Il Tabloid del festival Time in Jazz 2005

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8 Il 17 agosto 1996 Giorgio Battistelli presentava a Berchidda il suo Experimentum Mundi (“Opera di musica immaginistica” per percussioni, voci, maestri selciaroli, bottai, falegnami, arrotini, fabbro-ferrai, pasticciere, muratori e scalpellino”) chiudendo la nona edizione di Time in Jazz, “(S)colpire… La percussione.” A nove anni di distanza Battistelli torna a Berchidda, aprendo la serata del 13 col nuovo “Experimentum Mundi Remix”, che ben si adatta al tema “Digital trance” di questa diciottesima edizione. Una rivisitazione del capolavoro del compositore romano (il progetto debuttò 24 anni fa), ricomposto ed interpretato da Martux-m - al secolo Maurizio Martusciello - e dallo stesso Battistelli, che provoca il confronto fra il suono concreto generato nella sua crudezza vitale e i campionamenti elettronici nella loro essenza inorganica. Percussionista, compositore e musicista elettronico, Maurizio Martusciello è la principale novità dell’organico, che comprende per il resto la solita nutrita orchestra di artigiani - i bottai Alfredo Sannibale e Gianni Sannibale, i falegnami Silvio Tamburri e Alberto Casini, il pasticciere Marcello Di Palma, i selciaioli Antonio Innocenzi e Oberdan Carpineti, i muratori Ciro Paudice e Maurizio Verdosci, i fabbri Fabio Sannibale e Edoardo Borgianni, gli arrotini Miro Carpineti e Aldo Sardilli, lo scalpellino Fernando Carpineti e i calzolai Sergio Leandri e Guido Salustri -, oltre alle voci di Paola Calcagni, Ida Sannibale, Annarita Severini sabato 13 agosto 2005 Experimentum Mundi Remix Torna a Berchidda l’orchestra “artigianale” di Battistelli Experimentum Mundi e Elvira Tamburri e alle percussioni di Nicola Raffone. Battistelli, attingendo all'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert (uno dei testi capitali dell'Illuminismo), ha generato con Experimentum Mundi un'opera di teatro musicale genuina e sorprendente, in grado di restituirci la nostra memoria e una perduta identità. L'orchestra, costituita dai sedici artigiani che suonano i ferri del loro mestiere, rievoca la vita di villaggi ormai scomparsi, attraverso timbri e richiami perduti nel tempo. Le note digitali di Martux-m accostano questa visione alla nostra contemporaneità: Experimentum Mundi Remix diviene così uno splendido affresco musicale di gesti, gente, paesaggi e racconti scomparsi per sempre, frammenti di memoria resuscitati da un presente frenetico ed artificiale. Tra i fondatori del gruppo di ricerca e sperimentazione musicale Edgar Varèse e del gruppo Beat 72, il compositore Giorgio Battistelli riceve nel 1991 il premio Cervo per la Musica Nuova e nel 1992, con Keplers Traum, il premio della SIAE per un'opera lirica rappresentata in prima assoluta all'estero. Con “Experimentum Mundi” (1981) ha raccolto successi e riconoscimenti in tutta Europa. È il direttore artistico della Biennale Musica 2004 di Venezia. La scrittura musicale di Battistelli, non immune da influenze avanguardistiche, sviluppa una vivida drammaturgia del suono anche nelle composizioni più strumentali. Maurizio Martusciello ha preso parte a numerosi festival in Francia, Italia e Inghilterra. Nel 1997 fonda, insieme a Filippo Paolini, METAXU, uno dei gruppi più apprezzati sulla scena elettroacustica-sperimentale. Collabora con il gruppo di cinema sperimentale Cane Capovolto ed il gruppo Cellule d'Intervention Metamkine. Ha fondato numerosi progetti di musica elettronica sperimentale, fra i più interessanti d'Europa. Nel 2003 è stato fra i protagonisti dell'evento conclusivo del Romaeuropa Festival 2003 con un progetto sulla sinfonia n. 2 di Mahler Resurrection, realizzato con il pianista Danilo Rea.
“Se le vie sono differenti, lo scopo è uno solo”. Il messaggio fondamentale del Maestro Sufi Jalal ud-Din Rumi, fondatore della scuola dei Dervisci Rotanti, è anche la forza motrice del lavoro dell’artista turco Mercan Dede, protagonista il 13 del secondo concerto in Piazza del Popolo, con i suoi Secret Tribe. La ricerca della creazione di un linguaggio universale e il tentativo di fare incontrare due generi musicali apparentemente distanti sono tra i suoi scopi, come per una trasposizione musicale della filosofia Sufi dell’armonia degli opposti. Mercan Dede ritiene che mettendo insieme suoni digitali, elettronici con quelli di strumenti fatti con le mani, “umani”, può nascere un linguaggio universale, in grado di unire il vecchio e il nuovo, l’antico e il moderno, l’Oriente e l’Occidente. Il contrasto fra sonorità elettroniche e tradizionali porta al nucleo della filosofia Sufi che guida questo artista: “Non sono cose real- Mercan Dede mente separate”, dice: “L’essenza del Sufismo è il contrasto: ogni cosa esiste con il suo opposto.” L’elettronica e la tradizione folklorica turca sono i due convergenti opposti del progetto musicale di Mercan Dede (qui alle prese con ney, bendir, voce, piatti e campionamenti), che sarà accompagnato sul palco da Aykut Sütoglu al clarinetto e alla tromba, Göksel Baktagir al kanun, Hüseyin Ceylan e Ismail Pesluk alle percussioni e dalla danza di Mira Burke. In questi ultimi anni il musicista-dj-producer turco ha raccolto un grande successo di critica e di pubblico nel suo paese e in tutta Europa. Ma per Dede, il cui nome deriva da un personag- sabato 13 agosto 2005 Elettronica e tradizione Sufi Mercan Dede Secret Tribe gio minore di un noto romanzo turco contemporaneo, il viaggio fino a qui è stato lungo e decisamente poco convenzionale. Nato in uno sperduto villaggio della Turchia, Arkin Ilicali (questo il suo vero nome) rimane affascinato dal suono del ney (il flauto tradizionale turco) mentre ascolta la radio: ha solo sei anni. Da allora alla nascita del gruppo Secret Tribe, nel 1997, matura le esperienze più disparate. Più che gli studi di giornalismo intrapresi all’università di Istanbul, un ruolo importante lo ha giocato la sua passione per la fotografia, che lo ha portato in Canada per un’esposizione a Saskatoon, dove deciderà poi di stabilirsi, 9 cimentandosi per la prima volta come dj. All’alba della rivoluzione techno, il giovane turco sceglie il nome d’arte di Arkin Allen (ma anche quello di Poundmaker) e ben presto raggiunge una certa fama negli ambienti technotribalhouse, affiancato da percussionisti, vocalisti e musicisti vari. Compone diversi album nelle vesti di Arkin Allen, sino al debutto come Mercan Dede, nel 1987, con il primo disco, Sufi Dreams. Progetto techno minimalista, il disco ottiene ottime recensioni. Nel 1997 nasce Secret Tribe: Mohammad e Faruuk Shams, il percussionista Scott Russell ed il violinista canadese Hugh Marsh sono alcuni dei musicisti che, negli anni, hanno contribuito ad arricchire le file della formazione. Ad essi si sono uniti anche i danzatori dervisci, Isaiah Sala e successivamente Mira Burke. Con questa formazione registra quattro album, l’ultimo dei quali, Sufi Traveller, nato dalla combinazione dei due precedenti album, è frutto di una serie di concerti in Nord America nell’estate 2004. Il poliedrico Arkin Allen/Mercan Dede partecipa ad eventi in tutto il mondo (Montreal, Montreux, Stati Uniti, Kazakhistan, Bahreyn, Istanbul e Parigi). Numerose le sue produzioni per la danza, con collaborazioni con Pina Bausch, e attualmente per il nuovo progetto Orman Sehir (Jungle City), con la compagnia turca MDT. L’elemento della danza è d’altronde fondamentale nella tradizione musicale turca, e presente anche in Secret Tribe; la celebre danza rotante è un vero e proprio servizio liturgico, ricolmo di un intenso e rigoroso simbolismo.
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