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ontagna<br />
Nostra<br />
Notiziario Aveto - Nure N. 4 /2010<br />
Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46) Art1, comma 1 - DCB Piacenza<br />
Buon Natale e Buon Anno 2011<br />
da tutti gli alunni delle nostre scuole<br />
unitamente ai loro insegnanti
2<br />
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Nostra
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Nostra<br />
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ontagna<br />
Nostra
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Nostra<br />
Direttore responsabile:<br />
Paolo Labati paolo.labati@tin.it<br />
Responsabile amministrativo:<br />
Don Giuseppe Calamari (0523 922234)<br />
Autorizzazione Tribunale Piacenza:<br />
n. 39 del 24 marzo 1975<br />
Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P.<br />
D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46)<br />
Art1, comma 1 - DCB Piacenza<br />
Stampatore:<br />
Industrie Grafiche Padane - Guardamiglio (LO)<br />
Tassa riscossa Dir. Amm. Poste Piacenza<br />
SOMMARIO<br />
RIcoRDI Del PASSATo....................................................................................pag.. 6<br />
chIeSA e monDo...................................................................................................pag.. 8<br />
feRRIeRe..............................................................................................................................pag.. 27<br />
cAnADello......................................................................................................................pag.. 37.<br />
ceRReTo RoSSI.........................................................................................................pag.. 41<br />
cASAlDonATo............................................................................................................pag.. 44<br />
gAmbARo.........................................................................................................................pag...46.<br />
gRonDone......................................................................................................................pag...51<br />
SolARo.................................................................................................................................pag.. 57<br />
cIRegnA...............................................................................................................................pag.. 58<br />
meTTeglIA........................................................................................................................pag.. 58<br />
cenTenARo.....................................................................................................................pag.. 63<br />
RoccA.....................................................................................................................................pag.. 69<br />
bRugneTo-cuRleTTI-cASTelcAnAfuRone...................pag.. 71<br />
VAl lARDAnA..............................................................................................................pag.. 81<br />
cATTARAgnA................................................................................................................pag.. 85<br />
cASTAgnolA................................................................................................................pag.. . ---.<br />
ToRRIo..................................................................................................................................pag.. 88<br />
ReToRTo-SelVA-RomPeggIo-PeRTuSo.............................pag.. 92<br />
In copertina gli alunni delle nostre<br />
scuole assieme ad alcuni insegnanti.<br />
Editoriale<br />
Guardando il presepe<br />
E’ arrivato finalmente il tempo di<br />
contemplare il presepe. La nostra attenzione,<br />
come è giusto, si soffermerà<br />
sul “bambino divino”, sulla mamma,<br />
su Giuseppe, sul bue e l’asinello. Non<br />
dobbiamo però dimenticarci di dare<br />
un’occhiata anche agli altri personaggi.<br />
Ce n’è uno in particolare che passa<br />
un po’ inosservato, ma che è sempre<br />
presente: è il pastorello dormiente,<br />
accovacciato nei pressi della grotta;<br />
dorme e sogna.<br />
Se riuscissimo anche solo per un attimo<br />
ad entrare nei suoi sogni potremmo<br />
scoprirvi le fantastiche immagini<br />
di una umanità nuova, fatta di uomini<br />
e donne che si preoccupano più<br />
di ascoltare che di parlare, che sanno<br />
sedersi sulle vette dei monti per ammirare<br />
la grandezza della natura, che<br />
sanno ridere e divertirsi quando assistono<br />
al gioco dei bambini, che sanno<br />
guardare l’altro dall’alto al basso<br />
solamente quando devono aiutarlo a<br />
rialzarsi da una caduta, che sanno<br />
commuoversi davanti al parto di una<br />
nuova creatura, che sanno lasciare ai<br />
deboli i primi posti, che vedono la propria<br />
vecchiaia non come l’anticamera<br />
della morte, ma come la stagione della<br />
pazienza e della tenerezza, che sanno<br />
chiedere perdono perché sono capaci<br />
di offrirlo, che sanno rispettare la natura<br />
per il rispetto che portano a Colui<br />
che l’ha creata, che sanno apprezzare<br />
la vita anche quando si fa croce, che<br />
hanno capito chi è quel bambino nato<br />
in tanta povertà e che può aiutarli a<br />
tradurre in realtà i sogni del pastorello<br />
dormiente nella notte di Natale.<br />
Buon Natale dai vostri Parroci<br />
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ontagna<br />
Nostra<br />
ricordi del passato a cura di Paolo Labati<br />
Dai Bollettini parrocchiali del tempo.<br />
1950<br />
Villeggiatura al bilancio.<br />
La stagione della villeggiatura è terminata.<br />
Qualcuno avrà già fatto il suo bilancio<br />
per calcolare quale utilità ha tratto<br />
dall’industria del forestiero.<br />
Anche noi lo abbiamo fatto un bilancio,<br />
sia pure d’altro genere, un bilancio spirituale.<br />
Quale disastro! Ci siamo trovati di fronte<br />
ad un cumulo di rovine spirituali.<br />
Condotte, atteggiamenti, discorsi spesso<br />
leggeri apertamente riprovevoli: balli<br />
frequenti e, per di più, non sempre<br />
regolarmente autorizzati (almeno quelli<br />
tenuti all’aperto nella piazza del Comune<br />
e sullo stradone, nei pressi, purtroppo!<br />
Del Cimitero); indecenza di moda<br />
che è arrivata persino all’ignominia delle<br />
donne in calzoncini: passeggi notturni e<br />
bagni promiscui.<br />
Questi fatti noi, li ricordiamo per condannarli<br />
severamente, per richiamare<br />
chi se ne fosse reso, in qualche modo,<br />
colpevole, e perché tutti sappiano come<br />
vadano giudicati davanti la coscienza e<br />
il tribunale di Dio.<br />
Festa dei genitori<br />
e delle Famiglie<br />
I fanciulli si sono accostati ai SS. Sacramenti<br />
per i loro genitori. Nel pomeriggio,<br />
breve trattenimento nel teatrino parrocchiale,<br />
con premiazione dei fanciulli<br />
più meritevoli della Scuola di Catechismo<br />
per l’anno 1949/50. Riportiamo il<br />
nome di coloro che hanno avuto il premio<br />
di primo grado:<br />
Classe 2°: Bocciarelli Roberto, Carlini<br />
Ubaldo, Labati Renato, Nebulosi Renzo,<br />
Scaramuzza Danilo, Callori Angioletta,<br />
Malchiodi Giulia, Rizzi Rita.<br />
Classe 3°: Bozzi Roberto, Preli Vito<br />
Clase 4°: Labati Teresa di Bernardo.<br />
La Missione campestre<br />
Il Signore fa anche alla nostra Parrocchia<br />
un grande dono: la Missione Campestre.<br />
Tre Centri Missione avremo nel territorio<br />
della nostra Parrocchia: uno in paese,<br />
uno a Canadello e uno a Folli. Per ogni<br />
centro missione un Missionario che vi<br />
risiederà e una o due Maestre – Catechiste<br />
che si occuperanno particolarmente<br />
dei fanciulli e della Gioventù femminile.<br />
I Missionari, a somiglianza di quanto faceva<br />
Gesù durante la Sua vita terrena,<br />
chiederanno ospitalità alle vostre famiglie,<br />
si siederanno alla vostra mensa, vi<br />
porteranno una buona parola.<br />
Divisione del lavoro<br />
E’ avvenuto tra le massare della nostra<br />
chiesa. Così alla massara n.1 è stata affidata<br />
la cura dell’altare maggiore e la<br />
caccia alle ragnatele, sempre e dovunque<br />
incontrate. Alla massara n.2 l’altare<br />
della B.V. e la lotta contro la polvere.<br />
Alla massara n.3 l’altare di S. Antonio,<br />
la pulizia del pavimento e l’ordine delle
seggiole. Così se in chiesa non trovate<br />
una ragnatela, neppure a cercarla col<br />
lanternino, il merito è della Rita. Se le<br />
panche e le seggiole, sono ben spolverate<br />
anche prima di sedervisi, ringraziare<br />
Rosetta. E se il pavimento luccica come<br />
uno specchio, va data lode alla Margherita.<br />
Intanto le tre volenterose massare<br />
sono quasi giunte al termine del loro<br />
anno di servizio e stiamo già pensando<br />
ai tre nomi da annunciare il giorno di<br />
Pasquetta. Fin da questo momento raccomandiamo<br />
a coloro che saranno prescelte<br />
di voler accettare volentieri.<br />
1960<br />
La fortuna a Rocca<br />
Nel sorteggio dei premi messi in palio<br />
dalla Rai per i nuovi abbonati, la sera<br />
del 30 maggio è stato favorito il signor<br />
Luigi Balderacchi di Rocca vincendo<br />
una automobile 1100 Fiat.<br />
Prima Santa Messa a Grondone<br />
Don Giuseppe Calamari ha celebrato<br />
nella chiesetta del paese natio la sua Prima<br />
Messa attorniato dai famigliari e dai<br />
compaesani commossi sino alle lacrime.<br />
Assistevano il Novello Sacerdote Mons.<br />
Canonico Pietro Cavanna e il Prof. Don<br />
Franco Molinari del Seminario Vescovile.<br />
Nuovo Presidente<br />
della Pro Ferriere<br />
Nella sala del Consiglio viene eletto<br />
nuovo Presidente della Pro Loco il dott.<br />
Enrico Bassi che succede al dr. Albino<br />
Scaramuzza, dimissionario. Vice Presidente<br />
è risultato il dott. Ing. Giuseppe<br />
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Nostra<br />
Scaglia, cassiere il dott. Carlo Scrocchi.<br />
Nominato il nuovo Parroco di<br />
Centenaro<br />
In seguito a concorso il Rev. Don Pietro<br />
Solari è stato nominato Arciprete della<br />
Parrocchia di Centenaro che è una delle<br />
più antiche ed importanti del nostro<br />
Comune.<br />
Nuovo Parroco a Castagnola<br />
A sostituire don Alfeo Prepoli, promosso<br />
alla Parrocchia di Pieve di Stadera, è<br />
stato nominato prevosto di Castagnola il<br />
M.R. Don Alessandro Civardi, già Curato<br />
a Fiorenzuola. Formuliamo per lui i più<br />
fervidi voti augurali.<br />
La scuola Media a Farini<br />
Con decorrenza primo ottobre del corrente<br />
anno (1960) funzionerà a Farini<br />
la scuola Media Statale a cui potranno<br />
essere ammessi anche alunni del nostro<br />
Comune. Per essere ammessi alla scuola<br />
è indispensabile l’esame di ammissione<br />
sostenuto presso una scuola media già<br />
funzionante. A Farini verrà istituito un<br />
dopo scuola per accogliere gli alunni al<br />
termine delle lezioni fino alla partenza<br />
dei servizi automobilistici.<br />
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8<br />
ontagna<br />
Nostra
La missione ieri e oggi<br />
Ho frequentato lo scorso anno ed anche<br />
quest'anno il corso per formatori<br />
organizzato all'interno della missione<br />
popolare diocesana. Un corso a cui ho<br />
partecipato su segnalazione dei parroci<br />
di montagna, ma aperto a tutti perché<br />
ogni cristiano ha il dovere di essere missionario<br />
per sé e per gli altri.<br />
Gesù non parla al singolare, quando<br />
vuole impegnarci a diffondere il suo<br />
messaggio evangelico parla al plurale<br />
"Prendete il largo... Non abbiate paura".<br />
Sono stati illustrati modelli per vivere la<br />
missione in territori diversi. Io ho pensato<br />
alla nostra montagna con la convinzione<br />
che non può perdere questa occasione<br />
per rinfrescare i valori cristiani che<br />
hanno aiutato i nostri antenati ad essere<br />
cristiani autentici, pur nella povertà e nei<br />
disagi del tempo, praticando la condivisione<br />
del poco, che era di tutti, in una<br />
forma particolare di amicizia che faceva<br />
di ogni paese una piccola comunità<br />
dove ci si aiutava, si pregava insieme e si<br />
partecipava alle funzioni religiose. I nostri<br />
"vecchi" erano già un po' missionari,<br />
almeno fino a quando non si trattava di<br />
difendere, anche di soli dieci centimetri,<br />
i confini di un campo, perché quel pezzettino<br />
di terra era una risorsa di vita.<br />
Non si può progettare il presente senza<br />
riallacciarci alle esperienze del passato.<br />
Così per assegnare più significato alla<br />
missione diocesana popolare, che oggi<br />
coinvolge tutte le Unità Pastorali, ho recuperato<br />
nel ricordo tre esperienze missionarie<br />
che hanno attraversato la mia<br />
vita :<br />
- la missione con due sacerdoti in ogni<br />
parrocchia. A Grondone era stato asse-<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
chiesa e Mondo<br />
gnato don Curbis con un altro sacerdote,<br />
forse un seminarista;<br />
-la missione affidata a un missionario e a<br />
una missionaria i quali, dopo aver ricevuto<br />
il mandato a Ferriere alla presenza di<br />
tutta la popolazione del Comune, hanno<br />
raggiunto le varie parrocchie dove sono<br />
rimasti per una settimana. Nella mia parrocchia<br />
era arrivato Don Leo Lunardini<br />
con la missionaria Alba Ambroggi;<br />
- una missione più recente con la distribuzione<br />
del Vangelo a tutte le famiglie.<br />
Il ritorno al passato può aiutare, se non<br />
altro, a ritrovare quel filo conduttore che<br />
anima ogni missione: rinnovare il rapporto<br />
con il Signore nell'assegnazione di<br />
un significato d'amore e di speranza alla<br />
quotidianità di ogni esperienza e nell'impegno<br />
di essere ogni giorno un po' più<br />
fedeli al Vangelo.<br />
Il rapporto fra la prima missione che ricordo<br />
e la missione in svolgimento nelle<br />
Unità Pastorali della diocesi mette in risalto<br />
come il messaggio evangelico "Ama<br />
il Signore" con la totalità della vita e<br />
"Ama il prossimo tuo come te stesso" nella<br />
carità della condivisione, dell'ascolto,<br />
dell'attenzione agli altri, rimane attuale<br />
in ogni tempo e in ogni luogo.<br />
Cambiano i contesti di vita, cambiano le<br />
modalità di approccio umano e culturale,<br />
cambiano le forme di devozione, ma resta<br />
intatto l'invito alla Carità-Amore con<br />
l'impegno di capire i "segni del tempo"<br />
per trovare le strategie giuste e coinvolgenti<br />
adatte a realizzare comunità parrocchiali<br />
in cui ogni cristiano sia missionario<br />
di se stesso per esserlo poi nella propria<br />
famiglia, nell'ambiente di lavoro, nelle relazioni<br />
amichevoli e sociali.<br />
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ontagna<br />
Nostra<br />
Ero piccola, frequentavo la scuola elementare,<br />
quando il missionario Don<br />
Curbis passava nelle famiglie per radicare<br />
nella quotidianità della vita familiare<br />
i messaggi evangelici precedentemente<br />
illustrati con passione negli incontri in<br />
chiesa o in canonica. Incontri programmati<br />
separatamente per i bambini, per i<br />
giovani, per le donne e per gli uomini ai<br />
quali era riservata la serata in canonica<br />
che si concludeva con una partita a carte<br />
e con una bicchierata insieme al parroco<br />
Don Domenico Bocciarelli.<br />
Tutti i parrocchiani: quelli che frequentavano<br />
abitualmente la chiesa, quelli<br />
che varcavano la porta della chiesa per<br />
la messa di Natale, la confessione a Pasqua<br />
e la partecipazione ai funerali, ma<br />
anche gli assenti abituali partecipavano<br />
agli incontri. Una presenza sentita come<br />
testimonianza, se non di fede, almeno<br />
di rispetto per quei sacerdoti che facevano<br />
loro il dono di incontrarli nel loro<br />
ambiente di vita, che ascoltavano i loro<br />
problemi, che li avvicinavano con l'amore<br />
cristiano che non è quello della commiserazione,<br />
ma dell'ascolto, della condivisione,<br />
della pari dignità.<br />
Missionari che hanno giocato con i bambini<br />
al pascolo dimostrando la presenza<br />
del Signore in qualsiasi condizione di<br />
vita, riscattando il senso di emarginazione<br />
in una preghiera comune che annullava<br />
le differenze e lasciava il "segno"<br />
della fratellanza.<br />
Hanno condiviso la cultura religiosa del<br />
paese espressa nelle processioni "comandate"<br />
al parroco per intercessione o<br />
per ringraziamento, ma hanno conosciuto<br />
anche quelle forme di superstizione<br />
che al segno di Croce, durante la tempesta<br />
che distruggeva i raccolti, univano<br />
l'esposizione sul ballatoio del ramo d'ulivo<br />
benedetto accanto alla paletta e alle<br />
molli della stufa disposte e croce.<br />
Hanno benedetto le case, ma anche le<br />
stalle, hanno benedetto i campi seguendo<br />
l'ordine dei punti cardinali col canto<br />
delle litanie dei santi come avveniva abitualmente<br />
durante le rogazioni.<br />
Hanno visitato tutte le famiglie dove si<br />
sono fermati a pranzo dietro invito o in<br />
una merenda più amichevole con pane,<br />
formaggio e un bicchiere di vino.<br />
Hanno predicato, hanno confessato, ma<br />
soprattutto hanno ascoltato, hanno condiviso,<br />
hanno fatto emergere la capacità<br />
di sentire la presenza del Signore nella<br />
vita quotidiana.<br />
Sono entrati nelle osterie ed hanno saputo<br />
controllare il disappunto immediato<br />
per gli intercalari che nella forma apparivano<br />
come bestemmie. Poi hanno ripreso<br />
l'argomento negli incontri serali per<br />
dimostrare che anche l'intercalare può<br />
diventare blasfemo se rivolto al Signore<br />
come sfida. Le mogli hanno successivamente<br />
confidato al parroco che i mariti<br />
si impegnavano per non usare intercalari<br />
nei quali ricorreva il nome di Dio e della<br />
Madonna. Piccoli e grandi cambiamenti<br />
espressioni di conversioni che realizzano<br />
in ogni tempo il fine della missione.<br />
Ad animare l'attuale missione popolare<br />
diocesana è proprio il cambiamento che<br />
porta a conversione intesa come impegno<br />
a non accontentarsi di un cristianesimo<br />
limitato a pratiche esterne senza la<br />
passione del cuore, senza la convinzione<br />
che la pratica del Vangelo non termina<br />
all'interno delle chiese, ma deve regolare<br />
tuttte le scelte di vita.<br />
Per questo ancora oggi è necessario vivere<br />
la missione come occasione di in-
contro, scambio, confronto per aiutarci<br />
vicendevolmente ad essere cristiani convinti<br />
e trasparenti.<br />
La missione popolare in atto in tutte le<br />
Unità Pastorali della Diocesi per metterci<br />
insieme come un popolo in cammino<br />
nel rafforzare la fede, la speranza, la carità<br />
si propone di approfondire tre temi<br />
importanti:<br />
- la relazione come momenti di incontro,<br />
di amicizia, di rispetto, di amore<br />
scambiato: ricevuto e donato. Gli incontri<br />
programmati per cantare, ascoltare<br />
il Vangelo, pregare insieme, ma anche<br />
gli incontri abituali in famiglia, in paese,<br />
all'osteria, nei luoghi di divertimento,<br />
nelle attività di volontariato in cui spesso<br />
è più difficile accettarci con le nostre diversità,<br />
e più difficile esercitare il rispetto<br />
delle idee, è più difficile dimostrare<br />
coi fatti e pronunciare con le parole "Ti<br />
voglio bene";<br />
- il senso del limite che investe la coscienza<br />
personale nel riconoscimento<br />
delle nostre mancanze, delle nostre fragilità.<br />
Il Signore ci accetta così come siamo:<br />
con i momenti di entusiasmo e con<br />
quelli del dubbio, con le nostre paure e<br />
con le nostre certezze.<br />
Ci chiede soltanto di riconoscere i nostri<br />
limiti per non chiuderci nel muro delle<br />
"nostre verità" che ostacolano l'aiuto reciproco<br />
e la fratellanza;<br />
-vivere la cittadinanza che sulla nostra<br />
montagna significa rispolverare quelle<br />
regole del vivere in comune che hanno<br />
portato i nostri antenati a salvare i paesi<br />
e a permettere un tenore di vita civile.<br />
Erano i tempi in cui ciascuno sentiva la<br />
responsabilità di una ricchezza comune<br />
per cui i contadini insieme pulivano le<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
strade e i canali di tutti come fossero<br />
proprietà private, sgombravano le strade<br />
dalla neve per favorire il passaggio<br />
di tutti, rispettavano le offerte alla chiesa<br />
senza misurare la povertà.<br />
Sorge spontanea la domanda: "E' ancora<br />
possibile vivere in montagna un'esperienza<br />
di missione? La risposta ci coinvolge<br />
personalmente sia nella scelta di<br />
questa possibilità, che nelle modalità di<br />
svolgimento che vanno adattate alla condizioni<br />
geografiche e alla cultura della<br />
nostra terra. Sono cambiati i tempi della<br />
missione di Don Curbis. non abbiamo<br />
più un parroco per ogni parrocchia, ma<br />
è pur vero che i pochi preti che hanno<br />
deciso di tenere aperte le nostre chiese<br />
sono i missionari della nostra montagna<br />
che possono seguirci nella scelta<br />
di varie iniziative: preghiere in comune<br />
fra i membri di tutta l'Unità Pastorale,<br />
ma anche nelle varie parrocchie, valorizzazione<br />
delle feste come momento<br />
di preghiera e di divertimento, incontri<br />
di approfondimento della Parola evangelica<br />
concretizzata nei problemi della<br />
nostra terra, partecipazione attiva come<br />
momento comunitario alle attività di<br />
volontariato, assegnazione di significato<br />
cristiano ad ogni attività possibile in<br />
montagna e tanto altro.<br />
Come? Con lo spirito missionario di<br />
gruppo che, pur partendo da un un<br />
numero limitato di aderenti, cresce per<br />
contagio nel desiderio di una crescita individuale<br />
per un bene comune. L'amore<br />
del Signore, che non ha mire di interessi<br />
personali, si propaga per contagio come<br />
espressione di amore, di convinzione e<br />
di trasparenza. Io credo nella possibilità<br />
della missione in montagna perché<br />
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ontagna<br />
Nostra<br />
Persone di Ferriere e Farini durante<br />
un abituale incontro.<br />
la cultura dell'incontro, dello<br />
scambio, della preghiera in comune,<br />
dell'impegno individuale<br />
per il bene di tutti appartiene<br />
alle nostre radici, e quindi si<br />
può passare da fatto eccezionale<br />
a regola di vita. Dobbiamo<br />
solo metterci insieme con la consegna<br />
ricevuta dal Signore "Prendete il largo",<br />
"Coraggio. Sono io. Non abbiate paura".<br />
La missione diventa allora occasione per<br />
superare la fragilità di non saper ricono-<br />
“Coraggio sono io, non abbiate paura”<br />
Per continuare il cammino nel secondo<br />
anno della Missione.<br />
Dopo un anno di cammino, a tratti anche<br />
faticoso ma sempre avvincente, possiamo<br />
riconoscere con cuore grato che<br />
lo Spirito Santo ha soffiato: molti hanno<br />
accolto l’invito e così abbiamo camminato<br />
insieme. Ne valeva la pena: è stata<br />
un’esperienza bella, motivo di speranza<br />
per il futuro delle nostre comunità.<br />
scere un dono: quello di un Dio presente<br />
nella nostra vita, nella storia delle<br />
nostre famiglie e della nostra montagna<br />
in ogni tempo e in ogni circostanza.<br />
Dina<br />
C’è un popolo in cammino, c’è una<br />
Chiesa in pellegrinaggio, ci sono fratelli<br />
ed amici che condividono la fatica e<br />
la bellezza del viaggio missionario. Altri<br />
potrebbero essere invirati ed unirsi al<br />
cammino. Per il secondo anno della missione,<br />
ascoltiamo con rinnovata fiducia<br />
l’invito di Gesù: “Coraggio, sono io, non<br />
abbiate paura!”. La Missione passa da<br />
qui: è un compito che supera le nostre<br />
scarse capacità e tuttavia possiamo<br />
andare avanti, riconoscendo<br />
che non siamo soli ma accompagnati<br />
da Colui che è presente e<br />
ci invita a vincere la paura. Sappiamo<br />
di avere un Padre che non<br />
abbandona i suoi figli e che ci<br />
ama come siamo: ma non vuole<br />
lasciarci come siamo, perchè desidera<br />
donarci la vita stessa nella<br />
sua vastità e bellezza.<br />
Gianni Ambrosio, Vescovo
Il Papa rivolge un monito: l’Amore non è merce di scambio<br />
Risuonano come un forte ammonimento<br />
nell’Italia degli scandali, le recenti parole<br />
rivolte da Benedetto XVI ai centomila<br />
ragazzi dell’Azione Cattolica giunti<br />
in Piazza San Pietro da tutta Italia: “Non<br />
adattatevi ad un amore ridotto a merce<br />
di scambio, consumato senza rispetto<br />
per sè e per gli altri”, “incapace di castità<br />
e purezza”, “questa non è libertà”.<br />
Molto amore, proposto dai media, non è<br />
amore, ma è egoismo, chiusura, vi dà l’illusione<br />
di un momento, ma non vi rende<br />
felici, non vi fa grandi, vi lega come una<br />
catena che soffoca i pensieri e i sentimenti<br />
più belli, gli slanci veri del cuore.<br />
Il Pontefice ha anche rilevato che “certo<br />
costa anche sacrificio vivere in modo<br />
vero l’amore - senza rinunce non si arriva<br />
a questa strada - ma sono sicuro che<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
voi non avete paura della fatica di un<br />
amore impegnativo e autentico. E’ l’unico<br />
che, in fin dei conti, dà la vera gioia”.<br />
Per il Papa, “c’è una prova che vi dice se<br />
il vostro amore sta crescendo bene: se<br />
non escludete dalla vostra vita gli altri,<br />
soprattutto i vostri amici che soffrono e<br />
sono soli, le persone in difficoltà, e se<br />
aprite il vostro cuore al grande amico<br />
che è Gesù”.<br />
“Anch’io nella mia giovinezza - ha detto<br />
ancora Benedetto XVI - volevo qualcosa<br />
di più di quello che mi presentava la società<br />
e la mentalità del tempo. Volevo respirare<br />
aria pura, soprattutto desideravo<br />
un mondo bello e buono, come lo aveva<br />
voluto per tutti il nostro Dio, il Padre di<br />
Gesù”.<br />
Missionari per la vita di tutti i giorni sul territorio:<br />
i nostri volontari della Croce Azzurra<br />
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Nostra<br />
Per rinnovare l’abbonamento al Bollettino<br />
I rinnovi degli abbonamenti al Bollettino dovranno avvenire unicamente<br />
attraverso versamento di conto corrente postale o bonifico<br />
intestato alla Parrocchia di San Giovanni Battista di Ferriere.<br />
Numero Conto corrente postale: 6212788<br />
Per bonifico codice IBAN: IT-56-M-07601-12600-000006212788<br />
Ripetiamo le tariffe (minime) annue per ricevere la pubblicazione:<br />
Italia: € 15,00 - Estero € 25,00<br />
Purtroppo i costi per la spedizione sono abbastanza “consistenti”;<br />
speriamo anche grazie alla pubblicità, di poter soddisfare come nel<br />
passato le varie esigenze.<br />
Anche per coloro che hanno sempre utilizzato il bollettino di conto<br />
corrente intestato alla Parrocchia di Brugneto, devono utilizzare<br />
questo nuovo conto corrente.<br />
Due momenti della vita nel capoluogo<br />
di questa estate: don Giancarlo incontra<br />
alcuni suoi parrocchiani piacentini.<br />
Mercoledì 8 dicembre 2010<br />
Festa dell’Immacolata Concezione<br />
Chiesa parrocchiale del capoluogo - Ore 15<br />
Celebrazione comunitaria per tutte le Parrocchie
Il nostro viaggio a Roma<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Roma è una ricca signora ultracentenaria che accoglie con un caldo abbraccio e lo<br />
spirito scanzonato da ragazzina. Impossibile non restarne affascinati ogni volta e<br />
non cogliere sempre nuovi significati nella sua storia. Parla e si mostra da sola, spiegandoci<br />
ciò che siamo a 360 gradi, attraverso segni che esseri umani come noi hanno<br />
lasciato in migliaia di travagliati anni. Non serve cercare, è tutto lì, basta lasciare libero<br />
lo sguardo e dimenticare la fretta. In questo modo riesci a sentire la fatica affrontata e<br />
la forza impiegata, vedi la genialità umana e percepisci in tutto questo una grandezza<br />
che di umano non ha niente: và oltre, ma attraverso l’uomo all’uomo si mostra. Se per<br />
Enrico IV° Parigi è ben valsa una messa, per noi Roma è ben valsa il viaggio di notte<br />
ed i tre giorni di passo veloce in piacevole, allegra e spontanea compagnia formata<br />
anche da persone fino ad allora sconosciute. Un ringraziamento a don Piero, ormai<br />
romano d’adozione, che per una giornata ha fatto da guida e da cicerone con cenni<br />
storici e curiose attualità. Un grazie anche ad Alberto, l’autista, che ci ha portato e forse<br />
anche sopportato, ma simpaticamente è stato parte del gruppo. In ultimo (ma solo<br />
in virtù del “dulcis in fundo”) per l’impegno organizzativo, il tempo regalato, la disponibilità<br />
e la compagnia GRAZIE a don Giuseppe per i tre giorni che ci ha regalato.<br />
E… “grazie Roma che ci fai vivere e sentire ancora . . .” (A.Venditti)<br />
Paola<br />
15
16<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Antonio Morisi, dalla bottega di Cà Gregorio<br />
A ntonio Morisi, classe 1933, è una fonte<br />
inesauribile di racconti di vita, che non dovrebbero<br />
mai essere dimenticati, per il bene di<br />
tutta la comunità dell’ alta Valnure. Originario di<br />
Cà Gregorio, piccola frazione nel comune di Farini,<br />
si è sempre dedicato fortemente al lavoro ed<br />
al sostentamento della famiglia; oggi in pensione,<br />
vive a Parigi con la moglie Margherita Balderacchi,<br />
ma non manca ogni estate di ritornare al paesello<br />
per ritrovare amici e parenti di cui conosce<br />
ogni vicenda. E’ facile incontrarlo al martedì al<br />
mercato di Ferriere o alla domenica nelle strade<br />
del capoluogo.<br />
Pietro Morisi, Il padre di Antonio, emigrò in Francia<br />
con la famiglia nei primi anni 30, ma fece presto ritorno in Italia, insieme alla<br />
madre, dopo la morte improvvisa del padre; Arrivato in val Nure prese da subito in<br />
carico la bottega di alimentari a Cà Gregorio, al tempo denominata “cooperativa” il<br />
cui proprietario era “Pirotto di Costabiancona” (Pietro Cavanna).<br />
“Era un piccolo negozio di alimentari”, racconta Antonio, “dove però mio padre vendeva<br />
di tutto: frutta e verdura, zucchero, salumi, chiodi, chiavi, carburo per la luce, petrolio,<br />
e tante altre chincaglierie”. Antonio con gli occhi lucidi racconta la sua infanzia,<br />
delle mattine passate a scuola a Cantoniera con i compagni e la maestra “Stomboli”,<br />
dei pomeriggi nei campi ad accudire le poche bestie della famiglia ed il lavoro in bottega.<br />
La famiglia Morisi, disponeva anche di un asino per la loro attività di vendita al<br />
dettaglio, ed il martedì Antonio partiva con il padre da Cà Gregorio per raggiungere<br />
i piccoli borghi più dispersi della valle quali: i Roffi, San Gregorio e Cassimoreno.<br />
“Era una specie di porta a porta”, spiega Antonio, “e quando passavamo nelle ville, la<br />
gente ci chiedeva le cose più disparate: anche le scarpe o l’olio d’oliva, la ricchezza ai<br />
tempi mancava e molto spesso eravamo pagati con uova anziché con denaro”.<br />
La bottega dei Morisi, attiva già negli anni quaranta, era un punto di riferimento di<br />
tutto il circondario e la gente giungeva anche da Coletta, Dosso, Chiarabini, i Frè, Cantoniera<br />
e Bolgheri per far spesa da loro, nonostante fossero presenti altri noti spacci<br />
come quelli di Pratogiardino e delle Moline.<br />
“Tutti i lunedì”, prosegue Antonio, “si andava con l’asino a Bettola a fare rifornimento<br />
per il negozio da Bignàm; spesso, giungeva in aiuto anche un amico di Montereggio<br />
che con un carretto trainato da cavalli, riusciva a portare più merce fino alla bottega.”<br />
Una particolarità di questa famiglia è la grande passione per la fotografia. Pietro Morisi,<br />
il padre di Antonio, disponeva già al tempo di una macchina fotografica, ancora<br />
oggi nelle mani del figlio, ed era ingaggiato per scattare foto durante matrimoni, feste,<br />
avvenimenti particolari o produrre semplici fototessere per i documenti. La maggior<br />
parte delle fotografie più antiche della vallata portano la firma di Morisi.
all’Associazione As.Pa.Pi. di Parigi<br />
La foto, scattata<br />
dal padre di Antonio<br />
Morisi, ritrae<br />
la trebbiatura in<br />
un'aia di Cà Gregorio.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
La prima svolta di Antonio<br />
avvenne all’età<br />
di 13 anni quando<br />
decise di lasciare il<br />
negozio del padre<br />
per intraprendere il<br />
duro lavoro al “frantoio di Bonvicini” che al tempo era posizionato nelle vicinanze<br />
di Farini. In seguito, il frantoio si spostò nei pressi della Cantoniera, e Antonio aveva<br />
l’arduo compito di avviare il “fugòn”, ovvero la caldaia a vapore che permetteva di<br />
trascinare, attraverso una cinghia, l’intero meccanismo del frantoio.<br />
“Mi alzavo alle 4 del mattino”, spiega Antonio, “ed andavo ad accendere il fuoco nella<br />
caldaia e nel frattempo caricavo i sassi nel frantoio aiutato da Severino di Cantoniera<br />
e da un amico di Bolgheri”. Altre volte Antonio si occupava della movimentazione in<br />
Nure dei mezzi pesanti, e poi si trasferiva al controllo del “fugòn” dove si dovevano<br />
curare pressioni e livelli, in un gioco tra acqua e fuoco che solo lui sapeva controllare<br />
così bene. “Quando abbiamo asfaltato la strada che da Farini arriva a Bettola”, spiega<br />
con compiacimento Antonio, “caricavo fino a 20 camion di ghiaia al giorno: tutti i<br />
sassi che si trovano sotto quella strada li ho prodotti quasi tutti io!”<br />
La stessa macchina a vapore che dava vita al frantoio, era utilizzata dall’azienda Bonvicini,<br />
a quei tempi, per dare movimento anche alla macchina per trebbiare il grano:<br />
“la macchina da bàtt”, com’è chiamata da quelle parti. Antonio spiega che con due<br />
buoi veniva portata a Cà Gregorio e rimaneva per una settimana in paese, spostandosi<br />
da una famiglia all’altra, da un’aia all’altra in un’esplosione di lavoro ma anche di<br />
festa. Antonio ricorda con lucidità anche l’Osteria dei tre venti di Boli del leggendario<br />
Vigiòn che si trovava vicino al Nure, ma soprattutto della dogana, sempre a Boli, gestita<br />
dalla signora Marianna che con una bilancia a 4 catene, pesava il sale o riforniva<br />
la gente di tabacco; prodotti che il padre non ha mai potuto commerciare perché<br />
merci governative. I racconti di Antonio sono coinvolgenti e molto dettagliati: sembra<br />
di rivivere con lui le stesse emozioni. Egli ha avuto anche la fortuna di vedere i due<br />
grandi macigni posti nel Nure conosciuti come Sassi della Maddalena, oggi scomparsi<br />
perché fatti esplodere per ricavarci materiale da costruzione.<br />
“Erano due grandi sassi uno più alto, quasi 20 metri, e appuntito mentre l’altro era<br />
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18<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
piatto sulla cima, da dove ci si poteva anche tuffare nel Nure”, riporta Antonio, ”Era<br />
una bontà vederli in mezzo al fiume”. I vecchi raccontavano una leggenda, per prendere<br />
in giro i più piccoli, secondo la quale quei sassi li aveva portati, Padrèn di<br />
Maddalena (Pietro Gallini, noto scalpellino della zona degli anni passati) con il bàzul<br />
(bastone ricurvo per portare in bilico due pesi sulle spalle) e li aveva abbandonati<br />
proprio in quel punto perché troppo pesanti per posizionarli altrove.<br />
Trascorso il servizio militare come alpino, Antonio fa ritorno al suo paese, ma non<br />
trova più disponibile il suo lavoro presso il frantoio. Il suo posto era stato preso dal<br />
nipote del titolare e così decise di emigrare in Francia sotto la pressione e il consiglio<br />
di sua sorella che già risiedeva là da qualche anno. Questa fu la seconda grande svolta<br />
della vita di Antonio. Il cognato di sua sorella, aveva a Parigi un’impresa edile che lo<br />
assunse immediatamente: “Non ho mai cercato lavoro nella mia vita”, continua Antonio,<br />
“il giovedì del 18 ottobre 1956 sono partito per la Francia ed il lunedì successivo<br />
ero già in cantiere”. Il pensiero di Morisi era sempre però rivolto alla sua terra, alla<br />
sua Val Nure, e sarebbe stato disposto a tornarsene in Italia se l’impresa al frantoio lo<br />
avesse ripreso con sé. Il nuovo lavoro gli permise, però con l’esperienza, di realizzare<br />
diversi importanti edifici che tuttora caratterizzano la capitale francese.<br />
Possiamo citare alcune importanti opere di realizzazione e ristrutturazione a Parigi<br />
quali i cinema “Le Publicis” o “Cinerama Empire”, vicino agli Champs Elysée.<br />
A Parigi, Antonio conobbe anche l’amore frequentando la “Missione Cattolica Italiana”;<br />
“Ogni Domenica, si andava a Messa alla Missione, dove s’incontravano tanti italiani<br />
originari delle nostre parti”, racconta Antonio, “é lì che ho conosciuto Margherita,<br />
e l’ho sposata il 30 dicembre 1961”. Margherita nacque in Francia, ma la sua famiglia<br />
era originaria di Rocca proprio dove si conobbero con Antonio la prima volta, durante<br />
le vacanze estive. “… veniva in vespa da Cà Gregorio”, spiega Margherita, “per andare<br />
a trovare sua sorella che abitava a Taravelli, fu la prima volta che lo vidi. Molti anni<br />
più tardi ci siamo rincontrati, inaspettatamente, in Francia alla Missione Cattolica, poi<br />
ci siamo sposati subito e dalla nostra unione sono nati: Jean Pierre e Daniel”.<br />
Antonio e Margherita sono una coppia formidabile, ed ora si godono la pensione<br />
frequentando assiduamente l’associazione<br />
AS.PA.PI. (Associazione<br />
Parma Piacenza), diretta dalla cugina<br />
Josiane Ziliani Balderacchi.<br />
Claudio Gallini<br />
Una foto degli anni 50 del CINE-<br />
RAMA EMPIRE di Parigi dove,<br />
Antonio Morisi, lavorò duramente<br />
fino al suo completamento.
ontagna<br />
Nostra<br />
Ascoltiamo i nostri morti - Che cosa potrebbero dirci?<br />
Penso che il primo suggerimento che fraternamente vorrebbero lasciarci sia questo:<br />
"Non dimenticate la morte". C'è una frase che bisognerebbe non dimenticare: «I<br />
vivi chiudono gli occhi dei morti, ma sono i morti che aprono gli occhi dei vivi».<br />
Pensare alla morte vuol dire vivere nella verità. Molti di noi che non pensano mai alla<br />
morte ma per ritrovare la verità, basta entrare in un cimitero. Dopo pochi passi, si è<br />
già in una dimensione diversa dell’esistere. Certe cose che ci sembravano importanti<br />
si ridimensionano, certe altre che sembravano insignificanti prendono un valore nuovo<br />
e insospettato. Vediamo la vita con occhio e cuore diversi. "Pensate alla morte", ci<br />
dicono i nostri morti, pensate alla vita che è dopo la morte. Quale vita? Come si può<br />
immaginare e descrivere? I morti sono muti su questo. Nessuno è tornato a parlarne.<br />
Neanche Lazzaro ne ha parlato. Neanche Gesù risorto. Vuoi dire allora che non sappiamo<br />
niente? Sappiamo ciò che conta veramente sapere: che la morte non ha l'ultima<br />
parola. Ed è l’amore il segreto della nostra risurrezione. C'è già in noi quest'idea,<br />
radicata nel profondo: che l'amore è più forte della morte.<br />
Può sembrare un atteggiamento ingenuo, eppure quanto è rispettabile soprattutto<br />
perché rivelatore di questa profonda. convinzione: che l'amore vince la morte.<br />
La fede ce ne dà la conferma. È vero: se Cristo è risorto, è perché in lui l'amore si è<br />
rivelato più forte della morte. Si può capire allora il fraterno ammonimento che ci<br />
viene dai nostri morti: amatevi a vicenda ora che è tempo. Perdonatevi a vicenda. Non<br />
aspettate che una persona sia morta per compiere un atto di pietà che faccia tacere i<br />
rimorsi. Amatevi a vicenda e così preparerete la vostra risurrezione.<br />
Questo ci dicono oggi i nostri morti. (Luigi Bozzoli)<br />
Questo giorno, Signore,<br />
mi porta ogni anno<br />
il suo carico di tristezza<br />
perché mi fa percepire,<br />
talora in modo lancinante,<br />
la perdita di tante persone care<br />
che hanno portato nella mia esistenza<br />
la dolcezza dell'affetto,<br />
la consolazione dell’amicizia.<br />
Preghiera<br />
Questo giorno, Signore,<br />
mi porta ogni anno un invito alla riconoscenza,<br />
ad un'intensa gratitudine<br />
perché mi fa misurare<br />
con stupore e con gioia<br />
i tanti raggi di luce e di bontà<br />
che hanno percorso la mia esistenza.<br />
Questo giorno, Signore,<br />
mi porta ogni anno<br />
un annuncio di speranza:<br />
so che non ho perduto per sempre<br />
coloro che ho tanto amato,<br />
so che un giorno li ritroverò,<br />
accanto a Te,<br />
trasfigurati dalla tua misericordia<br />
e dalla tua bellezza.<br />
Questo giorno, Signore,<br />
mi porta ogni anno<br />
ad esprimere una preghiera,<br />
a supplicarti per quelli<br />
che attendono il giorno del compimento<br />
e vivono il tempo della purificazione.<br />
(R. Laurita)<br />
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ontagna<br />
Nostra<br />
Hanno superato l’esame di maturità<br />
Bergonzi Agostino di Casaldonato<br />
- Perito Industriale presso l’Istituto<br />
Tecnico “Marconi” di Piacenza<br />
Nicola Baffari,<br />
Istituto alberghiero<br />
"G.<br />
Marcora" con<br />
la votazione<br />
di 100/100<br />
Calamari Sebastiano di Grondone<br />
Sopra - Geometra.<br />
Malchiodi Simona<br />
di Grondone Sotto diplomata<br />
Ragioniera
Toscani Ilaria di Canadello - Liceo Classico<br />
“Gioia di Piacenza. Ilaria ha superato<br />
l’esame con la votazione di 100/100 e la lode<br />
meritando il premio ministeriale “bravissimi”<br />
in ambito provinciale.<br />
Sono diventati... maggiorenni.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ferrari Gabriele di Rompeggio - Perito<br />
Elettrotecnico presso l’Istituto Industriale<br />
“Marconi” di Piacenza.<br />
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22<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Labati Lucia<br />
Laurea triennale in Architettura<br />
con la votazione<br />
di 110/110 e lode con<br />
la tesi: “Riqualificazione<br />
dell’area waterfront:<br />
nuovo centro direzionale<br />
per Piacenza”.<br />
In foto Lucia con i genitori<br />
Paolo e Margherita<br />
nella sede piacentina del<br />
Politecnico.<br />
Hanno raggiunto la laurea<br />
Artivi Barbara,<br />
laurea triennale in<br />
Economia presso<br />
l’Università Cattolica<br />
di Piacenza con<br />
la tesi “Associazione<br />
nuovi viaggiatori”.<br />
Barbara ringrazia il<br />
relatore prof. Paolo<br />
Rizzi per la sapiente<br />
e preziosa collaborazione.
Bergonzi Mattia - Laurea triennale in<br />
Ingegneria Meccanica conseguita nella sede<br />
di Piacenza del Politecnico di Milano con la<br />
tesi: “Teste di fresatura per metalli, Analisi<br />
delle tipologie attuali ed ipotesi di sviluppo di<br />
un nuovo modello di testa di fresatura a due<br />
assi continui: valutazioni prestazionali ed<br />
economiche”.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
De Nicolo Simone, di Francesco e Rossi<br />
Clotilde residente a San Giorgio Su Legnano<br />
(Mi) laureatosi in ingegneria informatica presso<br />
il Politecnico di Milano.<br />
Osservatorio astronomico sul monte Bue<br />
Le intenzioni sono dichiarate da un protocollo<br />
siglato con la Liguria per far decollare<br />
l’Osservatorio astronomico del<br />
Monte Bue. L’argomento è stato al centro<br />
dell’incontro recentemente svoltosi a<br />
Santo Stefano d’Aveto dove è stato siglato<br />
il protocollo d’intesa per la realizzazione<br />
del centro e degli impianti contestuali<br />
(cabinovia versante di Ferriere, skilift versante<br />
Bedonia e ristrutturazione del rifugio<br />
in vetta). Coinvolti tutti i territori a cui<br />
guarda Monte Bue: piacentino, genovese<br />
e parmense. La Provincia di Piacenza è<br />
stata indicata capofila dell’iniziativa, la<br />
stessa convocherà le riunioni del neocostituito<br />
gruppo di lavoro.<br />
Il documento che ha validità quinquennale,<br />
prevede una vasta azione di reperimento<br />
fondi, compresa l’Unione<br />
Europea, la ricerca di potenziali investitori<br />
privati e altre azioni finalizzate a<br />
promuovere l’iniziativa. Si tratta di un<br />
progetto importante per la valorizzazione<br />
delle bellezze paesaggistiche della<br />
nostra montagna. L’augurio e l’auspicio<br />
che il tutto trovi concreta attuazione.<br />
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ontagna<br />
Nostra<br />
Racconti di mare, di monti e... di gamberoni<br />
Dopo un intenso anno concertistico<br />
(Carpaneto, Ferriere, Cerreto,<br />
Grondone, S.Stefano d’Aveto,Centenaro,<br />
Pertuso, San Giorgio), per la prima volta<br />
il Coro Polifonico ha lasciato le tranquille<br />
terre continentali ed è approdata<br />
su di un’isola accettando di esibirsi in<br />
un concerto nella chiesa di S. Chiara a<br />
Marciana Marina, sull’incantevole ISOLA<br />
D’ELBA.<br />
Anche grazie all’interessamento dell’elbano-genovese<br />
Bruno, si è potuta organizzare<br />
la trasferta. Purtroppo il preavviso<br />
era breve e la popolazione ne è stata<br />
messa al corrente poco tempo prima del<br />
giorno stabilito. Tuttavia l’adesione anche<br />
dei non addetti ai lavori (di corde<br />
vocali) è stata lo stesso notevole.<br />
Insieme con noi erano aggregati anche<br />
alcuni cantori del Coro di Carpaneto<br />
giacché è stato suggellato un gemellaggio<br />
tra Coro di Carpaneto e quello di<br />
Ferriere. L’euforia e l’entusiasmo da subito<br />
erano alti, in parte dovuti al fatto<br />
della sorpresa di essere stati invitati a<br />
cantare cosi lontano da casa (evidentemente<br />
siamo più apprezzati da persone<br />
a noi sconosciute quanto piuttosto dai<br />
nostri stessi concittadini).<br />
CRONISTORIA FANTOZZIANA.<br />
Giorno della partenza: alle ore 4 del<br />
mattino intabarrati come eschimesi al<br />
Polo Nord con temperatura massima di<br />
gradi 2 centigradi saliamo sul torpedone<br />
alla volta di Piacenza città per far salire<br />
gli sventurati carpanetesi che ancora<br />
non sanno cosa li aspetta. Dopo aver<br />
caricato il resto della truppa, il Celso comunica<br />
il programma del viaggio e fa<br />
notare che la prossima tappa sarà fra<br />
circa ore 2 di viaggio senza interruzioni<br />
e quindi di resistere per eventuali questioni<br />
fisiologiche: infatti appena passati<br />
10 minuti sosta di emergenza perché<br />
proprio a lui scappa (consiglio ai naviganti:<br />
per la prossima volta munirsi di<br />
pannolone gigante).<br />
A mano a mano che i minuti scorrevano<br />
inesorabili, la temperatura aumentava<br />
sempre più all’interno delle pellicce<br />
in cui ci eravamo rintanati e la busecca<br />
faceva sentire i primi lamenti; ad un<br />
certo punto Spotti si alza e si avvicina<br />
alla testa del pulman: E’ IL SEGNALE.<br />
Celso avvisa che tra breve ci si fermerà<br />
all’autogrill per la colazione. Il termine<br />
non è propriamente esatto; la merenda<br />
consiste in una mega tavolata lunga alcuni<br />
metri nella quale sono esposti: N°<br />
imprecisato di salami di Ferriere Dop tra<br />
i quali spicca un gentile di oltre mezzo<br />
metro di lunghezza; Coppa stagionata<br />
Igp ultima sopravvissuta della Festa della<br />
Coppa; N° sconosciuto di pizze, focacce,<br />
varie qualità di formaggi e svariate pagnotte<br />
con annessi ettolitri di vini, bibite<br />
e acque minerali. All’allegra combriccola<br />
si unisce una Compagnia di paracadutisti<br />
in trasferta i quali gradiscono l’agape.<br />
Calmati i morsi della fame si riprende<br />
il viaggio attraverso la pianura toscana.<br />
Nel frattempo oltrepassiamo le lussureggianti<br />
colline dell’antica ETRURIA e per<br />
2 lunghe ore il toscano Bruno non fa altro<br />
che lodare la celeberrima MACCHIA<br />
MEDITERRANEA battibeccando con il<br />
GIARDINIERE DI FERRIERE (per eliminarla<br />
basterebbe una gomma chiosa). In<br />
lontananza ad un certo punto si intravede<br />
la Torre Pendente con il Battistero:<br />
siamo in prossimità di PISA. La corriera<br />
prosegue e finalmente arriviamo a LI-
VORNO e poi a PIOMBINO. Attracchiamo<br />
a PORTOFERRAIO sull’isola dalla<br />
strana forma di balena: L’ISOLA D’ELBA.<br />
Il panorama è indescrivibile: mentre ci<br />
si inerpica sulle stradine tortuose, sottostante<br />
si estendono le baie, le calette e le<br />
spiagge una più bella dell’altra.<br />
ORE 16 si riparte per MARCIANA MA-<br />
RINA dove andremo a cantare. Caratteristica<br />
cittadina rivierasca, bel lungomare<br />
con antica Torre di Avvistamento<br />
dell’epoca dei pirati saraceni.<br />
ORE 17 capatina in una cantina locale<br />
per assaggi vini (chiamali assaggi, semmai<br />
grande tracannamento) ed eventuale<br />
acquisto degli stessi.<br />
ORE 18 Concerto. Rimaniamo sbigottiti<br />
di fronte all’affluenza di ascoltatori, gremita<br />
fino all’ultimo posto con sindaco<br />
nelle prime panche. Iniziamo concentratissimi<br />
come il solito, caldo terrificante<br />
sia per tensione sia per temperatura che<br />
sfiora i 18 gradi. Comincia il finale; dapprima<br />
il SILENZIO poi BARBARA ANN<br />
infine MAMMA. Qualche lacrima scende<br />
sulle gote, la commozione si fa largo negli<br />
animi, bis con SALVE REGINA cantata<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
da tutti i presenti compreso il parroco<br />
polacco: un'ovazione e tutti ad applaudire<br />
a piene mani. E’ stata una gioia ed un<br />
piacere cantare per questi isolani; ci hanno<br />
ripagato della fatica di tutto un anno<br />
di prove e dalla delusione di vedere i<br />
luoghi nel quale cantiamo abitualmente<br />
a casa nostra desolatamente deserti. Diminuito<br />
lo stress con foto di gruppo, ci<br />
accoglie Remo e ci porta nel celeberrimo<br />
ristorante “DA ZORBA”. A cena finita<br />
alcuni commensali di origine piemontese<br />
ci chiedono di cantare qualcosa: non<br />
glielo facciamo ripetere due volte. Praticamente<br />
eseguiamo un secondo concerto<br />
nei locali del ristorante. Una ragazza<br />
vuole che intoniamo SIGNORE DELLE<br />
CIME perché ha un congiunto arruolato<br />
negli alpini in Afghanistan. Commossa si<br />
scioglie in un pianto dirotto. Chissà cosa<br />
avranno pensato di quei quattro scalmanati<br />
che cantano passando nelle strette<br />
stradine in un’oasi di pace e silenzio.<br />
Forse è meglio non saperlo.<br />
Rientro sotto una pioggia battente ed un<br />
freddo cane. MISSIONE COMPIUTA!<br />
Il 2° BASSO da destra<br />
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26<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
L’Albero della Speranza<br />
“L’albero della speranza<br />
che la scorsa estate si è visto<br />
sulla piazza principale<br />
del paese, ha dato i suoi<br />
frutti, grazie alla generosità<br />
di villeggianti e ferrieresi.<br />
Il denaro ricavato per l’addobbo<br />
dell’albero stesso è<br />
stato destinato alle urgenti<br />
necessità della Dott.sa Lipeti<br />
che opera presso le<br />
popolazioni Masai in Kenia.<br />
La Dott.sa in una lettera inviata<br />
lo scorso anno alla<br />
Diocesi metteva in risalto<br />
la grave situazione in cui<br />
si trovava quella popolazione aggravata<br />
dalla siccità che aveva causato la perdita<br />
di tutte le capre, animali che forniscono<br />
latte e, carne a quelle popolazioni.<br />
“ Tanta fame, tanta povertà, che cosa<br />
sarà di questa gente?”<br />
La corale ha accolto questo<br />
messaggio di dolore e, con la<br />
collaborazione di tante persone<br />
generose ha raccolto<br />
€. 650,00. In data 10 ottobre<br />
2010 in una lettera inviata<br />
alla Presidente del Coro, la<br />
Dott.sa Lipeti scrive:<br />
“Gent.ma Sig.ra, ho ricevuto<br />
il grande dono che il Coro<br />
Polifonico Le Ferriere ha<br />
destinato alla nostra Missione<br />
tra i Masai. Proprio oggi<br />
6 ottobre abbiamo iniziato<br />
l’acquisto di capre per le famiglie<br />
più povere, utilizzando la vostra<br />
offerta. Dal profondo del cuore, grazie<br />
infinite e, il Buon Dio vi ricompensi”.<br />
Con profonda riconoscenza<br />
Francesca Lipeti<br />
Ambulatorio a Pontedell’Olio<br />
Recentemente mi sono state prescritte visite specialistiche non compatibili con i tempi d'attesa<br />
indicati attraverso la prenotazione con le strutture ospedaliere pubbliche.<br />
Casualmente sono venuta a conoscenza di un Poliambulatorio in attività a Pontedell'Olio,<br />
dove ho potuto sottopormi alle visite richieste in tempi brevi e dove ho trovato insieme ad<br />
una sicura competenza professionale anche tanta umanità e la possibilità di effettuare esami<br />
di approfondimento contestualmente alla visita. Per una maggiore conoscenza allego dati<br />
informativi su questa attività con il numero telefonico per fissare gli appuntamenti e per chiedere<br />
ulteriori informazioni. Tel. 0523 87 44 30<br />
Dottor Fornasari Guglielmo – Ambulatorio di diagnostica strumentale non invasiva vascolare<br />
(ecodoppler) -<br />
Dottor Crippa Giuseppe: Ambulatorio per ipertensione e malattie vascolari<br />
Dott.ssa Garetti Maria Chiara – Ambulatorio di Medicina fisica e riabilitazione (artrosi e<br />
problemi di movimento).<br />
A dicembre completerà l'equipe anche il dott. Gandolfini, specialista cardiologo per il funzionamento<br />
del Laboratorio di Cardiologia<br />
Dina
ontagna<br />
Nostra<br />
Ferriere: in festa la classe del ‘50<br />
I coscritti del 1950, oggi “neo sessantenni” hanno festeggiato insieme il significativo<br />
traguardo di vita, per molti coincidente anche con il pensionamento dall’età lavorativa.<br />
Dopo la messa ascoltata nella chiesa parrocchiale del capoluogo, i partecipanti<br />
si sono trasferiti nella trattoria di Cassimoreno per trascorrere in amicizia la seconda<br />
parte della giornata. Non è mancata la foto ricordo, scattata nel vicino e stupendo<br />
castagneto al centro della frazione.<br />
Paolo Labati nuovo Presidente del Consorzio Casa Protetta Farini Ferriere<br />
Il Consorzio Casa Protetta Farini Ferriere, proprietario della struttura sita a Farini sul Lungonure<br />
per non autosufficienti ha da pochi giorni un nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione:<br />
Paolo Labati di Ferriere. Infatti l’assemblea dei due Comuni, formata dal Sindaco<br />
di Farini Antonio Mazzocchi e dal delegato di Ferriere Giancarlo Opizzi, prendendo atto della<br />
recente scomparsa di Ernesto Manfredi, ha provveduto al reintegro dell’organo amministrativo.<br />
E’ stato infatti nominato, come sopra accennato, il nuovo presidente e confermati i due<br />
consiglieri Andrea Reggi e Domenico Chinosi, entrambi di Farini. Alla riunione di Assemblea<br />
ha partecipato il segretario dott. Carlo Pronti.<br />
La struttura ospita oggi 33 anziani, posti tutti “coperti” ed è ormai in fase di arrivo il completamento<br />
dell’estensione che metterà a disposizione una decina di posti in più. La gestione è<br />
affidata alla Cooperativa Coopselios.<br />
27
28<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Farini piange tre compaesani<br />
Nel breve periodo di poco più di un<br />
mese Farini ha vissuto tre momenti di<br />
lutto per la scomparsa di:<br />
Maria Garilli, (n. 4 novembre 1923<br />
m. 14 ottobre<br />
2010)<br />
che per<br />
l u n g h i<br />
d e c e n n i<br />
ha gestito<br />
assieme<br />
al marito<br />
Pino Maiocchi<br />
e<br />
a tutta la<br />
famiglia la<br />
Trattor ia<br />
del Ponte,<br />
punto<br />
di riferimento anche sociale per tutta<br />
l’alta Valnure;<br />
Roberto Dragoni,<br />
(n. 06.04.1935 - m. 27.10.2010) persona<br />
semplice, umile, disponibile per ogni<br />
necessità della vita di tutti i giorni,<br />
vita affrontata con grande apertura<br />
verso tutta la comunità;<br />
Mario (Dino) Roffi.<br />
Da mezzo secolo Roffi – 76 anni - è<br />
stato interprete e fautore dello sviluppo<br />
sociale ed economico del territorio: da<br />
un piccolo negozio di alimentari, allargato<br />
ad edicola e bazar di giocattoli<br />
ha voluto e saputo soddisfare le esigenze<br />
di un paese in crescita turistica, di<br />
un territorio che per essere abitabile<br />
aveva bisogno di tutto e la disponibilità<br />
di Mario non è venuta mai a meno.<br />
In questa sua missione di servizio al<br />
territorio, lo stesso si è avvalso della disponibilità<br />
e dell’intelligente collaborazione<br />
della moglie Maria Malchiodi di<br />
Brugneto che a Farini dal 1960 gestiva,<br />
assieme alla mamma Maria e alla<br />
sorella “Geppa” il Bar Paris. Un ruolo<br />
svolto sempre con il sorriso sulle labbra,<br />
ma con tanto rigore e correttezza<br />
professionale e grande “apertura” alle<br />
esigenze del paese.<br />
Un pubblico grazie a Mario è stato<br />
espresso da Mirella Poggioli: “un grazie
per aver dato tanto al nostro paese e<br />
alla sua gente”. Pensiero di gratitudine<br />
ripreso anche da Anna Guglieri<br />
nella preghiera dei fedeli.<br />
“Dino era una persona che ha dato<br />
davvero tanto per il suo paese, giorno<br />
dopo giorno” afferma il sindaco di<br />
Farini Antonio Mazzocchi. “Ci teneva<br />
ai suoi prodotti, ci teneva a fare bella<br />
figura e che il paese la facesse. Era<br />
uno in gamba, una persona pacata,<br />
gentile. Una persona che a me piaceva<br />
molto. Per il paese è una perdita molto<br />
significativa”.<br />
Partecipava alla vita sociale e cri-<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
stiana del paese collaborando con le<br />
associazioni locali (Presidente della<br />
Bocciofila) e membro del Consiglio<br />
Pastorale.<br />
Il rito religioso di “estremo saluto”<br />
celebrato nella chiesa parrocchiale è<br />
stato presieduto dal parroco don Luciano<br />
Tiengo, attorniato da alcuni<br />
sacerdoti della zona e da mons. Piero<br />
Bracchi, il sacerdote che ha anche<br />
unito in matrimonio Mario e Maria il<br />
19 novembre 1964.<br />
Roffi lascia la moglie e i figli Antonio<br />
(che prosegue l’attività commerciale)<br />
e Riccardo. Paolo<br />
Lo scorso 4 Novembre, Giovanni Cavanna di Coletta ha festeggiato, con figlie e nipoti,<br />
il bel traguardo dei 95 anni.<br />
29
30<br />
Natale!<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Il clima natalizio creato nelle vetrine,<br />
nelle strade dalle insegne luminose,<br />
da quel senso di gioia di ritrovarsi per<br />
una cena, una gita sulla neve per una<br />
pausa invernale, ma il vero senso del<br />
Natale dove lo metto?<br />
Se non facciamo un posto a Gesù nella<br />
vita di tutti i giorni, se non lo sappiamo<br />
amare nelle persone iniziando da quelle<br />
di casa, da quelli che incontriamo, da<br />
quelli che arrivano e noi chiamiamo stranieri<br />
(ma anche Gesù è uno straniero).<br />
Oggi non troviamo il tempo per la preghiera,<br />
per la Messa domenicale. C’è un<br />
canto che dice:<br />
“andarono i pastori<br />
ad adorare il Bambino<br />
andarono i re magi<br />
andiamo anche noi!”<br />
Buon Natale!<br />
Ferriere<br />
Gesù viene<br />
Egli viene e con lui che viene,<br />
viene la gioia.<br />
Se lo vuoi, ti è vicino,<br />
anche se non vuoi ti è vicino.<br />
Ti parla anche se non gli parli.<br />
Se non l’ami ti ama ancora di più.<br />
Se ti perdi viene a cercarti.<br />
Se non sai camminare, ti porta.<br />
Se tu piangi,<br />
sei beato per lui che ti consola.<br />
Se sei povero,<br />
hai assicurato il regno dei Cieli....<br />
Così entra nel mondo la gioia,<br />
attraverso un Bambino<br />
che non ha niente.<br />
Don Primo Mazzolari
ontagna<br />
Nostra<br />
Sopra: alcuni momenti<br />
della festa<br />
estiva a Folli.<br />
A fianco Claudio<br />
Celaschi alla fiera<br />
del bestiame<br />
con il suo calesse.<br />
31
32<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Orme sulla neve che portano alla culla della vita<br />
Le orme di San Paolo<br />
Mi chiamo Paolo. Un “poco di buono” avrebbero detto i primi cristiani, almeno fino a<br />
quando, dopo una brutta caduta da cavallo, ho capito che stavo sbagliando strada. Per<br />
accogliere Gesù che vuole nascere in voi vi invito a seguire la mia orma: ho trovato<br />
la mia strada quando ho deciso di ascoltare Dio.<br />
“La carità è paziente, la carità è benigna:<br />
non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,<br />
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse,<br />
non si adira, non tiene conto del male ricevuto,<br />
non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.<br />
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. (1 Cor 13, 4-6)<br />
Le orme di Madre Teresa<br />
Mi chiamo Teresa. Sono una suora tanto piccola quanto famosa.... Eppure non<br />
sono un’attrice, nè una cantante, nè posseggo grandi ricchezze. Ho vagato per<br />
le strade di Calcutta, in India, indossando un saio e con il rosario in tasca... niente di<br />
più! Ho conosciuto e amato il volto di Gesù in tanti poveri attorno a me ed è questa<br />
l’orma che vi regalo per la vostra preparazione al Natale.<br />
O Signore, c’è una guerra e io non possiedo parole.<br />
Tutto quello che posso fare è pregare.<br />
E mentre prego so che, ancora una volta,<br />
Tu trasformerai la guerra in pace e l’odio in amore.<br />
Dacci la pace, o Signore, e fa’ che le armi siano inutili<br />
in questo mondo meraviglioso. Amen Madre Teresa
ontagna<br />
Nostra<br />
Le orme di Pier Giorgio Frassati<br />
Mi chiamo Pier Giorgio. Sono nato a Torino da una ricca famiglia. Amavo le scalate<br />
in montagna. Ero un bravo sciatore, un esperto nuotatore, praticavo la vela,<br />
il canotaggio, il ciclismo, l’equitazione.<br />
Una valanga di vita. Pronto in ogni occasione a far baccano con i miei compagni. Ma<br />
più di tutti amavo i poveri della mia città. Ho preso tanti rimproveri per essere tornato<br />
tardi a pranzo o a cena, a volte senza scarpe e senza cappotto per aiutare i miei compagni.<br />
Nella mia orma stava scritto così: “ama ogni giorno la persona che incontri”.<br />
Le orme di S. Paul Tchen<br />
Mi chiamo Paul Tchen. Sono nato in Cina, mio padre era molto povero e mi<br />
affidò alle cure di alcuni missionari che gestivano l’orfanotrofio della Santa<br />
Infanzia. Alcuni bambini francesi, con tanto amore, si erano impegnati con il loro vescovo<br />
a recitare una preghiera al giorno e a dare un soldo al mese per noi. Crescevo<br />
e conoscevo Gesù. Mi piaceva così tanto che chiesi di essere battezzato e a 15 anni<br />
entrai in Seminario. Purtroppo un generale della mia provincia odiava la religione<br />
cristiana. Mi fece arrestare insieme ai miei compagni e ci hanno uccisi dopo giorni di<br />
prigionia e malattia.<br />
La mia orma?<br />
Non mi sono mai vergognato di Gesù,<br />
non l’ho tradito dicendo che non ero cristiano<br />
per salvarmi dalla prigionia e dai colpi di scure.<br />
“Siamo tentati in tutti i modi, e fanno ogni sforzo<br />
per strapparci la nostra fede,<br />
ma noi preferiamo morire che rinunciare<br />
alla nostra religione”.<br />
Paul Tchen<br />
Sarmadasco, Lisa e Lorenzo espongono<br />
orgogliosi i loro trofei “agricoli”..<br />
33
34<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Complimenti Tamara<br />
Tamara Preli, dopo aver conseguito il diploma di perito<br />
agrario Cerere unitario presso l’Istituto Italo Calvino di Noverasco<br />
(Mi), si è arruolata nell’Aeronautica militare presso il<br />
313° gruppo di addesrramento acrobatico delle frecce tricolori<br />
del 2°<br />
Stormo<br />
di Rivolo<br />
-<br />
U d i n e ,<br />
a c c o -<br />
gliendo<br />
valori come lealtà, onore, coraggio<br />
ed onestà, fino a farli diventare<br />
cadini di una disciplina di vita.<br />
Ora si preparerà a proseguire gli<br />
studi presso l’Accademia Aeronautica<br />
di Pozzuoli per conseguire la<br />
laurea in scienze militari per il<br />
ruolo di navigante.<br />
“Vita nuova” nel<br />
capoluogo.<br />
La famiglia di<br />
Danilo Cavanna<br />
è stata recentemente<br />
allietata<br />
dalla nascita di<br />
Massimo, arrivato<br />
a far compagnia<br />
al fratellino<br />
Andrea.
Sergio, usi<br />
e colori del legno<br />
“Sergio, usi e colori del legno”:<br />
il titolo di una esposizione<br />
di oggetti allestita nel<br />
capoluogo l’estate scorsa e<br />
realizzati con grande spirito<br />
artistico da Sergio Peretti,<br />
un affezionato frequentatore<br />
dell’alta Valnure, che<br />
trascorre a Cerreto Rossi da<br />
decenni le proprie vacanze<br />
estive, sapendo cogliere<br />
dagli aspetti semplici della<br />
natura della piccola frazione<br />
l’ispirazione per la realizzazione<br />
di piccoli capolavori<br />
che ora costituiscono un patrimonio<br />
affettivo e reale.<br />
Peretti, quarant’anni di lavoro alle Fonderie<br />
Mazzoni, di cui oltre venti nelle funzioni<br />
di responsabile della produzione<br />
non è un “anonimo” nel borgo ferrierese:<br />
dall’impegno politico amministrativo<br />
in città negli anni ottanta ad organizzatore<br />
di serate ricreative e di tornei di tennis<br />
in ricordo del figlio Massimo deceduto<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
in città a seguito di incidente stradale.<br />
E proprio un’attività lavorativa che presuppone<br />
estro e creatività sono alla base<br />
dei suoi hobby che nel tempo ha saputo<br />
sviluppare ed ha proposto alla cittadinanza<br />
e ai tanti ospiti estivi della zona.<br />
Auguriamo a Sergio, sempre supportato<br />
dalla moglie Marisa, di ripetere la bella<br />
iniziativa anche la prossima estate.<br />
Paolo<br />
Euscursione<br />
estiva da Cerreto<br />
al capoluogo<br />
35
36<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
“Verofiore” apre a Ferriere<br />
Il desiderio di ritornare nella<br />
propria terra dell’alta Valnure<br />
e la professionalità acquisita in<br />
tanti anni di lavoro nel settore<br />
commerciale a Genova hanno<br />
coronato il desiderio della famiglia<br />
Tupin – Quagliaroli di offrire<br />
alla comunità la propria esperienza<br />
di lavoro subentrando nel<br />
negozio di fiori al centro del paese,<br />
sulla piazza ex Municipio.<br />
Veronique Tupin, nata e cresciuta<br />
in Francia, dopo il matrimonio<br />
con Remo Quagliaroli di Rocconi,<br />
si stabilisce a Genova continuando nel<br />
commercio l’esperienza acquisita oltre<br />
frontiera. Nella città ligure la famiglia di<br />
Remo gestiva da anni un tipico negozio<br />
di farinata. Ora la famiglia, rimasta sempre<br />
legata all’alta Valnure da rapporti di<br />
amicizia con tutti, cogliendo l’opportunità<br />
della cessione di attività della passata<br />
gestione del locale negozio di fiori, ha<br />
scelto di dare una testimonianza di<br />
attaccamento alla propria terra. Nei<br />
giorni scorsi Veronique, attorniata<br />
dal marito Remo, dal fratello Laurent,<br />
dalla figlia Stephanie e da tanti amici<br />
ha ufficialmente inaugurato il punto<br />
vendita che rimane aperto al pubblico<br />
con la denominazione di “Verofiore”.<br />
Paolo<br />
In arrivo l’inverno<br />
Dall’abbigliamento con cui Giuseppe<br />
Ferrari (Pino di Cassimorenga)<br />
- poeta, astrologo, teologo - si è presentato<br />
in chiesa a Cerreto si prospetta<br />
imminente l’arrivo dell’inverno.
Vive Felicitazioni<br />
Il 18 novembre è nato Davide Garosi<br />
di Giuseppe e Ester Zanier.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Il 14 settembre è nato Jacopo<br />
Calamari di Davide e Laila Speroni.<br />
I giovani di Casa Montagna<br />
alla Messa festiva.<br />
37
38<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ricordiamoli<br />
Bernardi Raymond<br />
Deceduto a Folli lo scorso 29 luglio, fra la sua<br />
gente, nel paese dove sono nati i suoi genitori,<br />
nella terra dove desiderava sempre tornare. E’ sepolto<br />
in Francia accanto ai suoi cari.<br />
Bergonzi Angelina ved. Labati<br />
Angelina ha fatto ritorno dalla Francia, per riposare<br />
nel cimitero di Ferriere, accanto ai suoi<br />
cari. Vita lunga quella di Angelina, 99 anni,<br />
ma vita anche di tanto lavoro, fatiche, tribolazioni,<br />
sofferenze sopportate con fede e con<br />
la sensibilità del cuore di mamma, che sa nascondere<br />
i dolori del cuore, per donare amore e<br />
fiducia a quanti le sono accanto. I funerali si sono svolti nel cimitero di Ferriere<br />
il giorno 21 ottobre, accompagnata dai figli Primino, Giuseppe e Concetta con le<br />
rispettive famiglie provenienti dalla Francia che hanno sempre avuto venerazione,<br />
amore e riconoscenza alla loro cara mama, suocera, nonna. Anche la gente<br />
di Ferriere non ha voluto mancare per pregare e chiedere aiuto ai nostri cari<br />
partiti per la patria celeste dove tutti siamo in cammino.<br />
Giornate di pioggia battente hanno contraddistinto le festività dei Santi. Maltempo<br />
che ha condizionato ma non ridotto la nostra partecipazione ai cimiteri<br />
per una visita e un doveroso grazie ai nostri morti.<br />
Riguardo al capoluogo un grazie alle persone - tutti volontari - che come gli<br />
anni scorsi si sono fatti carico della pulizia e dell’ordine di questa nostra<br />
seconda casa.
ontagna<br />
Nostra<br />
Boeri Maria ved. Beretta<br />
Maria era nata a Boeri nel luglio<br />
1920. Alla “periferia” del capoluogo<br />
era cresciuta nella famiglia assieme ai<br />
fratelli Giovanni e Angelo, mantenendo<br />
sempre con loro uno stretto rapporto<br />
di familiarità. Negli anni sessanta, seguendo<br />
Giovanni e la cognata Carolina<br />
Taravella si era trasferita a San Giorgio<br />
trovando - come tanti altri nostri concittadini<br />
- occupazione nelle allora fiorenti<br />
industrie del pomodoro. Angelo,<br />
invece si trasferì a Pontenure formando<br />
la propria famiglia.<br />
In età non più giovanile Maria conobbe<br />
Salvo Beretta, persona umile e dolce<br />
come lei, e assieme formarono la loro<br />
famiglia. Purtroppo la loro unione fu sciolta presto in modo naturale per la<br />
scomparsa di Salvo. Per Maria, rimasta priva anche del fratello Giovanni inzia<br />
la strada in “salita”: i primi acciacchi, le prime indisposizioni fino ad uno stato<br />
di non autosufficienza, in cui trova naturale dimora nella Casa di Riposo locale<br />
“Ceresa” e lì trascorre gli ultimi anni della sua vita. Ritornava spesso nella sua<br />
casa di Boeri, non mancando mai una visita al cimitero e alla cugina Lucia<br />
Moia. Un desiderio forte quello di Maria di attaccamento al suo paese, messo in<br />
atto anche nelle sue ultime volontà per ritornare a riposare per sempre nel nostro<br />
cimitero. E così è stato martedì 16 novembre.<br />
Un trenino per visitare il capoluogo<br />
39
40<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
canadello<br />
La solitudine dell’uomo moderno<br />
Quale paradosso spicca nella scena<br />
del nostro tempo, mentre le comunicazioni<br />
si sviluppano senza sosta,<br />
nell’era dei satelliti e dei missili, mentre i<br />
mezzi audiovisivi premono sulle masse,<br />
mai così tanto l’uomo si è trovato solo.<br />
Se in realtà, spesso ascoltare l’altro non<br />
è che una fatica, in mezzo alla nostra<br />
vita cittadina così agitata e frenetica, ove<br />
il tempo è tanto prezioso e si deve guadagnare<br />
denaro per integrarsi sempre<br />
più in una società dei consumi. Spesso<br />
ricorre il detto proverbiale: “il tempo<br />
è denaro”. Ma allora tu forse ascolti il<br />
tuo vicino di casa con i suoi problemi?<br />
Forse tu conforti questa persona anziana,<br />
ammalata e sola, che nemmeno la<br />
famiglia visita? Medesima situazione se si<br />
affrontano le istanze del dialogo sociale<br />
o politico; il non dimenticarlo è già una<br />
forma di impegno per il cristiano.<br />
Ma come siamo indifferenti davanti a<br />
questi problemi! Un esempio tipico nelle<br />
grandi città: la gente si ignora, spesso<br />
non conosce nemmeno i propri vicini di<br />
casa... Negli ospedali la maggior parte<br />
dei malati non riceve visite, o molto poche,<br />
e non parliamo delle case di riposo,<br />
una parola di conforto a una persona<br />
anziana non vale una gita in macchina<br />
alla domenica.<br />
Egoismo umano, ciascuno per sè e Dio<br />
per tutti, questi sono i drammi della nostra<br />
società, che generano flagelli, come<br />
la droga, i giovani si chiudono in se<br />
stessi e i conflitti generazionali spesso<br />
potrebbero essere evitati se i genitori<br />
si mettessero in ascolto del loro figli e<br />
aprissero con loro un vero dialogo.<br />
Stesso clima nei conflitti del mondo del<br />
lavoro, i sindacati e i patronati dovrebbero<br />
essere per l’ascolto di una migliore<br />
giustizia sociale, per la difesa dei più poveri...!<br />
E il problema vale specialmente<br />
per i paesi del terzo mondo.<br />
Paese ricco... paese povero...; nei ristoranti<br />
dell’Europa occidentale, sempre<br />
pieni, il cliente è ingozzato e nello steso<br />
tempo, ogni giorno, bambini muoiono di<br />
fame in India, in Etiopia, in Brasile, ecc.<br />
Per metterci all’ascolto<br />
dell’altro, alla base c’è da<br />
toccare la cellula familiare,<br />
che educa e da dei principi,<br />
ma riconosciamo che<br />
questa è sempre più ridotta<br />
e ripiega se confina in se<br />
stessa.<br />
Buon Natale!
ontagna<br />
Nostra<br />
Alcuni ricordi dell’estate:<br />
- la processione per San Bernardo<br />
e alcuni momenti dell’incontro dei<br />
fratelli Giovanni e Valentino Draghi<br />
con il loro Sindaco di Nogent Jacques<br />
Martin, in visita a Ferriere.<br />
41
42<br />
Seminare<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Una volta in settembre - ottobre sulle<br />
nostre montagne tutti erano intenti<br />
a seminare il grano perchè non mancasse<br />
il pane in casa. Poi si vendevano i<br />
buoi grossi e si tenevano quelli piccoli<br />
affinchè non venisse meno il fieno nella<br />
cascina. Ora tutto è sparito, anche la<br />
fiera che si tiene a Ferriere mostra alcuni<br />
cavalli, diventati di moda, ma pochissimi<br />
bovini perchè le stalle i contadini sono<br />
stati costretti a chiuderle e così siamo rimasti<br />
pochi ed anziani.<br />
L’importante però è ancora seminare<br />
- il grano della speranza per combattere<br />
e vincere la battaglia quando sembra<br />
che la vita stia finendo;<br />
- il grano del sorriso per ridare fiducia<br />
e serenità a quanti ci stanno attorno e<br />
cerreto rossi<br />
che hanno condiviso le tante fatiche, ma<br />
anche tanti momenti belli;<br />
- il grano del coraggio per risollevare<br />
quanti vivono momenti difficili o vedono<br />
tutto nero nel mondo di oggi e rimpiangono<br />
gli anni passati;<br />
- il grano dell’entusiasmo pensando<br />
che non tutto è perduto.<br />
Nel mondo c’è ancora tanto bene, i tanti<br />
sacrifici e i belli esempi rimarranno nel<br />
cuore dei figli e dei nipoti.<br />
Semina<br />
tutto ciò che c’è di bello in te, le piccole<br />
cose, i tuoi desideri, la tua fiducia, la<br />
tua fede, la tua onestà, l’amore alla tua<br />
famiglia, i tuoi acciacchi che cerchi di<br />
non far pesare agli altri e abbi fiducia<br />
che ogni granellino arricchirà un piccolo<br />
angolo di qualche cuore che a sua<br />
volta darà i suoi frutti, perchè così è stato<br />
anche per noi.<br />
Semi di bene che abbiamo visto negli<br />
altri e che sono stati per anni nascosti<br />
o dimenticati nel cuore ad un certo momento<br />
sia per l’avanzare degli anni, per<br />
certi avvenimenti o per doverci trovare<br />
nella stessa situazione di chi ce li aveva<br />
donati sono riapparsi e sono diventati<br />
forza e pane di vita.<br />
Simona Tagliani di Michele e Sabrina<br />
Boeri è felice di presentare la sorellina<br />
Emma, nata il 30 luglio 2010
Ricordiamoli<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ferrari Attilio<br />
n. A02.08.1926 - m. 28.09.2010<br />
ttilio si è spento all’ospedale di Piacenza il 29<br />
settembre dopo una breve malattia.<br />
Nato a Cassimorenga da genitori contadini, persona<br />
semplice e amante dei suoi campi si è<br />
adattato a fare diversi lavori. Negli anni sessanta,<br />
come tanti, si è trasferito in Lombardia, prima<br />
vendendo sementi e poi altra merce.<br />
Non essendosi sposato, amava la sua indipendenza,<br />
Dopo la scomparsa della sorella Maria di<br />
29 anni, viveva con il fratello Emilio e la cognata<br />
Giuditta. Ha fatto anche diverse campagne a<br />
trebbiare il frumento con Andrea Palmieri, poi ha<br />
continuato la vita da contadino. Come tutti quei<br />
di Cassimorenga, se poteva non mancava mai alla<br />
S. Messa e al pomeriggio della domenica amava scendere all’Albergo Grondana<br />
per incontrare qualche amico e per fare una partita a carte.<br />
Grande gioia per lui quando il pronipote Alessio di due anni gli diceva: “nonno<br />
Tillio tieni il bastone”.<br />
Assistito dai suoi nipoti Armando e Dorina, ha lasciato un vuoto in questa terra,<br />
ma avrà incontrato i suoi cari familiari e quanti anche lui aveva accompagnato<br />
alla vita eterna. I funerali si sono svolti nella Chiesa di Cerreto.<br />
Caro zio, infiniti ricordi affollano la nostra mente da quando, piccoli, ci presentavi<br />
orgoglioso agli amici e quando partecipavi contento, sia pur affrontando<br />
tanti chilometri, alle nostre cerimonie di Cresima, Prima Comunione o Matrimonio.<br />
Con il tuo fare apparentemente burbero, in realtà eri ben felice quando<br />
trascorrevi le feste importanti insieme a noi. Eri ancora più contento del nostro<br />
arrivo quando ci accoglievi con qualche rimprovero per il ritardo e ci vedevi<br />
diventare adulti con soddisfazione.<br />
Negli ultimi anni la tua vita è stata allietata dalla presenza di Alessio che ti chiamava<br />
“Tillio” e ti era molto affezionato quando correva a prenderti il bastone<br />
appena ti alzavi. Caro zio noi potremmo riempire pagine di ricordi, ma ci limitiamo<br />
a chiederti di guidarci ulteriormente dall’alto e da lassù di essere foriero<br />
di insegnamenti come in vita. Sarai sempre nei nostri cuori.<br />
I tuoi pronipoti Davide, Lorena e Alessio.<br />
43
44<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Dio convocò un’assemblea<br />
Un giorno, sentendo che le cose non<br />
andavano bene sulla terra, Dio convocò<br />
un’assemblea straordinaria dei rappresentanti<br />
degli uomini, una specie di<br />
parlamento dell’umanità.<br />
Non fu facile scegliere i rappresentanti,<br />
nel senso che per metterli d’accordo ci<br />
vuole molta pazienza.<br />
Dio però in quanto pazienza era ben<br />
fornito.<br />
Nell’aprire i lavori disse più o meno così:<br />
“mi riferiscono che sulla terra ci si lamenta<br />
molto, per problemi di lavoro, ingiustizie,<br />
razzismo, disunioni, uccisioni,<br />
guerre, droga, camorra, inquinamento,<br />
ecc.”.<br />
Ora vi ho convocato perchè voglio sapere<br />
e avere una risposta a questa domanda:<br />
“Di tutte queste cose qual’è la causa<br />
e la cosa che vi dispiace di più?”.<br />
Imbarazzo generale. Bella domanda domandò<br />
qualcuno. Sì, perchè un conto è<br />
lamentarsi di tutto e di tutti, tranne che<br />
di sè, altra cosa è trovare una soluzione.<br />
casaldonato<br />
Nel silenzio generale, finalmente si alza<br />
una mano. Era un tipo nè alto nè basso,<br />
ma che tutti chimavano “Sincero”.<br />
La cosa che mi dispiace di più è che non<br />
ci capiamo più tra noi. A me pare che<br />
è venuto a mancare il “buon senso”, il<br />
ripetto, l’amore. Ora regna il proverbio:<br />
“Dio per tutti, ognuno per sè”.<br />
Una parete invisibile ci impedisce di comunicare,<br />
nonostante i tanti mezzi di comunicazione<br />
che la scienza ci ha messo<br />
a disposizione.<br />
Questa è la cosa che mi dispiace di più.<br />
Dio aveva ascoltato in silenzio, con molta<br />
attenzione. Anche lui in passato aveva<br />
avuto dei problemi a capire gli uomini.<br />
Forse sarà stato per quella parete invisibile?<br />
Ma ad un certo punto, circa duemila anni<br />
fa, aveva mandato d’urgenza sulla terra<br />
Suo Figlio Gesù col compito previsto<br />
non tanto di capire gli uomini (impresa<br />
praticamente impossibile) quanto di<br />
amarli facendosi un Bimbo e per salvarli<br />
disposto a morire<br />
su una Croce.<br />
Buone Feste!
Festa del Ringraziamento<br />
G li organizzatori delle varie attività<br />
estive, domenica 17 ottobre hanno<br />
voluto una messa di Ringraziamento al<br />
Signore per il bel tempo che ha permesso<br />
di realizzare quanto programmato,<br />
ma soprattutto perchè le feste animano<br />
il paese, attirano persone, si crea amicizia<br />
e unione di cui c’è tanto bisogno e<br />
permettono un momento di relax dalle<br />
attività quotidiane.<br />
Nel salone della canonica, non è mancato<br />
il pranzo con polenta, cotechino e<br />
funghi. Buon vino, castagne e tanta allegria.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
45
46<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Quanti buoni consigli abbiamo ricevuto<br />
dai nostri familiari, sacerdoti,<br />
insegnanti e gente che ci hanno voluto<br />
bene. Come certamente avrà fatto anche<br />
ciacuno di noi verso altre persone.<br />
Consigli a volte accettati, a volte dimenticati,<br />
a volte contestati, ma che certamente<br />
avranno lasciato un segno se accompagnati<br />
dal buon esempio di chi li dava.<br />
La Vergine Maria ne è il modello quando<br />
alle Nozze di Cana ha detto ai servi: “fate<br />
quello che Gesù vi dirà”. Lei la prima<br />
che all’annuncio dell’angelo ha risposto:<br />
“Ecco la serva del Signore, si faccia in<br />
me secondo il suo volere”.<br />
Servi del bene, missione di tutti i giorni.<br />
Qualcuno ha fatto notare che un motivo<br />
della festa alla Beata Vergine in questo<br />
gaMbaro<br />
Beata Vergine Maria, Madre del Buon Consiglio<br />
periodo era dovuto al fatto che le famiglie<br />
mettevano sotto la protezione di<br />
Maria i tagliariso, che partivano per le<br />
risaie del Piemonte ed i segantini intenti<br />
a tagliare e segare piante in Lombardia.<br />
La festa della quarta domenica di settembre<br />
il nostro Sisto l’ha voluta, in questi<br />
anni, rendere più solenne invitando<br />
sempre anche la banda di Santo Stefano<br />
e accrescendo anche il numero di partecipanti<br />
di vari paesi.<br />
Il Circolo Anspi al termine della processione<br />
prepara sempre un rinfresco: una<br />
bella occasione per chiudere anche il<br />
periodo estivo e ringraziare il Signore<br />
e quanti si sono adoperati per rendere<br />
vivo ed accogliente il paese con le varie<br />
feste preparate durante l’estate.
Frate Zaccaria<br />
La comunità di Gambaro a<br />
trenta anni dalla morte ha<br />
voluto ricordare un suo emerito<br />
compaesano: frate Zaccaria.<br />
Nato a Gambaro il 4<br />
ottobre 1894, con il nome di<br />
Ferdinando. Allo scoppio della<br />
grande guerra fu arruolato il<br />
1 giugno 1915 e assegnato al<br />
38° reggimento fanteria. Inviato<br />
in zona operazioni, venne<br />
ferito, ricoverato in ospedale<br />
e appena ristabilito, di nuovo<br />
al fronte fino al termine dela<br />
guerra - 18 settembre 1919. Si<br />
guadagnò ben due decorazioni<br />
e quindi la nomina a Cavaliere<br />
di Vittorio Veneto. Nel<br />
mese di dicembre dello stesso<br />
anno si consacrò al Signore<br />
nel convento dei frati minori Cappuccini<br />
a Fidenza. Lo troviamo poi a Modena, in<br />
Turchia, a Parma, in Etiopia, dove a causa<br />
di guerre viene deportato prigioniero<br />
unitamente a migliaia di connazionali<br />
nel Tanganica. Potè rimpatriare dopo alcuni<br />
anni nell’agosto del 1943 a Piacenza<br />
dove continuò la sua missione di frate<br />
cercone e cuciniere.<br />
Assunto dalla provincia parmense l’impegno<br />
di missionario in Australia, nel<br />
dicembre 1949 partì per il nuovissimo<br />
continente nella periferia di Sydney e<br />
soprattutto a Hawthorn, addetto al lavoro<br />
di cucina e fedele collaboratore dei<br />
missionari. Rimase in Australia 15 anni<br />
e nel 1964 potè far ritorno in provincia.<br />
Possiamo ben dire che ha realizzato nella<br />
sua vita la figura del frate cappuccino<br />
sull’esempio di San Francesco, con un<br />
atteggiamento di vita umile, di pazienza,<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
di grande penitenza, grande devoto di<br />
Maria e dell’Eucarestia e soprattutto dei<br />
poveri. Lui era nato povero.<br />
La questua è stato il suo campo di lavoro,<br />
certamente il più faticoso, ma anche<br />
ricco di contatti umani con la partecipazione<br />
alle vicende lieti e tristi delle<br />
famiglie, costantemente preoccupato del<br />
buon esempio di frate poverello di fronte<br />
al mondo.<br />
Ciò nonostante veniva spesso denominato<br />
il “missionario dei tre mondi”, cioè<br />
Asia, Africa e Australia. Morì a Piacenza<br />
il 24 settembre 1980, all’età di 86 anni.<br />
Così lo ricorda la cugina carissima Cesarina<br />
Draghi ved. Quagliaroli, anche<br />
lei sofferente ed immobile da anni, dopo<br />
aver fatto un meraviglioso servizio a<br />
tanta gente delle nostre montagne nella<br />
47
48<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
bottega delle scarpe, dove lei aveva la<br />
gioia di servire tutti come se fossero figli<br />
della sua famiglia.<br />
“Sono passati tanti anni. Anche Gambaro<br />
aveva un frate: si chiamava Ferdinando<br />
Draghi, detto poi Frate Zaccaria.<br />
All’epoca a Gambaro c’erano tanti giovani<br />
che partivano per la Grande Guerra<br />
(1915-18): tra questi anche Ferdinando.<br />
Il ragazzo fece un voto: se fosse tornato<br />
dalla guerra sano e salvo si sarebbe fatto<br />
frate, e così fece. Divenne il frate dei poveri,<br />
andava di casa in casa a cercare<br />
l’elemosina. Veniva abbastanza spesso a<br />
Gambaro nella sua casetta.<br />
Qui non si fermava tanto, solo due o tre<br />
giorni.<br />
Portava il suo saio marrone, con un<br />
cordone bianco appeso alla vita. Girava<br />
sempre scalzo, senza calze; portava i<br />
sandali a due fasce, anche nel pieno gelo<br />
d’inverno.<br />
Ricordo di quando attraversava scalzo<br />
la passerella di legno sul Gambarello:<br />
quante fatiche per raggiungere Colla,<br />
paese nel quale viveva la sorella.<br />
Al braccio frate Zaccaria portava sempre<br />
il suo secchiello, all’interno del quale<br />
c’erano le offerte che gli donavano e<br />
molte corone: alcune nuove, altre da<br />
riparare. Quando tornava a Gambaro<br />
stava seduto per ore sui gradini<br />
della sua casa ad aggiustare le corone”.<br />
Fra Ferdinando riposa nel cimitero di<br />
Piacenza: la tomba riporta il nome:<br />
“Frate Zaccaria da Gambaro”.<br />
I nostri bambini
ontagna<br />
Nostra<br />
Uno sguardo al passato<br />
Il parroco di Gambaro promotore della patata<br />
Può darsi che a Mareto e a Vezzolacca<br />
vengano le patate migliori, ma è<br />
assai dubbio che i sullodati villaggi abbiano<br />
titolo alcuno circa la primogenitura<br />
piacentina del prezioso tubero. Per<br />
quanto ne sappiamo, pioniere della patata<br />
nostrana fu il parroco di Gambaro,<br />
don Andrea Barrettini da Ascona.<br />
“Egli è stato il primo che ha introdotto in<br />
questa villa i pomi da terra dispensandone<br />
largamente agli abitanti ed incoraggiandoli<br />
a coltivarli, ed i parrochi circonvicini<br />
ad imitarlo. Inoltre il prelodato<br />
rettore ha indotto i suoi parrocchiani a<br />
dissodare tutti i terreni suscettibili di coltura,<br />
avvezzi in prima a fare i condottieri<br />
con somarelli e muli negligendo la coltivazione<br />
de’ medesimi”. Dunque, don<br />
Andrea Barrettini (uomo e prete di vari<br />
meriti) credette nella patata, se ne fece<br />
divulgatore e indusse i suoi parrocchiani<br />
a dissodare le terre, convertendoli da<br />
mulattieri ad agricoltori. Così riferisce il<br />
capitano Antonio Boccia nel suo “Viaggio<br />
ai monti di Piacenza”, che è del 1805.<br />
Parrà strano ai contemporanei che la patata<br />
fosse così poco conosciuta e tampoco<br />
apprezzata, appena duecento<br />
anni or sono. Le prime notizie<br />
intorno al tubero furono portate<br />
dai conquistadores spagnoli, sulla<br />
metà del ‘500. Ma i cuochi europei<br />
non l’apprezzarono. Alcuni sedicenti<br />
botanici diffusero l’idea che<br />
la patata provocasse la lebbra, la<br />
scrofola e altre gravi malattie. La<br />
Chiesa non aiutò granché a dissolvere<br />
le superstizioni e i pregiudi-<br />
Renzo e Cristina di Valle alla rassegna<br />
bovina nel capoluogo<br />
zi perché il tubero cresceva sottoterra<br />
e tutta la famiglia delle solanacee presentava<br />
tratti sulfurei: il peperone con<br />
quella forma e quei colori, il pomodoro<br />
così rosso, la melanzana così viola. Alla<br />
fine del ‘700 sulla patata continuavano a<br />
gravare ovunque (tranne che in Irlanda)<br />
pesanti sospetti. Il governo francese si rivolse<br />
alla facoltà di medicina, chiedendo<br />
un parere scientifico. Chiara la risposta:<br />
“alimento buono e sano che non presenta<br />
alcun pericolo per la salute”. Ma un<br />
conto è un responso scientifico, altro<br />
conto è il pregiudizio popolare. Ci volle<br />
ancora un po’ di tempo e ci vollero menti<br />
illuminate vicine al popolo e affidabili<br />
ai suoi occhi. Ci vollero in definitiva uomini<br />
intelligenti come don Andrea Barrettini<br />
da Ascona, parroco di Gambaro.<br />
Oggi si celebra di tutto, si appongono<br />
targhe, si innalzano monumenti, si appendono<br />
orpelli, ma Ferriere sembra<br />
avere dimenticato che proprio da quelle<br />
sue terre (e non altrove) partì la<br />
promozione della patata piacentina a<br />
cavallo dei secoli XVIII e XIX.<br />
Cesare Zilocchi<br />
49
50<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Scaglia Valdo<br />
di Canni 84<br />
i ha colti tutti impreparati<br />
la “partenza”<br />
di Valdo: nessuno<br />
se l’aspettava sia<br />
per l’apparente buona<br />
salute di cui godeva, sia<br />
per la preziosa presenza<br />
all’interno della famiglia.<br />
Purtroppo la vita non<br />
è nelle nostre mani e<br />
tutti dobbiamo sempre<br />
tenerci pronti senza<br />
conoscere luogo e ora<br />
della chiamata.<br />
La vita di Valdo non<br />
è stata semplice: nato e cresciuto a<br />
Gambaro, ha trascorso diversi anni in<br />
famiglia risiedendo nel castello. Dopo<br />
il matrimonio ha intrapreso l’attività<br />
di commerciante: la moglie gestiva il<br />
negozietto a fianco dell’albergo Monte<br />
Carevolo (Opilio)e lui raggiungeva<br />
con il mulo le frazioni della zona spingendosi<br />
anche in val d’Aveto. Passare<br />
il Carevolo con la<br />
neve non era certo<br />
impresa facile, ma<br />
Valdo ha sempre<br />
saputo affrontare<br />
le difficoltà con<br />
grande spirito di<br />
adattamento e forte<br />
coraggio.<br />
Per alcuni anni si<br />
era trasferito a Piacenza<br />
facendo ritorno<br />
poi nella sua<br />
terra di Gambaro<br />
dove è sempre rimasto.<br />
In parrocchia non<br />
aveva paura o vergogna<br />
di mostrare la sua tradizione<br />
cristiana: portava la croce e dirigeva le<br />
processioni esigendo silenzio e compostezza<br />
- simbolo di un serio stile di<br />
vita appreso in famiglia e che trasmetteva<br />
nel suo ambiente quotidiano. La<br />
sua vita di fatica è stata anche segnata<br />
dal forte dolore familiare della perdita<br />
del figlio Giuseppe, scomparso all’improvviso<br />
il 28 novembre<br />
1977 all’età di 26 anni,<br />
dopo soli 4 anni di matrimonio.<br />
Valdo lascia<br />
alla sua famiglia e al paese<br />
un esempio di serietà,<br />
rettitudine e forte<br />
attaccamento ai valori<br />
cristiani e alla famiglia.<br />
La forte partecipazione<br />
ai funerali sono l’indice<br />
della sua significativa<br />
presenza tra noi.
Buon Natale!<br />
grondone<br />
Auguri a tutta la gente, vicina e lontana,<br />
di Grondone, della montagna e<br />
a tutti gli amici.<br />
La festa che, più di ogni altra ricorrenza,<br />
risveglia nel cuore i ricordi, i sentimenti,<br />
le emozioni. Ritornano i ricordi di tanti<br />
Natali vissuti a Grondone, quel paese<br />
povero di cose, ma ricco d'amicizia che,<br />
col muggito delle mucche quando andavano<br />
alla fontana ad abbeverarsi, con lo<br />
scoppiettare del legno di ginepro nelle<br />
cucine fumose, eppure tanto belle, con il<br />
profumo di pane appena sfornato e con<br />
tanta gente che sorrideva, che fischiettava<br />
nelle strade strette e si fermava a<br />
parlare, sembrava un presepio.<br />
Recentemente sono stata in Terra Santa;<br />
ho visitato la grotta dove Gesù è nato e i<br />
resti archeologici della casa dove ha vissuto<br />
a Nazareth ed ho pensato a Grondone<br />
al tempo della mia infanzia. Una casa<br />
stretta quella di Gesù, addossata a tante<br />
altre case povere, proprio come quelle di<br />
Grondone ai tempi in cui dal ballatoio o<br />
dalla finestra si poteva parlare col vicino.<br />
Una povertà che creava comunità, che<br />
ci permetteva di vivere il Natale dell'amicizia<br />
e dell'amore, anche nello scambio<br />
dei doni: la torta di patate della Micheina,<br />
le pere della Giovannina e la bottiglia<br />
col vino di mele,il sidro, che mio papà<br />
regalava ai suoi amici "coscritti": Gigino<br />
dei Misè, Gigino dei Francia e all'amico<br />
più giovane Pavolla da Cà Russa.<br />
Poche cose, che insieme ai mandarini<br />
e alle caramelle Moretto, che noi bambini<br />
trovavamo nella scarpa insieme a<br />
un pezzo di carbone tolto dalla stufa di<br />
casa, ci rendevano felici<br />
I ricordi scorrono nel tempo e mi ri-<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
portano alle feste di Natale preparate a<br />
scuola con tutti gli alunni. La "recita" degli<br />
alunni alla sera di Natale era un dono<br />
dei bambini a tutto il paese.<br />
C'eravamo tutti a scuola quella sera per<br />
godere insieme l'atmosfera del Natale.<br />
Un'atmosfera di pace con se stessi e<br />
con tutto il paese, un'atmosfera in cui la<br />
statuetta di Gesù Bambino nel presepio,<br />
costruito sopra un banco con il muschio<br />
fresco e i personaggi di cartone, ci stava<br />
bene perchè lì, in quell'aula, si respirava<br />
il calore dell'amicizia.<br />
Poi rapidi cambiamenti culturali hanno<br />
modificato il tenore di vita, eppure io<br />
penso che la "magia" del Natale risvegli<br />
ancora in tutti il desiderio di essere amati,<br />
di ritrovare atmosfere familiari che<br />
danno sicurezza, amici coi quali condividere<br />
le gioie e i dolori per non sentirsi<br />
soli nel giorno di Natale. Una felicità<br />
che non si può comprare, che s'irradia<br />
dalla luce della capanna dove Gesù è<br />
nato per assicurarci che ci capisce nelle<br />
nostre debolezze e ci è vicino per farci<br />
gustare la gioia di donare e ricevere<br />
amore, per sedersi idealmente con noi<br />
alla tavola di Natale e così confortare la<br />
tristezza di tanti posti lasciati vuoti dalla<br />
perdita di persone care. Con questa certezza<br />
porgo a tutti i miei auguri di Natale:<br />
ai miei paesani di Grondone, ai miei<br />
alunni, quelli che incontro più abitualmente<br />
quando torno "a casa", quelli più<br />
lontani per distanza, ma sempre presenti<br />
nel cuore, ai sacerdoti che si spendono<br />
su questa terra per renderla ancora terra<br />
di speranza natalizia, a tutti i montanari,<br />
ai tanti amici. BUON NATALE<br />
Dina<br />
51
52<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
R i c o r d i a m o l i<br />
Bersani Rina<br />
Ogni luogo conserva il<br />
"segno" delle persone che<br />
sono passate lasciando il<br />
ricordo di un saluto, di<br />
una conversazione, di<br />
una preghiera.<br />
La signora BERSANI<br />
RINA, di Roveleto di Cadeo,<br />
volata in cielo il 18<br />
maggio u.s. all'età di 98<br />
anni è passata a Grondone<br />
in periodi di villeggiatura<br />
insieme al figlio<br />
Romano, alla nuora Gianna, alla nipote<br />
Monica.<br />
Malchiodi Giovanni<br />
Quando si sciolgono le nevi, quando<br />
spuntano le viole fra le erbe secche<br />
dell'autunno, i paesi di montagna<br />
si preparano all'incontro con quei<br />
montanari che risiedono lontano e<br />
con i villeggianti.<br />
Un elenco di persone pensate spesso,<br />
un pensiero che regala la gioia<br />
dell'attesa, la promessa di riallacciare<br />
dialoghi con tante<br />
esperienze da raccon<br />
tare. Purtroppo spesso<br />
l'elenco s'accorcia nella<br />
conta di quelli che<br />
non torneranno più.<br />
La prossima estate a<br />
Grondone mancherà<br />
Giovanni- Gianei-<br />
l'amico caro che si fermava<br />
a parlare, che<br />
era contento di sentirsi<br />
protagonista nella sto-<br />
Periodi brevi che hanno<br />
lasciato il ricordo di una<br />
persona dolce, devota,<br />
sempre presente alle funzioni<br />
religiose e di una famiglia<br />
che ha considerato<br />
l'anziano come una presenza<br />
preziosa da curare,<br />
da amare, anche quando<br />
i segni dell'età avanzata<br />
hanno impedito a tutti i<br />
familiari la villeggiatura<br />
a Grondone. L'amore<br />
vince sempre sul sacrificio e lascia nel<br />
cuore la dolceza del conforto donato.<br />
Dina<br />
ria di Grondone. Qui aveva ristrutturato<br />
la casetta dei nonni Dorina e<br />
Poldo e tornava spesso con la moglie<br />
Cesarina e il figlio Bruno.<br />
Nativo di Casale di Brugneto, conosceva<br />
i disagi della montagna che<br />
amava e portava nel cuore anche se,<br />
come tanti montanari, aveva dovuto<br />
lasciarla trasferendosi a San Nicolò<br />
per assicurare ai figli<br />
un futuro un po' meno<br />
faticoso del suo. Era un<br />
amico che resterà nella<br />
storia di Grondone, della<br />
montagna e nei nostri<br />
cuori. Siamo sicuri che<br />
dal cielo, nell'incontro<br />
celeste con la figlia Ivana,<br />
consolerà i suoi cari<br />
e proteggerà i tanti amici<br />
che lo ricordano.<br />
Dina
ontagna<br />
Nostra<br />
Immagini<br />
della<br />
nostra<br />
estate<br />
53
54<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Buon Natale 2010<br />
solaro<br />
In questi duemila anni dalla nascita di Gesù il mondo è cambiato, qualcuno dice in<br />
peggio, qualcuno dice in meglio<br />
Anche noi siamo cambiati, forse in meglio, forse in peggio. Ma il Natale che ci riporta<br />
sempre nel calore delle nostre famiglie, ci dona la certezza che non siamo soli.<br />
C’è l’amore di Gesù che ci ripete: “Io sono con voi tutti i giorni”, ma c’è anche l’amore<br />
delle persone che ci vogliono bene, c’è il nostro amore ed impegno quotidiano per<br />
essere persone di buona volontà. “Il Natale del Signore torni ancora fra noi per ridarci<br />
la vita, la gioia e l’amore”. Coraggio ed auguri a tutti!<br />
Solaro, paese nostro<br />
Eccoci in autunno con i suoi colori<br />
magici dopo una meravigliosa estate.<br />
L’estate a Solaro è sicuramente la stagione<br />
più viva e allegra: tutte le case si<br />
aprono e la gente sorride per le strade.<br />
La quiete viene interrotta per lasciar largo<br />
alle vare feste e al buon umore generale.<br />
Gli eventi a Solaro non mancano proprio:<br />
le serate danzanti, le mangiate in<br />
compagnia, la Festa Albareto, il Torneo<br />
di pallavolo, la Festa di Solaro e la Festa<br />
di Maria Bambina (8 settembre)<br />
In estate tutti respiriamo la voglia di stare<br />
insieme, di non andare mai a casa la<br />
notte, di voler festeggiare e divertirsi in<br />
compagnia. Da anni la gente di Solaro<br />
si ritrova in chiesa, al bar per un rosso<br />
o un gelato, al campetto per due tiri a<br />
pallavolo o alla fontana.<br />
Festa al Fontanone, 15 agosto: Fiorenzo, Eli, Matteo, Fede, Sara, Roby, Claudia, Valeria,<br />
Paola e Nicola).
Quante volte abbiamo sentito le solite<br />
storie, quante volte abbiamo riso<br />
per le solite battute, il gruppo di Solaro<br />
è davvero speciale e al richiamo<br />
dell’estate non manca mai nessuno.<br />
Fin da bambini venivamo tutti qui<br />
a giocare insieme e ora che siamo<br />
cresciuti trovarci a Solaro è come allora,<br />
l’unica cosa che è cambiata è<br />
che prima erano i nonni a curar noi<br />
e ora le parti si sono invertite. Nonnini<br />
e nonnine un bacione da tutti<br />
i nipoti. L’estate è finita ed arrivato<br />
l’autunno e così le stufe sono tornate<br />
a fumare e lì vicino si attende il<br />
Natale. Paola<br />
Ed eccoci al Torneo di Pallavolo di<br />
Solaro, nato più di 10 anni fa oramai<br />
è d’inventato un appuntamento<br />
imperdibile per tanti giovani di<br />
tutti i paesi.<br />
Il pubblico non manca mai e nella<br />
sportività che deve caratterizzare<br />
ogni sport si è aperta e si è chiusa<br />
anche l’edizione 2010. Le partite si<br />
svolgono fra sabato e domenica in<br />
concomitanza della festa del paese,<br />
di seguito proponiamo le foto delle<br />
tre finaliste: 1° classif. BAR BOE:<br />
Alan, Gabriele, Luca, Claudia, Filippo<br />
premiati da Leonardo e Ianira);<br />
2° classificati INSIEME PER<br />
CASO: Andrea, Daniele, Mattia,<br />
Elisa, Nicola; 3° classificati STEL-<br />
LA APPENNINA: Matteo, Paola, Andrea,<br />
Alessandro, Simone.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
55
56<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Un pezzo di Solaro<br />
compie 18 anni:<br />
Mattia, Alice e Chia-<br />
ra. Con loro Sabri-<br />
na, “l’autista”.<br />
Felice incontro per i fratelli Giacomo, Giuseppe e Marco Bongiorni. Il nostro obiettivo<br />
fotografico non è riuscito a catturare Marino. Lo aspettiamo per una prossima<br />
occasione insieme alle sorelle.
ontagna<br />
Nostra<br />
La dottoressa Antonella Manfredi nobilita la terra di Solaro<br />
Il paese è piccolo, ma<br />
in diversi, che operano<br />
nel mondo nelle più<br />
disparate attività, nobilitano<br />
e fanno grande<br />
questo lembo di montagna.<br />
Parliamo dei Manfredi:<br />
Renzo, chirurgo<br />
otorinolaringoiatra<br />
a Parigi, Giulio, orafo<br />
creatore noto in tutto il<br />
mondo per le sue capacità<br />
creative, Ernesto,<br />
architetto, scomparso da<br />
pochi mesi, Emanuele, storico, direttore<br />
per tanti anni della Biblioteca piacentina,<br />
e altri.<br />
Oggi vogliamo portare all’attenzione dei<br />
nostri lettori, Antonella, nata a Ferriere,<br />
ma con radici di Solaro, che da poche<br />
settimane è il nuovo direttore dell'unità<br />
operativa per le farmaco tossicodipendenze<br />
del Sert di Prato. La dottoressa<br />
Manfredi è stata nominata a capo della<br />
sezione, dove è in servizio già dal 1990.<br />
Laureata con i massimi voti in medicina<br />
e chirurgia all'Università di Firenze, ha<br />
conseguito il master di II livello in "Dipendenze<br />
patologiche, diagnosi, trattamento<br />
e prevenzione" presso l'Università<br />
degli studi di Pisa, per poi lavorare come<br />
assistente psichiatrica all'Asl di Firenze.<br />
Molte le sue pubblicazioni su riviste<br />
scientifiche, incentrate sulle tossicodipendenze,<br />
la depressione e i trattamenti<br />
terapeutici, anche a seguito di un corso<br />
specializzato presso il Centro studi di terapia<br />
familiare e relazionale di Roma.<br />
Una vita, quella di Antonella, dedicata<br />
allo studio della Medicina, una vita di<br />
quotidiano impegno nel sociale al servi-<br />
zio di tutti, e in particolare<br />
dei giovani tossicodipendenti<br />
e carcerati.<br />
A comunicarci l’importante<br />
tappa di vita professionale<br />
di Antonella è<br />
la cugina Sara Boeri che<br />
ne ricorda le caratteristiche<br />
di serietà, dedizione,<br />
costanza, severità, generosità,<br />
caparbietà e soprattutto<br />
onestà dell’affermata<br />
medico.<br />
Per noi figli di questa<br />
montagna, continua Sara, che viviamo<br />
disseminati in diverse parti d’Italia e del<br />
mondo, ma che nel cuore e nel modo<br />
di agire portiamo le nostre montagne, è<br />
bello sapere e far sapere che la figlia di<br />
un ciabattino, nata a Ferriere il 16 giugno<br />
1957 da Bartolomeo di Solaro e<br />
Anna Bellucci ed emigrata a Prato all’età<br />
di tre anni, oggi è una donna importante<br />
e allo stesso tempo così “normale”. Tutta<br />
Solaro – paese di papà Bartolomeo<br />
(e tutta l’alta Valnure aggiungiamo noi),<br />
continua Sara è orgogliosa di ciò e augura<br />
alla neo primario una carriera piena di<br />
soddisfazioni con la certezza di trovare<br />
sempre in lei la ragazza “semplice e sorridente”<br />
come è sempre stata.<br />
Proprio per la sua lunga esperienza sul<br />
territorio pratese, la dottoressa Manfredi<br />
traccia un quadro preoccupante per<br />
l'aumento delle dipendenze da droghe<br />
illegali, alcol, fumo, gioco d'azzardo,<br />
e ancora per comportamenti alimentari<br />
scorretti. Gli utenti seguiti dal Sert<br />
dell'Asl 4 della città toscana hanno sfiorato<br />
nel 2009 le 16.000 unità, quasi il<br />
doppio rispetto al 2005. "Mentre dappri-<br />
57
58<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
ma il servizio si concentrava per l’87%<br />
sull'assistenza a soggetti eroinomani -afferma<br />
la neo-direttrice, dott.ssa Manfredi<br />
– dal 2005 si è registrato un aumento del<br />
30% di soggetti cocainomani". Preoccupa<br />
soprattutto la realtà giovanile, dove<br />
dilaga l'abuso di sostanze alcoliche o<br />
stupefacenti per raggiungere lo sballo e<br />
spaccare tutto".<br />
Altra sfida importante per la nuova direttrice<br />
sarà poi il lavoro presso il carcere<br />
pratese della Dogaia, soprattutto per i<br />
pesanti tagli alle risorse e al personale.<br />
Di recente infatti il Ministero di Giustizia<br />
ha trasferito le funzioni di cura e assistenza<br />
dei detenuti alle strutture sanitarie<br />
regionali. Già dal 1999 il SERT era presente<br />
nella casa circondariale di Maliseti,<br />
soprattutto per seguire i casi di tossicodipendenze.<br />
"II carcere vive purtroppo<br />
un momento di emergenza - continua<br />
la dottoressa Manfredi - a causa del sovraffollamento<br />
delle celle, che rende più<br />
difficile il lavoro degli operatori per il recupero<br />
dei pazienti".<br />
Come evidenziato dai dati sopra esposti,<br />
il lavoro della dottoressa Manfredi,<br />
nelle sue nuove funzioni, si presenta<br />
impegnativo e difficile: l’augurio che la<br />
La “vecchia casa” dei nonni di Antonella,<br />
oggi in fase di ristrutturazione.<br />
serietà e preparazione professionale che<br />
hanno contraddistinto la sua carriera e la<br />
sua “missione” sinora è la certezza che<br />
la stessa sappia vincere anche la nuova<br />
sfida che ha davanti. Paolo
ciregna - Metteglia<br />
Auguri di buon Natale<br />
a tutti! Avete mai<br />
fatto caso che nella loro<br />
semplicità i nostri paesi,<br />
poveri e spopolati, sono<br />
forse tra i più vicini al<br />
Vangelo? Gesù infatti nasce<br />
in una stalla, secondo<br />
la tradizione tra un asino<br />
ed un bue, e invece che<br />
in una culla viene deposto<br />
in una mangiatoia: un<br />
quadro commovente e<br />
perfino drammatico per<br />
umiltà e povertà, ma che<br />
ci porta anche a domandarci<br />
dove siano oggi<br />
animali, stalle e mangiatoie…<br />
A tutti saranno<br />
sicuramente venute in<br />
mente le vecchie case del<br />
paese, con i loro ricoveri<br />
per gli animali: tutti li<br />
abbiamo, o li abbiamo<br />
avuti, e così anche le<br />
mangiatoie: sono davvero<br />
luoghi e cose speciali,<br />
perché sono stati le prima<br />
abitazione di Gesù!<br />
E se pensiamo che Gesù<br />
non è nato in una città ma fuori, dove<br />
abitano i pastori, allora l’immagine del<br />
Natale diventa davvero consolante e<br />
suggestiva: le grandi istituzioni, a volte<br />
perfino la chiesa stessa, possono dimenticarsi<br />
o non far caso alle nostre piccole<br />
realtà, ai nostri piccoli paesi, ma Dio no!<br />
Dio sceglie proprio situazioni simili alle<br />
nostre e gente un po’ come noi, e questo<br />
ci conforta e ci fa riflettere su dove ancor<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
oggi si posi la presenza divina. Accanto<br />
a ciascuno, certamente, ma soprattutto al<br />
fianco dei più umili, di chi è fuori dalla<br />
città, di chi è solo nella notte, di chi sa<br />
di essere piccolo, e sente di non contare<br />
più nulla.<br />
Auguri di buon Natale, e magari soffermatevi<br />
in una piccola preghiera quando<br />
passerete davanti alla porta della vostra<br />
vecchia stalla!<br />
59
60<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
San Michele a Ciregna<br />
Una bella giornata di<br />
sole ha permesso di festeggiare<br />
anche con una<br />
piccola processione la<br />
sagra del paese di Ciregna,<br />
che cade alla fine<br />
di settembre, nel giorno<br />
di San Michele.<br />
La castagnata a<br />
Castelvetto<br />
Nonostante la<br />
pioggia, anche<br />
quest’anno a Castelvetto<br />
si è rinnovata un’antica<br />
tradizione che prevede un piccolo momento<br />
di festa nella sera di Ognissanti.<br />
Un cotechino, un pugno di castagne e<br />
un bottiglione di vino; qualche canto,<br />
una nota di armonica a bocca e di nacchere<br />
e tamburelli casalinghi, ed ecco<br />
pronta una serata speciale e suggestiva,<br />
che costituisce anche l’occasione di salutarsi<br />
prima della lunga pausa invernale.<br />
Grazie a Gino e Lena, che sempre ci<br />
ospitano nella loro tavernetta!<br />
I giorni dei Santi e dei morti<br />
Siamo tornati in molti al paese, forse<br />
quasi tutti, in occasione della ricorrenza<br />
di Ognissanti, per una visita al<br />
camposanto e per un ultimo passaggio<br />
in casa prima dell’inverno. Il tempo è<br />
stato davvero inclemente, e così abbiamo<br />
dovuto celebrare in chiesa e non nei<br />
cimiteri, e ci siamo accorti di essere davvero<br />
in tanti, perché quasi non ci stavamo!
Qualche immagine della scorsa estate della sagra<br />
di san Rocco a Metteglia: - il geometra Vittorio<br />
Pasquali di Bobbio, che è venuto in sella<br />
alla sua fiammante Gilera 250; - macchè Geppetto!<br />
È il nostro Primo, con l’abbozzo di una delle<br />
sue sculture! Il maltempo ha impedito il ballo<br />
e la musica, ma non ci siamo dati per vinti: ecco<br />
un’orchestrina improvvisata (gli eredi degli inarrivabili<br />
‘Candeggina Folk’?) durante l’esibizione<br />
nel famoso locale ‘Il garage di Giovanni’!<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
61
62<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
centenaro<br />
Anno che passa... Gioventù che passa....<br />
Anno che arriva.... Vecchiaia che arriva....<br />
e la Sapienza di Dio ci dice:<br />
Ricordati del tuo Creatore finchè sei giovane, prima che arrivi l’età degli acciacchi.<br />
Verranno gli anni in cui dirai:<br />
“Non ho più voglia di vivere”.<br />
Allora il sole, la luna e le stelle per te saranno più luminosi<br />
e il cielo sarà sempre nuvoloso.<br />
Allora le tue braccia, che ti hanno protetto, temeranno;<br />
le tue gambe, che ti hanno sostenuto, diventeranno deboli.<br />
I tuoi denti saranno troppo pochi per masticare il cibo;<br />
i tuoi occhi non vedranno più chiaramente.<br />
Le tue orecchie diventeranno sorde al rumore della strada.<br />
Poi te ne andrai alla dimora eterna,<br />
mentre per le strade piangeranno e faranno lutto.<br />
Il tuo corpo ritornerà alla polvere della terra dalla quale fu tratto;<br />
il tuo spirito vitale ritornerà a Dio che te l’ha dato.<br />
In fin dei conti, una sola cosa è importante:<br />
“Credi in Dio e osserva i suoi comandamenti”.<br />
E questo solo vale per ogni uomo.<br />
Dio giudicherà tutto quello che faciamo di bene e di male,<br />
anche le azioni fatte in segreto.<br />
La Madonna<br />
del Rosario ci<br />
protegga per<br />
le strade della<br />
vita.
ontagna<br />
Nostra<br />
Centenaro: una bella e grande famiglia<br />
Centenaro dimostra in ogni occasione di essere “famiglia”, attorno a momenti felici<br />
e momenti tristi della sua vita paesana, la comunità partecipa con grande spirito di<br />
famiglia. Ricordiamo di seguito due avvenimenti “belli” che segnano positivamente la<br />
nostra storia di tutti i giorni: si sono festeggiate due coppie di sposi, uniti in matrimonio<br />
da cinquant’anni. Cioè dopo 50 anni Luigino Bocciarelli con Bianca e Dino<br />
Vanini con Lena Cavanna hanno voluto,<br />
in chiesa ricordarsi la loro promessa d’amore<br />
di tanti anni fa e attorniati dai familiari e<br />
amici fare festa.<br />
Alessandro<br />
Sordi “Cetto”<br />
con la sua Pinuccia<br />
hanno<br />
condiviso con<br />
il paese la festa<br />
dei suoi 96<br />
anni.<br />
Luigino Bocciarelli con Bianca<br />
Dino Vanini con Lena.<br />
63
64<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Il grazie della Parrocchia per i<br />
suoi servizi alla Chiesa<br />
Dino e “Lena” , attorniati dai figli, fratelli,<br />
sorelle e nipoti si sono rinnovati lo<br />
scambio delle “vere” esattamente come<br />
fecero il 24 ottobre 1960, nella stessa<br />
chiesa davanti all’allora celebrante don<br />
Pietro Solari, oggi parroco a Zena di Carpaneto.<br />
Ermanno Vanini, papà di Dino, era originario<br />
di Carona (Bergamo), arrivato nel<br />
piacentino attorno agli anni 1926-27, e<br />
impegnato in val d’Aveto come “minatore”<br />
per la ditta Riciaputi a realizzare la<br />
galleria di Boschi a servizio della diga.<br />
Ermanno conosce in questi anni Margherita<br />
Casella di Castagnola che diventa<br />
sua moglie. Si stabiliscono a Castagnola,<br />
dove la famiglia è allietata dalla nascita<br />
dei figli Firmo e Sisto. Nel 1931, seguendo<br />
l’allora parroco don Luigi Boldini, la<br />
famiglia si trasferisce a Centenaro, dove<br />
Ermanno, oltre che lavorare all’apertura<br />
della strada che sale al paese da Bosconure,<br />
si occupa delle terre e delle proprietà<br />
della parrocchia. La famiglia si<br />
arricchisce di nuove vite e nascono Rosina,<br />
Pasqualina, Dino e Anna Maria. Nel<br />
'60 Dino sposa Lena Cavanna di Cassano<br />
e la nuova famiglia fa la spola tra<br />
Piacenza - dove Dino trova occupazione<br />
nella ditta Porta, trasformatasi poi in Step<br />
e Centenaro dove svolge, la “missione”<br />
di campanaro subentrando al papà.<br />
Nascono Margherita (sposata oggi a San<br />
Polo) e Francesco (sposato a Piacenza).<br />
Nella sua veste di “campanaro” Dino è<br />
sempre andato oltre le competenze del<br />
suo dovere e assieme alla moglie si fanno<br />
carico di tutte le incombenze legate alla<br />
vita della nostra parrocchia, parrocchia<br />
costituita soprattutto di emigrati, molto<br />
legati alla loro chiesa e tutti considerano<br />
loro come il fulcro e insostituibile punto<br />
di riferimento<br />
per<br />
ogni necessitàpubblica.<br />
Per l’occasione<br />
la<br />
parrocchia<br />
ha donato a<br />
Dino e Lena<br />
una targa di<br />
riconoscenza.
Momenti felici nelle nostre case<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
"Felicitazioni e auguri a Lucia Boeri e Marco Lesmo sposi il giorno 15 maggio<br />
2010 nella chiesa di Trevozzo Val Tidone."<br />
Auguri per il<br />
suo 93esimo<br />
c o m p l e a n n o<br />
ad Eleonora<br />
Ferrari ved.<br />
Troglio, nativa<br />
di Centenaro<br />
e residente a<br />
Bobbio.<br />
In prima mattinata<br />
il Parroco<br />
del Duomo,<br />
Mons. Aldo<br />
Maggi le ha<br />
portato la Comunione.<br />
La<br />
gentilezza del suo parroco e il ricordo del Vescovo mons. Ambrosio hanno<br />
profondamente commossa e resa felice Eleonora.<br />
65
66<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ricordi d’infanzia<br />
Santina Montanari di Vaio, moglie di Palino, scomparso<br />
nei mesi scorsi, su nostra sollecitazione, ci ricorda<br />
alcune usanze vissute quando era “giovanissima”.<br />
“C’era la guerra e tanta miseria. Ricordo che c’erano<br />
persone anziane e sole che vivevano di carità.<br />
Giravano di villa in villa con un sacco sulle spalle a<br />
chiedere l’elemosina: erano i “povromi”.<br />
Si fermavano davanti alla porta delle varie case e<br />
senza entrare recitavano preghiere a voce alta.<br />
Qualcuno usciva e dava loro una paletta di farina,<br />
una fetta di pane, qualche uovo. A volte si chiedeva<br />
di pregare per situazioni particolari. In questo caso,<br />
prima di congedarsi recitava un “Pater – Ave – Gloria”.<br />
Un altro ricordo di Santina relativo a quegli anni di<br />
fanciullezza: “Finita la guerra, in tanti hanno cominciato ad aggiustare o costruire<br />
la casa, la stalla o la cascina. Per il trasporto dei sassi e della sabbia si usava la lesa<br />
trainata dai buoi. Mentre per i sassi, specifica Santina, c’era qualche cava, per la<br />
sabbia occorreva andare fino al Groppo Nero. Tutte la famiglie della frazione davano<br />
un aiuto e gratuitamente mettevano a disposizione un viaggio di sabbia o di sassi per<br />
dare un aiuto a chi costruiva”.<br />
In foto il nostro Guido<br />
Preli con la moglie Anita<br />
e il figlioletto Sebastiano.<br />
La famiglia si è stabilita<br />
a Centenaro e a loro è<br />
affidato il “rilancio” della<br />
Ci uniamo agli organizzatori della giornata di festa centenarese durante la quale<br />
è stato premiato Gianni Carini, generoso fotografo e nostro prezioso collaboratore.
Ricordiamoli<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Rezzoagli Giuseppe<br />
n. 15.04.1929 - m. 11.09.2010<br />
Caro nonno, con il tuo esempio sei stato la nostra<br />
guida, ci hai insegnato ad amare queste<br />
montagne e il tuo amore ci aiuterà a proseguire<br />
nel nostro cammino.<br />
Un caro pensiero anche al nonno Mario che ci<br />
ha lasciato pochi giorni dopo.<br />
I Vostri nipoti Piero e Angese<br />
Bruzzi Andreina in Bruzzi<br />
n. 26.06.1942 - m. 01.10.2010<br />
Cara mamma, da quando sei mancata hai<br />
lasciato un vuoto incolmabile intorno a noi.<br />
Manchi teribilmente alla tua famiglia: hai<br />
dedicato la tua vita agli altri, sei stata una<br />
mamma premurosa, accogliente ed amorevole.<br />
Sei stata una donna forte e coraggiosa,<br />
schietta e sincera, con il rischio di non piacere<br />
al tuo prossimo. Sacrifici e rinunce non<br />
ti pesavano se erano per la nostra felicità. I<br />
miei figli erano anche i tuoi: li hai accuditi<br />
con premurosità e dedizione.Come avrei voluto<br />
renderti tutto ciò: accompagnarti nella<br />
vecchiaia, alleviare i tuoi dolori e le tue preoccupazioni, coprirti se avevi<br />
freddo. Ma ancora una volta, mamma, te ne sei andata senza remore, senza<br />
disturbarci. Da quando sei mancata, so che una nuova stella brilla per noi e<br />
veglia su di noi.<br />
Mamma, ti voglio bene. Elena<br />
67
68<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
La parrocchia di<br />
Rocca con la sua<br />
Chiesa e l’albergo di<br />
Giuseppe Fumi domina<br />
sulla Valnure ed<br />
ora rivestita dei colori<br />
autunnali presenta un<br />
panorama meraviglioso<br />
che permette perfino<br />
di contemplare la<br />
neve sulle Alpi.<br />
Le case sono rimaste<br />
chiuse, perchè gli abitanti<br />
del luogo dopo<br />
le vacanze estive hanno fatto ritorno in<br />
Francia dove sono emigrati negli anni<br />
del dopoguerra, ma la loro terra è rimasta<br />
nel loro cuore ed ogni anno vi ritornano<br />
ed hanno la gioia di fare feste<br />
insieme, già che in Francia sono lontani<br />
gli uni dagli altri.<br />
Anche la chiesa è rimasta chiusa, ma la<br />
fede viva dei pochi presenti non è spenta.<br />
Alla sera il rosario in famiglia, come<br />
il telefonino raggiunge persone lontane.<br />
rocca<br />
Natale<br />
Lontani o vicini sentiamoci uniti da quel Creatore che si è fatto Bimbo come noi per<br />
farci come lui ricchi del suo amore, coraggio, fiducia per un mondo più fraterno,<br />
giusto e umano.<br />
Buon Natale!<br />
La messa domenicale a Ferriere è di casa.<br />
La brava Antonia dai Toni, custode fedele,<br />
ogni tanto sale alla chiesa per vedere<br />
se tutto è in ordine, perchè la tiene pulita<br />
come casa sua.<br />
Beatrice di Pronzali viene con gioia a<br />
Ferriere per fare catechismo al venerdì<br />
pomeriggio ai ragazzi delle medie.<br />
La famiglia Fumi, sabato e domenica,<br />
sono nell’albergo, pronti ad ospitare<br />
clienti.<br />
Giorno dei Santi<br />
Al cimitero sono arrivati tutti per rendere omaggio ai propri cari e anche sulle tombe<br />
dove i familiari sono all’estero non è mancato un fiore ed un cero segno di amore<br />
verso compaesani che hanno lasciato esempi di lavoro, fedeltà alla famiglia, fede nel<br />
Signore, attaccamento alla Chiesa e mentre il loro corpo riposa in questa terra non ci<br />
mancherà il loro aiuto dall’altra vita.
ontagna<br />
Nostra<br />
11 febbraio: festa dell’apparizione della Beata vergine a Lourdes<br />
Verrà celebrata una S. Messa alle ore 15 domenica 13 febbraio per dare la possibilità<br />
a quanti si trovano lontani e che ogni anno desiderano farvi ritorno per chiedere alla<br />
Madonna aiuto e protezione.<br />
La frana dei Cerri<br />
Quest’anno, nell’inverno,<br />
vi è un ulteriore<br />
motivo di preoccupazione<br />
per gli abitanti di Cerri e di<br />
Rocca Chiesa: la frana<br />
Come ben ricordate lo<br />
scorso Aprile una grossa<br />
frana ha cancellato la strada<br />
all’altezza dei Cerri ed<br />
una gran massa di terra,<br />
sassi ed alberi si è riversata<br />
a valle sulla strada che<br />
porta a Rocca Chiesa impedendo<br />
ogni accesso a<br />
queste frazioni.<br />
Gli interventi fatti nei mesi<br />
successivi hanno consentito un minimo<br />
di viabilità, ma ancora tanta acqua trapana<br />
dal terreno ed abbondanti flussi<br />
scorrono lungo la scarpata soprattutto<br />
dopo i periodi di pioggia. Tutto ciò fa<br />
temere il peggio da un momento all’altro<br />
e, con il pensiero, si va ai mesi passati<br />
quando era impossibile raggiungere i<br />
Cerri, Rocca chiesa ed il cimitero e tutta<br />
questa zona sembrava “abbandonata da<br />
Dio e dagli uomini”.<br />
Speriamo che non ci si fermi ai primi interventi<br />
indispensabili, ma che le pubbliche<br />
amministrazioni sostengano i lavori<br />
per un effettivo risanamento di questa<br />
area; non basta dire “ che bei posti!, che<br />
natura!, che paesaggio!, bravi che tornate<br />
e tenete aperte le case!, bravi che avete<br />
una attività che consente a molti di venire<br />
a contatto con questa bella natura!”<br />
Arrivederci a Rocca, alla prossima primavera,<br />
.........speriamo!<br />
Gli abitanti dei Cerri e di Rocca<br />
69
70<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Buon Natale e Buon Anno!<br />
Cari amici, il tempo scorre veloce: ieri<br />
eravamo ancora in estate ed oggi eccoci<br />
già nei giorni che precedono il Natale.<br />
Per i bambini è una festa, un’occasione<br />
unica nell’anno, ma anche per gli<br />
adulti e per gli anziani questi sono momenti<br />
molto belli e suggestivi, tanto che<br />
dobbiamo dire: per fortuna che almeno<br />
una volta nell’anno viene il Natale, con il<br />
suo mistero e il suo messaggio validi per<br />
tutti gli uomini. Per i buoni e per i cattivi,<br />
per chi viene in chiesa e per chi sta fuori.<br />
Perché Natale significa soprattutto vicinanza<br />
di Dio: Dio è accanto a tutti. Il<br />
Vangelo ci assicura che Gesù non è venuto<br />
al mondo in un tempio, o in una<br />
brUgneto-cUrletti<br />
castelcanaFUrone<br />
reggia. Egli piuttosto è nato in una stalla,<br />
e poi i Magi lo hanno incontrato in una<br />
semplice casa: forse per suggerire dove<br />
si trovi ancor oggi la sua presenza, accanto<br />
a tutti i poveri, nelle ‘stalle’ e nelle<br />
‘case’, cioè là dove l’umanità più umile<br />
lavora ed abita. Di fatto la sua luce ha<br />
illuminato prima di tutto alcuni semplici<br />
pastori, e non il re o i dottori della legge.<br />
Ecco perché possiamo augurarci buon<br />
Natale: perché nessuno è così piccolo<br />
da non poter contare su questa presenza<br />
consolante nella propria casa e nella<br />
propria vita. Allora auguri di scoprire<br />
ogni giorno la Sua presenza luminosa al<br />
nostro fianco: buon Natale!
La chiesa di Brugneto<br />
Al momento di scrivere queste righe,<br />
stiamo ancora raccogliendo i fondi per<br />
il lavoro di messa in sicurezza temporanea<br />
della chiesa. Dobbiamo accantonare<br />
22.000 €, cifra preventivata per metter<br />
in opera le protezioni necessarie, e forse<br />
al momento stiamo un po’ faticando<br />
per raggiungere questa somma. Speriamo<br />
che il Natale ispiri buoni pensieri a<br />
tutti… anche perché altrimenti saremo<br />
costretti a breve o a chiedere prestiti<br />
alle altre parrocchie, oppure ad andare a<br />
Un’immagine sorprendente della chiesa di Brugneto<br />
Da amici di Metteglia mi perviene questa<br />
fotografia che riproduce l’interno della<br />
chiesa di Brugneto come doveva essere<br />
forse alla fine degli anni trenta. Si tratta<br />
di un’immagine impressionante: osservate<br />
l’affresco di San Pancrazio, sull’arco<br />
sopra all’altare: non è l’attuale! È molto<br />
differente, decisamente più bello e solenne.<br />
Negli anni scorsi abbiamo pubblicato<br />
l’articolo di Libertà del 1913 che<br />
parlava dell’opera, del committente, il<br />
parroco mons. Luigi Tosi, e dell’autore,<br />
il prof. Vittorio Pittaco, veneto di origine<br />
e fiorentino di formazione, i cui affreschi<br />
sono tra l’altro anche a Bobbio,<br />
nella chiesa della Madonna dell’Aiuto (di<br />
fronte all’ospedale), e in quella di Metteglia.<br />
Questa fotografia in realtà pone<br />
molti interrogativi: come mai l’affresco<br />
è stato sostituito, o forse coperto, dopo<br />
appena venti o trent’anni, con un altro<br />
di qualità ben minore? E chi è l’autore<br />
dell’attuale dipinto?<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Messa presso di loro!<br />
Per il resto la nostra chiesa rimane un<br />
bel rebus. La cifra per la sua sistemazione<br />
definitiva è oggettivamente molto alta<br />
(€ 400.000, che probabilmente diverrano<br />
almeno 450.000, di cui al momento ne<br />
è stata promessa la metà - che non è<br />
poco -, pur rimanendo enorme la cifra<br />
che pesa comunque sulle spalle della<br />
parrocchia…) e d’altronde gli impegni<br />
di contributo da parte delle famiglie al<br />
momento sono ancora quasi inesistenti.<br />
Perché si è certamente dovuto trattare di<br />
una questione molto seria: un affresco<br />
non è una cosetta da poco, e cambiarlo<br />
non è costato certamente due lire. Per<br />
ora l’unico punto di riferimento trovato<br />
è il ricordo di alcuni che il rifacimento<br />
potrebbe risalire agli inizi degli anni<br />
quaranta. Osservando la foto si notano<br />
alcune macchie, o cadute di intonaco,<br />
sul lato sinistro, ma nulla che faccia<br />
pensare a un crollo o a una rovina irreparabile.<br />
Magari qualcuno ricorderà<br />
qualche commento, o qualche frase dei<br />
vecchi in proposito… Pensando al ripristino<br />
della chiesa, sarebbe importante<br />
sapere qualcosa in più di eventuali gravi<br />
danni subiti dalla chiesa, e oggi non<br />
più ricordati.<br />
L’immagine permette di notare anche<br />
altri particolari, a loro volta del tutto<br />
scomparsi: per esempio l’affrescatura<br />
sul fondo dell’altare. L’articolo di Libertà<br />
del 1913 parla in proposito di una<br />
71
72<br />
ontagna<br />
Nostra
ontagna<br />
Nostra<br />
‘bella immagine di Maria<br />
Santissima’, dalle ‘pure linee<br />
trecentesche della Vergine<br />
Annunziata’, che si nota appena<br />
nel riquadro centrale,<br />
mentre è ben visibile la figura<br />
dell’angelo sul lato destro.<br />
In cima all’altare è posto un<br />
crocifisso piuttosto differente<br />
da quelli presenti oggi in<br />
chiesa, e scomparse sono<br />
anche le raffinate luminarie<br />
che pendono ai lati, vicino<br />
alle statue. Il pavimento<br />
sembra essere precedente l’attuale, a sua volta già vecchio di molti decenni. Infine,<br />
erano già molto evidenti fin da allora i segni dell’umidità sul pilastro sinistro, vicino<br />
alla statua del Sacro Cuore, così come, nella stessa zona, già esisteva ed è molto visibile<br />
la crepa che dal cornicione scende fino sulla volta della cappellina.<br />
B e n v e n u -<br />
to al piccolo<br />
L e o n a r d o<br />
Disingrini,<br />
di Marco e<br />
Sara Guerci,<br />
nato il 18<br />
marzo 2010<br />
e battezzato<br />
a Brugneto<br />
il 10 ottobre.<br />
Ora fa parte<br />
anch’egli<br />
della nostra<br />
parr occhia!<br />
Come mai è venuto fino a Brugneto? Perché la sua mamma è un po’ legata alla<br />
nostra chiesa: infatti nella sua tesi di laurea in architettura ha analizzato alcune<br />
crepe della nostra chiesa, per studiarne i possibili rimedi.<br />
73
74<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Una montagna di<br />
auguri alla carissima<br />
Elvira Carini<br />
Scaglia di Casella,<br />
che ha tagliato il<br />
traguardo dei 90<br />
con l’allegria e la<br />
bonomia di sempre.<br />
La ha attorniata<br />
non solo la<br />
famiglia, ma anche<br />
tutto il paese<br />
di Casella. Buon<br />
compleanno!<br />
Felicitazioni a Sara Piergiorgi e Roberto Tornari, le cui radici sono a<br />
Castelcanafurone - sposi nella chiesa del Castellaro (Travo) lo scorso 4<br />
settembre.
Ed ecco, finalmente,<br />
qualche immagine<br />
della festa agostana<br />
di San Rocco a Casella:<br />
un’iniziativa ancora<br />
giovane, ma che<br />
riscuote un grande<br />
successo!<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ancora qualche<br />
immagine dei protagonisti<br />
delle feste<br />
estive di Brugneto!<br />
75
76<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Anche quest’anno il Rally<br />
delle Valli piacentine ha<br />
attraversato il paese di Brugneto:<br />
per un giorno il rombo<br />
dei motori è stato protagonista<br />
sulla provinciale! Forse<br />
non troppo indovinata è stata<br />
la scelta del giorno, cioè la vigilia<br />
di Ognissanti, perchè ha<br />
un po’ ostacolato le visite ai<br />
cimiteri.<br />
Ecco una bella istantanea<br />
dal titolo: Le<br />
fatiche della tavola.<br />
Opera unica di Bruno,<br />
Patrizio e Giancarlo.<br />
Saluti e un brindisi da<br />
Tornarezza!<br />
TESSERAMENTO CIRCOLO ANSPI ‘U MERCADELLO’<br />
Due modalità per il rinnovo della propria adesione a partire da Gennaio<br />
2011:<br />
1. – contattare direttamente i responsabili: Simona a Tornarezza, o<br />
Daniele a Curletti<br />
2. – versare la quota associativa sul C/C Postale 10142297 intestato<br />
a ‘Parrocchia San Pancrazio in Brugneto’, specificando nella causale<br />
‘Rinnovo ANSPI’ e nome e cognome di chi rinnova. La tessera sarà poi<br />
ritirabile presso la Parrocchia.
ontagna<br />
Nostra<br />
Niente di nuovo sul fronte di<br />
Castelcanafurone…<br />
che, dopo la vivacità del periodo<br />
estivo, è ritornato alla calma e al silenzio<br />
abituale durante l’anno. C’è<br />
così spazio per qualche altra bella<br />
immagine dell’estate e dei suoi<br />
scatenati protagonisti. Saluti a tutti<br />
dal piccolo Manuel Capucciati, che<br />
con la sua vivacità rallegra tutti gli<br />
avventori dell’Osteria della Bianca!<br />
77
78<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Cronache da Curletti…<br />
Sul finire di Settembre<br />
ecco la Sagra di santa<br />
Giustina, patrona della parrocchia.<br />
Una bella giornata<br />
di sole ha incorniciato una<br />
semplice ma sentita celebrazione,<br />
terminata con<br />
una processione nella quale<br />
è stata portata per la prima<br />
volta l’immagine della<br />
statua custodita in chiesa.<br />
Finora infatti usavamo un<br />
icona proveniente da Padova.<br />
Nel frattempo, durante<br />
il restauro, la statua è stata<br />
ripresa dall’amico Giovanni<br />
Milani, che di professione è<br />
stato fotografo d’arte, e poi è stata elaborata<br />
graficamente dalla figlia Isabella.<br />
Siamo loro molto grati di questo servizio,<br />
perché si tratta di un simulacro piuttosto<br />
pesante e difficile da manovrare, e<br />
saranno rari i casi in cui si potrà utilizzarlo<br />
(ormai alla fine di settembre in par-<br />
rocchia non ci sono più tanti uomini con<br />
sufficiente forza per farla scendere dalla<br />
sua ancona e poi per trasportarla…). In<br />
questo modo almeno la sua fotografia<br />
potrà sempre accompagnarci nelle nostre<br />
processioni.<br />
La scuola di Curletti continua ad esser il<br />
centro delle attività e degli incontri del
paese. Questa volta,<br />
essendo tempo d’autunno,<br />
ecco una bella<br />
castagnata, partecipata<br />
da molti amici, seduti<br />
a tavola a gustare i manicaretti<br />
preparati dalle<br />
impareggiabili cuoche,<br />
Rosa, Mariuccia, Graziella<br />
e Luigina, sorridenti<br />
e contente per<br />
la buona riuscita della<br />
giornata!<br />
Durante l’estate si è<br />
provveduto alla manutenzione<br />
di una parte<br />
del tetto della chiesa,<br />
sostituendo le tegole<br />
ormai consunte dagli<br />
anni e dalle intemperie.<br />
Il lato è quello<br />
sinistro guardando la<br />
facciata, visibile nella<br />
foto sotto.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
79
80<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Ricordiamoli<br />
Nelle scorse settimane ci ha lasciato anche il nostro carissimo Giovanni Zanelli<br />
di Ca Zuccone. Dietro i baffi e l’espressione un po’ burbera Giovanni celava un<br />
carattere molto affabile allegro e incline all’amicizia, e un cuore davvero buono.<br />
Era sempre rimasto su questi monti, legatissimo alla sua famiglia, in particolare<br />
alla sua Rosina, la moglie che lo aveva anticipato in cielo, e sempre pronto a faticare<br />
come muratore e come contadino. La figlia, il genero e le nipoti, grandi e<br />
piccole lo hanno curato e custodito come meglio non si poteva; ora possa godere<br />
della pace e del riposo nella serenità di Dio.<br />
Dalla lontana Russia è ritornato un ricordo struggente e drammatico - la piastrina<br />
militare, unico resto di un’intera esistenza - di Giovanni Zanelli di Noce. La<br />
sua scomparsa è ormai lontana di decenni, risalendo probabilmente al gennaio<br />
dopo la tragica ritirata invernale dell’esercito italo-tedesco. Di lui si parla anche<br />
in altra parte di questo bollettino, qui però vogliamo ricordarlo come parrocchiano,<br />
e vogliamo farlo con tutto l’affetto possibile, pensando anche al dolore dei suoi<br />
genitori e dei suoi fratelli e sorelle, che lo hanno atteso invano per anni, morendo<br />
a loro volta senza sapere nulla del loro caro.<br />
Il concomitanza con la celebrazione del IV Novembre, Ferriere ha reso omaggio<br />
in modo ufficiale al nostro Giovanni, uno dei suoi 181 caduti in guerra, uno<br />
dei tanti ricordati numericamente sul Monumento all’ingresso del paese, uno dei<br />
tanti ai quali è dedicato il Campanile del capoluogo costruito nel 1956 e che ora,<br />
anche solo virtualmente, è tornato a riposare nella sua terra natia di Brugneto.<br />
Giovanni Zanelli, di Paolo e Angela Carini, è nato<br />
a Noce il 16 luglio 1916. Partito per il servizio alla<br />
Patria aveva fatto l’ultimo ritorno nella frazione<br />
avetina nel 1942, solo il tempo per salutare i genitori<br />
e i fratelli Celeste, Maria, Giuditta e Mario. Da<br />
allora, più niente, nessuna notizia, nessuna speranza<br />
di riavere almeno la sua salma. Solo poco tempo<br />
fa, Antonio Respighi di Abbiategrasso, in Russia alla<br />
ricerca di italiani dispersi in guerra, ha rintracciato<br />
la “piastrina” identificativa di Giovanni Zanelli<br />
(*16.07.1916 - +25.01.1943) e risalito ai parenti di<br />
Giovanni, residenti a Brugneto.Quella “piastrina”,<br />
unico ricordo dell’alpino che ha sacrificato la sua<br />
vita per la Patria, è arrivata a Ferriere, e inserita in<br />
una artistica targa fatta predisporre dall’Amministrazione<br />
comunale è stata consegnata a Lucia, una
ontagna<br />
Nostra<br />
delle più giovani discendenti della famiglia Zanelli. A ricordarci queste tappe<br />
fondamentali di vita di Giovanni è la nipote Sabina Zanelli, che per difficoltà<br />
fisiche non ha potuto intervenire alla cerimonia commemorativa nel capoluogo.<br />
Era rappresentata dai figli Giulio e Gianni. Per la cronaca Sabina ha perso in<br />
guerra anche un altro parente, Giuseppe Zanelli, disperso in mare.<br />
A celebrare il rito religioso don Ezio Molinari, parroco di Brugneto, che ha sostituito<br />
don Giuseppe Calamari, impegnato nel tour festivo di servizio alle numerose<br />
parrocchie del territorio.<br />
“La parola di Dio non capita mai a caso: in questa giornata in cui commemoriamo<br />
un caduto, ha detto don Ezio, sette sono le morti nella prima lettura e sette<br />
nel Vangelo. Quelli della prima lettura, ha proseguito, sono giovani, fatti prigionieri<br />
come è accaduto ad altri giovani, come forse anche al nostro Giovanni<br />
in terra di Russia. La loro fede nella risurrezione circonda, illumina e conforta<br />
questi poverissimi resti del nostro concittadino, poverissimi resti, ha sottolineato<br />
il celebrante, perché di lui non è rimasto nulla. Non una bara, né una cassetta<br />
da ossario, non una data né un luogo preciso. Nessuno sa con sicurezza come<br />
e perché sia morto: forse condannato per fucilazione, forse morto di stenti, forse<br />
ucciso dal freddo. Solo una targhetta, la sua piastrina militare, ha continuato,<br />
riemersa dopo decenni dagli archivi della storia. E per noi, questo pezzetto di<br />
metallo, oggi diventa il simbolo che racchiude tutto quello che è stato Giovanni.<br />
Siamo grati a coloro, ha concluso, che si sono prodigati perché almeno un ricordo<br />
tornasse a casa”.<br />
Con la presenza di una folta rappresentanza di Alpini in congedo, con il capogruppo<br />
sezionale Luigi Malchiodi di Brugneto, con il gonfalone comunale, con<br />
il Sindaco Antonio Agogliati, con il comandante la stazione carabinieri Giuseppe<br />
Pisani, accompagnati<br />
dal<br />
“Silenzio” di Luca<br />
De Antoni, il corteo<br />
per deporre un<br />
mazzo di fiori ai<br />
piedi del campanile<br />
e una corona<br />
di alloro al Monumento<br />
ai Caduti.<br />
81
82<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Tramonto in Val Lardana<br />
Val lardana<br />
Un saluto<br />
da Agatha<br />
di<br />
Stefano<br />
Taffurelli<br />
e Lisa<br />
Carini<br />
Pubblichiamo la<br />
stupenda immagine,<br />
colta dall’obiettivo<br />
fotografico del<br />
nostro collaboratore<br />
Giuseppe Marzolini.<br />
Il suo carattere riservato<br />
lo porta a non<br />
apparire mai, ma per<br />
la sua passione generosa<br />
e per lo spirito<br />
di attenzione verso<br />
i fatti del territorio<br />
merita il nostro più<br />
sentito grazie.<br />
Battesimo a Cassimoreno<br />
Auguri a Bracchi Emma, nata a Piacenza il<br />
30 luglio 2010 e battezzata da don Luciano<br />
nella chiesa di S. Bernardo a Cassimoreno<br />
il 3 ottobre.<br />
Emma è figlia di Francesco e Giulia, famiglia<br />
con profonde radici in val Lardana a Cassimoreno e Montereggio. Ci auguriamo<br />
tutti di continuare a vederli spesso sui nostri monti.
Elisa Cavanna ci invia una vecchia canzone della nonna.<br />
La si taglia i suoi biondi capelli,<br />
la si veste da militar,<br />
e la monta in aeroplano<br />
verso il Piave la se ne va.<br />
Quand fu giunta là sul Piave,<br />
l'ha incontrà un tenentino<br />
el ghe dise pian pianino<br />
"Fidanzata di un qualche soldà?"<br />
"Io non sono fidanzata<br />
e nemmeno innamorata<br />
sono un povero coscritto<br />
dal Governo son stà richiamà.<br />
Dal Governo son stà richiamà<br />
mi han tagliato i miei capelli<br />
eran biondi, ricci e belli<br />
mi han levato la mia beltà”.<br />
"La si taglia i suoi biondi capelli"<br />
Il tenente la prese per mano,<br />
la condusse in riva al mar:<br />
"e se lei sarà una donna<br />
la si laverà le man".<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
"I soldati che vanno alla guerra<br />
non si lavano mai le mani<br />
solamente una qualche volta<br />
con il sangue dei nostri Italian".<br />
( Nonna A. )<br />
Ricordiamoli<br />
Rossi Maria<br />
n. 17.09.1931 - m. 16.10.2010<br />
“Nel nostro cuore conserviamo vivo e profondo il<br />
ricordo di te”.<br />
I familiari<br />
83
84<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
salsoMinore<br />
Prima festa del pescatore in Vald’Aveto<br />
Oltre cento pescatori sono saliti a<br />
Salsominore per la prima festa a<br />
loro dedicata, organizzata l'ultima domenica<br />
di settembre, dalla Amministrazione<br />
comunale di Ferriere e dalla Società pesca<br />
sportiva Ferriere, recentemente costituita.<br />
L'evento, che non ha avuto carattere<br />
competitivo, ha portato in alta Valdaveto<br />
molti pescatori, nonostante le cattive<br />
condizioni meteo della giornata precedente,<br />
precipitazioni che però hanno<br />
avuto il merito di rimpinguare le acque<br />
dell'Aveto. Teatro della singolare iniziativa,<br />
che non ha avuto carattere competitivo,<br />
è stato il tratto dalla centrale di<br />
Ruffinati fino la galleria della provinciale<br />
586R. Il fulcro è stato l'abitato di<br />
Salsominore, storica località frequentata<br />
nell'ultimo mezzo secolo dai pescatori,<br />
non solo piacentini. I pescatori potevano<br />
trattenere cinque esemplari di misura<br />
consentita. L’iniziativa aveva due obbiettivi:<br />
far felici i pescatori dando loro<br />
l'opportunità di pescare in fiumi copiosi<br />
di pesce (da notare che nell'Aveto per<br />
l'occasione sono state immesse circa 400<br />
chili di trote fario, e di portare turismo<br />
facendo conoscere la valle a chi non è<br />
mai venuto. Inoltre vogliamo dare il via<br />
al ripopolamento di trote Fario nel torrente<br />
Aveto e Nure tramite l'allevamento<br />
che vogliamo predisporre, assieme alla<br />
Provincia, in un laghetto nei pressi di<br />
Salsominore, allo scopo di far ritornare<br />
pescosi i nostri fiumi con delle trote<br />
di qualità - fa sapere il sindaco Antonio<br />
Agogliati. Paolo Carini
ontagna<br />
Nostra<br />
Un ricordo<br />
dei giochi<br />
organizzati in<br />
concomitanza<br />
della sagra di<br />
S. Agostino<br />
85
86<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
torrio<br />
Ritrovarci<br />
I<br />
ai Santi<br />
l colore abbrustolito delle castagne, la<br />
loro fragranza, il loro sapore morbido,<br />
accompagnano le emozioni dei saluti<br />
e degli arrivederci. Quasi tutte le case,<br />
aperte ormai solo in particolari periodi<br />
dell’anno, sono già pronte per affrontare<br />
il rigore invernale; anche a loro si<br />
dà l’arrivederci, come a creature piene di<br />
ricordi. Ci rivedremo a Natale, a Capodanno,<br />
o per qualche evento importante,<br />
che speriamo gioioso.<br />
Chi resta – ormai una decina di persone<br />
– rimane a vegliare in un ambiente che<br />
sta per rifarsi silenzioso, calmo ed eterno.<br />
Nel frattempo, l'unico ritrovo per i pochi<br />
residenti è il circolo, che è anche punto<br />
di riferimento per chi arriva da paesi vicini,<br />
e per chi fa una scappata, ogni tanto,<br />
magari per una gita domenicale con<br />
gli amici. Ne è custode il socio Roberto,<br />
giovane appassionato del territorio e della<br />
sua storia, che sa ascoltare i vecchi e<br />
che ha scelto di vivere nel ”territorio” a<br />
Rezzoaglio, senza porsi troppi problemi.<br />
In questa suggestiva cornice si sono festeggiati<br />
i Santi. Quelli famosi e quelli<br />
depennati dal calendario, quelli che hanno<br />
costruito la<br />
loro vita nella<br />
visione della<br />
santità, e quelli<br />
che sono vissuti<br />
nella santità,<br />
senza neanche<br />
saperlo.<br />
La tradizione<br />
si è rinnovata<br />
con il profumo delle caldarroste, che si<br />
è propagato al riparo degli ombrelli di<br />
Giampaolo, di Pietro e di Renzo, i quali,<br />
sotto una pioggia battente, hanno magistralmente<br />
guidato anche i delicati rituali<br />
della salatura e dell’annaffiatura di vino<br />
rosso. Le ottime castagne sono arrivate<br />
fin dal Casentino, terra di origine della<br />
nostra Ivana, la quale tiene tantissimo al<br />
giusto distinguo: una cosa sono i marroni<br />
del Casentino, altra cosa le castagne<br />
di <strong>Torrio</strong>, anche se tutti ugualmente preziosi<br />
e gustosi prodotti dei boschi.<br />
La festa ha coinvolto più di settanta Torriesi<br />
nei locali del circolo; oltre quaranta<br />
i soci a pranzo. Una sottoscrizione a<br />
premi a favore del circolo ha concluso la<br />
giornata. Alla spicciolata e ancora sotto<br />
una incessante pioggia, i convenuti sono<br />
partiti per tornare alle loro residenze di<br />
città.<br />
Il giorno precedente, domenica 31 ottobre,<br />
si era svolta la transumanza della<br />
mandria di Pietro Monteverde: una “sfilata”<br />
di dignitosissime misses bianche, tra<br />
le quali ne spiccavano una zafferano e<br />
una carbone, ha percorso i circa dodici<br />
chilometri che separano i pascoli torriesi<br />
del Crociglia dalle<br />
stalle di Santo<br />
Stefano, attraverso<br />
<strong>Torrio</strong> e il passo<br />
del monte di<br />
Mezzo. Proprio<br />
come racconta il<br />
nostro muro.
FIORI D’ARANCIO TORRIESI<br />
Davide Negri e Miriam - 26-6-2010 Chiesa di Favale<br />
Laura Rezzoagli e Danilo – Santuario di Montallegro Rapallo<br />
Elisa Rezzoagli e Piero - Chiesa di <strong>Torrio</strong> 4 settembre 2010<br />
Simona Pozzoli e Luigi – Podenzano (Pc) luglio 2010<br />
A<br />
Tutti<br />
gli<br />
sposi<br />
i<br />
migliori<br />
auguri<br />
di<br />
Montagna<br />
Nostra<br />
e<br />
dai Soci<br />
del<br />
Consozio<br />
Rurale<br />
di<br />
<strong>Torrio</strong><br />
ontagna<br />
Nostra<br />
87
88<br />
ontagna<br />
Nostra
ontagna<br />
Nostra<br />
89
90<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
40 e 60 Anni portati bene<br />
<strong>Torrio</strong> in festa per due “classi di coscritti”: Silvie Peroni, Stefania Rezzoagli e Fabrice<br />
Masera hanno festeggiato i 40 anni e Maria Assunta, Maura, Rossella, Maria Luisa e<br />
Franca i 60 anni. Tutti nati a <strong>Torrio</strong>. Nella fotografia di GianCarlo i festeggiati con il<br />
parroco dopo la S. Messa celebrata al pomeriggio nella chiesa di San Pietro in <strong>Torrio</strong>.<br />
Alla sera al<br />
Centro Sportivo<br />
del paese i festeggiati<br />
hanno<br />
offerto la cena<br />
a buffet con la<br />
torta a tutti i<br />
Torriesi. Michele<br />
con la sua<br />
fisarmonica ha<br />
fatto ballare gli<br />
intervenuti fino<br />
a tarda notte.<br />
Le più belle..e brave della valle: Chiara, Dani, Elisa, Miki, Barbara, Chiarina, Stefania<br />
e Daniela - le nostre volontarie per ogni manifestazione.
Battesimo a <strong>Torrio</strong><br />
Sabato 25 settembre 2010<br />
Samantha Rezzoagli, a<br />
distanza di quasi tre anni dal<br />
fratello Mattia, con il battesimo<br />
è entrata “alla grande” nella nostra<br />
comunità cristiana. Il parroco<br />
Don Ferdinando Cherubin<br />
che quest’anno compie 25 anni<br />
di sacerdozio, molti dei quali in<br />
Val d’Aveto, ha celebrato il rito<br />
pomeridiano con la partecipazione<br />
di una folta delegazione<br />
di Torriesi. Nella foto Samantha<br />
con la famiglia.<br />
Commemorare Francesco<br />
Francesco, nato a <strong>Torrio</strong> il 5 febbraio 1938,<br />
ha sempre vissuto nel nostro paese. Primo<br />
dei due maschi della famiglia dei “Marcon”,<br />
una delle famiglie più in vista di <strong>Torrio</strong>.<br />
Una famiglia “illuminata”, una delle<br />
prime ad aver capito l’inutilità di ricostruire<br />
la casa in zona franosa per edificare<br />
invece sul terreno sicuro della “Casetta”.<br />
Francesco, scapolo, fu sempre di poche parole,<br />
lavoratore mite, silenzioso<br />
e instancabile. Prima<br />
nei lavori dei campi e dei<br />
pascoli, poi, rimasto solo con<br />
il fratello Silvio in quel lavoro<br />
di servizio che è il governo<br />
della casa. Non era facile ai<br />
rapporti sociali, forse per la<br />
sua naturale timidezza, forse<br />
per l’emarginazione che la<br />
vita di paese a volte riserva<br />
alle persone meno estroverse<br />
etichettate con superficialità.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
La riservatezza era quel limite che egli<br />
stesso si era posto. Avvertì i primi dolori<br />
della malattia alla fine di questo<br />
inverno e la prima diagnosi non fu del<br />
tutto negativa, ma le complicazioni e il<br />
prolungarsi della degenza all’ospedale<br />
di Bobbio non lasciarono intendere<br />
niente di buono. Lottò e fu una lotta<br />
difficile, ma raramente si lamentava<br />
dei dolori. Alla fine si<br />
consegnò nelle mani del<br />
Dio della vita condividendo<br />
la sua fragilità con chi<br />
amava. Francesco spirò<br />
all’ospedale di Lavagna il<br />
22 luglio 2010 senza aver<br />
più rivisto il suo paese: tutto<br />
il suo mondo. Ora vi è<br />
ritornato e riposa nel nostro<br />
camposanto.<br />
91
92<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
retorto-selVa<br />
roMpeggio-pertUso<br />
BUON NATALE<br />
Non c'è che dire: Dio deve proprio avere<br />
del fegato! Se fossimo noi ad essere<br />
Dio, chi mai scenderebbe, dal luminoso<br />
cielo ove abita in tutta serenità, verso<br />
un mondo come quello di oggi, tra crisi<br />
economiche vertiginose, guerre mai finite,<br />
nuove povertà che avanzano, stranieri<br />
che sempre più numerosi bussano<br />
alle nostre porte, cambiamenti climatici<br />
che provocano calamità gigantesche?<br />
E per cosa? Per venire in un'esistenza<br />
fatta di fatica e di conflitti che terminerà<br />
comunque nella morte? Certamente<br />
meglio sarebbe starsene al sicuro nella<br />
propria eternità, adorati da miriadi di<br />
angeli, senza rischiare nulla.<br />
E invece anche quest'anno ecco il Natale,<br />
a segnalare che Dio evidentemente<br />
non ragiona come noi.<br />
Per noi, infatti, è un Incosciente: ma chi<br />
glieLo fa fare?<br />
E però è Dio: è difficile pensare che sia impazzito! Allora, forse, non sarà che siamo<br />
noi a dover imparare qualcosa da Lui? Da quella sua piccolezza, da quella sua speranza,<br />
da quella sua fiducia che - con tutto quello che capita in questi anni - appare<br />
perfino fuori luogo? Cosa mai vedrà di così bello ed attraente nel nostro mondo di<br />
oggi per mettersi in gioco in quel modo, e per esporsi tanto? E se in questo mondo<br />
ci fosse davvero qualcosa per cui spendersi totalmente, senza riserve, pagando di<br />
persona, arrivando perfino a dare la vita?<br />
Evidentemente secondo Lui qui un tesoro c'è, qualcosa di estremamente grande e<br />
prezioso, qualcosa per cui lottare fino allo stremo dando tutto se stesso, senza risparmio<br />
e senza paura. Di che cosa si tratta? Probabilmente la risposta ci lascerà di sasso:<br />
perchè si tratta dell'uomo. Sì, proprio dell'uomo, cioè di me e di te, di ogni uomo,<br />
dell'onesto e del malvagio, del pacifico e del violento, dell'amico e dello straniero, del<br />
credente e dell'ateo, del cristiano e del musulmano, della prostituta e del pubblicano.<br />
Beato chi lo saprà apprezzare!<br />
Buon Natale!
Perché un campanile<br />
Ne abbiamo parlato già<br />
da tempo, dapprima<br />
con un po’ di distacco,<br />
ma poi seriamente:<br />
a Selva costruiremo il<br />
campanile!<br />
Qualcuno forse ha buone<br />
ragioni nel ritenere<br />
che sia inutile spendere<br />
soldi per fare delle<br />
torri, dal momento che<br />
siamo entrati in una società<br />
e in uno stile di<br />
vita che mal sopporta il<br />
suono delle campane.<br />
A dire il vero il nostro<br />
intento non è quello<br />
di istallare strumenti<br />
che potrebbero disturbare la quiete<br />
della montagna, quanto piuttosto, naturalmente<br />
insieme agli altri vari lavori<br />
di restauro dell’Oratorio, di ricavare uno<br />
spazio nuovo per liberare l’interno sella<br />
chiesetta da tanti armadietti ingombran-<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
ti e soprattutto porre<br />
un segno che richiami<br />
a noi stessi e a chi ci<br />
vede che il nostro paese<br />
non è semplicemente<br />
l’agglomerato di case<br />
vecchie e nuove di residenti<br />
o villeggianti<br />
anonimi, ma il luogo<br />
dove vive una comunità<br />
di persone che desidera<br />
avere un centro di<br />
aggregazione sia umana<br />
che religiosa, che<br />
considera ancora oggi<br />
l’ombra del campanile<br />
quale ambiente ideale<br />
per la crescita umana e spirituale sia dei<br />
bambini che degli adulti, che sa cosa significa<br />
celebrare il Natale… anzi proprio<br />
per quel bambino sceso per noi dal cielo<br />
in quella fredda notte di dicembre desideriamo<br />
che la nostra vita e la nostra<br />
storia continui a puntare<br />
verso quel cielo da cui<br />
Lui è sceso.<br />
Il campanile può essere<br />
proprio quel segno visibile<br />
che ci aiuterà a dare<br />
la direzione verso l’alto<br />
al nostro cammino.<br />
Intanto BUON NATALE<br />
ancora a tutti!<br />
I nostri volontari al lavoro<br />
a Selva. Un grazie a<br />
tutti!<br />
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94<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Credere al matrimonio…<br />
credere ai sacramenti<br />
Quando i nostri bambini si preparano ai primi<br />
sacramenti, soprattutto alla Prima Confessione<br />
e alla Prima Comunione, sanno che vanno incontro<br />
a Colui che attraverso quei riti si fa voce<br />
che li perdona, cibo che li alimenta, amore che<br />
li salva. Dovrebbe essere così anche per chi,<br />
non più bambino, vuole costruire una famiglia,<br />
e il modo con cui Dio va incontro a loro è il<br />
sacramento del matrimonio, che li renderà uniti<br />
nell’amore e forti nell’affrontare le difficoltà<br />
della vita..<br />
Nella chiesa di Ottavello lo scorso 18 settembre<br />
Barilari Piergiorgio e Repetti Elena hanno celebrato con gioia il sacramento<br />
della loro unione in Dio attorniati, oltre che dai paroci don Giovanni,<br />
don Roberto e don Ezio,<br />
da tanti amici e parenti che<br />
hanno fatto una vera “discesa<br />
dai monti” per augurare<br />
loro quanto nella preghiera<br />
è stato rivolto al cielo, non<br />
disdegnando poi, alla Volta<br />
del Vescovo, di manifestare<br />
la stessa gioia col momento<br />
conviviale. Auguri, soprattutto<br />
di tanta armonia!<br />
Foto Gaudenzi - Bettola
ontagna<br />
Nostra<br />
Assemblea parrocchiale a Rompeggio<br />
Nel tardo pomeriggio della festa dei santi il salone parrocchiale di Rompeggio ha visto<br />
un'affollata assemblea parrocchiale con la presenza di tutte le frazioni in riposta alla<br />
convocazione fatta dal parroco con la lettera che aveva questo contenuto:<br />
Tutti i Parrocchiani sono invitati ad un’Assemblea che terremo a Rompeggio nel salone<br />
della Parrocchia lunedì 1 novembre alle ore 17,00<br />
L’argomento di cui parleremo è presto detto:<br />
Tutti siamo al corrente del lascito di Ferrari Carlo alla Parrocchia; le pratiche per la<br />
successione si sono concluse in questi giorni e ora possiamo disporre a pieno titolo dei<br />
beni lasciati.<br />
Posso già anticipare, in sintesi, gli interrogativi che saranno posti:<br />
1) Siete d’accordo sul progetto di<br />
- sistemazione di tutto il piazzale della chiesa,<br />
- costruzione, ai margini del piazzale, del monumento dedicato (con targa in memoria<br />
di Carlo e familiari) a tutti coloro che hanno passato tutta la vita su questi nostri<br />
monti?<br />
2) Siete d’accordo di destinare le casette e l’area circostante in riva al Nure ad un centro<br />
per gli Scouts (con possibilità di piantare anche le tende) sulla falsariga di quanto<br />
già esiste a Spettine?<br />
3) La casa dove abitava Carlino è opportuno venderla o affittarla?<br />
4) Nel portico adiacente quella casa possiamo ricavare la sede del gruppo-feste che è<br />
da considerarsi la pro-loco del paese?<br />
5) Dei terreni sparsi un po’ dovunque riusciremo a venderne qualcuno?<br />
La casa dove abitava Carlo con annesso il fabbricato di stalla - cascina che, ristrutturato<br />
potrebbe ospitare la sede della “Pro Rompeggio”.<br />
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ontagna<br />
Nostra<br />
Il dialogo è stato schietto e costruttivo e<br />
ha portato alle seguenti delibere:<br />
1)All’unanimità si è approvato il primo<br />
punto, sia per la sistemazione del piazzale e<br />
dell’area tra la canonica e il campo sportivo<br />
che per la costruzione del monumento.<br />
2) Identico è stato il pronunciamento sulla<br />
destinazione a centro pastorale delle casette,<br />
con annessa area, in riva al Nure.<br />
3) Per quanto riguarda la destinazione dei<br />
due appartamenti della casa dove abitava<br />
Carlino è stata scartata l’ipotesi della vendita,<br />
mentre si è deliberato di affittarla, naturalmente<br />
a persone che diano buone garanzie<br />
di serietà con contratto regolarmente<br />
denunciato e registrato.<br />
4) Qualche difficoltà in più incontrerà la<br />
realizzazione della proposta, pure approvata<br />
da tutti, di destinare il cascinale a sede<br />
della pro-loco in quanto si dovranno prima<br />
verificare bene progetti e costi dei lavori di<br />
sistemazione.<br />
5) Infine si è affrontato l’argomento: vendita<br />
dei terreni. Qui la discussione è stata più<br />
lunga portando alla fine l’Assemblea ad approvare<br />
la seguente decisione:<br />
stralciati i terreni adiacenti alle<br />
case, che ovviamente non saranno<br />
alienati, tutti gli altri saranno<br />
messi all’asta in un unico<br />
blocco per essere venduti al<br />
miglior offerente. Nei due locali<br />
pubblici di Rompeggio e Pertuso<br />
saranno lasciati in visione,<br />
da natale alla fine di giugno, le<br />
mappe con i dati catastali per<br />
consentire a tutti di prenderne<br />
visione e fare la propria offerta.<br />
Il Consiglio economico della<br />
Parrocchia prenderà poi la decisione<br />
definitiva.<br />
Le due casette sul Nure con annesso<br />
(visibile parzialmene) lo stupendo ed<br />
esteso campo.<br />
In questo modo crediamo<br />
di onorare la<br />
memoria di Ferrari<br />
Carlo che, almeno per<br />
quanto ci risulta, fino<br />
ad oggi, è stato il più<br />
generoso benefattore<br />
a favore della Parrocchia<br />
di Rompeggio.<br />
L’area di accesso alla<br />
Chiesa, al Salone e al<br />
campo sportivo, oggetto<br />
di sistemazione.
A Rompeggio festeggiato San Michele,<br />
particolarmente venerato dalla gente di Rocconi.<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
“Tuta a fruta ha sa de mè” - tutta la frutta<br />
sa di miele - e S.Michele scende dalla sua<br />
nicchia dietro l’altare per stare un po’ con<br />
noi. E’ sorridente e vittorioso, ha sconfitto,<br />
con la spada, il Male, rosso mostriciattolo<br />
cornuto ed è pronto, con la bilancia<br />
tintinnante, a pesare le anime prima di accompagnarle<br />
nell’al di là. E’ bello vedere da<br />
vicino la sua statua: è di legno massiccio,<br />
colorata prevalentemente di azzurro e, nella<br />
parte posteriore, porta la seguente scritta:<br />
“Nardini e Rossi, Milano 1904 - Dono<br />
dei parrocchiani di Rompeggio Emigrati in<br />
America”. I partecipanti alla messa solenne,<br />
celebrata da don Roberto e da tutti i<br />
sacerdoti dell’Alta Val Nure, hanno avuto momenti di commozione nel vedere il loro<br />
copatrono, portato a spalla dai giovani, lungo la strada del paese e sostare un attimo<br />
davanti al cimitero (S.Michele protegge i sepolcri) mentre la processione lo seguiva<br />
pregando. Era una bella mattina di sole e aleggiava intorno il profumo dell’incenso.<br />
L’immagine di S.Michele, arcangelo armato, collega la storia di Rompeggio alla storia<br />
dei Longobardi ed è una delle più belle di tutta la provincia. La sua protezione è<br />
sicura, forte, secolare e resa ancora più forte da S.Terenziano, copatrono, vescovo di<br />
Todi che era nel 500 d.c. territorio longobardo come quello piacentino. Valeria Costa<br />
Riuniti a Pertuso<br />
i nipoti di Maria<br />
Giulia: Sonia, Manuel,<br />
Claudio, Simone,<br />
Gloria, Filippo<br />
e Francesca.<br />
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ontagna<br />
Nostra<br />
Pellegrino Cavanna di Pertuso, memoria storica e presente<br />
del suo paese, ci racconta dei forni per la farinata.<br />
Dovete sapere che forni per la cottura della farinata non esistono già pronti e le ditte<br />
specializzate in stufe , caminetti, forni ,barbecue, sanno che è un’impresa non di poco<br />
conto per cui lasciano ad altri il compito. Infatti per cuocere la fainà è necessario<br />
un particolare forno sia per dimensioni , altezza della volta, profondità del piano di<br />
cottura, alloggiamento della legna che brucia , uno spazio per la cenere e soprattutto<br />
bisogna valutare la quantità di fumo prodotto per costruire un camino di diametro<br />
adeguato e ……. Se non è possibile,in quanto il camino già esiste, si devono creare<br />
le condizioni per ridurre il volume del fumo affinché il tiraggio di un piccolo camino<br />
sia sufficiente a smaltire il prodotto dalla combustione della legna.( fumo ) e nel<br />
contempo ridurne la velocità. Sembra facile però …… bisogna conoscere i segreti di<br />
tale arte altrimenti si và incontro ad un insuccesso garantito.<br />
Bene dopo tutta questa barbosa spiegazione vi posso dare un consiglio spassionato<br />
e cioè : Se siete veramente intenzionati a costruire un forno per la farinata , rivolgetevi<br />
a Giorgio CAVANNA che ne ha realizzato<br />
uno PERFETTO a Pertuso nella casa<br />
dei pertusini (0523 929117 ) che vi darà<br />
TUTTE le informazioni del caso. Proprio<br />
TUTTE non sarei sicuro perché l’impresa<br />
di sapere, si avvicina molto all’impresa del<br />
rubare , rubare nel senso di carpire segreti<br />
che sono alla base di una qualsiasi impresa<br />
che sono gelosamente custoditi dall’artigiano.<br />
Buona fortuna! Pellegrino<br />
e ancora da Pertuso:<br />
La domanda che vorrei fare a tutti i lettori di <strong>MONTAGNA</strong> <strong>NOSTRA</strong> è la seguente : Conoscete<br />
la corrispondente parola in italiano di:<br />
1) GAVERDU, 2) PAIETTU, 3) VALLU, 4) BENA - 5) BULACCA, 6) BURLARO’, 7) SARASSU,<br />
8) SABO’, 9) BEGA, 10) BERNAS, 11) DEMURA, 12) ESEI, 13) SALAME. Questa ultima è una<br />
parola facile anzi facilissima, buona, anzi ottima specialmente se accompagnata da una fetta<br />
di pane di casa come lo sà fare ancora la Carla PONZINI, perché il segreto glielo ha insegnato<br />
la mamma TISEN che a sua volta l’ha appreso dalla nonna. Ritornando al SALAME ,<br />
(mangiatene poco perché è buono) e non fate come quel bambino che disse al padre: papè<br />
deimene ancura una fetta! (papà datemene ancora una fetta) e il padre rispose: peccheu ho<br />
già chiuso u curtellu. (peccato ho già chiuso il coltello). Noterete che in questo dialogo tra<br />
padre e figlio c’è tutta la filosofia di un popolo che oltre essere rispettoso (il figlio che si<br />
rivolge al padre con il VOI). Denota la scarsità del cibo che viene giustificata dal fatto del<br />
coltello già chiuso. I tempi sono cambiati, peccato però che è pure cambiato il rispetto che<br />
è dovuto ai genitori. Perdonate se vi ho stancato con le mie sciocchezze. Però penso che<br />
ogni tanto uno sguardo al passato non fa proprio male. Pellegru dei Burana
Emigrato da 35 anni negli Stati<br />
Uniti Mario Cavanna ritorna a<br />
riposare sui suoi monti di Pertuso<br />
Da 35 anni era emigrato<br />
negli Stati Uniti, ma il<br />
forte attaccamento alla sua<br />
terra di origine lo ha fatto<br />
“ritornare” per il perenne<br />
riposo nel piccolo cimitero<br />
di Rompeggio, a due passi<br />
dalla sua casa natale di<br />
Pertuso.<br />
Mario Cavanna, ultimo di<br />
cinque fratelli (tre morti in<br />
tenera età) nasce a Pertuso<br />
di Ferriere il 6 maggio 1944<br />
da Natale e Luisa Bernieri di<br />
Casaldonato. Dopo le scuole<br />
dell’obbligo frequentate nella<br />
frazione, Mario collabora all’attività<br />
agricola della famiglia coltivando i<br />
piccoli appezzamenti di terreno ad<br />
oltre mille metri. Svolge il servizio<br />
militare nella brigata “Turinense” degli<br />
Alpini, corpo che ha poi costituito<br />
per lui un forte punto di riferimento e<br />
un mezzo per incontrare gli amici del<br />
tempo. Negli anni settanta conosce<br />
Rita Benazzi, di<br />
Retorto, emigrata<br />
in America, in<br />
vacanza ogni<br />
estate nella<br />
frazione posta<br />
sulla sponda<br />
sinistra del Nure,<br />
proprio di fronte<br />
a Pertuso. Mario<br />
e Rita si uniscono<br />
in matrimonio a<br />
Ricordiamoli<br />
Bruno e Rita a Selva nel 1975<br />
ontagna<br />
Nostra<br />
Retorto il 10 agosto 1974. Rita ritorna<br />
in America e “chiama” nel gennaio<br />
del 1975 il marito nella nuova casa<br />
oltreoceano, dove trova<br />
occupazione come cuoco in<br />
alcuni ristoranti. Incomincia<br />
così per la nuova famiglia<br />
una seconda vita, coronata<br />
presto dalla nascita di<br />
Lisa e Roberto. Rita e<br />
Mario mantengono però<br />
uno stretto rapporto con<br />
la terra di origine, dove<br />
continuano a vivere parte<br />
dei loro affetti famigliari. In<br />
particolare rientrano nella<br />
loro casa a Pertuso, oltre<br />
che per le ferie estive, in<br />
autunno per la stagione di<br />
caccia e ad ogni adunata degli Alpini<br />
della zona. E proprio gli Alpini della<br />
zona hanno voluto ringraziarlo per<br />
la sua sensibilità di appartenenza al<br />
corpo presenziando al suo funerale,<br />
celebrato a Rompeggio dal parroco<br />
don Roberto e dedocandogli la<br />
preghiera dell’alpino letta da Renato<br />
Scaglia.<br />
Purtroppo dopo<br />
l’ultima sua<br />
“venuta” nel maggio<br />
scorso, le sue<br />
condizioni di salute<br />
peggiorano e a fine<br />
settembre Mario<br />
viene ricoverato<br />
nel Centro clinico<br />
“Monte Sinai”<br />
nella Central Park<br />
di Manattah dove<br />
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Nostra<br />
rimane per 9 giorni prima del decesso.<br />
Soddisfando ad un suo desiderio, la<br />
moglie Rita e i figli affrontano una serie<br />
di burocratiche e meticolose pratiche e<br />
lo accompagnano per il riposo “eterno”<br />
nella terra a lui tanto cara. Ad attenderlo<br />
nella piccola casa di Pertuso, dove ha<br />
sostato per una notte, il fratello Bruno<br />
con la moglie Mimma e tanti amici<br />
compaesani. Ricordando la figura di<br />
Mario, don Roberto ha messo in luce<br />
il sacrificio e la vita “retta” dei nostri<br />
emigrati: certamente Mario, come<br />
tanti altri, ha detto, non cercheranno<br />
il Signore, ma oggi sarà lui ha cercare<br />
loro. Interpretando il suo “testamento<br />
spirituale”, il celebrante ha invitato i<br />
presenti ad una pratica tanto cara a<br />
Mario, la preghiera, testimonianza di<br />
fede che ha caratterizzato, ha concluso,<br />
la sua vita di uomo e di cristiano.<br />
Quagliaroli Genoveffa<br />
Ai primi di ottobre Genoveffa Quagliaroli<br />
ha chiuso gli occhi per l’ultima<br />
volta nella casa di riposo di Farini<br />
dove era stata ospite, curata<br />
con tanto premura, negli<br />
ultimi 5 anni.<br />
La ricorderanno sempre<br />
con tanto affetto soprattutto<br />
la sorella Rosetta e i nipoti<br />
Anna, Gianmario e Giuseppina<br />
con le rispettive famiglie,<br />
ma terremo anche noi<br />
il ricordo della sua presenza<br />
nel “paese alto” dei Rocconi<br />
soprattutto negli anni<br />
in cui, col marito Antonio,<br />
Per la cronaca pubblichiamo sotto<br />
anche la foto della figlia Lisa, ripresa a<br />
Pertuso quest’estate con il marito Adam.<br />
Lisa è stata tra i testimoni oculari della<br />
tragedia dell’11 settembre 2001 delle<br />
Torri Gemelle. Sulla rivista americana<br />
Queens Ledger si è riconosciuta nella<br />
foto di copertina mentre, assieme ad<br />
una folla impaurita, fugge dal luogo<br />
del disastro.<br />
non faceva fatica a risalire l’erta stradina<br />
che porta alla loro casa, da dove<br />
potevano essere considerati le “sentinelle<br />
del paese”.<br />
Come detto gli ultimi anni<br />
di riposo li ha passati a Farini<br />
dove tutto il personale,<br />
a cominciare dal dott.<br />
Crenna, merita davvero un<br />
grosso grazie da parte dei<br />
parenti che intendono da<br />
queste righe allargare la<br />
loro riconoscenza a tutti<br />
coloro che hanno condiviso<br />
il momento di lutto.
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Nostra<br />
Gian Luigi<br />
Ferrari,<br />
espone a<br />
Ferriere i<br />
suoi magnifici<br />
esemplari<br />
bovini.<br />
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