Sfoglia la rivista (.pdf 18778 KB) - FSNews
Sfoglia la rivista (.pdf 18778 KB) - FSNews
Sfoglia la rivista (.pdf 18778 KB) - FSNews
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
36<br />
un disco<br />
per il treno<br />
Vagoni, binari e stazioni sono spesso citati nelle<br />
canzoni del Festival. Nel 1956 se ne contano ben<br />
due che hanno come tema <strong>la</strong> ferrovia. Il trenino<br />
del destino e Il trenino di <strong>la</strong>tta verde: nei versi<br />
di entrambe <strong>la</strong> strada ferrata diventa metafora<br />
del<strong>la</strong> vita umana e, come in Chattanooga choo<br />
choo di Glenn Miller, <strong>la</strong> sezione fiati dell’orchestra<br />
suggerisce il rumore del fischio del<strong>la</strong> locomotiva.<br />
Ha carattere più scanzonato La cremagliera<br />
delle dolomiti, presentata nel 1957 nel<strong>la</strong> sezione<br />
Liberi Autori, ennesima riproposizione a ritmo<br />
di dixie<strong>la</strong>nd delle canzoni d’ambientazione<br />
montanara, anche se priva dei toni epici dei<br />
cori alpini di qualche anno prima. Deve passare<br />
quasi un decennio per incontrare forse il treno<br />
più famoso del<strong>la</strong> storia del Festival, quell’“amico<br />
treno” che Il ragazzo<br />
del<strong>la</strong> via Gluck cantato<br />
da Adriano Celentano<br />
ricorda fischiare vicino<br />
al<strong>la</strong> strada dove sorgeva<br />
<strong>la</strong> sua prima casa. Un<br />
brano chiamato proprio Il<br />
treno, cantato nel 1969 da<br />
una debuttante Rosanna<br />
Fratello e dall’americano<br />
Brenton Wood, racconta<br />
del drammatico saluto<br />
di due innamorati sul<br />
marciapiede di un binario, mentre “il treno sta<br />
sbuffando d’impazienza”. Tre anni più tardi,<br />
Marcel<strong>la</strong> Bel<strong>la</strong> abbandona le sue Montagne<br />
verdi perché “un giorno mi prese il treno”, e<br />
Anna Me<strong>la</strong>to, a un passo dal podio nel 1974<br />
con <strong>la</strong> suggestiva Sta piovendo dolcemente,<br />
scappa da una storia d’amore inconcludente<br />
“nel mio vagone di coda che fi<strong>la</strong> ormai come un<br />
proiettile”, rivolgendosi a sua volta al mezzo che <strong>la</strong><br />
accompagna verso una vita nuova: “amico treno,<br />
non parli, ma vai, vai, vai, il tuo cuore potente<br />
vorrei”. I mi<strong>la</strong>nesi Botero, nel 2002, canteranno<br />
Siamo treni, i cui versi dipingono una vita frenetica<br />
e una re<strong>la</strong>zione “su binari che non si incontrano”.<br />
Ma <strong>la</strong> carrozza più triste citata in un brano del<br />
Festival di Sanremo è quel<strong>la</strong> cantata da Gianluca<br />
Grignani in Destinazione Paradiso, del 1995, dove<br />
il treno è chiaro riferimento simbolico a un viaggio<br />
ultraterreno.<br />
In alto, il podio<br />
Elisa, <strong>la</strong> vincitrice del<br />
Festival 2001 premiata<br />
con i Matia Bazar (terzi),<br />
e Giorgia (seconda).<br />
Sopra, le curiosità<br />
Gli spartiti delle canzoni<br />
dedicate ai treni<br />
ra Pausini, <strong>la</strong> consacrazione di Elisa, il provocante<br />
capo<strong>la</strong>voro degli Elio e le Storie Tese, <strong>la</strong> vittoria<br />
degli Avion Travel e <strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione di nomi<br />
come Daniele Silvestri, Carmen Consoli, Gianluca<br />
Grignani, Max Gazzè o i Subsonica. In queste<br />
ultime edizioni a fare <strong>la</strong> parte del leone sono i<br />
protagonisti degli anni d’oro e i giovani reduci<br />
dai talent show. Se l’emorragia degli ascolti si<br />
contiene, l’importanza del Festival come vetrina<br />
delle nuove tendenze musicali sembra venire<br />
inesorabilmente marginalizzata.<br />
Eppure ogni anno, in quel<strong>la</strong> fine dell’inverno<br />
che nel Ponente ligure è una primavera anticipata,<br />
sono proprio le canzoni a fare di Sanremo<br />
quello che è. Solo musica leggera, ma pronta a<br />
entrare nel<strong>la</strong> memoria e nei ricordi raccontando<br />
il sapore unico di quel<strong>la</strong> irripetibile stagione, di<br />
quell’irripetibile annata. E, prima o poi, capita<br />
quasi a tutti che sia proprio una canzone del Festival<br />
a diventare <strong>la</strong> colonna sonora del<strong>la</strong> vita,<br />
farsi modo di dire, entrare nel<strong>la</strong> memoria condivisa<br />
e collettiva del Paese: unica, sorprendente,<br />
commovente o deludente, una festa che si ripete<br />
da sessant’anni e a cui tutti noi, prima o poi, abbiamo<br />
finito per partecipare.<br />
Eddy Anselmi è autore dell’almanacco illustrato<br />
“Festival di Sanremo”, edito da Panini, e di “Sanremo<br />
1951-2010”, nelle edicole dal 4 febbraio.<br />
<strong>la</strong> freccia