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BRASILE, Belo Horizonte, iniziative di Rosetta Brambilla - avsi

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“SARÒ CAPACE?”<br />

Era maggio del 2008, quando un bambino <strong>di</strong> sette anni Ricardo è arrivato all’Opera<br />

educativa. Lo ha portato la nonna materna Alice, che n’è responsabile fin da quando<br />

era neonato. Quando lo ha iscritto, lo ha presentato come un bambino con vari problemi<br />

psicologici ed un lieve <strong>di</strong>sturbo mentale. Con una storia familiare molto complicata alle<br />

spalle, Ricardo è cresciuto ascoltando sua nonna implorando aiuto perché si doveva<br />

prendere cura <strong>di</strong> un bambino che parlava poco, agitato ed incapace <strong>di</strong> imparare come<br />

gli altri bambini. Alice ha cercato <strong>di</strong> ottenere per vari anni il sussi<strong>di</strong>o che il Governo<br />

concede alle persone incapaci <strong>di</strong> una vita sociale in<strong>di</strong>pendente. È stato per questo che<br />

è arrivata all’Opera educativa: chiederci <strong>di</strong> aiutarla a ricevere il sussi<strong>di</strong>o per Ricardo.<br />

Ricardo è cresciuto sentendo la nonna <strong>di</strong>re frasi del tipo: “Lui non riesce ad imparare<br />

niente”, “non sa leggere né scrivere”, “tutti gli altri bambini vanno avanti e lui rimane<br />

in<strong>di</strong>etro”, “il Governo mi deve dare questo sussi<strong>di</strong>o visto che io non ho sol<strong>di</strong> e lui<br />

<strong>di</strong>penderà da me per tutta la vita”, “Non riuscirà mai a terminare gli stu<strong>di</strong> tanto meno a<br />

lavorare”. Mi ricordo molto bene sua nonna Alice che mi <strong>di</strong>ceva tutte queste frasi ogni<br />

volta che c’incontravamo qui all’Opera ed ad<strong>di</strong>rittura alla fermata dell’autobus. In ogni<br />

incontro, con Ricardo sempre al suo fianco, ripeteva: “Lucio, non sono ancora riuscita<br />

ad ottenere il sussi<strong>di</strong>o per Ricardo!!”<br />

Appena saputo che era pronto il risultato della perizia me<strong>di</strong>ca fatta dagli uffici sanitari, le<br />

ho chiesto <strong>di</strong> farmeli vedere e lei me li ha portati il giorno dopo. Ricardo era insieme a<br />

lei. L’esito degli esami constatava che Ricardo non poteva ricevere alcun sussi<strong>di</strong>o<br />

perché non era considerato incapace <strong>di</strong> vita sociale. Nel leggere il referto ho esclamato<br />

con gioia: “Grazie a Dio!”. Mi sono girato verso Ricardo e gli ho detto: “Sei così perfetto<br />

ed intelligente che il me<strong>di</strong>co ha detto che puoi imparare tutto e crescere normalmente,<br />

come tutti i tuoi compagni”. Lui ha accennato un sorriso, ma era così abituato a sentirsi<br />

<strong>di</strong>re che era meno degli altri, che non riusciva a credere a questa nuova e bella notizia.<br />

La nonna, in quel momento, non n’è stata molto contenta perché la sua speranza era <strong>di</strong><br />

ricevere il sussi<strong>di</strong>o. Non spetta a me giu<strong>di</strong>carla perché lei era convinta che Ricardo<br />

fosse traumatizzato per alcuni episo<strong>di</strong> dell’infanzia. Aveva i suoi buoni motivi per<br />

credere ciò.<br />

Dopo aver elogiato Ricardo per le sue potenzialità, ho riba<strong>di</strong>to alla nonna l’immenso<br />

valore del risultato degli esami per la vita <strong>di</strong> entrambi e come fosse importante che<br />

Ricardo continuasse a frequentare la scuola. Da quel giorno Alice non mi ha mi più<br />

chiesto aiuto per ricevere il sussi<strong>di</strong>o, né mi ha più detto niente riguardo alle <strong>di</strong>fficoltà<br />

d’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Ricardo, ed abbiamo mantenuto un bel rapporto.<br />

Più che mai, adesso era necessario aiutare Ricardo a scoprire le sue capacità nello<br />

stu<strong>di</strong>o, nel rapporto con i compagni e con se stesso ed a riconoscere il senso della sua<br />

vita. Questa è l’importanza del metodo dell’Opera Educativa sempre testimoniato da<br />

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