in Milano.<br />

Il console Macchiavello ringrazia e comunica di aver scritto sia alla Società <strong>It</strong>aliana di<br />

Aviazione che al Senatore.<br />

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94<br />

Il monumento eretto a Lima nel 1937 è una grande piramide, che reca sulle pareti<br />

anche due statue di bronzo: un uomo che sale verso l’alto ed un altro che sta precipitando;<br />

sono «i due aspetti, i due momenti della vita, quello della vittoria e quello della sconfitta,<br />

della morte». 27<br />

Autore è lo scultore italiano Eugenio Baroni, attivo a Genova, al quale si deve pure il<br />

monumento ai Mille sullo scoglio di Quarto. Dopo quanto è stato sopra riportato ed in<br />

mancanza di una documentazione inequivocabile, pare improbabile che lo stesso abbia<br />

preparato «un primo bozzetto nel 1910», come da altri indicato.<br />

Alla cerimonia d’inaugurazione è presente a Lima anche una squadriglia italiana di<br />

aerei di alta acrobazia. La stessa si esibirà, oltre che in Perù, anche a Montevideo, Buenos<br />

Aires, Rio de Janeiro e San Paolo per onorare Geo Chavez: nel 1937 ricorre infatti il cinquantesimo<br />

anniversa rio della nascita dell’eroe.<br />

5. La tragica conclusione della traversata delle Alpi, con la morte dell’Eroe, che ha<br />

vinto, sì, ma a che prezzo!, scuote la pubblica opi nione in tutta <strong>It</strong>alia e nel mondo, prima<br />

in attesa ansiosa dell’evento ed ora sbigottita e sinceramente affranta. La partecipazione<br />

all’agonia dell’aviatore e l’immensa folla commossa ai funerali lo provano: nessuna distinzione<br />

di classe sociale, di nazionalità, di credo re ligioso incrina le compatte manifestazioni<br />

di dolore intenso e sofferto. In un momento come questo non possono mancare i poeti,<br />

poeti d’occasione, che pure hanno precedenti illustri nella storia della letteratura italiana.<br />

E basterà ricordare Giulio Cesare Croce, il padre di Bertoldo, che a Bologna, nella seconda<br />

metà del Cinquecento, fa il cantastorie: scrive versi, e in modesti opuscoli li vende<br />

nelle vie della città e campa lui ed i quattordici figli avuti da due mogli. 28 Ora, i nuovi cantastorie<br />

hanno a disposizione giornali (soprattutto quelli di provincia accolgono con facilità<br />

le loro rime) e Società filodrammatiche pronte a declamare le loro poesie in sera te organizzate<br />

appositamente. 29<br />

Certo, ci sono anche i letterati di professione: Vittorio Emanuele Bravetta, fecondo<br />

scrittore di libri per ragazzi, data «Sangano, la sera del 27 settembre 1910» i suoi versi In<br />

morte di Geo Chavez («Ti sento: mai la sera non fu sì mesta e pura») e Enrico Annibale Butti,<br />

romanziere e commediografo, già il 28 settembre ha pronta una poesia in quaranta versi,<br />

A Geo Chavez («Vivesti in un’ora una vita, / mille vite vivesti, tutte le nostre vite / tu vi­<br />

Lima. Il monumento di Eugenio Baroni<br />

a Geo Chavez (particolare).


Ludwig Werlen. Cartolina per la Traversata<br />

delle Alpi.<br />

vesti in un’ora ...») 30 . Cesco Tomaselli, giornalista, prepara quattordici quartine, Il prodigio<br />

fatale. In morte di Geo Chavez, il 29 settembre 31 e la settimana successiva pubblica Al vincitore<br />

de l’Alpi, altre sedici quartine («Mentre un’aureola / di gloria i forti giorni t’illumina, /<br />

io, l’audacia che ammalia / saluto nel verso d’<strong>It</strong>alia»). 32 Un’ode la compone pure Giovanni<br />

Pascoli nel novembre, a Bologna: la voce della Poesia nell’immobilità della storia.<br />

Pascoli è, secondo Gianfranco Contini, «la personalità poetica che sempre più chiaramente<br />

emerge come la maggiore d’<strong>It</strong>alia a cavallo dei due secoli, e anzi probabilmente la<br />

maggiore dopo l’età di Leopardi e Manzoni». 33 Insegna a Bologna dalla cattedra che fu di<br />

Carducci; con il “fanciullino” curioso e la capacità di rivalutare le piccole cose (myricae),<br />

usando un linguaggio «sorprendente nella sua novità e freschezza» (ancora Contini), porta<br />

un’aria nuova nella poesia italiana.<br />

Non evita la poesia civile d’occasione, come appunto nel caso dell’ode Chavez.<br />

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96<br />

Il Poeta apostrofa direttamente le «aquile dei ghiaccai» che «cercano tra i venti / randagi,<br />

in mezzo alle selvagge strette,» un essere vivente «che in cielo, un dì, mirabilmente muto<br />

/ passar fu visto, come Dio, seduto!»: ecco in un solo verso l’immortalità di Chavez.<br />

Cercano le aquile, cercano ancora, ma invano ed il Poeta le avverte: «ei va con l’ale<br />

eternamente aperte, / va per le solitudini serene, / fuor della terra, o aquile terrene!» e poi<br />

consegna l’eroe alla leggenda: «Là, su le incerte nebulose rade, / là, sull’immensità che gli<br />

s’invola / di sotto, là, su l’alto cielo ei cade. / Cade, con la sua grande anima sola / sempre<br />

salendo. Ed ora sì, che vola!».<br />

Si notano nei versi il modo di porsi del Pascoli di fronte alla morte ed al dolore, e<br />

l’omaggio all’ardimento ed alla gloriosa sventura, quali già ha mostrato in altra occasione,<br />

celebrando Andrée, 34 che pochi anni avanti è scomparso tentando di raggiungere il<br />

Polo Nord con un pallone aerostatico: «E venne, all’eroe alato, odio del giorno / che sorge<br />

e cade, venne odio del vano / andar ch’ama il garrulo ritorno. / Egli era in alto, al colmo;<br />

era l’umano / fato ai suoi piedi. Andrée si sentì solo, / si sentì grande, si sentì sovrano<br />

/ Dio!».<br />

Nel 1913, Giovanni è già morto, la sorella Mariù cura la terza edizione di Odi e Inni<br />

(«Per voi io canto, o giovinetti e fanciulle: solo per voi» aveva scritto il fratello nel 1906) e<br />

accresce la silloge di alcune odi, tra cui appunto Chavez, nel rispetto della volontà dell’Autore,<br />

ed avvertendo: «l’edizione non subirà in seguito altri mutamenti». E’ questa infatti la<br />

raccolta delle opere, che più compiutamente esprimono il modo di sentire pascoliano della<br />

vita: la sofferenza, il male, la morte, il dovere; si può compiere questo e superare gli altri<br />

nell’anelito all’infinito.<br />

Si legga La picozza (salgo «per restare là dov’è ottimo / restar, sul puro limpido culmine.<br />

/ o uomini; in alto,») o Il dovere (risalta la tragica grandezza e la titanica solitudine<br />

di Achille, l’eroe, il quale al Sauro, che gli predice la morte nel prossimo assalto, risponde:<br />

LO SO), o anche A Giuseppe Giacosa («così la morte è bella: / non è partire, è non andar<br />

/ più via»), sentimenti tutti che sono alla base delle odi a Chavez e ad Andrée e che si<br />

completano in questi altri versi: «o tu che sei tra i vivi / solo perché ti penso» (A una morta):<br />

ecco l’immortalità degli eroi, che Pascoli canta.<br />

Un altro poeta è sedotto dall’aviatore peruviano: meno aureolato e meno conosciuto,<br />

ma spontaneo e sincero, capace di coinvolgere il lettore nella propria emozione: è Vittorio<br />

D’Avino, nome d’arte di don Giu seppe Salina. E’ parroco a Cimamulera, piccolo paese


all’imbocco della valle Anzasca, la valle della parete est del Monte Rosa; vive trepido l’attesa,<br />

è testimone dell’evento glorioso e sconta il dolore della conclusione drammatica.<br />

Il Canto di Geo Chavez, prima diffuso stampato su cartolina doppia e poi compreso<br />

in Il libro dei canti, 35 è diviso in quattro parti: La partenza («la terra invidia chi si leva al<br />

cielo»), L’arrivo a Domodossola («Il tuo trionfo allor mi parve il mio»), La caduta («ed ecco<br />

l’ala infranta / precipitare d’improvviso al suolo, / e tremar l’aria a un grande urlo d’angoscia»),<br />

I funerali, dove ricorda la gentile iniziativa del parroco di Montescheno di ornare<br />

la bara di Chavez con corone di edelweis («di stellati fior, candidi eterni, / tolti all’alpine<br />

trionfate vette / tutta vestì tua vittoriosa salma»). Si nota nel Canto la precisione formale<br />

legata alla rima, la proprie tà e ricchezza di linguaggio, frutto di una non ostentata<br />

frequentazio ne dei classici, di una cultura vissuta in assoluta semplicità.<br />

Nel 1913, Arturo Colautti, poeta, giornalista e uomo di teatro, in un com ponimento<br />

lirico celebrante le vittorie dell’aviazione, L’armata del cielo, non dimentica Chavez: «ed<br />

ecco l’eroe peruano, / dell’Alpe purissima amante, / cadere alla méta d’innante, / tra plausi,<br />

in delir sovrumano». E la dedica del componimento stesso (epinicio lo dice il Colautti)<br />

non lascia dubbi sui sentimenti del poeta: «Dopo la rivincita di Bielo vucic sull’infausto<br />

Sempione il 25 gennaio l9l3». 36<br />

L’impresa di Chavez è assunta nel romanzo G. di John Berger come uno dei momenti<br />

più significativi per gli anni a cavallo tra Otto e Novecento. 37 Il protagonista G. è una<br />

versione moderna del don Giovanni mozartiano: giovane ricco e cosmopolita, senza qualità,<br />

di madre inglese e di padre italiano, educato in Inghilterra, si trova in <strong>It</strong>alia, a Milano,<br />

durante i moti del 1898; poi nel 1910 è a Briga e Domodossola durante la traversata<br />

delle Alpi, ed infine muore a Trieste nel 1915, proprio alla vigilia, per l’<strong>It</strong>alia, della Grande<br />

Guerra,<br />

G. vive distrattamente gli avvenimenti ai quali è presente; nei giorni che passa tra Briga<br />

e Domodossola e Santa Maria Maggiore, luoghi che Berger descrive con accuratezza, il<br />

nostro ha parecchie avventure specialmente amorose; un marito geloso alla fine gli spara<br />

tre colpi di pistola nella piazza del mercato di Domodossola, uno solo dei quali va a segno<br />

colpendolo alla spalla; segue una breve permanenza all’ospe dale della città.<br />

Nel libro l’impresa di Chavez segna simbolicamente il culmine di un pe riodo di tensioni,<br />

che Luigi Barzini sul “Corriere della sera” ben defi nisce: «I1 progresso di oggi in ogni<br />

campo non è che l’assurdo di ieri». 38<br />

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98<br />

Infine, non si deve dimenticare la marcia sinfonica Geo Chavez, composta dal maestro<br />

Cesare Melchiorri e premiata al concorso musicale di Perugia del 1911. 39<br />

6. Negli anni a cavallo tra Otto e Novecento sta il periodo d’oro della cartolina postale<br />

illustrata. I movimenti artistici la sfruttano come strumento di pubblicità e di propaganda<br />

e come campo di esperimenti grafici in relazione con la versatilità del nuovo mezzo di comunicazione.<br />

Questo assume presto il ruolo di formidabile fattore di accelerazione nello<br />

sviluppo della civiltà dell’immagine. Se ne impadronisce l’Art Noveau, dai ben noti slogan<br />

l’Art dans tout e l’Art pour tous, per promuovere un artigianato artistico di qualità, contrastando<br />

lo scadimen to di gusto originato dai processi produttivi in serie. 40<br />

Avvenimenti quali il Concorso di Milano e la Traversata delle Alpi non possono trascurare<br />

il nuovo medium e vien richiesta l’opera dei migliori disegnatori dell’epo ca, artisti<br />

di chiara fama, che militano nel campo del Liberty. Le cartoline dedicate alla traversata ed<br />

a Chavez sono centoquaranta­centocinquanta circa: non esiste un catalogo per l’impossibilità<br />

di conoscere e seguire tutte le edizioni, soprattutto quelle dei circuiti provinciali. La<br />

produzione si avvale del le più moderne tecnologie, che la rivoluzione industriale mette a<br />

dispsosizione, per poter operare con una tempestività insperata. Eccone un esempio: Chavez<br />

muore nel pomeriggio del 27 settembre; il 28 mattina una cartolina, che ne piange la<br />

morte, è già passata per posta a Milano.<br />

Occorre distinguere tra le cartoline preparate per promuovere la Traversata da quelle<br />

edite successivamente da privati, a ricordo dell’impresa e ad esaltazione di Chavez, certamente<br />

meno curate, che si basano su fotografie dell’innocente ed audace aviatore o su disegni<br />

artigianali, di non eccelsa fattura.<br />

La cartolina ufficiale del «Circuito Aereo Internazionale di Milano e Traversata delle<br />

Alpi, sotto il patrocinio di S.M. il re d’<strong>It</strong>alia» è affidata a Plinio Codognato 41 e stampata<br />

dalle Arti grafiche Navarra, Milano: rappresenta una donna che si protende dal margine<br />

di destra con il serto di alloro per il vincitore; sullo sfondo il Duomo e nel cielo gli aerei;<br />

i colori sono densi, non brillanti, ma caldi. Una seconda cartolina, sempre a firma Codognato,<br />

è dedicata specificamente al «Valico del Sempione». L’eroe ignudo balza dalle rocce;<br />

in cielo aerei, tinte sfumate, non smaglianti.<br />

L’editore Ricordi pubblica a sua volta una cartolina di Aldo Mazza, 42 tratta dal mani­


Aldo Mazza. Ludwig Werlen.<br />

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100<br />

festo per il Circuito aereo, molto luminosa, con gli aerei che volano attorno alla Madonnina<br />

del Duomo. Quasi profetico, il Mazza: Germano Ruggerone, piemontese che ha raggiunto<br />

una certa fama nel ciclismo come Eros, nella mattinata del 18 settembre, durante i<br />

voli di prova in vista delle gare del Concorso, con il suo biplano viene a girare intorno alla<br />

guglia principale del Duono mandando in delirio la folla, che nella piazza è in attesa di<br />

notizie da Briga sulla Traversata. 43<br />

Altra cartolina, a colori, non firmata, un biplano in volo sopra Milano con una taschina<br />

sulla coda recante il numero 24 (ultimo giorno utile per il raid) e contenente dieci<br />

vignette, che si aprono a soffietto, è messa in vendita e reca la scritta «Ricordo del Concorso<br />

d’Aviazione / Milano / settenbre­ottobre 1910 / Raid Briga­Milano».<br />

Pure da parte svizzera si pubblicano cartoline. Interprete felice del momento è Ludwig<br />

Werlen, 44 con due opere dai toni caldi, che traducono in immagini serene le attese collettive.<br />

La prima è l’allegoria dell’uomo, che sul dorso di un mostro alato (l’aereo) supera le<br />

montagne: ha nelle mani i segni della vittoria (fiaccola del progresso e corona di alloro).<br />

Erroneamente, tra i concorrenti alla<br />

Traversata, è indicato Aubrun al posto<br />

di Paillette.


Nell’altra due libellule (nostalgia di Liberty) si curvano sulla scena a guardare l’aereo<br />

in volo da Briga, verso il Sempione ed oltre. Le stampa Hubacher e C. di Berna ed entrambe<br />

recano la scritta «Flug über die Alpen BRIG­MAILAND september 1910».<br />

L’intervallo di tempo entro cui si può tentare la prova, a Briga diventa, come abbiamo<br />

visto, la settimana di aviazione, per la quale si producono diverse cartoline a colori: un biplano<br />

vola sopra la scritta «BAISER (o AMITIÉS o SALUT o BONJOUR) de la Semaine<br />

d’aviation à Brigue et de la Traversée des Alpes du 18 au 24 Septembre 1910». Editore<br />

è Perrochet & David, La Chaux­de­Fonde.<br />

Poi ci sono le cartoline in bianco e nero, già pubblicate, dei luoghi che saranno teatro<br />

della gara; vengono riprese ed aggiornate con il disegno di uno o più aeroplani, ignorando<br />

ogni diritto di privativa; molte sono edite da J. Ruggeri di Briga, che è pure fotografo.<br />

Alcune invece sono disegnate: monoplani e biplani invadono lietamente i cieli, segno del<br />

progresso inarrestabile e della catarsi conseguente.<br />

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Altre ancora recano le foto di «Gli aviatori alle gare di Milano ­ settembre 1910» e dei<br />

«Concorrenti alla Traversata delle Alpi».<br />

Una cartolina, molto apprezzata se subito se ne sono fatte due tirature, mostra la cartografia<br />

del territorio da Domodossola a Milano con il tracciato previsto del volo e con<br />

le immagini di Chavez e Weymann; in basso, i1 profilo longitudinale della traversata delle<br />

Alpi.<br />

A tragedia avvenuta le cartoline riprendono le foto della caduta o dei funerali domesi<br />

e parigini, oppure diversi ritratti di Chavez (fotografie o disegni) accompagnati da didascalie<br />

di circostanza e poesie improvvisate. Ecco come presenta il suo prodotto Dante Menapace<br />

di Domodossola, fotografo ed editore: «Traversata delle Alpi – il più bel ricordo –<br />

dell’Eroe Chavez è la serie di 14 cartoline in fotografia (8 fatte al momento della caduta e<br />

6 dei funerali). La riuscita di queste fotografie è provata dal fatto che furono già pubblicate<br />

sui principali giornali del mondo e persino le case concorrenti hanno dovuto servirsi<br />

di queste fotografie». 45<br />

Sui «Solenni funerali del Vittorioso Martire Geo Chavez – Domodossola 29­9­1910»<br />

ci sono pure dodici soggetti prodotti dalla ditta Caruso e De Alessandri di Milano su foto<br />

scattate dal maestro Giovanni Bertina di Malesco. 46<br />

Naturale, per la tragica fine dell’aviatore peruviano, il riferimento ad un altro volo<br />

sfortunato, che propone la mitologia greca: quello di Icaro, a cui il padre aveva chiesto di<br />

non volare troppo in alto. La libreria Editrice “La Pace” di Genova, per promuovere l’opera<br />

di G. Cartella Gelardi Agli eroi del cielo - Versi, stampa «In memoria di Geo Chavez» la<br />

cartolina che riproduce il dipinto ICAR0 di Tadé Styka, pittore po lacco, presente al Salon<br />

di Parigi del l9l0. 47<br />

Nel 1911, celebrandosi a Domodossola il primo anniversario della tragica traversata,<br />

la cartolina ufficiale a colori, non firmata, della manifestazione, edita dalla Unio ne Sportiva<br />

rappresenta l’aquila, che reca nel becco un ramo di alloro e vola verso l’aviatore, il cui<br />

monoplano sta superando le Alpi. La stampa il prestigioso Art. Institut Orell Füssli di Zurigo.<br />

Non mancano le cartoline con le foto grafie delle diverse cerimonie: l’inaugurazione<br />

del cippo “provvisorio” alla Siberia e della lapide posta sulla facciata dell’Ospedale domese.<br />

Nell’iconografia che accompagna il ricordo di Chavez, è ormai immancabile l’aquila,<br />

che, non più regina incontrastata delle alte quote, lo accoglie per onorarlo o, aggrap pata a<br />

una roccia, segue con invidia il suo volo trionfale.<br />

Chiudilettera con l’effigie di Geo<br />

Chavez.


Nel 1911 si commemora a Domodossola<br />

l’anniversario dell’impresa<br />

di Chavez: l’aquila con il ramoscello<br />

(di ulivo? di alloro?) rende omaggio<br />

all’Eroe.<br />

Nella figurina Liebig del 1913, invece,<br />

l’aquila «terrena» scruta minacciosa<br />

l’aviatore, che «va per le solitudini<br />

serene / fuor della terra», come ha cantato<br />

Pascoli.<br />

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L’aquila non è più la regina incontrastata nei cieli delle Alpi.


Il francobollo del Perù dedicato a Geo<br />

Chavez nella serie per la Conferenza<br />

tecnica interamericana di aviazione a<br />

Lima (1937) reca erroneamente «Domossola»<br />

nell’indicazione del tragitto<br />

della Traversata.<br />

Chavez è presente, in varie occasioni, nelle cartoline sulla storia dell’avia zione di edizione<br />

francese e poi nelle figurine Liebig, prodotte per la pubblicità al ben noto estratto di<br />

carne. 48 Due sono le serie che comprendono una memoria dell’aviatore: la prima, emessa<br />

nel 1913, ha per titolo Memorabili traversate delle Alpi e Chavez sta con Annibale, Carlomagno,<br />

Enrico IV, Suwaroff e Bonaparte. La seconda del 1935 è dedi cata alla Conquista<br />

dell’aria – i più pesanti dell’aria: la didascalia della figurina recita: «Prime prodezze, primi<br />

martiri: Chavez sorvola le Alpi».<br />

Il Perù onora Geo Chavez ricordandolo nella serie definitiva dei francobolli di posta<br />

aerea emessa nel 1936: l’aviatore è ripreso nella carlinga del suo apparecchio secondo una<br />

cartolina di edizione francese; il francobollo è di colore bruno e vale 35 c. La serie comprende<br />

pure un valore dedicato alla Scuola centrale di aviazione di Las Palmas, intitolata<br />

all’eroe della traversata delle Alpi (1s, 50, bruno­rosso). I due francobolli sono replicati<br />

nel 1937 variando i colori e per quello di Chavez anche il valore (25 c.). Ancora nel 1937,<br />

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per l’occasione della Conferenza tecnica interamericana di avia zione a Lima, viene predisposta<br />

una serie commemorativa che comprende un francobollo con il ritratto di Chavez,<br />

frontale, con il caratteristico berretto (colore verde, valore 15 c.): la stampa è dell’American<br />

Bank Note Company.<br />

Altri francobolli sono emessi nel 1963, per il cinquantenario della traversata delle Alpi<br />

(in realtà scaduto tre anni prima), e nel 1987, per ricordare i cento anni della nascita di<br />

Jorge Chavez Dartnell, la cui effige qui è circondata dalla corona di alloro e dai motti «Arriba,<br />

siempre arriba» e «Hasta las estrellas».<br />

Il Perù ricorda Geo Chavez come «eroe nazionale» anche in una bella moneta da 200<br />

soles del 1975.<br />

7. Delle celebrazioni in ricordo di Geo Chavez a Domodossola fino al 1935, abbiamo<br />

già scritto trattando delle vicende dei monumenti per l’Eroe.<br />

Occorre ora menzionare alcuni avvenimenti che rendono omaggio alla memoria del<br />

pilota peruviano. In occasione del X° Congresso nazionale di climatologia e idrologia, che<br />

si tiene a Salò nel 1910, il 4 ottobre, il professor Pio Bettoni, parlando sulla velocità e fuga<br />

dei venti, accenna al luttuoso avvenimento che in ogni parte del mondo civile ha suscitato<br />

sentimenti di ammirazione e un profondo rimpianto: «la balda e gagliarda esistenza<br />

di Geo Chavez, mentre teneva in mano la vittoria veniva immolata» e chiama in causa<br />

«la imperfetta conoscenza della direzione e della forza delle cor renti dominanti nelle alte<br />

regioni atmosferiche». 49<br />

Il 25 gennaio del 1913 Jean Bielovucic ripete con successo l’impresa dell’amico Chavez:<br />

alla guida di un monoplano Hanriot­Ponnier, da Briga supera il Sempione e per il<br />

Monscera scende a Domodossola; il volo dura ventisei minuti. Nello stesso anno, il 13 luglio,<br />

l’aviatore svizzero Oscar Bider parte da Berna, sorvola la Jungfrau ed il Sem pione e fa<br />

scalo presso l’obelisco alla Siberia per i rifornimenti prima di raggiungere Milano. Ai giornalisti,<br />

che li interrogano appena scesi dall’aereo, Bielovucic non esita a dire «je suis fou!» e<br />

Bider esclama soltanto «c’est dur! c’est dur!».<br />

Nel 1920 si tiene a Ginevra dall’8 al 12 settembre la riunione della Federazione Aeronautica<br />

Internazionale e l’Aéro­club Suisse organizza a Briga l’inaugurazione del Monument<br />

Chavez, posto al Brigerberg, presso Ried, nel luogo da cui Geo ha spiccato il volo per Oscar Bider.


Jean Bielovucic s’appresta a valicare le<br />

Alpi da Briga a Domodossola.<br />

Bielovucich atterra a Domodossola,<br />

presso l’obelisco posto alla Siberia nel<br />

ricordo ed in omaggio a Geo Chavez.<br />

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Ad accogliere l’aviatore si trova S.E.<br />

l’on. Alfredo Falcioni, sottosegretario al<br />

Ministero degli interni.<br />

Cartolina ricordo per il volo Berna –<br />

Sempione – Milano di Oscar Bider.<br />

Si ispira alle cartoline disegnate da<br />

Emil Nolde nel 1898, in cui le montagne<br />

svizzere appaiono animate da volti<br />

umani.


La “fontana Chavez” a Briga oggi e in<br />

una foto degli anni ‘20 del secolo scorso.<br />

la traversata delle Alpi. Nell’occasione viene ristrutturata anche la Chavez-Brunner, la fontana<br />

Chavez, che si trova nella piazza antistante alla chie sa di San Sebastiano a Briga.<br />

Tornata la pace, nel 1950 le celebrazioni nel ricordo di Chavez riprendono con particolari<br />

solennità. A Briga si organizza un Internationale Flugwochen, dal 24 di settembre<br />

all’8 di ottobre e per il primo ottobre si prevede un volo con elicottero tra la Svizzera e<br />

l’<strong>It</strong>alia. Avverse condizioni meteorologiche costringono a non rispettare la data, ma il volo<br />

è effettuato il 2 di ottobre con l’elicottero Bell 47 DI, I SILT, pilotato dal maggiore Carmelo<br />

Bellinvia, che parte da Briga, atterra a Domodossola alla Siberia e prosegue felicemente<br />

sino a Milano.<br />

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110<br />

Il “Monument CHAVEZ” sul Brigerberg, presso Ried, a Briga.


A Domodossola, il 24 di settembre, dopo il ricevimento delle autorità in Municipio e<br />

la visita al museo cittadino per conoscere i numerosi ricordi di Geo al mattino e nel primo<br />

pomeriggio un omaggio floreale al monumento in piazza Chavez, la manifestazione si sposta<br />

alla Siberia presso il cippo, sul quale è stata incisa la nuova data 1950 accanto al 1910.<br />

Qui un aereo svizzero lancia con un piccolo paracadute un messaggio del Sindaco di Briga<br />

al Sindaco di Domodossola prima dei discorsi ufficiali; dopo, si aggiungono gli omaggi<br />

degli aerei milanesi. L’Aero Club Milano, infatti, cele bra il 40° anniversario della prima<br />

trasvolata delle Alpi con un raduno aereo all’aeroporto di Linate e con un volo collettivo<br />

da Milano a Domodossola.<br />

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112<br />

«Nelle prime ore del pomeriggio in diverse formazioni a seconda delle rispettive velocità,<br />

gli equipaggi spiccano il volo verso Domodossola. (...) Uno alla volta gli appa recchi<br />

provenienti da Milano scendono a bassa quota e lanciano grandi mazzi di fiori do ve cadde<br />

Chavez». 50<br />

Il cinquantesimo anniversario della prima trasvolata delle Alpi viene ricordato con iniziative<br />

di grande interesse a Briga, a Domodossola e a Milano; tra l’altro sono edite alcune<br />

pubblicazioni, che rievocano l’impresa, ormai lontana. A Domodossola, è il numero speciale<br />

dell’“Illustrazione Ossolana”, dedicato interamente alla memoria di Geo Chavez. I<br />

“Quaderni della Città di Milano” ospitano un pregevole lavoro di Arman do Silvestri, Chavez<br />

ed il circuito di Milano; nella prefazione firmata dal Sindaco Virgilio Ferrari, si legge di<br />

«un riconoscente ricordo, ed un memore saluto alla schie ra di coloro che primi solcarono<br />

arditamente il cielo della Lombardia ed a Colui che dopo aver per primo sorvolato le Alpi<br />

cadde in vista della méta».<br />

La serie delle manifestazioni milanesi comprende a Palazzo Reale, la mostra dei pionieri<br />

italiani e della prima trasvolata delle Alpi (20 settembre ­ 20 ottobre); al nuovo aeroporto<br />

Forlanini, la giornata aerea della Madonnina (25 settembre); all’Arengario, la mostra<br />

storica della posta aerea.<br />

Per pubblicizzare gli avvenimenti, l’Ente provinciale del turismo riedita, opportunamente<br />

rinfrescata, la bella cartolina che Aldo Mazza, interpretando il Liberty italiano, ha<br />

disegnato nel 1910 per il Concorso aereo.<br />

L’esposizione di Palazzo Reale, curata dall’architetto Marco Zanuso, presenta anche<br />

la ricostruzione di alcuni degli aerei, che hanno volato cinquant’anni prima. Il Bleriot XI<br />

versione 1910 di Chavez ed il Farman tipo Traversata di Weymann, recuperati dopo la<br />

chiusura della mostra, sono esposti al Museo della scienza e della tecnica di Milano.<br />

Alle manifestazioni domesi è presente Juan Chavez, fratello di Geo. Per il 25 di settembre<br />

viene predisposto un volo postale con elicottero per Milano usando un apposito<br />

cachet in omaggio a Geo Chavez, ed è lanciato un concor so per le scuole dal titolo “Geo<br />

Chavez e la prima trasvolata delle Alpi”; la premia zione avverrà il 23 gennaio del 1961,<br />

quando sarà proiettato anche un documentario sulle cerimonie dell’anno precedente. 51<br />

Venerdì 23 settembre 1966, su iniziativa dell’autorità diplomatica peruviana, l’ambasciatore<br />

in <strong>It</strong>alia, signor Carlos Mirò Quesada Laos celebra a Domodossola il 56° anniversario<br />

del volo di Chavez apponendo una targa ricordo in bronzo ai piedi del monumento<br />

Medaglia ricordo per il cinquantenario<br />

del Circuito aereo internazionale di<br />

Milano e della Traversata delle Alpi.


113<br />

dell’aviatore nella piazza a Lui dedicata. Ai giornalisti<br />

presenti l’Ambasciatore dichiara: «A Domodossola<br />

mi sento come in patria». 52<br />

Per il 1970 le onoranze a Geo Chavez sono celebrate<br />

domenica 27 settembre con un volo con elicottero<br />

Milano Aeroporto di Linate ­ Domodossola<br />

e ritorno.<br />

Il 26 di dicembre l978, presso il cippo alla Siberia<br />

di Domodossola, viene effettuato il primo atterraggio<br />

autorizzato, non d’emergenza, su aviosuperficie<br />

(AnpS) ossolana dal pilota Carlo Pessina nel nome<br />

dell’aviatore peruviano.<br />

Nel 1980 il volo con deltaplano da Briga nel ricordo<br />

di Chavez si interrompe a Simplon Dorf per<br />

condizioni atmosferiche sfavorevoli. Si ripete invece<br />

con esito positi vo un nuovo volo con elicottero<br />

dall’aeroporto di Linate a Domodossola e Briga. Cinque<br />

anni dopo, il volo eroico di Geo è ricordato con<br />

una nutrita serie di manifestazioni a Briga (21­23 settembre)<br />

e a Domodonsola (22 settembre); a Masera<br />

il 23 di settembre si inaugura l’aviosuperficie intitolata<br />

a Geo Chavez.<br />

Infine, alle soglie del nuovo millennio, il 23 settembre<br />

del 2000, l’Amministrazione comunale di<br />

Domodossola con una sobria cerimonia celebra il<br />

novantesimo anniversario della prima trasvolata delle<br />

Alpi: deposizione di omaggi floreali al monumento<br />

di piazza Chavez e commemorazione ufficiale al Teatro<br />

Galletti. E’ presente l’ambasciatrice del Perù in<br />

<strong>It</strong>alia, S.E. la Signora Ana Maria Deustua.


114<br />

Resta da menzionare il gemellaggio ideale nel nome di Chavez che lega Domodossola<br />

al Perù: la città di Miraflores intitola alla Città di Domodossola il parco cittadino, che<br />

ospita il monumento all’eroe peruviano, e lo inaugura nel 1961 alla presenza del presidente<br />

della repubblica Giovanni Gronchi, in occasione di una sua visita di stato in Sud America.<br />

Il capoluogo ossolano denomina Città di Lima una via cit tadina. Pochi anni dopo,<br />

per la visita ufficiale in Perù del nuovo presidente della repubblica Giuseppe Saragat, nel<br />

1966, Domodossola dona alla nazione peruviana il mozzo dell’elica dell’aereo di Geo, già<br />

custodito nei musei cittadini.<br />

La sala dedicata al volo di Chavez nel<br />

vecchio Museo Galletti di Domodossola.<br />

I cimeli sono oggi esposti presso il<br />

Civico Museo Sempioniano.


Il mozzo dell’elica dell’aereo di Geo<br />

donato alla nazione peruviana.<br />

Il poeta d’occasione, che modestamente<br />

si firma con uno pseudonimo, rende<br />

sincero omaggio a Geo Chavez.<br />

Questi ce li ricorda Ludwig Pauli, che li ha visitati per ragioni di studio:<br />

L’antico palazzo, un po’ malandato con una grande scala d’accesso, stanze alte e buie, le tende stinte, costituisce<br />

una cornice unica nel suo genere e rende totale l’immedesimazione, immediata l’austera tristezza per il destino del<br />

giovane pilo ta di quel lontano paese. 53<br />

I musei sono visitati nel 1957 anche dalla delegazione peruviana creata per curare la<br />

traslazione del corpo di Chavez da Parigi a Lima e presieduta dal generale Fernando Melgar<br />

Conde, la quale, giunta in Città, ha voluto rendere omaggio ai luoghi del calvario e<br />

della memoria dell’eroico Compatriota.<br />

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