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MONTAGNA NOSTRA - Torrio

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ontagna<br />

Nostra<br />

Notiziario Aveto - Nure N. 4 /2010<br />

Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P. D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46) Art1, comma 1 - DCB Piacenza<br />

Buon Natale e Buon Anno 2011<br />

da tutti gli alunni delle nostre scuole<br />

unitamente ai loro insegnanti


2<br />

ontagna<br />

Nostra


ontagna<br />

Nostra<br />

3


4<br />

ontagna<br />

Nostra


ontagna<br />

Nostra<br />

Direttore responsabile:<br />

Paolo Labati paolo.labati@tin.it<br />

Responsabile amministrativo:<br />

Don Giuseppe Calamari (0523 922234)<br />

Autorizzazione Tribunale Piacenza:<br />

n. 39 del 24 marzo 1975<br />

Poste Italiane Spa -Spediz. in A.P.<br />

D.L. 353/2003 ( Conv.in L. 27.02.2004,n.46)<br />

Art1, comma 1 - DCB Piacenza<br />

Stampatore:<br />

Industrie Grafiche Padane - Guardamiglio (LO)<br />

Tassa riscossa Dir. Amm. Poste Piacenza<br />

SOMMARIO<br />

RIcoRDI Del PASSATo....................................................................................pag.. 6<br />

chIeSA e monDo...................................................................................................pag.. 8<br />

feRRIeRe..............................................................................................................................pag.. 27<br />

cAnADello......................................................................................................................pag.. 37.<br />

ceRReTo RoSSI.........................................................................................................pag.. 41<br />

cASAlDonATo............................................................................................................pag.. 44<br />

gAmbARo.........................................................................................................................pag...46.<br />

gRonDone......................................................................................................................pag...51<br />

SolARo.................................................................................................................................pag.. 57<br />

cIRegnA...............................................................................................................................pag.. 58<br />

meTTeglIA........................................................................................................................pag.. 58<br />

cenTenARo.....................................................................................................................pag.. 63<br />

RoccA.....................................................................................................................................pag.. 69<br />

bRugneTo-cuRleTTI-cASTelcAnAfuRone...................pag.. 71<br />

VAl lARDAnA..............................................................................................................pag.. 81<br />

cATTARAgnA................................................................................................................pag.. 85<br />

cASTAgnolA................................................................................................................pag.. . ---.<br />

ToRRIo..................................................................................................................................pag.. 88<br />

ReToRTo-SelVA-RomPeggIo-PeRTuSo.............................pag.. 92<br />

In copertina gli alunni delle nostre<br />

scuole assieme ad alcuni insegnanti.<br />

Editoriale<br />

Guardando il presepe<br />

E’ arrivato finalmente il tempo di<br />

contemplare il presepe. La nostra attenzione,<br />

come è giusto, si soffermerà<br />

sul “bambino divino”, sulla mamma,<br />

su Giuseppe, sul bue e l’asinello. Non<br />

dobbiamo però dimenticarci di dare<br />

un’occhiata anche agli altri personaggi.<br />

Ce n’è uno in particolare che passa<br />

un po’ inosservato, ma che è sempre<br />

presente: è il pastorello dormiente,<br />

accovacciato nei pressi della grotta;<br />

dorme e sogna.<br />

Se riuscissimo anche solo per un attimo<br />

ad entrare nei suoi sogni potremmo<br />

scoprirvi le fantastiche immagini<br />

di una umanità nuova, fatta di uomini<br />

e donne che si preoccupano più<br />

di ascoltare che di parlare, che sanno<br />

sedersi sulle vette dei monti per ammirare<br />

la grandezza della natura, che<br />

sanno ridere e divertirsi quando assistono<br />

al gioco dei bambini, che sanno<br />

guardare l’altro dall’alto al basso<br />

solamente quando devono aiutarlo a<br />

rialzarsi da una caduta, che sanno<br />

commuoversi davanti al parto di una<br />

nuova creatura, che sanno lasciare ai<br />

deboli i primi posti, che vedono la propria<br />

vecchiaia non come l’anticamera<br />

della morte, ma come la stagione della<br />

pazienza e della tenerezza, che sanno<br />

chiedere perdono perché sono capaci<br />

di offrirlo, che sanno rispettare la natura<br />

per il rispetto che portano a Colui<br />

che l’ha creata, che sanno apprezzare<br />

la vita anche quando si fa croce, che<br />

hanno capito chi è quel bambino nato<br />

in tanta povertà e che può aiutarli a<br />

tradurre in realtà i sogni del pastorello<br />

dormiente nella notte di Natale.<br />

Buon Natale dai vostri Parroci<br />

5


6<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

ricordi del passato a cura di Paolo Labati<br />

Dai Bollettini parrocchiali del tempo.<br />

1950<br />

Villeggiatura al bilancio.<br />

La stagione della villeggiatura è terminata.<br />

Qualcuno avrà già fatto il suo bilancio<br />

per calcolare quale utilità ha tratto<br />

dall’industria del forestiero.<br />

Anche noi lo abbiamo fatto un bilancio,<br />

sia pure d’altro genere, un bilancio spirituale.<br />

Quale disastro! Ci siamo trovati di fronte<br />

ad un cumulo di rovine spirituali.<br />

Condotte, atteggiamenti, discorsi spesso<br />

leggeri apertamente riprovevoli: balli<br />

frequenti e, per di più, non sempre<br />

regolarmente autorizzati (almeno quelli<br />

tenuti all’aperto nella piazza del Comune<br />

e sullo stradone, nei pressi, purtroppo!<br />

Del Cimitero); indecenza di moda<br />

che è arrivata persino all’ignominia delle<br />

donne in calzoncini: passeggi notturni e<br />

bagni promiscui.<br />

Questi fatti noi, li ricordiamo per condannarli<br />

severamente, per richiamare<br />

chi se ne fosse reso, in qualche modo,<br />

colpevole, e perché tutti sappiano come<br />

vadano giudicati davanti la coscienza e<br />

il tribunale di Dio.<br />

Festa dei genitori<br />

e delle Famiglie<br />

I fanciulli si sono accostati ai SS. Sacramenti<br />

per i loro genitori. Nel pomeriggio,<br />

breve trattenimento nel teatrino parrocchiale,<br />

con premiazione dei fanciulli<br />

più meritevoli della Scuola di Catechismo<br />

per l’anno 1949/50. Riportiamo il<br />

nome di coloro che hanno avuto il premio<br />

di primo grado:<br />

Classe 2°: Bocciarelli Roberto, Carlini<br />

Ubaldo, Labati Renato, Nebulosi Renzo,<br />

Scaramuzza Danilo, Callori Angioletta,<br />

Malchiodi Giulia, Rizzi Rita.<br />

Classe 3°: Bozzi Roberto, Preli Vito<br />

Clase 4°: Labati Teresa di Bernardo.<br />

La Missione campestre<br />

Il Signore fa anche alla nostra Parrocchia<br />

un grande dono: la Missione Campestre.<br />

Tre Centri Missione avremo nel territorio<br />

della nostra Parrocchia: uno in paese,<br />

uno a Canadello e uno a Folli. Per ogni<br />

centro missione un Missionario che vi<br />

risiederà e una o due Maestre – Catechiste<br />

che si occuperanno particolarmente<br />

dei fanciulli e della Gioventù femminile.<br />

I Missionari, a somiglianza di quanto faceva<br />

Gesù durante la Sua vita terrena,<br />

chiederanno ospitalità alle vostre famiglie,<br />

si siederanno alla vostra mensa, vi<br />

porteranno una buona parola.<br />

Divisione del lavoro<br />

E’ avvenuto tra le massare della nostra<br />

chiesa. Così alla massara n.1 è stata affidata<br />

la cura dell’altare maggiore e la<br />

caccia alle ragnatele, sempre e dovunque<br />

incontrate. Alla massara n.2 l’altare<br />

della B.V. e la lotta contro la polvere.<br />

Alla massara n.3 l’altare di S. Antonio,<br />

la pulizia del pavimento e l’ordine delle


seggiole. Così se in chiesa non trovate<br />

una ragnatela, neppure a cercarla col<br />

lanternino, il merito è della Rita. Se le<br />

panche e le seggiole, sono ben spolverate<br />

anche prima di sedervisi, ringraziare<br />

Rosetta. E se il pavimento luccica come<br />

uno specchio, va data lode alla Margherita.<br />

Intanto le tre volenterose massare<br />

sono quasi giunte al termine del loro<br />

anno di servizio e stiamo già pensando<br />

ai tre nomi da annunciare il giorno di<br />

Pasquetta. Fin da questo momento raccomandiamo<br />

a coloro che saranno prescelte<br />

di voler accettare volentieri.<br />

1960<br />

La fortuna a Rocca<br />

Nel sorteggio dei premi messi in palio<br />

dalla Rai per i nuovi abbonati, la sera<br />

del 30 maggio è stato favorito il signor<br />

Luigi Balderacchi di Rocca vincendo<br />

una automobile 1100 Fiat.<br />

Prima Santa Messa a Grondone<br />

Don Giuseppe Calamari ha celebrato<br />

nella chiesetta del paese natio la sua Prima<br />

Messa attorniato dai famigliari e dai<br />

compaesani commossi sino alle lacrime.<br />

Assistevano il Novello Sacerdote Mons.<br />

Canonico Pietro Cavanna e il Prof. Don<br />

Franco Molinari del Seminario Vescovile.<br />

Nuovo Presidente<br />

della Pro Ferriere<br />

Nella sala del Consiglio viene eletto<br />

nuovo Presidente della Pro Loco il dott.<br />

Enrico Bassi che succede al dr. Albino<br />

Scaramuzza, dimissionario. Vice Presidente<br />

è risultato il dott. Ing. Giuseppe<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Scaglia, cassiere il dott. Carlo Scrocchi.<br />

Nominato il nuovo Parroco di<br />

Centenaro<br />

In seguito a concorso il Rev. Don Pietro<br />

Solari è stato nominato Arciprete della<br />

Parrocchia di Centenaro che è una delle<br />

più antiche ed importanti del nostro<br />

Comune.<br />

Nuovo Parroco a Castagnola<br />

A sostituire don Alfeo Prepoli, promosso<br />

alla Parrocchia di Pieve di Stadera, è<br />

stato nominato prevosto di Castagnola il<br />

M.R. Don Alessandro Civardi, già Curato<br />

a Fiorenzuola. Formuliamo per lui i più<br />

fervidi voti augurali.<br />

La scuola Media a Farini<br />

Con decorrenza primo ottobre del corrente<br />

anno (1960) funzionerà a Farini<br />

la scuola Media Statale a cui potranno<br />

essere ammessi anche alunni del nostro<br />

Comune. Per essere ammessi alla scuola<br />

è indispensabile l’esame di ammissione<br />

sostenuto presso una scuola media già<br />

funzionante. A Farini verrà istituito un<br />

dopo scuola per accogliere gli alunni al<br />

termine delle lezioni fino alla partenza<br />

dei servizi automobilistici.<br />

7


8<br />

ontagna<br />

Nostra


La missione ieri e oggi<br />

Ho frequentato lo scorso anno ed anche<br />

quest'anno il corso per formatori<br />

organizzato all'interno della missione<br />

popolare diocesana. Un corso a cui ho<br />

partecipato su segnalazione dei parroci<br />

di montagna, ma aperto a tutti perché<br />

ogni cristiano ha il dovere di essere missionario<br />

per sé e per gli altri.<br />

Gesù non parla al singolare, quando<br />

vuole impegnarci a diffondere il suo<br />

messaggio evangelico parla al plurale<br />

"Prendete il largo... Non abbiate paura".<br />

Sono stati illustrati modelli per vivere la<br />

missione in territori diversi. Io ho pensato<br />

alla nostra montagna con la convinzione<br />

che non può perdere questa occasione<br />

per rinfrescare i valori cristiani che<br />

hanno aiutato i nostri antenati ad essere<br />

cristiani autentici, pur nella povertà e nei<br />

disagi del tempo, praticando la condivisione<br />

del poco, che era di tutti, in una<br />

forma particolare di amicizia che faceva<br />

di ogni paese una piccola comunità<br />

dove ci si aiutava, si pregava insieme e si<br />

partecipava alle funzioni religiose. I nostri<br />

"vecchi" erano già un po' missionari,<br />

almeno fino a quando non si trattava di<br />

difendere, anche di soli dieci centimetri,<br />

i confini di un campo, perché quel pezzettino<br />

di terra era una risorsa di vita.<br />

Non si può progettare il presente senza<br />

riallacciarci alle esperienze del passato.<br />

Così per assegnare più significato alla<br />

missione diocesana popolare, che oggi<br />

coinvolge tutte le Unità Pastorali, ho recuperato<br />

nel ricordo tre esperienze missionarie<br />

che hanno attraversato la mia<br />

vita :<br />

- la missione con due sacerdoti in ogni<br />

parrocchia. A Grondone era stato asse-<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

chiesa e Mondo<br />

gnato don Curbis con un altro sacerdote,<br />

forse un seminarista;<br />

-la missione affidata a un missionario e a<br />

una missionaria i quali, dopo aver ricevuto<br />

il mandato a Ferriere alla presenza di<br />

tutta la popolazione del Comune, hanno<br />

raggiunto le varie parrocchie dove sono<br />

rimasti per una settimana. Nella mia parrocchia<br />

era arrivato Don Leo Lunardini<br />

con la missionaria Alba Ambroggi;<br />

- una missione più recente con la distribuzione<br />

del Vangelo a tutte le famiglie.<br />

Il ritorno al passato può aiutare, se non<br />

altro, a ritrovare quel filo conduttore che<br />

anima ogni missione: rinnovare il rapporto<br />

con il Signore nell'assegnazione di<br />

un significato d'amore e di speranza alla<br />

quotidianità di ogni esperienza e nell'impegno<br />

di essere ogni giorno un po' più<br />

fedeli al Vangelo.<br />

Il rapporto fra la prima missione che ricordo<br />

e la missione in svolgimento nelle<br />

Unità Pastorali della diocesi mette in risalto<br />

come il messaggio evangelico "Ama<br />

il Signore" con la totalità della vita e<br />

"Ama il prossimo tuo come te stesso" nella<br />

carità della condivisione, dell'ascolto,<br />

dell'attenzione agli altri, rimane attuale<br />

in ogni tempo e in ogni luogo.<br />

Cambiano i contesti di vita, cambiano le<br />

modalità di approccio umano e culturale,<br />

cambiano le forme di devozione, ma resta<br />

intatto l'invito alla Carità-Amore con<br />

l'impegno di capire i "segni del tempo"<br />

per trovare le strategie giuste e coinvolgenti<br />

adatte a realizzare comunità parrocchiali<br />

in cui ogni cristiano sia missionario<br />

di se stesso per esserlo poi nella propria<br />

famiglia, nell'ambiente di lavoro, nelle relazioni<br />

amichevoli e sociali.<br />

9


10<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ero piccola, frequentavo la scuola elementare,<br />

quando il missionario Don<br />

Curbis passava nelle famiglie per radicare<br />

nella quotidianità della vita familiare<br />

i messaggi evangelici precedentemente<br />

illustrati con passione negli incontri in<br />

chiesa o in canonica. Incontri programmati<br />

separatamente per i bambini, per i<br />

giovani, per le donne e per gli uomini ai<br />

quali era riservata la serata in canonica<br />

che si concludeva con una partita a carte<br />

e con una bicchierata insieme al parroco<br />

Don Domenico Bocciarelli.<br />

Tutti i parrocchiani: quelli che frequentavano<br />

abitualmente la chiesa, quelli<br />

che varcavano la porta della chiesa per<br />

la messa di Natale, la confessione a Pasqua<br />

e la partecipazione ai funerali, ma<br />

anche gli assenti abituali partecipavano<br />

agli incontri. Una presenza sentita come<br />

testimonianza, se non di fede, almeno<br />

di rispetto per quei sacerdoti che facevano<br />

loro il dono di incontrarli nel loro<br />

ambiente di vita, che ascoltavano i loro<br />

problemi, che li avvicinavano con l'amore<br />

cristiano che non è quello della commiserazione,<br />

ma dell'ascolto, della condivisione,<br />

della pari dignità.<br />

Missionari che hanno giocato con i bambini<br />

al pascolo dimostrando la presenza<br />

del Signore in qualsiasi condizione di<br />

vita, riscattando il senso di emarginazione<br />

in una preghiera comune che annullava<br />

le differenze e lasciava il "segno"<br />

della fratellanza.<br />

Hanno condiviso la cultura religiosa del<br />

paese espressa nelle processioni "comandate"<br />

al parroco per intercessione o<br />

per ringraziamento, ma hanno conosciuto<br />

anche quelle forme di superstizione<br />

che al segno di Croce, durante la tempesta<br />

che distruggeva i raccolti, univano<br />

l'esposizione sul ballatoio del ramo d'ulivo<br />

benedetto accanto alla paletta e alle<br />

molli della stufa disposte e croce.<br />

Hanno benedetto le case, ma anche le<br />

stalle, hanno benedetto i campi seguendo<br />

l'ordine dei punti cardinali col canto<br />

delle litanie dei santi come avveniva abitualmente<br />

durante le rogazioni.<br />

Hanno visitato tutte le famiglie dove si<br />

sono fermati a pranzo dietro invito o in<br />

una merenda più amichevole con pane,<br />

formaggio e un bicchiere di vino.<br />

Hanno predicato, hanno confessato, ma<br />

soprattutto hanno ascoltato, hanno condiviso,<br />

hanno fatto emergere la capacità<br />

di sentire la presenza del Signore nella<br />

vita quotidiana.<br />

Sono entrati nelle osterie ed hanno saputo<br />

controllare il disappunto immediato<br />

per gli intercalari che nella forma apparivano<br />

come bestemmie. Poi hanno ripreso<br />

l'argomento negli incontri serali per<br />

dimostrare che anche l'intercalare può<br />

diventare blasfemo se rivolto al Signore<br />

come sfida. Le mogli hanno successivamente<br />

confidato al parroco che i mariti<br />

si impegnavano per non usare intercalari<br />

nei quali ricorreva il nome di Dio e della<br />

Madonna. Piccoli e grandi cambiamenti<br />

espressioni di conversioni che realizzano<br />

in ogni tempo il fine della missione.<br />

Ad animare l'attuale missione popolare<br />

diocesana è proprio il cambiamento che<br />

porta a conversione intesa come impegno<br />

a non accontentarsi di un cristianesimo<br />

limitato a pratiche esterne senza la<br />

passione del cuore, senza la convinzione<br />

che la pratica del Vangelo non termina<br />

all'interno delle chiese, ma deve regolare<br />

tuttte le scelte di vita.<br />

Per questo ancora oggi è necessario vivere<br />

la missione come occasione di in-


contro, scambio, confronto per aiutarci<br />

vicendevolmente ad essere cristiani convinti<br />

e trasparenti.<br />

La missione popolare in atto in tutte le<br />

Unità Pastorali della Diocesi per metterci<br />

insieme come un popolo in cammino<br />

nel rafforzare la fede, la speranza, la carità<br />

si propone di approfondire tre temi<br />

importanti:<br />

- la relazione come momenti di incontro,<br />

di amicizia, di rispetto, di amore<br />

scambiato: ricevuto e donato. Gli incontri<br />

programmati per cantare, ascoltare<br />

il Vangelo, pregare insieme, ma anche<br />

gli incontri abituali in famiglia, in paese,<br />

all'osteria, nei luoghi di divertimento,<br />

nelle attività di volontariato in cui spesso<br />

è più difficile accettarci con le nostre diversità,<br />

e più difficile esercitare il rispetto<br />

delle idee, è più difficile dimostrare<br />

coi fatti e pronunciare con le parole "Ti<br />

voglio bene";<br />

- il senso del limite che investe la coscienza<br />

personale nel riconoscimento<br />

delle nostre mancanze, delle nostre fragilità.<br />

Il Signore ci accetta così come siamo:<br />

con i momenti di entusiasmo e con<br />

quelli del dubbio, con le nostre paure e<br />

con le nostre certezze.<br />

Ci chiede soltanto di riconoscere i nostri<br />

limiti per non chiuderci nel muro delle<br />

"nostre verità" che ostacolano l'aiuto reciproco<br />

e la fratellanza;<br />

-vivere la cittadinanza che sulla nostra<br />

montagna significa rispolverare quelle<br />

regole del vivere in comune che hanno<br />

portato i nostri antenati a salvare i paesi<br />

e a permettere un tenore di vita civile.<br />

Erano i tempi in cui ciascuno sentiva la<br />

responsabilità di una ricchezza comune<br />

per cui i contadini insieme pulivano le<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

strade e i canali di tutti come fossero<br />

proprietà private, sgombravano le strade<br />

dalla neve per favorire il passaggio<br />

di tutti, rispettavano le offerte alla chiesa<br />

senza misurare la povertà.<br />

Sorge spontanea la domanda: "E' ancora<br />

possibile vivere in montagna un'esperienza<br />

di missione? La risposta ci coinvolge<br />

personalmente sia nella scelta di<br />

questa possibilità, che nelle modalità di<br />

svolgimento che vanno adattate alla condizioni<br />

geografiche e alla cultura della<br />

nostra terra. Sono cambiati i tempi della<br />

missione di Don Curbis. non abbiamo<br />

più un parroco per ogni parrocchia, ma<br />

è pur vero che i pochi preti che hanno<br />

deciso di tenere aperte le nostre chiese<br />

sono i missionari della nostra montagna<br />

che possono seguirci nella scelta<br />

di varie iniziative: preghiere in comune<br />

fra i membri di tutta l'Unità Pastorale,<br />

ma anche nelle varie parrocchie, valorizzazione<br />

delle feste come momento<br />

di preghiera e di divertimento, incontri<br />

di approfondimento della Parola evangelica<br />

concretizzata nei problemi della<br />

nostra terra, partecipazione attiva come<br />

momento comunitario alle attività di<br />

volontariato, assegnazione di significato<br />

cristiano ad ogni attività possibile in<br />

montagna e tanto altro.<br />

Come? Con lo spirito missionario di<br />

gruppo che, pur partendo da un un<br />

numero limitato di aderenti, cresce per<br />

contagio nel desiderio di una crescita individuale<br />

per un bene comune. L'amore<br />

del Signore, che non ha mire di interessi<br />

personali, si propaga per contagio come<br />

espressione di amore, di convinzione e<br />

di trasparenza. Io credo nella possibilità<br />

della missione in montagna perché<br />

11


12<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Persone di Ferriere e Farini durante<br />

un abituale incontro.<br />

la cultura dell'incontro, dello<br />

scambio, della preghiera in comune,<br />

dell'impegno individuale<br />

per il bene di tutti appartiene<br />

alle nostre radici, e quindi si<br />

può passare da fatto eccezionale<br />

a regola di vita. Dobbiamo<br />

solo metterci insieme con la consegna<br />

ricevuta dal Signore "Prendete il largo",<br />

"Coraggio. Sono io. Non abbiate paura".<br />

La missione diventa allora occasione per<br />

superare la fragilità di non saper ricono-<br />

“Coraggio sono io, non abbiate paura”<br />

Per continuare il cammino nel secondo<br />

anno della Missione.<br />

Dopo un anno di cammino, a tratti anche<br />

faticoso ma sempre avvincente, possiamo<br />

riconoscere con cuore grato che<br />

lo Spirito Santo ha soffiato: molti hanno<br />

accolto l’invito e così abbiamo camminato<br />

insieme. Ne valeva la pena: è stata<br />

un’esperienza bella, motivo di speranza<br />

per il futuro delle nostre comunità.<br />

scere un dono: quello di un Dio presente<br />

nella nostra vita, nella storia delle<br />

nostre famiglie e della nostra montagna<br />

in ogni tempo e in ogni circostanza.<br />

Dina<br />

C’è un popolo in cammino, c’è una<br />

Chiesa in pellegrinaggio, ci sono fratelli<br />

ed amici che condividono la fatica e<br />

la bellezza del viaggio missionario. Altri<br />

potrebbero essere invirati ed unirsi al<br />

cammino. Per il secondo anno della missione,<br />

ascoltiamo con rinnovata fiducia<br />

l’invito di Gesù: “Coraggio, sono io, non<br />

abbiate paura!”. La Missione passa da<br />

qui: è un compito che supera le nostre<br />

scarse capacità e tuttavia possiamo<br />

andare avanti, riconoscendo<br />

che non siamo soli ma accompagnati<br />

da Colui che è presente e<br />

ci invita a vincere la paura. Sappiamo<br />

di avere un Padre che non<br />

abbandona i suoi figli e che ci<br />

ama come siamo: ma non vuole<br />

lasciarci come siamo, perchè desidera<br />

donarci la vita stessa nella<br />

sua vastità e bellezza.<br />

Gianni Ambrosio, Vescovo


Il Papa rivolge un monito: l’Amore non è merce di scambio<br />

Risuonano come un forte ammonimento<br />

nell’Italia degli scandali, le recenti parole<br />

rivolte da Benedetto XVI ai centomila<br />

ragazzi dell’Azione Cattolica giunti<br />

in Piazza San Pietro da tutta Italia: “Non<br />

adattatevi ad un amore ridotto a merce<br />

di scambio, consumato senza rispetto<br />

per sè e per gli altri”, “incapace di castità<br />

e purezza”, “questa non è libertà”.<br />

Molto amore, proposto dai media, non è<br />

amore, ma è egoismo, chiusura, vi dà l’illusione<br />

di un momento, ma non vi rende<br />

felici, non vi fa grandi, vi lega come una<br />

catena che soffoca i pensieri e i sentimenti<br />

più belli, gli slanci veri del cuore.<br />

Il Pontefice ha anche rilevato che “certo<br />

costa anche sacrificio vivere in modo<br />

vero l’amore - senza rinunce non si arriva<br />

a questa strada - ma sono sicuro che<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

voi non avete paura della fatica di un<br />

amore impegnativo e autentico. E’ l’unico<br />

che, in fin dei conti, dà la vera gioia”.<br />

Per il Papa, “c’è una prova che vi dice se<br />

il vostro amore sta crescendo bene: se<br />

non escludete dalla vostra vita gli altri,<br />

soprattutto i vostri amici che soffrono e<br />

sono soli, le persone in difficoltà, e se<br />

aprite il vostro cuore al grande amico<br />

che è Gesù”.<br />

“Anch’io nella mia giovinezza - ha detto<br />

ancora Benedetto XVI - volevo qualcosa<br />

di più di quello che mi presentava la società<br />

e la mentalità del tempo. Volevo respirare<br />

aria pura, soprattutto desideravo<br />

un mondo bello e buono, come lo aveva<br />

voluto per tutti il nostro Dio, il Padre di<br />

Gesù”.<br />

Missionari per la vita di tutti i giorni sul territorio:<br />

i nostri volontari della Croce Azzurra<br />

13


14<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Per rinnovare l’abbonamento al Bollettino<br />

I rinnovi degli abbonamenti al Bollettino dovranno avvenire unicamente<br />

attraverso versamento di conto corrente postale o bonifico<br />

intestato alla Parrocchia di San Giovanni Battista di Ferriere.<br />

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speriamo anche grazie alla pubblicità, di poter soddisfare come nel<br />

passato le varie esigenze.<br />

Anche per coloro che hanno sempre utilizzato il bollettino di conto<br />

corrente intestato alla Parrocchia di Brugneto, devono utilizzare<br />

questo nuovo conto corrente.<br />

Due momenti della vita nel capoluogo<br />

di questa estate: don Giancarlo incontra<br />

alcuni suoi parrocchiani piacentini.<br />

Mercoledì 8 dicembre 2010<br />

Festa dell’Immacolata Concezione<br />

Chiesa parrocchiale del capoluogo - Ore 15<br />

Celebrazione comunitaria per tutte le Parrocchie


Il nostro viaggio a Roma<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Roma è una ricca signora ultracentenaria che accoglie con un caldo abbraccio e lo<br />

spirito scanzonato da ragazzina. Impossibile non restarne affascinati ogni volta e<br />

non cogliere sempre nuovi significati nella sua storia. Parla e si mostra da sola, spiegandoci<br />

ciò che siamo a 360 gradi, attraverso segni che esseri umani come noi hanno<br />

lasciato in migliaia di travagliati anni. Non serve cercare, è tutto lì, basta lasciare libero<br />

lo sguardo e dimenticare la fretta. In questo modo riesci a sentire la fatica affrontata e<br />

la forza impiegata, vedi la genialità umana e percepisci in tutto questo una grandezza<br />

che di umano non ha niente: và oltre, ma attraverso l’uomo all’uomo si mostra. Se per<br />

Enrico IV° Parigi è ben valsa una messa, per noi Roma è ben valsa il viaggio di notte<br />

ed i tre giorni di passo veloce in piacevole, allegra e spontanea compagnia formata<br />

anche da persone fino ad allora sconosciute. Un ringraziamento a don Piero, ormai<br />

romano d’adozione, che per una giornata ha fatto da guida e da cicerone con cenni<br />

storici e curiose attualità. Un grazie anche ad Alberto, l’autista, che ci ha portato e forse<br />

anche sopportato, ma simpaticamente è stato parte del gruppo. In ultimo (ma solo<br />

in virtù del “dulcis in fundo”) per l’impegno organizzativo, il tempo regalato, la disponibilità<br />

e la compagnia GRAZIE a don Giuseppe per i tre giorni che ci ha regalato.<br />

E… “grazie Roma che ci fai vivere e sentire ancora . . .” (A.Venditti)<br />

Paola<br />

15


16<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Antonio Morisi, dalla bottega di Cà Gregorio<br />

A ntonio Morisi, classe 1933, è una fonte<br />

inesauribile di racconti di vita, che non dovrebbero<br />

mai essere dimenticati, per il bene di<br />

tutta la comunità dell’ alta Valnure. Originario di<br />

Cà Gregorio, piccola frazione nel comune di Farini,<br />

si è sempre dedicato fortemente al lavoro ed<br />

al sostentamento della famiglia; oggi in pensione,<br />

vive a Parigi con la moglie Margherita Balderacchi,<br />

ma non manca ogni estate di ritornare al paesello<br />

per ritrovare amici e parenti di cui conosce<br />

ogni vicenda. E’ facile incontrarlo al martedì al<br />

mercato di Ferriere o alla domenica nelle strade<br />

del capoluogo.<br />

Pietro Morisi, Il padre di Antonio, emigrò in Francia<br />

con la famiglia nei primi anni 30, ma fece presto ritorno in Italia, insieme alla<br />

madre, dopo la morte improvvisa del padre; Arrivato in val Nure prese da subito in<br />

carico la bottega di alimentari a Cà Gregorio, al tempo denominata “cooperativa” il<br />

cui proprietario era “Pirotto di Costabiancona” (Pietro Cavanna).<br />

“Era un piccolo negozio di alimentari”, racconta Antonio, “dove però mio padre vendeva<br />

di tutto: frutta e verdura, zucchero, salumi, chiodi, chiavi, carburo per la luce, petrolio,<br />

e tante altre chincaglierie”. Antonio con gli occhi lucidi racconta la sua infanzia,<br />

delle mattine passate a scuola a Cantoniera con i compagni e la maestra “Stomboli”,<br />

dei pomeriggi nei campi ad accudire le poche bestie della famiglia ed il lavoro in bottega.<br />

La famiglia Morisi, disponeva anche di un asino per la loro attività di vendita al<br />

dettaglio, ed il martedì Antonio partiva con il padre da Cà Gregorio per raggiungere<br />

i piccoli borghi più dispersi della valle quali: i Roffi, San Gregorio e Cassimoreno.<br />

“Era una specie di porta a porta”, spiega Antonio, “e quando passavamo nelle ville, la<br />

gente ci chiedeva le cose più disparate: anche le scarpe o l’olio d’oliva, la ricchezza ai<br />

tempi mancava e molto spesso eravamo pagati con uova anziché con denaro”.<br />

La bottega dei Morisi, attiva già negli anni quaranta, era un punto di riferimento di<br />

tutto il circondario e la gente giungeva anche da Coletta, Dosso, Chiarabini, i Frè, Cantoniera<br />

e Bolgheri per far spesa da loro, nonostante fossero presenti altri noti spacci<br />

come quelli di Pratogiardino e delle Moline.<br />

“Tutti i lunedì”, prosegue Antonio, “si andava con l’asino a Bettola a fare rifornimento<br />

per il negozio da Bignàm; spesso, giungeva in aiuto anche un amico di Montereggio<br />

che con un carretto trainato da cavalli, riusciva a portare più merce fino alla bottega.”<br />

Una particolarità di questa famiglia è la grande passione per la fotografia. Pietro Morisi,<br />

il padre di Antonio, disponeva già al tempo di una macchina fotografica, ancora<br />

oggi nelle mani del figlio, ed era ingaggiato per scattare foto durante matrimoni, feste,<br />

avvenimenti particolari o produrre semplici fototessere per i documenti. La maggior<br />

parte delle fotografie più antiche della vallata portano la firma di Morisi.


all’Associazione As.Pa.Pi. di Parigi<br />

La foto, scattata<br />

dal padre di Antonio<br />

Morisi, ritrae<br />

la trebbiatura in<br />

un'aia di Cà Gregorio.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

La prima svolta di Antonio<br />

avvenne all’età<br />

di 13 anni quando<br />

decise di lasciare il<br />

negozio del padre<br />

per intraprendere il<br />

duro lavoro al “frantoio di Bonvicini” che al tempo era posizionato nelle vicinanze<br />

di Farini. In seguito, il frantoio si spostò nei pressi della Cantoniera, e Antonio aveva<br />

l’arduo compito di avviare il “fugòn”, ovvero la caldaia a vapore che permetteva di<br />

trascinare, attraverso una cinghia, l’intero meccanismo del frantoio.<br />

“Mi alzavo alle 4 del mattino”, spiega Antonio, “ed andavo ad accendere il fuoco nella<br />

caldaia e nel frattempo caricavo i sassi nel frantoio aiutato da Severino di Cantoniera<br />

e da un amico di Bolgheri”. Altre volte Antonio si occupava della movimentazione in<br />

Nure dei mezzi pesanti, e poi si trasferiva al controllo del “fugòn” dove si dovevano<br />

curare pressioni e livelli, in un gioco tra acqua e fuoco che solo lui sapeva controllare<br />

così bene. “Quando abbiamo asfaltato la strada che da Farini arriva a Bettola”, spiega<br />

con compiacimento Antonio, “caricavo fino a 20 camion di ghiaia al giorno: tutti i<br />

sassi che si trovano sotto quella strada li ho prodotti quasi tutti io!”<br />

La stessa macchina a vapore che dava vita al frantoio, era utilizzata dall’azienda Bonvicini,<br />

a quei tempi, per dare movimento anche alla macchina per trebbiare il grano:<br />

“la macchina da bàtt”, com’è chiamata da quelle parti. Antonio spiega che con due<br />

buoi veniva portata a Cà Gregorio e rimaneva per una settimana in paese, spostandosi<br />

da una famiglia all’altra, da un’aia all’altra in un’esplosione di lavoro ma anche di<br />

festa. Antonio ricorda con lucidità anche l’Osteria dei tre venti di Boli del leggendario<br />

Vigiòn che si trovava vicino al Nure, ma soprattutto della dogana, sempre a Boli, gestita<br />

dalla signora Marianna che con una bilancia a 4 catene, pesava il sale o riforniva<br />

la gente di tabacco; prodotti che il padre non ha mai potuto commerciare perché<br />

merci governative. I racconti di Antonio sono coinvolgenti e molto dettagliati: sembra<br />

di rivivere con lui le stesse emozioni. Egli ha avuto anche la fortuna di vedere i due<br />

grandi macigni posti nel Nure conosciuti come Sassi della Maddalena, oggi scomparsi<br />

perché fatti esplodere per ricavarci materiale da costruzione.<br />

“Erano due grandi sassi uno più alto, quasi 20 metri, e appuntito mentre l’altro era<br />

17


18<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

piatto sulla cima, da dove ci si poteva anche tuffare nel Nure”, riporta Antonio, ”Era<br />

una bontà vederli in mezzo al fiume”. I vecchi raccontavano una leggenda, per prendere<br />

in giro i più piccoli, secondo la quale quei sassi li aveva portati, Padrèn di<br />

Maddalena (Pietro Gallini, noto scalpellino della zona degli anni passati) con il bàzul<br />

(bastone ricurvo per portare in bilico due pesi sulle spalle) e li aveva abbandonati<br />

proprio in quel punto perché troppo pesanti per posizionarli altrove.<br />

Trascorso il servizio militare come alpino, Antonio fa ritorno al suo paese, ma non<br />

trova più disponibile il suo lavoro presso il frantoio. Il suo posto era stato preso dal<br />

nipote del titolare e così decise di emigrare in Francia sotto la pressione e il consiglio<br />

di sua sorella che già risiedeva là da qualche anno. Questa fu la seconda grande svolta<br />

della vita di Antonio. Il cognato di sua sorella, aveva a Parigi un’impresa edile che lo<br />

assunse immediatamente: “Non ho mai cercato lavoro nella mia vita”, continua Antonio,<br />

“il giovedì del 18 ottobre 1956 sono partito per la Francia ed il lunedì successivo<br />

ero già in cantiere”. Il pensiero di Morisi era sempre però rivolto alla sua terra, alla<br />

sua Val Nure, e sarebbe stato disposto a tornarsene in Italia se l’impresa al frantoio lo<br />

avesse ripreso con sé. Il nuovo lavoro gli permise, però con l’esperienza, di realizzare<br />

diversi importanti edifici che tuttora caratterizzano la capitale francese.<br />

Possiamo citare alcune importanti opere di realizzazione e ristrutturazione a Parigi<br />

quali i cinema “Le Publicis” o “Cinerama Empire”, vicino agli Champs Elysée.<br />

A Parigi, Antonio conobbe anche l’amore frequentando la “Missione Cattolica Italiana”;<br />

“Ogni Domenica, si andava a Messa alla Missione, dove s’incontravano tanti italiani<br />

originari delle nostre parti”, racconta Antonio, “é lì che ho conosciuto Margherita,<br />

e l’ho sposata il 30 dicembre 1961”. Margherita nacque in Francia, ma la sua famiglia<br />

era originaria di Rocca proprio dove si conobbero con Antonio la prima volta, durante<br />

le vacanze estive. “… veniva in vespa da Cà Gregorio”, spiega Margherita, “per andare<br />

a trovare sua sorella che abitava a Taravelli, fu la prima volta che lo vidi. Molti anni<br />

più tardi ci siamo rincontrati, inaspettatamente, in Francia alla Missione Cattolica, poi<br />

ci siamo sposati subito e dalla nostra unione sono nati: Jean Pierre e Daniel”.<br />

Antonio e Margherita sono una coppia formidabile, ed ora si godono la pensione<br />

frequentando assiduamente l’associazione<br />

AS.PA.PI. (Associazione<br />

Parma Piacenza), diretta dalla cugina<br />

Josiane Ziliani Balderacchi.<br />

Claudio Gallini<br />

Una foto degli anni 50 del CINE-<br />

RAMA EMPIRE di Parigi dove,<br />

Antonio Morisi, lavorò duramente<br />

fino al suo completamento.


ontagna<br />

Nostra<br />

Ascoltiamo i nostri morti - Che cosa potrebbero dirci?<br />

Penso che il primo suggerimento che fraternamente vorrebbero lasciarci sia questo:<br />

"Non dimenticate la morte". C'è una frase che bisognerebbe non dimenticare: «I<br />

vivi chiudono gli occhi dei morti, ma sono i morti che aprono gli occhi dei vivi».<br />

Pensare alla morte vuol dire vivere nella verità. Molti di noi che non pensano mai alla<br />

morte ma per ritrovare la verità, basta entrare in un cimitero. Dopo pochi passi, si è<br />

già in una dimensione diversa dell’esistere. Certe cose che ci sembravano importanti<br />

si ridimensionano, certe altre che sembravano insignificanti prendono un valore nuovo<br />

e insospettato. Vediamo la vita con occhio e cuore diversi. "Pensate alla morte", ci<br />

dicono i nostri morti, pensate alla vita che è dopo la morte. Quale vita? Come si può<br />

immaginare e descrivere? I morti sono muti su questo. Nessuno è tornato a parlarne.<br />

Neanche Lazzaro ne ha parlato. Neanche Gesù risorto. Vuoi dire allora che non sappiamo<br />

niente? Sappiamo ciò che conta veramente sapere: che la morte non ha l'ultima<br />

parola. Ed è l’amore il segreto della nostra risurrezione. C'è già in noi quest'idea,<br />

radicata nel profondo: che l'amore è più forte della morte.<br />

Può sembrare un atteggiamento ingenuo, eppure quanto è rispettabile soprattutto<br />

perché rivelatore di questa profonda. convinzione: che l'amore vince la morte.<br />

La fede ce ne dà la conferma. È vero: se Cristo è risorto, è perché in lui l'amore si è<br />

rivelato più forte della morte. Si può capire allora il fraterno ammonimento che ci<br />

viene dai nostri morti: amatevi a vicenda ora che è tempo. Perdonatevi a vicenda. Non<br />

aspettate che una persona sia morta per compiere un atto di pietà che faccia tacere i<br />

rimorsi. Amatevi a vicenda e così preparerete la vostra risurrezione.<br />

Questo ci dicono oggi i nostri morti. (Luigi Bozzoli)<br />

Questo giorno, Signore,<br />

mi porta ogni anno<br />

il suo carico di tristezza<br />

perché mi fa percepire,<br />

talora in modo lancinante,<br />

la perdita di tante persone care<br />

che hanno portato nella mia esistenza<br />

la dolcezza dell'affetto,<br />

la consolazione dell’amicizia.<br />

Preghiera<br />

Questo giorno, Signore,<br />

mi porta ogni anno un invito alla riconoscenza,<br />

ad un'intensa gratitudine<br />

perché mi fa misurare<br />

con stupore e con gioia<br />

i tanti raggi di luce e di bontà<br />

che hanno percorso la mia esistenza.<br />

Questo giorno, Signore,<br />

mi porta ogni anno<br />

un annuncio di speranza:<br />

so che non ho perduto per sempre<br />

coloro che ho tanto amato,<br />

so che un giorno li ritroverò,<br />

accanto a Te,<br />

trasfigurati dalla tua misericordia<br />

e dalla tua bellezza.<br />

Questo giorno, Signore,<br />

mi porta ogni anno<br />

ad esprimere una preghiera,<br />

a supplicarti per quelli<br />

che attendono il giorno del compimento<br />

e vivono il tempo della purificazione.<br />

(R. Laurita)<br />

19


20<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Hanno superato l’esame di maturità<br />

Bergonzi Agostino di Casaldonato<br />

- Perito Industriale presso l’Istituto<br />

Tecnico “Marconi” di Piacenza<br />

Nicola Baffari,<br />

Istituto alberghiero<br />

"G.<br />

Marcora" con<br />

la votazione<br />

di 100/100<br />

Calamari Sebastiano di Grondone<br />

Sopra - Geometra.<br />

Malchiodi Simona<br />

di Grondone Sotto diplomata<br />

Ragioniera


Toscani Ilaria di Canadello - Liceo Classico<br />

“Gioia di Piacenza. Ilaria ha superato<br />

l’esame con la votazione di 100/100 e la lode<br />

meritando il premio ministeriale “bravissimi”<br />

in ambito provinciale.<br />

Sono diventati... maggiorenni.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ferrari Gabriele di Rompeggio - Perito<br />

Elettrotecnico presso l’Istituto Industriale<br />

“Marconi” di Piacenza.<br />

21


22<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Labati Lucia<br />

Laurea triennale in Architettura<br />

con la votazione<br />

di 110/110 e lode con<br />

la tesi: “Riqualificazione<br />

dell’area waterfront:<br />

nuovo centro direzionale<br />

per Piacenza”.<br />

In foto Lucia con i genitori<br />

Paolo e Margherita<br />

nella sede piacentina del<br />

Politecnico.<br />

Hanno raggiunto la laurea<br />

Artivi Barbara,<br />

laurea triennale in<br />

Economia presso<br />

l’Università Cattolica<br />

di Piacenza con<br />

la tesi “Associazione<br />

nuovi viaggiatori”.<br />

Barbara ringrazia il<br />

relatore prof. Paolo<br />

Rizzi per la sapiente<br />

e preziosa collaborazione.


Bergonzi Mattia - Laurea triennale in<br />

Ingegneria Meccanica conseguita nella sede<br />

di Piacenza del Politecnico di Milano con la<br />

tesi: “Teste di fresatura per metalli, Analisi<br />

delle tipologie attuali ed ipotesi di sviluppo di<br />

un nuovo modello di testa di fresatura a due<br />

assi continui: valutazioni prestazionali ed<br />

economiche”.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

De Nicolo Simone, di Francesco e Rossi<br />

Clotilde residente a San Giorgio Su Legnano<br />

(Mi) laureatosi in ingegneria informatica presso<br />

il Politecnico di Milano.<br />

Osservatorio astronomico sul monte Bue<br />

Le intenzioni sono dichiarate da un protocollo<br />

siglato con la Liguria per far decollare<br />

l’Osservatorio astronomico del<br />

Monte Bue. L’argomento è stato al centro<br />

dell’incontro recentemente svoltosi a<br />

Santo Stefano d’Aveto dove è stato siglato<br />

il protocollo d’intesa per la realizzazione<br />

del centro e degli impianti contestuali<br />

(cabinovia versante di Ferriere, skilift versante<br />

Bedonia e ristrutturazione del rifugio<br />

in vetta). Coinvolti tutti i territori a cui<br />

guarda Monte Bue: piacentino, genovese<br />

e parmense. La Provincia di Piacenza è<br />

stata indicata capofila dell’iniziativa, la<br />

stessa convocherà le riunioni del neocostituito<br />

gruppo di lavoro.<br />

Il documento che ha validità quinquennale,<br />

prevede una vasta azione di reperimento<br />

fondi, compresa l’Unione<br />

Europea, la ricerca di potenziali investitori<br />

privati e altre azioni finalizzate a<br />

promuovere l’iniziativa. Si tratta di un<br />

progetto importante per la valorizzazione<br />

delle bellezze paesaggistiche della<br />

nostra montagna. L’augurio e l’auspicio<br />

che il tutto trovi concreta attuazione.<br />

23


24<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Racconti di mare, di monti e... di gamberoni<br />

Dopo un intenso anno concertistico<br />

(Carpaneto, Ferriere, Cerreto,<br />

Grondone, S.Stefano d’Aveto,Centenaro,<br />

Pertuso, San Giorgio), per la prima volta<br />

il Coro Polifonico ha lasciato le tranquille<br />

terre continentali ed è approdata<br />

su di un’isola accettando di esibirsi in<br />

un concerto nella chiesa di S. Chiara a<br />

Marciana Marina, sull’incantevole ISOLA<br />

D’ELBA.<br />

Anche grazie all’interessamento dell’elbano-genovese<br />

Bruno, si è potuta organizzare<br />

la trasferta. Purtroppo il preavviso<br />

era breve e la popolazione ne è stata<br />

messa al corrente poco tempo prima del<br />

giorno stabilito. Tuttavia l’adesione anche<br />

dei non addetti ai lavori (di corde<br />

vocali) è stata lo stesso notevole.<br />

Insieme con noi erano aggregati anche<br />

alcuni cantori del Coro di Carpaneto<br />

giacché è stato suggellato un gemellaggio<br />

tra Coro di Carpaneto e quello di<br />

Ferriere. L’euforia e l’entusiasmo da subito<br />

erano alti, in parte dovuti al fatto<br />

della sorpresa di essere stati invitati a<br />

cantare cosi lontano da casa (evidentemente<br />

siamo più apprezzati da persone<br />

a noi sconosciute quanto piuttosto dai<br />

nostri stessi concittadini).<br />

CRONISTORIA FANTOZZIANA.<br />

Giorno della partenza: alle ore 4 del<br />

mattino intabarrati come eschimesi al<br />

Polo Nord con temperatura massima di<br />

gradi 2 centigradi saliamo sul torpedone<br />

alla volta di Piacenza città per far salire<br />

gli sventurati carpanetesi che ancora<br />

non sanno cosa li aspetta. Dopo aver<br />

caricato il resto della truppa, il Celso comunica<br />

il programma del viaggio e fa<br />

notare che la prossima tappa sarà fra<br />

circa ore 2 di viaggio senza interruzioni<br />

e quindi di resistere per eventuali questioni<br />

fisiologiche: infatti appena passati<br />

10 minuti sosta di emergenza perché<br />

proprio a lui scappa (consiglio ai naviganti:<br />

per la prossima volta munirsi di<br />

pannolone gigante).<br />

A mano a mano che i minuti scorrevano<br />

inesorabili, la temperatura aumentava<br />

sempre più all’interno delle pellicce<br />

in cui ci eravamo rintanati e la busecca<br />

faceva sentire i primi lamenti; ad un<br />

certo punto Spotti si alza e si avvicina<br />

alla testa del pulman: E’ IL SEGNALE.<br />

Celso avvisa che tra breve ci si fermerà<br />

all’autogrill per la colazione. Il termine<br />

non è propriamente esatto; la merenda<br />

consiste in una mega tavolata lunga alcuni<br />

metri nella quale sono esposti: N°<br />

imprecisato di salami di Ferriere Dop tra<br />

i quali spicca un gentile di oltre mezzo<br />

metro di lunghezza; Coppa stagionata<br />

Igp ultima sopravvissuta della Festa della<br />

Coppa; N° sconosciuto di pizze, focacce,<br />

varie qualità di formaggi e svariate pagnotte<br />

con annessi ettolitri di vini, bibite<br />

e acque minerali. All’allegra combriccola<br />

si unisce una Compagnia di paracadutisti<br />

in trasferta i quali gradiscono l’agape.<br />

Calmati i morsi della fame si riprende<br />

il viaggio attraverso la pianura toscana.<br />

Nel frattempo oltrepassiamo le lussureggianti<br />

colline dell’antica ETRURIA e per<br />

2 lunghe ore il toscano Bruno non fa altro<br />

che lodare la celeberrima MACCHIA<br />

MEDITERRANEA battibeccando con il<br />

GIARDINIERE DI FERRIERE (per eliminarla<br />

basterebbe una gomma chiosa). In<br />

lontananza ad un certo punto si intravede<br />

la Torre Pendente con il Battistero:<br />

siamo in prossimità di PISA. La corriera<br />

prosegue e finalmente arriviamo a LI-


VORNO e poi a PIOMBINO. Attracchiamo<br />

a PORTOFERRAIO sull’isola dalla<br />

strana forma di balena: L’ISOLA D’ELBA.<br />

Il panorama è indescrivibile: mentre ci<br />

si inerpica sulle stradine tortuose, sottostante<br />

si estendono le baie, le calette e le<br />

spiagge una più bella dell’altra.<br />

ORE 16 si riparte per MARCIANA MA-<br />

RINA dove andremo a cantare. Caratteristica<br />

cittadina rivierasca, bel lungomare<br />

con antica Torre di Avvistamento<br />

dell’epoca dei pirati saraceni.<br />

ORE 17 capatina in una cantina locale<br />

per assaggi vini (chiamali assaggi, semmai<br />

grande tracannamento) ed eventuale<br />

acquisto degli stessi.<br />

ORE 18 Concerto. Rimaniamo sbigottiti<br />

di fronte all’affluenza di ascoltatori, gremita<br />

fino all’ultimo posto con sindaco<br />

nelle prime panche. Iniziamo concentratissimi<br />

come il solito, caldo terrificante<br />

sia per tensione sia per temperatura che<br />

sfiora i 18 gradi. Comincia il finale; dapprima<br />

il SILENZIO poi BARBARA ANN<br />

infine MAMMA. Qualche lacrima scende<br />

sulle gote, la commozione si fa largo negli<br />

animi, bis con SALVE REGINA cantata<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

da tutti i presenti compreso il parroco<br />

polacco: un'ovazione e tutti ad applaudire<br />

a piene mani. E’ stata una gioia ed un<br />

piacere cantare per questi isolani; ci hanno<br />

ripagato della fatica di tutto un anno<br />

di prove e dalla delusione di vedere i<br />

luoghi nel quale cantiamo abitualmente<br />

a casa nostra desolatamente deserti. Diminuito<br />

lo stress con foto di gruppo, ci<br />

accoglie Remo e ci porta nel celeberrimo<br />

ristorante “DA ZORBA”. A cena finita<br />

alcuni commensali di origine piemontese<br />

ci chiedono di cantare qualcosa: non<br />

glielo facciamo ripetere due volte. Praticamente<br />

eseguiamo un secondo concerto<br />

nei locali del ristorante. Una ragazza<br />

vuole che intoniamo SIGNORE DELLE<br />

CIME perché ha un congiunto arruolato<br />

negli alpini in Afghanistan. Commossa si<br />

scioglie in un pianto dirotto. Chissà cosa<br />

avranno pensato di quei quattro scalmanati<br />

che cantano passando nelle strette<br />

stradine in un’oasi di pace e silenzio.<br />

Forse è meglio non saperlo.<br />

Rientro sotto una pioggia battente ed un<br />

freddo cane. MISSIONE COMPIUTA!<br />

Il 2° BASSO da destra<br />

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26<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

L’Albero della Speranza<br />

“L’albero della speranza<br />

che la scorsa estate si è visto<br />

sulla piazza principale<br />

del paese, ha dato i suoi<br />

frutti, grazie alla generosità<br />

di villeggianti e ferrieresi.<br />

Il denaro ricavato per l’addobbo<br />

dell’albero stesso è<br />

stato destinato alle urgenti<br />

necessità della Dott.sa Lipeti<br />

che opera presso le<br />

popolazioni Masai in Kenia.<br />

La Dott.sa in una lettera inviata<br />

lo scorso anno alla<br />

Diocesi metteva in risalto<br />

la grave situazione in cui<br />

si trovava quella popolazione aggravata<br />

dalla siccità che aveva causato la perdita<br />

di tutte le capre, animali che forniscono<br />

latte e, carne a quelle popolazioni.<br />

“ Tanta fame, tanta povertà, che cosa<br />

sarà di questa gente?”<br />

La corale ha accolto questo<br />

messaggio di dolore e, con la<br />

collaborazione di tante persone<br />

generose ha raccolto<br />

€. 650,00. In data 10 ottobre<br />

2010 in una lettera inviata<br />

alla Presidente del Coro, la<br />

Dott.sa Lipeti scrive:<br />

“Gent.ma Sig.ra, ho ricevuto<br />

il grande dono che il Coro<br />

Polifonico Le Ferriere ha<br />

destinato alla nostra Missione<br />

tra i Masai. Proprio oggi<br />

6 ottobre abbiamo iniziato<br />

l’acquisto di capre per le famiglie<br />

più povere, utilizzando la vostra<br />

offerta. Dal profondo del cuore, grazie<br />

infinite e, il Buon Dio vi ricompensi”.<br />

Con profonda riconoscenza<br />

Francesca Lipeti<br />

Ambulatorio a Pontedell’Olio<br />

Recentemente mi sono state prescritte visite specialistiche non compatibili con i tempi d'attesa<br />

indicati attraverso la prenotazione con le strutture ospedaliere pubbliche.<br />

Casualmente sono venuta a conoscenza di un Poliambulatorio in attività a Pontedell'Olio,<br />

dove ho potuto sottopormi alle visite richieste in tempi brevi e dove ho trovato insieme ad<br />

una sicura competenza professionale anche tanta umanità e la possibilità di effettuare esami<br />

di approfondimento contestualmente alla visita. Per una maggiore conoscenza allego dati<br />

informativi su questa attività con il numero telefonico per fissare gli appuntamenti e per chiedere<br />

ulteriori informazioni. Tel. 0523 87 44 30<br />

Dottor Fornasari Guglielmo – Ambulatorio di diagnostica strumentale non invasiva vascolare<br />

(ecodoppler) -<br />

Dottor Crippa Giuseppe: Ambulatorio per ipertensione e malattie vascolari<br />

Dott.ssa Garetti Maria Chiara – Ambulatorio di Medicina fisica e riabilitazione (artrosi e<br />

problemi di movimento).<br />

A dicembre completerà l'equipe anche il dott. Gandolfini, specialista cardiologo per il funzionamento<br />

del Laboratorio di Cardiologia<br />

Dina


ontagna<br />

Nostra<br />

Ferriere: in festa la classe del ‘50<br />

I coscritti del 1950, oggi “neo sessantenni” hanno festeggiato insieme il significativo<br />

traguardo di vita, per molti coincidente anche con il pensionamento dall’età lavorativa.<br />

Dopo la messa ascoltata nella chiesa parrocchiale del capoluogo, i partecipanti<br />

si sono trasferiti nella trattoria di Cassimoreno per trascorrere in amicizia la seconda<br />

parte della giornata. Non è mancata la foto ricordo, scattata nel vicino e stupendo<br />

castagneto al centro della frazione.<br />

Paolo Labati nuovo Presidente del Consorzio Casa Protetta Farini Ferriere<br />

Il Consorzio Casa Protetta Farini Ferriere, proprietario della struttura sita a Farini sul Lungonure<br />

per non autosufficienti ha da pochi giorni un nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione:<br />

Paolo Labati di Ferriere. Infatti l’assemblea dei due Comuni, formata dal Sindaco<br />

di Farini Antonio Mazzocchi e dal delegato di Ferriere Giancarlo Opizzi, prendendo atto della<br />

recente scomparsa di Ernesto Manfredi, ha provveduto al reintegro dell’organo amministrativo.<br />

E’ stato infatti nominato, come sopra accennato, il nuovo presidente e confermati i due<br />

consiglieri Andrea Reggi e Domenico Chinosi, entrambi di Farini. Alla riunione di Assemblea<br />

ha partecipato il segretario dott. Carlo Pronti.<br />

La struttura ospita oggi 33 anziani, posti tutti “coperti” ed è ormai in fase di arrivo il completamento<br />

dell’estensione che metterà a disposizione una decina di posti in più. La gestione è<br />

affidata alla Cooperativa Coopselios.<br />

27


28<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Farini piange tre compaesani<br />

Nel breve periodo di poco più di un<br />

mese Farini ha vissuto tre momenti di<br />

lutto per la scomparsa di:<br />

Maria Garilli, (n. 4 novembre 1923<br />

m. 14 ottobre<br />

2010)<br />

che per<br />

l u n g h i<br />

d e c e n n i<br />

ha gestito<br />

assieme<br />

al marito<br />

Pino Maiocchi<br />

e<br />

a tutta la<br />

famiglia la<br />

Trattor ia<br />

del Ponte,<br />

punto<br />

di riferimento anche sociale per tutta<br />

l’alta Valnure;<br />

Roberto Dragoni,<br />

(n. 06.04.1935 - m. 27.10.2010) persona<br />

semplice, umile, disponibile per ogni<br />

necessità della vita di tutti i giorni,<br />

vita affrontata con grande apertura<br />

verso tutta la comunità;<br />

Mario (Dino) Roffi.<br />

Da mezzo secolo Roffi – 76 anni - è<br />

stato interprete e fautore dello sviluppo<br />

sociale ed economico del territorio: da<br />

un piccolo negozio di alimentari, allargato<br />

ad edicola e bazar di giocattoli<br />

ha voluto e saputo soddisfare le esigenze<br />

di un paese in crescita turistica, di<br />

un territorio che per essere abitabile<br />

aveva bisogno di tutto e la disponibilità<br />

di Mario non è venuta mai a meno.<br />

In questa sua missione di servizio al<br />

territorio, lo stesso si è avvalso della disponibilità<br />

e dell’intelligente collaborazione<br />

della moglie Maria Malchiodi di<br />

Brugneto che a Farini dal 1960 gestiva,<br />

assieme alla mamma Maria e alla<br />

sorella “Geppa” il Bar Paris. Un ruolo<br />

svolto sempre con il sorriso sulle labbra,<br />

ma con tanto rigore e correttezza<br />

professionale e grande “apertura” alle<br />

esigenze del paese.<br />

Un pubblico grazie a Mario è stato<br />

espresso da Mirella Poggioli: “un grazie


per aver dato tanto al nostro paese e<br />

alla sua gente”. Pensiero di gratitudine<br />

ripreso anche da Anna Guglieri<br />

nella preghiera dei fedeli.<br />

“Dino era una persona che ha dato<br />

davvero tanto per il suo paese, giorno<br />

dopo giorno” afferma il sindaco di<br />

Farini Antonio Mazzocchi. “Ci teneva<br />

ai suoi prodotti, ci teneva a fare bella<br />

figura e che il paese la facesse. Era<br />

uno in gamba, una persona pacata,<br />

gentile. Una persona che a me piaceva<br />

molto. Per il paese è una perdita molto<br />

significativa”.<br />

Partecipava alla vita sociale e cri-<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

stiana del paese collaborando con le<br />

associazioni locali (Presidente della<br />

Bocciofila) e membro del Consiglio<br />

Pastorale.<br />

Il rito religioso di “estremo saluto”<br />

celebrato nella chiesa parrocchiale è<br />

stato presieduto dal parroco don Luciano<br />

Tiengo, attorniato da alcuni<br />

sacerdoti della zona e da mons. Piero<br />

Bracchi, il sacerdote che ha anche<br />

unito in matrimonio Mario e Maria il<br />

19 novembre 1964.<br />

Roffi lascia la moglie e i figli Antonio<br />

(che prosegue l’attività commerciale)<br />

e Riccardo. Paolo<br />

Lo scorso 4 Novembre, Giovanni Cavanna di Coletta ha festeggiato, con figlie e nipoti,<br />

il bel traguardo dei 95 anni.<br />

29


30<br />

Natale!<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Il clima natalizio creato nelle vetrine,<br />

nelle strade dalle insegne luminose,<br />

da quel senso di gioia di ritrovarsi per<br />

una cena, una gita sulla neve per una<br />

pausa invernale, ma il vero senso del<br />

Natale dove lo metto?<br />

Se non facciamo un posto a Gesù nella<br />

vita di tutti i giorni, se non lo sappiamo<br />

amare nelle persone iniziando da quelle<br />

di casa, da quelli che incontriamo, da<br />

quelli che arrivano e noi chiamiamo stranieri<br />

(ma anche Gesù è uno straniero).<br />

Oggi non troviamo il tempo per la preghiera,<br />

per la Messa domenicale. C’è un<br />

canto che dice:<br />

“andarono i pastori<br />

ad adorare il Bambino<br />

andarono i re magi<br />

andiamo anche noi!”<br />

Buon Natale!<br />

Ferriere<br />

Gesù viene<br />

Egli viene e con lui che viene,<br />

viene la gioia.<br />

Se lo vuoi, ti è vicino,<br />

anche se non vuoi ti è vicino.<br />

Ti parla anche se non gli parli.<br />

Se non l’ami ti ama ancora di più.<br />

Se ti perdi viene a cercarti.<br />

Se non sai camminare, ti porta.<br />

Se tu piangi,<br />

sei beato per lui che ti consola.<br />

Se sei povero,<br />

hai assicurato il regno dei Cieli....<br />

Così entra nel mondo la gioia,<br />

attraverso un Bambino<br />

che non ha niente.<br />

Don Primo Mazzolari


ontagna<br />

Nostra<br />

Sopra: alcuni momenti<br />

della festa<br />

estiva a Folli.<br />

A fianco Claudio<br />

Celaschi alla fiera<br />

del bestiame<br />

con il suo calesse.<br />

31


32<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Orme sulla neve che portano alla culla della vita<br />

Le orme di San Paolo<br />

Mi chiamo Paolo. Un “poco di buono” avrebbero detto i primi cristiani, almeno fino a<br />

quando, dopo una brutta caduta da cavallo, ho capito che stavo sbagliando strada. Per<br />

accogliere Gesù che vuole nascere in voi vi invito a seguire la mia orma: ho trovato<br />

la mia strada quando ho deciso di ascoltare Dio.<br />

“La carità è paziente, la carità è benigna:<br />

non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,<br />

non manca di rispetto, non cerca il suo interesse,<br />

non si adira, non tiene conto del male ricevuto,<br />

non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.<br />

Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. (1 Cor 13, 4-6)<br />

Le orme di Madre Teresa<br />

Mi chiamo Teresa. Sono una suora tanto piccola quanto famosa.... Eppure non<br />

sono un’attrice, nè una cantante, nè posseggo grandi ricchezze. Ho vagato per<br />

le strade di Calcutta, in India, indossando un saio e con il rosario in tasca... niente di<br />

più! Ho conosciuto e amato il volto di Gesù in tanti poveri attorno a me ed è questa<br />

l’orma che vi regalo per la vostra preparazione al Natale.<br />

O Signore, c’è una guerra e io non possiedo parole.<br />

Tutto quello che posso fare è pregare.<br />

E mentre prego so che, ancora una volta,<br />

Tu trasformerai la guerra in pace e l’odio in amore.<br />

Dacci la pace, o Signore, e fa’ che le armi siano inutili<br />

in questo mondo meraviglioso. Amen Madre Teresa


ontagna<br />

Nostra<br />

Le orme di Pier Giorgio Frassati<br />

Mi chiamo Pier Giorgio. Sono nato a Torino da una ricca famiglia. Amavo le scalate<br />

in montagna. Ero un bravo sciatore, un esperto nuotatore, praticavo la vela,<br />

il canotaggio, il ciclismo, l’equitazione.<br />

Una valanga di vita. Pronto in ogni occasione a far baccano con i miei compagni. Ma<br />

più di tutti amavo i poveri della mia città. Ho preso tanti rimproveri per essere tornato<br />

tardi a pranzo o a cena, a volte senza scarpe e senza cappotto per aiutare i miei compagni.<br />

Nella mia orma stava scritto così: “ama ogni giorno la persona che incontri”.<br />

Le orme di S. Paul Tchen<br />

Mi chiamo Paul Tchen. Sono nato in Cina, mio padre era molto povero e mi<br />

affidò alle cure di alcuni missionari che gestivano l’orfanotrofio della Santa<br />

Infanzia. Alcuni bambini francesi, con tanto amore, si erano impegnati con il loro vescovo<br />

a recitare una preghiera al giorno e a dare un soldo al mese per noi. Crescevo<br />

e conoscevo Gesù. Mi piaceva così tanto che chiesi di essere battezzato e a 15 anni<br />

entrai in Seminario. Purtroppo un generale della mia provincia odiava la religione<br />

cristiana. Mi fece arrestare insieme ai miei compagni e ci hanno uccisi dopo giorni di<br />

prigionia e malattia.<br />

La mia orma?<br />

Non mi sono mai vergognato di Gesù,<br />

non l’ho tradito dicendo che non ero cristiano<br />

per salvarmi dalla prigionia e dai colpi di scure.<br />

“Siamo tentati in tutti i modi, e fanno ogni sforzo<br />

per strapparci la nostra fede,<br />

ma noi preferiamo morire che rinunciare<br />

alla nostra religione”.<br />

Paul Tchen<br />

Sarmadasco, Lisa e Lorenzo espongono<br />

orgogliosi i loro trofei “agricoli”..<br />

33


34<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Complimenti Tamara<br />

Tamara Preli, dopo aver conseguito il diploma di perito<br />

agrario Cerere unitario presso l’Istituto Italo Calvino di Noverasco<br />

(Mi), si è arruolata nell’Aeronautica militare presso il<br />

313° gruppo di addesrramento acrobatico delle frecce tricolori<br />

del 2°<br />

Stormo<br />

di Rivolo<br />

-<br />

U d i n e ,<br />

a c c o -<br />

gliendo<br />

valori come lealtà, onore, coraggio<br />

ed onestà, fino a farli diventare<br />

cadini di una disciplina di vita.<br />

Ora si preparerà a proseguire gli<br />

studi presso l’Accademia Aeronautica<br />

di Pozzuoli per conseguire la<br />

laurea in scienze militari per il<br />

ruolo di navigante.<br />

“Vita nuova” nel<br />

capoluogo.<br />

La famiglia di<br />

Danilo Cavanna<br />

è stata recentemente<br />

allietata<br />

dalla nascita di<br />

Massimo, arrivato<br />

a far compagnia<br />

al fratellino<br />

Andrea.


Sergio, usi<br />

e colori del legno<br />

“Sergio, usi e colori del legno”:<br />

il titolo di una esposizione<br />

di oggetti allestita nel<br />

capoluogo l’estate scorsa e<br />

realizzati con grande spirito<br />

artistico da Sergio Peretti,<br />

un affezionato frequentatore<br />

dell’alta Valnure, che<br />

trascorre a Cerreto Rossi da<br />

decenni le proprie vacanze<br />

estive, sapendo cogliere<br />

dagli aspetti semplici della<br />

natura della piccola frazione<br />

l’ispirazione per la realizzazione<br />

di piccoli capolavori<br />

che ora costituiscono un patrimonio<br />

affettivo e reale.<br />

Peretti, quarant’anni di lavoro alle Fonderie<br />

Mazzoni, di cui oltre venti nelle funzioni<br />

di responsabile della produzione<br />

non è un “anonimo” nel borgo ferrierese:<br />

dall’impegno politico amministrativo<br />

in città negli anni ottanta ad organizzatore<br />

di serate ricreative e di tornei di tennis<br />

in ricordo del figlio Massimo deceduto<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

in città a seguito di incidente stradale.<br />

E proprio un’attività lavorativa che presuppone<br />

estro e creatività sono alla base<br />

dei suoi hobby che nel tempo ha saputo<br />

sviluppare ed ha proposto alla cittadinanza<br />

e ai tanti ospiti estivi della zona.<br />

Auguriamo a Sergio, sempre supportato<br />

dalla moglie Marisa, di ripetere la bella<br />

iniziativa anche la prossima estate.<br />

Paolo<br />

Euscursione<br />

estiva da Cerreto<br />

al capoluogo<br />

35


36<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

“Verofiore” apre a Ferriere<br />

Il desiderio di ritornare nella<br />

propria terra dell’alta Valnure<br />

e la professionalità acquisita in<br />

tanti anni di lavoro nel settore<br />

commerciale a Genova hanno<br />

coronato il desiderio della famiglia<br />

Tupin – Quagliaroli di offrire<br />

alla comunità la propria esperienza<br />

di lavoro subentrando nel<br />

negozio di fiori al centro del paese,<br />

sulla piazza ex Municipio.<br />

Veronique Tupin, nata e cresciuta<br />

in Francia, dopo il matrimonio<br />

con Remo Quagliaroli di Rocconi,<br />

si stabilisce a Genova continuando nel<br />

commercio l’esperienza acquisita oltre<br />

frontiera. Nella città ligure la famiglia di<br />

Remo gestiva da anni un tipico negozio<br />

di farinata. Ora la famiglia, rimasta sempre<br />

legata all’alta Valnure da rapporti di<br />

amicizia con tutti, cogliendo l’opportunità<br />

della cessione di attività della passata<br />

gestione del locale negozio di fiori, ha<br />

scelto di dare una testimonianza di<br />

attaccamento alla propria terra. Nei<br />

giorni scorsi Veronique, attorniata<br />

dal marito Remo, dal fratello Laurent,<br />

dalla figlia Stephanie e da tanti amici<br />

ha ufficialmente inaugurato il punto<br />

vendita che rimane aperto al pubblico<br />

con la denominazione di “Verofiore”.<br />

Paolo<br />

In arrivo l’inverno<br />

Dall’abbigliamento con cui Giuseppe<br />

Ferrari (Pino di Cassimorenga)<br />

- poeta, astrologo, teologo - si è presentato<br />

in chiesa a Cerreto si prospetta<br />

imminente l’arrivo dell’inverno.


Vive Felicitazioni<br />

Il 18 novembre è nato Davide Garosi<br />

di Giuseppe e Ester Zanier.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Il 14 settembre è nato Jacopo<br />

Calamari di Davide e Laila Speroni.<br />

I giovani di Casa Montagna<br />

alla Messa festiva.<br />

37


38<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ricordiamoli<br />

Bernardi Raymond<br />

Deceduto a Folli lo scorso 29 luglio, fra la sua<br />

gente, nel paese dove sono nati i suoi genitori,<br />

nella terra dove desiderava sempre tornare. E’ sepolto<br />

in Francia accanto ai suoi cari.<br />

Bergonzi Angelina ved. Labati<br />

Angelina ha fatto ritorno dalla Francia, per riposare<br />

nel cimitero di Ferriere, accanto ai suoi<br />

cari. Vita lunga quella di Angelina, 99 anni,<br />

ma vita anche di tanto lavoro, fatiche, tribolazioni,<br />

sofferenze sopportate con fede e con<br />

la sensibilità del cuore di mamma, che sa nascondere<br />

i dolori del cuore, per donare amore e<br />

fiducia a quanti le sono accanto. I funerali si sono svolti nel cimitero di Ferriere<br />

il giorno 21 ottobre, accompagnata dai figli Primino, Giuseppe e Concetta con le<br />

rispettive famiglie provenienti dalla Francia che hanno sempre avuto venerazione,<br />

amore e riconoscenza alla loro cara mama, suocera, nonna. Anche la gente<br />

di Ferriere non ha voluto mancare per pregare e chiedere aiuto ai nostri cari<br />

partiti per la patria celeste dove tutti siamo in cammino.<br />

Giornate di pioggia battente hanno contraddistinto le festività dei Santi. Maltempo<br />

che ha condizionato ma non ridotto la nostra partecipazione ai cimiteri<br />

per una visita e un doveroso grazie ai nostri morti.<br />

Riguardo al capoluogo un grazie alle persone - tutti volontari - che come gli<br />

anni scorsi si sono fatti carico della pulizia e dell’ordine di questa nostra<br />

seconda casa.


ontagna<br />

Nostra<br />

Boeri Maria ved. Beretta<br />

Maria era nata a Boeri nel luglio<br />

1920. Alla “periferia” del capoluogo<br />

era cresciuta nella famiglia assieme ai<br />

fratelli Giovanni e Angelo, mantenendo<br />

sempre con loro uno stretto rapporto<br />

di familiarità. Negli anni sessanta, seguendo<br />

Giovanni e la cognata Carolina<br />

Taravella si era trasferita a San Giorgio<br />

trovando - come tanti altri nostri concittadini<br />

- occupazione nelle allora fiorenti<br />

industrie del pomodoro. Angelo,<br />

invece si trasferì a Pontenure formando<br />

la propria famiglia.<br />

In età non più giovanile Maria conobbe<br />

Salvo Beretta, persona umile e dolce<br />

come lei, e assieme formarono la loro<br />

famiglia. Purtroppo la loro unione fu sciolta presto in modo naturale per la<br />

scomparsa di Salvo. Per Maria, rimasta priva anche del fratello Giovanni inzia<br />

la strada in “salita”: i primi acciacchi, le prime indisposizioni fino ad uno stato<br />

di non autosufficienza, in cui trova naturale dimora nella Casa di Riposo locale<br />

“Ceresa” e lì trascorre gli ultimi anni della sua vita. Ritornava spesso nella sua<br />

casa di Boeri, non mancando mai una visita al cimitero e alla cugina Lucia<br />

Moia. Un desiderio forte quello di Maria di attaccamento al suo paese, messo in<br />

atto anche nelle sue ultime volontà per ritornare a riposare per sempre nel nostro<br />

cimitero. E così è stato martedì 16 novembre.<br />

Un trenino per visitare il capoluogo<br />

39


40<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

canadello<br />

La solitudine dell’uomo moderno<br />

Quale paradosso spicca nella scena<br />

del nostro tempo, mentre le comunicazioni<br />

si sviluppano senza sosta,<br />

nell’era dei satelliti e dei missili, mentre i<br />

mezzi audiovisivi premono sulle masse,<br />

mai così tanto l’uomo si è trovato solo.<br />

Se in realtà, spesso ascoltare l’altro non<br />

è che una fatica, in mezzo alla nostra<br />

vita cittadina così agitata e frenetica, ove<br />

il tempo è tanto prezioso e si deve guadagnare<br />

denaro per integrarsi sempre<br />

più in una società dei consumi. Spesso<br />

ricorre il detto proverbiale: “il tempo<br />

è denaro”. Ma allora tu forse ascolti il<br />

tuo vicino di casa con i suoi problemi?<br />

Forse tu conforti questa persona anziana,<br />

ammalata e sola, che nemmeno la<br />

famiglia visita? Medesima situazione se si<br />

affrontano le istanze del dialogo sociale<br />

o politico; il non dimenticarlo è già una<br />

forma di impegno per il cristiano.<br />

Ma come siamo indifferenti davanti a<br />

questi problemi! Un esempio tipico nelle<br />

grandi città: la gente si ignora, spesso<br />

non conosce nemmeno i propri vicini di<br />

casa... Negli ospedali la maggior parte<br />

dei malati non riceve visite, o molto poche,<br />

e non parliamo delle case di riposo,<br />

una parola di conforto a una persona<br />

anziana non vale una gita in macchina<br />

alla domenica.<br />

Egoismo umano, ciascuno per sè e Dio<br />

per tutti, questi sono i drammi della nostra<br />

società, che generano flagelli, come<br />

la droga, i giovani si chiudono in se<br />

stessi e i conflitti generazionali spesso<br />

potrebbero essere evitati se i genitori<br />

si mettessero in ascolto del loro figli e<br />

aprissero con loro un vero dialogo.<br />

Stesso clima nei conflitti del mondo del<br />

lavoro, i sindacati e i patronati dovrebbero<br />

essere per l’ascolto di una migliore<br />

giustizia sociale, per la difesa dei più poveri...!<br />

E il problema vale specialmente<br />

per i paesi del terzo mondo.<br />

Paese ricco... paese povero...; nei ristoranti<br />

dell’Europa occidentale, sempre<br />

pieni, il cliente è ingozzato e nello steso<br />

tempo, ogni giorno, bambini muoiono di<br />

fame in India, in Etiopia, in Brasile, ecc.<br />

Per metterci all’ascolto<br />

dell’altro, alla base c’è da<br />

toccare la cellula familiare,<br />

che educa e da dei principi,<br />

ma riconosciamo che<br />

questa è sempre più ridotta<br />

e ripiega se confina in se<br />

stessa.<br />

Buon Natale!


ontagna<br />

Nostra<br />

Alcuni ricordi dell’estate:<br />

- la processione per San Bernardo<br />

e alcuni momenti dell’incontro dei<br />

fratelli Giovanni e Valentino Draghi<br />

con il loro Sindaco di Nogent Jacques<br />

Martin, in visita a Ferriere.<br />

41


42<br />

Seminare<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Una volta in settembre - ottobre sulle<br />

nostre montagne tutti erano intenti<br />

a seminare il grano perchè non mancasse<br />

il pane in casa. Poi si vendevano i<br />

buoi grossi e si tenevano quelli piccoli<br />

affinchè non venisse meno il fieno nella<br />

cascina. Ora tutto è sparito, anche la<br />

fiera che si tiene a Ferriere mostra alcuni<br />

cavalli, diventati di moda, ma pochissimi<br />

bovini perchè le stalle i contadini sono<br />

stati costretti a chiuderle e così siamo rimasti<br />

pochi ed anziani.<br />

L’importante però è ancora seminare<br />

- il grano della speranza per combattere<br />

e vincere la battaglia quando sembra<br />

che la vita stia finendo;<br />

- il grano del sorriso per ridare fiducia<br />

e serenità a quanti ci stanno attorno e<br />

cerreto rossi<br />

che hanno condiviso le tante fatiche, ma<br />

anche tanti momenti belli;<br />

- il grano del coraggio per risollevare<br />

quanti vivono momenti difficili o vedono<br />

tutto nero nel mondo di oggi e rimpiangono<br />

gli anni passati;<br />

- il grano dell’entusiasmo pensando<br />

che non tutto è perduto.<br />

Nel mondo c’è ancora tanto bene, i tanti<br />

sacrifici e i belli esempi rimarranno nel<br />

cuore dei figli e dei nipoti.<br />

Semina<br />

tutto ciò che c’è di bello in te, le piccole<br />

cose, i tuoi desideri, la tua fiducia, la<br />

tua fede, la tua onestà, l’amore alla tua<br />

famiglia, i tuoi acciacchi che cerchi di<br />

non far pesare agli altri e abbi fiducia<br />

che ogni granellino arricchirà un piccolo<br />

angolo di qualche cuore che a sua<br />

volta darà i suoi frutti, perchè così è stato<br />

anche per noi.<br />

Semi di bene che abbiamo visto negli<br />

altri e che sono stati per anni nascosti<br />

o dimenticati nel cuore ad un certo momento<br />

sia per l’avanzare degli anni, per<br />

certi avvenimenti o per doverci trovare<br />

nella stessa situazione di chi ce li aveva<br />

donati sono riapparsi e sono diventati<br />

forza e pane di vita.<br />

Simona Tagliani di Michele e Sabrina<br />

Boeri è felice di presentare la sorellina<br />

Emma, nata il 30 luglio 2010


Ricordiamoli<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ferrari Attilio<br />

n. A02.08.1926 - m. 28.09.2010<br />

ttilio si è spento all’ospedale di Piacenza il 29<br />

settembre dopo una breve malattia.<br />

Nato a Cassimorenga da genitori contadini, persona<br />

semplice e amante dei suoi campi si è<br />

adattato a fare diversi lavori. Negli anni sessanta,<br />

come tanti, si è trasferito in Lombardia, prima<br />

vendendo sementi e poi altra merce.<br />

Non essendosi sposato, amava la sua indipendenza,<br />

Dopo la scomparsa della sorella Maria di<br />

29 anni, viveva con il fratello Emilio e la cognata<br />

Giuditta. Ha fatto anche diverse campagne a<br />

trebbiare il frumento con Andrea Palmieri, poi ha<br />

continuato la vita da contadino. Come tutti quei<br />

di Cassimorenga, se poteva non mancava mai alla<br />

S. Messa e al pomeriggio della domenica amava scendere all’Albergo Grondana<br />

per incontrare qualche amico e per fare una partita a carte.<br />

Grande gioia per lui quando il pronipote Alessio di due anni gli diceva: “nonno<br />

Tillio tieni il bastone”.<br />

Assistito dai suoi nipoti Armando e Dorina, ha lasciato un vuoto in questa terra,<br />

ma avrà incontrato i suoi cari familiari e quanti anche lui aveva accompagnato<br />

alla vita eterna. I funerali si sono svolti nella Chiesa di Cerreto.<br />

Caro zio, infiniti ricordi affollano la nostra mente da quando, piccoli, ci presentavi<br />

orgoglioso agli amici e quando partecipavi contento, sia pur affrontando<br />

tanti chilometri, alle nostre cerimonie di Cresima, Prima Comunione o Matrimonio.<br />

Con il tuo fare apparentemente burbero, in realtà eri ben felice quando<br />

trascorrevi le feste importanti insieme a noi. Eri ancora più contento del nostro<br />

arrivo quando ci accoglievi con qualche rimprovero per il ritardo e ci vedevi<br />

diventare adulti con soddisfazione.<br />

Negli ultimi anni la tua vita è stata allietata dalla presenza di Alessio che ti chiamava<br />

“Tillio” e ti era molto affezionato quando correva a prenderti il bastone<br />

appena ti alzavi. Caro zio noi potremmo riempire pagine di ricordi, ma ci limitiamo<br />

a chiederti di guidarci ulteriormente dall’alto e da lassù di essere foriero<br />

di insegnamenti come in vita. Sarai sempre nei nostri cuori.<br />

I tuoi pronipoti Davide, Lorena e Alessio.<br />

43


44<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Dio convocò un’assemblea<br />

Un giorno, sentendo che le cose non<br />

andavano bene sulla terra, Dio convocò<br />

un’assemblea straordinaria dei rappresentanti<br />

degli uomini, una specie di<br />

parlamento dell’umanità.<br />

Non fu facile scegliere i rappresentanti,<br />

nel senso che per metterli d’accordo ci<br />

vuole molta pazienza.<br />

Dio però in quanto pazienza era ben<br />

fornito.<br />

Nell’aprire i lavori disse più o meno così:<br />

“mi riferiscono che sulla terra ci si lamenta<br />

molto, per problemi di lavoro, ingiustizie,<br />

razzismo, disunioni, uccisioni,<br />

guerre, droga, camorra, inquinamento,<br />

ecc.”.<br />

Ora vi ho convocato perchè voglio sapere<br />

e avere una risposta a questa domanda:<br />

“Di tutte queste cose qual’è la causa<br />

e la cosa che vi dispiace di più?”.<br />

Imbarazzo generale. Bella domanda domandò<br />

qualcuno. Sì, perchè un conto è<br />

lamentarsi di tutto e di tutti, tranne che<br />

di sè, altra cosa è trovare una soluzione.<br />

casaldonato<br />

Nel silenzio generale, finalmente si alza<br />

una mano. Era un tipo nè alto nè basso,<br />

ma che tutti chimavano “Sincero”.<br />

La cosa che mi dispiace di più è che non<br />

ci capiamo più tra noi. A me pare che<br />

è venuto a mancare il “buon senso”, il<br />

ripetto, l’amore. Ora regna il proverbio:<br />

“Dio per tutti, ognuno per sè”.<br />

Una parete invisibile ci impedisce di comunicare,<br />

nonostante i tanti mezzi di comunicazione<br />

che la scienza ci ha messo<br />

a disposizione.<br />

Questa è la cosa che mi dispiace di più.<br />

Dio aveva ascoltato in silenzio, con molta<br />

attenzione. Anche lui in passato aveva<br />

avuto dei problemi a capire gli uomini.<br />

Forse sarà stato per quella parete invisibile?<br />

Ma ad un certo punto, circa duemila anni<br />

fa, aveva mandato d’urgenza sulla terra<br />

Suo Figlio Gesù col compito previsto<br />

non tanto di capire gli uomini (impresa<br />

praticamente impossibile) quanto di<br />

amarli facendosi un Bimbo e per salvarli<br />

disposto a morire<br />

su una Croce.<br />

Buone Feste!


Festa del Ringraziamento<br />

G li organizzatori delle varie attività<br />

estive, domenica 17 ottobre hanno<br />

voluto una messa di Ringraziamento al<br />

Signore per il bel tempo che ha permesso<br />

di realizzare quanto programmato,<br />

ma soprattutto perchè le feste animano<br />

il paese, attirano persone, si crea amicizia<br />

e unione di cui c’è tanto bisogno e<br />

permettono un momento di relax dalle<br />

attività quotidiane.<br />

Nel salone della canonica, non è mancato<br />

il pranzo con polenta, cotechino e<br />

funghi. Buon vino, castagne e tanta allegria.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

45


46<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Quanti buoni consigli abbiamo ricevuto<br />

dai nostri familiari, sacerdoti,<br />

insegnanti e gente che ci hanno voluto<br />

bene. Come certamente avrà fatto anche<br />

ciacuno di noi verso altre persone.<br />

Consigli a volte accettati, a volte dimenticati,<br />

a volte contestati, ma che certamente<br />

avranno lasciato un segno se accompagnati<br />

dal buon esempio di chi li dava.<br />

La Vergine Maria ne è il modello quando<br />

alle Nozze di Cana ha detto ai servi: “fate<br />

quello che Gesù vi dirà”. Lei la prima<br />

che all’annuncio dell’angelo ha risposto:<br />

“Ecco la serva del Signore, si faccia in<br />

me secondo il suo volere”.<br />

Servi del bene, missione di tutti i giorni.<br />

Qualcuno ha fatto notare che un motivo<br />

della festa alla Beata Vergine in questo<br />

gaMbaro<br />

Beata Vergine Maria, Madre del Buon Consiglio<br />

periodo era dovuto al fatto che le famiglie<br />

mettevano sotto la protezione di<br />

Maria i tagliariso, che partivano per le<br />

risaie del Piemonte ed i segantini intenti<br />

a tagliare e segare piante in Lombardia.<br />

La festa della quarta domenica di settembre<br />

il nostro Sisto l’ha voluta, in questi<br />

anni, rendere più solenne invitando<br />

sempre anche la banda di Santo Stefano<br />

e accrescendo anche il numero di partecipanti<br />

di vari paesi.<br />

Il Circolo Anspi al termine della processione<br />

prepara sempre un rinfresco: una<br />

bella occasione per chiudere anche il<br />

periodo estivo e ringraziare il Signore<br />

e quanti si sono adoperati per rendere<br />

vivo ed accogliente il paese con le varie<br />

feste preparate durante l’estate.


Frate Zaccaria<br />

La comunità di Gambaro a<br />

trenta anni dalla morte ha<br />

voluto ricordare un suo emerito<br />

compaesano: frate Zaccaria.<br />

Nato a Gambaro il 4<br />

ottobre 1894, con il nome di<br />

Ferdinando. Allo scoppio della<br />

grande guerra fu arruolato il<br />

1 giugno 1915 e assegnato al<br />

38° reggimento fanteria. Inviato<br />

in zona operazioni, venne<br />

ferito, ricoverato in ospedale<br />

e appena ristabilito, di nuovo<br />

al fronte fino al termine dela<br />

guerra - 18 settembre 1919. Si<br />

guadagnò ben due decorazioni<br />

e quindi la nomina a Cavaliere<br />

di Vittorio Veneto. Nel<br />

mese di dicembre dello stesso<br />

anno si consacrò al Signore<br />

nel convento dei frati minori Cappuccini<br />

a Fidenza. Lo troviamo poi a Modena, in<br />

Turchia, a Parma, in Etiopia, dove a causa<br />

di guerre viene deportato prigioniero<br />

unitamente a migliaia di connazionali<br />

nel Tanganica. Potè rimpatriare dopo alcuni<br />

anni nell’agosto del 1943 a Piacenza<br />

dove continuò la sua missione di frate<br />

cercone e cuciniere.<br />

Assunto dalla provincia parmense l’impegno<br />

di missionario in Australia, nel<br />

dicembre 1949 partì per il nuovissimo<br />

continente nella periferia di Sydney e<br />

soprattutto a Hawthorn, addetto al lavoro<br />

di cucina e fedele collaboratore dei<br />

missionari. Rimase in Australia 15 anni<br />

e nel 1964 potè far ritorno in provincia.<br />

Possiamo ben dire che ha realizzato nella<br />

sua vita la figura del frate cappuccino<br />

sull’esempio di San Francesco, con un<br />

atteggiamento di vita umile, di pazienza,<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

di grande penitenza, grande devoto di<br />

Maria e dell’Eucarestia e soprattutto dei<br />

poveri. Lui era nato povero.<br />

La questua è stato il suo campo di lavoro,<br />

certamente il più faticoso, ma anche<br />

ricco di contatti umani con la partecipazione<br />

alle vicende lieti e tristi delle<br />

famiglie, costantemente preoccupato del<br />

buon esempio di frate poverello di fronte<br />

al mondo.<br />

Ciò nonostante veniva spesso denominato<br />

il “missionario dei tre mondi”, cioè<br />

Asia, Africa e Australia. Morì a Piacenza<br />

il 24 settembre 1980, all’età di 86 anni.<br />

Così lo ricorda la cugina carissima Cesarina<br />

Draghi ved. Quagliaroli, anche<br />

lei sofferente ed immobile da anni, dopo<br />

aver fatto un meraviglioso servizio a<br />

tanta gente delle nostre montagne nella<br />

47


48<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

bottega delle scarpe, dove lei aveva la<br />

gioia di servire tutti come se fossero figli<br />

della sua famiglia.<br />

“Sono passati tanti anni. Anche Gambaro<br />

aveva un frate: si chiamava Ferdinando<br />

Draghi, detto poi Frate Zaccaria.<br />

All’epoca a Gambaro c’erano tanti giovani<br />

che partivano per la Grande Guerra<br />

(1915-18): tra questi anche Ferdinando.<br />

Il ragazzo fece un voto: se fosse tornato<br />

dalla guerra sano e salvo si sarebbe fatto<br />

frate, e così fece. Divenne il frate dei poveri,<br />

andava di casa in casa a cercare<br />

l’elemosina. Veniva abbastanza spesso a<br />

Gambaro nella sua casetta.<br />

Qui non si fermava tanto, solo due o tre<br />

giorni.<br />

Portava il suo saio marrone, con un<br />

cordone bianco appeso alla vita. Girava<br />

sempre scalzo, senza calze; portava i<br />

sandali a due fasce, anche nel pieno gelo<br />

d’inverno.<br />

Ricordo di quando attraversava scalzo<br />

la passerella di legno sul Gambarello:<br />

quante fatiche per raggiungere Colla,<br />

paese nel quale viveva la sorella.<br />

Al braccio frate Zaccaria portava sempre<br />

il suo secchiello, all’interno del quale<br />

c’erano le offerte che gli donavano e<br />

molte corone: alcune nuove, altre da<br />

riparare. Quando tornava a Gambaro<br />

stava seduto per ore sui gradini<br />

della sua casa ad aggiustare le corone”.<br />

Fra Ferdinando riposa nel cimitero di<br />

Piacenza: la tomba riporta il nome:<br />

“Frate Zaccaria da Gambaro”.<br />

I nostri bambini


ontagna<br />

Nostra<br />

Uno sguardo al passato<br />

Il parroco di Gambaro promotore della patata<br />

Può darsi che a Mareto e a Vezzolacca<br />

vengano le patate migliori, ma è<br />

assai dubbio che i sullodati villaggi abbiano<br />

titolo alcuno circa la primogenitura<br />

piacentina del prezioso tubero. Per<br />

quanto ne sappiamo, pioniere della patata<br />

nostrana fu il parroco di Gambaro,<br />

don Andrea Barrettini da Ascona.<br />

“Egli è stato il primo che ha introdotto in<br />

questa villa i pomi da terra dispensandone<br />

largamente agli abitanti ed incoraggiandoli<br />

a coltivarli, ed i parrochi circonvicini<br />

ad imitarlo. Inoltre il prelodato<br />

rettore ha indotto i suoi parrocchiani a<br />

dissodare tutti i terreni suscettibili di coltura,<br />

avvezzi in prima a fare i condottieri<br />

con somarelli e muli negligendo la coltivazione<br />

de’ medesimi”. Dunque, don<br />

Andrea Barrettini (uomo e prete di vari<br />

meriti) credette nella patata, se ne fece<br />

divulgatore e indusse i suoi parrocchiani<br />

a dissodare le terre, convertendoli da<br />

mulattieri ad agricoltori. Così riferisce il<br />

capitano Antonio Boccia nel suo “Viaggio<br />

ai monti di Piacenza”, che è del 1805.<br />

Parrà strano ai contemporanei che la patata<br />

fosse così poco conosciuta e tampoco<br />

apprezzata, appena duecento<br />

anni or sono. Le prime notizie<br />

intorno al tubero furono portate<br />

dai conquistadores spagnoli, sulla<br />

metà del ‘500. Ma i cuochi europei<br />

non l’apprezzarono. Alcuni sedicenti<br />

botanici diffusero l’idea che<br />

la patata provocasse la lebbra, la<br />

scrofola e altre gravi malattie. La<br />

Chiesa non aiutò granché a dissolvere<br />

le superstizioni e i pregiudi-<br />

Renzo e Cristina di Valle alla rassegna<br />

bovina nel capoluogo<br />

zi perché il tubero cresceva sottoterra<br />

e tutta la famiglia delle solanacee presentava<br />

tratti sulfurei: il peperone con<br />

quella forma e quei colori, il pomodoro<br />

così rosso, la melanzana così viola. Alla<br />

fine del ‘700 sulla patata continuavano a<br />

gravare ovunque (tranne che in Irlanda)<br />

pesanti sospetti. Il governo francese si rivolse<br />

alla facoltà di medicina, chiedendo<br />

un parere scientifico. Chiara la risposta:<br />

“alimento buono e sano che non presenta<br />

alcun pericolo per la salute”. Ma un<br />

conto è un responso scientifico, altro<br />

conto è il pregiudizio popolare. Ci volle<br />

ancora un po’ di tempo e ci vollero menti<br />

illuminate vicine al popolo e affidabili<br />

ai suoi occhi. Ci vollero in definitiva uomini<br />

intelligenti come don Andrea Barrettini<br />

da Ascona, parroco di Gambaro.<br />

Oggi si celebra di tutto, si appongono<br />

targhe, si innalzano monumenti, si appendono<br />

orpelli, ma Ferriere sembra<br />

avere dimenticato che proprio da quelle<br />

sue terre (e non altrove) partì la<br />

promozione della patata piacentina a<br />

cavallo dei secoli XVIII e XIX.<br />

Cesare Zilocchi<br />

49


50<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Scaglia Valdo<br />

di Canni 84<br />

i ha colti tutti impreparati<br />

la “partenza”<br />

di Valdo: nessuno<br />

se l’aspettava sia<br />

per l’apparente buona<br />

salute di cui godeva, sia<br />

per la preziosa presenza<br />

all’interno della famiglia.<br />

Purtroppo la vita non<br />

è nelle nostre mani e<br />

tutti dobbiamo sempre<br />

tenerci pronti senza<br />

conoscere luogo e ora<br />

della chiamata.<br />

La vita di Valdo non<br />

è stata semplice: nato e cresciuto a<br />

Gambaro, ha trascorso diversi anni in<br />

famiglia risiedendo nel castello. Dopo<br />

il matrimonio ha intrapreso l’attività<br />

di commerciante: la moglie gestiva il<br />

negozietto a fianco dell’albergo Monte<br />

Carevolo (Opilio)e lui raggiungeva<br />

con il mulo le frazioni della zona spingendosi<br />

anche in val d’Aveto. Passare<br />

il Carevolo con la<br />

neve non era certo<br />

impresa facile, ma<br />

Valdo ha sempre<br />

saputo affrontare<br />

le difficoltà con<br />

grande spirito di<br />

adattamento e forte<br />

coraggio.<br />

Per alcuni anni si<br />

era trasferito a Piacenza<br />

facendo ritorno<br />

poi nella sua<br />

terra di Gambaro<br />

dove è sempre rimasto.<br />

In parrocchia non<br />

aveva paura o vergogna<br />

di mostrare la sua tradizione<br />

cristiana: portava la croce e dirigeva le<br />

processioni esigendo silenzio e compostezza<br />

- simbolo di un serio stile di<br />

vita appreso in famiglia e che trasmetteva<br />

nel suo ambiente quotidiano. La<br />

sua vita di fatica è stata anche segnata<br />

dal forte dolore familiare della perdita<br />

del figlio Giuseppe, scomparso all’improvviso<br />

il 28 novembre<br />

1977 all’età di 26 anni,<br />

dopo soli 4 anni di matrimonio.<br />

Valdo lascia<br />

alla sua famiglia e al paese<br />

un esempio di serietà,<br />

rettitudine e forte<br />

attaccamento ai valori<br />

cristiani e alla famiglia.<br />

La forte partecipazione<br />

ai funerali sono l’indice<br />

della sua significativa<br />

presenza tra noi.


Buon Natale!<br />

grondone<br />

Auguri a tutta la gente, vicina e lontana,<br />

di Grondone, della montagna e<br />

a tutti gli amici.<br />

La festa che, più di ogni altra ricorrenza,<br />

risveglia nel cuore i ricordi, i sentimenti,<br />

le emozioni. Ritornano i ricordi di tanti<br />

Natali vissuti a Grondone, quel paese<br />

povero di cose, ma ricco d'amicizia che,<br />

col muggito delle mucche quando andavano<br />

alla fontana ad abbeverarsi, con lo<br />

scoppiettare del legno di ginepro nelle<br />

cucine fumose, eppure tanto belle, con il<br />

profumo di pane appena sfornato e con<br />

tanta gente che sorrideva, che fischiettava<br />

nelle strade strette e si fermava a<br />

parlare, sembrava un presepio.<br />

Recentemente sono stata in Terra Santa;<br />

ho visitato la grotta dove Gesù è nato e i<br />

resti archeologici della casa dove ha vissuto<br />

a Nazareth ed ho pensato a Grondone<br />

al tempo della mia infanzia. Una casa<br />

stretta quella di Gesù, addossata a tante<br />

altre case povere, proprio come quelle di<br />

Grondone ai tempi in cui dal ballatoio o<br />

dalla finestra si poteva parlare col vicino.<br />

Una povertà che creava comunità, che<br />

ci permetteva di vivere il Natale dell'amicizia<br />

e dell'amore, anche nello scambio<br />

dei doni: la torta di patate della Micheina,<br />

le pere della Giovannina e la bottiglia<br />

col vino di mele,il sidro, che mio papà<br />

regalava ai suoi amici "coscritti": Gigino<br />

dei Misè, Gigino dei Francia e all'amico<br />

più giovane Pavolla da Cà Russa.<br />

Poche cose, che insieme ai mandarini<br />

e alle caramelle Moretto, che noi bambini<br />

trovavamo nella scarpa insieme a<br />

un pezzo di carbone tolto dalla stufa di<br />

casa, ci rendevano felici<br />

I ricordi scorrono nel tempo e mi ri-<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

portano alle feste di Natale preparate a<br />

scuola con tutti gli alunni. La "recita" degli<br />

alunni alla sera di Natale era un dono<br />

dei bambini a tutto il paese.<br />

C'eravamo tutti a scuola quella sera per<br />

godere insieme l'atmosfera del Natale.<br />

Un'atmosfera di pace con se stessi e<br />

con tutto il paese, un'atmosfera in cui la<br />

statuetta di Gesù Bambino nel presepio,<br />

costruito sopra un banco con il muschio<br />

fresco e i personaggi di cartone, ci stava<br />

bene perchè lì, in quell'aula, si respirava<br />

il calore dell'amicizia.<br />

Poi rapidi cambiamenti culturali hanno<br />

modificato il tenore di vita, eppure io<br />

penso che la "magia" del Natale risvegli<br />

ancora in tutti il desiderio di essere amati,<br />

di ritrovare atmosfere familiari che<br />

danno sicurezza, amici coi quali condividere<br />

le gioie e i dolori per non sentirsi<br />

soli nel giorno di Natale. Una felicità<br />

che non si può comprare, che s'irradia<br />

dalla luce della capanna dove Gesù è<br />

nato per assicurarci che ci capisce nelle<br />

nostre debolezze e ci è vicino per farci<br />

gustare la gioia di donare e ricevere<br />

amore, per sedersi idealmente con noi<br />

alla tavola di Natale e così confortare la<br />

tristezza di tanti posti lasciati vuoti dalla<br />

perdita di persone care. Con questa certezza<br />

porgo a tutti i miei auguri di Natale:<br />

ai miei paesani di Grondone, ai miei<br />

alunni, quelli che incontro più abitualmente<br />

quando torno "a casa", quelli più<br />

lontani per distanza, ma sempre presenti<br />

nel cuore, ai sacerdoti che si spendono<br />

su questa terra per renderla ancora terra<br />

di speranza natalizia, a tutti i montanari,<br />

ai tanti amici. BUON NATALE<br />

Dina<br />

51


52<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

R i c o r d i a m o l i<br />

Bersani Rina<br />

Ogni luogo conserva il<br />

"segno" delle persone che<br />

sono passate lasciando il<br />

ricordo di un saluto, di<br />

una conversazione, di<br />

una preghiera.<br />

La signora BERSANI<br />

RINA, di Roveleto di Cadeo,<br />

volata in cielo il 18<br />

maggio u.s. all'età di 98<br />

anni è passata a Grondone<br />

in periodi di villeggiatura<br />

insieme al figlio<br />

Romano, alla nuora Gianna, alla nipote<br />

Monica.<br />

Malchiodi Giovanni<br />

Quando si sciolgono le nevi, quando<br />

spuntano le viole fra le erbe secche<br />

dell'autunno, i paesi di montagna<br />

si preparano all'incontro con quei<br />

montanari che risiedono lontano e<br />

con i villeggianti.<br />

Un elenco di persone pensate spesso,<br />

un pensiero che regala la gioia<br />

dell'attesa, la promessa di riallacciare<br />

dialoghi con tante<br />

esperienze da raccon<br />

tare. Purtroppo spesso<br />

l'elenco s'accorcia nella<br />

conta di quelli che<br />

non torneranno più.<br />

La prossima estate a<br />

Grondone mancherà<br />

Giovanni- Gianei-<br />

l'amico caro che si fermava<br />

a parlare, che<br />

era contento di sentirsi<br />

protagonista nella sto-<br />

Periodi brevi che hanno<br />

lasciato il ricordo di una<br />

persona dolce, devota,<br />

sempre presente alle funzioni<br />

religiose e di una famiglia<br />

che ha considerato<br />

l'anziano come una presenza<br />

preziosa da curare,<br />

da amare, anche quando<br />

i segni dell'età avanzata<br />

hanno impedito a tutti i<br />

familiari la villeggiatura<br />

a Grondone. L'amore<br />

vince sempre sul sacrificio e lascia nel<br />

cuore la dolceza del conforto donato.<br />

Dina<br />

ria di Grondone. Qui aveva ristrutturato<br />

la casetta dei nonni Dorina e<br />

Poldo e tornava spesso con la moglie<br />

Cesarina e il figlio Bruno.<br />

Nativo di Casale di Brugneto, conosceva<br />

i disagi della montagna che<br />

amava e portava nel cuore anche se,<br />

come tanti montanari, aveva dovuto<br />

lasciarla trasferendosi a San Nicolò<br />

per assicurare ai figli<br />

un futuro un po' meno<br />

faticoso del suo. Era un<br />

amico che resterà nella<br />

storia di Grondone, della<br />

montagna e nei nostri<br />

cuori. Siamo sicuri che<br />

dal cielo, nell'incontro<br />

celeste con la figlia Ivana,<br />

consolerà i suoi cari<br />

e proteggerà i tanti amici<br />

che lo ricordano.<br />

Dina


ontagna<br />

Nostra<br />

Immagini<br />

della<br />

nostra<br />

estate<br />

53


54<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Buon Natale 2010<br />

solaro<br />

In questi duemila anni dalla nascita di Gesù il mondo è cambiato, qualcuno dice in<br />

peggio, qualcuno dice in meglio<br />

Anche noi siamo cambiati, forse in meglio, forse in peggio. Ma il Natale che ci riporta<br />

sempre nel calore delle nostre famiglie, ci dona la certezza che non siamo soli.<br />

C’è l’amore di Gesù che ci ripete: “Io sono con voi tutti i giorni”, ma c’è anche l’amore<br />

delle persone che ci vogliono bene, c’è il nostro amore ed impegno quotidiano per<br />

essere persone di buona volontà. “Il Natale del Signore torni ancora fra noi per ridarci<br />

la vita, la gioia e l’amore”. Coraggio ed auguri a tutti!<br />

Solaro, paese nostro<br />

Eccoci in autunno con i suoi colori<br />

magici dopo una meravigliosa estate.<br />

L’estate a Solaro è sicuramente la stagione<br />

più viva e allegra: tutte le case si<br />

aprono e la gente sorride per le strade.<br />

La quiete viene interrotta per lasciar largo<br />

alle vare feste e al buon umore generale.<br />

Gli eventi a Solaro non mancano proprio:<br />

le serate danzanti, le mangiate in<br />

compagnia, la Festa Albareto, il Torneo<br />

di pallavolo, la Festa di Solaro e la Festa<br />

di Maria Bambina (8 settembre)<br />

In estate tutti respiriamo la voglia di stare<br />

insieme, di non andare mai a casa la<br />

notte, di voler festeggiare e divertirsi in<br />

compagnia. Da anni la gente di Solaro<br />

si ritrova in chiesa, al bar per un rosso<br />

o un gelato, al campetto per due tiri a<br />

pallavolo o alla fontana.<br />

Festa al Fontanone, 15 agosto: Fiorenzo, Eli, Matteo, Fede, Sara, Roby, Claudia, Valeria,<br />

Paola e Nicola).


Quante volte abbiamo sentito le solite<br />

storie, quante volte abbiamo riso<br />

per le solite battute, il gruppo di Solaro<br />

è davvero speciale e al richiamo<br />

dell’estate non manca mai nessuno.<br />

Fin da bambini venivamo tutti qui<br />

a giocare insieme e ora che siamo<br />

cresciuti trovarci a Solaro è come allora,<br />

l’unica cosa che è cambiata è<br />

che prima erano i nonni a curar noi<br />

e ora le parti si sono invertite. Nonnini<br />

e nonnine un bacione da tutti<br />

i nipoti. L’estate è finita ed arrivato<br />

l’autunno e così le stufe sono tornate<br />

a fumare e lì vicino si attende il<br />

Natale. Paola<br />

Ed eccoci al Torneo di Pallavolo di<br />

Solaro, nato più di 10 anni fa oramai<br />

è d’inventato un appuntamento<br />

imperdibile per tanti giovani di<br />

tutti i paesi.<br />

Il pubblico non manca mai e nella<br />

sportività che deve caratterizzare<br />

ogni sport si è aperta e si è chiusa<br />

anche l’edizione 2010. Le partite si<br />

svolgono fra sabato e domenica in<br />

concomitanza della festa del paese,<br />

di seguito proponiamo le foto delle<br />

tre finaliste: 1° classif. BAR BOE:<br />

Alan, Gabriele, Luca, Claudia, Filippo<br />

premiati da Leonardo e Ianira);<br />

2° classificati INSIEME PER<br />

CASO: Andrea, Daniele, Mattia,<br />

Elisa, Nicola; 3° classificati STEL-<br />

LA APPENNINA: Matteo, Paola, Andrea,<br />

Alessandro, Simone.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

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56<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Un pezzo di Solaro<br />

compie 18 anni:<br />

Mattia, Alice e Chia-<br />

ra. Con loro Sabri-<br />

na, “l’autista”.<br />

Felice incontro per i fratelli Giacomo, Giuseppe e Marco Bongiorni. Il nostro obiettivo<br />

fotografico non è riuscito a catturare Marino. Lo aspettiamo per una prossima<br />

occasione insieme alle sorelle.


ontagna<br />

Nostra<br />

La dottoressa Antonella Manfredi nobilita la terra di Solaro<br />

Il paese è piccolo, ma<br />

in diversi, che operano<br />

nel mondo nelle più<br />

disparate attività, nobilitano<br />

e fanno grande<br />

questo lembo di montagna.<br />

Parliamo dei Manfredi:<br />

Renzo, chirurgo<br />

otorinolaringoiatra<br />

a Parigi, Giulio, orafo<br />

creatore noto in tutto il<br />

mondo per le sue capacità<br />

creative, Ernesto,<br />

architetto, scomparso da<br />

pochi mesi, Emanuele, storico, direttore<br />

per tanti anni della Biblioteca piacentina,<br />

e altri.<br />

Oggi vogliamo portare all’attenzione dei<br />

nostri lettori, Antonella, nata a Ferriere,<br />

ma con radici di Solaro, che da poche<br />

settimane è il nuovo direttore dell'unità<br />

operativa per le farmaco tossicodipendenze<br />

del Sert di Prato. La dottoressa<br />

Manfredi è stata nominata a capo della<br />

sezione, dove è in servizio già dal 1990.<br />

Laureata con i massimi voti in medicina<br />

e chirurgia all'Università di Firenze, ha<br />

conseguito il master di II livello in "Dipendenze<br />

patologiche, diagnosi, trattamento<br />

e prevenzione" presso l'Università<br />

degli studi di Pisa, per poi lavorare come<br />

assistente psichiatrica all'Asl di Firenze.<br />

Molte le sue pubblicazioni su riviste<br />

scientifiche, incentrate sulle tossicodipendenze,<br />

la depressione e i trattamenti<br />

terapeutici, anche a seguito di un corso<br />

specializzato presso il Centro studi di terapia<br />

familiare e relazionale di Roma.<br />

Una vita, quella di Antonella, dedicata<br />

allo studio della Medicina, una vita di<br />

quotidiano impegno nel sociale al servi-<br />

zio di tutti, e in particolare<br />

dei giovani tossicodipendenti<br />

e carcerati.<br />

A comunicarci l’importante<br />

tappa di vita professionale<br />

di Antonella è<br />

la cugina Sara Boeri che<br />

ne ricorda le caratteristiche<br />

di serietà, dedizione,<br />

costanza, severità, generosità,<br />

caparbietà e soprattutto<br />

onestà dell’affermata<br />

medico.<br />

Per noi figli di questa<br />

montagna, continua Sara, che viviamo<br />

disseminati in diverse parti d’Italia e del<br />

mondo, ma che nel cuore e nel modo<br />

di agire portiamo le nostre montagne, è<br />

bello sapere e far sapere che la figlia di<br />

un ciabattino, nata a Ferriere il 16 giugno<br />

1957 da Bartolomeo di Solaro e<br />

Anna Bellucci ed emigrata a Prato all’età<br />

di tre anni, oggi è una donna importante<br />

e allo stesso tempo così “normale”. Tutta<br />

Solaro – paese di papà Bartolomeo<br />

(e tutta l’alta Valnure aggiungiamo noi),<br />

continua Sara è orgogliosa di ciò e augura<br />

alla neo primario una carriera piena di<br />

soddisfazioni con la certezza di trovare<br />

sempre in lei la ragazza “semplice e sorridente”<br />

come è sempre stata.<br />

Proprio per la sua lunga esperienza sul<br />

territorio pratese, la dottoressa Manfredi<br />

traccia un quadro preoccupante per<br />

l'aumento delle dipendenze da droghe<br />

illegali, alcol, fumo, gioco d'azzardo,<br />

e ancora per comportamenti alimentari<br />

scorretti. Gli utenti seguiti dal Sert<br />

dell'Asl 4 della città toscana hanno sfiorato<br />

nel 2009 le 16.000 unità, quasi il<br />

doppio rispetto al 2005. "Mentre dappri-<br />

57


58<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

ma il servizio si concentrava per l’87%<br />

sull'assistenza a soggetti eroinomani -afferma<br />

la neo-direttrice, dott.ssa Manfredi<br />

– dal 2005 si è registrato un aumento del<br />

30% di soggetti cocainomani". Preoccupa<br />

soprattutto la realtà giovanile, dove<br />

dilaga l'abuso di sostanze alcoliche o<br />

stupefacenti per raggiungere lo sballo e<br />

spaccare tutto".<br />

Altra sfida importante per la nuova direttrice<br />

sarà poi il lavoro presso il carcere<br />

pratese della Dogaia, soprattutto per i<br />

pesanti tagli alle risorse e al personale.<br />

Di recente infatti il Ministero di Giustizia<br />

ha trasferito le funzioni di cura e assistenza<br />

dei detenuti alle strutture sanitarie<br />

regionali. Già dal 1999 il SERT era presente<br />

nella casa circondariale di Maliseti,<br />

soprattutto per seguire i casi di tossicodipendenze.<br />

"II carcere vive purtroppo<br />

un momento di emergenza - continua<br />

la dottoressa Manfredi - a causa del sovraffollamento<br />

delle celle, che rende più<br />

difficile il lavoro degli operatori per il recupero<br />

dei pazienti".<br />

Come evidenziato dai dati sopra esposti,<br />

il lavoro della dottoressa Manfredi,<br />

nelle sue nuove funzioni, si presenta<br />

impegnativo e difficile: l’augurio che la<br />

La “vecchia casa” dei nonni di Antonella,<br />

oggi in fase di ristrutturazione.<br />

serietà e preparazione professionale che<br />

hanno contraddistinto la sua carriera e la<br />

sua “missione” sinora è la certezza che<br />

la stessa sappia vincere anche la nuova<br />

sfida che ha davanti. Paolo


ciregna - Metteglia<br />

Auguri di buon Natale<br />

a tutti! Avete mai<br />

fatto caso che nella loro<br />

semplicità i nostri paesi,<br />

poveri e spopolati, sono<br />

forse tra i più vicini al<br />

Vangelo? Gesù infatti nasce<br />

in una stalla, secondo<br />

la tradizione tra un asino<br />

ed un bue, e invece che<br />

in una culla viene deposto<br />

in una mangiatoia: un<br />

quadro commovente e<br />

perfino drammatico per<br />

umiltà e povertà, ma che<br />

ci porta anche a domandarci<br />

dove siano oggi<br />

animali, stalle e mangiatoie…<br />

A tutti saranno<br />

sicuramente venute in<br />

mente le vecchie case del<br />

paese, con i loro ricoveri<br />

per gli animali: tutti li<br />

abbiamo, o li abbiamo<br />

avuti, e così anche le<br />

mangiatoie: sono davvero<br />

luoghi e cose speciali,<br />

perché sono stati le prima<br />

abitazione di Gesù!<br />

E se pensiamo che Gesù<br />

non è nato in una città ma fuori, dove<br />

abitano i pastori, allora l’immagine del<br />

Natale diventa davvero consolante e<br />

suggestiva: le grandi istituzioni, a volte<br />

perfino la chiesa stessa, possono dimenticarsi<br />

o non far caso alle nostre piccole<br />

realtà, ai nostri piccoli paesi, ma Dio no!<br />

Dio sceglie proprio situazioni simili alle<br />

nostre e gente un po’ come noi, e questo<br />

ci conforta e ci fa riflettere su dove ancor<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

oggi si posi la presenza divina. Accanto<br />

a ciascuno, certamente, ma soprattutto al<br />

fianco dei più umili, di chi è fuori dalla<br />

città, di chi è solo nella notte, di chi sa<br />

di essere piccolo, e sente di non contare<br />

più nulla.<br />

Auguri di buon Natale, e magari soffermatevi<br />

in una piccola preghiera quando<br />

passerete davanti alla porta della vostra<br />

vecchia stalla!<br />

59


60<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

San Michele a Ciregna<br />

Una bella giornata di<br />

sole ha permesso di festeggiare<br />

anche con una<br />

piccola processione la<br />

sagra del paese di Ciregna,<br />

che cade alla fine<br />

di settembre, nel giorno<br />

di San Michele.<br />

La castagnata a<br />

Castelvetto<br />

Nonostante la<br />

pioggia, anche<br />

quest’anno a Castelvetto<br />

si è rinnovata un’antica<br />

tradizione che prevede un piccolo momento<br />

di festa nella sera di Ognissanti.<br />

Un cotechino, un pugno di castagne e<br />

un bottiglione di vino; qualche canto,<br />

una nota di armonica a bocca e di nacchere<br />

e tamburelli casalinghi, ed ecco<br />

pronta una serata speciale e suggestiva,<br />

che costituisce anche l’occasione di salutarsi<br />

prima della lunga pausa invernale.<br />

Grazie a Gino e Lena, che sempre ci<br />

ospitano nella loro tavernetta!<br />

I giorni dei Santi e dei morti<br />

Siamo tornati in molti al paese, forse<br />

quasi tutti, in occasione della ricorrenza<br />

di Ognissanti, per una visita al<br />

camposanto e per un ultimo passaggio<br />

in casa prima dell’inverno. Il tempo è<br />

stato davvero inclemente, e così abbiamo<br />

dovuto celebrare in chiesa e non nei<br />

cimiteri, e ci siamo accorti di essere davvero<br />

in tanti, perché quasi non ci stavamo!


Qualche immagine della scorsa estate della sagra<br />

di san Rocco a Metteglia: - il geometra Vittorio<br />

Pasquali di Bobbio, che è venuto in sella<br />

alla sua fiammante Gilera 250; - macchè Geppetto!<br />

È il nostro Primo, con l’abbozzo di una delle<br />

sue sculture! Il maltempo ha impedito il ballo<br />

e la musica, ma non ci siamo dati per vinti: ecco<br />

un’orchestrina improvvisata (gli eredi degli inarrivabili<br />

‘Candeggina Folk’?) durante l’esibizione<br />

nel famoso locale ‘Il garage di Giovanni’!<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

61


62<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

centenaro<br />

Anno che passa... Gioventù che passa....<br />

Anno che arriva.... Vecchiaia che arriva....<br />

e la Sapienza di Dio ci dice:<br />

Ricordati del tuo Creatore finchè sei giovane, prima che arrivi l’età degli acciacchi.<br />

Verranno gli anni in cui dirai:<br />

“Non ho più voglia di vivere”.<br />

Allora il sole, la luna e le stelle per te saranno più luminosi<br />

e il cielo sarà sempre nuvoloso.<br />

Allora le tue braccia, che ti hanno protetto, temeranno;<br />

le tue gambe, che ti hanno sostenuto, diventeranno deboli.<br />

I tuoi denti saranno troppo pochi per masticare il cibo;<br />

i tuoi occhi non vedranno più chiaramente.<br />

Le tue orecchie diventeranno sorde al rumore della strada.<br />

Poi te ne andrai alla dimora eterna,<br />

mentre per le strade piangeranno e faranno lutto.<br />

Il tuo corpo ritornerà alla polvere della terra dalla quale fu tratto;<br />

il tuo spirito vitale ritornerà a Dio che te l’ha dato.<br />

In fin dei conti, una sola cosa è importante:<br />

“Credi in Dio e osserva i suoi comandamenti”.<br />

E questo solo vale per ogni uomo.<br />

Dio giudicherà tutto quello che faciamo di bene e di male,<br />

anche le azioni fatte in segreto.<br />

La Madonna<br />

del Rosario ci<br />

protegga per<br />

le strade della<br />

vita.


ontagna<br />

Nostra<br />

Centenaro: una bella e grande famiglia<br />

Centenaro dimostra in ogni occasione di essere “famiglia”, attorno a momenti felici<br />

e momenti tristi della sua vita paesana, la comunità partecipa con grande spirito di<br />

famiglia. Ricordiamo di seguito due avvenimenti “belli” che segnano positivamente la<br />

nostra storia di tutti i giorni: si sono festeggiate due coppie di sposi, uniti in matrimonio<br />

da cinquant’anni. Cioè dopo 50 anni Luigino Bocciarelli con Bianca e Dino<br />

Vanini con Lena Cavanna hanno voluto,<br />

in chiesa ricordarsi la loro promessa d’amore<br />

di tanti anni fa e attorniati dai familiari e<br />

amici fare festa.<br />

Alessandro<br />

Sordi “Cetto”<br />

con la sua Pinuccia<br />

hanno<br />

condiviso con<br />

il paese la festa<br />

dei suoi 96<br />

anni.<br />

Luigino Bocciarelli con Bianca<br />

Dino Vanini con Lena.<br />

63


64<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Il grazie della Parrocchia per i<br />

suoi servizi alla Chiesa<br />

Dino e “Lena” , attorniati dai figli, fratelli,<br />

sorelle e nipoti si sono rinnovati lo<br />

scambio delle “vere” esattamente come<br />

fecero il 24 ottobre 1960, nella stessa<br />

chiesa davanti all’allora celebrante don<br />

Pietro Solari, oggi parroco a Zena di Carpaneto.<br />

Ermanno Vanini, papà di Dino, era originario<br />

di Carona (Bergamo), arrivato nel<br />

piacentino attorno agli anni 1926-27, e<br />

impegnato in val d’Aveto come “minatore”<br />

per la ditta Riciaputi a realizzare la<br />

galleria di Boschi a servizio della diga.<br />

Ermanno conosce in questi anni Margherita<br />

Casella di Castagnola che diventa<br />

sua moglie. Si stabiliscono a Castagnola,<br />

dove la famiglia è allietata dalla nascita<br />

dei figli Firmo e Sisto. Nel 1931, seguendo<br />

l’allora parroco don Luigi Boldini, la<br />

famiglia si trasferisce a Centenaro, dove<br />

Ermanno, oltre che lavorare all’apertura<br />

della strada che sale al paese da Bosconure,<br />

si occupa delle terre e delle proprietà<br />

della parrocchia. La famiglia si<br />

arricchisce di nuove vite e nascono Rosina,<br />

Pasqualina, Dino e Anna Maria. Nel<br />

'60 Dino sposa Lena Cavanna di Cassano<br />

e la nuova famiglia fa la spola tra<br />

Piacenza - dove Dino trova occupazione<br />

nella ditta Porta, trasformatasi poi in Step<br />

e Centenaro dove svolge, la “missione”<br />

di campanaro subentrando al papà.<br />

Nascono Margherita (sposata oggi a San<br />

Polo) e Francesco (sposato a Piacenza).<br />

Nella sua veste di “campanaro” Dino è<br />

sempre andato oltre le competenze del<br />

suo dovere e assieme alla moglie si fanno<br />

carico di tutte le incombenze legate alla<br />

vita della nostra parrocchia, parrocchia<br />

costituita soprattutto di emigrati, molto<br />

legati alla loro chiesa e tutti considerano<br />

loro come il fulcro e insostituibile punto<br />

di riferimento<br />

per<br />

ogni necessitàpubblica.<br />

Per l’occasione<br />

la<br />

parrocchia<br />

ha donato a<br />

Dino e Lena<br />

una targa di<br />

riconoscenza.


Momenti felici nelle nostre case<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

"Felicitazioni e auguri a Lucia Boeri e Marco Lesmo sposi il giorno 15 maggio<br />

2010 nella chiesa di Trevozzo Val Tidone."<br />

Auguri per il<br />

suo 93esimo<br />

c o m p l e a n n o<br />

ad Eleonora<br />

Ferrari ved.<br />

Troglio, nativa<br />

di Centenaro<br />

e residente a<br />

Bobbio.<br />

In prima mattinata<br />

il Parroco<br />

del Duomo,<br />

Mons. Aldo<br />

Maggi le ha<br />

portato la Comunione.<br />

La<br />

gentilezza del suo parroco e il ricordo del Vescovo mons. Ambrosio hanno<br />

profondamente commossa e resa felice Eleonora.<br />

65


66<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ricordi d’infanzia<br />

Santina Montanari di Vaio, moglie di Palino, scomparso<br />

nei mesi scorsi, su nostra sollecitazione, ci ricorda<br />

alcune usanze vissute quando era “giovanissima”.<br />

“C’era la guerra e tanta miseria. Ricordo che c’erano<br />

persone anziane e sole che vivevano di carità.<br />

Giravano di villa in villa con un sacco sulle spalle a<br />

chiedere l’elemosina: erano i “povromi”.<br />

Si fermavano davanti alla porta delle varie case e<br />

senza entrare recitavano preghiere a voce alta.<br />

Qualcuno usciva e dava loro una paletta di farina,<br />

una fetta di pane, qualche uovo. A volte si chiedeva<br />

di pregare per situazioni particolari. In questo caso,<br />

prima di congedarsi recitava un “Pater – Ave – Gloria”.<br />

Un altro ricordo di Santina relativo a quegli anni di<br />

fanciullezza: “Finita la guerra, in tanti hanno cominciato ad aggiustare o costruire<br />

la casa, la stalla o la cascina. Per il trasporto dei sassi e della sabbia si usava la lesa<br />

trainata dai buoi. Mentre per i sassi, specifica Santina, c’era qualche cava, per la<br />

sabbia occorreva andare fino al Groppo Nero. Tutte la famiglie della frazione davano<br />

un aiuto e gratuitamente mettevano a disposizione un viaggio di sabbia o di sassi per<br />

dare un aiuto a chi costruiva”.<br />

In foto il nostro Guido<br />

Preli con la moglie Anita<br />

e il figlioletto Sebastiano.<br />

La famiglia si è stabilita<br />

a Centenaro e a loro è<br />

affidato il “rilancio” della<br />

Ci uniamo agli organizzatori della giornata di festa centenarese durante la quale<br />

è stato premiato Gianni Carini, generoso fotografo e nostro prezioso collaboratore.


Ricordiamoli<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Rezzoagli Giuseppe<br />

n. 15.04.1929 - m. 11.09.2010<br />

Caro nonno, con il tuo esempio sei stato la nostra<br />

guida, ci hai insegnato ad amare queste<br />

montagne e il tuo amore ci aiuterà a proseguire<br />

nel nostro cammino.<br />

Un caro pensiero anche al nonno Mario che ci<br />

ha lasciato pochi giorni dopo.<br />

I Vostri nipoti Piero e Angese<br />

Bruzzi Andreina in Bruzzi<br />

n. 26.06.1942 - m. 01.10.2010<br />

Cara mamma, da quando sei mancata hai<br />

lasciato un vuoto incolmabile intorno a noi.<br />

Manchi teribilmente alla tua famiglia: hai<br />

dedicato la tua vita agli altri, sei stata una<br />

mamma premurosa, accogliente ed amorevole.<br />

Sei stata una donna forte e coraggiosa,<br />

schietta e sincera, con il rischio di non piacere<br />

al tuo prossimo. Sacrifici e rinunce non<br />

ti pesavano se erano per la nostra felicità. I<br />

miei figli erano anche i tuoi: li hai accuditi<br />

con premurosità e dedizione.Come avrei voluto<br />

renderti tutto ciò: accompagnarti nella<br />

vecchiaia, alleviare i tuoi dolori e le tue preoccupazioni, coprirti se avevi<br />

freddo. Ma ancora una volta, mamma, te ne sei andata senza remore, senza<br />

disturbarci. Da quando sei mancata, so che una nuova stella brilla per noi e<br />

veglia su di noi.<br />

Mamma, ti voglio bene. Elena<br />

67


68<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

La parrocchia di<br />

Rocca con la sua<br />

Chiesa e l’albergo di<br />

Giuseppe Fumi domina<br />

sulla Valnure ed<br />

ora rivestita dei colori<br />

autunnali presenta un<br />

panorama meraviglioso<br />

che permette perfino<br />

di contemplare la<br />

neve sulle Alpi.<br />

Le case sono rimaste<br />

chiuse, perchè gli abitanti<br />

del luogo dopo<br />

le vacanze estive hanno fatto ritorno in<br />

Francia dove sono emigrati negli anni<br />

del dopoguerra, ma la loro terra è rimasta<br />

nel loro cuore ed ogni anno vi ritornano<br />

ed hanno la gioia di fare feste<br />

insieme, già che in Francia sono lontani<br />

gli uni dagli altri.<br />

Anche la chiesa è rimasta chiusa, ma la<br />

fede viva dei pochi presenti non è spenta.<br />

Alla sera il rosario in famiglia, come<br />

il telefonino raggiunge persone lontane.<br />

rocca<br />

Natale<br />

Lontani o vicini sentiamoci uniti da quel Creatore che si è fatto Bimbo come noi per<br />

farci come lui ricchi del suo amore, coraggio, fiducia per un mondo più fraterno,<br />

giusto e umano.<br />

Buon Natale!<br />

La messa domenicale a Ferriere è di casa.<br />

La brava Antonia dai Toni, custode fedele,<br />

ogni tanto sale alla chiesa per vedere<br />

se tutto è in ordine, perchè la tiene pulita<br />

come casa sua.<br />

Beatrice di Pronzali viene con gioia a<br />

Ferriere per fare catechismo al venerdì<br />

pomeriggio ai ragazzi delle medie.<br />

La famiglia Fumi, sabato e domenica,<br />

sono nell’albergo, pronti ad ospitare<br />

clienti.<br />

Giorno dei Santi<br />

Al cimitero sono arrivati tutti per rendere omaggio ai propri cari e anche sulle tombe<br />

dove i familiari sono all’estero non è mancato un fiore ed un cero segno di amore<br />

verso compaesani che hanno lasciato esempi di lavoro, fedeltà alla famiglia, fede nel<br />

Signore, attaccamento alla Chiesa e mentre il loro corpo riposa in questa terra non ci<br />

mancherà il loro aiuto dall’altra vita.


ontagna<br />

Nostra<br />

11 febbraio: festa dell’apparizione della Beata vergine a Lourdes<br />

Verrà celebrata una S. Messa alle ore 15 domenica 13 febbraio per dare la possibilità<br />

a quanti si trovano lontani e che ogni anno desiderano farvi ritorno per chiedere alla<br />

Madonna aiuto e protezione.<br />

La frana dei Cerri<br />

Quest’anno, nell’inverno,<br />

vi è un ulteriore<br />

motivo di preoccupazione<br />

per gli abitanti di Cerri e di<br />

Rocca Chiesa: la frana<br />

Come ben ricordate lo<br />

scorso Aprile una grossa<br />

frana ha cancellato la strada<br />

all’altezza dei Cerri ed<br />

una gran massa di terra,<br />

sassi ed alberi si è riversata<br />

a valle sulla strada che<br />

porta a Rocca Chiesa impedendo<br />

ogni accesso a<br />

queste frazioni.<br />

Gli interventi fatti nei mesi<br />

successivi hanno consentito un minimo<br />

di viabilità, ma ancora tanta acqua trapana<br />

dal terreno ed abbondanti flussi<br />

scorrono lungo la scarpata soprattutto<br />

dopo i periodi di pioggia. Tutto ciò fa<br />

temere il peggio da un momento all’altro<br />

e, con il pensiero, si va ai mesi passati<br />

quando era impossibile raggiungere i<br />

Cerri, Rocca chiesa ed il cimitero e tutta<br />

questa zona sembrava “abbandonata da<br />

Dio e dagli uomini”.<br />

Speriamo che non ci si fermi ai primi interventi<br />

indispensabili, ma che le pubbliche<br />

amministrazioni sostengano i lavori<br />

per un effettivo risanamento di questa<br />

area; non basta dire “ che bei posti!, che<br />

natura!, che paesaggio!, bravi che tornate<br />

e tenete aperte le case!, bravi che avete<br />

una attività che consente a molti di venire<br />

a contatto con questa bella natura!”<br />

Arrivederci a Rocca, alla prossima primavera,<br />

.........speriamo!<br />

Gli abitanti dei Cerri e di Rocca<br />

69


70<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Buon Natale e Buon Anno!<br />

Cari amici, il tempo scorre veloce: ieri<br />

eravamo ancora in estate ed oggi eccoci<br />

già nei giorni che precedono il Natale.<br />

Per i bambini è una festa, un’occasione<br />

unica nell’anno, ma anche per gli<br />

adulti e per gli anziani questi sono momenti<br />

molto belli e suggestivi, tanto che<br />

dobbiamo dire: per fortuna che almeno<br />

una volta nell’anno viene il Natale, con il<br />

suo mistero e il suo messaggio validi per<br />

tutti gli uomini. Per i buoni e per i cattivi,<br />

per chi viene in chiesa e per chi sta fuori.<br />

Perché Natale significa soprattutto vicinanza<br />

di Dio: Dio è accanto a tutti. Il<br />

Vangelo ci assicura che Gesù non è venuto<br />

al mondo in un tempio, o in una<br />

brUgneto-cUrletti<br />

castelcanaFUrone<br />

reggia. Egli piuttosto è nato in una stalla,<br />

e poi i Magi lo hanno incontrato in una<br />

semplice casa: forse per suggerire dove<br />

si trovi ancor oggi la sua presenza, accanto<br />

a tutti i poveri, nelle ‘stalle’ e nelle<br />

‘case’, cioè là dove l’umanità più umile<br />

lavora ed abita. Di fatto la sua luce ha<br />

illuminato prima di tutto alcuni semplici<br />

pastori, e non il re o i dottori della legge.<br />

Ecco perché possiamo augurarci buon<br />

Natale: perché nessuno è così piccolo<br />

da non poter contare su questa presenza<br />

consolante nella propria casa e nella<br />

propria vita. Allora auguri di scoprire<br />

ogni giorno la Sua presenza luminosa al<br />

nostro fianco: buon Natale!


La chiesa di Brugneto<br />

Al momento di scrivere queste righe,<br />

stiamo ancora raccogliendo i fondi per<br />

il lavoro di messa in sicurezza temporanea<br />

della chiesa. Dobbiamo accantonare<br />

22.000 €, cifra preventivata per metter<br />

in opera le protezioni necessarie, e forse<br />

al momento stiamo un po’ faticando<br />

per raggiungere questa somma. Speriamo<br />

che il Natale ispiri buoni pensieri a<br />

tutti… anche perché altrimenti saremo<br />

costretti a breve o a chiedere prestiti<br />

alle altre parrocchie, oppure ad andare a<br />

Un’immagine sorprendente della chiesa di Brugneto<br />

Da amici di Metteglia mi perviene questa<br />

fotografia che riproduce l’interno della<br />

chiesa di Brugneto come doveva essere<br />

forse alla fine degli anni trenta. Si tratta<br />

di un’immagine impressionante: osservate<br />

l’affresco di San Pancrazio, sull’arco<br />

sopra all’altare: non è l’attuale! È molto<br />

differente, decisamente più bello e solenne.<br />

Negli anni scorsi abbiamo pubblicato<br />

l’articolo di Libertà del 1913 che<br />

parlava dell’opera, del committente, il<br />

parroco mons. Luigi Tosi, e dell’autore,<br />

il prof. Vittorio Pittaco, veneto di origine<br />

e fiorentino di formazione, i cui affreschi<br />

sono tra l’altro anche a Bobbio,<br />

nella chiesa della Madonna dell’Aiuto (di<br />

fronte all’ospedale), e in quella di Metteglia.<br />

Questa fotografia in realtà pone<br />

molti interrogativi: come mai l’affresco<br />

è stato sostituito, o forse coperto, dopo<br />

appena venti o trent’anni, con un altro<br />

di qualità ben minore? E chi è l’autore<br />

dell’attuale dipinto?<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Messa presso di loro!<br />

Per il resto la nostra chiesa rimane un<br />

bel rebus. La cifra per la sua sistemazione<br />

definitiva è oggettivamente molto alta<br />

(€ 400.000, che probabilmente diverrano<br />

almeno 450.000, di cui al momento ne<br />

è stata promessa la metà - che non è<br />

poco -, pur rimanendo enorme la cifra<br />

che pesa comunque sulle spalle della<br />

parrocchia…) e d’altronde gli impegni<br />

di contributo da parte delle famiglie al<br />

momento sono ancora quasi inesistenti.<br />

Perché si è certamente dovuto trattare di<br />

una questione molto seria: un affresco<br />

non è una cosetta da poco, e cambiarlo<br />

non è costato certamente due lire. Per<br />

ora l’unico punto di riferimento trovato<br />

è il ricordo di alcuni che il rifacimento<br />

potrebbe risalire agli inizi degli anni<br />

quaranta. Osservando la foto si notano<br />

alcune macchie, o cadute di intonaco,<br />

sul lato sinistro, ma nulla che faccia<br />

pensare a un crollo o a una rovina irreparabile.<br />

Magari qualcuno ricorderà<br />

qualche commento, o qualche frase dei<br />

vecchi in proposito… Pensando al ripristino<br />

della chiesa, sarebbe importante<br />

sapere qualcosa in più di eventuali gravi<br />

danni subiti dalla chiesa, e oggi non<br />

più ricordati.<br />

L’immagine permette di notare anche<br />

altri particolari, a loro volta del tutto<br />

scomparsi: per esempio l’affrescatura<br />

sul fondo dell’altare. L’articolo di Libertà<br />

del 1913 parla in proposito di una<br />

71


72<br />

ontagna<br />

Nostra


ontagna<br />

Nostra<br />

‘bella immagine di Maria<br />

Santissima’, dalle ‘pure linee<br />

trecentesche della Vergine<br />

Annunziata’, che si nota appena<br />

nel riquadro centrale,<br />

mentre è ben visibile la figura<br />

dell’angelo sul lato destro.<br />

In cima all’altare è posto un<br />

crocifisso piuttosto differente<br />

da quelli presenti oggi in<br />

chiesa, e scomparse sono<br />

anche le raffinate luminarie<br />

che pendono ai lati, vicino<br />

alle statue. Il pavimento<br />

sembra essere precedente l’attuale, a sua volta già vecchio di molti decenni. Infine,<br />

erano già molto evidenti fin da allora i segni dell’umidità sul pilastro sinistro, vicino<br />

alla statua del Sacro Cuore, così come, nella stessa zona, già esisteva ed è molto visibile<br />

la crepa che dal cornicione scende fino sulla volta della cappellina.<br />

B e n v e n u -<br />

to al piccolo<br />

L e o n a r d o<br />

Disingrini,<br />

di Marco e<br />

Sara Guerci,<br />

nato il 18<br />

marzo 2010<br />

e battezzato<br />

a Brugneto<br />

il 10 ottobre.<br />

Ora fa parte<br />

anch’egli<br />

della nostra<br />

parr occhia!<br />

Come mai è venuto fino a Brugneto? Perché la sua mamma è un po’ legata alla<br />

nostra chiesa: infatti nella sua tesi di laurea in architettura ha analizzato alcune<br />

crepe della nostra chiesa, per studiarne i possibili rimedi.<br />

73


74<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Una montagna di<br />

auguri alla carissima<br />

Elvira Carini<br />

Scaglia di Casella,<br />

che ha tagliato il<br />

traguardo dei 90<br />

con l’allegria e la<br />

bonomia di sempre.<br />

La ha attorniata<br />

non solo la<br />

famiglia, ma anche<br />

tutto il paese<br />

di Casella. Buon<br />

compleanno!<br />

Felicitazioni a Sara Piergiorgi e Roberto Tornari, le cui radici sono a<br />

Castelcanafurone - sposi nella chiesa del Castellaro (Travo) lo scorso 4<br />

settembre.


Ed ecco, finalmente,<br />

qualche immagine<br />

della festa agostana<br />

di San Rocco a Casella:<br />

un’iniziativa ancora<br />

giovane, ma che<br />

riscuote un grande<br />

successo!<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ancora qualche<br />

immagine dei protagonisti<br />

delle feste<br />

estive di Brugneto!<br />

75


76<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Anche quest’anno il Rally<br />

delle Valli piacentine ha<br />

attraversato il paese di Brugneto:<br />

per un giorno il rombo<br />

dei motori è stato protagonista<br />

sulla provinciale! Forse<br />

non troppo indovinata è stata<br />

la scelta del giorno, cioè la vigilia<br />

di Ognissanti, perchè ha<br />

un po’ ostacolato le visite ai<br />

cimiteri.<br />

Ecco una bella istantanea<br />

dal titolo: Le<br />

fatiche della tavola.<br />

Opera unica di Bruno,<br />

Patrizio e Giancarlo.<br />

Saluti e un brindisi da<br />

Tornarezza!<br />

TESSERAMENTO CIRCOLO ANSPI ‘U MERCADELLO’<br />

Due modalità per il rinnovo della propria adesione a partire da Gennaio<br />

2011:<br />

1. – contattare direttamente i responsabili: Simona a Tornarezza, o<br />

Daniele a Curletti<br />

2. – versare la quota associativa sul C/C Postale 10142297 intestato<br />

a ‘Parrocchia San Pancrazio in Brugneto’, specificando nella causale<br />

‘Rinnovo ANSPI’ e nome e cognome di chi rinnova. La tessera sarà poi<br />

ritirabile presso la Parrocchia.


ontagna<br />

Nostra<br />

Niente di nuovo sul fronte di<br />

Castelcanafurone…<br />

che, dopo la vivacità del periodo<br />

estivo, è ritornato alla calma e al silenzio<br />

abituale durante l’anno. C’è<br />

così spazio per qualche altra bella<br />

immagine dell’estate e dei suoi<br />

scatenati protagonisti. Saluti a tutti<br />

dal piccolo Manuel Capucciati, che<br />

con la sua vivacità rallegra tutti gli<br />

avventori dell’Osteria della Bianca!<br />

77


78<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Cronache da Curletti…<br />

Sul finire di Settembre<br />

ecco la Sagra di santa<br />

Giustina, patrona della parrocchia.<br />

Una bella giornata<br />

di sole ha incorniciato una<br />

semplice ma sentita celebrazione,<br />

terminata con<br />

una processione nella quale<br />

è stata portata per la prima<br />

volta l’immagine della<br />

statua custodita in chiesa.<br />

Finora infatti usavamo un<br />

icona proveniente da Padova.<br />

Nel frattempo, durante<br />

il restauro, la statua è stata<br />

ripresa dall’amico Giovanni<br />

Milani, che di professione è<br />

stato fotografo d’arte, e poi è stata elaborata<br />

graficamente dalla figlia Isabella.<br />

Siamo loro molto grati di questo servizio,<br />

perché si tratta di un simulacro piuttosto<br />

pesante e difficile da manovrare, e<br />

saranno rari i casi in cui si potrà utilizzarlo<br />

(ormai alla fine di settembre in par-<br />

rocchia non ci sono più tanti uomini con<br />

sufficiente forza per farla scendere dalla<br />

sua ancona e poi per trasportarla…). In<br />

questo modo almeno la sua fotografia<br />

potrà sempre accompagnarci nelle nostre<br />

processioni.<br />

La scuola di Curletti continua ad esser il<br />

centro delle attività e degli incontri del


paese. Questa volta,<br />

essendo tempo d’autunno,<br />

ecco una bella<br />

castagnata, partecipata<br />

da molti amici, seduti<br />

a tavola a gustare i manicaretti<br />

preparati dalle<br />

impareggiabili cuoche,<br />

Rosa, Mariuccia, Graziella<br />

e Luigina, sorridenti<br />

e contente per<br />

la buona riuscita della<br />

giornata!<br />

Durante l’estate si è<br />

provveduto alla manutenzione<br />

di una parte<br />

del tetto della chiesa,<br />

sostituendo le tegole<br />

ormai consunte dagli<br />

anni e dalle intemperie.<br />

Il lato è quello<br />

sinistro guardando la<br />

facciata, visibile nella<br />

foto sotto.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

79


80<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Ricordiamoli<br />

Nelle scorse settimane ci ha lasciato anche il nostro carissimo Giovanni Zanelli<br />

di Ca Zuccone. Dietro i baffi e l’espressione un po’ burbera Giovanni celava un<br />

carattere molto affabile allegro e incline all’amicizia, e un cuore davvero buono.<br />

Era sempre rimasto su questi monti, legatissimo alla sua famiglia, in particolare<br />

alla sua Rosina, la moglie che lo aveva anticipato in cielo, e sempre pronto a faticare<br />

come muratore e come contadino. La figlia, il genero e le nipoti, grandi e<br />

piccole lo hanno curato e custodito come meglio non si poteva; ora possa godere<br />

della pace e del riposo nella serenità di Dio.<br />

Dalla lontana Russia è ritornato un ricordo struggente e drammatico - la piastrina<br />

militare, unico resto di un’intera esistenza - di Giovanni Zanelli di Noce. La<br />

sua scomparsa è ormai lontana di decenni, risalendo probabilmente al gennaio<br />

dopo la tragica ritirata invernale dell’esercito italo-tedesco. Di lui si parla anche<br />

in altra parte di questo bollettino, qui però vogliamo ricordarlo come parrocchiano,<br />

e vogliamo farlo con tutto l’affetto possibile, pensando anche al dolore dei suoi<br />

genitori e dei suoi fratelli e sorelle, che lo hanno atteso invano per anni, morendo<br />

a loro volta senza sapere nulla del loro caro.<br />

Il concomitanza con la celebrazione del IV Novembre, Ferriere ha reso omaggio<br />

in modo ufficiale al nostro Giovanni, uno dei suoi 181 caduti in guerra, uno<br />

dei tanti ricordati numericamente sul Monumento all’ingresso del paese, uno dei<br />

tanti ai quali è dedicato il Campanile del capoluogo costruito nel 1956 e che ora,<br />

anche solo virtualmente, è tornato a riposare nella sua terra natia di Brugneto.<br />

Giovanni Zanelli, di Paolo e Angela Carini, è nato<br />

a Noce il 16 luglio 1916. Partito per il servizio alla<br />

Patria aveva fatto l’ultimo ritorno nella frazione<br />

avetina nel 1942, solo il tempo per salutare i genitori<br />

e i fratelli Celeste, Maria, Giuditta e Mario. Da<br />

allora, più niente, nessuna notizia, nessuna speranza<br />

di riavere almeno la sua salma. Solo poco tempo<br />

fa, Antonio Respighi di Abbiategrasso, in Russia alla<br />

ricerca di italiani dispersi in guerra, ha rintracciato<br />

la “piastrina” identificativa di Giovanni Zanelli<br />

(*16.07.1916 - +25.01.1943) e risalito ai parenti di<br />

Giovanni, residenti a Brugneto.Quella “piastrina”,<br />

unico ricordo dell’alpino che ha sacrificato la sua<br />

vita per la Patria, è arrivata a Ferriere, e inserita in<br />

una artistica targa fatta predisporre dall’Amministrazione<br />

comunale è stata consegnata a Lucia, una


ontagna<br />

Nostra<br />

delle più giovani discendenti della famiglia Zanelli. A ricordarci queste tappe<br />

fondamentali di vita di Giovanni è la nipote Sabina Zanelli, che per difficoltà<br />

fisiche non ha potuto intervenire alla cerimonia commemorativa nel capoluogo.<br />

Era rappresentata dai figli Giulio e Gianni. Per la cronaca Sabina ha perso in<br />

guerra anche un altro parente, Giuseppe Zanelli, disperso in mare.<br />

A celebrare il rito religioso don Ezio Molinari, parroco di Brugneto, che ha sostituito<br />

don Giuseppe Calamari, impegnato nel tour festivo di servizio alle numerose<br />

parrocchie del territorio.<br />

“La parola di Dio non capita mai a caso: in questa giornata in cui commemoriamo<br />

un caduto, ha detto don Ezio, sette sono le morti nella prima lettura e sette<br />

nel Vangelo. Quelli della prima lettura, ha proseguito, sono giovani, fatti prigionieri<br />

come è accaduto ad altri giovani, come forse anche al nostro Giovanni<br />

in terra di Russia. La loro fede nella risurrezione circonda, illumina e conforta<br />

questi poverissimi resti del nostro concittadino, poverissimi resti, ha sottolineato<br />

il celebrante, perché di lui non è rimasto nulla. Non una bara, né una cassetta<br />

da ossario, non una data né un luogo preciso. Nessuno sa con sicurezza come<br />

e perché sia morto: forse condannato per fucilazione, forse morto di stenti, forse<br />

ucciso dal freddo. Solo una targhetta, la sua piastrina militare, ha continuato,<br />

riemersa dopo decenni dagli archivi della storia. E per noi, questo pezzetto di<br />

metallo, oggi diventa il simbolo che racchiude tutto quello che è stato Giovanni.<br />

Siamo grati a coloro, ha concluso, che si sono prodigati perché almeno un ricordo<br />

tornasse a casa”.<br />

Con la presenza di una folta rappresentanza di Alpini in congedo, con il capogruppo<br />

sezionale Luigi Malchiodi di Brugneto, con il gonfalone comunale, con<br />

il Sindaco Antonio Agogliati, con il comandante la stazione carabinieri Giuseppe<br />

Pisani, accompagnati<br />

dal<br />

“Silenzio” di Luca<br />

De Antoni, il corteo<br />

per deporre un<br />

mazzo di fiori ai<br />

piedi del campanile<br />

e una corona<br />

di alloro al Monumento<br />

ai Caduti.<br />

81


82<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Tramonto in Val Lardana<br />

Val lardana<br />

Un saluto<br />

da Agatha<br />

di<br />

Stefano<br />

Taffurelli<br />

e Lisa<br />

Carini<br />

Pubblichiamo la<br />

stupenda immagine,<br />

colta dall’obiettivo<br />

fotografico del<br />

nostro collaboratore<br />

Giuseppe Marzolini.<br />

Il suo carattere riservato<br />

lo porta a non<br />

apparire mai, ma per<br />

la sua passione generosa<br />

e per lo spirito<br />

di attenzione verso<br />

i fatti del territorio<br />

merita il nostro più<br />

sentito grazie.<br />

Battesimo a Cassimoreno<br />

Auguri a Bracchi Emma, nata a Piacenza il<br />

30 luglio 2010 e battezzata da don Luciano<br />

nella chiesa di S. Bernardo a Cassimoreno<br />

il 3 ottobre.<br />

Emma è figlia di Francesco e Giulia, famiglia<br />

con profonde radici in val Lardana a Cassimoreno e Montereggio. Ci auguriamo<br />

tutti di continuare a vederli spesso sui nostri monti.


Elisa Cavanna ci invia una vecchia canzone della nonna.<br />

La si taglia i suoi biondi capelli,<br />

la si veste da militar,<br />

e la monta in aeroplano<br />

verso il Piave la se ne va.<br />

Quand fu giunta là sul Piave,<br />

l'ha incontrà un tenentino<br />

el ghe dise pian pianino<br />

"Fidanzata di un qualche soldà?"<br />

"Io non sono fidanzata<br />

e nemmeno innamorata<br />

sono un povero coscritto<br />

dal Governo son stà richiamà.<br />

Dal Governo son stà richiamà<br />

mi han tagliato i miei capelli<br />

eran biondi, ricci e belli<br />

mi han levato la mia beltà”.<br />

"La si taglia i suoi biondi capelli"<br />

Il tenente la prese per mano,<br />

la condusse in riva al mar:<br />

"e se lei sarà una donna<br />

la si laverà le man".<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

"I soldati che vanno alla guerra<br />

non si lavano mai le mani<br />

solamente una qualche volta<br />

con il sangue dei nostri Italian".<br />

( Nonna A. )<br />

Ricordiamoli<br />

Rossi Maria<br />

n. 17.09.1931 - m. 16.10.2010<br />

“Nel nostro cuore conserviamo vivo e profondo il<br />

ricordo di te”.<br />

I familiari<br />

83


84<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

salsoMinore<br />

Prima festa del pescatore in Vald’Aveto<br />

Oltre cento pescatori sono saliti a<br />

Salsominore per la prima festa a<br />

loro dedicata, organizzata l'ultima domenica<br />

di settembre, dalla Amministrazione<br />

comunale di Ferriere e dalla Società pesca<br />

sportiva Ferriere, recentemente costituita.<br />

L'evento, che non ha avuto carattere<br />

competitivo, ha portato in alta Valdaveto<br />

molti pescatori, nonostante le cattive<br />

condizioni meteo della giornata precedente,<br />

precipitazioni che però hanno<br />

avuto il merito di rimpinguare le acque<br />

dell'Aveto. Teatro della singolare iniziativa,<br />

che non ha avuto carattere competitivo,<br />

è stato il tratto dalla centrale di<br />

Ruffinati fino la galleria della provinciale<br />

586R. Il fulcro è stato l'abitato di<br />

Salsominore, storica località frequentata<br />

nell'ultimo mezzo secolo dai pescatori,<br />

non solo piacentini. I pescatori potevano<br />

trattenere cinque esemplari di misura<br />

consentita. L’iniziativa aveva due obbiettivi:<br />

far felici i pescatori dando loro<br />

l'opportunità di pescare in fiumi copiosi<br />

di pesce (da notare che nell'Aveto per<br />

l'occasione sono state immesse circa 400<br />

chili di trote fario, e di portare turismo<br />

facendo conoscere la valle a chi non è<br />

mai venuto. Inoltre vogliamo dare il via<br />

al ripopolamento di trote Fario nel torrente<br />

Aveto e Nure tramite l'allevamento<br />

che vogliamo predisporre, assieme alla<br />

Provincia, in un laghetto nei pressi di<br />

Salsominore, allo scopo di far ritornare<br />

pescosi i nostri fiumi con delle trote<br />

di qualità - fa sapere il sindaco Antonio<br />

Agogliati. Paolo Carini


ontagna<br />

Nostra<br />

Un ricordo<br />

dei giochi<br />

organizzati in<br />

concomitanza<br />

della sagra di<br />

S. Agostino<br />

85


86<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

torrio<br />

Ritrovarci<br />

I<br />

ai Santi<br />

l colore abbrustolito delle castagne, la<br />

loro fragranza, il loro sapore morbido,<br />

accompagnano le emozioni dei saluti<br />

e degli arrivederci. Quasi tutte le case,<br />

aperte ormai solo in particolari periodi<br />

dell’anno, sono già pronte per affrontare<br />

il rigore invernale; anche a loro si<br />

dà l’arrivederci, come a creature piene di<br />

ricordi. Ci rivedremo a Natale, a Capodanno,<br />

o per qualche evento importante,<br />

che speriamo gioioso.<br />

Chi resta – ormai una decina di persone<br />

– rimane a vegliare in un ambiente che<br />

sta per rifarsi silenzioso, calmo ed eterno.<br />

Nel frattempo, l'unico ritrovo per i pochi<br />

residenti è il circolo, che è anche punto<br />

di riferimento per chi arriva da paesi vicini,<br />

e per chi fa una scappata, ogni tanto,<br />

magari per una gita domenicale con<br />

gli amici. Ne è custode il socio Roberto,<br />

giovane appassionato del territorio e della<br />

sua storia, che sa ascoltare i vecchi e<br />

che ha scelto di vivere nel ”territorio” a<br />

Rezzoaglio, senza porsi troppi problemi.<br />

In questa suggestiva cornice si sono festeggiati<br />

i Santi. Quelli famosi e quelli<br />

depennati dal calendario, quelli che hanno<br />

costruito la<br />

loro vita nella<br />

visione della<br />

santità, e quelli<br />

che sono vissuti<br />

nella santità,<br />

senza neanche<br />

saperlo.<br />

La tradizione<br />

si è rinnovata<br />

con il profumo delle caldarroste, che si<br />

è propagato al riparo degli ombrelli di<br />

Giampaolo, di Pietro e di Renzo, i quali,<br />

sotto una pioggia battente, hanno magistralmente<br />

guidato anche i delicati rituali<br />

della salatura e dell’annaffiatura di vino<br />

rosso. Le ottime castagne sono arrivate<br />

fin dal Casentino, terra di origine della<br />

nostra Ivana, la quale tiene tantissimo al<br />

giusto distinguo: una cosa sono i marroni<br />

del Casentino, altra cosa le castagne<br />

di <strong>Torrio</strong>, anche se tutti ugualmente preziosi<br />

e gustosi prodotti dei boschi.<br />

La festa ha coinvolto più di settanta Torriesi<br />

nei locali del circolo; oltre quaranta<br />

i soci a pranzo. Una sottoscrizione a<br />

premi a favore del circolo ha concluso la<br />

giornata. Alla spicciolata e ancora sotto<br />

una incessante pioggia, i convenuti sono<br />

partiti per tornare alle loro residenze di<br />

città.<br />

Il giorno precedente, domenica 31 ottobre,<br />

si era svolta la transumanza della<br />

mandria di Pietro Monteverde: una “sfilata”<br />

di dignitosissime misses bianche, tra<br />

le quali ne spiccavano una zafferano e<br />

una carbone, ha percorso i circa dodici<br />

chilometri che separano i pascoli torriesi<br />

del Crociglia dalle<br />

stalle di Santo<br />

Stefano, attraverso<br />

<strong>Torrio</strong> e il passo<br />

del monte di<br />

Mezzo. Proprio<br />

come racconta il<br />

nostro muro.


FIORI D’ARANCIO TORRIESI<br />

Davide Negri e Miriam - 26-6-2010 Chiesa di Favale<br />

Laura Rezzoagli e Danilo – Santuario di Montallegro Rapallo<br />

Elisa Rezzoagli e Piero - Chiesa di <strong>Torrio</strong> 4 settembre 2010<br />

Simona Pozzoli e Luigi – Podenzano (Pc) luglio 2010<br />

A<br />

Tutti<br />

gli<br />

sposi<br />

i<br />

migliori<br />

auguri<br />

di<br />

Montagna<br />

Nostra<br />

e<br />

dai Soci<br />

del<br />

Consozio<br />

Rurale<br />

di<br />

<strong>Torrio</strong><br />

ontagna<br />

Nostra<br />

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88<br />

ontagna<br />

Nostra


ontagna<br />

Nostra<br />

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90<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

40 e 60 Anni portati bene<br />

<strong>Torrio</strong> in festa per due “classi di coscritti”: Silvie Peroni, Stefania Rezzoagli e Fabrice<br />

Masera hanno festeggiato i 40 anni e Maria Assunta, Maura, Rossella, Maria Luisa e<br />

Franca i 60 anni. Tutti nati a <strong>Torrio</strong>. Nella fotografia di GianCarlo i festeggiati con il<br />

parroco dopo la S. Messa celebrata al pomeriggio nella chiesa di San Pietro in <strong>Torrio</strong>.<br />

Alla sera al<br />

Centro Sportivo<br />

del paese i festeggiati<br />

hanno<br />

offerto la cena<br />

a buffet con la<br />

torta a tutti i<br />

Torriesi. Michele<br />

con la sua<br />

fisarmonica ha<br />

fatto ballare gli<br />

intervenuti fino<br />

a tarda notte.<br />

Le più belle..e brave della valle: Chiara, Dani, Elisa, Miki, Barbara, Chiarina, Stefania<br />

e Daniela - le nostre volontarie per ogni manifestazione.


Battesimo a <strong>Torrio</strong><br />

Sabato 25 settembre 2010<br />

Samantha Rezzoagli, a<br />

distanza di quasi tre anni dal<br />

fratello Mattia, con il battesimo<br />

è entrata “alla grande” nella nostra<br />

comunità cristiana. Il parroco<br />

Don Ferdinando Cherubin<br />

che quest’anno compie 25 anni<br />

di sacerdozio, molti dei quali in<br />

Val d’Aveto, ha celebrato il rito<br />

pomeridiano con la partecipazione<br />

di una folta delegazione<br />

di Torriesi. Nella foto Samantha<br />

con la famiglia.<br />

Commemorare Francesco<br />

Francesco, nato a <strong>Torrio</strong> il 5 febbraio 1938,<br />

ha sempre vissuto nel nostro paese. Primo<br />

dei due maschi della famiglia dei “Marcon”,<br />

una delle famiglie più in vista di <strong>Torrio</strong>.<br />

Una famiglia “illuminata”, una delle<br />

prime ad aver capito l’inutilità di ricostruire<br />

la casa in zona franosa per edificare<br />

invece sul terreno sicuro della “Casetta”.<br />

Francesco, scapolo, fu sempre di poche parole,<br />

lavoratore mite, silenzioso<br />

e instancabile. Prima<br />

nei lavori dei campi e dei<br />

pascoli, poi, rimasto solo con<br />

il fratello Silvio in quel lavoro<br />

di servizio che è il governo<br />

della casa. Non era facile ai<br />

rapporti sociali, forse per la<br />

sua naturale timidezza, forse<br />

per l’emarginazione che la<br />

vita di paese a volte riserva<br />

alle persone meno estroverse<br />

etichettate con superficialità.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

La riservatezza era quel limite che egli<br />

stesso si era posto. Avvertì i primi dolori<br />

della malattia alla fine di questo<br />

inverno e la prima diagnosi non fu del<br />

tutto negativa, ma le complicazioni e il<br />

prolungarsi della degenza all’ospedale<br />

di Bobbio non lasciarono intendere<br />

niente di buono. Lottò e fu una lotta<br />

difficile, ma raramente si lamentava<br />

dei dolori. Alla fine si<br />

consegnò nelle mani del<br />

Dio della vita condividendo<br />

la sua fragilità con chi<br />

amava. Francesco spirò<br />

all’ospedale di Lavagna il<br />

22 luglio 2010 senza aver<br />

più rivisto il suo paese: tutto<br />

il suo mondo. Ora vi è<br />

ritornato e riposa nel nostro<br />

camposanto.<br />

91


92<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

retorto-selVa<br />

roMpeggio-pertUso<br />

BUON NATALE<br />

Non c'è che dire: Dio deve proprio avere<br />

del fegato! Se fossimo noi ad essere<br />

Dio, chi mai scenderebbe, dal luminoso<br />

cielo ove abita in tutta serenità, verso<br />

un mondo come quello di oggi, tra crisi<br />

economiche vertiginose, guerre mai finite,<br />

nuove povertà che avanzano, stranieri<br />

che sempre più numerosi bussano<br />

alle nostre porte, cambiamenti climatici<br />

che provocano calamità gigantesche?<br />

E per cosa? Per venire in un'esistenza<br />

fatta di fatica e di conflitti che terminerà<br />

comunque nella morte? Certamente<br />

meglio sarebbe starsene al sicuro nella<br />

propria eternità, adorati da miriadi di<br />

angeli, senza rischiare nulla.<br />

E invece anche quest'anno ecco il Natale,<br />

a segnalare che Dio evidentemente<br />

non ragiona come noi.<br />

Per noi, infatti, è un Incosciente: ma chi<br />

glieLo fa fare?<br />

E però è Dio: è difficile pensare che sia impazzito! Allora, forse, non sarà che siamo<br />

noi a dover imparare qualcosa da Lui? Da quella sua piccolezza, da quella sua speranza,<br />

da quella sua fiducia che - con tutto quello che capita in questi anni - appare<br />

perfino fuori luogo? Cosa mai vedrà di così bello ed attraente nel nostro mondo di<br />

oggi per mettersi in gioco in quel modo, e per esporsi tanto? E se in questo mondo<br />

ci fosse davvero qualcosa per cui spendersi totalmente, senza riserve, pagando di<br />

persona, arrivando perfino a dare la vita?<br />

Evidentemente secondo Lui qui un tesoro c'è, qualcosa di estremamente grande e<br />

prezioso, qualcosa per cui lottare fino allo stremo dando tutto se stesso, senza risparmio<br />

e senza paura. Di che cosa si tratta? Probabilmente la risposta ci lascerà di sasso:<br />

perchè si tratta dell'uomo. Sì, proprio dell'uomo, cioè di me e di te, di ogni uomo,<br />

dell'onesto e del malvagio, del pacifico e del violento, dell'amico e dello straniero, del<br />

credente e dell'ateo, del cristiano e del musulmano, della prostituta e del pubblicano.<br />

Beato chi lo saprà apprezzare!<br />

Buon Natale!


Perché un campanile<br />

Ne abbiamo parlato già<br />

da tempo, dapprima<br />

con un po’ di distacco,<br />

ma poi seriamente:<br />

a Selva costruiremo il<br />

campanile!<br />

Qualcuno forse ha buone<br />

ragioni nel ritenere<br />

che sia inutile spendere<br />

soldi per fare delle<br />

torri, dal momento che<br />

siamo entrati in una società<br />

e in uno stile di<br />

vita che mal sopporta il<br />

suono delle campane.<br />

A dire il vero il nostro<br />

intento non è quello<br />

di istallare strumenti<br />

che potrebbero disturbare la quiete<br />

della montagna, quanto piuttosto, naturalmente<br />

insieme agli altri vari lavori<br />

di restauro dell’Oratorio, di ricavare uno<br />

spazio nuovo per liberare l’interno sella<br />

chiesetta da tanti armadietti ingombran-<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

ti e soprattutto porre<br />

un segno che richiami<br />

a noi stessi e a chi ci<br />

vede che il nostro paese<br />

non è semplicemente<br />

l’agglomerato di case<br />

vecchie e nuove di residenti<br />

o villeggianti<br />

anonimi, ma il luogo<br />

dove vive una comunità<br />

di persone che desidera<br />

avere un centro di<br />

aggregazione sia umana<br />

che religiosa, che<br />

considera ancora oggi<br />

l’ombra del campanile<br />

quale ambiente ideale<br />

per la crescita umana e spirituale sia dei<br />

bambini che degli adulti, che sa cosa significa<br />

celebrare il Natale… anzi proprio<br />

per quel bambino sceso per noi dal cielo<br />

in quella fredda notte di dicembre desideriamo<br />

che la nostra vita e la nostra<br />

storia continui a puntare<br />

verso quel cielo da cui<br />

Lui è sceso.<br />

Il campanile può essere<br />

proprio quel segno visibile<br />

che ci aiuterà a dare<br />

la direzione verso l’alto<br />

al nostro cammino.<br />

Intanto BUON NATALE<br />

ancora a tutti!<br />

I nostri volontari al lavoro<br />

a Selva. Un grazie a<br />

tutti!<br />

93


94<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Credere al matrimonio…<br />

credere ai sacramenti<br />

Quando i nostri bambini si preparano ai primi<br />

sacramenti, soprattutto alla Prima Confessione<br />

e alla Prima Comunione, sanno che vanno incontro<br />

a Colui che attraverso quei riti si fa voce<br />

che li perdona, cibo che li alimenta, amore che<br />

li salva. Dovrebbe essere così anche per chi,<br />

non più bambino, vuole costruire una famiglia,<br />

e il modo con cui Dio va incontro a loro è il<br />

sacramento del matrimonio, che li renderà uniti<br />

nell’amore e forti nell’affrontare le difficoltà<br />

della vita..<br />

Nella chiesa di Ottavello lo scorso 18 settembre<br />

Barilari Piergiorgio e Repetti Elena hanno celebrato con gioia il sacramento<br />

della loro unione in Dio attorniati, oltre che dai paroci don Giovanni,<br />

don Roberto e don Ezio,<br />

da tanti amici e parenti che<br />

hanno fatto una vera “discesa<br />

dai monti” per augurare<br />

loro quanto nella preghiera<br />

è stato rivolto al cielo, non<br />

disdegnando poi, alla Volta<br />

del Vescovo, di manifestare<br />

la stessa gioia col momento<br />

conviviale. Auguri, soprattutto<br />

di tanta armonia!<br />

Foto Gaudenzi - Bettola


ontagna<br />

Nostra<br />

Assemblea parrocchiale a Rompeggio<br />

Nel tardo pomeriggio della festa dei santi il salone parrocchiale di Rompeggio ha visto<br />

un'affollata assemblea parrocchiale con la presenza di tutte le frazioni in riposta alla<br />

convocazione fatta dal parroco con la lettera che aveva questo contenuto:<br />

Tutti i Parrocchiani sono invitati ad un’Assemblea che terremo a Rompeggio nel salone<br />

della Parrocchia lunedì 1 novembre alle ore 17,00<br />

L’argomento di cui parleremo è presto detto:<br />

Tutti siamo al corrente del lascito di Ferrari Carlo alla Parrocchia; le pratiche per la<br />

successione si sono concluse in questi giorni e ora possiamo disporre a pieno titolo dei<br />

beni lasciati.<br />

Posso già anticipare, in sintesi, gli interrogativi che saranno posti:<br />

1) Siete d’accordo sul progetto di<br />

- sistemazione di tutto il piazzale della chiesa,<br />

- costruzione, ai margini del piazzale, del monumento dedicato (con targa in memoria<br />

di Carlo e familiari) a tutti coloro che hanno passato tutta la vita su questi nostri<br />

monti?<br />

2) Siete d’accordo di destinare le casette e l’area circostante in riva al Nure ad un centro<br />

per gli Scouts (con possibilità di piantare anche le tende) sulla falsariga di quanto<br />

già esiste a Spettine?<br />

3) La casa dove abitava Carlino è opportuno venderla o affittarla?<br />

4) Nel portico adiacente quella casa possiamo ricavare la sede del gruppo-feste che è<br />

da considerarsi la pro-loco del paese?<br />

5) Dei terreni sparsi un po’ dovunque riusciremo a venderne qualcuno?<br />

La casa dove abitava Carlo con annesso il fabbricato di stalla - cascina che, ristrutturato<br />

potrebbe ospitare la sede della “Pro Rompeggio”.<br />

95


96<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Il dialogo è stato schietto e costruttivo e<br />

ha portato alle seguenti delibere:<br />

1)All’unanimità si è approvato il primo<br />

punto, sia per la sistemazione del piazzale e<br />

dell’area tra la canonica e il campo sportivo<br />

che per la costruzione del monumento.<br />

2) Identico è stato il pronunciamento sulla<br />

destinazione a centro pastorale delle casette,<br />

con annessa area, in riva al Nure.<br />

3) Per quanto riguarda la destinazione dei<br />

due appartamenti della casa dove abitava<br />

Carlino è stata scartata l’ipotesi della vendita,<br />

mentre si è deliberato di affittarla, naturalmente<br />

a persone che diano buone garanzie<br />

di serietà con contratto regolarmente<br />

denunciato e registrato.<br />

4) Qualche difficoltà in più incontrerà la<br />

realizzazione della proposta, pure approvata<br />

da tutti, di destinare il cascinale a sede<br />

della pro-loco in quanto si dovranno prima<br />

verificare bene progetti e costi dei lavori di<br />

sistemazione.<br />

5) Infine si è affrontato l’argomento: vendita<br />

dei terreni. Qui la discussione è stata più<br />

lunga portando alla fine l’Assemblea ad approvare<br />

la seguente decisione:<br />

stralciati i terreni adiacenti alle<br />

case, che ovviamente non saranno<br />

alienati, tutti gli altri saranno<br />

messi all’asta in un unico<br />

blocco per essere venduti al<br />

miglior offerente. Nei due locali<br />

pubblici di Rompeggio e Pertuso<br />

saranno lasciati in visione,<br />

da natale alla fine di giugno, le<br />

mappe con i dati catastali per<br />

consentire a tutti di prenderne<br />

visione e fare la propria offerta.<br />

Il Consiglio economico della<br />

Parrocchia prenderà poi la decisione<br />

definitiva.<br />

Le due casette sul Nure con annesso<br />

(visibile parzialmene) lo stupendo ed<br />

esteso campo.<br />

In questo modo crediamo<br />

di onorare la<br />

memoria di Ferrari<br />

Carlo che, almeno per<br />

quanto ci risulta, fino<br />

ad oggi, è stato il più<br />

generoso benefattore<br />

a favore della Parrocchia<br />

di Rompeggio.<br />

L’area di accesso alla<br />

Chiesa, al Salone e al<br />

campo sportivo, oggetto<br />

di sistemazione.


A Rompeggio festeggiato San Michele,<br />

particolarmente venerato dalla gente di Rocconi.<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

“Tuta a fruta ha sa de mè” - tutta la frutta<br />

sa di miele - e S.Michele scende dalla sua<br />

nicchia dietro l’altare per stare un po’ con<br />

noi. E’ sorridente e vittorioso, ha sconfitto,<br />

con la spada, il Male, rosso mostriciattolo<br />

cornuto ed è pronto, con la bilancia<br />

tintinnante, a pesare le anime prima di accompagnarle<br />

nell’al di là. E’ bello vedere da<br />

vicino la sua statua: è di legno massiccio,<br />

colorata prevalentemente di azzurro e, nella<br />

parte posteriore, porta la seguente scritta:<br />

“Nardini e Rossi, Milano 1904 - Dono<br />

dei parrocchiani di Rompeggio Emigrati in<br />

America”. I partecipanti alla messa solenne,<br />

celebrata da don Roberto e da tutti i<br />

sacerdoti dell’Alta Val Nure, hanno avuto momenti di commozione nel vedere il loro<br />

copatrono, portato a spalla dai giovani, lungo la strada del paese e sostare un attimo<br />

davanti al cimitero (S.Michele protegge i sepolcri) mentre la processione lo seguiva<br />

pregando. Era una bella mattina di sole e aleggiava intorno il profumo dell’incenso.<br />

L’immagine di S.Michele, arcangelo armato, collega la storia di Rompeggio alla storia<br />

dei Longobardi ed è una delle più belle di tutta la provincia. La sua protezione è<br />

sicura, forte, secolare e resa ancora più forte da S.Terenziano, copatrono, vescovo di<br />

Todi che era nel 500 d.c. territorio longobardo come quello piacentino. Valeria Costa<br />

Riuniti a Pertuso<br />

i nipoti di Maria<br />

Giulia: Sonia, Manuel,<br />

Claudio, Simone,<br />

Gloria, Filippo<br />

e Francesca.<br />

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98<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Pellegrino Cavanna di Pertuso, memoria storica e presente<br />

del suo paese, ci racconta dei forni per la farinata.<br />

Dovete sapere che forni per la cottura della farinata non esistono già pronti e le ditte<br />

specializzate in stufe , caminetti, forni ,barbecue, sanno che è un’impresa non di poco<br />

conto per cui lasciano ad altri il compito. Infatti per cuocere la fainà è necessario<br />

un particolare forno sia per dimensioni , altezza della volta, profondità del piano di<br />

cottura, alloggiamento della legna che brucia , uno spazio per la cenere e soprattutto<br />

bisogna valutare la quantità di fumo prodotto per costruire un camino di diametro<br />

adeguato e ……. Se non è possibile,in quanto il camino già esiste, si devono creare<br />

le condizioni per ridurre il volume del fumo affinché il tiraggio di un piccolo camino<br />

sia sufficiente a smaltire il prodotto dalla combustione della legna.( fumo ) e nel<br />

contempo ridurne la velocità. Sembra facile però …… bisogna conoscere i segreti di<br />

tale arte altrimenti si và incontro ad un insuccesso garantito.<br />

Bene dopo tutta questa barbosa spiegazione vi posso dare un consiglio spassionato<br />

e cioè : Se siete veramente intenzionati a costruire un forno per la farinata , rivolgetevi<br />

a Giorgio CAVANNA che ne ha realizzato<br />

uno PERFETTO a Pertuso nella casa<br />

dei pertusini (0523 929117 ) che vi darà<br />

TUTTE le informazioni del caso. Proprio<br />

TUTTE non sarei sicuro perché l’impresa<br />

di sapere, si avvicina molto all’impresa del<br />

rubare , rubare nel senso di carpire segreti<br />

che sono alla base di una qualsiasi impresa<br />

che sono gelosamente custoditi dall’artigiano.<br />

Buona fortuna! Pellegrino<br />

e ancora da Pertuso:<br />

La domanda che vorrei fare a tutti i lettori di <strong>MONTAGNA</strong> <strong>NOSTRA</strong> è la seguente : Conoscete<br />

la corrispondente parola in italiano di:<br />

1) GAVERDU, 2) PAIETTU, 3) VALLU, 4) BENA - 5) BULACCA, 6) BURLARO’, 7) SARASSU,<br />

8) SABO’, 9) BEGA, 10) BERNAS, 11) DEMURA, 12) ESEI, 13) SALAME. Questa ultima è una<br />

parola facile anzi facilissima, buona, anzi ottima specialmente se accompagnata da una fetta<br />

di pane di casa come lo sà fare ancora la Carla PONZINI, perché il segreto glielo ha insegnato<br />

la mamma TISEN che a sua volta l’ha appreso dalla nonna. Ritornando al SALAME ,<br />

(mangiatene poco perché è buono) e non fate come quel bambino che disse al padre: papè<br />

deimene ancura una fetta! (papà datemene ancora una fetta) e il padre rispose: peccheu ho<br />

già chiuso u curtellu. (peccato ho già chiuso il coltello). Noterete che in questo dialogo tra<br />

padre e figlio c’è tutta la filosofia di un popolo che oltre essere rispettoso (il figlio che si<br />

rivolge al padre con il VOI). Denota la scarsità del cibo che viene giustificata dal fatto del<br />

coltello già chiuso. I tempi sono cambiati, peccato però che è pure cambiato il rispetto che<br />

è dovuto ai genitori. Perdonate se vi ho stancato con le mie sciocchezze. Però penso che<br />

ogni tanto uno sguardo al passato non fa proprio male. Pellegru dei Burana


Emigrato da 35 anni negli Stati<br />

Uniti Mario Cavanna ritorna a<br />

riposare sui suoi monti di Pertuso<br />

Da 35 anni era emigrato<br />

negli Stati Uniti, ma il<br />

forte attaccamento alla sua<br />

terra di origine lo ha fatto<br />

“ritornare” per il perenne<br />

riposo nel piccolo cimitero<br />

di Rompeggio, a due passi<br />

dalla sua casa natale di<br />

Pertuso.<br />

Mario Cavanna, ultimo di<br />

cinque fratelli (tre morti in<br />

tenera età) nasce a Pertuso<br />

di Ferriere il 6 maggio 1944<br />

da Natale e Luisa Bernieri di<br />

Casaldonato. Dopo le scuole<br />

dell’obbligo frequentate nella<br />

frazione, Mario collabora all’attività<br />

agricola della famiglia coltivando i<br />

piccoli appezzamenti di terreno ad<br />

oltre mille metri. Svolge il servizio<br />

militare nella brigata “Turinense” degli<br />

Alpini, corpo che ha poi costituito<br />

per lui un forte punto di riferimento e<br />

un mezzo per incontrare gli amici del<br />

tempo. Negli anni settanta conosce<br />

Rita Benazzi, di<br />

Retorto, emigrata<br />

in America, in<br />

vacanza ogni<br />

estate nella<br />

frazione posta<br />

sulla sponda<br />

sinistra del Nure,<br />

proprio di fronte<br />

a Pertuso. Mario<br />

e Rita si uniscono<br />

in matrimonio a<br />

Ricordiamoli<br />

Bruno e Rita a Selva nel 1975<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

Retorto il 10 agosto 1974. Rita ritorna<br />

in America e “chiama” nel gennaio<br />

del 1975 il marito nella nuova casa<br />

oltreoceano, dove trova<br />

occupazione come cuoco in<br />

alcuni ristoranti. Incomincia<br />

così per la nuova famiglia<br />

una seconda vita, coronata<br />

presto dalla nascita di<br />

Lisa e Roberto. Rita e<br />

Mario mantengono però<br />

uno stretto rapporto con<br />

la terra di origine, dove<br />

continuano a vivere parte<br />

dei loro affetti famigliari. In<br />

particolare rientrano nella<br />

loro casa a Pertuso, oltre<br />

che per le ferie estive, in<br />

autunno per la stagione di<br />

caccia e ad ogni adunata degli Alpini<br />

della zona. E proprio gli Alpini della<br />

zona hanno voluto ringraziarlo per<br />

la sua sensibilità di appartenenza al<br />

corpo presenziando al suo funerale,<br />

celebrato a Rompeggio dal parroco<br />

don Roberto e dedocandogli la<br />

preghiera dell’alpino letta da Renato<br />

Scaglia.<br />

Purtroppo dopo<br />

l’ultima sua<br />

“venuta” nel maggio<br />

scorso, le sue<br />

condizioni di salute<br />

peggiorano e a fine<br />

settembre Mario<br />

viene ricoverato<br />

nel Centro clinico<br />

“Monte Sinai”<br />

nella Central Park<br />

di Manattah dove<br />

99


100<br />

ontagna<br />

Nostra<br />

rimane per 9 giorni prima del decesso.<br />

Soddisfando ad un suo desiderio, la<br />

moglie Rita e i figli affrontano una serie<br />

di burocratiche e meticolose pratiche e<br />

lo accompagnano per il riposo “eterno”<br />

nella terra a lui tanto cara. Ad attenderlo<br />

nella piccola casa di Pertuso, dove ha<br />

sostato per una notte, il fratello Bruno<br />

con la moglie Mimma e tanti amici<br />

compaesani. Ricordando la figura di<br />

Mario, don Roberto ha messo in luce<br />

il sacrificio e la vita “retta” dei nostri<br />

emigrati: certamente Mario, come<br />

tanti altri, ha detto, non cercheranno<br />

il Signore, ma oggi sarà lui ha cercare<br />

loro. Interpretando il suo “testamento<br />

spirituale”, il celebrante ha invitato i<br />

presenti ad una pratica tanto cara a<br />

Mario, la preghiera, testimonianza di<br />

fede che ha caratterizzato, ha concluso,<br />

la sua vita di uomo e di cristiano.<br />

Quagliaroli Genoveffa<br />

Ai primi di ottobre Genoveffa Quagliaroli<br />

ha chiuso gli occhi per l’ultima<br />

volta nella casa di riposo di Farini<br />

dove era stata ospite, curata<br />

con tanto premura, negli<br />

ultimi 5 anni.<br />

La ricorderanno sempre<br />

con tanto affetto soprattutto<br />

la sorella Rosetta e i nipoti<br />

Anna, Gianmario e Giuseppina<br />

con le rispettive famiglie,<br />

ma terremo anche noi<br />

il ricordo della sua presenza<br />

nel “paese alto” dei Rocconi<br />

soprattutto negli anni<br />

in cui, col marito Antonio,<br />

Per la cronaca pubblichiamo sotto<br />

anche la foto della figlia Lisa, ripresa a<br />

Pertuso quest’estate con il marito Adam.<br />

Lisa è stata tra i testimoni oculari della<br />

tragedia dell’11 settembre 2001 delle<br />

Torri Gemelle. Sulla rivista americana<br />

Queens Ledger si è riconosciuta nella<br />

foto di copertina mentre, assieme ad<br />

una folla impaurita, fugge dal luogo<br />

del disastro.<br />

non faceva fatica a risalire l’erta stradina<br />

che porta alla loro casa, da dove<br />

potevano essere considerati le “sentinelle<br />

del paese”.<br />

Come detto gli ultimi anni<br />

di riposo li ha passati a Farini<br />

dove tutto il personale,<br />

a cominciare dal dott.<br />

Crenna, merita davvero un<br />

grosso grazie da parte dei<br />

parenti che intendono da<br />

queste righe allargare la<br />

loro riconoscenza a tutti<br />

coloro che hanno condiviso<br />

il momento di lutto.


ontagna<br />

Nostra<br />

Gian Luigi<br />

Ferrari,<br />

espone a<br />

Ferriere i<br />

suoi magnifici<br />

esemplari<br />

bovini.<br />

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Nostra


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