Notizie - 17 - Giugno 2010 - Ricordando il Trio Lescano
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ha un autore preciso, tuttavia si avvale della collaborazione, ben evidenziata sulla<br />
copertina e anche sul frontespizio, di personaggi del calibro di Marchesi, Mendes,<br />
Metz, Morbelli, Mosca, Nisa e infine – scusate se è poco – Zavattini. Per esempio del<br />
secondo, <strong>il</strong> catanese Peppino Mendes, c’è all’inizio (pp. 3-4) un agrodolce<br />
componimento poetico intitolato A voi che amate un poco la canzone, nel quale c’è un<br />
riferimento alle <strong>Lescano</strong>, allora le stelle della Radio per eccellenza:<br />
Vi troviamo però anche un’allusione – <strong>il</strong> che ci riempie di tristezza – a quella<br />
conclusione vittoriosa della guerra cui tutti allora credevano o, per essere più precisi,<br />
dovevano far finta di credere per assecondare <strong>il</strong> Regime e salvare così la pagnotta:<br />
Quanto a Cesare Zavattini, che nel primo dopoguerra avrebbe firmato le sceneggiature<br />
dei massimi capolavori del Neorealismo italiano diretti da Vittorio De Sica, come<br />
Ladri di biciclette (1948), <strong>il</strong> suo contributo al volumetto si trova verso la fine (pp. 63-<br />
64), in forma di una lettera aperta intitolata Agli autori delle canzonette. Il tono è<br />
scherzoso, ma <strong>il</strong> fondo è dei più seri, come si evince dalla chiusa della missiva:<br />
Anche i contributi degli altri autori sono comunque degni di nota ed è solo per brevità<br />
che non ne parliamo qui. Eccone l’elenco: Elogio della canzone di Mosca (pp. 15-18),<br />
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