Giacomo Puccini II atto. [file PDF 1,19 MB] - Comitato Nazionale ...
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La rivelazione del genio<br />
La combriccola ha un bel deridere da fuori scena la «poesia» di cui si circonda<br />
il loro amico: nel breve a due conclusivo (il corrispettivo di una cabaletta), condotto<br />
sulla melodia più appassionata dell’aria di Rodolfo (es. 7), l’amore romantico è<br />
assoluto protagonista, e assorbe ogni sentimento piccino nell’anelito all’ideale, sia<br />
dell’uno che dell’altra. Fino a quando le due voci salgono insieme, da fuori scena,<br />
fino all’estremo acuto (Mimì tocca il Do5), per esaltare quell’amor che, di qui in<br />
poi, li unirà fino all’epilogo luttuoso.<br />
Il senso di dilatazione psicologica del tempo, tipico dell’innamoramento, è prodotto<br />
grazie a quest’abile stilizzazione, e perciò acquista tratti così veritieri.<br />
Una donna gelosa …<br />
Se Mimì viene recepita di solito come un ‘angelo’ dell’amore, quasi una sorta di<br />
ideale femminino, docile e sottomessa, la cantante Floria Tosca è, tra tutte le donne<br />
di <strong>Puccini</strong>, la più volitiva, soprattutto a danno suo e del suo povero amante, il<br />
pittore Mario Cavaradossi (altri due artisti, dunque, dopo quelli della Bohème), visto<br />
che la sua gelosia concorre a determinare l’esito tragico della vicenda.<br />
Tosca è, anzitutto, un dramma d’azione, dominato da uno sfondo attivo, quello<br />
della Roma ai tempi dell’effimera repubblica e delle campagne napoleoniche a<br />
cavallo tra Sette e Ottocento, e da un uomo di potere, il barone Vitellio Scarpia,<br />
che si appoggia alla tradizione secolare del papato per soddisfare ogni sua pulsione,<br />
naturalmente con quel diritto che, provenendo da Dio, autorizza ogni nefandezza<br />
(«Ha più forte sapore la conquista violenta», a suo avviso). È inoltre basata<br />
sulle cosiddette unità di tempo, luogo, azione. La vicenda dura infatti poco<br />
più di sedici ore, dall’Angelus recitato dal Sagrestano poco dopo l’inizio fino<br />
all’«ora quarta» fissata da Scarpia per l’ultimo colloquio tra Floria e l’amante.<br />
D’altronde i luoghi dei tre atti distano tra loro poche centinaia di metri, tanto che<br />
il mattutino dell’<strong>atto</strong> terzo e l’aria di Cavaradossi durano poco più del tempo necessario<br />
alla protagonista, se si trovasse a Roma e non sulle tavole di un palcoscenico,<br />
per coprire il percorso che va da Palazzo Farnese a Castel Sant’Angelo.<br />
L’unità d’azione è a sua volta il fondamento del dramma, governato da una logica<br />
ferrea: ogni premessa trova il suo esito consequenziale entro l’arco di accadimenti<br />
che, senza conoscere alcuna deviazione, va dalla fuga di Angelotti sino al<br />
suicidio della protagonista.<br />
Tale impianto narrativo richiese a <strong>Puccini</strong> un trattamento musicale diverso da<br />
quello impiegato per le due opere precedenti, dove l’elemento lirico aveva un rilievo<br />
molto maggiore, e all’idea di evoluzione dinamica del dramma non sfuggono<br />
neppure le espansioni sentimentali. L’amore non occupa un posto predominante in<br />
Tosca come elemento in sé, bensì come rifugio dalle tensioni di una vita difficile e<br />
opprimente, come anelito alla felicità dei sensi da realizzarsi in luoghi lontani dal<br />
mondo, al riparo dai tentacoli secolari dalla Roma pontificia (che sennò la passione<br />
viene vissuta alla Scarpia, propenso a goderne all’ombra dei tabernacoli a cui Tosca<br />
eleva la sua preghiera). La cantante, che pur non ama i «minuscoli amori» (anche<br />
se mostra di conoscerli …) e le effusioni nei luoghi di culto, ha tuttavia qualcosa<br />
domenica 18 giugno 2006<br />
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