Anno LVII - N.4 APRILE 2012 - Associazione Arma Aeronautica ...
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SCIENZA, SPAZIO,<br />
TECNICA E INDUSTRIA<br />
Fallito il lancio del vettore nord coreano Unha-3<br />
Alle 07.38 e 55” (ora locale) del 13 aprile, dal poligono del Centro spaziale<br />
di Tongchang-ri, la Corea del Nord ha lanciato il satellite meteorologico<br />
Kwangmyongsong-3 con il razzo vettore Unha-3 (Via Lattea) che, però, è<br />
esploso in volo un minuto circa dopo la partenza disintegrandosi e precipitando<br />
in mare.<br />
La notizia potrebbe terminare qui, se fonti statunitensi e di altri paesi occidentali<br />
non avessero da tempo sottolineato che il lancio, in realtà, riguardava la<br />
prova in volo di un missile balistico a lunga gittata, versione migliorata del predecessore<br />
Unha-2.<br />
Un lancio, quindi, mascherato in “test scientifico”, come invece era stato assicurato da Pyongyang ai numerosi giornalisti<br />
invitati ad una recente visita, finora senza precedenti, al citato Centro spaziale, dove i nord coreani avevano<br />
ripetutamente sottolineato che il loro non era uno stratagemma per coprire il test di lancio di razzi a lunga gittata<br />
che potrebbero, in futuro, contenere testate nucleari.<br />
Ipotesi, questa, paventata in particolare da USA, Giappone e Corea del Sud che avevano anche ricordato in proposito<br />
come alla Corea del Nord sia stata vietata l’effettuazione di testi missilistici militari e che, pertanto, essa stia ora<br />
infrangendo ben tre risoluzioni dell’ONU.<br />
Dimissionario il coordinatore del progetto “Opera” sui neutrini<br />
Aseguito degli errori commessi nella misurazione della velocità dei neutrini, indicata maggiore di quella della luce<br />
sia pure per soli 60 nanosecondi (v. pag. 15 di <strong>Aeronautica</strong> n. 10/2011), il coordinatore del progetto “Opera”, prof.<br />
Antonio Ereditato, ha dato le dimissioni, peraltro richieste anche da alcuni dei suoi 160 collaboratori nel progetto<br />
stesso, in quanto la collaborazione non sarebbe più stata gestibile. Ricordiamo, sinteticamente, la vicenda. Il 23 settembre<br />
2011 veniva data con grande enfasi la notizia che i neutrini erano più veloci della luce in quanto, nel corso del progetto<br />
“Opera” - nato per misurare l’oscillazione dei neutrini verificando l’apparizione dei “tau” alla Stazione del Gran<br />
Sasso dopo che erano stati sparati i “mu” da Ginevra - nei Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare<br />
(INFN) era stata effettuata anche la verifica della loro velocità, risultata superiore, appunto, a quella della luce.<br />
Una prima smentita di tale notizia si era avuta poi il 22 febbraio scorso, quando lo stesso Ereditato aveva annunciato l’esistenza<br />
di un errore nei dati dovuto ad un problema di calibrazione di alcuni strumenti di misura (accoppiamento imperfetto<br />
di fibre ottiche ed uno sfasamento tra orologi atomici), dichiarazione seguita da quella del 16 marzo del Nobel Carlo<br />
Rubbia che dichiarava come l’esperimento “Icarus” da lui coordinato avesse smentito i dati rilevati da “Opera” (v. pag. 11<br />
di <strong>Aeronautica</strong> n. 3/<strong>2012</strong>). Successivamente, nel marzo scorso, anche l’esperimento LVD (Large Volume Detector) coordinato<br />
da Antonino Zichichi, ha confermato l’errore negli apparati di misura di “Opera” ed Ereditato ha ritenuto di dimettersi.<br />
Resta da dire che l’INFN, prendendo atto delle dimissioni di Ereditato, ha comunque confermato che nuove misure<br />
sulla velocità dei neutrini sono previste tra breve con un nuovo fascio di queste particelle che sarà inviato dal CERN di<br />
Ginevra ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN stesso.<br />
Lo shuttle Discovery al Museo aerospaziale dell’aeroporto Dulles<br />
Il 17 aprile lo shuttle Discovery della NASA - destinato ad essere esposto al Centro Udvar-Hazy del National Air<br />
and Space Museum dell’aeroporto internazionale Dulles di Washington - è arrivato su quello scalo trasportato sul<br />
dorso dello speciale B.747 Jumbo a suo tempo modificato<br />
in “Shuttle Carrier Arircraft” per riportare a Cape<br />
Canaveral le navette spaziali che, per cause<br />
meteorologiche, erano costrette ad atterrare sulla pista<br />
alternata di Edwards invece che su quella del Kennedy<br />
Space Center.<br />
Ricordiamo che il Discovery (denominazione NASA<br />
OV-103) effettuò il suo primo volo il 30 agosto 1984 ed<br />
è stato il più vecchio rimasto in servizio dato che i suoi<br />
predecessori Columbia e Challenger erano andati perduti in missione. Il Discovery ha concluso con successo la sua<br />
39ª ed ultima missione, la STS-133, il 9 marzo 2011.<br />
10<br />
AERONAUTICA 4/<strong>2012</strong>