I capricci degli dei

I capricci degli dei
Un grande applauso si sprigionò nella grotta. Tutti i fratelli gridarono
con esultanza il nome di Crono e corsero ad abbracciarlo, e lui li abbracciò
tutti, tranne i Centìmani che per il troppo affetto avrebbero
potuto soffocarlo.
L’astuta Gea aveva progettato il seguente piano: quando alla sera, stanco
per le fatiche della lunga giornata, Urano si sarebbe coricato nel
letto nuziale, Gea l’avrebbe abbracciato e distratto con baci e carezze;
a quel punto, Crono gli sarebbe piombato addosso con la falce e lo
avrebbe ferito. E così fu.
Le gocce di sangue che sgorgarono dalle membra mutilate bagnarono
la Terra. Da esse nacquero le vendicative Erinni, i colossali Giganti e le
Ninfe Mèlie. Dalla spuma che producevano le membra finite nel mare
nacque la splendida Afrodìte, dea dell’Amore e della Bellezza.
I FIGLI DELLA NOTTE E DEL MARE
Dal Caos nacquero, oltre alla Terra, due creature: l’Èrebo, l’abisso sotterraneo,
e la nera Notte. Da quest’ultima derivarono il Destino odioso,
la Morte, il Sonno, la Miseria, le funeste Mòire, procuratrici agli
uomini di pene e tormenti; e poi ancora Nèmesi, la vendetta apportatrice
di sventure tra le genti, l’Inganno, la Vecchiaia, la Contesa.
La Contesa generò il Tormento, la Dimenticanza, la Fame, i Dolori, i
Litigi, gli Omicidi, le Guerre, le Stragi, le False Parole, i Contrasti, l’Ingiustizia,
il Giuramento, pericoloso per gli uomini quando non viene
rispettato e genera odi, inimicizie e vendette.
Questa è l’orribile discendenza della Notte.
Invece dal Mare, figlio di Gea, nacque Nerèo, e da Nerèo cinquanta
bellissime fanciulle, dette dal padre Nerèidi. Esse erano creature sagge
e virtuose e abitavano allegramente tra le spume e le onde. Anche i
loro nomi erano graziosi; eccone alcuni: Reginadeiventi, Salvezza, Bonaccia,
Velocesuiflutti, Azzurrina, Dilettodeicuori, Isolabella, Spiaggia…
impossibile nominarle tutte!
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