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R - Centro Restauro

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R<br />

42<br />

RICERCHE & CONTRIBUTI<br />

renza estetica non ne viene fortemente alterata. Anche la<br />

palma da datteri, colpita allo stipite e non nell’unica gemma<br />

apicale, si presta ad una ulteriore diffusione nel paesaggio.<br />

Pur essendo di origine esotica fa parte più di ogni altra palma<br />

del paesaggio tradizionale siciliano, non solo di quello urbano<br />

ma anche di quello rurale dove la forma slanciata e la<br />

chioma svettante segnano storicamente gli insediamenti dell’uomo.<br />

Con una certa cautela andrebbero invece diffuse le<br />

Washingtonie americane, molto apprezzate invece per la<br />

rapida crescita e fino ad oggi per una buona tolleranza al<br />

punteruolo (che ne ha pure colpito 8 esemplari), ma anche<br />

perché incongrue alla classicità del paesaggio mediterraneo<br />

che banalizzano in molti viali lungomare, in molti giardini<br />

partecipando ad un paesaggio globale che non ha qualità,<br />

distinzioni e confini.<br />

La scelta delle specie da diffondere al posto della palma<br />

delle Canarie segue però sempre l’eliminazione delle ceppaie<br />

delle palme uccise (che rimangono, si è visto in molte<br />

occasioni, rifugi per nuove generazioni di punteruoli) e la<br />

disponibilità di progetti di impianto che in linea, con la storia<br />

e il disegno dei giardini storici, diano corrette indicazioni.<br />

Si dovrebbero dotare i giardini siciliani – e non solo in<br />

ragione dei danni del punteruolo- di piani di gestione.<br />

Questi, predisposti da competenti, attenti alla storia dei singoli<br />

giardini, alle problematiche che derivano dai diversi<br />

ambienti colturali, all’assetto della vegetazione sono necessari<br />

a fornire indicazioni che non affidino solo al buon gusto<br />

del paesaggista o del giardiniere (figure professionali tra<br />

l’altro trascurate a vantaggio di competenti dell’ultima ora,<br />

spesso senza alcuna qualifica) le scelte tecniche di impianto<br />

e manutenzione e, con esse, le sorti dei giardini storici.<br />

Questi, ricordiamolo, sono “composizioni architettoniche e<br />

vegetali che, dal punto di vista della storia o dell’arte, presentano<br />

un interesse pubblico”, dice la Carta di Firenze che<br />

dovrebbe guidare anche in Sicilia ogni ragionevole intervento<br />

di restauro o recupero.

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