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Mille nomi nella storia di Pavia - Liutprand

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leggi longobarde, con norme più<br />

favorevoli ai Romanici. Asse<strong>di</strong>ò Perugia<br />

e minacciò <strong>di</strong> annettersi l’intera<br />

Pentapoli. Poi si recò in pellegrinaggio<br />

a Roma. Di fronte ad una sollevazione<br />

dell’esercito, ab<strong>di</strong>cò, si fece<br />

monaco e si ritirò a Cassino. Nelle<br />

vicinanze, la moglie Tassia fondò un<br />

monastero femminile, per sé e la figlia.<br />

Dopo Ratchis salì sul trono il fratello<br />

Aistulf. Più tar<strong>di</strong>, alla morte del<br />

fratello, l’ex sovrano uscì dal monastero<br />

e riven<strong>di</strong>cò il trono. Mentre asse<strong>di</strong>ava<br />

Pisa con un suo esercito,<br />

l’intervento del Papa lo convinse a<br />

rientrare in convento.<br />

RATERIO (900-974) - Nativo <strong>di</strong> Liegi,<br />

vescovo <strong>di</strong> Verona dal 931, fu imputato<br />

<strong>di</strong> aver favorito la <strong>di</strong>scesa in Italia<br />

del duca <strong>di</strong> Baviera nel 934. Arrestato<br />

e tradotto a <strong>Pavia</strong>, per due<br />

anni rimase chiuso in carcere: in<br />

questo tempo scrisse una sua opera<br />

intitolata Preloquis. Liberato nel 936 e<br />

ritornato a Verona, resse quella<br />

<strong>di</strong>ocesi sino al 968.<br />

RAVAGLI GIUSEPPE (1874-1938) -<br />

Romagnolo, si trasferì <strong>nella</strong> nostra<br />

città come insegnante <strong>di</strong> clarino alla<br />

Civica Scuola <strong>di</strong> Musica e non lasciò<br />

più <strong>Pavia</strong>, della quale si proclamava<br />

citta<strong>di</strong>no, neppure quando, poiché<br />

era considerato come il migliore clarinettista<br />

italiano, il Maestro Arturo Toscanini<br />

lo invitò a far parte della celebre<br />

orchestra del teatro della Scala<br />

<strong>di</strong> Milano. Spirito bizzarro e irrequieto,<br />

si de<strong>di</strong>cò anche alla pittura, con<br />

quadri <strong>di</strong>scretamente apprezzati.<br />

Morì in miseria in una camera della<br />

Torre <strong>di</strong> San Giovanni in Borgo.<br />

122<br />

RAZZINI PARIDE MASSIMO (1869-1916)<br />

- Tenente colonnello in servizio attivo,<br />

caduto sull’altipiano Carsico <strong>nella</strong><br />

grande guerra 1915-1918. Due<br />

medaglie d’argento.<br />

RE VENANZIO (1765-1835) - Capomastro,<br />

comprò nel 1803 e convertì in<br />

teatro (teatro Re) l’antica chiesa del<br />

monastero del Senatore, che era<br />

stata espropriata nel 1799 ed era<br />

<strong>di</strong>venuta un magazzino. Suo figlio,<br />

ing. Giuseppe Re, nel 1837 ingrandì e<br />

ampliò il teatro, che funzionò sino al<br />

1879. Al suo posto oggi si trova il<br />

cinema Corallo.<br />

REALE AGOSTINO (1790-1855) - Professore<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto civile all’Università.<br />

Durante i tumulti fra studenti e soldati<br />

austriaci, avvenuti l’8 febbraio 1848,<br />

fece scudo col proprio corpo a un<br />

gruppo <strong>di</strong> studenti che un ufficiale<br />

austriaco attaccava a sciabolate.<br />

REPUBBLICA DI SAN SIRO (1447) - Il 13<br />

agosto 1447 morì Filippo Maria Visconti<br />

e i ghibellini pavesi prontamente<br />

si <strong>di</strong>staccarono da Milano,<br />

proclamando un governo provvisorio<br />

che chiamarono “Repubblica <strong>di</strong> San<br />

Siro”. Essa ebbe brevissima durata,<br />

dall’agosto all’ottobre <strong>di</strong> quell’anno.<br />

Milano aveva pure proclamato la<br />

Repubblica Ambrosiana. A capo del<br />

nuovo governo, detto «<strong>di</strong> libertà», fu<br />

acclamato Jacopo da Lonate. Fra i<br />

promotori e i sostenitori del nuovo<br />

regime troviamo Antonio e Bernardo<br />

degli Eustacchi, Lorenzo degli Isimbar<strong>di</strong>,<br />

Stefano De Fozar<strong>di</strong>, Giorgio de<br />

Torti, Moretto da Sannazzaro, i quali<br />

trattarono la consegna della<br />

cittadella con Francesco da Casate

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