la spiga luglio 2010 - rione Terravecchia
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<strong>la</strong><br />
LUGLIO <strong>2010</strong> SPIGA 14<br />
Ricordo, da bambino, ho iniziato<br />
presto ad avere sogni e<br />
altrettanto presto ho compreso<br />
l’importanza di averne………<br />
ma, sopra ogni cosa, ricordo<br />
come illuminante il momento<br />
in cui ho capito che ancor<br />
più rilevante è coltivare quegli<br />
stessi sogni.<br />
Ricordo altresì <strong>la</strong> gioia che<br />
mi derivava dall’andare al<br />
mare ... mi prendeva, sempre,<br />
una euforia che faticavo a<br />
contenere. Subito , però, ho<br />
notato qualcosa di strano.<br />
Ogni qualvolta mio padre o<br />
mia madre mi dicevano che<br />
ormai in spiaggia “non si sta<br />
più bene,c’è troppo vento”,<br />
io mi incupivo.<br />
Non riuscivo a condividere il<br />
loro senso di malessere. Per<br />
me era quello il momento più<br />
bello… il mare cominciava a<br />
cambiare e con lui i suoi colori.<br />
Assumeva una maestosità<br />
che fino a pochi istanti prima<br />
non riuscivo nemmeno ad<br />
immaginare.<br />
Il vento... era lui <strong>la</strong> causa di<br />
tutto. Ed ho imparato ad apprezzare<br />
i suoi sussurri, <strong>la</strong> sua<br />
voce, i suoi cambi di umore,<br />
<strong>la</strong> sua potenza, <strong>la</strong> sua energia<br />
inesauribile.<br />
E con lui cominciavo ad andare:<br />
in principio solo con <strong>la</strong><br />
fantasia: era il mio mezzo di<br />
locomozione.<br />
Mi bastava guardare il mare<br />
in tempesta per iniziare a vo<strong>la</strong>re<br />
verso mete lontane, verso<br />
paradisi incontaminati,<br />
verso un senso di libertà assoluta,<br />
totalizzante.<br />
Col tempo mi sono avvicinato<br />
al windsurf, ho cominciato<br />
a praticarlo, sono diventato<br />
un professionista ed in questa<br />
fase del<strong>la</strong> mia vita ha iniziato<br />
UN SOGNO CHIAMATO HORN<br />
ad avere un ruolo sempre più<br />
di primo piano.<br />
Poi però, ho sperimentato <strong>la</strong><br />
ve<strong>la</strong> e ho scoperto che oltre<br />
allo spot da raggiungere per<br />
“giocare” col vento, mi stimo<strong>la</strong>va<br />
ancora di più il “viaggio”.<br />
Era lì il segreto… e da lì<br />
infatti sono iniziati i grandi<br />
viaggi, le traversate del mediterraneo<br />
prima e dell’at<strong>la</strong>ntico<br />
poi, le navigazioni nel<br />
Mar dei Caraibi, nel Pacifico,<br />
nell’Indiano. Ma c’era sempre<br />
qualcosa che portava <strong>la</strong><br />
mia mente aldilà. Tutto questo<br />
mi appagava sì, ma rimaneva<br />
sempre un senso di vuoto.<br />
Le letture di viaggi, i racconti<br />
dei naviganti, le chiacchiere<br />
da “taverna” che ascoltavo e<br />
ascolto in ogni pub in cui mi<br />
fermi in qualunque porto, mi<br />
par<strong>la</strong>vano di un qualcosa che<br />
all’inizio mi sembrava<br />
irraggiungibile: navigare oltre<br />
i 40° ruggenti, i 50° ur<strong>la</strong>nti<br />
e, forse, se mai nel<strong>la</strong> vita,<br />
riuscire almeno una volta a<br />
passare il Capo.<br />
E così cominciò a farsi strada<br />
l’idea un po’ folle di provarci.<br />
La macchina dei sogni che<br />
pareva soddisfatta ebbe quasi<br />
un sussulto e ripartì ancora<br />
più possente di prima.<br />
La cosa che mi preoccupava<br />
era quantificare l’esperienza:<br />
quando sarei riuscito ad averne<br />
abbastanza per poterci provare?<br />
Poi ho capito… E non è il<br />
traguardo delle centomi<strong>la</strong><br />
miglia che ho passato l’anno<br />
scorso e nemmeno le innumerevoli<br />
tempeste che mi<br />
sono trovato ad affrontare<br />
durante questi lunghi anni di<br />
navigazione.<br />
E’ come un clic che puoi<br />
ascoltare nel<strong>la</strong> tua mente e ti<br />
dice che potresti essere pronto,<br />
che potresti non già farce<strong>la</strong>,<br />
ma almeno potresti provare.<br />
E lì sono iniziati altri tipi<br />
di difficoltà. La ricerca del<br />
mezzo, <strong>la</strong> scelta del momento<br />
giusto, <strong>la</strong> ricerca degli sponsor,<br />
che, vista <strong>la</strong> radicata tradizione<br />
calcistica che abbiamo<br />
in Italia, doveva necessariamente<br />
essere rivolta a persone<br />
partico<strong>la</strong>rmente illuminate<br />
e lungimiranti. E dopo<br />
tutto questo ho cominciato a<br />
pensare che un momento così<br />
partico<strong>la</strong>re ed importante,<br />
doveva essere necessariamente<br />
condiviso con persone<br />
speciali ovvero poteva diventare<br />
un momento di ricerca e<br />
di conoscenza maggiore di<br />
me stesso. Per cui ho cominciato<br />
ad assaporare l’idea di<br />
poterlo fare in solitaria. Altresì<br />
volevo mantenere un<br />
contatto con gli elementi che<br />
viene esaltato all’ennesima<br />
potenza solo con imbarcazioni<br />
più piccole. Trovata una<br />
barca di 26 piedi mi sono<br />
recato ad Ushuaia, in<br />
Patagonia, nell’estremo sud<br />
dell’Argentina e ho cominciato<br />
a studiare l’andamento<br />
delle perturbazioni incrociando<br />
i dati del<strong>la</strong> marina cilena,<br />
argentina,inglese e statunitense.<br />
Il momento più difficile è stato<br />
proprio <strong>la</strong> partenza e con<br />
ciò intendo il momento in cui<br />
fisicamente ho dovuto mol<strong>la</strong>re<br />
gli ormeggi. Avevo intravisto<br />
una “finestra” ideale di<br />
vento per il passaggio<br />
dell’Horno.<br />
Il problema era costituito dal<br />
fatto che, stando ai miei calcoli,<br />
<strong>la</strong> partenza doveva av-<br />
venire in un giorno in cui<br />
c’erano quasi 50 nodi di vento.<br />
Poi tutto sarebbe andato<br />
bene, ma bisognava riuscire a<br />
trovare il coraggio di mol<strong>la</strong>re…<br />
per due volte ho provato<br />
invano: l’acqua ribolliva ed<br />
era nebulizzata dal vento tanto<br />
da rendere difficile anche<br />
solo respirare… gli alberi si<br />
piegavano quasi a sfiorare il<br />
suolo.<br />
Mi avvicinavo alle bitte di<br />
prua per mol<strong>la</strong>re le cime, ma<br />
ogni volta mi fermavo pensando<br />
“forse oggi è troppo<br />
forte, forse sarebbe meglio<br />
domani , sto provando a doppiare<br />
l’Horno da solo e con<br />
una barca poco più di 7 metri”…<br />
avevo paura di sembrare<br />
presuntuoso agli occhi<br />
del Gigante… ma ogni volta<br />
che ho desistito rientravo in<br />
albergo, riguardavo le carte<br />
meteo e puntualmente mi<br />
sembrava quello il momento<br />
giusto. E così al terzo tentati-<br />
Mi<strong>la</strong>no - Al Salone d’Onore del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong><br />
Militare Teuliè si è par<strong>la</strong>to anche di Pisticci<br />
MILANO- Sul tema “I giovani<br />
e <strong>la</strong> politica: lezione di un<br />
Maestro”, si è svolto un incontro-dibattito<br />
presso il Salone<br />
d’Onore del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Militare<br />
Teuliè di Mi<strong>la</strong>no, organizzato<br />
e moderato da Enrico Marcora,<br />
Consigliere Provinciale UDC<br />
nel contesto del corso di formazione<br />
al<strong>la</strong> politica rivolto in<br />
partico<strong>la</strong>re ai giovani, al<strong>la</strong> presenza<br />
di una numerosa rappresentanza<br />
di Allievi Cadetti ed<br />
ufficiali del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong>, del<strong>la</strong><br />
Senatrice Ombretta Carulli<br />
Fumagalli, dell’ex Vicepresidente<br />
del<strong>la</strong> Provincia di Mi<strong>la</strong>no<br />
Alberto Mattioli. Il re<strong>la</strong>tore<br />
ufficiale, sen. Emilio Colombo,<br />
ha sapientemente illustrato<br />
gli ultimi 60 anni del<strong>la</strong> storia<br />
nazionale ed internazionale<br />
con molti riferimenti, da<br />
membro del<strong>la</strong> Costituente all’esperienza<br />
nel<strong>la</strong> propria<br />
Regione, con riferimenti mirati<br />
all’antica Magna Grecia, Metaponto<br />
e Pisticci, al mondo<br />
contadino ed alle sue difficoltà.<br />
Io ho sentito il dovere di<br />
ringraziare Enrico Marcora<br />
per aver organizzato l’incontro<br />
ed il senatore Colombo per<br />
i riferimenti al<strong>la</strong> nostra terra<br />
lucana quasi come un tuffo nel<br />
recente passato. Ho rivolto a<br />
Lui un doveroso ringraziamento<br />
anche a nome dei tanti<br />
lucani. Grazie al Suo impegno<br />
<strong>la</strong> Basilicata ha avuto dal 1960<br />
al 90 un notevole impulso economico<br />
da consentire un certo<br />
sviluppo. Ho ringraziato personalmente<br />
il Senatore Colombo<br />
per avermi onorato per <strong>la</strong><br />
presentazione al mio libro sul<strong>la</strong><br />
storia dell’Eni. Ho inoltre<br />
ricordato che avevo i pantaloni<br />
corti quando con mio padre<br />
andavo ad ascoltare i suoi comizi<br />
e non soltanto in occasioni<br />
elettorali ma anche nel cor-<br />
so delle varie ca<strong>la</strong>mità e frane,<br />
come quel<strong>la</strong> di inizio degli anni<br />
70 quando crollò il muro del<strong>la</strong><br />
Chiesa Madre. Qquel<strong>la</strong> sera<br />
c’ero anch’io ad accogliere allora<br />
l’on. Emilio Colombo, insieme<br />
al caro<br />
Parroco Don<br />
Mario Florio.<br />
Al<strong>la</strong> fine dell’incontro-dibattito,<br />
il sen.<br />
Colombo mi<br />
ha dedicato<br />
una sua firma<br />
sul mio libro<br />
“Da Anic di<br />
Pisticci …a<br />
EniServizi di<br />
San Donato<br />
Mi<strong>la</strong>nese” sul<strong>la</strong><br />
pagina VIII<br />
dove è riportata<br />
<strong>la</strong> sua presentazione.<br />
Così in una se-<br />
rata mi<strong>la</strong>nese di inizio maggio,<br />
presso un luogo molto importante,<br />
si è par<strong>la</strong>to anche di<br />
Pisticci e del<strong>la</strong> Lucania.<br />
Antonio Barbalinardo<br />
vo, mi sono finalmente deciso<br />
e ho mol<strong>la</strong>to anche se non<br />
senza qualche dubbio. Dubbio<br />
che è aumentato a dismisura<br />
quando appena dopo<br />
quarantacinque minuti dal<strong>la</strong><br />
partenza per una raffica violentissima<br />
mi è letteralmente<br />
esploso il genoa. Ero sicuro<br />
che con quel mare il pilota<br />
non avrebbe retto, ma non<br />
avevo grandi possibilità di<br />
scelta. L’albero ondeggiava<br />
paurosamente con i frammenti<br />
del<strong>la</strong> ve<strong>la</strong> che lo scuotevano<br />
da ogni dove. Per cui, inserito<br />
l’automatico, mi sono<br />
fiondato a prua per ammainare,<br />
ma in un attimo <strong>la</strong> barca ha<br />
straorzato inclinandosi su un<br />
fianco sospinta dalle onde.<br />
Sono riuscito ad aggrapparmi<br />
allo strallo (cavo d’acciaio<br />
su cui si infierisce <strong>la</strong> ve<strong>la</strong><br />
n.d.r.) e successivamente a<br />
tirar<strong>la</strong> giù. Poi, sostituito<strong>la</strong><br />
con una più picco<strong>la</strong><br />
(tormentina) ho riacquistato<br />
Una tradizione che si rinnova da<br />
circa 40 anni, ma anche una specie<br />
di guinnes dei primati. Una<br />
tavo<strong>la</strong>ta, nell’ex campo di<br />
calcetto, lunga quasi 200 metri,<br />
imbandita di ogni ben di Dio, che<br />
anche quest’anno ha caratterizzato<br />
<strong>la</strong> serata più spettaco<strong>la</strong>re<br />
del<strong>la</strong> tre giorni di festeggiamenti<br />
in onore di San Giuseppe Lavoratore,<br />
protettore di Pisticci Scalo<br />
e del basso Val Basento. Attorno<br />
al<strong>la</strong> stessa, praticamente<br />
hanno preso posto quasi tutte le<br />
famiglie del quartiere residenziale<br />
ex Snam e zone attigue,che<br />
hanno così onorata una tradizione,<br />
appunto nata diversi lustri fa<br />
e consolidata nel tempo. Una<br />
serata divertente che è andata<br />
avanti con allegria tra pasta al<br />
forno,calzoni, focacce, pesce,<br />
sa<strong>la</strong>me, carne arrostita, dolci e<br />
tante altre specialità culinarie<br />
preparate con cura e grande abilità<br />
dalle bravissime signore cuoche<br />
del quartiere.La serata poi,<br />
da culinaria si è trasformata in<br />
danzante e i balli sono andati<br />
avanti sino a tarda notte con<br />
il controllo del<strong>la</strong> barca prima<br />
e di me stesso poi. Dopo poche<br />
ore di navigazione raggiungevo<br />
porto Williams per<br />
i documenti di rito dove i<br />
militari mi fermavano per <strong>la</strong><br />
notte perché le condizioni<br />
erano tali da risultare troppo<br />
pericoloso continuare.<br />
È stato questo l’ultimo prezzo<br />
che ho dovuto pagare… da<br />
quel momento in poi tutto è<br />
fi<strong>la</strong>to liscio.<br />
Quando ho fisicamente doppiato<br />
il capo avvertivo netta<br />
<strong>la</strong> sensazione che mi stesse<br />
facendo passare.<br />
Il vento ruotava con me e<br />
addirittura sono riuscito a fermarmi<br />
sull’iso<strong>la</strong> dell’Horno<br />
per apporvi i pittoreschi timbri<br />
sul passaporto.<br />
Poi <strong>la</strong> risalita verso Ushuaia,<br />
che benché dura -<strong>la</strong> temperatura<br />
era su i 3° 4° C, ed il<br />
vento sempre abbastanza forte-<br />
non ha comportato nul<strong>la</strong><br />
di eccezionale.<br />
Il sogno si stava realizzando.<br />
Ancora una volta il mare mi<br />
stava insegnando qualcosa ed<br />
un senso di profondo appagamento<br />
cominciava a permearmi<br />
e ciò non era dovuto<br />
solo al<strong>la</strong> soddisfazione di<br />
averce<strong>la</strong> fatta.<br />
Benchè ci sia riuscito ho capito<br />
che <strong>la</strong> cosa importante<br />
non è <strong>la</strong> meta, <strong>la</strong> cosa fondamentale<br />
è il viaggio…<br />
Non occorre realizzare i propri<br />
sogni, è sufficiente provarci<br />
al massimo delle proprie<br />
possibilità.<br />
Un deserto senza oasi, una<br />
montagna senza vetta, un<br />
mare senza orizzonti…<br />
Questo sarebbe <strong>la</strong> vita senza<br />
sogni.<br />
Rocco Sisto<br />
Una tavo<strong>la</strong>ta lunga quasi 200 metri ha caratterizzato <strong>la</strong> serata più spettaco<strong>la</strong>re<br />
Festeggiamenti in onore di San Giuseppe Lavoratore<br />
musica degli anni 60-70 sino ai<br />
giorni nostri.In margine al<strong>la</strong> serata,<br />
premiati i vincitori del<strong>la</strong><br />
caccia al tesoro e del gioco riservato<br />
ai bimbi e ai non più giovani<br />
del quartiere. La festa “patronale”<br />
dello Scalo, si è conclusa ieri<br />
sera con <strong>la</strong> processione del<strong>la</strong> statua<br />
di San Giuseppe Lavoratore,<br />
accompagnata dal complesso<br />
bandistico città di Pisticci del<br />
maestro Mariano Pastore, che ha<br />
preceduto <strong>la</strong> serata musicale nel<br />
piazzale antistante <strong>la</strong> chiesa illuminata<br />
a giorno dal<strong>la</strong> ditta Sigillino,<br />
con <strong>la</strong> esibizione del Gruppo<br />
musicale “The Blues Brass<br />
Band” di Sa<strong>la</strong>ndra. In chiusura di<br />
serata spettaco<strong>la</strong>ri fuochi<br />
pirotecnici del<strong>la</strong> ditta Pietro Scarpa<br />
di Pisticci Scalo. Un bi<strong>la</strong>ncio<br />
positivo e il ringraziamento per<br />
<strong>la</strong> partecipazione e l’impegno per<br />
<strong>la</strong> riuscita del<strong>la</strong> festa, sono venuti<br />
dal Presidente ecclesiastico<br />
don Giovanni Punzi che da oggi,<br />
unitamente ai più stretti appassionati<br />
col<strong>la</strong>boratori, penseranno<br />
già al<strong>la</strong> prossima edizione.<br />
MICHELE SELVAGGI