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INTERNAZIONALE SITUAZIONISTA fascicolo N° 4 - Isole nella Rete

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<strong>INTERNAZIONALE</strong> <strong>SITUAZIONISTA</strong><br />

Questo pallone gonfiato comprende tutto e in particolare la speranza di fare<br />

della Parigi di Malraux, in seno al nuovo impero romano di Washington, una<br />

specie di Grecia pronta ad attirare i suoi truci vincitori e collezionisti. Il pesante<br />

catalogo, in cui si sfoga Julien Alvard, è tutto da leggere per avere un’idea<br />

esatta della decomposizione culturale dominante, di cui ci si rende sempre più<br />

conto in termini intellettuali essi stessi avariati.<br />

«Lutero», dice dopo aver precisato che «non è per la semplice comicità del<br />

rapporto», «...è una prefazione abbastanza buona ai pittori che si sono rivelati<br />

dapprima attraverso il gesto o le macchie.» E cita il prete Georges Mathieu che<br />

egli così getta allegramente nell’eresia. Con Lutero si accompagnano ugualmente<br />

Ruskin, Nietzsche e, ma sì, Stéphane Lupasco. Vengono menzionati altri<br />

cento nomi importanti del pensiero moderno e tutti erroneamente.<br />

In questa orgia di citazioni, si nota la curiosa maniera in cui l’espressionismo<br />

è contemporaneamente menzionato ed eluso, trapiantato tutto intero a<br />

Parigi e nel contempo accidentalmente smarrito (pagine 15-16). Questa decisione<br />

di far scomparire il carattere tedesco e nordeuropeo dell’espressionismo,<br />

e l’imbarazzo che ne deriva per un fanfarone maldestro come Alvard, lo<br />

costringe a non mettere, tra tutti i quadri riprodotti nel suo fumoso catalogo,<br />

che una semplice incisione di Nolde. Ed è poi attribuita a Kirchner perché,<br />

non c’era dubbio, i cani da guardia dei musei del «Congresso per la libertà<br />

della cultura» non hanno mai paura di prendersi delle libertà con la cultura.<br />

Soprattutto quando il loro lavoro è imbarazzante. Così, nel minestrone filosofico<br />

estensivo di Alvard, due stupefacenti assenze - Hegel e Kierkegaard - non<br />

sono evidentemente dovute a carenza di informazione giornalistica dell’autore,<br />

quanto piuttosto al timore di tutto ciò che si potrebbe trovare a partire da lì,<br />

che spiegasse l’arte moderna quanto la ragion d’essere di questo ignobile<br />

Congresso.<br />

In sintesi, il fiasco colossale dell’esposizione «Antagonismes» è quello del<br />

comitato in questione - e dei suoi simili - di fronte ai problemi attuali della cultura.<br />

Ecco la prova di quanto era chiaramente prevedibile: ossia che sarebbe<br />

pericoloso per i partigiani incondizionati della confusione <strong>nella</strong> cultura e <strong>nella</strong><br />

vita sociale, realizzare un’esposizione di insieme, anche fatta sotto il segno<br />

della confusione, anche fatta nello stile di Alvard.<br />

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