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ITALIA JUDAICA. - Direzione generale per gli archivi

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Mario Rosa<br />

di restaurazione ormai energicamente avviato 34.<br />

Nei 44 articoli dell' editto è addirittura ingigantito il già noto prontuario repressivo<br />

del decreto del 1751, a partire dal primo bersa<strong>gli</strong>o di questa rinnovata proibizione<br />

papale (articoli 1 - 8), vale a dire la cultura religiosa ebraica nelle sue diverse<br />

forme, dai libri e dalla loro circolazione all'insegnamento religioso anche privato.<br />

Una linea, questa, che doveva culminare di lì a qualche mese nella prima enciclica<br />

di Pio VI del 25 dicembre 1775, Inscrutabile divinae sapientiae, rivolta con organicità<br />

e decisione, dopo le occasionali condanne emanate durante i pontificati di Benedetto<br />

XIV, di Clemente XIII e di Clemente XIV, contro la cultura e la stampa<br />

illuministica: una presa di posizione complessiva, che dava alla Chiesa romana, sull'onda<br />

della lotta ai "lumi» ed al materialismo, come ad ogni altra più cauta a<strong>per</strong>tura,<br />

quale era stata quella verso <strong>gli</strong> ebrei, davvero quel carattere di «Torre di Davidde»<br />

, auspicato solo un anno prima dai due animosi domenicani Masi e Ceruti 35.<br />

Cassate di colpo anche le altre disposizioni più liberali di Clemente XIV verso <strong>gli</strong><br />

ebrei, ne deriverà una nuova situazione dalla quale risalterà gradualmente soprattutto<br />

lo scadimento economico della comunità ebraica romana sino alla occupazione<br />

francese; e ne deriveranno altresÌ episodi di intolleranza antiebraica, come la forte<br />

ripresa della politica dei battesimi forzati, a Roma e nello Stato pontificio, che non<br />

mancherà d'aprire nel 1783, in un'atmosfera resa più sensibile, in Italia e in Europa,<br />

dalla patente di tolleranza giuseppina, un vivace e largo dibattito 36.<br />

Poteva <strong>per</strong>ciò assumere significato esemplare nella Roma fastosa e retriva di<br />

Pio VI, di lì a qualche anno, il venerdì santo del 1788, l'episodio della lettura in<br />

Arcadia dei quattro sonetti sulla morte di Giuda, le cui fosche immagini la Musa<br />

compiacente, cortigiana e ufficiale di Vincenzo Monti, allora segretario del nipote<br />

dello stesso pontefice, offrirà «con universale applauso» ai suoi ascoltatori: sonetti<br />

che i fo<strong>gli</strong> romani dell' «Antologia», anch' essi di ispirazione ufficiale e curiale, si affretteranno<br />

a pubblicare con risalto, con una intenzionalità nella quale fatto letterario<br />

e ideologia strettamente si intrecciano 37. Dietro i toni e le celebrazioni ufficiali<br />

34 Per la ricostruzione della svolta all'inizio del pontificato di Pio VI e <strong>per</strong> un'attenta<br />

analisi dell'editto sopra <strong>gli</strong> Ebrei cfr. ibid. , p. 413 e seguen4Ì.<br />

35 Cfr., a proposito dell' enciclica di Pio VI, G. PIGNATELLI, Aspetti della propaganda cattolica<br />

a Roma da Pio VI a Leone XII, Roma, Istituto <strong>per</strong> la storia del Risorgimento italiano, 1974,<br />

p. 18 e seguenti.<br />

36 Sullo scadimento economico della comunità ebraica romana cfr. A. MILANO, Ricerche<br />

sulle condizioni ... cit., in particolare pp . 75-78 e 82 ss.; <strong>per</strong> l'episodio del battesimo forzato<br />

del 1783 cfr. C. ROTH, The Forced Baptism of 1783 at Rome and the Community of London, in «The<br />

Jewish Quarterly Review» , XVI (1925), pp. 105-116; più in <strong>generale</strong> cfr. R. DE FELICE, Per<br />

una storia del problema ebraico in Italia allafine del XVIII secolo e all'inizio del XIX. La prima emancipazione<br />

(1792-1811:), in Italia giacobina, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1965, pp. 317-396.<br />

37 Cfr. «Antologia romana», n. XLI, aprile 1788, pp. 323-325, dove sono pubblicati i<br />

sonetti: I. Gittò l'infame prezzo, e dis<strong>per</strong>ato; II. Lanciò quell'alma all 'infe mal riviera; III. Poiché ripre-<br />

96<br />

Tra tolleranza e repressione: Roma e <strong>gli</strong> ebrei nel '700<br />

tuttavia, e dietro l'appoggio a una determinata politica che era segno dei tempi,<br />

la realtà poteva anche essere diversa. E nella realtà dello Stato pontificio l'editto<br />

di Pio VI consentirà molte deroghe ed eccezioni, se singoli provvedimenti, diretti<br />

ad attenuarne la rigidezza, ve"rranno sollecitati all'occorrenza, non senza successo,<br />

da comunità e da fami<strong>gli</strong>e ebraiche localmente influenti, e se addirittura, come nel<br />

caso di Ancona, sarà la stessa rappresentanza cittadina a chiederne la sospensione.<br />

Ma nel suo complesso esso rimaneva un modello di legislazione repressiva, e come<br />

tale potrà ispirare altrove, fuori dallo Stato papale, come di fatto avverrà a Venezia<br />

nel 1777 , con la ricondotta, un orientamento intessuto di limitazioni e di esclusioni,<br />

che porterà ad un peggioramento delle condizioni de<strong>gli</strong> ebrei nel territorio della SerenlSSIma.<br />

A ben guardare, nella oscillazione pendolare tra tolleranza e repressione nei<br />

confronti de<strong>gli</strong> ebrei da parte di Roma, l'editto del 1775 proprio <strong>per</strong> questo, più<br />

che tendere ancora una volta verso il secondo dei due termini, acquista un significato<br />

più ampio, alla luce del disegno autoritario e reazionario del vertice e di vaste<br />

correnti alla base della Chiesa cattolica, sempre più inclini, nello scorcio del '700,<br />

al ricorso ai tradizionali mezzi di controllo, in risposta all'evoluzione della società<br />

e in vista di un' azione più larga di canalizzazione sociale 38. Era, questa, <strong>per</strong> ora<br />

la parte vincente. Ma non <strong>per</strong> questo si spegneranno all'interno della Chiesa romana<br />

quelle forze che abbiamo visto o<strong>per</strong>are nella direzione del secolo illuminato. Costrette<br />

sulla difensiva o al silenzio, esse vanno elaborando nuovi contenuti e nuove<br />

espressioni. Tra il 1772 e il 1778, mentre nella crisi dell'antico regime tramontano<br />

le prospettive di una «felice rivoluzione», secondo una terminologia cara a<strong>gli</strong> ambienti<br />

più sensibili ad una riforma religiosa della Chiesa romana, il problema de<strong>gli</strong><br />

ebrei <strong>per</strong>sino in taluni autori giansenisti italiani da<strong>gli</strong> orientamenti più strettamente<br />

teologici, arcaizzanti e conservatori, come Giovan Girolamo Calepio e Giuseppe<br />

Maria Pujati, diviene un segno teologico-profetico <strong>per</strong> individuare, in riferimento<br />

alla Spiegazione dei cinque ultimi capitoli del Deuteronomio del giansenista francese J acques­<br />

Joseph Duguet, ora tradotta e commentata in italiano (1772), la successione de<strong>gli</strong><br />

eventi che avrebbero preceduto e accompagnato la profetizzata conversione finale<br />

de<strong>gli</strong> ebrei: nuova linfa di una Chiesa prostrata dacché l'aspra <strong>per</strong>secuzione alle minoranze<br />

gianseniste da parte di Roma e la incalzante diffusione della incredulità<br />

facevano presagire che il secolo si stesse affrettando verso esiti fatali 39. Accanto al-<br />

sa avea l'alma digiuna; IV. Uno strepito intanto si sentia. Sull' «Antologia romana», di cui, tra l'altro,<br />

fu collaboratore dal 1780 lo stesso Monti, cfr. G. RICUPERATI, Giornali e società ... cit.,<br />

p. 315 e seguenti.<br />

38 Cfr. ancora in <strong>generale</strong> G. PIGNATELLI, Aspetti della propaganda cattolica ... citata.<br />

39 Cfr. G. BONOLA, «Con dolcezza e con riguardo» . . ' cit., p. 433 ss., ma anche F. MAR·<br />

GIOTTA BROGLIO, Atteggiamenti e problemi del rijormismo e dell'anticurialismo veneto in alcune lettere<br />

di G.M. Puja ti, A.j. Ch. Clément, G. Massa (1 776-1786), in «Rivista di storia della Chiesa in<br />

Italia», XX (1966), pp. 82-158; sulla diffusione delle o<strong>per</strong>e del Duguet in Italia e le relative<br />

traduzioni cfr . P. STELLA, Jacques-JosePh Duguet (1 649-1733) e le sue fortune in Italia, in «Salesianuffi»,<br />

XXVII (1965), pp. 629-665.<br />

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