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Untitled - Portale Ambiente della Provincia di Alessandria

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PRESENTAZIONE<br />

Secondo la mitologia greca, Gea o Gaia, la Madre Terra, nacque dal<br />

Caos (inteso come vuoto originario) all’inizio <strong>di</strong> tutte le cose, e generò poi<br />

da sé Urano (il Cielo). Urano versò su <strong>di</strong> lei la pioggia, e ne nacquero le varie<br />

forme <strong>della</strong> natura. La stessa pioggia fece scorrere i fiumi e colmò <strong>di</strong> acqua<br />

i bacini, così che si formarono laghi e mari. Furono quin<strong>di</strong> generati i Giganti,<br />

Cronos (il Tempo) e gli altri dèi, con tutte le lotte per il predominio che ne<br />

seguirono. Infine, su incarico <strong>di</strong> Zeus, Prometeo creò, impastando del fango,<br />

l’uomo.<br />

Insomma, fin dall’origine <strong>della</strong> nostra civiltà il suolo era considerato<br />

l’elemento car<strong>di</strong>ne per la nascita del mondo. Anche per questo è<br />

particolarmente importante, per gli studenti, conoscerne le caratteristiche,<br />

obiettivo che si può raggiungere con la consultazione <strong>di</strong> questo interessante<br />

Quaderno, che fa ora seguito a quelli già pubblicati su aria e acqua.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un lavoro al contempo accurato ed accessibile, redatto<br />

con competenza scientifica ma anche con una grande capacità <strong>di</strong>vulgativa,<br />

caratteristiche che lo rendono adatto a sod<strong>di</strong>sfare l’interesse e la curiosità<br />

<strong>di</strong> quanti lo sfoglieranno.<br />

Con la presente pubblicazione si consolida il rapporto <strong>di</strong><br />

collaborazione dell’Assessorato Tutela e Valorizzazione Ambientale <strong>della</strong><br />

nostra <strong>Provincia</strong> con l’ITIS <strong>di</strong> Acqui Terme, il Prof. Marco Pieri e gli studenti<br />

coinvolti nel progetto, ai quali va il merito <strong>di</strong> questo buon lavoro: la cui<br />

redazione è stata curata dal Laboratorio Territoriale <strong>di</strong> Educazione<br />

Ambientale.<br />

La <strong>Provincia</strong> è lieta <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuirlo alle scuole, come era già avvenuto<br />

per i due precedenti, allo scopo <strong>di</strong> dare un contributo all’opera <strong>di</strong><br />

formazione dei nostri ragazzi su una tematica, quale quella ambientale, che<br />

va posta fra le essenziali non solo al raggiungimento <strong>di</strong> una buona qualità<br />

<strong>della</strong> vita, ma alla conservazione <strong>della</strong> vita stessa: il tutto per mettere “gli<br />

adulti <strong>di</strong> domani” in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> affrontare con più consapevolezza e più<br />

preparazione il futuro e le decisioni che esso comporterà.<br />

È recente l’avvio <strong>della</strong> collaborazione tra la <strong>Provincia</strong> e l’Osservatorio<br />

del Paesaggio Alessandrino, che si tradurrà, tra l’altro, anche in interventi <strong>di</strong><br />

consulenza e <strong>di</strong> formazione a livello <strong>di</strong> realtà locali.<br />

Gestire al meglio il suolo, gestire al meglio tutto il nostro ambiente<br />

naturale è una delle scommesse nelle quali ci siamo impegnati. Anche<br />

queste pagine vogliono andare in tal senso: dunque, buona lettura a tutti!<br />

On. Renzo Penna<br />

Assessore <strong>Provincia</strong>le all’<strong>Ambiente</strong><br />

1


SOMMARIO<br />

IL SUOLO NELLA STORIA 4<br />

COME NASCE UN SUOLO 7<br />

L’accumulo dei detriti<br />

Gli strati del suolo<br />

Come si formano gli strati<br />

LE COMPONENTI FISICHE E CHIMICHE 14<br />

La fase solida<br />

Fase aeriforme e fase liquida<br />

Porosità e permeabilità<br />

SCHEDA: Analisi in laboratorio 16<br />

GLI ABITANTI DEL SUOLO 19<br />

SCHEDA: La costruzione dell’apparecchio <strong>di</strong> Berlese 21<br />

SUOLI E PAESAGGI 22<br />

I coltivi - Le faggete - Il leccio e la macchia me<strong>di</strong>terranea<br />

Gli amici del leccio - I boschi montani <strong>di</strong> abete - I licheni:<br />

veri pionieri del suolo<br />

INQUINAMENTO 30<br />

Inquinanti dell’agricoltura – Inquinanti dell’industria<br />

Rifiuti soli<strong>di</strong> urbani e speciali – Le <strong>di</strong>scariche<br />

CONSERVAZIONE E TUTELA 35<br />

L’e<strong>di</strong>ficazione – L’erosione – Il calo <strong>di</strong> fertilità – Le ultime foreste<br />

Il <strong>di</strong>ssesto in Italia<br />

LA CARTA EUROPEA DEL SUOLO 40<br />

GLOSSARIO 42<br />

BIBLIOGRAFIA 45<br />

2


PREMESSA<br />

Il suolo ricopre le rocce emerse come se fosse una coperta ed<br />

in profon<strong>di</strong>tà si estende pochissimo (qualche metro) rispetto al<br />

raggio terrestre (circa 6.350 Km).<br />

Eppure, senza il suolo si perderebbe la fonte <strong>di</strong> nutrimento<br />

primaria per le piante che altrimenti non potrebbero attecchire<br />

e svilupparsi per <strong>di</strong>ventare cibo.<br />

Quasi tutti gli organismi terrestri <strong>di</strong>pendono dal terreno,<br />

comprese moltissime forme <strong>di</strong> vita microscopiche.<br />

Per questo motivo, bisognerebbe conservare e proteggere il<br />

suolo, ma spesso l’uomo piega l’ambiente ai propri bisogni,<br />

<strong>di</strong>struggendo gli ecosistemi a vantaggio dell’agricoltura,<br />

dell’allevamento, delle cave, delle fabbriche e delle città.<br />

Utilizzare il suolo in modo intelligente e non <strong>di</strong>struttivo vuol<br />

<strong>di</strong>re rispettarne la fragilità ed i meccanismi <strong>di</strong> rinnovazione<br />

assai lenti.<br />

In questo opuscolo scopriremo l’affascinante<br />

storia del suolo, occupandoci <strong>della</strong> sua<br />

formazione, <strong>della</strong> fauna che lo popola<br />

nell’oscurità, dei paesaggi e <strong>della</strong> tutela.<br />

Nelle schede allegate, inoltre, impareremo a<br />

determinare alcuni parametri del suolo e a<br />

conoscere i piccolissimi organismi che<br />

abitano in una manciata <strong>di</strong> terriccio.<br />

3


Circa 10.000 anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione (detta<br />

Wurmiana), i nostri antenati europei del Neolitico si trovarono<br />

alle prese con immense foreste da colonizzare.<br />

Dapprima costruirono i primi villaggi lungo fiumi e laghi<br />

de<strong>di</strong>candosi alla caccia e alla pesca, poi incominciarono ad<br />

incen<strong>di</strong>are gli alberi e a coltivare (4.000 anni A.C.).<br />

La colonizzazione avanzò incessante fino all’epoca romana e<br />

molte pianure del loro impero furono messe a coltura,<br />

compresa la Pianura Padana.<br />

Alla caduta <strong>di</strong> Roma, per qualche secolo, ci fu una ripresa delle<br />

aree incolte, in quanto i popoli barbari preferivano la vita<br />

nomade a quella sedentaria, oppure vivevano nelle foreste<br />

traendone sostentamento.<br />

All’incirca dopo l’anno Mille, iniziò la deforestazione (glossario)<br />

su vasta scala sostenuta da monaci e regnanti.<br />

Gran parte delle pianure europee furono<br />

nuovamente trasformate in suoli agricoli,<br />

attraversati da strade e punteggiati da<br />

castelli, villaggi e città.<br />

Progressivamente scomparvero moltissimi<br />

ambienti naturali (boschi, praterie, zone<br />

umide ecc.) lasciando il posto all’agricoltura.<br />

Nei secoli seguenti, con il taglio degli alberi, gli uomini si sono<br />

scaldati, hanno costruito vascelli e generato energia per le<br />

prime macchine a vapore del secolo XIX.<br />

4


Con il Novecento la richiesta <strong>di</strong> cibo si fece<br />

pressante, causa il forte tasso <strong>di</strong> crescita<br />

<strong>della</strong> popolazione europea, e le campagne<br />

subirono una nuova importante mo<strong>di</strong>fica<br />

dovuta alla meccanizzazione <strong>della</strong><br />

agricoltura e all’avvento dell’agricoltura<br />

intensiva (glossario).<br />

L’uso eccessivo dei terreni porta ad un impoverimento<br />

progressivo e per questo i conta<strong>di</strong>ni me<strong>di</strong>evali praticarono il<br />

metodo <strong>della</strong> rotazione agraria (glossario), al fine <strong>di</strong> far<br />

“riposare” i campi fra un raccolto e l’altro <strong>di</strong> cereali.<br />

Anche la concimazione con il letame fu<br />

praticata per secoli; moltissimo era il<br />

bestiame e si riusciva a produrre<br />

stallatico a sufficienza per fertilizzare i<br />

campi.<br />

Con le pratiche intensive la fertilizzazione<br />

naturale fu abbandonata per lasciare il posto ai<br />

fertilizzanti chimici ed ottenere rese maggiori.<br />

Qualsiasi appezzamento utile fu messo a coltura spingendo i<br />

campi fin sulle rive dei fiumi, oppure eliminando<br />

completamente siepi e alberature per rendere più agevoli le<br />

manovre dei trattori. Il paesaggio delle pianure <strong>di</strong>ventò<br />

monotono e l’ambiente naturale scomparve quasi totalmente<br />

insieme alla fauna selvatica.<br />

5


Solo oggi ci si accorge <strong>di</strong> aver compiuto molti sbagli che hanno<br />

inciso anche sulla qualità dei cibi e sulla nostra salute.<br />

Pian piano la filosofia <strong>di</strong> un’agricoltura biologica, compatibile<br />

con l’ambiente, si sta facendo largo nella mentalità dei<br />

produttori e dei consumatori.<br />

Il minor uso <strong>di</strong> fitofarmaci (glossario) e pratiche agricole meno<br />

esasperate stanno portando al recupero <strong>di</strong> molti prodotti<br />

agricoli <strong>di</strong> qualità.<br />

Per raggiungere questi risultati, gli<br />

agricoltori stanno riscoprendo i meccanismi<br />

<strong>della</strong> natura <strong>di</strong>ventando, ad esempio, alleati<br />

<strong>di</strong> insetti “amici” come le coccinelle (che si<br />

cibano <strong>di</strong> insetti dannosi per le piante),<br />

oppure rispettando gli uccelli insettivori,<br />

ghiotti <strong>di</strong> bruchi defogliatori (glossario).<br />

Me<strong>di</strong>ante la cooperazione internazionale bisognerebbe<br />

salvaguardare le ultime foreste del pianeta per il bene <strong>di</strong> tutta<br />

l’umanità, evitando che i paesi in via <strong>di</strong> sviluppo commettano<br />

errori già compiuti in passato dai paesi industrializzati.<br />

6


Il suolo nasce sulle rocce emerse e si sviluppa grazie ad<br />

innumerevoli fattori.<br />

Prima <strong>di</strong> tutto bisogna considerare il tipo <strong>di</strong> clima e la posizione<br />

geografica.<br />

La pioggia, il vento, l’alternarsi del caldo e del freddo mo<strong>della</strong>no il<br />

paesaggio e possono favorire od ostacolare le specie vegetali.<br />

Climi secchi generano suoli poveri ed incompleti, come nelle aree<br />

tropicali; climi molto fred<strong>di</strong> e nevosi portano a suoli perennemente<br />

gelati, come nelle zone in prossimità del circolo polare artico.<br />

Un buon equilibrio fra umi<strong>di</strong>tà e temperatura favorisce la<br />

formazione dei suoli più fertili, solitamente <strong>di</strong>stribuiti nelle aree<br />

temperate del pianeta.<br />

7


Prima tappa: l’accumulo <strong>di</strong> detriti<br />

I fenomeni climatici provocano la frammentazione delle rocce e la<br />

loro <strong>di</strong>sgregazione, così in modo lento i loro detriti andranno ad<br />

accrescere lo spessore del suolo.<br />

I materiali detritici possono accumularsi <strong>di</strong>rettamente sulla roccia<br />

“madre” che li ha generati: in questo caso il suolo si <strong>di</strong>ce<br />

autoctono o eluviale.<br />

Oppure, gli ammassi <strong>di</strong> particelle rocciose subiscono il trasporto<br />

dei fiumi, dei venti, dei ghiacciai o delle forze <strong>di</strong> gravità (frane).<br />

I suoli che derivano da un trasporto <strong>di</strong> detriti e da un loro<br />

accumulo si <strong>di</strong>cono alloctoni.<br />

In questo caso le rocce <strong>di</strong> provenienza sono lontane e i frammenti<br />

del suolo esprimono la natura geologica delle zone erose.<br />

In migliaia <strong>di</strong> anni si formeranno suoli alloctoni:<br />

• alluvionali, per lo straripare dei fiumi;<br />

• eolici (detti anche löess), causa l’azione del vento;<br />

• glaciali, per lo spostamento dei detriti verso valle da parte<br />

dei ghiacciai.<br />

In Italia abbiamo molti esempi <strong>di</strong> suoli alloctoni.<br />

Antichi suoli eolici si trovano sull’alta Pianura Padana, a ridosso<br />

<strong>della</strong> catena alpina (zone pedemontane <strong>di</strong> Piemonte e Lombar<strong>di</strong>a).<br />

Suoli generati durante i perio<strong>di</strong> fred<strong>di</strong> dell’era Quaternaria (le<br />

glaciazioni) si riscontrano allo sbocco delle gran<strong>di</strong> valli alpine.<br />

8


La stessa Pianura Padana è un’enorme<br />

depressione colmata dai detriti<br />

trasportati dal Po e dai suoi affluenti,<br />

mentre le Alpi e l’Appennino<br />

settentrionale sono i ”serbatoi” dai<br />

quali provengono i detriti erosi.<br />

Seconda tappa: gli strati del suolo<br />

Lo spessore del suolo varia da pochi centimetri a qualche metro e<br />

al <strong>di</strong> sotto troviamo la roccia nella quale la vita non può svilupparsi.<br />

Osservando attentamente la sezione <strong>di</strong> uno<br />

scavo aperto ci si accorge che il suolo è fatto<br />

a strati: dall’alto verso il basso troviamo la<br />

lettiera (glossario), lo strato ricco <strong>di</strong> materiale<br />

in decomposizione (foglie, rametti, ra<strong>di</strong>ci,<br />

resti <strong>di</strong> organismi ecc.); segue uno strato <strong>di</strong><br />

terra ricco <strong>di</strong> sostanza organica ben<br />

decomposta, l’humus (glossario), mista a<br />

granuli minerali; scendendo ancora, la<br />

frazione humica <strong>di</strong>minuisce ed aumenta quella minerale.<br />

Generalmente lo strato <strong>di</strong> humus è brunastro e soffice, mentre<br />

quello minerale ha toni rosso-ruggine ed è più compatto.<br />

In profon<strong>di</strong>tà c’è lo strato <strong>di</strong> roccia sgretolata, ridotta in frammenti<br />

sempre più piccoli ad opera delle acque che si infiltrano.<br />

9


Nel tempo il suolo “matura” e aumenta <strong>di</strong> spessore man mano che<br />

le rocce profonde si alterano.<br />

Superato lo strato <strong>di</strong> rocce sgretolate si può arrivare al livello delle<br />

rocce compatte (la cosiddetta “roccia madre”).<br />

Quando ve<strong>di</strong>amo un suolo fertile ben sviluppato dobbiamo pensare<br />

che all’inizio ci fossero solo le rocce affioranti.<br />

La sua formazione è durata millenni e, come già detto, il risultato<br />

finale <strong>di</strong>pende dal clima e dalla vegetazione.<br />

Gli strati del suolo: lettiera, humus, strato minerale, roccia sgretolata e roccia madre<br />

10


Come si formano gli strati<br />

Pren<strong>di</strong>amo una zona a clima temperato-umido.<br />

Le piogge e il gelo in inverno contribuiscono a <strong>di</strong>sgregare la roccia,<br />

rendendo possibile l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> organismi pionieri come<br />

muschi e licheni.<br />

Trascorrendo gli anni, giungono piante dotate <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci, steli o<br />

piccoli tronchi; erbe, cespugli o arbusti si accontentano <strong>di</strong> un suolo<br />

ancora povero creando le con<strong>di</strong>zioni adatte per piante ad alto fusto.<br />

L’accumulo delle parti morte innesca la formazione <strong>della</strong> lettiera,<br />

favorisce la vita degli organismi decompositori e la creazione del<br />

primo humus.<br />

Se tutto procederà nei millenni, secondo questo schema, si potrà<br />

arrivare ad un suolo maturo profondo, ben stratificato, su cui si<br />

inse<strong>di</strong>erà una foresta.<br />

Evoluzione <strong>di</strong> un suolo a partire dalla roccia madre<br />

11


La fase solida<br />

Per stu<strong>di</strong>are la natura del terreno è sufficiente prelevarne una<br />

manciata a qualche decimetro <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà.<br />

Sbriciolando il materiale su un foglio bianco, ci accorgiamo <strong>della</strong><br />

presenza <strong>di</strong> tantissimi piccoli aggregati, i glomeruli.<br />

Con l’aiuto <strong>di</strong> setacci a maglie sempre più<br />

piccole possiamo separare i glomeruli più grossi<br />

da quelli finissimi e con una buona lente<br />

d’ingran<strong>di</strong>mento, o meglio con uno<br />

stereomicroscopio (glossario), è possibile<br />

osservare le singole particelle.<br />

Ecco alcune caratteristiche che potremmo osservare:<br />

-singoli cristalli, dai bor<strong>di</strong> spigolosi e frastagliati, dal<br />

corpo tozzo o allungato, spesso dai riflessi<br />

coloratissimi: esprimono la natura originaria delle<br />

rocce <strong>di</strong>sgregate e danno la componente “sabbiosa”;<br />

-particelle finissime, impercettibili e senza riflessi: sono le “argille” e<br />

i “limi”;<br />

-granuletti lisci e smussati con superfici abrase o ciottoletti<br />

rotondeggianti e levigati: in<strong>di</strong>cano un lungo trasporto operato<br />

dall’acqua.<br />

12


La separazione per <strong>di</strong>mensione dei granuli permette ai pedologi<br />

(glossario) <strong>di</strong> stabilire la componente solida del suolo.<br />

Quando a prevalere sono le particelle millimetriche, il suolo prende<br />

l’appellativo <strong>di</strong> sabbioso, quando le particelle sono ancora più<br />

minute il suolo è argilloso.<br />

Il suolo è generalmente un miscuglio <strong>di</strong> particelle <strong>di</strong> tante<br />

<strong>di</strong>mensioni; in percentuale si valuta la cosiddetta granulometria per<br />

classi <strong>di</strong> tessitura (ve<strong>di</strong> scheda: analisi <strong>di</strong> laboratorio).<br />

Fase aeriforme e fase liquida<br />

Tra un glomerulo e l’altro esistono i pori che contengono aria o<br />

acqua.<br />

La presenza dell’aria permette agli animali e alle<br />

ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> respirare; invece l’acqua garantisce lo<br />

sviluppo delle piante.<br />

La quantità e le <strong>di</strong>mensioni dei pori determinano<br />

due importanti caratteristiche: porosità e<br />

permeabilità.<br />

Porosità e permeabilità<br />

Un suolo ad elevata porosità si impregna molto d’acqua, mentre un<br />

suolo poco poroso ne ospita meno.<br />

La permeabilità è collegabile alle <strong>di</strong>mensioni dei pori, a loro volta<br />

influenzate dal <strong>di</strong>ametro dei glomeruli che costituiscono un suolo.<br />

Se i pori sono relativamente “gran<strong>di</strong>” e in comunicazione <strong>di</strong>retta fra<br />

loro, l’acqua filtra e si sposta velocemente verso il basso dando<br />

un’alta permeabilità al terreno.<br />

13


Invece, se i pori sono finissimi, l’acqua tende ad arrestarsi e a<br />

rimanere imprigionata: suoli poco permeabili.<br />

I suoli permeabili sono ricchi <strong>di</strong> ciottoli o granuli sabbiosi, ma anche<br />

<strong>di</strong> humus che mantiene una buona struttura glomerulare, mentre i<br />

suoli impermeabili sono ricchi <strong>di</strong> particelle argillose e limose.<br />

Quando nel sottosuolo esistono<br />

vari strati rocciosi, l’acqua scende<br />

fino ad incontrare i livelli<br />

impermeabili, poi arresta la<br />

propria <strong>di</strong>scesa e si sposta in<br />

orizzontale, secondo la pendenza<br />

degli strati, generando così le<br />

falde acquifere (glossario).<br />

L’acqua che non riesce a spostarsi fra un granulo e l’altro aderisce<br />

per capillarità o impregna i granuli rimanendo imprigionata (acqua<br />

igroscopica).<br />

14


SCHEDA<br />

Analisi in laboratorio<br />

Avendo a <strong>di</strong>sposizione qualche semplice attrezzatura si possono determinare alcune caratteristiche<br />

importanti <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> suolo.<br />

I CARBONATI<br />

Gran parte delle rocce contengono minerali del gruppo dei carbonati, in particolare il carbonato <strong>di</strong><br />

Calcio (CaCO 3 ).<br />

Svariati tipi <strong>di</strong> rocce se<strong>di</strong>mentarie (glossario) hanno come costituente il carbonato <strong>di</strong> Calcio, detto<br />

anche calcare.<br />

I detriti <strong>di</strong> queste rocce forniscono un apporto <strong>di</strong> calcare considerevole, quando vanno a formare suoli.<br />

In più, il carbonato <strong>di</strong> Calcio si scioglie facilmente a contatto dell’aria e dell’umi<strong>di</strong>tà passando in<br />

soluzione acquosa. In questo modo si infiltra nel sottosuolo, occupa i pori del terreno, precipitando<br />

e depositandosi.<br />

Come determinare il tenore <strong>di</strong> calcare<br />

• Prendere un vetrino da orologio e riempirlo con un po’ <strong>di</strong> suolo;<br />

• versare alcune gocce <strong>di</strong> HCl al 5% (acido cloridrico <strong>di</strong>luito) con una pipetta;<br />

• osservare se si genera effervescenza: se ciò accade il terreno contiene calcare e il suo<br />

tenore sarà tanto più alto quanto vivace sarà la produzione <strong>di</strong> bolle. In caso contrario,<br />

l’assenza <strong>di</strong> reazione decreta la mancanza <strong>di</strong> tale sostanza.<br />

Importanza <strong>della</strong> prova<br />

La determinazione dei carbonati è importante per motivi agricoli e agronomici. La percentuale <strong>di</strong><br />

CaCO3 regola il tipo <strong>di</strong> piante e <strong>di</strong> colture più adatte a quel suolo.<br />

Il pH<br />

Si tratta <strong>di</strong> un parametro che riflette la natura chimica dei granuli del suolo a contatto con l’acqua.<br />

Il suolo è acido se il suo pH è minore <strong>di</strong> 7; basico per valori superiori a 7.<br />

La scala del pH va da 1 a 14 e per valori vicini a 7 il pH può considerarsi neutro.<br />

Come valutare il pH con l’in<strong>di</strong>catore universale<br />

• Pesare 10 g <strong>di</strong> suolo e mescolarlo in un bicchiere con circa 25 ml <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong>stillata;<br />

agitare per 15 minuti;<br />

• attendere circa 20-30 minuti mantenendo la sospensione a riposo;<br />

• strappare una striscia <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catore universale;<br />

• osservare il colore <strong>della</strong> cartina: se il suo colore tende verso toni verdastri il suolo ha un<br />

pH basico; per tonalità verso il giallino-rosso il pH tende all’aci<strong>di</strong>tà.<br />

15


Utilità del valore <strong>di</strong> pH<br />

La maggior parte delle piante non sopporta pH molto lontani dalla neutralità .<br />

In natura esistono, comunque, piante che si adattano a vivere su terreni moderatamente aci<strong>di</strong> (piante<br />

acidofile) o basici (piante basofile).<br />

Il valore del pH determina il tipo <strong>di</strong> associazione vegetale (glossario) negli ambienti naturali, mentre<br />

aiuta l’agronomo a scegliere le colture.<br />

Di solito, se non intervengono altri fattori, per suoli con alto tenore <strong>di</strong> calcare si registra una certa<br />

basicità.<br />

LA POROSITÀ<br />

Con una semplice esperienza in laboratorio è possibile stimare la percentuale <strong>di</strong> aria contenuta nei<br />

pori <strong>di</strong> un suolo, ovvero la porosità.<br />

Come procedere<br />

• Mescolare circa 50 ml <strong>di</strong> terreno in un cilindro graduato contenente 70 ml <strong>di</strong> acqua;<br />

• lasciare riposare per qualche minuto e rilevare il livello raggiunto dalla sospensione<br />

(volume finale).<br />

Il calcolo<br />

Il Volume dei pori corrisponderà alla somma dei volumi del suolo e dell’acqua meno il volume finale,<br />

in quanto gli spazi vuoti (i pori) saranno occupati dall’acqua.<br />

ovvero: VOLUME PORI = (VOLUME SUOLO + VOLUME ACQUA) - VOLUME FINALE<br />

La porosità può essere espressa in percentuale eseguendo il rapporto fra il VOLUME PORI / VOLUME SUOLO<br />

X 100.<br />

Utilità <strong>della</strong> prova<br />

L’esperienza permette <strong>di</strong> valutare gli spazi presenti nel suolo e la capacità <strong>di</strong> immagazzinare acqua.<br />

Conoscendo anche la granulometria del suolo (ve<strong>di</strong> attività seguente), si può stabilire, a gran<strong>di</strong> linee,<br />

se il suolo è più o meno permeabile.<br />

16


LA GRANULOMETRIA<br />

Proce<strong>di</strong>mento per determinarla<br />

Prendere una manciata <strong>di</strong> suolo e setacciarla per eliminare eventuali resti organici (foglie, rametti ecc.).<br />

Con una paletta si versa la terra in un cilindro graduato con 100 ml <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong>stillata e con una<br />

bacchetta <strong>di</strong> vetro si agita la sospensione per circa <strong>di</strong>eci minuti, poi la si fa riposare per altri venti.<br />

L’osservazione viene effettuata alcuni giorni dopo, permettendo alla forza <strong>di</strong> gravità <strong>di</strong> agire.<br />

Con il passare del tempo le particelle si se<strong>di</strong>mentano, <strong>di</strong>sponendosi su più livelli; le particelle più<br />

gran<strong>di</strong> si depositano per prime e quelle più fini per ultime.<br />

Dopo qualche giorno è facile riconoscere dal basso verso l’alto <strong>di</strong>versi livelli:<br />

• ciottoli;<br />

• sabbia grossolana;<br />

• sabbia fine;<br />

• limo;<br />

• argille<br />

• detriti vegetali e humus galleggianti.<br />

Prendere nota degli spessori dei livelli e calcolarne la percentuale rispetto all’altezza complessiva <strong>della</strong><br />

colonna <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti nel cilindro.<br />

Utilizzando il triangolo <strong>della</strong> tessitura si può classificare il suolo in base alla sua granulometria.<br />

Ve<strong>di</strong>amo un esempio: un terreno risulta composto dal 13% <strong>di</strong> argilla, 17% <strong>di</strong> limo, 70% <strong>di</strong> sabbia.<br />

Dal 13% <strong>di</strong> argilla si traccia la parallela alla base del triangolo e dal 17% <strong>di</strong> limo si traccia la parallela<br />

17


al lato dell’argilla. Il punto d’incontro permette <strong>di</strong> classificare il terreno come “franco - sabbioso”.<br />

Infine, dal punto trovato, tracciando la parallela al lato del limo, si verifica che il contenuto in sabbia<br />

è del 70%.<br />

Le classi <strong>di</strong> tessitura sono:<br />

Utilità <strong>della</strong> determinazione<br />

Diagramma delle tessiture<br />

S: sabbioso FSA: franco-sabbioso-argilloso<br />

SF: sabbioso – franco FA: franco – argilloso<br />

FS: me<strong>di</strong>o – sabbioso FLA: franco-limoso-argilloso<br />

F: franco AS: argilloso – sabbioso<br />

FL: franco - limoso A: argilloso<br />

La tessitura del suolo influenza la sua permeabilità; in generale, se un terreno è classificato come<br />

sabbioso, franco sabbioso la sua permeabilità sarà elevata, mentre per un suolo argilloso, argillosolimoso<br />

la permeabilità sarà scarsa.<br />

I suoli permeabili assorbono meglio l’acqua, la fanno defluire e sono aerati.<br />

I suoli impermeabili imprigionano l’acqua e creano problemi <strong>di</strong> ristagno con marcescenza delle ra<strong>di</strong>ci.<br />

Nei primi strati del terreno abitano molti piccoli organismi.<br />

18


Molti <strong>di</strong> loro sono microscopici, come: alghe unicellulari, batteri,<br />

funghi, protozoi, piccoli vermi e piccoli crostacei.<br />

Altri organismi, invece, sono appena visibili: acari, piccoli insetti<br />

(anche nelle forme larvali), centopie<strong>di</strong> e millepie<strong>di</strong> (questi ultimi<br />

sono anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni centimetriche).<br />

Fra gli organismi che facilmente si notano ad occhio nudo in una<br />

manciata <strong>di</strong> suolo ci sono: crostacei, come il porcellino <strong>di</strong> terra che<br />

si appallottola quando viene toccato, ragni, insetti alati e non alati<br />

(come le formiche), lombrichi, molluschi (come<br />

le chiocciole).<br />

Organismi più gran<strong>di</strong> completano<br />

l’associazione dei viventi e trovano ospitalità in cunicoli e gallerie.<br />

Possono essere, ad esempio: talpe, arvicole, topi campagnoli,<br />

salamandre, serpenti e conigli selvatici.<br />

Batteri e funghi svolgono il ruolo del<br />

decompositore, cioé si cibano <strong>di</strong> sostanze<br />

organiche (foglie morte, rametti, frutti caduti,<br />

escrementi <strong>di</strong> animali ecc.) e le trasformano in<br />

sostanze più semplici come l’humus e i sali minerali, utili per le<br />

piante.<br />

Particolari batteri sono in grado <strong>di</strong> catturare azoto<br />

atmosferico, vivono in simbiosi con le ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />

alcune piante (come fagioli, fave e acacie) e<br />

ottengono nutrimento come acqua, sali minerali e<br />

zuccheri; questi microrganismi <strong>di</strong> chiamano azotofissatori e<br />

19


iforniscono la pianta <strong>di</strong> sostanze azotate, in<strong>di</strong>spensabili per la sua<br />

crescita.<br />

Altri batteri degradano le molecole riversate in abbondanza sui<br />

suoli come erbici<strong>di</strong> e anticrittogamici (glossario).<br />

Ragni e insetti si cibano <strong>di</strong> piccoli parassiti e aiutano gli agricoltori<br />

nella <strong>di</strong>fesa dei raccolti.<br />

I lombrichi, invece, si nutrono <strong>di</strong> foglie <strong>della</strong> lettiera e <strong>di</strong> detriti che<br />

ingoiano insieme alla terra .<br />

Così facendo, rendono il suolo più poroso e soffice, rimescolandone<br />

gli strati.<br />

Tutti gli abitanti del suolo sono uniti in più catene alimentari che si<br />

intrecciano a formare complesse reti.<br />

SCHEDA<br />

Il suolo e i suoi abitanti<br />

La costruzione dell’apparecchio <strong>di</strong> Berlese<br />

Con facilità è possibile realizzare un apparecchio per l’estrazione dei piccoli organismi del suolo.<br />

20


Bisogna procurarsi:<br />

• un imbuto<br />

• un barattolo con due centimetri <strong>di</strong> alcol etilico al 70%<br />

• una lampa<strong>di</strong>na a bassa potenza con portalampada<br />

• una reticella a maglie fini<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Dopo aver <strong>di</strong>sposto una manciata <strong>di</strong> suolo sulla reticella, sistemare il tutto sul cono dell’imbuto.<br />

L’imbuto va appena infilato nel barattolo contenente l’alcol, quin<strong>di</strong> si sospende la lampa<strong>di</strong>na accesa<br />

sul terriccio, prendendo tutte le precauzioni del caso onde evitare un eccessivo surriscaldamento.<br />

Dopo pochi giorni <strong>di</strong> illuminazione continua il suolo sarà <strong>di</strong>sseccato, costringendo gli organismi a<br />

scendere verso il basso fino a cadere nel barattolo.<br />

Per evitare che l’alcol evapori sarebbe meglio sistemare una striscia <strong>di</strong> cotone fra l’incastro dell’imbuto<br />

e l’imboccatura del barattolo.<br />

Dopo una settimana si prelevano gocce <strong>di</strong> alcol <strong>di</strong>sponendole su un vetrino d’orologio.<br />

Osservando il preparato con uno stereomicroscopio si passa all’osservazione dei vari organismi.<br />

Per il riconoscimento sarà possibile utilizzare apposite chiavi.<br />

21


Quando ve<strong>di</strong>amo un documentario o siamo in viaggio è facile<br />

intuire le con<strong>di</strong>zioni climatiche <strong>della</strong> zona in base al tipo <strong>di</strong> alberi e<br />

colture che costituiscono il paesaggio.<br />

Il connubio fra clima e suolo determina ambienti caratteristici.<br />

In Italia, fra quelli più <strong>di</strong>ffusi, possiamo considerare:<br />

i coltivi;<br />

il faggio e i boschi decidui delle aree montane e collinari;<br />

il leccio e la macchia me<strong>di</strong>terranea delle fasce costiere;<br />

i boschi montani <strong>di</strong> abete rosso.<br />

I coltivi<br />

Dove l’uomo ha profondamente trasformato il territorio<br />

sopravvivono pochissime tracce <strong>della</strong> natura originaria.<br />

22


Il grano è la pianta maggiormente coltivata da<br />

nord a sud dell’Italia.<br />

Il tipo <strong>di</strong> suolo non è un problema per il grano<br />

che sa adattarsi abbastanza bene: a Nord<br />

troviamo le varietà del grano tenero, mentre nel<br />

Centro-Sud quelle del grano duro.<br />

Le con<strong>di</strong>zioni climatiche più fresche e umide del Nord garantiscono<br />

un uso continuo dei campi con pratiche agricole intensive.<br />

Alla coltivazione <strong>di</strong> grano può alternarsi quella del mais, portando<br />

gradualmente ad un impoverimento del suolo, cui si pone rime<strong>di</strong>o<br />

con l’uso massiccio <strong>di</strong> fertilizzanti.<br />

Al Centro-Sud la rotazione continua <strong>di</strong><br />

grano/mais non è possibile per la scarsità<br />

d’acqua e la minor fertilità, quin<strong>di</strong> si<br />

segue una pratica estensiva, ovvero, il<br />

grano può essere alternato con la semina<br />

<strong>di</strong> erba me<strong>di</strong>ca e dei trifogli.<br />

Talora, queste due leguminose sono coltivate quando il grano è<br />

ancora in fase <strong>di</strong> sviluppo, in modo che, dopo la sua mietitura,<br />

queste erbe possano svilupparsi arricchendo il terreno <strong>di</strong> azoto<br />

(aumento <strong>della</strong> fertilità).<br />

I campi <strong>di</strong> grano regalano nel periodo <strong>della</strong> mietitura splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

orizzonti dorati.<br />

Dalla Lombar<strong>di</strong>a alla Sicilia i paesaggi cambiano.<br />

I coltivi del Nord, prettamente pianeggianti, sono ben irrigati e<br />

ondeggiano al vento rigogliosi e monotoni.<br />

23


Già dalle terre collinari <strong>di</strong> Toscana la<br />

fisionomia muta, con appezzamenti <strong>di</strong><br />

sfumature <strong>di</strong>verse a dare un paesaggio<br />

ondulato e rilassante. Il giallo intenso del<br />

frumento si alterna al verde del foraggio o al<br />

color ocra delle terre appena arate. Nel suo<br />

insieme, la campagna è punteggiata da filari<br />

<strong>di</strong> cipressi, da siepi e boschetti <strong>di</strong> quercia.<br />

Verso il Sud <strong>della</strong> penisola, i colori si fanno più spenti per la scarsa<br />

umi<strong>di</strong>tà, nei campi si aprono ampi spazi arsi dal sole<br />

e fra gli steli <strong>di</strong> grano domina il rosso scarlatto del<br />

papavero, accompagnato da infestanti più “<strong>di</strong>screte”<br />

come il fiordaliso, il ranuncolo, la margherita e la<br />

camomilla.<br />

Le faggete<br />

Il faggio (Fagus sylvatica) è <strong>di</strong><br />

gran lunga l’albero più <strong>di</strong>ffuso<br />

sulle montagne <strong>della</strong> nostra<br />

penisola e riesce a prendere il<br />

sopravvento sulle altre specie,<br />

quando le con<strong>di</strong>zioni climatiche<br />

sono a lui favorevoli.<br />

Ama il clima temperato e umido<br />

con piogge ben <strong>di</strong>stribuite<br />

nell’arco dell’anno.<br />

24


I boschi <strong>di</strong> faggio, le faggete, sono <strong>di</strong>ffuse lungo la dorsale<br />

appenninica fino in Sicilia e nelle zone più umide delle Alpi dagli<br />

800 ai 1.000 metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne.<br />

Le foreste ad alto fusto sono molto ombrose per le chiome allargate<br />

dei faggi adulti che catturano gran parte <strong>della</strong> luce.<br />

Il sottobosco, fresco e umido, è popolato da erbe e funghi. Il suolo<br />

presenta una lettiera <strong>di</strong> foglie ben stratificate che ospitano forme <strong>di</strong><br />

vita microscopiche o appena visibili.<br />

Il faggio pre<strong>di</strong>lige il suolo ricco <strong>di</strong> humus soffice e dal pH non acido,<br />

il substrato roccioso è dato solitamente da rocce calcaree che<br />

garantiscono la presenza <strong>di</strong> calcio.<br />

I versanti boscati a faggio sono protetti dall’erosione in modo<br />

ottimale vista la tenacità e la robustezza <strong>di</strong> questo grande albero,<br />

“sovrano” dei boschi.<br />

La lettiera e i primi centimetri del suolo dei boschi a caducifoglie<br />

sono ricchissimi <strong>di</strong> piccoli invertebrati.<br />

Fra i più caratteristici possiamo ricordare i<br />

minuscoli collemboli, insetti provvisti <strong>di</strong> un<br />

organo propulsore che permette loro <strong>di</strong><br />

spiccare salti <strong>di</strong> qualche centimetro quando si<br />

trovano in superficie; la furca, questo è il suo<br />

nome, si presenta con due filamenti mantenuti aderenti all’addome<br />

pronti a scattare come una molla al momento del salto.<br />

All’apice <strong>della</strong> catena alimentare, nell’oscuro microcosmo <strong>della</strong><br />

lettiera, ci sono aggressivi pseudoscorpioni con tanto <strong>di</strong> chele per<br />

catturare piccole prede, che vengono <strong>di</strong>vorate con una robusta bocca.<br />

25


Non sono dotati, come i veri scorpioni, <strong>di</strong> coda con pungiglione<br />

velenifero.<br />

Il leccio e la macchia me<strong>di</strong>terranea<br />

Tutte le nostre coste subiscono l’influsso del Mar Me<strong>di</strong>terraneo che<br />

determina un clima mite e arido per gran parte dell’anno.<br />

L’albero simbolo dell’area<br />

me<strong>di</strong>terranea è una quercia<br />

sempreverde: il leccio (Quercus Ilex).<br />

Questa pianta, quando adulta, ha un<br />

portamento espanso emisferico con<br />

foglie ver<strong>di</strong> molto scure e lucide,<br />

provviste <strong>di</strong> peluria grigia nella<br />

pagina inferiore. Insieme al leccio, al<br />

Sud e nelle Isole, troviamo la quercia<br />

da sughero: la sughera (Quercus<br />

suber).<br />

In Liguria e Toscana incontriamo frequentemente il pino marittimo<br />

(Pinus pinaster), una conifera adattata al clima arido. Queste piante<br />

raramente costituiscono boschi estesi causa l’intervento dell’uomo<br />

26


che da tempo le ha “sfrattate” dalle posizioni migliori per sistemare<br />

filari <strong>di</strong> vite e ulivo.<br />

I suoli <strong>della</strong> zona me<strong>di</strong>terranea sono generalmente poveri, poco<br />

humici e sottili.<br />

Talora sono arsi dal sole e polverulenti, spesso la coltre lascia<br />

affiorare rocce e sassi.<br />

Le piante che riescono ad attecchire in con<strong>di</strong>zioni così <strong>di</strong>fficili sono<br />

dette “pioniere” perché colonizzano per prime in modo tenace<br />

superfici brulle, insinuandosi negli anfratti alla ricerca <strong>della</strong> poca<br />

umi<strong>di</strong>tà: l’ambiente è quello del cespuglieto.<br />

Si tratta <strong>di</strong> arbusti dalle chiome basse a forma <strong>di</strong> cuscino che i venti<br />

dominanti costringono a terra con deformazione del portamento.<br />

I lecci e i suoi “compagni” frugali formano la cosiddetta macchia<br />

me<strong>di</strong>terranea.<br />

I nemici <strong>della</strong> macchia sono il pascolo e soprattutto gli incen<strong>di</strong> in<br />

estate cancellano ogni anno migliaia <strong>di</strong> ettari <strong>di</strong> superficie.<br />

Gli amici del leccio<br />

Accompagnano il leccio tantissime specie semprever<strong>di</strong><br />

come il corbezzolo (con le sue bacche rosse<br />

commestibili e granulose in superficie ),<br />

il cisto ( dai bei fiori bianchi o rosa), il<br />

viburno, il caprifoglio e il mirto.<br />

Altri arbusti frequenti sono l’Erica arborea (o la sua<br />

variante Erica multiflora), dai fiorellini bianchi e la<br />

27


calluna (o brugo), dai fiorellini rosa, che caratterizzano l’ambiente a<br />

brughiera me<strong>di</strong>terranea, una <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> arbusti a cuscino su suoli<br />

impoveriti.<br />

Alcuni tipi <strong>di</strong> ginestre dai fiori gialli possono<br />

completare il colpo d’occhio <strong>della</strong> macchia e<br />

stimolare l’olfatto con il loro profumo penetrante.<br />

I boschi montani <strong>di</strong> abete<br />

L’abete rosso (Picea excelsa) è la conifera che si spinge più in alto<br />

sui nostri monti, resiste a con<strong>di</strong>zioni proibitive per altre piante,<br />

come il “cugino” abete bianco o il faggio, e costituisce foreste<br />

impenetrabili <strong>di</strong> impareggiabile bellezza sui suoli poveri e pietrosi.<br />

28


Da sempre questo abete è <strong>di</strong>ventato il simbolo del Natale e ci ricorda<br />

i paesaggi del Nord, innevati e fred<strong>di</strong> per gran parte dell’anno.<br />

La sua <strong>di</strong>ffusione naturale in Italia è quella dalle Alpi Graie alle Alpi<br />

Giulie, ma quest’albero, imponente ed adattabile, si trova anche in<br />

pianura e in collina come pianta ornamentale.<br />

L’uomo ha preferito il legno dell’abete rosso, sostituendolo ad altre<br />

piante e favorendo la sua espansione sulle montagne.<br />

Si spinge a quote limite per la vegetazione (poco oltre i 2000 metri),<br />

ma può crescere compatto e in associazione con larici, ontani e<br />

salici nei fondovalle.<br />

L’importante è che le con<strong>di</strong>zioni climatiche siano rigide e che siano<br />

assenti gli influssi marini (infatti, non troviamo l’abete rosso sulle<br />

Alpi Marittime).<br />

Accompagnano l’abete rosso <strong>di</strong>versi arbusti e<br />

piante erbacee, quando esistono con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> luce<br />

accettabili fra un albero e l’altro: il rododendro<br />

(quando il suolo è calcareo), il mirtillo, le felci, i<br />

muschi e i licheni.<br />

La lettiera è un intrico <strong>di</strong> aghi stratificati che<br />

rendono acido il pH del suolo con i loro liqui<strong>di</strong> resinosi.<br />

Generalmente il suolo dell’abete rosso è immaturo, poco sviluppato,<br />

con la roccia madre emergente in molti punti. I versanti montani,<br />

soprattutto se molto acclivi, non permettono la formazione <strong>di</strong> uno<br />

spesso strato <strong>di</strong> detriti. L’erosione delle acque, frane e<br />

scoscen<strong>di</strong>menti arrecano non pochi problemi alle foreste <strong>di</strong> abete<br />

rosso che tenacemente stabilizzano i pen<strong>di</strong>i, proteggendo i villaggi<br />

e gli abitati <strong>di</strong> fondovalle da scariche <strong>di</strong> sassi, slavine o valanghe.<br />

29


I licheni: veri pionieri del suolo<br />

Fedeli compagni dell’abete sono i licheni gialli e rossi che si<br />

abbarbicano sui massi e sulle pareti rocciose (licheni crostosi e<br />

foliosi) oppure pendono dai rami come lunghe barbe grigioverdastre<br />

(licheni fruticosi).<br />

I licheni sono una simbiosi fra<br />

un’alga microscopica e un fungo.<br />

La prima fornisce nutrimento grazie<br />

alla fotosintesi, mentre il secondo<br />

recupera acqua e sali minerali.<br />

I licheni sono pionieri del suolo in<br />

quanto, a causa <strong>della</strong> loro<br />

in<strong>di</strong>pendenza, non hanno necessità <strong>di</strong> humus e sono i primi ad<br />

inse<strong>di</strong>arsi nei luoghi più proibitivi, come le pietraie.<br />

Il suolo può essere inquinato con gravi ripercussioni per gli animali<br />

e l’uomo.<br />

Un suolo contaminato si spopolerà per la morte delle piante e non<br />

sarà più possibile estrarre acqua potabile dalle sue falde né<br />

coltivarlo.<br />

Ad inquinare ci sono tantissime fonti riconducibili alle attività<br />

agricole o industriali, ai rifiuti soli<strong>di</strong> urbani o speciali.<br />

30


- Inquinanti dell’agricoltura<br />

Abbiamo già accennato che, spesso, i suoli sono coltivati con le<br />

pratiche intensive, quin<strong>di</strong> si cerca <strong>di</strong> ottenere una grande quantità<br />

<strong>di</strong> prodotto fertilizzando molto il terreno.<br />

I concimi chimici<br />

I concimi chimici vengono in parte assorbiti dalle colture, ma la<br />

frazione eccedente tende ad accumularsi, mescolandosi con le<br />

acque che si infiltrano.<br />

L’acqua estratta dai pozzi non è più potabile per la presenza <strong>di</strong><br />

sostanze pericolose.<br />

I sali legati maggiormente alle pratiche <strong>di</strong> fertilizzazione sono i<br />

nitrati e i fosfati; le loro concentrazioni devono essere molto basse<br />

nelle acque da bere.<br />

Insettici<strong>di</strong>, fungici<strong>di</strong> ed erbici<strong>di</strong><br />

Questi prodotti chimici, noti con il nome generico <strong>di</strong> fitofarmaci,<br />

(ve<strong>di</strong> glossario) sono veleni che <strong>di</strong>struggono i parassiti delle piante<br />

(ad esempio, insetti alati e larve striscianti), le<br />

muffe e le erbe dannose.<br />

Difendendo le colture, l’uomo arreca danni alla<br />

propria salute, perché una frazione <strong>di</strong> questi<br />

veleni permane nel terreno, finendo nelle acque<br />

sotterranee, oppure nei corsi d’acqua ed infine nel mare. Tracce <strong>di</strong><br />

pestici<strong>di</strong> possono essere trovate anche nelle carni dei pesci!<br />

31


- Inquinanti dell’industria<br />

Innumerevoli sostanze chimiche pericolose sono responsabili del<br />

degrado. Finiscono nell’ambiente per le emissioni delle fabbriche o<br />

quando sfuggono nella fase <strong>di</strong> immagazzinamento o durante il<br />

trasporto.<br />

Anche il rilascio abusivo <strong>di</strong> prodotti<br />

<strong>di</strong> scarto e il seppellimento furtivo <strong>di</strong><br />

bidoni ricolmi <strong>di</strong> scorie pericolose si<br />

aggiungono alle minacce che<br />

incombono sulla salute <strong>di</strong> tutti.<br />

Le sostanze non biodegradabili e<br />

molto persistenti in natura sono le più nocive, spesso anche in tracce.<br />

Disperse nell’aria con i fumi delle fabbriche, o allontanate tramite<br />

gli scarti, possono depositarsi sul suolo e contaminare i prodotti<br />

agricoli.<br />

Anche il bestiame, allevato con foraggi inquinanti,<br />

darà carni a rischio.<br />

- Rifiuti soli<strong>di</strong> urbani e speciali<br />

In Italia produciamo circa venti milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> rifiuti urbani<br />

all’anno. Quasi tutti vengono smaltiti in <strong>di</strong>scariche controllate,<br />

ovvero in enormi fosse in cui sono accumulati e compressi per<br />

essere biodegradati nel tempo.<br />

La loro presenza incontrollata nell’ambiente è una seria minaccia.<br />

Dalla frazione organica dei rifiuti possono scatenarsi epidemie,<br />

32


<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> scarafaggi e topi o altri<br />

parassiti. Le altre frazioni dei rifiuti:<br />

plastiche, vetro, carta, legno e<br />

materiali ingombranti <strong>di</strong>ventano un<br />

problema ecologico quando non<br />

smaltiti correttamente.<br />

Una forma intelligente <strong>di</strong> raccolta dei<br />

rifiuti è quella <strong>di</strong>fferenziata con la<br />

quale i vari tipi <strong>di</strong> rifiuto sono separati già dai citta<strong>di</strong>ni.<br />

In questo modo i rifiuti urbani selezionati costituiscono una risorsa<br />

per l’alta percentuale <strong>di</strong> riciclo o riutilizzo dei materiali.<br />

I residui organici vengono trasformati in compost (una sorta <strong>di</strong><br />

fertilizzante naturale), la carta e il vetro sono riciclati per ottenere<br />

nuovamente libri, giornali, quaderni o<br />

bottiglie e contenitori.<br />

Le bottiglie <strong>di</strong> plastica, tutti i flaconi che<br />

contengono sostanze liquide, la latta e<br />

l’alluminio vengono lavorati e hanno un<br />

nuovo utilizzo. Anche il ferro degli<br />

elettrodomestici può essere rinnovato e reimpiegato.<br />

Un <strong>di</strong>scorso particolare va fatto per i rifiuti<br />

speciali che noi tutti produciamo come: pile<br />

esauste, me<strong>di</strong>cinali scaduti, solventi e vernici.<br />

Si tratta <strong>di</strong> sostanze tossiche che vanno<br />

consegnate in appositi contenitori speciali<br />

(come i bidoni delle farmacie o raccoglitori delle pile).<br />

33


Se vogliamo sostituire la batteria dell’auto o l’olio del motore per<br />

nostro conto, sinceriamoci <strong>di</strong> avere trovato prima il modo corretto<br />

<strong>di</strong> sbarazzarci <strong>di</strong> questi mici<strong>di</strong>ali rifiuti speciali !<br />

Quando un rifiuto tossico è particolare e troppo voluminoso ci si<br />

deve sempre rivolgere al servizio <strong>di</strong> raccolta che si incaricherà <strong>di</strong><br />

prelevarlo o in<strong>di</strong>cherà come smaltirlo.<br />

La pulizia dell’ambiente, come si vede, <strong>di</strong>pende molto da noi e dalla<br />

nostra sensibilità ambientale.<br />

- Le <strong>di</strong>scariche<br />

Ancora oggi la collocazione in <strong>di</strong>scarica dei rifiuti soli<strong>di</strong> urbani è<br />

molto praticata in Italia.<br />

I rifiuti vengono schiacciati e pressati con enormi bulldozer, si<br />

creano così tanti strati sovrapposti intervallati da livelli <strong>di</strong> terra o<br />

materiali inerti per evitare forti esalazioni e proliferazione <strong>di</strong> animali<br />

come mosche e topi.<br />

Il fondo <strong>della</strong> <strong>di</strong>scarica deve essere strettamente impermeabilizzato<br />

con teli speciali, onde evitare che i liquami provenienti dalla<br />

decomposizione dei rifiuti finiscano per inquinare il suolo.<br />

I suoli migliori per ospitare <strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> rifiuti soli<strong>di</strong> urbani sono<br />

quelli argillosi per la loro impermeabilità che garantisce un<br />

maggiore isolamento nei confronti delle falde acquifere.<br />

Molti sono gli aspetti negativi <strong>di</strong> tali impianti tra cui: gli odori<br />

sgradevoli, <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> gas (tra cui metano e anidride carbonica<br />

provenienti dalla decomposizione dei rifiuti), il degrado del paesaggio<br />

e la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> ripristinare i luoghi alla chiusura dell’impianto.<br />

34


La <strong>di</strong>struzione del suolo può avvenire in seguito a numerosi fattori<br />

umani tra i quali:<br />

l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti, l’erosione e il calo <strong>di</strong> fertilità.<br />

- L’e<strong>di</strong>ficazione<br />

La <strong>di</strong>struzione del suolo è un<br />

fenomeno in espansione,<br />

soprattutto in quelle aree del<br />

mondo dove c’è un elevato tasso<br />

<strong>di</strong> crescita demografica e<br />

concentrazione delle persone. La<br />

costruzione <strong>di</strong> case e <strong>di</strong> palazzi, accompagnate da strade e<br />

infrastrutture varie, cambia completamente l’uso del paesaggio<br />

sottraendolo alle attività agricole o all’ambiente naturale.<br />

- L’erosione<br />

Può <strong>di</strong>pendere dalla cattiva gestione<br />

del territorio generando fenomeni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssesto idrologico (glossario).<br />

Ad asportare il suolo è soprattutto<br />

l’acqua, agevolata dalla mano<br />

dell’uomo.<br />

35


In montagna, molto spesso, si <strong>di</strong>sbosca in modo irrazionale<br />

lasciando nu<strong>di</strong> i versanti;<br />

in collina, l’agricoltura non si preoccupa <strong>di</strong> coltivare in armonia con<br />

i pen<strong>di</strong>i preferendo arare anche quando bisognerebbe conservare le<br />

siepi e i canali <strong>di</strong> scolo (glossario) .<br />

In tutti i casi l’acqua scorre veloce in superficie trasportando a valle<br />

terriccio, incidendo canaloni e scalzando ogni cosa al proprio<br />

passaggio.<br />

Le acque piovane <strong>di</strong>ventano “selvagge” e mo<strong>della</strong>no in modo<br />

<strong>di</strong>struttivo il paesaggio con aumento del rischio <strong>di</strong> frane e alluvioni.<br />

- Il calo <strong>di</strong> fertilità<br />

L’uso eccessivo del suolo<br />

determina un lento<br />

esaurimento <strong>della</strong> fertilità.<br />

L’agricoltura intensiva è la<br />

pratica meno adatta per<br />

conservare la fertilità, ma è la<br />

più <strong>di</strong>ffusa. Si cerca <strong>di</strong> porre<br />

rime<strong>di</strong>o arando sempre più in<br />

profon<strong>di</strong>tà e concimando con fertilizzanti chimici, innescando rischi<br />

per la salute.<br />

Molti suoli impoveriti restano abbandonati e <strong>di</strong>ventano preda<br />

dell’erosione o si desertificano (glossario).<br />

36


Le ultime foreste<br />

In molte aree del pianeta esistono ancora territori occupati da<br />

foreste vergini, cioè <strong>di</strong>stese <strong>di</strong> alberi mai governate dall’uomo.<br />

L’Amazzonia, le foreste dell’Africa centrale, dell’Indonesia, le<br />

giungle del Sud-Est asiatico, rimangono gli ultimi para<strong>di</strong>si <strong>di</strong> animali<br />

e vegetali, in parte ancora da scoprire e classificare.<br />

Sono i regni <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità (glossario) dove l’evoluzione ha agito<br />

per millenni con le proprie regole e i propri ritmi, regalando al<br />

pianeta ecosistemi ricchissimi <strong>di</strong> forme <strong>di</strong><br />

vita.<br />

Tutti sappiamo che queste aree sono in<br />

grave pericolo per la deforestazione e gli<br />

incen<strong>di</strong> volontari.<br />

Il suolo delle foreste è in genere molto<br />

sottile e una volta privato <strong>della</strong> copertura arborea subisce un<br />

impoverimento veloce.<br />

37


Per qualche tempo i terreni <strong>di</strong>sboscati sono coltivati, poi, per il calo<br />

<strong>della</strong> fertilità, vengono abbandonati a <strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> altre porzioni <strong>di</strong><br />

foresta.<br />

I climi caldo-umi<strong>di</strong> <strong>della</strong> fascia intertropicale provocano il cosiddetto<br />

fenomeno <strong>della</strong> laterizzazione (glossario), ovvero, le piogge<br />

scroscianti sciolgono alcuni minerali del suolo trasportandoli via e<br />

lasciando come residuo delle argille che <strong>di</strong>ventano così compatte da<br />

formare una sorta <strong>di</strong> crosta indurita (le lateriti).<br />

Il <strong>di</strong>ssesto in Italia<br />

Sempre <strong>di</strong> più i <strong>di</strong>sastri <strong>della</strong> natura sono anche colpa dell’uomo.<br />

Il <strong>di</strong>sboscamento, l’abbandono <strong>della</strong> montagna, lo sviluppo<br />

abnorme <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti alterano gli equilibri geologici con<br />

problemi imme<strong>di</strong>ati.<br />

Ad esempio, la pioggia si infiltra<br />

molto meno nel suolo rispetto ad un<br />

tempo perché incontra strade,<br />

piazzali, tetti e viene convogliata via<br />

dalle condutture.<br />

In molte zone <strong>di</strong> collina e montagna, l’acqua non è più trattenuta da<br />

boschi, siepi, muretti a secco e fossati <strong>di</strong> scolo che ne limitino la<br />

corsa verso il basso, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>scende i pen<strong>di</strong>i in brevissimo tempo e<br />

a forte velocità.<br />

Un tempo, la sapiente opera dei conta<strong>di</strong>ni cercava <strong>di</strong> limitare<br />

l’impeto dell’acqua.<br />

38


Oggi le acque <strong>di</strong>scendono i versanti in tempi più brevi e a forte<br />

velocità perché manca la cura del suolo.<br />

La conseguenza <strong>di</strong> tutto ciò è<br />

che, subito dopo una pioggia<br />

anche <strong>di</strong> durata limitata, una<br />

fitta ragnatela <strong>di</strong> rivi <strong>di</strong>rompe<br />

verso valle trascinando una<br />

gran quantità <strong>di</strong> sassi e<br />

terriccio.<br />

I suoli vengono asportati ed i pen<strong>di</strong>i <strong>di</strong>ventano franosi.<br />

Nel nostro Paese il <strong>di</strong>ssesto avanza sempre più e produce<br />

frequentemente casi dolorosi e drammatici, legati a colate <strong>di</strong> fango,<br />

smottamenti e allagamenti.<br />

Anche le alluvioni sono più <strong>di</strong>sastrose perché i fiumi si gonfiano in<br />

modo rapido e contengono una maggior quantità <strong>di</strong> detrito che li<br />

rende “più forti” e pericolosi.<br />

Dalla protezione dei suoli si ottiene il corretto uso del territorio<br />

mitigando l’azione dell’acqua e l’erosione, evitando danni e per<strong>di</strong>te<br />

<strong>di</strong> vite umane.<br />

39


Le nazioni si occupano <strong>della</strong> <strong>di</strong>fesa del suolo a scala planetaria e<br />

ricercano accor<strong>di</strong> internazionali, ma poco è stato raggiunto sino ad<br />

ora.<br />

Già nel lontano 1972 molte nazioni europee avevano sottoscritto un<br />

documento, la Carta del Suolo, che dettava i principi per tutelare la<br />

“pelle <strong>della</strong> Terra”.<br />

Qui <strong>di</strong> seguito si propone il documento in veste sintetica.<br />

La Carta europea del suolo<br />

1. Il suolo è uno dei beni preziosi dell’umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali e<br />

dell’uomo sulla superficie <strong>della</strong> Terra.<br />

2. Il suolo è una risorsa limitata che si <strong>di</strong>strugge facilmente. La sua fertilità può essere aumentata<br />

con un trattamento appropriato che può durare anni e decenni, ma, una volta <strong>di</strong>strutto, il suolo<br />

può impiegare secoli per ricostruirsi.<br />

3. La società industriale usa i suoli sia a fini agricoli che a fini industriali o d’altra natura. Qualsiasi<br />

politica <strong>di</strong> pianificazione territoriale deve essere concepita in funzione delle proprietà dei suoli<br />

e dei bisogni <strong>della</strong> società <strong>di</strong> oggi e <strong>di</strong> domani.<br />

4. Gli agricoltori e i forestali devono applicare meto<strong>di</strong> che preservino le qualità dei suoli. La<br />

meccanizzazione e i meto<strong>di</strong> moderni permettono <strong>di</strong> aumentare i ren<strong>di</strong>menti, ma se vengono<br />

impiegati senza <strong>di</strong>scernimento possono rompere l’equilibrio naturale dei suoli, alterandone le<br />

proprietà fisiche, chimiche e biologiche.<br />

5. I suoli devono essere protetti dall’erosione.<br />

6. I suoli devono essere protetti dall’inquinamento.<br />

7. Ogni impianto urbano deve essere organizzato in modo tale che siano ridotte al minimo le<br />

ripercussioni sfavorevoli sulle zone circostanti.<br />

8. Nei progetti <strong>di</strong> ingegneria civile ( <strong>di</strong>ghe, ponti, strade, canali, fabbriche o case ) si deve tener<br />

conto <strong>di</strong> ogni loro ripercussione sui territori circostanti e nel costo devono essere previsti e<br />

valutati adeguati provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> protezione.<br />

9. E’ in<strong>di</strong>spensabile l’inventario delle risorse del suolo.<br />

40


10. Per realizzare l’utilizzazione razionale e la conservazione dei suoli sono necessari l’incremento<br />

<strong>della</strong> ricerca scientifica e la collaborazione inter<strong>di</strong>sciplinare.<br />

11. La conservazione dei suoli deve essere oggetto <strong>di</strong> insegnamento a tutti i livelli e <strong>di</strong> informazione<br />

pubblica sempre maggiore.<br />

12. I governi e le autorità amministrative devono pianificare e gestire razionalmente le risorse<br />

rappresentate dal suolo.<br />

I principi <strong>della</strong> Carta non vengono, purtroppo, sempre rispettati,<br />

così la Terra <strong>di</strong>venta ogni anno meno ospitale.<br />

La fame nel Mondo, la desertificazione e la deforestazione sono<br />

alcune gran<strong>di</strong> sfide dell’umanità e si risolveranno solo con un uso<br />

equo ed oculato dei suoli.<br />

La speranza per il futuro è che le nuove generazioni sappiano agire<br />

in modo più responsabile, tenendo presente che la tutela<br />

dell’ambiente, la pace e la salute dovranno sempre <strong>di</strong> più<br />

fronteggiarsi con l’esauribilità del suolo”.<br />

41


Agricoltura intensiva<br />

Comprende le pratiche agricole che utilizzano molta energia, macchine e concimi<br />

per ottenere un alto ren<strong>di</strong>mento dai fon<strong>di</strong> agricoli. Al contrario, l’agricoltura<br />

estensiva prevede un basso sfruttamento del terreno su superfici molto ampie.<br />

Anticrittogamici: ve<strong>di</strong> fitofarmaci<br />

Associazione vegetale<br />

Per ogni ambiente naturale tutte le piante originarie definiscono una associazione<br />

tipica. Nell’associazione bisogna considerare le piante d’alto fusto, gli arbusti,<br />

tutte le erbe e le piante minori (come i muschi e gli equiseti).<br />

Bio<strong>di</strong>versità<br />

Le specie viventi si <strong>di</strong>fferenziano in base al loro patrimonio genetico. Tanto più<br />

un ambiente naturale favorisce l’adattamento <strong>di</strong> molte specie, tanto più si avrà<br />

<strong>di</strong>versità biologica.<br />

Canale <strong>di</strong> scolo<br />

Fra un appezzamento e l’altro è necessario scavare fossi che raccolgano l’acqua<br />

piovana e la convoglino via.<br />

I fossi devono seguire il più possibile le curve del pen<strong>di</strong>o (a reggipoggio) per<br />

garantire la massima raccolta e una bassa velocità dell’acqua. La mancanza <strong>di</strong> una<br />

rete <strong>di</strong> fossi permette all’acqua <strong>di</strong> scavare solchi lungo la linea <strong>di</strong> massima<br />

pendenza (a franapoggio), incidendo i versanti.<br />

Defogliatore<br />

Organismo parassita che si ciba in particolare <strong>di</strong> foglie. Sono defogliatori molti<br />

insetti allo sta<strong>di</strong>o larvale durante il quale hanno l’aspetto del bruco.<br />

42


Desertificazione<br />

Un suolo che perde <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà e fertilità lentamente si trasforma in una coltre<br />

arida, priva <strong>di</strong> vegetazione stabile. Il suolo <strong>di</strong>venta preda del vento che trasporta<br />

via le particelle più fini con la creazione <strong>di</strong> dune.<br />

Dissesto idrogeologico<br />

Si intendono tutti quei fenomeni geologici che mettono a rischio l’incolumità<br />

dell’uomo e i suoi beni. Sui rilievi il <strong>di</strong>ssesto è legato alle frane e all’erosione<br />

operata dall’acqua, in pianura sono i fiumi a scatenare effetti <strong>di</strong>struttivi con le<br />

alluvioni.<br />

Falde acquifere<br />

Sono livelli acquiferi sotterranei dallo sviluppo orizzontale che si muovono negli<br />

strati permeabili con estrema lentezza. Nelle aree <strong>di</strong> pianura più falde possono<br />

essere sovrapposte e spesso sono utilizzate per il prelievo <strong>di</strong> acqua potabile<br />

tramite la trivellazione <strong>di</strong> pozzi.<br />

Fitofarmaci<br />

Si tratta <strong>di</strong> prodotti chimici utilizzati per combattere i nemici delle colture. Si<br />

possono sud<strong>di</strong>videre in sostanze che limitano le erbe infestanti (erbici<strong>di</strong>), che<br />

uccidono gli insetti dannosi (insettici<strong>di</strong>) o i funghi parassiti (anticrittogamici o<br />

fungici<strong>di</strong> )<br />

Humus<br />

I resti organici <strong>della</strong> lettiera si decompongono e non sono più riconoscibili. Si<br />

mescolano ai granuli minerali generando il livello humico che dona fertilità al<br />

suolo.<br />

Laterizzazione<br />

Processo chimico che agisce in climi molto cal<strong>di</strong> e umi<strong>di</strong>. I minerali del gruppo dei<br />

silicati (i maggiori costituenti delle rocce) si degradano con la formazione <strong>di</strong><br />

croste indurite ricche <strong>di</strong> idrossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> alluminio (bauxiti) e <strong>di</strong> ferro (lateriti).<br />

43


Lettiera<br />

Strato superficiale composto da foglie secche, frammenti <strong>di</strong> corteccia e rametti,<br />

resti vari <strong>di</strong> organismi quali: ossa, pelle, peli, escrementi ecc.<br />

Pedologi<br />

Gli esperti che si occupano del suolo.<br />

Rocce se<strong>di</strong>mentarie<br />

Di solito si generano in seguito all’accumulo <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti in ambienti marini,<br />

fluviali o lacustri. Con il trascorrere dei tempi geologici i se<strong>di</strong>menti si cementano<br />

<strong>di</strong>ventando roccia. Molte rocce se<strong>di</strong>mentarie si presentano a strati sovrapposti<br />

che in<strong>di</strong>cano un accumulo avvenuto per fasi successive.<br />

Rotazione agraria<br />

Pratica agricola che permette <strong>di</strong> alternare colture che sfruttano il suolo<br />

(Graminacee) con colture che favoriscono una ripresa <strong>della</strong> fertilità (Leguminose).<br />

La rotazione è <strong>di</strong> solito concepita su più anni, alternando, ad esempio, frumento<br />

e mais con erbe da foraggio.<br />

Stereomicroscopio<br />

Microscopio utilizzato per l’osservazione <strong>di</strong> campioni visibili ad occhio nudo o al<br />

limite del visibile. I suoi ingran<strong>di</strong>menti arrivano a qualche decina <strong>di</strong> volte e<br />

l’illuminazione proviene dall’alto e dal basso per una visione tri<strong>di</strong>mensionale<br />

dell’oggetto.<br />

44


Altieri, Bo, Cabona – Lezioni <strong>di</strong> Scienze – Paravia E<strong>di</strong>tore<br />

AA.VV. – Conoscere la natura d’Italia – Istituto Geografico De Agostani<br />

Matthey, Della Santa, Wannenmacher – Guida pratica all’ecologia –<br />

Zanichelli<br />

Ajmone, Marsan, Torchio – Ecologia e suolo – Bulgarini E<strong>di</strong>tore<br />

Rasio, Bentivogli, Boschi – Suoli ed Ecosistemi – Cappelli E<strong>di</strong>tore<br />

Bentivogli, Boschi – ECOambiente – Cappelli E<strong>di</strong>tore<br />

45


SOMMARIO<br />

IL SUOLO NELLA STORIA 4<br />

COME NASCE UN SUOLO 7<br />

L’accumulo dei detriti<br />

Gli strati del suolo<br />

Come si formano gli strati<br />

LE COMPONENTI FISICHE E CHIMICHE 14<br />

La fase solida<br />

Fase aeriforme e fase liquida<br />

Porosità e permeabilità<br />

SCHEDA: Analisi in laboratorio 16<br />

GLI ABITANTI DEL SUOLO 19<br />

SCHEDA: La costruzione dell’apparecchio <strong>di</strong> Berlese 21<br />

SUOLI E PAESAGGI 22<br />

I coltivi - Le faggete - Il leccio e la macchia me<strong>di</strong>terranea<br />

Gli amici del leccio - I boschi montani <strong>di</strong> abete - I licheni:<br />

veri pionieri del suolo<br />

INQUINAMENTO 30<br />

Inquinanti dell’agricoltura – Inquinanti dell’industria<br />

Rifiuti soli<strong>di</strong> urbani e speciali – Le <strong>di</strong>scariche<br />

CONSERVAZIONE E TUTELA 35<br />

L’e<strong>di</strong>ficazione – L’erosione – Il calo <strong>di</strong> fertilità – Le ultime foreste<br />

Il <strong>di</strong>ssesto in Italia<br />

LA CARTA EUROPEA DEL SUOLO 40<br />

GLOSSARIO 42<br />

BIBLIOGRAFIA 45<br />

47


Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> Giugno 2007<br />

su carta riciclata al 100% che ha ottenuto il marchio <strong>di</strong> qualità ecologica<br />

ECOLABEL Europeo<br />

48

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