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Il Tabloid del festival Time in Jazz 2005

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6<br />

Sarà la Magnetic North Orchestra<br />

a <strong>in</strong>augurare la serie dei concerti<br />

sul palco centrale di Piazza <strong>del</strong><br />

Popolo, alle 21.30 <strong>del</strong>l’11 agosto.<br />

<strong>Il</strong> gruppo diretto da Jon Balke<br />

nasce dall’idea di unire un sestetto<br />

jazz, un quartetto d’archi e un<br />

gruppo di percussionisti, e poter<br />

così esplorare quante più sonorità<br />

possibili. Sette sono <strong>in</strong>fatti i musicisti<br />

che accompagneranno il<br />

piano e la tastiera <strong>del</strong> leader <strong>del</strong>la<br />

formazione: Per Jorgensen alla<br />

tromba e voce, Fredrik Lund<strong>in</strong> ai<br />

sax tenore e soprano e al flauto,<br />

Bjarte Eike e Peter Spissky ai viol<strong>in</strong>i,<br />

Tom Pitty al violoncello,<br />

Ingar Zach e Helge Norbakken<br />

alle percussioni.<br />

Una fusione di diversi cont<strong>in</strong>enti<br />

musicali, frutto <strong>del</strong>le molteplici<br />

esperienze maturate dal pianista<br />

norvegese: “<strong>Il</strong> mio <strong>in</strong>tento – scrive<br />

– non è quello di sfruttare la<br />

musica di altre culture: ho vissuto<br />

esperienze fantastiche nelle strade<br />

e nelle piazze <strong>del</strong>l’Asia e<br />

<strong>del</strong>l’Africa, ma tornando a casa<br />

ho sempre provato a dimenticarle,<br />

cercando di capire piuttosto su<br />

quali criteri quelle culture fossero<br />

state costruite. Per capirle occorre<br />

spostare il centro <strong>del</strong>l’attenzione:<br />

nelle musiche non occidentali si<br />

giovedì 11 agosto <strong>2005</strong><br />

Un nuovo l<strong>in</strong>guaggio che viene dal Nord<br />

<strong>Il</strong> suono magnetico di Jon Balke<br />

Jon Balke e la Magnetic North Orchestra<br />

dà risalto alla presenza, alla concentrazione<br />

e allo stato d’animo<br />

degli esecutori, non si cerca di<br />

focalizzare la tonalità, le scale, i<br />

pattern ritmici e quant’altro noi<br />

pensiamo.”<br />

Dal suo debutto nel 1992 al Vossa<br />

<strong>Jazz</strong> Festival <strong>in</strong> Norvegia, la raison<br />

d’être <strong>del</strong>la formazione scand<strong>in</strong>ava<br />

è sempre stata quella di<br />

creare una produzione orig<strong>in</strong>ale<br />

partendo dall’energia racchiusa nel<br />

jazz tradizionale, nella musica<br />

classica contemporanea e nelle<br />

sonorità orig<strong>in</strong>arie <strong>del</strong>l’Africa settentrionale<br />

ed occidentale.<br />

Jon Balke, pianista, compositore,<br />

produttore, è considerato f<strong>in</strong> dal<br />

suo debutto (nel 1974) una <strong>del</strong>le<br />

nuove leve <strong>del</strong>la “free improvised<br />

music”. <strong>Il</strong> pubblico berchiddese<br />

potrà apprezzare le sue qualità <strong>in</strong><br />

altre due occasioni. La prima, il 12<br />

agosto alle 11 nel Santuario di San<br />

Paolo Eremita a Monti, <strong>in</strong> un <strong>in</strong>trigante<br />

duo con un altro pianista<br />

scand<strong>in</strong>avo, Bugge Wesseltoft, per<br />

una <strong>del</strong>le tante produzioni orig<strong>in</strong>ali<br />

di <strong>Time</strong> <strong>in</strong> <strong>Jazz</strong>. E ancora <strong>in</strong> una<br />

chiesa campestre, quella di San<br />

Michele a Berchidda, dove sabato<br />

13 (sempre alle 11) saluterà il pubblico<br />

di <strong>Time</strong> <strong>in</strong> <strong>Jazz</strong> con un concerto<br />

di piano solo.<br />

Una nuova Celtic Procession<br />

Musica bretone, jazz e ritmi africani nel progetto di Jacques Pellen<br />

Jacques Pellen (ph. Eric Legret)<br />

Tiene banco la musica bretone nella prima giornata di <strong>Time</strong> <strong>in</strong> <strong>Jazz</strong> <strong>2005</strong>: dopo<br />

“TrancEuropExpress”, concerto ferroviario “a tappe” con la partecipazione <strong>del</strong>le Brittany<br />

Bagpipes, tocca stavolta alla Celtic Procession di Jacques Pellen menare le danze <strong>in</strong> Piazza <strong>del</strong><br />

Popolo, nel secondo set <strong>del</strong>la serata <strong>in</strong>augurale. Un concerto che, oltre alle stesse cornamuse<br />

reduci dalla performance <strong>del</strong> matt<strong>in</strong>o nelle stazioni, vedrà la presenza di due ospiti d’eccezione<br />

come il percussionista alger<strong>in</strong>o Karim Ziad e l’enfants du pays Paolo Fresu alla tromba e al<br />

flicorno. I due “stranieri” completeranno un ensemble <strong>in</strong>teramente bretone formato da Jacques<br />

Pellen alla chitarra, Erik Marchand alla voce, Jean-Michel Veillon al flauto, Jacky Molard al<br />

viol<strong>in</strong>o, Ronan Pellen al cistre e al violoncello, Hélène Labarrière al contrabbasso e Patrick<br />

Molard, Pascal Gu<strong>in</strong>go, Yann Cariou, Hervé Le Floc'h e Yann Pelliet alle cornamuse.<br />

Laboratorio permanente ma mutabile nel tempo, nei suoi qu<strong>in</strong>dici anni di vita la Celtic procession<br />

ha ospitato personalità di spicco <strong>del</strong> jazz europeo e <strong>del</strong>la musica bretone, assumendo<br />

di volta <strong>in</strong> volta diverse sembianze musicali, sia dal vivo che <strong>in</strong> studio. Jacques Pellen è da<br />

sempre l’anima di una famiglia <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua ricerca di nuove sonorità, come testimoniamo i<br />

sette album registrati <strong>in</strong> questi anni. L’apporto <strong>del</strong> percussionista alger<strong>in</strong>o Karim Ziad dona una<br />

veste “africana” alla Celtic Procession; la sua conoscenza profonda <strong>del</strong>la metrica tradizionale<br />

<strong>del</strong>la sua terra conferisce una nuova connotazione musicale al progetto. Scrive Pellen:<br />

“L’<strong>in</strong>contro con Karim Ziad ha precipitato la processione <strong>in</strong> un diluvio b<strong>in</strong>ario che ero f<strong>in</strong>ora<br />

riuscito a lasciare da parte. C’è meno jazz, si può dire, e c’è più transe, ma senza essere tendenza,<br />

e basata soprattutto sulle danze bretoni.” Altrettanto importante il contributo di Paolo<br />

Fresu, già presente <strong>in</strong> precedenti versioni <strong>del</strong> gruppo, atteso <strong>in</strong> uno dei suoi territori preferiti,<br />

la ritmica.<br />

Con la creazione <strong>del</strong>la Celtic Procession negli anni Ottanta, Pellen (nato a Brest nel 1957) è tra<br />

i musicisti che più contribuiscono all’evoluzione <strong>del</strong>la musica bretone. Per quasi dieci anni il<br />

chitarrista si è confrontato con il temperamento, con l’utilizzo di micro-<strong>in</strong>tervalli, cercando di<br />

immag<strong>in</strong>arne l’effetto, di applicarli alla polifonia, di sovrapporli. Un processo che lui stesso<br />

chiama “dalmatizzazione” <strong>del</strong>la musica <strong>del</strong>la Bretagna centrale, uno studio <strong>del</strong>la suddivisione<br />

<strong>del</strong> tempo.<br />

Altro progetto nato dall’unione di tre musicisti bretoni - Jacques Pellen e i fratelli Patrick et<br />

Jacky Molard - è Triptyque, <strong>in</strong> scena il 12 agosto alle 18 nella Chiesa di N.S. di Castro a<br />

Oschiri: un progetto nato nel 1993 e che vanta un’<strong>in</strong>tensa attività, con partecipazioni a <strong>festival</strong><br />

<strong>in</strong>ternazionali e tournée <strong>in</strong> Europa, Canada e Yemen. Considerato il successo musicale <strong>del</strong><br />

momento, questo trio colpisce la critica per la capacità di creare un l<strong>in</strong>guaggio autentico con<br />

la musica e gli strumenti tradizionali e per la vastità <strong>del</strong> repertorio, che spazia dal jazz alla<br />

musica moderna a quella tradizionale.

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