LO SCARPONE 007 - Club Alpino Italiano
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La posta dello Scarpone La parola ai lettori<br />
Luce, purchè del sole<br />
PPrendendo spunto da<br />
una notizia ripresa in<br />
maggio dallo Scarpone<br />
riguardante il progetto<br />
di illuminare il Monte Rosa a<br />
giorno, il presidente del <strong>Club</strong><br />
dei 4000 Luciano Ratto ha mandato<br />
una lettera al sindaco della<br />
località ossolana Giovanna<br />
Boldini precisando che l’associazione<br />
da lui rappresentata è<br />
rimasta negativamente colpita<br />
dal “sensazionale annuncio”<br />
definendo l’iniziativa insensata,<br />
superata e simbolicamente sbagliata.<br />
“Il <strong>Club</strong> 4000 del CAI<br />
Torino”, scrive Ratto, “si permette<br />
di suggerire di indirizzare<br />
i finanziamenti richiesti per<br />
l’Expo 2015 nella tutela del territorio<br />
montano, che è la vera e<br />
preziosa risorsa di Macugnaga”.<br />
In un’altra lettera, Ratto invita il<br />
presidente generale del CAI “a<br />
fare pressione<br />
sull’Amministrazione comunale<br />
di Macugnaga, e, se del caso,<br />
sulla Regione Piemonte, affinché<br />
questo assurdo progetto<br />
non sia posto in essere”, e conclude<br />
facendo osservare ai<br />
Bacheca<br />
“patiti dell’illuminazione”, che<br />
non è necessario attendere il<br />
2015 per assistere in montagna<br />
a un tale spettacolo: basta fare<br />
uno sforzo, e alzarsi all’alba, per<br />
godere di un simile evento, che<br />
tutti i giorni il sole gratuitamente<br />
ci regala, tingendo con tonalità<br />
irripetibili l’intera straordinaria<br />
parete est del Monte Rosa.<br />
I nostri errori<br />
Per un’imperdonabile svista<br />
della redazione nell’aggiornarne<br />
il testo, il servizio di Gian<br />
Celso Agazzi sull’alpinista e<br />
pilota Stefano Biffi (LS 6/09)<br />
conteneva un gravissimo errore.<br />
La Piramide Carstenzs, 4884<br />
m, si trova infatti in Nuova<br />
Guinea e non in Nuova Zelanda<br />
come è stato pubblicato. La<br />
redazione si scusa con l’autore,<br />
con Biffi e in particolare con i<br />
lettori.<br />
Gli scarponi ritrovati<br />
Le lettera della signora Giulia<br />
dal titolo “Gli scarponi ritrovati”<br />
apparsa sullo Scarpone di<br />
aprile mi ha colpito fortemente<br />
PERSI E RITROVATI<br />
UNA VERA in oro bianco è stata trovata nel Canalone Porta in<br />
Grignetta da Robi Chiappa (0341.496979).<br />
ANNUNCI<br />
CON PIACERE comunico agli appassionati l’invenzione<br />
brevettata di un dispositivo che permette l’inserimento<br />
automatico di attacchi da<br />
sci a tallone libero per telemark e sciescursionismo. Consente<br />
l’aggancio e lo sgancio dello scarpone in modo automatico da<br />
posizione eretta e in tutte le condizioni di dislivello e nevose.<br />
Potete contattarmi al seguente indirizzo: lipopoli@libero.it<br />
CONFERENZE<br />
ERMANNO SALVATERRA (esalvaterra@alice.it) propone in 59<br />
minuti la storia del Cerro Torre dagli albori alla fine del 2008.<br />
Dalle prime foto di Padre De Agostini, al Grande Andreas<br />
Madsen che ospitò tutte le spedizioni fino al 1965. La prima<br />
salita al Torre del 1959, Bonatti e i tentativi e la salita dei Ragni di<br />
Lecco alla ovest. La prima salita in stile alpino degli americani<br />
Carman, Wilson e Bragg. Le grandi vie degli Sloveni alla est e<br />
sud. Le prime donne in cima. Le sue salite e i tentativi dal 1982<br />
ad oggi. Con il racconto in diretta dell’alpinista trentino, salito<br />
cinque volte in vetta.<br />
e mi ha fatto apprezzare la<br />
“forza e la spinta morale” che ti<br />
dà la montagna nei momenti<br />
più tristi della vita. Nel 1968 a<br />
34 anni, abitavo a Milano per<br />
lavoro ed ero in un momento<br />
critico della mia vita per peripezie<br />
negative famigliari per lo più<br />
di ordine psico-morali da cui<br />
credevo di non potermi risollevare,<br />
perciò molto meno gravi<br />
di quelle fisiche sopportate<br />
dalla socia Giulia. Il mio paese<br />
natale era Menaggio, alle falde<br />
del Monte Grona m 1736, che<br />
mi limitavo a osservare ma non<br />
a frequentare.<br />
Un giorno un amico mi propose<br />
una salita a tale vetta, sulle<br />
prime fui reticente, poi accettai<br />
l’invito e da allora la montagna<br />
come una forza misteriosa lentamente<br />
mi travolse, tanto che<br />
divenni segretario per 26 anni<br />
della sezione del CAI e poi<br />
accompagnatore sezionale di<br />
alpinismo giovanile per 25 anni<br />
a partire dal 1978, quando l’allora<br />
presidente della commissione<br />
Guido Sala convinse il compianto<br />
nostro presidente Enrico<br />
Clerici ad aggiungere tale affascinante<br />
attività a quelle del<br />
sodalizio. Mi accorsi di trasformarmi<br />
psicologicamente, e che<br />
l’attrattiva dei monti era stata<br />
per me una salvezza. Alla montagna<br />
devo un eterno grazie e<br />
ora, a 75 anni, ricordo come se<br />
rivedessi un film gli istanti più<br />
belli trascorsi sui sentieri, particolarmente<br />
quelli con i giovani.<br />
Alessandro Dell’Oro<br />
Sezione di Menaggio<br />
alessandrodelloro@tiscali.it<br />
Vandali<br />
Ignoti al rifugio Semenza (CAI<br />
Vittorio Veneto) sono entrati<br />
spaccando un vetro, e se ne<br />
sono andati lasciando vetri<br />
sparsi ovunque e soprattutto<br />
un’apertura dalla quale è poi<br />
entrata umidità e neve che ha<br />
rovinato perline, coperte, quadri.<br />
E’ quanto segnala cortesemente<br />
Loredana Stiletto (loredana_stiletto@alice.it).<br />
“Un<br />
gesto che mi lascia l’amaro e<br />
che mi offende profondamente”,<br />
è lo sfogo dei gestori, “e non<br />
per il danno materiale ma per<br />
l’inciviltà dimostrata, per la<br />
mancanza di rispetto verso le<br />
persone che fano andare avanti<br />
attività come queste”.<br />
Un reato inesplicabile<br />
Domenica 1/2/09: previsioni<br />
brutte, pericolo di slavine e<br />
tempo piovigginoso. Decidiamo<br />
di fare una gita tranquilla nei<br />
boschi con discesa in pista. Da<br />
Chiesa Valmalenco saliamo a<br />
San Giuseppe per poi andare al<br />
lago Palù. Arrivati al lago lo<br />
attraversiamo sulla traccia di<br />
una motoslitta e saliamo nel<br />
bosco. Attraversiamo velocemente<br />
e inevitabilmente la<br />
pista, entriamo in un rado<br />
boschetto di larici e, sempre<br />
fuori dalle piste, arriviamo a<br />
circa cinquanta metri dal rifugio.<br />
Da qui in poi le piste hanno<br />
invaso tutta la parte sommitale<br />
della montagna. Non è possibile<br />
proseguire senza entrare nelle<br />
medesime. Con cautela e stando<br />
sul bordo più estremo raggiungiamo<br />
il rifugio dove un<br />
carabiniere ci dice che abbiamo<br />
commesso un “reato” risalendo<br />
le piste con gli sci! Facciamo<br />
presente che negli ultimi metri<br />
è inevitabile calpestare le piste.<br />
Niente da fare! E se avessimo<br />
tolto gli sci? Idem!<br />
Non è giusto. Penso che non<br />
sia addirittura costituzionale<br />
negarmi il diritto di raggiungere<br />
il rifugio. Lasciatemi solo un<br />
corridoio di un metro, ma<br />
lasciatemelo. Non si può intervenire<br />
per migliorare la legge?<br />
Per esempio aggiungendo “ove<br />
esiste un sentiero che porta a<br />
un rifugio il transito, entro limiti<br />
stabiliti, è consentito. Con e<br />
senza sci.” Spero che questo<br />
mio sfogo, che interpreta sicuramente<br />
il pensiero di molti, sia<br />
ascoltato. Magari dallo stesso<br />
legislatore che ha proposto la<br />
legge in questione.<br />
Giuseppe Zambonini<br />
zamboninigiuseppe@libero.it<br />
consigliere Sezione di Lecco<br />
<strong>LO</strong> <strong>SCARPONE</strong>, LUGLIO 2009 - 39