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Dispensa 1 - Facoltà di Lettere e Filosofia

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ANDREJ RUBLEV


Obiettivi dell‟insegnamento<br />

Comprensione del contesto storico, degli aspetti e dei problemi relativi<br />

alla personalità e all‟opera del pittore russo Andrej Rublev<br />

Conoscenza del percorso storico dell‟icona me<strong>di</strong>evale.<br />

Capacità <strong>di</strong> ricostruire i riferimenti me<strong>di</strong>terranei ed europei della pittura<br />

<strong>di</strong> Andrej Rublev<br />

Programma<br />

La vita e il tempo <strong>di</strong> Andrej Rublev.<br />

Le opere e i maestri della pittura russa al tempo <strong>di</strong> Rublev.<br />

Le opere giovanili <strong>di</strong> Rublev.<br />

Le opere della maturità.<br />

Le opere tarde.<br />

Il film <strong>di</strong> Andrej Tarkovskj


La preparazione dell‟esame richiede l‟approfon<strong>di</strong>mento della storia<br />

dell‟arte me<strong>di</strong>evale in generale e la conoscenza dell‟opera <strong>di</strong> Andrej<br />

Rublev in particolare.<br />

Per l‟approfon<strong>di</strong>mento della storia dell‟arte me<strong>di</strong>evale in generale si potrà<br />

utilizzare uno dei seguenti manuali:<br />

Liana Castelfranchi Vegas, L‟arte dell‟Occidente europeo,<br />

Jaca Book;<br />

L‟arte me<strong>di</strong>evale in Italia, a cura <strong>di</strong> Angiola Maria Romanini,<br />

Sansoni.<br />

Per la conoscenza dell‟opera <strong>di</strong> Andrej Rublev si potrà utilizzare la<br />

seguente monografia:<br />

Viktor Lazarev, Andrej Rublev, Milano, Club del Libro, 1966.<br />

Il film Andrej Rublev <strong>di</strong> Andrej Tarkovskj è <strong>di</strong>sponibile in dvd, e<strong>di</strong>zioni San<br />

Paolo.<br />

Si consiglia inoltre la consultazione dei seguenti siti internet:<br />

www.homolaicus.com/arte/rubljov/orda.htm<br />

peinture.video-du-net.fr/andrei-roublev.php (in francese)<br />

Ulteriore biblio/sitografia sarà in<strong>di</strong>cata nel corso delle lezioni.


Le testimonianze biografiche sul pittore russo Andrej Rublev, santificato dalla<br />

Chiesa russa, sono molto scarse.<br />

La data della sua nascita è fissata approssimativamente<br />

al 1370 circa. Non si sa dove nacque.<br />

Poche delle sue opere si sono conservate fino ai nostri giorni.<br />

Le fonti lo descrivono come "un uomo buono e pacifico, pieno <strong>di</strong> serenità e<br />

limpidezza, attento stu<strong>di</strong>oso delle opere artistiche dei suoi predecessori".<br />

Tuttavia soltanto una – la Cronaca Troickaja – lo ricorda in anni (1405 e 1408)<br />

nei quali ancora viveva.<br />

Di regola, gli antichi artisti russi non firmavano le loro opere, e le cronache citano<br />

i loro lavori solo in casi straor<strong>di</strong>nari,<br />

cioè quando i committenti erano principi o alte autorità ecclesiastiche.


LA TRADIZIONE AGIOGRAFICA<br />

Racconto<br />

dei santi<br />

pittori <strong>di</strong><br />

icone<br />

XVII<br />

secolo<br />

“Il venerabile Andrej, pittore <strong>di</strong> icone <strong>di</strong><br />

Radonež, detto Rublev, <strong>di</strong>pinse molte<br />

sante icone, mirabili assai e adorne.<br />

Viveva prima questo Andrej<br />

nell’ubbi<strong>di</strong>enza del santo padre Nikon <strong>di</strong><br />

Radonež.<br />

Questi gli or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere da lui<br />

l’immagine della Santissima Trinità, a<br />

lode del padre suo, San Sergij<br />

taumaturgo. Quin<strong>di</strong> Andrej visse nel<br />

monastero Andronikov, con il suo<br />

compagno Daniil, e qui si spense”.


La Santa Trinità<br />

Andrej Rublev<br />

Mosca,<br />

Galleria<br />

Tret‟jakov


Genesi 18<br />

L'icona della<br />

Santa 1 Poi Trinità il Signore apparve a lui alle Querce <strong>di</strong> Mamre, mentre egli sedeva<br />

raffigura all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. 2 Egli alzò Sulla gli occhi base delle<br />

l'episo<strong>di</strong>o e vide che tre uomini stavano in pie<strong>di</strong> presso <strong>di</strong> lui. Appena li vide, “concordanze”<br />

corse<br />

biblico loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, 3 fra <strong>di</strong>cendo: Antico e<br />

dell'ospitalità «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre Nuovo senza<br />

<strong>di</strong> Abramo. fermarti dal tuo servo. 4 Si vada a prendere un po' <strong>di</strong> acqua, lavatevi Testamento, i<br />

In Genesi pie<strong>di</strong> e accomodatevi sotto l'albero. 5 Permettete che vada a prendere i Padri e tutta<br />

18,1-15 un boccone <strong>di</strong> pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, la tra<strong>di</strong>zione<br />

apparvero perché ad è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». della Quelli Chiesa<br />

Abramo <strong>di</strong>ssero: e «Fa' pure come hai detto». 6 Allora Abramo andò in fretta hanno nella sempre<br />

Sara tenda, tre da Sara, e <strong>di</strong>sse: «Presto, tre staia <strong>di</strong> fior <strong>di</strong> farina, impastala visto e in questo<br />

angeli fanne per focacce». 7 All'armento corse lui stesso, Abramo, prese episo<strong>di</strong>o un vitello una<br />

annunciare tenero e buono e lo <strong>di</strong>ede al servo, che si affrettò a prepararlo. prefigurazione<br />

8 Prese<br />

loro latte la acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, della e Trinità. li<br />

nascita porse <strong>di</strong> un a loro. Così, mentr'egli stava in pie<strong>di</strong> presso <strong>di</strong> loro sotto l'albero,<br />

figlio. quelli mangiarono.


Ad esprimere la perfetta unità delle tre persone contribuiscono i colori<br />

All'inclinazione dei volti dei due angeli (<strong>di</strong> destra e centrale) si contrappone la<br />

dei manti e delle ali, l'uguaglianza degli scettri (segni <strong>di</strong> potere regale),<br />

lieve inclinazione in senso contrario della testa dell'angelo <strong>di</strong> sinistra, come se<br />

le stature, lunghissime, dei corpi, l'aspetto e i lineamenti dei volti.<br />

questi volesse raccogliere il movimento <strong>di</strong> quei volti reclinati.


La <strong>di</strong>versità delle tre figure è relativa all'atteggiamento che ognuno <strong>di</strong> essi<br />

assume nei confronti dell'altro. L'oggetto del loro colloquio è il calice<br />

(che contiene la testa del vitello), posto al centro della tavola.


La tenda La quercia<br />

La rupe<br />

Il Padre/<br />

Il Figlio<br />

Il Figlio/<br />

Il Padre<br />

Lo Spirito<br />

Santo<br />

Né la tra<strong>di</strong>zione, né la storiografia sono concor<strong>di</strong> nell‟identificare le tre persone. Si<br />

è cercato <strong>di</strong> riconoscerle anche sulla base dei simboli che sovrastano le tre figure:<br />

la tenda <strong>di</strong> Abramo, la quercia <strong>di</strong> Mamre, la rupe che connota l‟ambientazione<br />

rurale dell‟episo<strong>di</strong>o biblico.


Lo Spirito<br />

Santo<br />

La tra<strong>di</strong>zione più antica, al pari della storiografia più recente, è unanime<br />

nel riconoscere nell'angelo <strong>di</strong> destra (specie per la linea concava del corpo, che<br />

designa ricettività) la rappresentazione della terza persona.


La tenda/<br />

la casatempio<br />

Il Figlio<br />

La quercia/<br />

l’albero<br />

della vita<br />

La rupe/<br />

la roccia<br />

Il Padre Lo Spirito<br />

Santo<br />

Secondo una linea interpretativa sarebbe corretto quest‟or<strong>di</strong>ne: <strong>di</strong>etro al Padre,<br />

che col gesto bene<strong>di</strong>cente della mano in<strong>di</strong>cherebbe al Figlio il senso della sua<br />

missione, l'albero della vita, sorgente da cui tutto nasce; <strong>di</strong>etro al Figlio la casatempio,<br />

simbolo <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione della Chiesa; <strong>di</strong>etro allo Spirito la roccia, simbolo <strong>di</strong><br />

forza interiore e <strong>di</strong> fede incrollabile.


Il Padre Il Figlio Lo Spirito<br />

Santo<br />

Secondo Viktor Lazarev sarebbe corretto quest‟or<strong>di</strong>ne, sia sulla base della lettera<br />

della recita del Credo (“nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo”), sia sulla base<br />

della tra<strong>di</strong>zione iconografica.


La tenda/<br />

Il tempio<br />

Il Padre<br />

La quercia/<br />

l’albero<br />

della vita<br />

Ill Figlio<br />

La rupe/<br />

la roccia<br />

Lo Spirito<br />

Santo<br />

In base a questa seconda interpretazione, il tempio sarebbe la casa del Padre,<br />

dunque l‟Antico Testamento; la quercia l‟albero della vita, ma anche la croce del<br />

Nuovo Testamento, attributo del sacrificio <strong>di</strong> Cristo, colto nel gesto bene<strong>di</strong>cente;<br />

la rupe manterrebbe il suo significato <strong>di</strong> simbolo <strong>di</strong> fede.


Le forme geometriche della<br />

composizione sono<br />

ritmiche, perché costruite<br />

sulla base <strong>di</strong> una trama<br />

<strong>di</strong> linee rette e curve che<br />

s'intersecano: il cerchio,<br />

simbolo <strong>di</strong> perfezione o<br />

d'infinito, che le stesse<br />

figure formano; il triangolo,<br />

simbolo <strong>di</strong> unità e <strong>di</strong><br />

uguaglianza; la croce, che<br />

<strong>di</strong>vide l'icona in due parti<br />

simmetriche. La pedana su<br />

cui gli angeli poggiano i<br />

pie<strong>di</strong> rimanda alla figura<br />

dell'ottagono, simbolo della<br />

terra.


"... perché contemplando la Santa Trinità<br />

venisse superato l'orrore dell'o<strong>di</strong>o che<br />

lacera questo mondo"<br />

(un agiografo <strong>di</strong> San Sergio)


Nonostante non si sappia quasi nulla <strong>di</strong> certo<br />

sulla sua vita e le sue opere, il nome e la fama<br />

<strong>di</strong> Andrej Rublev, monaco e pittore, si sono tramandati<br />

nei secoli.<br />

La sua giovinezza cade nell'epoca in cui la Russia,<br />

umiliata dai Tatari, vede dopo l‟epica battaglia <strong>di</strong><br />

Kulikovo (1380) il rifiorire delle sue forze morali,<br />

politiche e culturali.<br />

Rublev è tra quegli artisti che trassero la loro forza da<br />

questa ondata creativa.


LA VITA<br />

1370 circa Nascita <strong>di</strong> Andrej Rublev<br />

8 settembre 1380 Battaglia <strong>di</strong> Kulikovo<br />

1385-1400 circa Formazione nel Monastero della Trinità (68<br />

Km da Mosca), fondato nel 1345<br />

da Sergij Radonezskij (1322-1392)<br />

1400-1430 circa Attività nel Monastero Andronikov<br />

(<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Mosca), fondato<br />

da Andronik compagno <strong>di</strong> Sergij<br />

Radonežskij<br />

1428/30 Morte <strong>di</strong> Andrej Rublev


Andrej Rublev nasce probabilmente nei primi anni<br />

Settanta del XIV secolo, poiché la sua formazione<br />

artistica, spirituale e culturale risente del clima proprio<br />

dell‟ultimo ventennio dello stesso secolo, ra<strong>di</strong>calmente<br />

mutato rispetto all‟epoca precedente.<br />

Il luogo <strong>di</strong> nascita è ignoto, ma ricade probabilmente<br />

nel principato <strong>di</strong> Mosca.<br />

Il padre, forse <strong>di</strong> nome Ivan, doveva appartenere a una<br />

famiglia <strong>di</strong> artigiani, come sembra in<strong>di</strong>care l‟etimologia<br />

del cognome Rublev (“lavoratore del cuoio”).


Andrej Rublev visse in un‟epoca <strong>di</strong>fficile per la Rus‟, l‟antica<br />

Russia, allora <strong>di</strong>visa in principati fra loro rivali.<br />

Il paese era soggetto alle vessazioni dei Tatari dell‟Orda d‟Oro, che<br />

compivano incursioni a danno delle città più ricche e popolose,<br />

sottoponendole a massacri e saccheggi, incen<strong>di</strong>andole e<br />

devastando le campagne al loro passaggio.<br />

Il Gran principato <strong>di</strong> Mosca fu il primo a intraprendere il processo<br />

<strong>di</strong> emancipazione, facendo ricorso a tutte le forze militari, umane e<br />

spirituali nella lotta contro i Tatari.


La Prima vittoria dell'invasione <strong>di</strong> Kulikovo (1380) tataronon<br />

fu mongola, sufficiente la a Rus' cacciare era a i un Tatari<br />

dalla livello Russia: <strong>di</strong> cultura non tutti analogo i gran<strong>di</strong> a<br />

principati quello <strong>di</strong> russi altri accettavano paesi europei. l'idea<br />

<strong>di</strong> In doversi particolare, sottomettere sotto l'influenza al<br />

principato cristiano-bizantina, <strong>di</strong> Mosca, che si erano d‟altra<br />

parte notevolmente non vedeva sviluppate altro modo per<br />

sconfiggere l'architettura, i Tatari il mosaico, se non quello<br />

<strong>di</strong> l'affresco, centralizzare la pittura a sé <strong>di</strong> icone<br />

tutti e la i miniatura. poteri.<br />

Altre La prima <strong>di</strong>fficoltà sconfitta nascevano dei Russi dalla<br />

riluttanza contro i Mongoli dell‟aristocrazia <strong>di</strong> Gengis ad<br />

accettare Khan si ebbe la formula nel 1223: della da<br />

monarchia allora la Rus' ere<strong>di</strong>taria, conobbe contro un la<br />

tra<strong>di</strong>zionale periodo <strong>di</strong> designazione totale prostrazione, del<br />

Gran dovuto principe alle <strong>di</strong>visioni in seno alla e alle casta<br />

dominante. rivalità interne fra i principi,<br />

abilmente favorite dai Tatari.<br />

Fu solo verso la metà del XV<br />

secolo, sotto il regno <strong>di</strong> Vasilj<br />

l'Oscuro, che il Granducato <strong>di</strong><br />

Mosca riuscì a imporre con la<br />

forza il principio della monarchia<br />

ere<strong>di</strong>taria, affermandosi alla<br />

guida del processo <strong>di</strong><br />

costituzione <strong>di</strong> uno Stato<br />

nazionale.<br />

Alla fine del secolo la Russia<br />

aveva incorporato gli altri<br />

principati ed era <strong>di</strong>ventata il più<br />

grande degli Stati europei,<br />

conseguendo così la definitiva<br />

liberazione dal giogo tataro.


Nel 1380, per ristabilire il<br />

loro dominio in Russia,<br />

i Tatari decisero <strong>di</strong> muovere<br />

guerra contro il Gran<br />

principato <strong>di</strong> Mosca ma<br />

furono duramente sconfitti<br />

dal principe Dimitrij Ivànovič<br />

nella piana <strong>di</strong> Kulikovo.<br />

La battaglia <strong>di</strong> Kulikovo<br />

ebbe grande risonanza<br />

epica. La vittoria fu<br />

possibile grazie anche<br />

all‟accurata propaganda<br />

ideologica, promossa in<br />

favore del principe<br />

moscovita dal monaco<br />

Sergio <strong>di</strong> Radonež.<br />

Sergji Radonežkij (1322-1392),<br />

fondatore del Monastero della<br />

Trinità e santo della Chiesa<br />

Russa Ortodossa, è una delle<br />

figure chiave nell‟ambiente<br />

spirituale e culturale della Russia<br />

del XIV secolo.<br />

Nel 1380 appoggiò il principe <strong>di</strong><br />

Mosca, accordandogli la<br />

bene<strong>di</strong>zione solenne alla vigilia<br />

della battaglia <strong>di</strong> Kulikovo.<br />

Nel 1385 si servì della sua<br />

influenza per contribuire<br />

all‟unificazione della Russia,<br />

riconciliando Dimitrij Ivànovič con<br />

il fratello Olèg Ivànovič, principe<br />

<strong>di</strong> Rjazàn‟.


All‟epoca <strong>di</strong> Andrej Rublev, l‟autorità degli igumeni era molto forte e<br />

i monasteri rappresentavano i massimi centri culturali e spirituali<br />

della Russia.<br />

Contrariamente agli eremi bizantini, essi praticavano una vita<br />

molto attiva e rivolta al mondo.<br />

Questa condotta aveva avuto origine nel Monastero della Trinità<br />

(68 chilometri da Mosca), fondato nel 1345 dal monaco Sergij<br />

Radonežskj.<br />

La sua regola prevedeva che i monaci dovessero vivere del<br />

proprio lavoro ed egli non esitò a inviarli in altre regioni europee,<br />

perché si istruissero nelle varie attività, fra le quali la pittura.


Andrej Rublev<br />

abbracciò la vita<br />

monastica<br />

probabilmente nel<br />

Monastero della Trinità,<br />

dov‟è possibile avesse<br />

anche conosciuto San<br />

Sergio, morto<br />

nel 1392.<br />

Il suo nome doveva<br />

iniziare per A (Alessio o<br />

Alessandro), dato che<br />

Andrej fu il suo nome<br />

da monaco.<br />

L‟attuale citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong><br />

Sergiev Posad ospita<br />

oggi il gran<strong>di</strong>oso<br />

complesso del<br />

Monastero della Trinità<br />

e San Sergio (Tròizy<br />

Sèrgijeva Lavra),<br />

centro secolare <strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zioni storiche e<br />

spirituali.<br />

L'appellativo «Lavra»<br />

sta a in<strong>di</strong>care che il<br />

monastero godeva <strong>di</strong><br />

maggiori privilegi<br />

rispetto a quelli che<br />

portavano il semplice<br />

nome <strong>di</strong> «Monastyr».


La chiesa più antica del<br />

monastero è la<br />

Cattedrale della Trinità,<br />

fatta erigere dal<br />

patriarca Nikon negli<br />

anni 1423-24<br />

nel punto in cui fu<br />

ritrovata la tomba <strong>di</strong><br />

San Sergio.<br />

Di Andrej Rublev erano<br />

gli affreschi dei quali,<br />

purtroppo, restano<br />

pochi frammenti; sue<br />

sono anche le migliori<br />

delle 42 icone<br />

dell‟iconostasi che,<br />

invece, ci è giunta al<br />

completo.


All’epoca <strong>di</strong> Andrej Rublev, l’iconostasi aveva soltanto tre or<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> icone, composti da un numero <strong>di</strong>spari <strong>di</strong> tavole.<br />

I.<br />

Or<strong>di</strong>ne delle<br />

Festività<br />

II.<br />

Or<strong>di</strong>ne della<br />

Deesis<br />

III.<br />

Or<strong>di</strong>ne<br />

locale<br />

Soggetti celebrati nelle ricorrenze liturgiche<br />

della Chiesa Russa Ortodossa<br />

Altri<br />

Santi<br />

Vergine<br />

Maria<br />

Salvatore<br />

San<br />

Giovanni<br />

Battista<br />

Altri<br />

Santi<br />

Santi venerati localmente o soggetti (come la<br />

Trinità) legati ai culti della città, del monastero,<br />

della regione.


Andrej Rublev fu poi<br />

monaco nel monastero<br />

Andronikov a Mosca,<br />

fondato dal metropolita<br />

Alessio nel XIV secolo.<br />

Il nome del monastero<br />

viene dal monaco<br />

Andronikov, un allievo<br />

<strong>di</strong> San Sergio <strong>di</strong><br />

Radonež, che fu il<br />

primo a reggerlo.<br />

La Cattedrale del<br />

Salvatore, compresa<br />

nel monastero, fu<br />

costruita in pietra<br />

fra il 1410 e il 1427.<br />

Fra il 1427 e il 1430<br />

fu decorata da Andrej<br />

Rublev e Daniil<br />

Cernyi ma gli<br />

affreschi sono andati<br />

<strong>di</strong>strutti nell‟incen<strong>di</strong>o<br />

che devastò l‟e<strong>di</strong>ficio<br />

nel 1812.<br />

Fu questa l‟ultima<br />

opera del pittore.


Esistono incertezze anche sulla data <strong>di</strong> morte <strong>di</strong> Andrej Rublev.<br />

Da una copia settecentesca della sua lapide funeraria,<br />

non conservata in originale a causa dei lavori effettuati<br />

nel monastero Andronikov nel 1930, risulta che sarebbe morto il<br />

29 gennaio 1430.<br />

Stu<strong>di</strong> sui registri dei decessi, effettuati da Piotr Dmitrievich<br />

Baranovski nel 1947, fissano invece la data <strong>di</strong> morte del pittore al<br />

17 ottobre 1428.<br />

Andrej Rublev è stato canonizzato dalla Chiesa Russa Ortodossa<br />

nel giugno 1988. La sua festa si celebra il 4 luglio.


LE FONTI<br />

Cronaca<br />

Troickaja<br />

1405 “Quella primavera cominciarono<br />

ad affrescare la chiesa in pietra della<br />

Santa Annunciazione nella corte del<br />

gran principe [nel Cremlino <strong>di</strong> Mosca],<br />

non la stessa che vi sorge attualmente,<br />

e i maestri furono il pittore <strong>di</strong> icone Teofane<br />

il Greco, Pròchor lo starec da Gorodèc e il<br />

monaco Andrej Rublev,<br />

e quella stessa estate terminarono”<br />

1408 “Quell’anno, il 25 maggio, cominciarono<br />

ad affrescare la grande chiesa in pietra<br />

cattedrale della Santa Madre <strong>di</strong> Dio,<br />

a Vla<strong>di</strong>mir, per or<strong>di</strong>ne del gran principe,<br />

e i maestri furono il pittore <strong>di</strong> icone Daniil e<br />

Andrej Rublev”


LE OPERE<br />

ante 1405 Dipinti nella Cattedrale della<br />

Dormizione su Gorodòk a<br />

Zvenigorod<br />

1405 Dipinti nella Cattedrale<br />

dell’Annunciazione a Mosca<br />

1408 Dipinti nella Cattedrale della<br />

Dormizione a Vla<strong>di</strong>mir<br />

1420 Dipinti nella Cattedrale della Natività<br />

della Vergine a Zvenigorod<br />

1425-27 Dipinti nella Cattedrale della Trinità a<br />

Sergiev Posad (Zagòrsk)<br />

Andrej Rublev<br />

Teofane il Greco<br />

pittore <strong>di</strong> icone,<br />

Pròchor <strong>di</strong> Gorodèc starec,<br />

Andrej Rublev monaco<br />

Daniil pittore <strong>di</strong> icone,<br />

Andrej Rublev<br />

Andrej Rublev<br />

Andrej Rublev, Daniil<br />

Cernyi e altri maestri


L'arte della Russia antica è sostanzialmente religiosa ed è<br />

compresa nei secoli X-XVII.<br />

Con la conversione della Russia al cristianesimo (fine X secolo),<br />

<strong>di</strong>venuto religione <strong>di</strong> stato, si adottarono i modelli della cultura<br />

bizantina sia costantinopolitana sia balcanica.<br />

Le città in cui si concentra l'attività degli iconografi e dei pittori<br />

russi sono Vla<strong>di</strong>mir, Kiev e soprattutto Novgorod.<br />

In particolare a Novgorod, rimasta relativamente libera dal giogo<br />

tataro, si sviluppa una scuola nazionale <strong>di</strong> pittori d‟icone che<br />

progressivamente si rende in<strong>di</strong>pendente dai canoni bizantini, pur<br />

senza metterne in <strong>di</strong>scussione la concezione della luce, della<br />

prospettiva, delle proporzioni.


La fioritura dell„icona russa si verifica nei secoli XIV e XV,<br />

sostanzialmente sulla base <strong>di</strong> tre fattori:<br />

● lo sviluppo politico-civile della Russia ortodossa e nazionalista,<br />

che ritrova fiducia nelle proprie tra<strong>di</strong>zioni;<br />

● la spiritualità dei gran<strong>di</strong> asceti russi, riunitisi soprattutto attorno al<br />

monastero della Trinità <strong>di</strong> Sergio <strong>di</strong> Radonež, <strong>di</strong>chiaratamente<br />

favorevole a una riscossa militare contro i Tatari, sotto la guida del<br />

principato <strong>di</strong> Mosca;<br />

● l'arrivo in Russia da Bisanzio <strong>di</strong> un pittore, Teofane il Greco, le<br />

cui notevoli capacità artistiche fecero scuola ai pittori russi, tra cui<br />

appunto Rublev.


Le icone <strong>di</strong> Teofane si caratterizzano per un tratto<br />

incre<strong>di</strong>bilmente sicuro, per la capacità <strong>di</strong> ottenere effetti<br />

psicologici altamente espressivi con mezzi molto<br />

modesti.<br />

Grazie al suo maggiore <strong>di</strong>scepolo, Rublev, si afferma il<br />

superamento della tra<strong>di</strong>zionale arte bizantina (volti<br />

allungati, barbe corte, a volte leggermente appuntite,<br />

occhi particolarmente gran<strong>di</strong> ecc.) in una nuova<br />

iconografia, detta appunto "russa" (volti più larghi,<br />

barbe lunghe, occhi asiatici ecc.). Persino il volto <strong>di</strong><br />

Cristo assume lineamenti russi.


Tuttavia, la <strong>di</strong>fferenza maggiore nell'iconografia<br />

riguarderà la particolare importanza che i pittori russi,<br />

soprattutto con Rublev e in seguito con Dionisio,<br />

vorranno dare ai sentimenti umani, al mondo interiore<br />

dei loro protagonisti, <strong>di</strong> contro al carattere austero,<br />

rigoroso, oggettivo, ai limiti del convenzionale tipico<br />

dell'iconografia bizantina.<br />

Si ha insomma l'impressione che nella nuova arte<br />

russa i pittori si sforzino <strong>di</strong> rappresentare più la<br />

psicologia dei personaggi (il lirismo delle loro emozioni)<br />

che non il contenuto teologico del contesto in cui essi si<br />

muovono.


Quest'arte, tuttavia, già sul finire del XVI secolo lascia<br />

intravedere i segni della sua decadenza. Divenuta<br />

status symbol del potere politico e religioso, l'icona si<br />

trasforma in un oggetto <strong>di</strong> lusso, dove la forza creativa<br />

dell'artista si concentra sul gusto per l'ornato, sulla<br />

ricchezza delle vesti dei santi, sulle sontuose<br />

decorazioni.<br />

Il vigore cromatico inevitabilmente si affievolisce. Si<br />

arriverà ad<strong>di</strong>rittura a occultare l'icona con un<br />

rivestimento in argento o argento dorato (la riza),<br />

rendendola così un‟opera <strong>di</strong> alta oreficeria,<br />

a scapito della sua carica spirituale.


PRIMO PERIODO (OPERE GIOVANILI)<br />

1390-1405<br />

circa<br />

Affreschi nella<br />

Cattedrale della<br />

Dormizione<br />

su Gorodòk<br />

a Zvenigorod<br />

1405 Iconostasi<br />

nella Cattedrale<br />

dell’Annunciazione<br />

nel Cremlino <strong>di</strong><br />

Mosca<br />

San Floro<br />

San Lauro<br />

Icone dell’or<strong>di</strong>ne<br />

delle Festività:<br />

Annunciazione<br />

Natività <strong>di</strong> Cristo<br />

Presentazione al tempio<br />

Battesimo<br />

Trasfigurazione<br />

Resurrezione <strong>di</strong> Lazzaro<br />

Entrata in Gerusalemme


Affreschi nella Cattedrale<br />

della Dormizione su<br />

Gorodòk a Zvenigorod,<br />

costruita nel 1398-99<br />

Conservati soltanto nei<br />

pilastri dell‟altare:<br />

◄ pilastro settentrionale: in<br />

alto il busto <strong>di</strong> San Floro, in<br />

basso le figure<br />

Intere <strong>di</strong> San Pacomio e<br />

l‟angelo<br />

► pilastro meri<strong>di</strong>onale:<br />

in alto il busto <strong>di</strong> San Lauro,<br />

in basso le figure<br />

intere <strong>di</strong> Barlaàm e del<br />

principe ere<strong>di</strong>tario Ioasàf


Affreschi nella Cattedrale della Dormizione su Gorodòk a Zvenigorod<br />

San Pacomio e l‟angelo Barlaàm e Ioasàf


Affreschi nella Cattedrale della Dormizione su Gorodòk a Zvenigorod<br />

San Floro San Lauro<br />

Andrej Rublev Andrej Rublev


San Floro<br />

Andrej Rublev<br />

Cattedrale della Dormizione su<br />

Gorodòk a Zvenigorod<br />

Sant‟Acacio<br />

Teofane il Greco<br />

Cattedrale del Salvatore<br />

a Novgorod


Teofane il Greco nacque verso il<br />

1330. Non si sa esattamente dove,<br />

né si conosce l‟anno della sua<br />

morte, fra il 1405 e il 1415.<br />

È possibile che fosse originario<br />

<strong>di</strong> Costantinopoli, dove si formò e<br />

iniziò la sua attività come pittore,<br />

lavorando in particolare a<br />

Calcedonia e Galata (località non<br />

<strong>di</strong>stanti dalla capitale), e a Caffa in<br />

Crimea (o<strong>di</strong>erna Ucraina).<br />

Galata e Caffa erano colonie<br />

genovesi, ma Teofane decise <strong>di</strong><br />

lasciare Bisanzio per la Russia.<br />

Attorno al 1370 si stabilì a<br />

Novgorod, dove nel 1378 <strong>di</strong>pinse gli<br />

affreschi della Cattedrale della<br />

Trasfigurazione.


1 2 3 4<br />

Affreschi nella Cattedrale della Trasfigurazione a Novgorod<br />

1378<br />

Teofane il Greco<br />

1 – Cristo<br />

2 – Profeta Daniele<br />

3 – San Macario<br />

4 – San Dionigi


Nel 1390, su invito del principe Dimitrij<br />

Ivanovič, Teofane il Greco si<br />

trasferisce a Mosca, dove risiede<br />

probabilmente a Kolomna, affrescando<br />

la chiesa della Natività della Vergine<br />

(1395) e le Cattedrali dell‟Arcangelo<br />

Michele (1399) e dell‟Annunciazione<br />

(1405).<br />

Nel 1392 <strong>di</strong>pinge l‟icona della<br />

Madonna del Don, per la chiesa della<br />

Dormizione a Kolomna, eretta<br />

nel 1389 per commemorare la vittoria<br />

<strong>di</strong> Kulikovo.<br />

L‟icona, <strong>di</strong>pinta su due facce, è stata<br />

poi trasferita a Mosca ed è oggi nella<br />

Galleria Tret‟jakov.<br />

Dormizione<br />

Teofane il Greco<br />

Madonna del Don<br />

Teofane il Greco


Nel 1403 Teofane il Greco <strong>di</strong>pinge<br />

l‟icona della Trasfigurazione, per la<br />

Cattedrale del Salvatore a Pereslavl-<br />

Zalessky (centro situato fra Mosca e<br />

Yaroslavl), in occasione dei lavori <strong>di</strong><br />

ristrutturazione.<br />

L‟icona nel 1923 è stata pulita<br />

e quin<strong>di</strong> collocata nella Galleria<br />

Tret‟jakov.<br />

Nel 1405 Teofane il Greco <strong>di</strong>pinge<br />

almeno le tavole principali dell‟or<strong>di</strong>ne<br />

della Deesis dell‟iconostasi della<br />

Cattedrale dell‟Annunciazione a<br />

Mosca, assieme a Pròchor <strong>di</strong> Gorodèc<br />

e ad Andrej Rublev.<br />

Trasfigurazione<br />

Teofane il Greco


Iconostasi nella Cattedrale<br />

dell‟Annunciazione al Cremlino<br />

<strong>di</strong> Mosca<br />

1405<br />

Or<strong>di</strong>ne delle Festività<br />

Or<strong>di</strong>ne della Deesis<br />

Or<strong>di</strong>ne locale<br />

Secondo uno stu<strong>di</strong>o recente, la<br />

decorazione della Cattedrale<br />

venne<br />

interamente <strong>di</strong>strutta da un<br />

incen<strong>di</strong>o il 21 giugno 1547.


Or<strong>di</strong>ne<br />

delle<br />

Festività<br />

Or<strong>di</strong>ne<br />

della<br />

Deesis<br />

Or<strong>di</strong>ne<br />

locale<br />

Pròchor <strong>di</strong><br />

Gorodèc (?)<br />

Ultima cena<br />

Crocifissione<br />

Deposizione<br />

Discesa al limbo<br />

Ascensione<br />

Discesa dello<br />

Spirito Santo<br />

Dormizione<br />

Teofane il Greco<br />

Salvatore<br />

Vergine Maria<br />

San Giovanni<br />

battista<br />

Andrej Rublev<br />

Annunciazione<br />

Natività<br />

Presentazione al tempio<br />

Battesimo<br />

Trasfigurazione<br />

Resurrezione <strong>di</strong> Lazzaro<br />

Entrata in Gerusalemme<br />

Collaboratore <strong>di</strong> Teofane<br />

Arcangelo Michele<br />

San Pietro<br />

1547-48:<br />

Gesù fra i dottori<br />

Incredulità <strong>di</strong> San<br />

Tommaso<br />

Collaboratore <strong>di</strong><br />

Pròchor<br />

San Demetrio<br />

San Giorgio


Vergine Maria<br />

Teofane il Greco<br />

Cristo in maestà<br />

Teofane il Greco<br />

San Giovanni battista<br />

Teofane il Greco


1 2 3 4 5 6<br />

Iconostasi nella Cattedrale dell‟Annunciazione al Cremlino <strong>di</strong> Mosca<br />

6 icone dell‟or<strong>di</strong>ne delle Festività<br />

1 icona dell‟or<strong>di</strong>ne della Deesis<br />

1 – Ultima cena, cm 61 x 80<br />

2 – Crocefissione<br />

3 – Discesa al limbo<br />

4 – Ascensione, cm 63,5 x 81<br />

5 – Discesa dello Spirito Santo, cm 63 x 81<br />

6 – Dormizione


Dormizione<br />

Teofane il Greco<br />

Dormizione<br />

Pròchor <strong>di</strong> Godorèc


Ascensione, Pròchor <strong>di</strong> Gorodèc<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione<br />

Ascensione, Andrej Rublev<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale della Dormizione


Ascensione, Pròchor <strong>di</strong> Gorodèc<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione<br />

Ascensione, Andrej Rublev<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale della Dormizione


Iconostasi nella Cattedrale<br />

dell‟Annunciazione al Cremlino <strong>di</strong><br />

Mosca<br />

Icona dell‟or<strong>di</strong>ne della Deesis<br />

San Demetrio<br />

cm 100 x 310<br />

L‟attribuzione è molto <strong>di</strong>scussa.<br />

Secondo Viktor Lazarev potrebbe<br />

essere stata <strong>di</strong>pinta da Pròchor <strong>di</strong><br />

Gorodèc.<br />

Secondo altri stu<strong>di</strong>osi si tratterebbe<br />

<strong>di</strong> un suo collaboratore.<br />

Secondo altri ancora l‟icona<br />

sarebbe <strong>di</strong> Andrej Rublev.


1 2 3 4 5 6 7<br />

Iconostasi nella Cattedrale dell‟Annunciazione al Cremlino <strong>di</strong> Mosca<br />

Icone dell‟or<strong>di</strong>ne delle Festività<br />

1 – Annunciazione, cm 61 x 81<br />

2 – Natività <strong>di</strong> Cristo, cm 62 x 81<br />

3 – Presentazione al tempio, cm 61,5 x 81<br />

4 – Battesimo, cm 62 x 81<br />

5 – Trasfigurazione, cm 61 x 80,5<br />

6 – Resurrezione <strong>di</strong> Lazzaro, cm 61 x 80,5<br />

7 – Entrata a Gerusalemme, cm 63 x 81


Annunciazione, Andrej Rublev<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione<br />

Natività <strong>di</strong> Cristo, Andrej Rublev<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione


Presentazione al tempio, Andrej Rublev<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione<br />

Battesimo, Andrej Rublev<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione


Resurrezione <strong>di</strong> Lazzaro, Andrej Rublev<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione<br />

Entrata in Gerusalemme, Andrej Rublev<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione


Trasfigurazione<br />

Teofane il Greco<br />

Trasfigurazione,<br />

Andrej Rublev


SECONDO PERIODO (LA MATURITÀ)<br />

1408-09 Affreschi e iconostasi nella<br />

Cattedrale della Dormizione a<br />

Vla<strong>di</strong>mir<br />

1410 circa Icona per la Cattedrale della<br />

Dormizione a Vla<strong>di</strong>mir<br />

1410 circa Iconostasi forse per la Cattedrale<br />

della Dormizione su Gorodòk a<br />

Zvenigorod<br />

1411 circa Iconostasi per la chiesa in legno<br />

della Trinità a Sergij Posad, sostituita<br />

dalla chiesa in pietra nel 1423-24<br />

Affreschi del Giu<strong>di</strong>zio universale<br />

Icone dell’or<strong>di</strong>ne della Deesis:<br />

Cristo in maestà<br />

Giovanni battista<br />

San Paolo<br />

Icona dell’or<strong>di</strong>ne delle Festività:<br />

Ascensione<br />

La Vergine <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir<br />

Icone dell’or<strong>di</strong>ne della Deesis:<br />

Il Salvatore<br />

Arcangelo Michele<br />

San Paolo<br />

Icona dell’or<strong>di</strong>ne locale:<br />

La Santa Trinità<br />

1411 circa Icona Cristo in maestà


Risale agli inizi del XII secolo la<br />

fortezza sulla quale nel 1157<br />

Andrei Bogoliubski decise <strong>di</strong><br />

costruire la città<br />

<strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir, elevandola a<br />

capitale del principato <strong>di</strong><br />

Rostov-Suzdal.<br />

Per dare alla futura città<br />

un'impronta solenne, il principe<br />

fece costruire una Porta d'oro<br />

particolarmente imponente,<br />

quasi un arco <strong>di</strong> trionfo. In<br />

seguito Vla<strong>di</strong>mir si arricchì <strong>di</strong><br />

numerose chiese, pregevoli al<br />

punto da servire come modello<br />

in tutta la Russia, e la sua<br />

cattedrale veniva in<strong>di</strong>cata a<br />

esempio<br />

agli architetti progettisti <strong>di</strong> nuove<br />

cattedrali.<br />

La Cattedrale della<br />

Dormizione (o<br />

dell‟Assunzione) fu eretta<br />

nel 1160.<br />

Completamente <strong>di</strong>strutta<br />

da un incen<strong>di</strong>o nel 1185,<br />

fu ricostruita nel 1189 e<br />

devastata<br />

dai Tatari nel 1237.<br />

Nel 1408 fu decorata con<br />

affreschi, affidati<br />

ad Andrej Rublev e Daniil<br />

Cernyi.<br />

Qui era la famosa e<br />

veneratissima icona della<br />

Madonna <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir,<br />

<strong>di</strong>pinta a Costantinopoli,<br />

oggi alla Galleria<br />

Tret‟jakov<br />

<strong>di</strong> Mosca.


Affreschi e iconostasi nella<br />

cattedrale della Dormizione a<br />

Vla<strong>di</strong>mir<br />

1408<br />

Il 25 maggio 1408 il principe<br />

<strong>di</strong> Mosca Basilio Dmitrievič<br />

inviò a Vla<strong>di</strong>mir<br />

un gruppo <strong>di</strong> artisti dei migliori<br />

scelti fra Novgorod e Mosca,<br />

con l'incarico <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>pingere la<br />

cattedrale della Dormizione<br />

ormai in decadenza a causa<br />

dell'abbandono durante la<br />

dominazione tatara.<br />

Occorreva rimettere in sesto<br />

questa chiesa perché sede<br />

dell'incoronazione <strong>di</strong> ogni<br />

Gran principe, ma anche<br />

perché sede nominale del<br />

Metropolita.


Navata centrale<br />

Giu<strong>di</strong>zio universale<br />

Andrej Rublev<br />

Navata meri<strong>di</strong>onale<br />

Para<strong>di</strong>so<br />

Daniil Cernyi<br />

e altri maestri<br />

Frammenti nei pilastri<br />

dell’altare<br />

Volta occidentale<br />

Cristo in maestà<br />

Angeli con rotolo<br />

Simboli dei quattro<br />

imperi<br />

Apostoli e angeli<br />

Arcone orientale, pilastro settentrionale<br />

Angelo e profeta Daniele<br />

Arcone occidentale<br />

Etimasia<br />

Adamo ed Eva<br />

Vergine Maria e San Giovanni battista<br />

Apostolo Pietro e apostolo Paolo<br />

Sottarco occidentale<br />

La Mano <strong>di</strong>vina con le anime dei giusti<br />

Profeta Isaia e profeta Davide<br />

Pilastri del sottarco occidentale<br />

Angeli tibicini<br />

Arco <strong>di</strong> passaggio alla navata meri<strong>di</strong>onale<br />

e pilastro sudorientale<br />

Donne beate e uomini giusti<br />

La Terra e il Mare rendono i morti<br />

Processione degli eletti in para<strong>di</strong>so,guidata da Pietro e Paolo<br />

Madonna con angeli assistenti<br />

Abramo, Isacco e Giacobbe, con le anime dei giusti<br />

Santi Macario, Saba e Antonio abate<br />

Martire Zosima e altri santi<br />

Scene della vita <strong>di</strong> San Giovanni battista


Cristo in maestà<br />

Andrej Rublev<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale della Dormizione<br />

Simboli dei quattro imperi<br />

Andrej Rublev<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale della Dormizione


Apostoli e angeli<br />

Andrej Rublev<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale della Dormizione<br />

Angelo<br />

Andrej Rublev<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale della Dormizione


Processione degli<br />

eletti in Para<strong>di</strong>so<br />

Daniil Cernyi (?)<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale<br />

della Dormizione


Isacco<br />

Daniil Cernyi<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale<br />

della Dormizione<br />

Sant‟Antonio abate<br />

Andrej Rublev<br />

Vla<strong>di</strong>mir, Cattedrale<br />

della Dormizione


1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

Iconostasi della Cattedrale della Dormizione a Vla<strong>di</strong>mir<br />

Icone dell‟or<strong>di</strong>ne della Deesis, <strong>di</strong>pinte a tempera su tavola <strong>di</strong> tiglio incamottata<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov<br />

1 – San Gregorio Nazianzeno, m 1,06 x 3,14, restaurata nel 1947<br />

2 – San Giovanni Teologo, m 1,06 x 3,14, restaurata nel 1947<br />

3 – Arcangelo Michele, m 1,28 x 3,14, restaurata nel 1923<br />

4 – Vergine Maria, m 1,06 x 3,13, restaurata nel 1932<br />

5 – Cristo in maestà, m 2,20 x 3,14, restaurata nel 1947<br />

6 – San Giovanni battista, m 1,05 x 3,13, restaurata nel 1933 à 1935<br />

7 – Arcangelo Gabriele, m 1,28 x 3,17, restaurata nel 1924 à 1937<br />

8 – Sant‟Andrea Protoclita, m 1,05 x 3,13<br />

9 – San Giovanni Crisostomo, m 1,05 x 3,13, restaurata nel 1957


Vergine Maria<br />

Andrej Rublev (?)<br />

Cristo in maestà<br />

Andrej Rublev<br />

San Giovanni battista<br />

Andrej Rublev


San Gregorio<br />

Nazianzeno<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev<br />

San Giovanni<br />

Crisostomo<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev<br />

San Giovanni<br />

Crisostomo<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev<br />

San Giovanni<br />

Crisostomo<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev


Arcangelo Michele<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev<br />

Arcangelo Gabriele<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev<br />

San Pietro San Paolo<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev Andrej Rublev<br />

San Pietroburgo, Museo Russo


1 2 3<br />

Iconostasi della Cattedrale della Dormizione a Vla<strong>di</strong>mir<br />

Icone dell‟or<strong>di</strong>ne delle Festività, <strong>di</strong>pinte a tempera su tavola <strong>di</strong> tiglio incamottata<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov<br />

1 – Annunciazione, m 0,94 x 1,25, restaurata nel 1947<br />

2 – Discesa agli inferi, m 0,94 x 1,24, restaurata nel 1947<br />

3 – Ascensione, m 0,92 x 1,25, restaurata nel 1923


Annunciazione<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev<br />

Discesa agli inferi<br />

Bottega <strong>di</strong> Rublev


Ascensione<br />

Andrej Rublev


La Vergine <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir, oggi<br />

nel Museo <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir,<br />

venne <strong>di</strong>pinta da Andrej<br />

Rublev in sostituzione<br />

dell‟icona bizantina trasferita a<br />

Mosca nel 1395, poi riportata<br />

a Vla<strong>di</strong>mir (dove nel 1410 fu<br />

depredata dai Tatari) e quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> nuovo a Mosca, dove si<br />

conserva alla Galleria<br />

Tret‟jakov<br />

La Vergine <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir, Andrej Rublev


Madonna <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir, recto Madonna <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir, verso


Nel 1918, nel corso d‟una missione dell‟Istituto Statale per il Restauro, furono<br />

ritrovate tre gran<strong>di</strong> icone in un deposito d‟un monastero presso Zvenigorod.<br />

Una era utilizzata come scalino, le altre due facevano parte <strong>di</strong> contenitori lignei,<br />

Facevano parte <strong>di</strong> un‟iconostasi, ma non si conoscono la chiesa, certo importante, né<br />

il luogo originario. Alcuni stu<strong>di</strong>osi (fra cui Viktor Lazarev) propongono la Cattedrale<br />

della Dormizione su Gorodòk a Zvenigorod;<br />

altri, sulla base delle gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni delle tavole, la escludono.<br />

In base alla straor<strong>di</strong>naria qualità pittorica, le tre icone sono attribuite ad Rublev


1 2 3<br />

Iconostasi<br />

Icone dell‟or<strong>di</strong>ne della Deesis, <strong>di</strong>pinte a tempera su tavola <strong>di</strong> tiglio<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov<br />

1 – Arcangelo Michele, m 1,08 x 1,58, restaurata nel 1919<br />

2 – Cristo in maestà, m 1,06 x 1,58, restaurata nel 1919 (aggiunta destra in pino)<br />

3 – San Paolo, m 1,09 x 1,60, restaurata nel 1919


Arcangelo Michele<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov<br />

San Paolo<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov


Il Salvatore<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov<br />


La Santa Trinità<br />

Andrej Rublev<br />

Nel 1904 la Commissione<br />

Statale del Restauro<br />

asportò gli ornamenti<br />

metallici d'oro che<br />

ricoprivano l‟icona e la<br />

ripulì, trasferendola dal<br />

Monastero della Trinità alla<br />

Galleria Tret‟jakov, dov‟è<br />

tuttora esposta.


Il problema della datazione della Santa Trinità <strong>di</strong> Rublev si lega alle vicende del<br />

monastero, delle sue chiese e delle relative iconostasi.<br />

1345 Fondazione del monastero della Trinità, a opera <strong>di</strong> Sergio <strong>di</strong><br />

Radonež<br />

1409 Incursione tatara: il monastero subisce gravi danni<br />

1411 Nei lavori <strong>di</strong> ricostruzione viene in<strong>di</strong>viduata la tomba <strong>di</strong> San<br />

Sergio e nello stesso punto viene eretta una chiesa in legno<br />

1423-24 Costruzione della chiesa in pietra<br />

1425-27 Nikon, poco prima della sua morte (avvenuta nel 1427), affida ad<br />

Andrej Rublev l’incarico <strong>di</strong> decorare la Cattedrale della Trinità<br />

Secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi, la Santa Trinità sarebbe stata <strong>di</strong>pinta per la chiesa in<br />

legno, dunque nel 1411 circa. Secondo altri, sarebbe stata <strong>di</strong>pinta per la chiesa in<br />

pietra, dunque nel 1425-27.


Roma, Santa Maria Maggiore<br />

mosaico della navata me<strong>di</strong>ana<br />

432-440<br />

Ravenna, San Vitale<br />

mosaico del presbiterio<br />

520-547


A partire dall‟XI secolo<br />

la tra<strong>di</strong>zione iconografica<br />

bizantina introduce<br />

la raffigurazione del Padre<br />

e del Figlio in sembianze<br />

umane analoghe se non<br />

equivalenti.<br />

Tuttavia, è solo con la Trinità <strong>di</strong><br />

Rublev che l'uguaglianza<br />

pittorica <strong>di</strong>venta assoluta e<br />

soprattutto è solo con Rublev<br />

che la terza persona,<br />

lo Spirito Santo, abbandona il<br />

simbolismo della colomba -<br />

tipico delle raffigurazioni<br />

trinitarie - per assumere<br />

esplicitamente sembianze<br />

umane del tutto simili a quelle<br />

delle altre due figure.


Il Concilio dei Cento Capitoli (1551) <strong>di</strong>chiarerà<br />

l‟icona <strong>di</strong> Rublev modello universale della<br />

rappresentazione della Trinità.<br />

Infatti, pur essendo il risultato tecnico-formale della<br />

concezione dell‟artista, le icone – per <strong>di</strong>ventare<br />

oggetto <strong>di</strong> venerazione – devono esser riconosciute<br />

“autentiche” con esplicito consenso della Chiesa<br />

Russa Ortodossa, come stabilito dal Secondo<br />

Concilio <strong>di</strong> Nicea.<br />

<br />

Il luogo liturgico fondamentale delle icone è il<br />

tempio e, nel tempio, anzitutto l'iconostasi, cioè la<br />

parete che separa i fedeli dal santuario ove si<br />

celebra il sacrificio eucaristico.<br />

Nel mondo slavo e bizantino la contemplazione<br />

delle icone aveva (ed ha) un valore salvifico pari a<br />

quello della lettura delle Sacre Scritture.


Di regola gli iconografi sono dei monaci cui<br />

l'igumeno (a capo del monastero) ha concesso<br />

l'autorizzazione a <strong>di</strong>pingere.<br />

Tre sono le caratteristiche fondamentali della<br />

pittura <strong>di</strong> icone:<br />

● la luce<br />

● la prospettiva<br />

● le proporzioni


La luce naturale non<br />

ha alcun valore, ma sia<br />

essa che tutti i colori<br />

terreni sono soltanto<br />

luce e colori riflessi.<br />

Nell'icona quin<strong>di</strong> non<br />

esistono ombre o<br />

chiaroscuro.<br />

Il fondo e tutte le<br />

sottolineature d'oro<br />

vogliono proprio<br />

significare una luce<br />

sovrannaturale.


La prospettiva è<br />

rovesciata, poiché le linee<br />

si <strong>di</strong>rigono non verso un<br />

punto <strong>di</strong> fuga <strong>di</strong>etro il<br />

quadro, ma verso un punto<br />

esterno, che avvicina le<br />

linee<br />

allo spettatore, dando<br />

l'impressione che i<br />

personaggi gli vadano<br />

incontro.<br />

I profili non esistono, se<br />

non per in<strong>di</strong>care i<br />

peccatori, né esiste la<br />

tri<strong>di</strong>mensionalità, in quanto<br />

la profon<strong>di</strong>tà viene data<br />

solo spiritualmente,<br />

dall'intensità degli sguar<strong>di</strong>.


Le proporzioni delle<br />

figure, la posizione degli<br />

oggetti, la loro<br />

grandezza non sono<br />

naturali (pesi e volumi<br />

non esistono), ma<br />

relative al valore delle<br />

persone o delle cose:<br />

non esistono<br />

naturalismo o realismo<br />

(dunque non esiste<br />

ritrattistica),<br />

ma solo simbolismo.


Il corpo, sempre slanciato,<br />

sottile, con testa e pie<strong>di</strong><br />

minuscoli, è <strong>di</strong>segnato a tratti<br />

leggeri, e il più delle volte<br />

segue le linee delle volte del<br />

tempio, in quanto la pittura<br />

<strong>di</strong>pende dall'architettura.<br />

Su tutto domina il volto, perché<br />

è da qui che il pittore prende le<br />

mosse.<br />

Gli occhi sono molto gran<strong>di</strong>,<br />

fissi, a volte malinconici, sotto<br />

una fronte larga e alta; il naso<br />

è allungato, le labbra sono<br />

sottili, il mento è sfuggente, il<br />

collo è turgido... Tutto per<br />

in<strong>di</strong>care ascesi, purezza,<br />

interiorità.


La Santa Trinità<br />

Teofane il Greco<br />

Gli elementi iconografici a<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> Andrej<br />

Rublev non superano i limiti<br />

<strong>di</strong> quelli utilizzati da Teofano<br />

il Greco e dagli artisti della<br />

scuola <strong>di</strong> Novgorod.<br />

Tuttavia, per i contenuti che<br />

esprime, il suo stile appare<br />

molto personale e<br />

decisamente nuovo.


Cristo in maestà<br />

cm 16 x 18<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov


TERZO PERIODO (OPERE TARDE)<br />

1420<br />

circa<br />

1425-27<br />

circa<br />

Affreschi nella Cattedrale<br />

della Natività della<br />

Vergine a Zvenigorod,<br />

costruita fra il 1415<br />

e il 1420<br />

Iconostasi della<br />

Cattedrale della Trinità<br />

a Sergiev Posad,<br />

costruita nel 1423-24<br />

Parete <strong>di</strong>visoria davanti<br />

all’altare:<br />

Paolo primo eremita<br />

Sant’Antonio abate<br />

Icone dell’or<strong>di</strong>ne delle<br />

Festività:<br />

Battesimo<br />

Icone dell’or<strong>di</strong>ne della<br />

Deesis:<br />

Arcangelo Gabriele<br />

San Paolo<br />

San Pietro (?)


1 2 3 4<br />

Iconostasi della Cattedrale della Trinità a Sergiev Posad<br />

4 icone dell‟or<strong>di</strong>ne della Deesis<br />

1 – Arcangelo Michele<br />

2 – San Pietro<br />

3 – San Paolo<br />

4 – Arcangelo Gabriele<br />

1 icona dell‟or<strong>di</strong>ne della Deesis<br />

Battesimo


Battesimo, Andrej Rublev<br />

Mosca, Cattedrale dell‟Annunciazione<br />

Battesimo, Andrej Rublev<br />

Sergiev Posad, Cattedrale della Trinità


Seguace <strong>di</strong> Andrej Rublev<br />

San Demetrio<br />

Sergiev Posad, Cattedrale della Trinità<br />

Seguace <strong>di</strong> Andrej Rublev<br />

Le Marie al sepolcro<br />

Sergiev Posad, Cattedrale della Trinità


Seguace <strong>di</strong> Andrej Rublev<br />

San Giovanni battista<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov<br />

Seguace <strong>di</strong> Andrej Rublev<br />

Il Salvatore<br />

Mosca, Galleria Tret‟jakov


Evangeliario<br />

del Monastero Andronikov<br />

cm 21,3 x 28,2<br />

Mosca, Museo Storico Statale<br />

Secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi conterrebbe<br />

miniature eseguite<br />

da Andrej Rublev attorno al 1374.<br />

Evangeliario <strong>di</strong> Khitrovo<br />

Mosca, Biblioteca Statale<br />

Secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi conterrebbe<br />

miniature eseguite<br />

da Andrej Rublev<br />

agli inizi del XV secolo.<br />

Evangelisti Matteo, Marco, Luca


ANDREJ RUBLEV<br />

1969<br />

Regista: Andrej Tarkovskij<br />

(1932-1986)<br />

Scritto da: Andrei Konchalovsky<br />

e Andrei Tarkovsky<br />

Durata: 205 minuti (ma nella ex<br />

Unione Sovietica - URSS: 145 minuti)<br />

Principali attori e attrici:<br />

Anatoli Solonitsyn (Andrei Rublev)<br />

Ivan Lapikov (Kirill)<br />

Nikolai Grinko (Daniil Cherny)<br />

Nikolai Sergeyev (Teofane il Greco)<br />

Nikolai Burlyayev (Boriska)


In una Russia messa a ferro e fuoco<br />

dalle invasioni asiatiche e sconvolta dalle<br />

lotte <strong>di</strong> potere tra piccoli potentati, il<br />

monaco Rublev (1360 ca.-1430), pittore<br />

<strong>di</strong> icone, passa attraverso 9 capitoli (Il<br />

volo, Il buffone, Teofane il Greco, La<br />

passione secondo Andrej, La festa, Il<br />

giu<strong>di</strong>zio universale, La scorreria, Il<br />

silenzio, La campana) che compongono<br />

un vasto affresco del Me<strong>di</strong>oevo russo.<br />

Nel primo è assente, in altri fa da<br />

spettatore o "passeggero", nell'ultimo<br />

una delle più alte pagine filmiche <strong>di</strong> epica<br />

del lavoro umano è in <strong>di</strong>sparte, testimone<br />

silenzioso. Uno dei gran<strong>di</strong> film degli anni<br />

'60 (bloccato per 6 anni dalla censura<br />

sovietica e <strong>di</strong>stribuito in Italia solo nel<br />

1975), il capolavoro <strong>di</strong> Tarkovskij è il più<br />

maturo risultato, in campo<br />

cinematografico, della cultura del<br />

<strong>di</strong>ssenso nell'URSS.<br />

Epilogo a colori, 10 minuti <strong>di</strong><br />

documentario sulla pittura <strong>di</strong> Rublev:<br />

l'autore scompare, rimane l'opera.


Questo film fu anzitutto un “caso” politico-culturale. Realizzato in un triennio (1965-<br />

67), fu invitato, prima ancora della presentazione in Unione Sovietica, al festival <strong>di</strong><br />

Cannes del 1967. Vi giunse soltanto nel 1969: le “resistenze”, mai ufficialmente<br />

chiarite, del Goskino ne impe<strong>di</strong>rono più volte l'esportazione. A Cannes, ottenne il<br />

premio della FIPRESCI. Tre anni dopo, gennaio 1972, fu proiettato a Mosca.<br />

Interpretare le “resistenze” burocratiche degli organi amministrativi del cinema<br />

sovietico è impresa inutile. Va solo detto che anche un altro film <strong>di</strong> Tarkovskij<br />

(Zerkalo, Lo specchio, t.l., 1974, che il regista girò dopo il fantascientifico Solaris,<br />

Solaris, 1972) incappò nella censura ed ebbe in patria una circolazione ridotta (e<br />

nessuna <strong>di</strong>ffusione all'estero). Andrej Rublëv è un florilegio <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> legati alla vita<br />

e ai tempi del pittore (1370-1430, approssimativamente). Nel prologo si descrive un<br />

tentativo <strong>di</strong> volo umano con un pallone <strong>di</strong> aria calda. L'uomo, che si era levato in<br />

alto, perde la vita.<br />

Il primo episo<strong>di</strong>o (1400, quando Rublëv ha trenta anni) vede il monaco pittore in<br />

cammino sotto la pioggia con due confratelli anch'essi pittori (Kirill e DanjI il nero). Si<br />

rifugiano in un'isba e assistono ai lazzi <strong>di</strong> un buffone che satireggia il potere. Il<br />

secondo (1405) presenta il <strong>di</strong>battito fra Kirill e il famoso Teofane il Greco, pittore <strong>di</strong><br />

icone. Sulla piazza antistante la chiesa, infuria la bestialità <strong>di</strong> alcuni armat contro un<br />

gruppo <strong>di</strong> ribelli. Teofane sembra bene impressionato dalla intelligenza <strong>di</strong> Kirill.<br />

Senonché, qualche tempo dopo, il principe decide <strong>di</strong> scegliere come collaboratore <strong>di</strong><br />

Teofane non Kirill ma Rublëv. Kirill, umiliato e furente, abbandona il convento.


Il terzo episo<strong>di</strong>o (1406) mostra Teofane e Rublëv che <strong>di</strong>scutono, in un bosco, sul<br />

modo migliore <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere la Passione <strong>di</strong> Cristo. Nel quinto (1408) si svolge una<br />

festa notturna sulle rive <strong>di</strong> un fiume (gradualmente il ritmo e la tensione interna del<br />

film emergono e lasciano nello spettatore tracce sempre più profonde). Rublëv si<br />

avvicina <strong>di</strong> nascosto allo spiazzo dove si celebra il rito pagano della primavera.<br />

Scoperto e legato a un palo, è “tentato” da una ragazza nuda. Il sesto (estate 1408)<br />

vede Rublëv e DanjI lavorare intorno a un Giu<strong>di</strong>zio Universale, mentre fuori della<br />

chiesa accadono orren<strong>di</strong> fatti <strong>di</strong> sangue. Rublëv rifiuta gli or<strong>di</strong>ni del metropolita, non<br />

accetta le in<strong>di</strong>cazioni delle Scritture: non è questo che occorre agli uomini immersi<br />

nelle tenebre della <strong>di</strong>sperazione. Una giovane sordomuta dai gran<strong>di</strong> occhi chiari<br />

entra nella chiesa.<br />

Con il settimo episo<strong>di</strong>o (1408, sempre) si apre la seconda parte. I Tartari<br />

conquistano la città <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir e spaventosamente infieriscono sugli abitanti. Sono<br />

con loro i russi che si sono ribellati al principe. Rublëv è rifugiato nella cattedrale, ma<br />

anche lì piombano gli invasori. Andrej, per salvare la sordomuta, uccide un russo.<br />

Poi sogna il maestro Teofane e gli <strong>di</strong>ce che non <strong>di</strong>pingerà più e non pronuncerà più<br />

parola, per espiare il delitto. L'ottavo episo<strong>di</strong>o (1412) vede Rublëv nel monastero<br />

dove è tornato (e dove giunge Kirill, pentito per la fuga). Arrivano i Tartari. La<br />

sordomuta, che aveva seguito Andrej, abbandona tutti e se ne va con loro.


Il nono episo<strong>di</strong>o (1423) conduce il crescendo, che si è sviluppato <strong>di</strong><br />

tappa in tappa (ma fuori da una continuità narrativa, in effetti<br />

inesistente), al suo culmine. Il principe cerca dappertutto qualcuno<br />

che sappia fondere campane. Si fa avanti il piccolo Boris sostenendo<br />

<strong>di</strong> aver appreso il segreto della fusione dal padre in punto <strong>di</strong> morte.<br />

Rublëv in silenzio lo osserva. Il ragazzo, spavaldo, riesce a fondere<br />

(in una sequenza <strong>di</strong> emozionante vigore e <strong>di</strong> sottile risonanza<br />

simbolica) la campana. Il popolo ascolta commosso i primi rintocchi.<br />

Boriška confessa a Rublëv che il padre era morto prima <strong>di</strong> rivelargli il<br />

segreto. Rublëv comprende, come per una illuminazione. Riprenderà<br />

a <strong>di</strong>pingere, e girerà con Boriška per la Russia, recando al popolo la<br />

consolazione dell'arte. La ve<strong>di</strong>amo, questa arte, nell'epilogo che<br />

“esplode”, a colori, sullo schermo, dopo quasi tre ore <strong>di</strong> un denso e<br />

contrastato bianco e nero: sono le opere (gli affreschi e le icone),<br />

splendenti <strong>di</strong> ori e <strong>di</strong> ieratiche immagini, che il pittore ha lasciato alla<br />

sua patria. Si ode un tuono e si scorgono alcuni cavalli pascolare<br />

sotto la pioggia.


Con questo film complesso e maestoso (in cui sono visibili le tracce<br />

dell'insegnamento figurativo dell'ultimo Ejzenštejn e, soprattutto, delle gran<strong>di</strong><br />

pagine liriche de<strong>di</strong>cate da Dovzenko all'anima conta<strong>di</strong>na del suo paese), Andrej<br />

Tarkovskij (Zavroze, 4 aprile 1932) è andato assai oltre la gracile esperienza del<br />

patetico film <strong>di</strong> guerra (Ivanovo detstvo, L'infanzia <strong>di</strong> Ivan, 1962) con cui esordì.<br />

Ha voluto parlare “dell'impossibilità <strong>di</strong> creare trascurando i desideri e le speranze<br />

del popolo; dell'aspirazione dell'artista a esprimere il suo animo, il suo carattere;<br />

della <strong>di</strong>pendenza del carattere dell'artista dalla situazione storica”. Lo ha fatto con<br />

una tale ricchezza <strong>di</strong> riferimenti (storici, antropologici, ambientali, figurativi) e <strong>di</strong><br />

simboli (ogni elemento naturale, ogni animale, ogni personaggio, ogni concetto del<br />

<strong>di</strong>alogo ha un valore simbolico) da sfiorare più volte l'ineffabilità del mistero.

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