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documentazione giocare alle scienze.. - Educazione Scientifica ...

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Attività condotta, nell’ambito della programmazione di Scienze, d<strong>alle</strong> classi terze A e B della<br />

scuola elementare Fabio Filzi di Pisa c/o l’Istituto Comprensivo Tongiorgi.<br />

Anno scolastico 2007-08<br />

Insegnanti coinvolte : Arianna Aringhieri, Anna Salvadori<br />

Fra le competenze previste nella nostra programmazione avevamo posto come prioritarie<br />

quelle relative a:<br />

• sapere osservare, porre domande, fare previsioni e verificarle;<br />

• saper confrontare, classificare, misurare e interpretare fenomeni;<br />

• saper realizzare esperienze operative;<br />

Consapevoli che per realizzarle sarebbe stato necessario accendere l’interesse di tutti i<br />

nostri ragazzi e coinvolgerli emotivamente, abbiamo proposto agli altri docenti del<br />

Laboratorio Didattico Scientifico Franco Conti., di elaborare un percorso sugli insetti ed altri<br />

artropodi.<br />

Il progetto è stato discusso e strutturato insieme da noi insegnanti con il supporto di docenti<br />

esperti, per consolidare le nostre competenze e dare una solida base teorica al lavoro che<br />

intendevamo sperimentare nelle classi e assieme per renderlo il più vicino possibile <strong>alle</strong><br />

esigenze di programmazione e agli interessi degli alunni.<br />

La programmazione annuale e d’istituto prevedeva già l’esperienza sul suolo e i percorsi<br />

didattici promossi dal Centro di Ed. Ambientale c/o il Museo di Calci “La vita nel prato” e<br />

dall’Ente Parco di S.Rossore “L’osservazione di ambienti naturali diversi, boschi e dune del<br />

Parco di San Rossore”, i Progetti di Istituto : “Un orto in ogni scuola” e Comenius “I Parchi”<br />

Il percorso è stato così strutturato:<br />

1) problematizzazione: suscitare l’interesse, fornire le motivazioni, dare gli strumenti per<br />

porre i primi quesiti e proseguire la ricerca;<br />

2) raccolta e osservazioni di materiale: animali del prato;<br />

3) analisi e organizzazione dei dati raccolti: dall'osservazione al rilevamento delle<br />

principali caratteristiche e classificazione degli animali<br />

4) progettazione, realizzazione e cura di vivai di insetti al fine di conoscere<br />

caratteristiche e abitudini di alcune specie (insetti stecco e bachi da seta con relative<br />

osservazioni sul loro ciclo vitale)<br />

5) verifica: elaborazione e realizzazione di cartelloni (mostra di fine anno), di un piccolo<br />

libro personale sul ciclo vitale del baco da seta, gioco finale di caccia al tesoro<br />

Metodologia<br />

Dal punto di vista metodologico le attività sono state condotte in contesto motivante<br />

attraverso il contatto diretto con gli animali e l’ambiente in cui vivono (giardino della scuola,<br />

terra dell’orto delle classi) e attraverso esperienze operative significative per condurre i<br />

bambini alla comprensione dei concetti da apprendere (struttura corporea, somiglianze e


differenze tra gli artropodi, metamorfosi e ciclo vitale degli insetti ). I bambini sono anche<br />

stati invitati a portare animali in classe e ad osservarli prima liberamente, poi secondo schemi<br />

di osservazione predisposti, nei quali venivano poste delle domande stimolo.<br />

I ragazzi hanno operato in piccoli gruppi, anche interclasse, o in coppia, in modo da stimolare<br />

confronto di idee, previsioni su come e quando, cosa succede se… ecc.; in queste situazioni noi<br />

insegnanti abbiamo svolto il ruolo di coordinatori, sollecitando il loro interesse e il loro lavoro<br />

autonomo.<br />

A questa prima fase è seguita una fase di confronto collettiva a partire dalla verbalizzare<br />

delle osservazioni e delle idee dei ragazzi.<br />

Quindi i ragazzi si sono impegnati a rappresentare in modo adeguato con disegni le situazioni<br />

esaminate accompagnate anche da commenti scritti.<br />

Parte delle attività e contenuti sono stati proposti da una stessa insegnante ad entrambe le<br />

classi, in un mutuo scambio di collaborazione e di competenze.<br />

Obiettivo generale: passaggio da una conoscenza intuitiva, risultato principale di processi<br />

percettivi, ad una conoscenza più sistematica, volta alla costruzione di concetti, al loro<br />

sviluppo e collegamento<br />

Obiettivi specifici:<br />

- capacità di osservare: cogliere e organizzare informazioni ricavate dall’ambiente;<br />

- superamento delle resistenze all’utilizzo di materiali e/o alla manipolazione di oggetti e<br />

animali, alla partecipazione ad esperienze;<br />

- capacità di manipolare:ricercare ed individuare materiali e strumenti necessari per<br />

realizzare esperienze;<br />

- comprendere le modalità attraverso le quali è possibile entrare in contatto con oggetti,<br />

sostanze, esseri viventi, senza che questo presenti un pericolo per noi o per le ‘cose’<br />

osservate;<br />

- capacità di mettere in relazione, di ordinare e fare corrispondenze: individuare<br />

relazioni e cambiamenti nel tempo,<br />

- potenziamento e sviluppo del patrimonio lessicale allargandolo alla padronanza di aree<br />

specifiche di vocabolario;<br />

- capacità di spiegare gli eventi e di descriverli in sequenza;<br />

- capacità di riconoscere somiglianze e differenze nella struttura corporea di<br />

invertebrati in particolare degli artropodi<br />

- comprensione della metamorfosi e del ciclo vitale degli insetti


Documentazione dell’esperienza : riportiamo di seguito le attività che sono state effettuate,<br />

in ordine cronologico<br />

Prima fase : motivazione al lavoro, prime domande, ricerca di risposte, raccolta di campioni,<br />

osservazioni e primi tentativi di classificazione<br />

Come stimolo iniziale abbiamo proiettato il film Microcosmo; i bambini sono rimasti<br />

affascinati dalla scoperta di questo mondo per loro sconosciuto, tanto che lo abbiamo<br />

riproposto più di una volta (gli stessi genitori hanno riferito dell’interesse che questo<br />

filmato ha suscitato nei bambini).<br />

L’interesse acceso negli alunni ha prodotto una serie di domande a molte delle quali bisognava<br />

assolutamente trovare una risposta. Così siamo andati “sul campo”, nel giardino della scuola, e<br />

abbiamo iniziato la prima raccolta di “animaletti” (animali trovati sottoterra come il lombrico<br />

o sotto i sassi come il porcellino di terra, animali trovati nell’erba, sui fiori, sui muri, come<br />

cimicette rosse, piccoli scarabei, formiche, coccinelle, grilli, cav<strong>alle</strong>tte, ragni, lumache,<br />

chiocciole, forficole…).


È sorta subito la necessità di accudirli nel miglior modo possibile. Quindi sono stati reperiti<br />

vassoi, bicchieri, scatole di cartone, vasetti di vetro, tappi bucati, retine e veli di ogni tipo. In<br />

ciascun contenitore i bambini hanno cercato di ricreare tutti i confort possibili per i piccoli<br />

ospiti aggiungendo, terreno, erba, foglie, sassi e piccoli abbeveratoi improvvisati. L’entusiasmo<br />

era <strong>alle</strong> stelle. Tanti ragazzi hanno proseguito la raccolta e la ricerca a casa sotto gli occhi un<br />

po’ increduli dei genitori. Le aule si sono talmente popolate che si è dovuto mettere un freno<br />

per evitare una vera e propria invasione di animali. Sono state fatte le prime osservazioni a<br />

piccoli gruppi, quindi gli animali osservati sono stati disegnati ( anche al computer)<br />

Alcuni disegni eseguiti al computer dagli alunni<br />

Prima l’osservazione è stata libera, poi guidata dall’insegnante attraverso una serie di<br />

domande<br />

• come è fatto il suo corpo?<br />

• È ricoperto da peli, corazza o altro?<br />

• come è fatta la testa<br />

• ci sono le antenne? e se ci sono come sono?<br />

• Ha gli occhi? e se ci sono come sono?<br />

• come è fatta la bocca?<br />

• Ci sono le ali?<br />

• Ha le zampe (quante e come sono)?<br />

• Come si muove?<br />

• Cosa mangia?<br />

• Dove vive?<br />

• Che ruolo avrà nella catena alimentare?<br />

• Da chi viene mangiato?<br />

Dal confronto dei diversi animali osservati e dalla lettura delle schede compilate dai bambini<br />

si è arrivato ad un primo tentativo di “classificazione”<br />

Gli animali sono stati quindi rilasciati nell’ambiente in cui erano stati trovati.<br />

In alcuni bambini è nata una tale passione per gli animali trovati e osservati che in un periodo<br />

successivo, quando sono stati chiamati a lavorare il terreno per realizzare un piccolo orto, si<br />

sono quasi rifiutati di farlo e comunque operando in modo da salvaguardare i loro “piccoli<br />

amici”.


Seconda fase: gli animali del prato<br />

Dopo le prime osservazioni sistematiche le classi si sono recate al Museo di Storia Naturale di<br />

Calci per svolgere il percorso “La vita nel prato”.<br />

Gli operatori si sono soffermati soprattutto sugli insetti, spiegando: la struttura del loro<br />

corpo (capo, torace, addome e sei zampe, le ali e le loro variazioni, la funzione dei vari<br />

apparati, le armi di difesa, il loro ruolo nell’eco-sistema). Hanno guidato i ragazzi<br />

nell’osservazione di molti esemplari (veri e riprodotti) e li hanno aiutati a collocarli all’interno<br />

della classificazione degli invertebrati.<br />

A scuola, muniti di lenti di ingrandimento, sono ripartiti dall’osservazione dei loro piccoli<br />

ospiti, questa volta vivi e vegeti. Lavorando in piccoli gruppi gli alunni si sono ulteriormente<br />

appassionati e hanno cercato di ipotizzare anche ciò che non riuscivano a vedere;<br />

spontaneamente hanno iniziato a realizzare disegni molto particolareggiati sui vari artropodi.<br />

I bambini hanno poi utilizzato libri specifici e lenti di ingrandimento personali, fatti


acquistare ai genitori. Ogni mattina la prima frase che veniva rivolta agli insegnanti era: “Oggi<br />

facciamo <strong>scienze</strong> vero?”<br />

Come deludere i piccoli studiosi?<br />

Terza fase: l’<strong>alle</strong>vamento<br />

Oltre a vari terrari già improvvisati è stata offerta la possibilità di <strong>alle</strong>stirne uno per la cura<br />

degli insetti stecco (provenienti dal Dipartimento di Zoologia dell’Università di Pisa) e uno<br />

per l’<strong>alle</strong>vamento dei bachi da seta reperiti grazie all’interessamento di un genitore . Così è<br />

iniziata una nuova avventura.<br />

Allevamento in classe degli insetti stecco<br />

Gli esperti del Laboratorio Franco Conti hanno fornito le informazioni necessarie relative alla<br />

cura e all’alimentazione. Altri contenuti sono stati scaricati da Internet (Wikipedia). E’ stato<br />

quindi predisposto un ambiente fresco e luminoso nell’aula della III A e collocato lì le due<br />

teche.<br />

L’insetto stecco ha suscitato grande interesse non solo nei bambini delle classi coinvolte, ma<br />

anche in numerosi altri bambini della scuola, con le rispettive insegnanti. Tutti hanno provato,<br />

una volta scoperta la non pericolosità di questi animali, a tenerli in mano, nei momenti di pulizia<br />

della teca e della somministrazione del cibo.<br />

I tre insetti stecco sono stati per i ragazzi dei veri e propri cuccioli: vezzeggiati e curati.<br />

Per loro ogni giorno c’erano degli appetitosi rovi appena colti e acqua fresca nella bottiglietta,<br />

gli insetti potevano sgranchire le lunghe zampe sulle braccia dei loro <strong>alle</strong>vatori. Quando uno<br />

dei tre ha fatto la prima muta, si sono spaventati perché hanno scambiato l’esoscheletro<br />

abbandonato per un cadavere.


Le successive quattro mute non hanno suscitato molta meraviglia se non quando una zampa<br />

mancante di un insetto, dopo la muta, si è rigenerata.<br />

Vivendo a contatto con gli insetti stecco i ragazzi hanno imparato su di loro molte cose. Hanno<br />

compiuto molte osservazioni, ogni volta sempre più analitiche, come dimostrano i disegni che<br />

hanno prodotto nel tempo, con particolari sempre più evidenti (disegni particolareggiati<br />

dell’addome, del torace su cui si trovano posizionate le zampe, della bocca..). Hanno scoperto<br />

che la loro tecnica di mimetismo è molto raffinata, che le loro abitudini di vita sono monotone<br />

(almeno in cattività), che mangiano e bevono con una bocca piena di “protuberanze”, che il loro<br />

corpo è diviso in parti diverse e che le loro zampe sono articolate.<br />

Gli alunni hanno poi osservato, grazie a foto ingrandite, i loro grandi occhi composti.<br />

Sono riusciti a capire che gli insetti, come altri artropodi, crescono “a scatti”, infatti hanno<br />

ritrovato molte “mute”, alcune, ancora attaccate al ramo e perfette tanto da sembrare<br />

insetti morti.


Hanno scoperto inoltre che gli arti perduti, si possono rigenerare.<br />

Da alcune osservazioni dei bambini :<br />

“ Il loro comportamento quando li puliamo: di solito andiamo in giardino con la teca, cambiamo<br />

l’acqua al vasetto e ci mettiamo i rovi freschi….gli insetti sembrano impazziti, cominciano ad<br />

agitarsi, camminano velocemente sulle nostre mani, sulle nostre braccia…ed è difficile quasi<br />

tenerli…”<br />

“..un giorno quando li pulivamo, ne abbiamo visto uno morto…..ma invece NO! Era la prima<br />

MUTA. Incredibile:identica al corpo dell’insetto!”<br />

“..dopo vari spostamenti uno ha perso una zampa..”<br />

“..durante le vacanze di Pasqua e durante le Elezioni sono stati portati a casa di Braccini e<br />

della maestra Anna…al loro ritorno a scuola, abbiamo visto un’altra MUTA. Stanno<br />

crescendo!”<br />

“….in classe li osserviamo bene e scopriamo che la loro bocca ha delle specie di pinze, per<br />

afferrare e strappare le foglie…”<br />

“…il loro corpo è diviso in tre parti…le zampe sono attaccate al torace e l’addome è formato<br />

da tante “righe”…”<br />

“..abbiamo scoperto, per fortuna che le zampe ricrescono..”<br />

“..quando hanno paura restano fermi e uniscono le zampe davanti per assomigliare ancora di più<br />

ad un ramo..”<br />

“…il maschio è più piccolo della femmina..”<br />

“..una volta si è ferito con una spina dei rovi..è uscito del sangue verde..c’è venuta come una<br />

specie di crosticina e dopo pochi giorni è guarito…”<br />

INSETTO STECCO (dal cartellone)<br />

COLORE: è marrone (da adulto),marrone-verdastro, quello piccolo, soprattutto sulle zampe.<br />

CORPO : piccolo, secco, ma cresce velocemente; è allungato e duro ed è diviso in 3 parti<br />

– testa<br />

- torace<br />

- addome<br />

TESTA: ha due occhi, 2 antenne corte e filiformi e 2 “cornetti”; è snodata, quando la muove<br />

sembra che si stacchi.<br />

ZAMPE: sono 6, quindi è un INSETTO, lunghe e sottili e con tanti peletti (negli adulti)


BOCCA : ce l’ha rivolta verso il basso ed è come quella della cav<strong>alle</strong>tta e con la lente si può<br />

vedere bene che ha 2 specie di tenaglie.<br />

ALI : questo che abbiamo noi è senza ali, ma esistono anche con le ali<br />

SEDERE : a pinza<br />

COSA MANGIA: (è erbivoro) si nutre di foglie di rovo (..l’abbiamo visto bere delle goccioline<br />

d’acqua che la maestra aveva messo sulle foglie!..)<br />

COME SI MUOVE: non salta,non vola, ma cammina lentamente, quando non è disturbato. Piega<br />

l’addome all’insù. Si mimetizza tra i rami dei rovi o su un pezzo di corteccia che abbiamo<br />

messo. Si mimetizza talmente bene che a volte non lo troviamo!<br />

PERICOLOSO? L’insetto stecco non è assolutamente pericoloso..<br />

Allevamento in classe dei bachi da seta<br />

E’ stata un’esperienza altrettanto interessante, anche se più difficile da condurre a buon fine<br />

rispetto alla precedente; infatti di circa 400 uova che si sono schiuse, soltanto 3 bachi hanno<br />

compiuto il loro intero ciclo vitale che si è concluso, per fortuna 1 giorno prima che chiudesse<br />

la scuola (è uscita dal bozzolo una farfalla).


Non è stato infatti facile procurare quotidianamente gelso fresco, e sono stati fatti molti<br />

spostamenti d’ambiente a causa delle frequenti chiusure della scuola. Le insegnanti hanno<br />

invitato ad andare in classe, persone più esperte di loro, che avevano già compiuto questa<br />

esperienza (fra cui un maestro in pensione), le quali hanno fornito ai bambini dei consigli su<br />

come <strong>alle</strong>vare correttamente i bachi.<br />

I bambini sono stati molto attenti a fare in modo che tutto procedesse per il meglio, seguendo<br />

le indicazioni fornite e hanno compiuto osservazioni quotidiane corredate da tantissimi disegni<br />

con didascalie personalizzate. Hanno fatto spesso delle ipotesi sulla funzione ad es. della<br />

“spina” presente sul dorso, in fondo al corpo.<br />

“…secondo me serve per difendersi dai nemici…”, “..il pungiglione, secondo me, lo usano per<br />

lasciare la seta…”<br />

“…secondo me serve per bucare il bozzolo,quando deve uscire…”,<br />

“…io penso che serva per spaventare gli altri..così come quella specie di maschera scura<br />

vicino al muso che ha uno dei tre…”,<br />

“…sì, forse hai ragione, anche tutti quei finti occhi che hanno lungo tutto il corpo..serviranno<br />

per spaventare i nemici del baco..”,<br />

“..ma chi sono i nemici del baco?..”<br />

“..e tutte quelle zampe…ma quali sono quelle vere..?” , “..sono 6, davanti, guarda come si muove<br />

e come le usa..quando mangia!”, “..con le altre 8 finte zampe, si tiene aggrappato ai rametti..”,<br />

“..ma anche con il sedere si aggrappa..”, “..guarda c’è la muta anche del baco da seta..”<br />

I ragazzi si sono resi conto, solo osservando le trasformazioni subite dal baco, che tante loro<br />

ipotesi erano infondate: la “spina”, ad esempio , una volta diventato farfalla, è scomparsa..<br />

Hanno potuto osservare direttamente la metamorfosi che compie questo insetto, il baco che<br />

cresce e diventa sempre più grande e di colore diverso, la crisalide chiusa nel bozzolo e infine<br />

l’insetto adulto (farfalla). i bambini hanno osservato per primi la preparazione del bozzolo di<br />

un baco, dopo pochi attimi..tutta la scuola lo sapeva! Purtroppo poi i bozzoli sono stati<br />

completati in momenti in cui i bambini non erano presenti, ma sono state fatte delle riprese e<br />

proiettate successivamente ai ragazzi.<br />

I bambini hanno potuto osservare i cambiamenti del corpo (dimensioni, colore, pelle tirata,<br />

bagnata..) fino al momento di “salita al bosco”. Una volta uscita la farfalla hanno constatato<br />

che l’addome è simile per struttura a quello del baco, solo un bel po’ più corto; le ali (4)<br />

piccole, non adatte per volare..l’assenza di una bocca, la peluria sul corpo, le antenne, la<br />

somiglianza con le falene (è una falena!)


Ciò che ha comunque caratterizzato l’esperienza dei bachi da seta è stata senz’altro l’attesa.<br />

Le uova sono arrivate il primo aprile su due pezzettini di cartone. Ai ragazzi è stato detto<br />

soltanto che erano uova di bachi da seta ed essi stentavano a crederlo vedendole così piccole!<br />

Le guardavano trepidanti, aspettandosi di assistere alla schiusa da un momento all’altro…. ma<br />

occorreva pazienza.<br />

E’ stato suggerito ai bambini di tenere un diario di questa esperienza: fare dei disegni, il più<br />

possibile realistici, apporre la data e scrivere liberamente osservazioni e impressioni e l’idea<br />

ha funzionato. Non tutti gli alunni sapevano che il piccolo baco sarebbe cresciuto per mute<br />

successive, che avrebbe fatto il bozzolo, sarebbe diventato crisalide e infine farfalla. Lo<br />

hanno scoperto… semplicemente osservando.<br />

Il nostro intervento è stato successivo, giusto nella parte finale della trasformazione che è<br />

avvenuta, fra l’altro, l’ultimo giorno di scuola.<br />

Le parole migliori per raccontare questa esperienza sono proprio quelle dei bambini:<br />

“..oggi 16 maggio 2008,un baco stava facendo la seta per fare il bozzolo,però noi l’abbiamo<br />

disturbato, allora ha smesso di farlo, ma ora non mangia più e sta cercando un posto per<br />

ricominciare. Il suo colore è cambiato, ed è una cosa che aspettavamo da tanto tempo, è anche<br />

più luminoso…”,<br />

“…il baco ha fatto il bozzolo grazie alla ‘calma’ che c’era a casa della maestra Arianna..”,<br />

”…prima di fare il bozzolo è diventato un po’ giallo..” ,<br />

“..uno sta ancora cercando il posto per farlo..” ,<br />

”..tutti e tre i bachi hanno fatto il bozzolo..è uno spettacolo meraviglioso!”,<br />

“..evviva! E’venuta fuori la farfalla..”<br />

“…la farfalla ha lasciato una scia di un liquido che secondo me si trovava dentro il bozzolo…” ,<br />

“..Osservazioni sulla faralla: ha 4 ali, 6 zampe, 3 da una parte e 3 da un’altra, ha l’addome<br />

uguale al baco, ma più corto , NON MANGIA PER NIENTE..”


Il 23 Maggio 2008 Lorenzo Braccini ha portato in classe un formicaio con delle formiche<br />

grossissime. Questo formicaio era rinchiuso in un contenitore trasparente con del GEL<br />

azzurro, proveniente dal Canada.


Tutti sappiamo che le formiche vivono nella terra, invece abbiamo potuto vedere che possono<br />

vivere anche in questo particolare GEL.<br />

Le formiche, per fare il formicaio, scavano.<br />

Quando scavano nel gel non lo mangiano. Ma lo tengono come scorta.<br />

Le formiche sono dotate di robuste mandibole che permettono loro di trasportare il cibo, le<br />

uova o le larve e infine per difendersi da prede e nemici.<br />

Il mondo delle formiche è diviso in gruppi ovvero ognuno è specializzato in un compito; la<br />

regina è il capo del formicaio insieme al maschio ed entrambi hanno le ali e la regina è l’unica<br />

che può deporre le uova (è fertile); poi ci sono le formiche operaie (sterili) che provvedono<br />

alla manutenzione del formicaio e infine ci sono i “soldati” che sono formiche molto robuste<br />

che difendono il formicaio .<br />

Le formiche non possono vivere da sole perché ognuno ha bisogno del lavoro dell’altra.<br />

Quarta fase: <strong>documentazione</strong> e verifica<br />

Le osservazioni sistematiche sul ciclo vitale del baco da seta, hanno condotto ogni bambino<br />

alla produzione di un piccolo libro intitolato “vita del baco da seta in classe nostra”dove sono<br />

stati raccolti i disegni con le didascalie personalizzate.<br />

Sono inoltre stati realizzati con i bambini degli schemi riepilogativi, sui loro quaderni di<br />

<strong>scienze</strong> e su dei cartelloni (corredati da meravigliosi disegni e origami) per:<br />

o imparare a compiere corrette classificazioni degli animali osservati,<br />

distinguendoli e confrontandoli con altri,<br />

o capire perché gli insetti sono ARTROPODI;<br />

o capire perché gli insetti si distinguono da altri ARTROPODI..<br />

o capire cosa non ha un NON ARTROPODE,<br />

o capire che la METAMORFOSI è di tutti gli insetti, anche se può avvenire in<br />

modi diversi(confronto fra il baco e l’insetto stecco).


Oltre a verifiche in itinere, basate sull’osservazione diretta dei bambini durante il lavoro,<br />

sugli elaborati presenti nei loro quaderni di <strong>scienze</strong>, sui cartelloni prodotti, una ulteriore<br />

verifica sul lavoro svolto è stata fatta attraverso una CACCIA AL TESORO nella scuola e nel<br />

giardino della scuola. I bambini delle due classi divisi in dieci gruppi sono stati impegnati nella<br />

ricerca di oggetti, animali e foglie con caratteristiche particolari, nelle risposte a domande<br />

relative alla struttura corporea degli insetti e delle caratteristiche degli insetto stecco e dei<br />

bachi da seta, nella ricostruzione di una coccinella data loro disegnata. I bambini hanno<br />

partecipato divertendosi, collaborando fra loro, dando il meglio di se stessi dimostrando di<br />

aver acquisito una buona padronanza di concetti e conoscenze.<br />

Preparazione dei costumi per una rappresentazione teatrale di una poesia con tema<br />

ambientale, con la partecipazione, naturalmente di insetti<br />

Tutte le attività sopra descritte sono state presentate ai genitori degli alunni in una mostra<br />

attraverso disegni, fotografie, cronache e descrizioni; naturalmente sono stati esposti anche<br />

i terrari con gli amici insetti. Com’è facile da immaginare, insetti stecco e bombix mori sono<br />

stati al centro dell’interesse dei visitatori, molti dei quali hanno affermato di vedere per la<br />

prima volta queste specie di animali.<br />

In conclusione il percorso sugli ARTROPODI è stato un vero successo: è stato molto<br />

formativo per gli alunni, ha acceso l’entusiasmo di grandi (anche genitori) e piccini per la<br />

ricerca e agli insegnanti ha dato la soddisfazione che si prova quando si raggiungono gli<br />

obiettivi dopo un duro lavoro.<br />

In particolare è da sottolineare<br />

Il coinvolgimento dei genitori che hanno collaborato con :<br />

- invio di vetrini e non con insetti essiccati<br />

.- invio di insetti finti con dimensioni ingrandite<br />

- acquisto di lenti di ingrandimento e contenitori per insetti<br />

- acquisto di volumetti sugli artropodi, sugli insetti ecc..<br />

- acquisto di gel proveniente dal Canada, entro il quale è<br />

possibile vedere la vita delle formiche.<br />

- ci hanno proposto di <strong>alle</strong>vare in classe i bachi da seta<br />

procurandoci le uova che hanno fatto pervenire dall’unità di<br />

Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura di Padova .<br />

- Sono stati coinvolti inoltre nonni e/o esperti per cercare le<br />

foglie del gelso l’unico nutrimento dei bachi.<br />

Il coinvolgimento dei bambini con i seguenti risultati:<br />

- superamento di paure su ragni e insetti<br />

- aumento delle capacità attentive e di osservazione critica<br />

della realtà<br />

- aumento delle capacità analitiche<br />

- apprendimento delle capacità di prendersi cura di un animale<br />

- aumento del rispetto per la natura e per gli animali


- scoperta di un micromondo per alcuni sino ad oggi<br />

inesistente<br />

- aumento dell’interesse nei confronti dell’attività scientifica<br />

- aumento delle capacità di cooperazione di gruppo<br />

- stimolazione a chiedersi il perché delle “cose” e a far ipotesi<br />

su ciò che viene osservato<br />

- stimolazione ad attività di ricerca su libri, su internet<br />

- arricchimento di un lessico specifico<br />

- trasmissione agli altri dell’interesse scientifico (famiglia e<br />

amici)<br />

Un percorso che viene consigliato ai colleghi, con il solito avvertimento: chi intraprende<br />

questa strada sa bene da dove partire e dove vuole arrivare, ma non può conoscere la strada<br />

che tracceranno i bambini, veri protagonisti dell’avventura!

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