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Il Tabloid del festival Time in Jazz 2005

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10<br />

L’ensemble umbro presenta<br />

dal vivo il suo secondo album<br />

Angelo Lazzeri Quartetto<br />

Aperitivo con<br />

Angelo Lazzeri<br />

Altro appuntamento ormai consolidato nel cartellone di <strong>Time</strong> <strong>in</strong><br />

<strong>Jazz</strong> è quello col concerto aperitivo al Museo <strong>del</strong> V<strong>in</strong>o, che prevede<br />

ogni anno la presentazione di un nuovo album di una formazione<br />

emergente nel panorama sardo o nazionale. Domenica<br />

14, alle 12, il quartetto <strong>del</strong> chitarrista Angelo Lazzeri presenterà<br />

dal vivo il secondo lavoro discografico, per la nuova etichetta<br />

Giotto Music di Perugia.<br />

Nato circa c<strong>in</strong>que anni fa, il gruppo è formato da alcuni dei<br />

musicisti più rappresentativi <strong>del</strong>l'area umbra: i quattro componenti<br />

hanno una notevole esperienza musicale alle spalle e suonano<br />

composizioni orig<strong>in</strong>ali <strong>del</strong>lo stesso Angelo Lazzeri - una<br />

matrice stilistica, la sua, da ricercarsi fra il jazz di John Scofield,<br />

Ornette Coleman e Pepper Adams -, le cui sonorità vengono<br />

suscitate dalla fusione <strong>del</strong>le due voci soliste <strong>del</strong>la chitarra e <strong>del</strong><br />

sax baritono di Rossano Emili. Completano l'organico Daniele<br />

Mencarelli al contrabbasso e Fabrizio Morganti alla batteria.<br />

Lazzeri, nato a Nuoro nel 1971, risiede a Perugia dal 1990, dove<br />

ha <strong>in</strong>trapreso l’attività professionale come musicista, suonando<br />

<strong>in</strong> teatri e club <strong>in</strong> Italia ed Europa. Accompagna a un <strong>in</strong>tenso<br />

lavoro didattico l’attività concertistica, che lo ho portato al<br />

“Festivaletteratura” di Mantova, a Umbria <strong>Jazz</strong>, al Festival<br />

Musica sulle Bocche e <strong>in</strong> molte altre rassegne m<strong>in</strong>ori. Suona<br />

nella Perugia <strong>Jazz</strong> Orchestra diretta da Mario Raja. Dopo il<br />

primo disco Mirto, edito dalla Wide Sound, eccolo alla seconda<br />

prova <strong>in</strong> sala d’<strong>in</strong>cisione.<br />

domenica 14 agosto <strong>2005</strong><br />

Translate<br />

La musica e l’immag<strong>in</strong>e<br />

Ospiti prestigiosi al fianco di Michel Benita<br />

L’<strong>in</strong>gresso nell’era digitale di uno dei protagonisti <strong>del</strong> jazz<br />

europeo, il contrabbassista Michel Benita, avviene nel<br />

2003, grazie all’<strong>in</strong>contro con la VJ Judith Darmont.<br />

Translate, il progetto che aprirà la serata <strong>del</strong> 14 sul palco<br />

centrale di Piazza <strong>del</strong> Popolo, è il frutto di questa collaborazione;<br />

i due lavorano qui <strong>in</strong> modo analogo (con campionamenti,<br />

loop e elettronica) al trattamento <strong>in</strong> tempo reale di<br />

forme preesistenti, giocando con le figure effimere che portano<br />

allo spazio mentale <strong>del</strong> loro pubblico.<br />

Judith Darmont è una VJ che, come fanno i DJ con la musica,<br />

rimo<strong>del</strong>la <strong>in</strong> tempo reale i suoi materiali video attraverso<br />

il laptop, mentre Michel Benita campiona se stesso e tratta<br />

il materiale sonoro appena creato, dal vivo, sul palco.<br />

Translate diviene così una sorta di “laboratorio a due cervelli”,<br />

come è stato def<strong>in</strong>ito di recente.<br />

L’improvvisazione è il filo che guida musica e immag<strong>in</strong>i, <strong>in</strong><br />

un rapporto libero e <strong>in</strong>terattivo: le sequenze visive e il discorso<br />

<strong>del</strong> contrabbasso, <strong>in</strong> un gioco di stimoli reciproci, producono<br />

una miscela imprevedibile,<br />

tanto auditiva quanto visiva,<br />

basata sulla sorpresa e sulle<br />

<strong>in</strong>terferenze.<br />

Aperto per natura alle collaborazioni,<br />

Translate presenta a<br />

Berchidda due ospiti <strong>del</strong> calibro<br />

di Eric Truffaz, un trombettista<br />

"figlio" di Miles Davis e Jon<br />

Hassell, ben noto per la sua capacità<br />

di mescolare jazz ed elettronica,<br />

e Philippe Garcia (alias<br />

Kpt’n Planet), eccellente batterista<br />

che porta <strong>in</strong> dote al progetto,<br />

<strong>in</strong>sieme ai propri suoni, la sua<br />

conoscenza di altri codici musicali,<br />

come hip-hop, drum’n’bass<br />

e dub. Raccolti <strong>in</strong>torno al "groove"<br />

<strong>del</strong> basso e alle sequenze <strong>del</strong><br />

computer di Michel Benita, tutti<br />

si fondono <strong>in</strong>timamente nelle<br />

immag<strong>in</strong>i di Judith Darmont che<br />

sono come dei “film sonori” <strong>in</strong> Michel Benita<br />

cui ognuno può portare il proprio immag<strong>in</strong>ario.<br />

Contrabbassista dalle sonorità profonde, calde e vive,<br />

Michel Benita è considerato una <strong>del</strong>le rivelazioni degli anni<br />

Ottanta e un pilastro <strong>del</strong> jazz europeo; il suo percorso artistico,<br />

le sue esperienze, le sue collaborazioni rivelano un<br />

musicista impegnato, entusiasta, curioso.<br />

Nato ad Algeri nel 1954, <strong>in</strong> Francia dal 1959, Michel Benita<br />

ha <strong>in</strong>iziato la sua carriera nel 1976 suonando con Jean-Marc<br />

Padovani, Guy Lafitte e Bill Coleman. A Parigi dal 1981, collabora<br />

con numerosi artisti (Eric Barret, Aldo Romano, Daniel<br />

Humair, Enrico Rava, Michel Portal, Archie Shepp, Peter<br />

Ersk<strong>in</strong>e), prima di diventare compositore e leader, dal 1988,<br />

alla guida <strong>del</strong> quartetto Préferences, con Rita Marcotulli<br />

(piano), Dewey Redman (sax) e Aldo Romano (batteria). Da<br />

allora prosegue le sue numerose collaborazioni (“Palat<strong>in</strong>o” di<br />

Aldo Romano, Nguyên Lê, D<strong>in</strong>o Saluzzi) e realizza nuovi<br />

progetti, con dei brani orig<strong>in</strong>ali per quattro esposizioni con<br />

scenografie <strong>del</strong> designer americano Hilton McConnico, tra il<br />

1996 e il 1999. Tra il 2000 ed il<br />

2001 Benita forma ben due gruppi:<br />

ELB (Peter Ersk<strong>in</strong>e/batteria e<br />

Nguyên Lê/chitarra) e la formazione<br />

composta da Gaël Horellou<br />

(sax alto) e Philippe Garcia (batteria<br />

e sampler). Con quest’ultimo<br />

suona anche nel Ladyland<br />

Quartet di Erik Truffaz, nel 2002,<br />

<strong>in</strong> una tournée mondiale.<br />

Judith Darmont (Grenoble,<br />

1968) ha esordito nel 1987 con<br />

<strong>del</strong>le scenografie per la televisione,<br />

ma nel corso degli anni si<br />

è impadronita dei nuovi mezzi<br />

multimediali, ottenendo nel<br />

2000 la consacrazione come<br />

video-artista. Così la descrive<br />

Pierrick Ala<strong>in</strong>, <strong>del</strong> magaz<strong>in</strong>e<br />

Télérama: “Potrebbe essere<br />

nipote <strong>del</strong>l’artista Tamara<br />

Lempicka e figlia di Mac Intosh,<br />

l’<strong>in</strong>ventore <strong>del</strong> computer”.

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