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Il Tabloid del festival Time in Jazz 2005

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24<br />

PAV - progetto arti visive<br />

Digit@l<br />

Trance<br />

L’arte contemporanea<br />

<strong>in</strong> scena a Berchidda<br />

Bianco-Valente/ Isabella Bordoni / Cristian Chironi<br />

Emilio Fant<strong>in</strong> / Greta Frau / Nero Project / Antonio Riello<br />

Sara Rossi / Nico Vascellari<br />

Anche se visto attraverso la lente raffreddata<br />

<strong>del</strong> tempo, il percorso evolutivo compiuto dall’essere<br />

umano, particolarmente <strong>in</strong> questi secoli<br />

recenti, appare straord<strong>in</strong>ario e ricco di aspettative,<br />

oltre che di <strong>in</strong>certezze. L’impressione è,<br />

<strong>in</strong>fatti, quella di trovarsi <strong>in</strong> un momento topico<br />

per la “specie” umana. L’impensabile accelerazione<br />

<strong>del</strong> progresso tecnologico e digitale<br />

sembra imporre un nuovo passaggio <strong>del</strong> testimone:<br />

dall’homo sapiens all’homo technologicus.<br />

Quella che a prima vista può apparire,<br />

<strong>in</strong>fatti, come un’improbabile e disturbante ibridazione<br />

l<strong>in</strong>guistica si rivela, piuttosto, come<br />

l’epifania di un futuro non troppo lontano, anzi,<br />

parrebbe, già <strong>in</strong> fieri.<br />

È <strong>in</strong>negabile, <strong>in</strong>fatti, che l’uomo contemporaneo<br />

stia già attraversando un panorama esistenziale<br />

tecnologico e post-umano, la cui manifestazione<br />

primaria è quella che porta ad affiancare<br />

ed <strong>in</strong>tegrare la complessa struttura umana, con<br />

quella artificiale, come confermano <strong>in</strong> modo<br />

<strong>in</strong>confutabile i vari e ormai familiari dispositivi<br />

biotecnologici.<br />

E se forse, le <strong>in</strong>novazioni e le sperimentazioni<br />

tecnologiche <strong>in</strong> ambiti eticamente “sensibili”<br />

accendono ancora il dibattito sulle sempre più<br />

fragili ed aleatorie problematiche identitarie, è,<br />

<strong>in</strong>vece, già ormai pienamente accettato e condiviso<br />

il processo che ha <strong>in</strong>teressato il cr<strong>in</strong>ale comunicativo,<br />

quello che ha portato ad un’<strong>in</strong>tegrazione<br />

pressoché osmotica tra la comunicazione biologica<br />

umana e quella virtuale <strong>del</strong>le macch<strong>in</strong>e.<br />

Ma nonostante la presenza sempre più <strong>in</strong>vasiva<br />

<strong>del</strong>l’elemento tecnologico nella vita quotidiana<br />

abbia prodotto una trasformazione profonda e,<br />

di conseguenza, nuovi rapporti con la realtà<br />

sociale, culturale, politica <strong>del</strong> nostro tempo,<br />

ancora molti fattori legano l’homo technologicus<br />

al suo predecessore. Tra questi il bisogno<br />

ancestrale di liberarsi, di tanto, <strong>in</strong> tanto, dalle<br />

strutture collettive e sociali per raggiungere e<br />

liberare gli strati profondi <strong>del</strong> sé.<br />

Questo desiderio di “perdersi” <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>dividuo, si<br />

esprime nel concetto di trance, sia nella sua<br />

accezione più tradizionale sia, soprattutto, nella<br />

sua estensione tecnologica e digitale. Infatti, se<br />

la distorsione <strong>del</strong> normale stato di coscienza e la<br />

conseguente alterazione <strong>del</strong>le capacità<br />

percettive e sensoriali sono da sempre legati<br />

alla def<strong>in</strong>izione <strong>del</strong> concetto di trance, ciò è<br />

ancor più vero oggi che le nuove e sofisticate<br />

tecnologie <strong>in</strong>formatiche - sollecitando una sorta<br />

di estensione “elettronica” <strong>del</strong>la capacità<br />

percettiva – facilitano l’accesso a quella sorta di<br />

“stravolgimento” visivo e sonoro che contraddist<strong>in</strong>gue<br />

gran parte <strong>del</strong>le più recenti sperimentazioni<br />

artistiche contemporanee.<br />

È proprio da ciò, <strong>in</strong>fatti, che spesso deriva quella<br />

componente ipnotica e <strong>in</strong>sieme straniante di<br />

molte <strong>del</strong>le opere che nascono dall’utilizzo <strong>del</strong><br />

mezzo elettronico o digitale, opere che danno<br />

vita alla rassegna <strong>in</strong>ternazionale d’arte contemporanea<br />

Digit@l Trance.<br />

Giannella Demuro<br />

dall’alto, <strong>in</strong> senso antiorario:<br />

Bianco-Valente<br />

Emilio Fant<strong>in</strong><br />

Nico VAscellari<br />

Cristian Chironi<br />

Sara Rossi

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