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Febbraio 2013

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<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong><br />

SKI<br />

LIGETRIS


L’ALTA BADIA PRESENTA<br />

IL TERZO VINO SCI SAFARI ALTO ADIGE<br />

Dé dl vin.<br />

Una giornata all'insegna<br />

di migliori vini dell'Alto Adige.<br />

Cuochi stellati, leggende dello sci<br />

e vini altoatesini nel cuore<br />

delle Dolomiti<br />

DOMENICA 17 MARZO <strong>2013</strong><br />

L’ALtA BADIA POrtA I MIGLIOrI VINI ALtOAtESINI A DUEMILA MEtrI PEr UNA DEGUStAZIONE,<br />

ACCOMPAGNAtA DA SPECk, PANE E FOrMAGGI, CONtrASSEGNAtI CON IL MArCHIO<br />

“QUALItà ALtO ADIGE”. IN QUEStO MODO SI VUOLE tErMINArE IN BELLEZZA LA StAGIONE<br />

INVErNALE, DEDICAtA ALL’ENOGAStrONOMIA. L’EVENtO, IN PrOGrAMMA DALLE OrE 10<br />

ALLE OrE 16, SI SVOLGE PrESSO LE BAItE CLUB MOrItZINO, I tABLá, CIAMPAI, BIOCH,<br />

PIZ ArLArA E COL ALt, ALL’INtErNO DEL COMPrENSOrIO SCIIStICO DELL’ALtA BADIA.<br />

La vacanza invernale è più di una semplice discesa sugli<br />

sci. “Sciare con gusto”, all’insegna dei prodotti tipici dell’Alto<br />

Adige, già da alcuni anni valorizza il connubio vincente tra lo<br />

sport sulla neve e la gastronomia, i punti forti della località.<br />

Quest’anno si è voluto rendere l’iniziativa ancora più frizzante,<br />

creando l’iniziativa SLOPE FOOD, gli stuzzichini in pista, creati<br />

da 12 famosi chef gourmet, tra questi i Dolomitici Norbert Niederkofler<br />

(ristorante St. Hubertus), Arturo Spicocchi (ristorante<br />

La Stüa de Michil) e Fabio Cucchelli (ristorante La Siriola) e proposti<br />

in altrettante baite dell’Alta Badia. Non può quindi mancare<br />

un buon bicchiere di vino altoatesino ad accompagnare<br />

i vari stuzzichini.<br />

I vini dell’Alto Adige si distinguono per la loro eccellente qualità,<br />

grazie ad un clima favorevole, un terreno fertile e all’amore<br />

dei viticoltori e svolgono un ruolo chiave nelle iniziative, legate<br />

alla gastronomia in Alta Badia. E questo non solo nei ristoranti<br />

o rifugi della località. Con il “Dé dl vin, il Vino Sci Safari Alto<br />

Adige”, l’Alta Badia, in collaborazione con il Consorzio Vini Alto<br />

Adige, vuole dedicare una particolare giornata ai vini altoatesini<br />

per una degustazione in quota. In ognuna delle sei baite (Club<br />

Moritzino, I tablá, Ciampai, Bioch, Piz Arlara e Col Alt) verranno<br />

serviti le varietà di punta Pinot Bianco, Sauvignon, Gewürztraminer,<br />

Schiava, Lagrein e Pinot Nero. Inoltre, ai partecipanti verrà<br />

offerta la possibilità di degustare, i vini bianchi della Valle Isarco<br />

e gli spumanti dell’Alto Adige… e di godere dell’intrattenimento<br />

musicale presso alcune baite. Per gli amanti del vino, l’evento<br />

del 17 marzo <strong>2013</strong>, rappresenta un piacevole viaggio sugli sci,<br />

alla scoperta della grande varietà di vini del territorio. I biglietti<br />

per la degustazione si possono acquistare a 20 euro, direttamente<br />

presso i sei rifugi. L’apposito dépliant è disponibile presso<br />

gli uffici turistici dell’Alta Badia.<br />

Per inFOrmAziOni:<br />

Consorzio Turistico Alta Badia Tel.: 0471/836176-847037 - www.altabadia.org - email: info@altabadia.org<br />

SCI ALPINO<br />

06<br />

SOmmAriO<br />

SPECIALE MONDIALI di Gianmario Bonzi e Max Valle<br />

6 La firma di Ted Ligety<br />

12 Sofia Goggia... di felicità<br />

16 Azzurri da podio<br />

22 Francia da Oscar<br />

28 Diario da Schladming<br />

34 Garmisch 2011, la doppietta di Lizz Görgl<br />

40 Amara Verena Stuffer di Sonia Arpaia<br />

Fuga a Cesenatico per scordare la delusione iridata<br />

44 A piccoli passi di Giulia Favero<br />

Dall'infanzia alla Coppa del Mondo, cronaca di una crescita<br />

50 Alex Zingerle a testa bassa di Michela Caré<br />

L'emozione del debutto tra i grandi sulla pista di casa<br />

52 Occhi su Anika Angriman di Lorenzo Fabiano<br />

Un infortunio non frena la voglia di sci della vicentina<br />

3<br />

12<br />

40


www.solomagazine.it<br />

62<br />

80<br />

90<br />

Direttore responsabile<br />

Walter Perosino<br />

Direttore amministrativo<br />

Monica Gini<br />

redazione:<br />

Corso Mediterraneo 67<br />

torino<br />

Fax 011 500008<br />

info@solomagazine.it<br />

SOmmAriO<br />

SCI ALPINISMO<br />

56 Le due regine di Martina Valmassoi<br />

Intervista doppia a Mireia Mirò Varela e Laetitia roux<br />

62 Garantisce Natalia Mastrota di Giulia Favero<br />

La figlia d'arte ha conquistato il suo posto ai Mondiali<br />

66 Davide Galizzi, fulmine a ciel sereno di Martina Valmassoi<br />

In pochi mesi ha stravolto le gerarchie della Nazionale<br />

70 Dolomiti sopra a tutto di Sonia Arpaia<br />

E' partita la 21ª edizione del circuito più affascinante d'Italia<br />

FREESTYLE<br />

74 Galoppa Jack Matiz di Pasquale teoli<br />

Il veterano azzurro ha le idee chiare sul futuro<br />

FREERIDE<br />

80 Drew tabke non frena di Alberto Dolfin<br />

Lo statunitense vuole mantenere la leadership<br />

86 Skiers Cup all'europea di Alberto Dolfin<br />

La cronaca della spettacolare manifestazione a squadre<br />

SKI CROSS<br />

90 La scommessa di Marco tomasi di Pasquale teoli<br />

risultati e visibilità, le ricette per promuovere il movimento<br />

FOCUS SUGLI SCI CLUB<br />

96 Sci Club San Domenico di Giulia Favero<br />

98 kronplatz Ski team di Michela Carè<br />

100 Sci Snow Club Bacchereto di Leonardo Orfani<br />

LE RUBRICHE<br />

20 Alti e bassi di Gianmario Bonzi<br />

SPECIALE COMITATI<br />

104 PIEMONtE AOC<br />

Hanno collaborato Camilla Alfieri, Sonia<br />

Arpaia, Gianmario Bonzi, Michela Carè,<br />

Alberto Dolfin, Lorenzo Fabiano, Giulia Favero,<br />

Pasquale teoli, Max Valle, Martina Valmassoi<br />

Immagini di Areaphoto, Jeremy Bernard,<br />

David Carlier, Carlo Ceola, Dominique Daher,<br />

Droz-Photo, Getty Images, Grand Course,<br />

Freeride World tour, Marc Leclereq,<br />

Pixir rocks, kirk Paulsen, Pentaphoto,<br />

Maurizio torri, Ufficio Stampa Nazionale<br />

italiana sci alpinismo, Martina Valmassoi<br />

Progetto e realizzazione grafica<br />

Claudia rubiu, talia Verlato<br />

solomagazine Ski<br />

è una produzione<br />

Anno III, numero 2<br />

FEBBRAIO <strong>2013</strong><br />

In attesa di registrazione<br />

presso il tribunale di torino<br />

5<br />

Concessionaria di pubblicità<br />

t21 S.r.l. | target to One<br />

Via Francesco reina 35 | <strong>2013</strong>3 Milano<br />

t +39 02 97373747 | +39 02 97373864<br />

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Skype ufficio: t21_Milano<br />

www.t21.eu


TeDoro<br />

Ligety è stato l'uomo di Schladming con tre titoli mondiali<br />

e una superiorità assoluta nei confronti della concorrenza:<br />

«e' stata una settimana pazza, ora ho raggiunto alcune<br />

delle leggende di questo sport»<br />

di Max Valle / foto Getty Images


Come si può vedere dal medagliere<br />

i titoli iridati dei mondiali di<br />

Schladming sono stati vinti quasi<br />

tutti da grandissimi campioni e da grandissime<br />

campionesse. Ma alzi la mano<br />

chi avrebbe pensato che Ted Ligety si<br />

sarebbe portato a casa addirittura tre ori.<br />

Forse non l'avrebbe pensato nemmeno<br />

lui stesso, nato il 31 agosto 1984 a Salt<br />

Lake City e in Coppa del Mondo ormai da<br />

dieci anni. Nelle quattro precedenti edizioni<br />

dei Mondiali a cui aveva partecipato<br />

era stato quarto nel 2007 a Åre, bronzo<br />

nel 2009 in Val d'Isère e oro nel 2011 a<br />

Garmisch-Partenkirchen in quella che indubbiamente<br />

è la sua gara preferita da<br />

molti anni, il gigante, che è anche l'unica<br />

finora nella quale ha vinto in Coppa<br />

del Mondo, ben 15 volte, tante quante<br />

Alberto Tomba. In superG, la prima gara<br />

maschile in programma sulla Planai di<br />

Schladming mercoledì 6 febbraio, era<br />

stato solo una volta sul podio, piazzandosi<br />

secondo il 12 dicembre 2009 in Val<br />

d'Isère, mentre in questa stagione era<br />

stato quarto a Lake Louise e a Beaver<br />

Creek e sesto a Kitzbühel. Ligety sembra<br />

essere quindi uno dei favoriti per le prime<br />

posizioni e forse anche per le medaglie<br />

dato che il tracciato messo sul terreno<br />

dall'allenatore dei norvegesi moger è<br />

molto angolato e fa somigliare la gara<br />

più a un gigantone che a una discesa accorciata.<br />

Nessuno pensa però che possa<br />

puntare all'oro ma il campione dello<br />

Utah ha un numero relativamente basso,<br />

il 10, e in una giornata in cui la pista è<br />

tutta all'ombra e su una neve saponosa<br />

azzecca una traiettoria di gara perfetta<br />

rifilando due decimi di distacco al francese<br />

Gauthier De Tessières, la grandissima<br />

sorpresa di questa gara. Nessuno<br />

dei grandi favoriti riesce ad avvicinare il<br />

tempo di Ligety, solo Aksel Lund Svindal,<br />

con il 22, è in piena corsa per il titolo e lo<br />

vincerebbe se non commettesse alcune<br />

imprecisioni nella difficilissima parte finale,<br />

il norvegese deve accontentarsi del<br />

bronzo a 22 centesimi dallo statunitense<br />

che conquista un oro inaspettato ma meritato.<br />

«E' davvero incredibile - dice Ligety<br />

nel dopo gara -. E' stata una gara di nervi.<br />

Ho cercato di lasciar correre, i dossi<br />

non si vedevano, era molto difficile. Sotto<br />

ho dovuto prendere qualche rischio se<br />

volevo andare veloce. Sapevo che avevo<br />

SCi ALPinO<br />

delle possibilità in superG». Poi l'accenno<br />

al grave infortunio di Lindsey Vonn nello<br />

sciagurato superG femminile del giorno<br />

prima: «Per Lindsey è stata una cosa terribile<br />

ma questo non ha influito sulla mia<br />

gara. Anche in supercombinata ho delle<br />

buone possibilità».<br />

E infatti Ted guarda già alla prova multipla<br />

evitando di disputare la discesa del<br />

sabato. La supercombinata si tiene lune-<br />

8<br />

dì 11 febbraio con la discesa in calendario<br />

a mezzogiorno e la manche di slalom<br />

alle 18,15 sotto i riflettori, come accade di<br />

solito nella night race che si disputa tutti<br />

gli anni nella parte finale della Planai. In<br />

questa gara un oro di Ligety è considerato<br />

ancora più improbabile dato che in<br />

Coppa del mondo non è mai andato al<br />

di là di due quarti posti e che il suo unico<br />

successo risale ai Giochi di Torino 2006,<br />

quando vinse l'ultima combinata che<br />

assegnava un oro olimpico o mondiale<br />

con il formato classico, la discesa più due<br />

manche di slalom invece che una sola,<br />

oltretutto Ted tra i pali stretti non è più così<br />

forte come in quel periodo: dal 2005 al<br />

2008 può vantare sei podi in slalom e poi<br />

basta. Ma lo statunitense è in uno stato<br />

di grazia assoluto e nella discesa, su una<br />

neve dura completamente diversa da<br />

quella del superG, si piazza sesto a 72<br />

centesimi dal leader, l'austriaco Romed<br />

Baumann, ed è il primo tra quelli che se<br />

la cavano bene tra i pali stretti. Questo<br />

piazzamento nella gara veloce è solo il<br />

primo mattone di un capolavoro che Ted<br />

completa in notturna sciando in slalom<br />

come ai vecchi tempi: fa segnare addirittura<br />

il secondo tempo parziale alle spalle<br />

«SAPeVO Che AVeVO DeLLe POSSiBiLiTà in SUPerG, mA in SUPerCOmBinATA<br />

è STATA UnA SOrPreSA AnChe PerChé nOn LA VinCeVO DA TAnTO TemPO<br />

menTre in GiGAnTe DA CAmPiOne USCenTe SenTiVO TAnTA PreSSiOne SU Di me»


SCi ALPinO<br />

«VeDere in OGni GArA LA LUCe VerDe DeL PrimO POSTO ALL'ArriVO è STATO BeLLiSSimO»<br />

del francese Alexis Pinturault, che alla<br />

fine sarà sesto dopo una brutta discesa.<br />

Ligety precede di un'enormità, 1"15,<br />

il croato Ivica Kostelic e di 1"17 Baumann<br />

che conquista la prima medaglia per il<br />

Wunderteam maschile padrone di casa.<br />

Ted invece comincia a far segnare alcuni<br />

record: è al terzo oro iridato in carriera in<br />

tre discipline diverse, inoltre da sei anni<br />

nessun uomo riusciva a vincere due ori<br />

nella stessa edizione dei Mondiali, l'ultimo<br />

era stato Aksel Lund Svindal a Åre nel<br />

2007. «Una vittoria sicuramente un po'<br />

sorprendente - ammette Ted -. Non sono<br />

riuscito a vincere per anni in questa gara,<br />

ce l'ho fatta dopo tanto tempo, l'ultima<br />

volta era stata ai Giochi di Torino 2006.<br />

Ho pensato a sciare il meglio possibile,<br />

nello slalom ho cercato di fare una manche<br />

solida senza fare troppi errori. Vedere<br />

la luce verde del primo posto all'arrivo<br />

è stato bellissimo».<br />

Altri quattro giorni e venerdì 15 febbraio<br />

è la volta del gigante, in cui, oltre alle<br />

vittorie cui abbiamo accennato in precedenza,<br />

Ligety ha intascato tre coppe di<br />

specialità nelle passate cinque stagioni<br />

ed ha praticamente già virtualmente<br />

in saccoccia la quarta grazie a quattro<br />

successi su cinque gare di quest'inverno.<br />

E' considerato il favorito assoluto e l'unico<br />

avversario credibile per lui è Marcel<br />

hirscher, ma in stagione spesso e volentieri<br />

lo statunitense ha vinto con distacchi<br />

da orologio a cucù: 2"75 su Manfred<br />

moelgg a Sölden, 1"76 su Hirscher a Beaver<br />

Creek, 2"04 a Hirscher in Alta Badia e<br />

1"15 su Fritz Dopfer ad Adelboden, solo in<br />

Val d'Isère si è dovuto accontentare di non<br />

vincere classificandosi terzo. Nella prima<br />

manche mette subito tutti d'accordo rifilando<br />

1"30 a Svindal e 1"31 a Hirscher,<br />

nella seconda attacca alla morte per due<br />

terzi di frazione arrivando ad avere quasi<br />

1"7 su Hirscher prima del muro finale sul<br />

quale passeggia letteralmente tagliando<br />

il traguardo con 81 centesimi di vantaggio<br />

sull'austriaco. Ted entra nella storia perché<br />

l'ultimo a vincere tre ori mondiali che<br />

non fossero contemporaneamente tre ori<br />

olimpici era stato Toni Sailer, che a Bad<br />

Gastein nel 1958 vinse discesa, gigante<br />

e combinata (più l'argento in slalom),<br />

mentre lo stesso Sailer nel 1956 a Cortina<br />

e Jean-Claude Killy nel 1968 a Grenoble<br />

vinsero discesa, gigante e slalom che<br />

valevano sia per i cinque cerchi che per<br />

10<br />

l'iride più l'oro mondiale in combinata. Ligety<br />

inoltre eguaglia il bottino di quattro<br />

ori totali iridati in carriera del suo connazionale<br />

Bode miller ed è il primo a confermare<br />

il titolo mondiale in gigante dai<br />

tempi del povero Rudolf nierlich, trionfatore<br />

nel 1989 e 1991. «Se volete chiamarmi<br />

il re di Schladming è bello - fa sapere un<br />

raggiante Ted -. E' stata una settimana<br />

pazza, ora ho raggiunto alcune delle leggende<br />

di questo sport. E' davvero incredibile.<br />

In gigante da campione uscente<br />

sentivo davvero tanta pressione su di me.<br />

Ho dovuto tirare al massimo per rimanere<br />

davanti a Marcel. E' un grande sciatore<br />

e ha l'età dalla sua». Un grande campione<br />

non solo in pista ma anche davanti al<br />

microfono per l'onore delle armi che ha<br />

reso al suo grande avversario. Nell'ultima<br />

gara dei Mondiali, lo slalom, parte come<br />

un forsennato ma stavolta esce dopo<br />

poche porte, tuttavia il titolo di assoluto<br />

protagonista della 42ª edizione dei campionati<br />

del mondo di sci alpino non glielo<br />

può togliere nessuno. E chissà che dopo<br />

questa clamorosa serie di vittorie Ligety<br />

l'anno prossimo non faccia un pensierino<br />

alla Coppa del Mondo generale, l'unico<br />

trofeo che ancora gli manca...


GOGGiA<br />

di felicità<br />

La bergamasca, aggregata all'ultimo momento, è esplosa nel<br />

momento più importante della stagione: «e' stato bello gareggiare<br />

con le big, ho avuto modo di osservarle, un'esperienza fantastica»<br />

di Gianmario Bonzi / foto Getty Images e Pentaphoto


Diciamocelo francamente: il talento di Sofia Goggia da<br />

Bergamo Alta, classe 1992, almeno per gli addetti ai<br />

lavori, era noto da tempo, per quanto fatto nelle ultime<br />

due stagioni in Coppa Europa (4 vittorie e 9 podi, un anno fa<br />

terza nella classifica generale, oggi è seconda), per quel sesto<br />

posto in discesa ai Mondiali junior di Megeve, a 17 anni, nel<br />

2010, per i quattro titoli italiani, sempre tra le juniores, maturati<br />

in tre discipline diverse. Ma, detto questo, l'aspettavamo sì tra<br />

le protagoniste assolute, visti anche gli infortuni negli ultimi due<br />

anni, a partire però dal prossimo inverno, quindi con la Coppa<br />

del Mondo <strong>2013</strong>-2014, quella ci condurrà alle Olimpiadi di Sochi.<br />

E la convocazione per i Mondiali di Schladming, bisogna<br />

essere sinceri e ammetterlo, ci aveva lasciato un po' perplessi,<br />

non tanto, appunto, perché non conoscessimo il suo valore,<br />

quando perché pensavamo semplicemente che il suo momento<br />

sarebbe arrivato, a breve, mentre, magari, una Francesca<br />

Marsaglia, che vecchia certo non è (23 anni), reduce da una<br />

stagione senza grandi acuti, per carità, ma pur sempre terza<br />

miglior discesista italiana risultati di Coppa del Mondo alla<br />

mano, avrebbe comunque meritato la convocazione pur non<br />

soddisfacendo i parametri imposti dalla Federazione (anche<br />

perché, se il dt raimund Plancker si fosse basato solo su quelli,<br />

in Styria ci sarebbero andate solo Daniela merighetti, Elena<br />

Fanchini, Irene Curtoni e Denise Karbon). E invece...<br />

E invece, anche se alcune compagne di squadra non saranno<br />

d'accordo con quanto stiamo per scrivere, perché non credono<br />

a questo tipo di... motivazioni, Sofia ha rappresentato la svolta<br />

della stagione per la squadra femminile italiana, dando la scossa<br />

a tutto l'ambiente. Hanno avuto ragione il presidente Flavio<br />

roda, il direttore tecnico Plancker con il suo staff, che, verificate<br />

le possibilità di Sofia, attraverso allenamenti e Coppa Europa, di<br />

poter ottenere risultati a Schladming e anche il suo ottimale stato<br />

fisico, hanno deciso di portarla in Austria, proprio con l'intento di<br />

cui sopra, ovvero "svegliare le altre". Obiettivo centrato. Complimenti<br />

a loro e a lei.<br />

Il 4 febbraio, cioè alla vigilia del superG iridato, prima gara in<br />

velocità tra le grandi, lei che fino a quel giorno aveva disputato<br />

solamente quattro giganti in Coppa del mondo (tre quest'anno),<br />

con due non qualifiche e due uscite, abbiamo cominciato subito<br />

a drizzare le orecchie: «Per me è una grande occasione, sono<br />

tranquilla. In fondo, si tratta di una gara come tutte le altre, solo<br />

c'è più gente e si assegnano le medaglie». Ecco, le parole che<br />

vorresti sempre sentirti dire da una tua esordiente, ma soprattutto,<br />

era il suo volto a dare l'impressione di serenità. Poi, la sua<br />

prova maiuscola con il pettorale numero 33, il podio che sembrava<br />

cosa fatta fino all’uscita della traversa finale, dove avevano<br />

sbagliato in tante e poi è svanito per soli 5 centesimi, persi<br />

tutti in fondo, dove «pensavo la pista girasse di più, altrimenti<br />

avrei mollato di più....». Medaglia o non medaglia, un esordio<br />

pazzesco.<br />

Insomma, l'Italia ha scoperto una stella dello sci alpino. Adesso<br />

sentirete dire da ogni parte le solite baggianate che vanno di<br />

moda in questi casi, del tipo "non mettetele troppa pressione<br />

addosso ecc. ecc.", ma i campioni veri la pressione la sanno<br />

SOFiA SCi ALPinO GOGGiA<br />

14<br />

domare, e poi non saranno certo i giornalisti ad azzerare le potenzialità<br />

di un'atleta.<br />

Andiamola a scoprire, allora, la bergamasca Sofia Goggia, attraverso<br />

le sue parole: «Ho iniziato a sciare a Foppolo, quando<br />

avevo tre anni. Lo sci è sempre stato il mio più grande obiettivo,<br />

sin da quando ero piccola. Nonostante questo, però, sono riuscita<br />

a conseguire il diploma di maturità scientifica e lo scorso<br />

settembre mi sono iscritta a Economia, a Bergamo. Credo che<br />

sia importante non vivere solo di sci e continuare gli studi per<br />

avere un'elasticità di pensiero un po' più ampia». E lo dimostra la<br />

sua famiglia: «Mamma Giuliana è laureata in lettere, papà Ezio<br />

è un ingegnere civile, mentre mio fratello Tommaso si sta laure-<br />

ando in Ingegneria di automazione. La mia famiglia mi ha sempre<br />

supportata, soprattutto nei momenti piu difficili... Non lo so,<br />

magari dopo tutti gli infortuni che ho patito (tanti, tre alle ginocchia,<br />

ndr), si sono chiesti più volte se lo sci fosse il meglio per me,<br />

come un normale genitore farebbe. Alla fine la mia decisione di<br />

continuare sempre e comunque credo li abbia convinti...». E i risultati,<br />

sono lì, sotto gli occhi di tutti: una Coppa Europa sfiorata,<br />

nella stagione 2011-2012, chiusa al terzo posto finale ma senza<br />

aver potuto disputare le ultime, decisive, gare (né, tantomeno,<br />

i Mondiali jr. in casa, a roccaraso), causa ennesimo infortunio<br />

al ginocchio, occorsole durante il gigante di Coppa Europa ad<br />

Andalo, quando si ruppe il legamento crociato del ginocchio destro,<br />

esattamente come nel 2007... Al momento può vantare,<br />

15<br />

sci alpino<br />

come già ricordato, quattro vittorie e 9 podi nel circuito continentale<br />

e un 4° (in superG), un 7° (in supercombinata) e un 21° posto<br />

(in discesa) ai mondiali senior appena conclusi.<br />

A proposito dell'infortunio di un anno fa, ecco qual era il morale<br />

di Sofia all’epoca, ce lo racconta lei stessa: «Il mio morale l'anno<br />

scorso non era dei migliori. Ero affranta, delusa, triste. Quando<br />

invece mi hanno detto che sarei andata ai Mondiali di Schladming<br />

sono rimasta sorpresa, ovviamente molto felice; ma, allo<br />

stesso tempo, un po' spaventata, perché non me la sono sentita<br />

meritata pienamente; non ho soddisfatto i criteri di qualificazione<br />

imposti dalla Federazione, sono stata portata per scelta coraggiosa<br />

del nostro direttore tecnico, raimund Plancker. La pista su<br />

cui abbiamo gareggiato in velocità, a Schladming, la Streicher,<br />

non è particolarmente difficile, credo che sia alla portata anche<br />

delle ragazze di Coppa Europa. E' stato bello gareggiare con le<br />

big, ho avuto modo di osservarle, reputo l'esperienza fantastica».<br />

Ma chi è, veramente, la ragazza Sofia Goggia? «Una giovane<br />

tenace, combattiva e anche un po' testarda. Ho grande volontà,<br />

mi piace leggere libri di storia, il mio personaggio preferito<br />

è Napoleone. Alterno il mio tempo libero divertendomi con le<br />

amiche o facendo lunghe passeggiate solitarie in montagna (o<br />

con l'amica Lisa Agerer, ndr). Quando voglio rilassarmi ascolto<br />

musica classica, da Vivaldi a Mozart». E il futuro? «Lo vedo come<br />

una strada in salita, ma con tanta voglia di percorrerla e di...<br />

reagire alla pendenza».<br />

Sofia è piaciuta anche per la simpatia e la spontaneità mostrata<br />

al primo impatto con taccuini e microfoni: «L'impatto con<br />

i media mi è sembrato normale, anche se non lo avevo mai<br />

affrontato prima d'ora. In generale mi piace parlare con i giornalisti,<br />

ma non nego che alcuni ti fanno delle domande un po'<br />

strane, che ti spiazzano, a cui non sai rispondere. E' una cosa<br />

divertente... quando hai tempo per concederti alle interviste».<br />

II Mondiali jr in Canada non sono stati fortunati per Sofia, ma<br />

non importa. In ogni caso, dal prossimo anno la vedremo solcare<br />

tutte le piste di Coppa del Mondo, con coraggio e fiducia<br />

in sé stessa. E se la stagione femminile prenderà una piega<br />

diversa nelle ultime gare, beh in piccola parte sarà stato anche<br />

merito suo....


Dominik Paris vola sul traguardo della libera mondiale<br />

Facce da podio<br />

Una attesa, l'altra possibile e l'ultima commovente, l'italia ha portato<br />

a casa tre medaglie grazie a Dominik Paris, manfred moelgg e nadia Fanchini<br />

di Max Valle / foto Getty Images


Per la squadra azzurra, soprattutto<br />

quella maschile, era impossibile<br />

ripetere il clamoroso Mondiale di<br />

Garmisch-Partenkirchen, nel quale gli<br />

uomini avevano raccolto cinque medaglie,<br />

ben tre con Christof innerhofer di<br />

tutti e tre i metalli. Allora l'Italia maschile<br />

aveva avuto una stagione di Coppa del<br />

Mondo piuttosto negativa e aveva colto<br />

nei Mondiali in Baviera l'occasione di<br />

riscattarsi. Stavolta gli azzurri arrivavano<br />

alla rassegna iridata in Stiria con un<br />

inverno di Coppa completamente opposto<br />

e cioè ricchissimo di soddisfazioni<br />

soprattutto nella velocità: ben quattro<br />

vittorie in discesa, con Innerhofer a Beaver<br />

Creek e a Wengen e con Dominik<br />

Paris a Bormio e a Kitzbühel, e una in<br />

superG con Matteo marsaglia a Beaver<br />

Creek. Nelle gare tecniche solo Manfred<br />

moelgg e Davide Simoncelli sono riusciti<br />

a salire sul podio, l'altoatesino è stato<br />

secondo in gigante a Sölden e terzo in<br />

slalom ad Adelboden, il trentino è stato<br />

stupefacente terzo nel gigante di Beaver<br />

Creek dopo che quest'estate era stato<br />

vittima di una perforazione intestinale<br />

e salvato per il rotto della cuffia. Molto<br />

peggiore la situazione delle ragazze: un<br />

solo podio stagionale, il secondo posto<br />

di Daniela merighetti nella discesa di<br />

SCi ALPinO<br />

St. Anton, e solo altri 12 piazzamenti da<br />

top ten. Inoltre era ferma ai box l'atleta<br />

che aveva più concrete possibilità di<br />

medaglia, Federica Brignone, guarda<br />

caso colei che aveva vinto l'argento due<br />

anni fa in gigante, senza dimenticare<br />

una Johanna Schnarf, anch'essa infortunata,<br />

che nella velocità poteva dire la<br />

sua.<br />

Alla fine l'Italia è tornata da Schladming<br />

con tre medaglie, una molto attesa, una<br />

che era possibile e una del tutto inaspettata.<br />

Quella molto attesa l'ha vinta<br />

il 9 febbraio Dominik Paris nella discesa<br />

maschile, il 23enne altoatesino è riuscito<br />

a reggere alla grande la pressione<br />

di essere uno dei favoriti per essere il<br />

leader del trofeo di specialità e per i due<br />

successi stagionali e si è preso l'argento<br />

a 46 centesimi dal trionfatore Aksel<br />

Lund Svindal. Innerhofer, invece, questa<br />

pressione non l'ha retta e in superG è<br />

stato settimo cedendo il titolo di cui era<br />

detentore a Ted Ligety, in discesa è stato<br />

quattordicesimo e in supercombinata è<br />

uscito nello slalom. Paris ha confermato<br />

i grandissimi miglioramenti evidenziati<br />

nelle ultime stagioni, nelle prossime<br />

può vincere davvero tanto perché l'età<br />

è dalla sua e ha dei piedi estremamen-<br />

18<br />

te scorrevoli che lo fanno andar forte su<br />

qualsiasi tipo di pista e di neve. La medaglia<br />

che era possibile se l'è presa il<br />

15 febbraio Manfred Moelgg nel gigante<br />

maschile, il 30enne di San Vigilio di<br />

Marebbe, staccato di 1"75 dal vincitore<br />

Ligety, si porta a casa la terza medaglia<br />

iridata della sua carriera dopo che c'era<br />

riuscito due volte in slalom, argento a<br />

Åre nel 2007 e bronzo a Garmisch-Partenkirchen<br />

nel 2011. Manfred inoltre è il<br />

quinto italiano a essere salito sul podio<br />

mondiale in entrambe le prove tecniche<br />

dopo Zeno Colò, Gustavo Thoeni, Piero<br />

Gros e Alberto Tomba: questo per dire<br />

che come lui hanno fatto solo i nostri più<br />

immensi campioni, infine la zona podio<br />

in gigante tra Mondiali e Olimpiadi<br />

ci mancava dall'oro iridato di Tomba a<br />

Sierra Nevada 1996. Davvero un peccato<br />

che poi Manni abbia inforcato nella<br />

seconda manche dello slalom perché<br />

un altro grande risultato era alla sua<br />

portata e comunque si è dimostrato ancora<br />

una volta di gran lunga il più solido<br />

degli slalomgigantisti dal punto di vista<br />

psicologico. Infine la medaglia più inaspettata,<br />

e aggiungiamo commovente,<br />

l'ha vinta il 10 febbraio Nadia Fanchini<br />

nella discesa femminile, un argento<br />

straordinario che è stato a lungo un oro<br />

Nadia Fanchini<br />

fino all'arrivo con il numero 22 della<br />

sorprendente francese Marion rolland.<br />

Tutti aspettavano l'acuto di Dada Merighetti,<br />

o addirittura di Sofia Goggia,<br />

che convocata all'ultimo momento senza<br />

mai aver fatto risultato in Coppa del<br />

Mondo ma con una grande stagione di<br />

Coppa Europa all'attivo si era classificata<br />

incredibilmente al quarto posto in<br />

superG e al settimo in supercombinata.<br />

Invece Nadia, con il numero 2, ha firma-<br />

SCi ALPinO<br />

Dominik Paris Manfred Moelgg<br />

to la gara della rinascita dopo una serie<br />

impressionante di problemi fisici e di infortuni,<br />

il più grave dei quali, la rottura<br />

di tutti i legamenti delle ginocchia a St.<br />

Moritz nel 2010 seguito l'anno successivo<br />

da un altro crociato rotto mentre<br />

faceva l'apripista nella discesa di Cortina,<br />

le ha fatto perdere praticamente<br />

due anni di gare. Ma la camuna non<br />

ha mai mollato, ha sempre creduto di<br />

poter tornare ad alto livello e l'argento<br />

19<br />

di Schladming l'ha premiata: un bronzo<br />

l'aveva già intascato in Val d'Isère<br />

nel 2009, stavolta ha eguagliato quello<br />

che fece la sorella Elena nella discesa<br />

di Santa Caterina nel 2005 quando vinse<br />

un argento che sembrava il preludio<br />

a una grande carriera. Nadia invece la<br />

sua seconda, o anche terza, carriera, la<br />

comincia da questa piazza d'onore sulla<br />

pista Streicher di Schladming che vale<br />

come e forse anche più di un oro.


SChLADminG <strong>2013</strong><br />

A parte il superG donne, con le atlete lasciate in partenza<br />

tre ore e mezza per continui rinvii, organizzazione<br />

(anche logistica), preparazione della piste e<br />

coinvolgimento del pubblico impeccabili. mondiale<br />

vero, basta guardare i vincitori, tutti degnissimi (rolland,<br />

forse, a parte).<br />

KeVin KOSTner<br />

nutrivamo qualche dubbio, ma il suo concerto-esibizione<br />

a Schladming è stato splendido e ha positivamente<br />

coinvolto un nutrito numero di fans. Country<br />

melodico di piacevole ascolto e grande dedizione<br />

del famoso attore nel canto e nel suonare la chitarra.<br />

Davvero una gradita sorpresa.<br />

mArCeL hirSCher<br />

Otto milioni di austriaci, e non stiamo esagerando,<br />

praticamente tutta la popolazione, volevano la sua<br />

medaglia d’oro in slalom. Beh lui l’ha vinta, all’ultimo<br />

giorno del mondiale, con tutta la pressione possibile<br />

addosso. L’abbiamo già detto, ci ripetiamo: vincerà<br />

quanto Alberto Tomba…<br />

ChALeT iTALiA<br />

A ogni mondiale è puntuale, impeccabile e ti fa sentire<br />

un po’ a casa, per i cibi, il calore, l’affetto delle<br />

persone. ma non ci stancheremo mai di ringraziare<br />

cuochi, camerieri e tutto lo staff per la gentilezza<br />

e la dedizione dimostrata. non a caso, ogni giorno<br />

era pieno anche di stranieri, giornalisti, atleti. Con<br />

una particolarità non da poco: tutto gratis, a differenza<br />

di Casa Svizzera, Austria e via dicendo…<br />

SQUADrA AmeriCAnA<br />

Un team incredibile. Perde la sua “regina”, Lindsey<br />

Vonn, alla prima gara, causa primo vero grave infortunio<br />

della carriera. Beh, risponde alla grande, con<br />

tre ori di Ted Ligety, il primo posto della 17enne mikaela<br />

Shiffrin in slalom e il bronzo di Julia mancuso<br />

(nella foto) nel superG femminile. La Vecchia europa<br />

lascia spazio alla squadra a stelle e strisce prima nel<br />

medagliere.<br />

alti bassi<br />

iTALiA<br />

Tre medaglie sono un buon bottino, sicuramente. Anche<br />

se è mancato il metallo più pregiato, non facile<br />

da raggiungere e conquistato a Garmisch 2011 da Cristof<br />

innerhofer (nella foto) in superG. ma soprattutto<br />

è mancato l’acuto nello slalom, con moelgg, Gross,<br />

Tahler e razzoli tutti in grado, potenzialmente, di salire<br />

sul podio, sulla carta. Purtroppo poi nessuno ce l’ha<br />

fatta. Le donne meglio del previsto in velocità, in difficoltà nelle gare tecniche.<br />

TinA mAze<br />

e' lei la regina dei mondiali, al femminile ovviamente, con<br />

un oro e due argenti. e’ stata anche brava a gareggiare in<br />

slalom con un problema fisico non indifferente e poi ha deliziato<br />

la platea del Tyrolberg suonando e cantando con la<br />

sua band, bella come il sole. Solo ci è piaciuto poco il pianto<br />

dopo l’argento in Supercombinata. Sta dominando la stagione,<br />

davvero può solo essere felice di quanto fatto quest’anno<br />

AnnA FenninGer<br />

il bronzo agguantato in gigante è un gran risultato, resta<br />

però ancora qualche difficoltà (è normale) nel gestire la tensione<br />

e le aspettative, altissime per un mondiale in casa.<br />

Uscita in superG e in supercombinata, lontano dalle migliori<br />

in discesa, è tornata a casa a rilassarsi prima dell’ultima<br />

chance iridata, tra le porte larghe. Scelta benedetta.<br />

STreiCher<br />

La pista su cui hanno gareggiato le donne, gigante<br />

a parte, si è dimostrata all’altezza della situazione<br />

finché la neve è rimasta molto dura. Con neve molle,<br />

durante lo slalom, ha mostrato il suo vero volto, ovvero<br />

si è rivelata facile. Perché non far gareggiare anche le<br />

ragazze, tra i rapid gates, sulla ben più ripida “Planai”,<br />

come avvenuto anche tra le porte larghe?<br />

GiGAnTiSTe AzzUrre<br />

Dispiace, perché Denise Karbon e nadia Fanchini, prima di<br />

sbagliare o uscire, stavano andando molto bene. ma purtroppo<br />

bisogna guardare il risultato, che vede manuela moelgg<br />

(nella foto) migliore delle italiane con il suo 11° posto.<br />

Su una pista molto difficile e selettiva, con manto duro, era<br />

lecito aspettarsi di più, nonostante l’assenza di Federica<br />

Brignone”.<br />

di Gianmario Bonzi / foto Getty Images e Pentaphoto<br />

ATLe SKAArDAL<br />

Se un banco di nebbia si posa sulla pista e non se ne va<br />

(come accaduto per il superG donne), non è colpa di nessuno.<br />

ma bisogna cambiare i regolamenti: non si può chiedere<br />

alle ragazze di stare tre ore e mezza in partenza con rinvii<br />

di 15 minuti, per un totale di 13. La concentrazione va a farsi<br />

benedire.<br />

FiS<br />

idem come sopra. Per gigante e slalom donne, 139<br />

atlete al via. Dal pettorale 15 in avanti, 40 secondi<br />

di intervallo tra un’atleta e l’altra. Lo spettatore in<br />

pratica ha potuto vedere la spinta al cancelletto e le<br />

ultime porte sul muro. L’indiana Varsha Devi, n.136<br />

(nella foto), è stata la più lenta di tutte con 1’ e 1’’ di<br />

distacco da Tessa Worley, oro iridato. e’ spettacolo,<br />

questo?<br />

ALeXiS PinTUrAULT<br />

ha sciato bene solo a sprazzi, per esempio nello<br />

slalom della supercombinata, anche se non è bastato<br />

per agguantare una medaglia. intendiamoci,<br />

è un talento strepitoso e vincerà tanto in futuro, ma<br />

a Schladming non ha raccolto nulla, nonostante il<br />

mondiale strepitoso dei suoi compagni di squadra.<br />

Tutta esperienza nuova da mettere via…<br />

VeLOCiTA’ AUSTriACA<br />

hirscher è hirscher, ma in Austria si vive per la discesa<br />

e un po’ anche per il superG, da quando esiste.<br />

Quattro gare, tra uomini e donne, nessuna medaglia<br />

per il Wunderteam, tra Kroell (nella foto), reichelt,<br />

Goergl, Fischbacher, Fenninger, Sterz, Franz e compagnia<br />

che pure, soprattutto i primi due, male non<br />

avevano fatto in stagione. Per l’Austria è stato un<br />

bello smacco, indubbiamente, nonostante il trionfo<br />

nel Team event e il secondo posto finale nel medagliere.<br />

SQUADrA SVizzerA<br />

nessuna medaglia con i maschietti e bilancio generale rossocrociato<br />

salvato dal talento di Lara Gut (nella foto), comprendendo<br />

anche le donne, argento in superG. era prevedibile,<br />

con la sfortuna che ha falcidiato la squadra (Feuz) e il ritiro di<br />

Didier Cuche. La Svizzera ha sempre prodotto grandi talenti<br />

in ogni settore dello sci alpino, saprà rialzarsi alla svelta.


Francia da oscar<br />

Un mondiale da incorniciare per i transalpini che oltre all'oro annunciato della Worley,<br />

hanno riscoperto il talento di De Tessières, Poisson e rolland<br />

di Max Valle / foto Getty Images<br />

E' festa grande a Schladming per tessa Worley


SCi ALPinO<br />

LA FrAnCiA hA STeCCATO SOLTAnTO COn LA SUA STeLLA Più LUminOSA,<br />

ALeXiS PinTUrAULT Che Si è DOVUTO ACCOnTenTAre Di PiAzzAmenTi:<br />

Un QUinTO e Ben Tre SeSTi POSTi<br />

David Poisson<br />

Il medagliere dei Mondiali di Schladming<br />

per numero di ori è stato stravinto<br />

dagli Stati Uniti che se ne sono<br />

portati a casa quattro, i tre di Ted Ligety<br />

e quello della futura regina assoluta<br />

dello sci alpino nonché già regina dello<br />

slalom, la teenager Mikaela Shiffrin,<br />

terza più giovane vincitrice della storia di<br />

una gara iridata tra i pali stretti, a questi<br />

successi c'è da aggiungere il bronzo in<br />

superG di Julia mancuso, una che in occasioni<br />

come queste non tradisce mai.<br />

Dal canto suo l'Austria padrona di casa<br />

ha collezionato otto metalli preziosi di<br />

cui due d'oro, quello di un team event<br />

letteralmente dominato e quello nello<br />

slalom di Marcel hirscher che con l'argento<br />

in gigante è uno di quelli, oltre a<br />

Ligety, che si sono aggiudicati almeno<br />

due medaglie individuali nella rassegna<br />

iridata in Stiria, con lui ci sono Aksel<br />

Lund Svindal, oro in discesa e bronzo in<br />

superG, Tina maze, oro in superG e argento<br />

in supercombinata e in gigante, e<br />

Maria riesch, oro in supercombinata e<br />

bronzo in discesa.<br />

Ma è stato un grande mondiale anche<br />

per la Francia, che ha steccato con la<br />

sua stella più luminosa, Alexis Pinturault<br />

(il quale peraltro ha collezionato<br />

un quinto posto in gigante e tre sesti posti<br />

in superG, supercombinata e slalom),<br />

ma che si è portata a casa quattro medaglie,<br />

una delle quali era ampiamente<br />

pronosticabile, e cioè l'oro in gigante di<br />

Tessa Worley, andata letteralmente a<br />

nozze su una pista molto ripida come la<br />

Planai e sul fondo ghiacciato, condizioni<br />

di gara in cui si trova a meraviglia ma<br />

che non aveva mai trovato in stagione<br />

tanto da non essere mai andata più in<br />

là di tre terzi posti, e nelle quali si è confermata<br />

oggettivamente la più forte. Le<br />

altre tre medaglie dei cugini d'Oltralpe<br />

le hanno conquistate invece tre atleti<br />

che nessuno avrebbe mai pronosticato<br />

e che sono tutti oltre i trent'anni: Gauthier<br />

De Tessières, classe 1981, David<br />

Poisson e Marion rolland, classe 1982.<br />

Seguendo la cronologia dei Mondiali<br />

cominciamo da De Tessières: nel superG<br />

(e anche in discesa) avrebbe dovuto<br />

gareggiare una delle punte della<br />

squadra transalpina, Johan Clarey,<br />

che però si infortuna proprio alla vigilia<br />

della manifestazione iridata, De Tessières,<br />

che è bravo soprattutto in gigante,<br />

specialità nella quale è stato terzo in Val<br />

d'Isère nel 2008, nella disciplina in cui<br />

viene fatto gareggiare invece il primo<br />

piazzamento nei top ten l'ha ottenuto il<br />

1° dicembre 2012 quando è stato ottavo<br />

a Beaver Creek. Ebbene, De Tessières fa<br />

la gara della vita che in queste occasioni<br />

riesce spesso ad atleti non troppo vincenti<br />

e col numero 4 si installa in prima<br />

posizione, solo Ted Ligety lo sorpassa di<br />

due decimi, Svindal gli sta dietro di soli 2<br />

centesimi e per il francese è un argento<br />

che sa di miracolo visto che nemmeno<br />

avrebbe dovuto partecipare ai Mondiali.<br />

SCi ALPinO<br />

24 25<br />

LE MEDAGLIE DI SCHLADMING <strong>2013</strong><br />

5 febbraio <strong>2013</strong><br />

superG femminile<br />

OrO tina Maze (Slovenia)<br />

ArGENtO Lara Gut (Svizzera)<br />

BrONZO Julia Mancuso (Stati Uniti)<br />

6 febbraio <strong>2013</strong><br />

superG maschile<br />

OrO ted Ligety (Stati Uniti)<br />

ArGENtO Gauthier De tessières (Francia)<br />

BrONZO Aksel Lund Svindal (Norvegia)<br />

8 febbraio <strong>2013</strong><br />

supercombinata femminile<br />

OrO Maria riesch (Germania)<br />

ArGENtO tina Maze (Slovenia)<br />

BrONZO Nicole Hosp (Austria)<br />

9 febbraio <strong>2013</strong><br />

discesa maschile<br />

OrO Aksel Lund Svindal (Norvegia)<br />

ArGENtO Dominik Paris (Italia)<br />

BrONZO David Poisson (Francia)<br />

10 febbraio <strong>2013</strong><br />

discesa femminile<br />

OrO Marion rolland (Francia)<br />

ArGENtO Nadia Fanchini (Italia)<br />

BrONZO Maria riesch (Germania)<br />

11 febbraio <strong>2013</strong><br />

supercombinata maschile<br />

OrO ted Ligety (Stati Uniti)<br />

ArGENtO Ivica kostelic (Croazia)<br />

BrONZO romed Baumann (Austria)


Marion rolland<br />

SCi ALPinO<br />

26<br />

Poisson invece la qualificazione per la<br />

discesa se l'è guadagnata con un sorprendente<br />

quarto posto due settimane<br />

prima a Kitzbühel che eguaglia lo stesso<br />

piazzamento ottenuto a Bormio nel<br />

2009. Mai sul podio in carriera prima<br />

della discesa mondiale quindi ma a<br />

Poisson la pista Planai e il ghiaccio<br />

della discesa maschile piacciono e va<br />

a prendersi un'incredibile medaglia<br />

di bronzo alle spalle di Svindal e del<br />

nostro Dominik Paris e staccato di 97<br />

centesimi dal vincitore.<br />

Ma il clou delle medaglie sorprendenti<br />

per la Francia si raggiunge il<br />

giorno dopo nella discesa femminile,<br />

eppure tutti noi italiani, prima<br />

di dare ormai per vincente Nadia<br />

Fanchini, avremmo dovuto ricordare<br />

(e in pochissimi l'hanno fatto)<br />

che Marion Rolland aveva ottenuto<br />

gli unici due podi della sua carriera<br />

l'anno scorso proprio sulla Streicher<br />

di Schladming nelle finali di Coppa<br />

del Mondo: era stata seconda in<br />

discesa e terza in superG, mentre<br />

come miglior piazzamento stagionale<br />

in discesa aveva un quarto<br />

posto a Cortina d'Ampezzo. Prima<br />

di questi Mondiali, Rolland più che<br />

per i suoi risultati, era famosa per<br />

essersi clamorosamente sdraiata<br />

Gauthier de tessières<br />

sulla neve a soli tre secondi dalla sua<br />

partenza nella discesa olimpica di Whistler<br />

nel 2010 e quella banale e goffa<br />

caduta le era costata la rottura dei legamenti<br />

crociati del ginocchio sinistro. Ma<br />

a Schladming si è presa una clamorosa<br />

rivincita sulla sfortuna che l'aveva perseguitata<br />

non solo in quell'occasione, e<br />

col numero 22, ultima del sottogruppo<br />

delle sette migliori in assenza di Lindsey<br />

Vonn, ha guadagnato molto nella parte<br />

alta nei confronti di Nadia Fanchini anche<br />

se non così tanto come altre, ma<br />

poi si è difesa alla grande nella seconda<br />

parte un po' più tecnica e ha tolto il<br />

trionfo alla camuna precedendola di soli<br />

16 centesimi. Ecco cosa vuol dire trovarsi<br />

completamente a proprio agio su una<br />

pista: lo scorso marzo Marion salì due<br />

volte sul podio con una neve primaverile,<br />

stavolta ha vinto l'oro su un fondo<br />

durissimo. Un successo inaspettato e un<br />

podio con tre atlete che sono state duramente<br />

perseguitate dalla malasorte tanto<br />

da far dire a Maria Riesch, terza, una<br />

frase che secondo noi è la frase di tutti i<br />

mondiali di Schladming e che fa di lei la<br />

campionessa del mondo dell'autoironia<br />

e della solidarietà, oltre che della supercombinata<br />

e non solo: «Ho pensato che<br />

questo è il podio dei legamenti crociati,<br />

infatti ciascuna di noi tre ha avuto almeno<br />

due rotture dei legamenti crociati».<br />

SCi ALPinO<br />

LE MEDAGLIE DI SCHLADMING <strong>2013</strong><br />

12 febbraio <strong>2013</strong><br />

team event<br />

OrO Austria<br />

(Nicole Hosp, Michaela kirchgasser, Carmen thalmann,<br />

Marcel Hirscher, Marcel Mathis, Philipp Schörghofer)<br />

ArGENtO Svezia<br />

(Nathalie Eklund, Frida Hansdotter, Maria Pietilä-Holmner,<br />

Jens Byggmark, Mattias Hargin, Andre Myhrer)<br />

BrONZO Germania<br />

(Lena Dürr, Veronique Hronek, Maria riesch, Fritz Dopfer,<br />

Stefan Luitz, Felix Neureuther)<br />

14 febbraio <strong>2013</strong><br />

gigante femminile<br />

OrO tessa Worley (Francia)<br />

ArGENtO tina Maze (Slovenia)<br />

BrONZO Anna Fenninger (Austria)<br />

15 febbraio <strong>2013</strong><br />

gigante maschile<br />

OrO ted Ligety (Stati Uniti)<br />

ArGENtO Marcel Hirscher (Austria)<br />

BrONZO Manfred Moelgg (Italia)<br />

16 febbraio <strong>2013</strong><br />

slalom femminile<br />

OrO Mikaela Shiffrin (Stati Uniti)<br />

ArGENtO Michaela kirchgasser (Austria)<br />

BrONZO Frida Hansdotter (Svezia)<br />

17 febbraio <strong>2013</strong><br />

slalom maschile<br />

OrO Marcel Hirscher (Austria)<br />

ArGENtO Felix Neureuther (Germania)<br />

BrONZO Mario Matt (Austria)<br />

27


Diario mondiale<br />

Giorno per giorno, la cronaca delle emozioni che ha saputo trasmettere l'edizione <strong>2013</strong> di Schladming<br />

di Gianmario Bonzi


03FEBBRAIO domenica<br />

<strong>2013</strong><br />

Sbarchiamo a Schladming nel tardo pomeriggio,<br />

accolti da una fitta nevicata.<br />

Sono le 18.30 locali, arriviamo al presscenter<br />

ancora deserto e… scopriamo<br />

che l’ufficio accrediti è a un chilometro<br />

di distanza e chiude alle 18. Il principale<br />

motivo del viaggio di circa sette ore in<br />

macchina da Milano alla volta della Styria,<br />

con due giorni d’anticipo, era proprio<br />

quello di sbrigare in fretta e senza<br />

coda le procedure d’accredito. Lì per lì<br />

ci restiamo di sasso, ma sarà una delle<br />

poche pecche organizzative dei Mondiali<br />

<strong>2013</strong>. La nevicata è pesante, alcune<br />

macchine fanno fatica a muoversi<br />

per Schladming e dintorni nonostante le<br />

catene. E’ il giorno del Super Bowl e per<br />

chi, come noi, è appassionatissimo di<br />

sport americani, nulla è stato lasciato al<br />

caso: passiamo la nottata al Tyrolberg,<br />

con abbondante cena gratuita a base<br />

anche di… hamburger accolti da una<br />

panino a forma di palla ovale!<br />

05FEBBRAIO martedì<br />

<strong>2013</strong><br />

SCi ALPinO<br />

04FEBBRAIO lunedì<br />

<strong>2013</strong><br />

Quarantcinque minuti per liberare l’auto<br />

dalla neve! Mezz’ora per trovare l’albergo,<br />

poi via presso il Press Centre. Un<br />

chilometro a piedi sotto la neve mista<br />

a pioggia per ritirare l’accredito, ma<br />

intanto attraversiamo tutto il paese e ci<br />

immergiamo nell’atmosfera unica alla<br />

vigilia di una manifestazione qui molto<br />

sentita. Pomeriggio, primo appuntamento<br />

con le interviste, nella vecchia<br />

sede del Municipio: le migliori ragazze<br />

delle discipline veloci sono attese per un<br />

cameo-video di 30’’, che andrà su tutte<br />

le dirette televisive al momento della<br />

presentazione. E così ci imbattiamo in<br />

Elena Curtoni e Daniela Merighetti, due<br />

delle quattro azzurre impegnate il giorno<br />

dopo. Appaiono serene e determinate:<br />

per una, Elena, è la grande chance<br />

del Mondiale; l’altra, Daniela, aspetta<br />

soprattutto la discesa.<br />

30<br />

06FEBBRAIO mercoledì<br />

<strong>2013</strong><br />

Temperature polari, neve che si compatta,<br />

pista “Planai” in condizioni perfette. E’<br />

il gran giorno del superG maschile, non<br />

c’è il sole, ma questa volta la gara non<br />

subisce ritardi. L’Italia difende l’oro di Innerhofer,<br />

il favorito è Svindal che finisce<br />

terzo in una prova più simile a un gigante<br />

che a un superG. Difatti vince Ted Ligety,<br />

primo di tre ori. Argento, a sorpresa,<br />

per De Tessieres, la Francia comincia<br />

a drizzare le antenne, il vento sembra<br />

spirare dalla parte transalpina: «Può essere<br />

il nostro mondiale». Lo sarà.<br />

Il giorno più matto mai vissuto a una rassegna iridata di sci, anche peggio dello sciopero dei cameraman prima del gigante maschile<br />

a Bormio 2005. E’ martedì, si aprono i Mondiali, come di consueto, con il superG femminile. Gara prevista alle 11, dalle 10<br />

siamo in cabina per lavorare. Ne usciremo alle 16.15 circa, per la diretta più lunga della storia. In mezzo 13-rinvii-13, le telefonate<br />

ai tecnici azzurri in partenza per saperne di più, le ragazze che si innervosiscono e twittano nel rifugio che le ospita prima del<br />

via, una corsa pazza al primo baracchino vendi-hot dog nei 5-minuti-5 che la regìa ci concede per la pubblicità... Poi, quando<br />

già avevamo messo via gli appunti e ci apprestavamo a rimandare gli ascoltatori al giorno dopo, improvvisamente, ore 14.30, la<br />

nebbia si alza e il superG mondiale prende il via. Con la Vonn che cade rovinosamente e subisce l’infortunio più grave da quando<br />

gareggia, Riesch e Fenninger che scendono dopo l’americana ancora impaurite, Weirather e soprattutto Veronique Hronek che<br />

buttano via una medaglia sulla traversa finale e Sofia Goggia, al primo superG tra le grandi a 20 anni, che ci fa impazzire di gioia<br />

piazzandosi a 5 centesimi dal bronzo di Julia Mancuso. L’oro è della Maze, con pieno merito. Argento a Lara Gut, podio d’autore<br />

e… di bellezze. L’Austria finisce bastonata, con la migliore, Fischbacher, nona. Che giornata, ragazzi!<br />

07FEBBRAIO giovedì<br />

<strong>2013</strong><br />

Niente gare, giornata dedicata alle<br />

prove delle due discese. Arriva Marcel<br />

Hirscher, il dt maschile austriaco è nella<br />

bufera per non averlo schierato al via<br />

del superG, sicuramente alla sua portata<br />

vista la tracciatura. Berthold, tecnico<br />

in questione, risponde così: «Ma secondo<br />

voi siamo tutti così stupidi?». Al parterre<br />

della “Streicher” femminile c’è una<br />

Nadia Fanchini sconsolata, ha pianto<br />

dopo il 21° posto in superG e in prova<br />

va peggio di prima. Sta forse pensando<br />

che non tornerà mai più tra le grandi. Si<br />

sbaglia e di grosso. Ma ancora non lo<br />

può sapere.<br />

SCi ALPinO<br />

08FEBBRAIO venerdì<br />

<strong>2013</strong><br />

E’ il giorno della supercombinata donne<br />

e della prima medaglia austriaca. Maria<br />

Riesch si ricorda di essere la campionessa<br />

olimpica in carica e agguanta<br />

l’oro che doveva già essere al collo<br />

di Tina Maze, invece d’argento. Nicole<br />

Hosp, una che in carriera ha conquistato<br />

una Coppa del Mondo, si va a prendere<br />

il bronzo davanti a un pubblico<br />

austriaco ebbro di gioia, ma già con la<br />

mente rivolta alla discesa maschile del<br />

giorno dopo. Kevin Kostner si esibisce<br />

con la sua band e strappa applausi. La<br />

Slovenia è in testa al medagliere grazie<br />

a una sola atleta, Tina Maze…<br />

10 FEBBRAIO<br />

domenica<br />

<strong>2013</strong><br />

“Anche in questo caso, niente!”, incalzano i giornali<br />

austriaci. E si riferiscono alla discesa maschile. Ma<br />

per l’Italia è forse la giornata più bella, con la resurrezione<br />

di Nadia Fanchini, argento in libera dopo tre<br />

anni di infortuni e due giorni di pianti. Era già stata<br />

bronzo, Val d’Isere 2009, nella sua stagione più bella.<br />

Lo sport è così… Commozione per tutti, anche<br />

perché al parterre c’è l’intera famiglia, con mamma<br />

Giusy, papà Sandro, la sorellina Sabrina. Festa grande<br />

a Chalet Italia, con cinque atlete lombarde…<br />

31<br />

09FEBBRAIO sabato<br />

<strong>2013</strong><br />

Per l’Austria, c’è poco da fare, è LA giornata.<br />

Quella della discesa maschile.<br />

“Wir Wollen Gold”, “Vogliamo l’oro”, titolano<br />

più o meno tutti i giornali austriaci.<br />

Sarà legno, ovvero quarto posto, con<br />

Klaus Kroell, a 38 centesimi dal terzo<br />

gradino del podio occupato da un altro<br />

francese che non t’aspetti, David Poisson.<br />

Oro al favorito Svindal, argento<br />

all’azzurro Paris, che si conferma dopo<br />

aver vinto in stagione a Bormio e Kitzbuehel:<br />

«Vincerà più di me», sentenzia<br />

Kristian Ghedina a Chalet Italia… Quartetto<br />

tutto altoatesino per gli azzurri.


11 FEBBRAIO<br />

lunedì<br />

<strong>2013</strong><br />

E’ il giorno della supercombinata maschile,<br />

con lo spettacolo dello slalom<br />

in notturna. “Jetzt kann un nur noch<br />

Marcel retten”, titolano i giornali austriaci:<br />

“Ora ci può salvare solo Marcel”.<br />

Sarà così. Ted Ligety si prende il<br />

secondo oro in una cornice da brividi.<br />

Arriva anche il “Kaiser” Franz Beckenbauer,<br />

l’Austria fa festa per il bronzo<br />

di Baumann. Ma vuole una medaglia<br />

d’oro… Sbarcano in Styria slalomiste<br />

e slalomisti azzurri.<br />

12 FEBBRAIO<br />

martedì<br />

<strong>2013</strong><br />

“Endlich!”, finalmente! Finalmente oro,<br />

per l’Austria, e pazienza se è quello del<br />

Team Event, la gara più inutile, onorata<br />

però alla grande dal Wunderteam, che<br />

ha schierato l’asso più pregiato, Marcel<br />

Hirscher, in barba al rischio-infortuni..<br />

L’Italia arriva dopo la musica, uscendo<br />

agli ottavi con la Repubblica Ceca e la<br />

sola Elena Curtoni in grado di vincere<br />

un testa-a-testa nel parallelo in notturna.<br />

Niente da fare per Chiara Costazza,<br />

Stefano Gross e Davide Simoncelli.<br />

Amen.<br />

SCi ALPinO<br />

13 FEBBRAIO<br />

mercoledì<br />

<strong>2013</strong><br />

Grande festa in Austria per l’oro del giorno prima.<br />

Giorno di riposo, unico, al Mondiale. Ne approfittiamo<br />

per cambiare le abitudini, pranzo regale,<br />

invece della cena, come sempre, a Chalet<br />

Italia, quattro chiacchiere con Manuela Moelgg,<br />

Denise Karbon, Irene Curtoni e Nadia Fanchini<br />

prima del gigante femminile. Intanto, arriva la<br />

notizia-bomba: Marlies Schild sarà in gara nello<br />

speciale di sabato. Si scomodano i paragoni<br />

con illustri precedenti di atleti operati poco prima<br />

della rassegna iridata e poi sul podio, anche sul<br />

primo gradino, come Pirmin Zurbriggen, Martina<br />

Ertl, Daniela Iraschko, Gregor Schlierenzauer.<br />

14 FEBBRAIO<br />

giovedì<br />

<strong>2013</strong><br />

“Goldenes Finale”, un finale d’oro si aspettano in Austria, come titola il “Kronen Zeitung”<br />

prima delle ultime 4 gare. Nel gigante femminile Anna Fenninger agguanta<br />

invece il bronzo, in una gara, sulla pista dei maschi, ghiacciata, ripida, tostissima,<br />

dominata dal talento della francese Tessa Worley, prima in entrambe le manche. E<br />

nostra favorita della vigilia, peccato non aver scommesso, era data a 20…<br />

32<br />

15 FEBBRAIO<br />

venerdì<br />

<strong>2013</strong><br />

Hirscher torna in pista per la prima delle<br />

sue gare “vere” il gigante, ma contro<br />

Ted Ligety non c’è niente da fare. Terzo<br />

oro, come Sailer e Killy alle Olimpiadi di<br />

Cortina ’56 e Grenoble ’68, che allora<br />

valevano anche quale rassegne iridate.<br />

Il bronzo è di Manfred Moelgg, prima<br />

medaglia maschile italiana in gigante<br />

dall’oro di Tomba a Sierra Nevada ’96.<br />

Per chi ama le allitterazioni: Manfred<br />

era quarto dopo la prima manche e<br />

ha poi lasciato al quarto posto Svindal<br />

per quattro centesimi dopo essere stato<br />

quattro volte quarto in stagione in Coppa<br />

del Mondo… Tina Maze si veste da<br />

tirolese, porta la sua band al Tyrolberg,<br />

canta, suona e delizia la platea nella<br />

notte “Milka”.<br />

16 FEBBRAIO<br />

sabato<br />

<strong>2013</strong><br />

Commozione e lacrime per Michaela Kirchgasser,<br />

che a Schladming è cresciuta,<br />

che qui ha vinto il suo secondo slalom in<br />

carriera nel marzo 2012 e che sulla pista<br />

di casa si prende anche la prima medaglia<br />

mondiale in una gara individuale,<br />

d’argento, alle spalle del 17enne fenomeno<br />

americano Mikaela Shiffrin. Discesa<br />

donne a parte, vincono solo i migliori<br />

della stagione. Non capita spesso, a<br />

Mondiali o Olimpiadi, merito anche delle<br />

piste iridate, difficili e selettive. Bronzo<br />

per Frida Hansdotter, sei podi tra Coppa<br />

del Mondo e Mondiali, mai sul gradino<br />

più alto…<br />

SCi ALPinO<br />

17 FEBBRAIO<br />

domenica<br />

<strong>2013</strong><br />

Rennen des Jahrhunderts, la “Gara del secolo” la definiscono gli Austriaci, esagerando<br />

un po’… Al parterre ci sono quasi 60.000 persone per lo slalom maschile,<br />

8.000.000 di tifosi davanti al teleschermo per chiedere l’oro a Marcel Hirscher, sarebbe<br />

il primo “vero”, dopo quello nel Team Event. Si ferma una nazione, come l’Italia<br />

per la finale del Mondiale di calcio. E Hirscher conquista l’oro, con Mario Matt di<br />

bronzo; in mezzo il tedesco Neureuther, d’argento. Un finale da brividi per un Mondiale<br />

indimenticabile, pazienza se gli azzurri deragliano proprio nella gara dove ci<br />

aspettavamo di più. “Ende gut, alles gut!”, Tutto è bene quel che finisce bene.<br />

Arrivederci, Schladming, sei stata meravigliosa…<br />

33


La doppietta di Lizz<br />

L'austriaca elisabeth Görgl sorprende le favorite Lindsey Vonn e maria riesch, e centra un risultato<br />

riservato a pochi eletti: conquistare il titolo mondiale in discesa e superG nella stessa edizione<br />

di Max Valle / foto Getty Images<br />

G A r m i S C h 2 0 1 1<br />

6 - fine


A<br />

partire dai Giochi di Torino 2006<br />

è capitato quattro volte su cinque<br />

in campo femminile che un'atleta<br />

facesse doppietta di ori nella velocità, discesa<br />

e superG, in una stessa edizione di<br />

Olimpiadi o mondiali. Eppure nel passato<br />

non era accaduto tanto spesso, neanche<br />

in campo maschile: tra le donne c'era riuscita<br />

solo la svizzera Maria Walliser, famosa<br />

oltre che per la sua enorme bravura<br />

di sciatrice anche per la sua bellezza, tutto<br />

questo accadeva ai Mondiali di Crans<br />

Montana del 1987, anno dell'introduzione<br />

del superG in una manifestazione con le<br />

medaglie. Tra gli uomini ce l'avevano fatta<br />

l'austriaco Hermann maier ai Mondiali<br />

di Vail/Beaver Creek 1999, anche se in<br />

superG vinse in coabitazione con il norvegese<br />

Lasse Kjus, e l'americano Bode miller,<br />

dominatore sulla Stelvio ai Mondiali di<br />

Bormio 2005. Alle Olimpiadi la doppietta<br />

è riuscita solo all'austriaca Michaela Dorfmeister<br />

che alla bella età di quasi 33 anni<br />

e proprio nella stagione dell'addio, raggiunse<br />

l'apice della sua carriera. Poi il doppio<br />

successo in discesa e superG da parte<br />

di una donna è puntualmente arrivato nelle<br />

ultime tre edizioni dei Mondiali. Ad Åre<br />

nel 2007 Anja Pärson, come abbiamo già<br />

visto nei numeri precedenti, mandò in visibilio<br />

i suoi tifosi e aggiunse addirittura un<br />

terzo oro in supercombinata; in Val d'Isère<br />

fu il turno di Lindsey Vonn, incoronata regina<br />

della velocità in una grande manifestazione<br />

suggellando una superiorità che di<br />

fatto si era manifestata fin dalla stagione<br />

precedente anche se poi ai Giochi di Vancouver<br />

dell'anno successivo si aggiudicò<br />

l'oro in discesa ma dovette accontentarsi<br />

del bronzo in superG. Prima dei Mondiali<br />

di Garmisch-Partenkirchen è la logica<br />

favorita di discesa e superG insieme alla<br />

tedesca Maria riesch, che gareggia praticamente<br />

sulla porta di casa e che a fine<br />

stagione strapperà la Coppa del Mondo<br />

dalle mani dell'amica-rivale. Ma un infortunio<br />

al ginocchio e la neve durissima<br />

scompaginano i piani della bella Lindsey<br />

e ad approfittare del fatto che la statunitense<br />

non arriva al meglio della forma in<br />

GArmiSCh 2011 GArmiSCh 2011<br />

«hO AVUTO TUTTO e TUTTO inSieme», DiSSe LA GörGL A Fine mAniFeSTAziOne Un PremiO Per LA COSTAnzA Di renDimenTO mOSTrATA in TUTTA LA SUA CArrierA<br />

Elisabeth Görgl con le due medaglie d'oro<br />

Baviera è la donna che non ti aspetti, Elisabeth<br />

Görgl. Lizz, com'è conosciuta da tutti,<br />

è austriaca originaria della Stiria, è figlia di<br />

Traudl hecher, grande campionessa degli<br />

anni Sessanta, e ha un fratello più grande,<br />

Stephan, ritiratosi quest'inverno a causa di<br />

mille infortuni dopo aver vinto un superG e<br />

un gigante di Coppa. Quando comincia a<br />

partecipare stabilmente alle gare di Coppa<br />

del Mondo circa una decina d'anni fa Lizz è<br />

fortissima non solo in gigante ma anche in<br />

slalom, tanto è vero che il primo podio nel<br />

Circo rosa lo ottiene proprio tra i pali stretti<br />

con il secondo posto a Bormio il 5 gennaio<br />

2003. Poi gradualmente lascia perdere lo<br />

slalom per trasformarsi gradualmente in<br />

velocista che va sempre forte in gigante. La<br />

sua costanza di rendimento è fenomenale<br />

tanto è vero che in carriera è riuscita a salire<br />

sul podio in tutte le specialità, anche se<br />

a corredo le vittorie sono pochine. Prima di<br />

acciuffare la prima, nel gigante di Maribor<br />

del 12 gennaio 2008, è arrivata ben dodi-<br />

36<br />

ci volte sul podio, cinque volte seconda e<br />

sette volte terza. Alla vigilia dei Mondiali di<br />

Garmisch le vittorie sono diventate tre, nel<br />

gigante di Bormio, località evidentemente<br />

a lei gradita, del 15 marzo 2008, e nel superG<br />

di Lake Louise del 6 dicembre 2009,<br />

in discesa è stata una volta seconda, a San<br />

Sicario nel 2007, e tre volte terza, e i podi<br />

totali in tutte le specialità a parte le vittorie<br />

sono ben 23. Nelle quattro precedenti edizioni<br />

iridate alle quali ha partecipato ha acciuffato<br />

un bronzo in supercombinata nel<br />

2009, lo stesso metallo lo vince ai Giochi di<br />

Vancouver 2010 in discesa e gigante.<br />

Görgl si mette in evidenza fin dalla cerimonia<br />

d'apertura perché viene scelta<br />

per cantare l'inno ufficiale della manifestazione,<br />

poi, poche ore dopo, 8 febbraio,<br />

giorno del superG che è la gara<br />

inaugurale, le canta chiare a tutte: su<br />

una pista, la Kandahar 1, già difficile di<br />

per sé ma resa ancora più impegnativa<br />

dalla neve durissima, Lizz compie un capolavoro,<br />

sfrutta al meglio le sue doti innate<br />

di grande attaccante e si prende un<br />

oro che non molti avrebbero pronosticato<br />

dato che durante quella stagione non<br />

era ancora salita sul podio nella specialità.<br />

Le sconfitte, rispettivamente per 5 e<br />

21 centesimi, sono due che quando si<br />

tratta di vincere le medaglie importanti<br />

non tradiscono quasi mai, ossia la statunitense<br />

Julia mancuso e la padrona<br />

di casa Riesch mentre Vonn si deve accontentare<br />

di un per lei anonimo settimo<br />

posto che interrompe una striscia cla-<br />

La svizzera Maria Walliser<br />

morosa di 17 superG sempre tra le prime<br />

tre tra Coppa del Mondo, Mondiali<br />

e Olimpiadi da parte della statunitense.<br />

«Ho dovuto lottare con tutte le mie forze,<br />

era molto ghiacciato con molte gobbe.<br />

Ho cercato un grande risultato come<br />

questo per tutta la mia carriera», dichiarerà<br />

una raggiante Görgl subito dopo il<br />

successo. L'11 febbraio Lizz è quinta nella<br />

supercombinata ma il miglior tempo fatto<br />

segnare nella discesa fa capire chiaramente<br />

quello che potrebbe succedere<br />

48 ore più tardi. E infatti, il 13 febbraio,<br />

LE MEDAGLIE<br />

DI GArMISCH-PArtENkIrCHEN 2011<br />

8 febbraio 2011<br />

superG femminile<br />

OrO Elisabeth Görgl (Austria)<br />

ArGENtO Julia Mancuso (Stati Uniti)<br />

BrONZO Maria riesch (Germania)<br />

9 febbraio 2011<br />

superG maschile<br />

OrO Christof Innerhofer (Italia)<br />

ArGENtO Hannes reichelt (Austria)<br />

BrONZO Ivica kostelic (Croazia)<br />

11 febbraio 2011<br />

supercombinata femminile<br />

OrO Anna Fenninger (Austria)<br />

ArGENtO tina Maze (Slovenia)<br />

BrONZO Anja Pärson (Svezia)<br />

12 febbraio 2011<br />

discesa maschile<br />

OrO Erik Guay (Canada)<br />

ArGENtO Didier Cuche (Svizzera)<br />

BrONZO Christof Innerhofer (Italia)<br />

13 febbraio 2011<br />

discesa femminile<br />

OrO Elisabeth Görgl (Austria)<br />

ArGENtO Lindsey Vonn (Stati Uniti)<br />

BrONZO Maria riesch (Germania)<br />

14 febbraio 2011<br />

supercombinata maschile<br />

OrO Aksel Lund Svindal (Norvegia)<br />

ArGENtO Christof Innerhofer (Italia)<br />

BrONZO Peter Fill (Italia)<br />

37


ESPLODE "WINNErHOFEr" E L'ItALIA MASCHILE<br />

Quello di Garmisch-Partenkirchen fu, come tutti gli<br />

appassionati di sci alpino sanno, il Mondiale nel<br />

quale la squadra italiana maschile riscattò in pieno<br />

una stagione di Coppa del Mondo che fino ad appena<br />

prima della rassegna iridata era stata estremamente<br />

negativa. C'erano stati sì tanti piazzamenti,<br />

ma di questi solo quattro erano stati podi, il miglior<br />

risultato era stato il secondo posto dell'allora sorprendente<br />

Dominik Paris nella discesa di Chamonix<br />

e c'erano stati i terzi posti di Max Blardone nel gigante<br />

di Val d'Isère, di Christof Innerhofer nella discesa<br />

di Bormio e di Giuliano razzoli nello slalom di<br />

kitzbühel. Ebbene, ai Mondiali nella città bavarese i<br />

podi degli azzurri furono addirittura cinque, uno in<br />

più di quelli conquistati fino ad allora in tutto l'inverno,<br />

cui si aggiunse l'argento di Federica Brignone nel<br />

gigante femminile. Mai in campo maschile avevamo<br />

raccolto più di tre medaglie in un solo Mondiale e<br />

il maggior contributo lo diede Christof Innerhofer.<br />

L'altoatesino dopo aver fatto il portabandiera dell'Italia<br />

nella cerimonia d'apertura comincia alla grande<br />

trionfando il 9 febbraio nel superG più difficile che<br />

sia mai stato disputato anche a causa del fondo durissimo,<br />

facendo una gara perfetta come spesso gli<br />

GArmiSCh 2011 GArmiSCh 2011<br />

riesce e spezzando il digiuno di vittorie stagionali per<br />

la squadra azzurra che durava da 51 gare, donne<br />

comprese. tre giorni dopo nella discesa, su una neve<br />

completamente diversa da quella del superG, Inner<br />

conquista il bronzo diventando il primo in campo<br />

maschile a vincere due medaglie nella velocità nello<br />

stesso Mondiale per l'Italia. Il 14 febbraio l'incredibile<br />

cinque giorni di colui che viene subito soprannominato<br />

"Winnerhofer" si chiude con lo strepitoso argento<br />

in supercombinata alle spalle del norvegese Aksel<br />

Lund Svindal: Christof è il primo italiano a portarsi a<br />

casa tre medaglie nello stesso Mondiale dai tempi<br />

di Zeno Colò, che ad Aspen 1950 conquistò due ori<br />

in discesa e gigante e un argento in slalom. Ma sul<br />

podio insieme a Inner ci sale il compagno di squadra<br />

Peter Fill che vince un fantastico bronzo due anni<br />

dopo l'argento nel superG della Val d'Isère e dedica<br />

la medaglia al padre che in quel periodo ha grossi<br />

problemi di salute. Infine il 20 febbraio, ultimo giorno<br />

della rassegna, Manfred Moelgg aggiunge un bronzo<br />

all'argento vinto a Åre nel 2007 completando un<br />

Mondiale eccezionale per l'Italia maschile, sul podio<br />

in tutte le specialità tranne che in gigante, dove non<br />

si vince un metallo prezioso dal 1996.<br />

una settimana prima di compiere i 30<br />

anni, la stiriana coglie un clamoroso bis<br />

oltretutto su un fondo molto meno duro<br />

di quello trovato nel superG, ma evidentemente<br />

la difficilissima pista bavarese<br />

si adatta perfettamente alle condizioni<br />

dell'austriaca che trionfa con un vantaggio<br />

molto maggiore rispetto alla prima<br />

gara veloce, 44 centesimi su una ritrovata<br />

Vonn, che prende il posto della connazionale<br />

Mancuso sul secondo gradino<br />

del podio, e 60 su una Riesch ancora di<br />

bronzo. Görgl spezza anche un'altra serie<br />

straordinaria: per la prima volta dopo<br />

15 gare compresa quella olimpica una<br />

discesa ai massimi livelli internazionali<br />

non viene vinta da Vonn o Riesch. «La<br />

pista era difficile ma le condizioni erano<br />

perfette. Sono sbalordita dalla mia prestazione.<br />

Mi piacevano la pista e la neve<br />

e avevo grandi materiali. Ho avuto tutto<br />

e tutto insieme», dice una Görgl ancora<br />

incredula per l'impresa-bis che ha compiuto:<br />

mai in precedenza aveva attraversato<br />

un simile stato di grazia e finora<br />

mai più lo ha attraversato dopo quei<br />

Mondiali ma quel doppio oro è un giusto<br />

premio alla sua costanza di rendimento<br />

ad altissimi livelli in tutte le discipline e al<br />

suo essere professionista esemplare. Tra<br />

l'altro quello è un Mondiale trionfale per<br />

l'Austria femminile che, al contrario della<br />

decimata squadra maschile che non si<br />

aggiudica un titolo per la prima volta da<br />

Sestriere 1997, vince quattro ori su cinque,<br />

gli altri due se li prendono la giovane<br />

Anna Fenninger in supercombinata e<br />

Marlies Schild in slalom, solo la slovena<br />

Tina maze spezza questa monopolio<br />

trionfando in gigante davanti alla nostra<br />

Federica Brignone. Al termine di quell'inverno<br />

Lizz si classificherà quarta nella<br />

classifica generale di Coppa del Mondo<br />

eguagliando il piazzamento del 2007-<br />

2008, quando in gigante era stata la più<br />

accanita avversaria di Denise Karbon<br />

per il successo nel trofeo di specialità,<br />

dopo la rassegna iridata di Garmisch-<br />

Partenkirchen fino a oggi in Coppa mette<br />

insieme la sua quarta vittoria in carriera,<br />

nella discesa di Bad Kleinkircheim del 7<br />

gennaio 2012, e altri otto podi ma ancora<br />

nessuno in questa stagione, sicuramente<br />

la più negativa per lei da dieci<br />

anni a questa parte.<br />

38 39<br />

LE MEDAGLIE<br />

DI GArMISCH-PArtENkIrCHEN 2011<br />

16 febbraio 2011<br />

team event<br />

OrO Francia (taina Barioz, Anémone Marmottan,<br />

tessa Worley, thomas Fanara, Cyprien richard)<br />

ArGENtO Austria (Anna Fenninger, Michaela kirchgasser,<br />

Marlies Schild, romed Baumann,<br />

Benjamin raich, Philipp Schörghofer)<br />

BrONZO Svezia (Anja Pärson, Maria Pietilä-Holmner,<br />

Hans Olsson, Matts Olsson)<br />

17 febbraio 2011<br />

gigante femminile<br />

OrO tina Maze (Slovenia)<br />

ArGENtO Federica Brignone (Italia)<br />

BrONZO tessa Worley (Francia)<br />

18 febbraio 2011<br />

gigante maschile<br />

OrO ted Ligety (Stati Uniti)<br />

ArGENtO Cyprien richard (Francia)<br />

BrONZO Philipp Schörghofer (Austria)<br />

19 febbraio 2011<br />

slalom femminile<br />

OrO Marlies Schild (Austria)<br />

ArGENtO kathrin Zettel (Austria)<br />

BrONZO Maria Pietilä-Holmner (Svezia)<br />

20 febbraio 2011<br />

slalom maschile<br />

OrO Jean Baptiste Grange (Francia)<br />

ArGENtO Jens Byggmark (Svezia)<br />

BrONZO Manfred Moelgg (Italia)


VerenA<br />

amara<br />

La Stuffer ha staccato la spina a Cesenatico per smaltire<br />

la delusione dopo la mancata convocazione mondiale:<br />

«non sono riuscita a spiegarmi questa bocciatura.<br />

Forse è colpa anche mia, evidentemente dovevo fare di più»<br />

di Sonia Arpaia / foto Getty Images e Pentaphoto


Ha lasciato per qualche giorno la<br />

neve e le montagne per andare al<br />

mare. Verena Stuffer ha assistito<br />

alle prime gare dei Mondiali di Schladming<br />

da Cesenatico, assieme alla compagna<br />

di squadra e grande amica Johanna<br />

Schnarf, fuori per l’intera stagione<br />

per un brutto infortunio. Verena si è fatta<br />

“trascinare” al mare per “cambiare aria”,<br />

perché la mancata convocazione per la<br />

rassegna iridata è stata una bella batosta,<br />

difficile da mandare giù. Eppure la<br />

stagione non stava andando tanto male,<br />

con due diciassettesimi posti in discesa a<br />

Lake Louise e Cortina ma soprattutto con<br />

tanta voglia di fare e migliorare ancora.<br />

La doccia fredda è arrivata a pochi giorni<br />

dalla partenza ma, dopo qualche giorno<br />

la delusione, la rabbia e l’amarezza hanno<br />

lasciato il posto alla voglia di ricominciare.<br />

«Chiaramente sono rimasta molto<br />

delusa. Ero la terza discesista e non sono<br />

riuscita a spiegarmi se non sono stata<br />

proprio presa in considerazione o comunque<br />

non mi hanno voluto - racconta<br />

la Stuffer -. Se guardiamo i tempi mancava<br />

pochissimo, un decimo, e anche negli<br />

intermedi stavo andando bene. Certo se<br />

mi viene detto che se si sta fuori dai quindici<br />

non si ha la certezza, allora lo accetto,<br />

ma la delusione è stata davvero tanta.<br />

Ho lavorato duramente anche se so che<br />

è un po' anche colpa mia perché evidentemente<br />

dovevo andare ancora meglio».<br />

Dalla certezza di poter arrivare in forma<br />

a un mondiale, sarebbe stato il terzo in<br />

carriera dopo Val d'Isere e Garmisch,<br />

all’enorme delusione. «Io ero sicura che<br />

sarei andata a fare la discesa perché ero<br />

la terza discesista - racconta ancora l’azzurra,<br />

classe 1984 -. Se fossi stata quarta<br />

avrei capito la scelta di una giovane al<br />

posto mio e l’avrei accettata tranquillamente.<br />

Alla fine non è stato molto chiaro<br />

da chi è partita la decisione: mi sono<br />

state dette delle cose, sui giornali ne ho<br />

lette altre e io continuo a chiedermi di<br />

chi è stata la scelta e se effettivamente<br />

è arrivata da chi è stato con me per tre<br />

anni. In ogni caso la scelta di portare<br />

SCi ALPinO<br />

42<br />

SCi ALPinO<br />

«nOn mi renDO COnTO Se nOn SOnO STATA PrOPriO PreSA in COnSiDerAziOne O nOn mi hAnnO VOLUTO<br />

in OGni CASO, LA SCeLTA Di POrTAre Le GiOVAni hA PremiATO e QUeSTO nOn PUò Che FArmi FeLiCe»<br />

le più giovani mi pare stia premiando,<br />

e questo non può che farmi piacere».<br />

Guardare un Mondiale da casa, in tv, non<br />

né semplice «perché pensi sempre che<br />

potevi stare lì - prosegue Verena che da<br />

“veterana” è ovviamente felice per le sue<br />

compagne -. Vedo che le ragazze stanno<br />

andando bene e sono contentissima<br />

per Sofia (Goggia, ndr) perché vuol dire<br />

che ci sono giovani che stanno venendo<br />

su quando non sembrava ci fosse un<br />

gran ricambio. Tra due o tre anni molte<br />

di noi smetteranno e fa piacere che ci<br />

sia qualcuno già in forma. Io tifo sempre<br />

per loro con un occhio di riguardo per la<br />

Dada merighetti perché si merita grandi<br />

risultati». Nonostante l’amarezza Verena<br />

non rinuncia ad analizzare proprio la<br />

prima gara delle azzurre, un superG che<br />

per tanti doveva essere rinviato. «Io non<br />

ero sul campo, ma credo che un superG<br />

così non va corso, perché tenere in ballo<br />

sessanta atlete dalle otto del mattino alle<br />

quattro del pomeriggio non va bene. Non<br />

si tratta di una partita di pallavolo dove<br />

non ci sono rischi, qui devi spegnere il<br />

cervello e riaccenderlo e non è semplice.<br />

A me è capitato solo una volta a Sestriere:<br />

io sarei partita con il 2 e dopo tanti rinvii<br />

la gara non si fece, ricordo che ero più<br />

stanca di quando avevo fatto tre prove.<br />

Bisogna essere concentrati e se non ci<br />

sono le condizioni non si fa: sono dispiaciutissima<br />

per quello che è successo a<br />

Lindsey Vonn, proprio la migliore al mondo.<br />

Ha perso una chance importantissima<br />

e questo è molto grave».<br />

Verena, invece, avrebbe voluto gareggia-<br />

re nella “sua” discesa. «Io mi aspettavo<br />

davvero di più perché anche in estate ho<br />

lavorato tantissimo e mi sembrava di migliorare<br />

gara dopo gara. So che nei primi<br />

intermedi riesco a stare nelle dieci e poi<br />

perdo tanto nell’ultimo tratto ma per poco<br />

ho mancato le 15. Un po' mi ha condizionato<br />

il fatto che a Lake Louise mi sono<br />

scontrata con l’allenatore e da lì è stato<br />

tutto in declino. Ho un po’ perso la fiducia<br />

in me - racconta la Stuffer - e dopo la<br />

notizia ho trascorso qualche giorno senza<br />

sapere se allenarmi, fare atletica, andare<br />

in vacanza... Non pensavo davvero<br />

di trovarmi in questa situazione e adesso<br />

so che devo reagire. Devo resettare tutto<br />

perché ci sono ancora delle gare da affrontare<br />

e il mio obiettivo sono le finali».<br />

Quattro giorni a Cesenatico per staccare<br />

la spina fare un po’ di allenamento atletico<br />

assieme alla sua amica Johanna. Verena<br />

deve e vuole ricaricarsi anche se è<br />

difficile. «Mi serviva stare in un ambiente<br />

in cui non si parla di sci, per staccare e<br />

resettare tutto così Johanna mi ha trascinata<br />

al mare - racconta -. Con il tempo<br />

passa la delusione e ci devo lavorare.<br />

Ogni tanto mi butto giù e sono severa<br />

con me stessa ma so che devo imparare<br />

ad avere un obiettivo davanti a me e<br />

lavorarci senza tanti pensieri». Gli stessi<br />

pensieri che a volte fanno brutti scherzi.<br />

«Ammetto che smettere è un pensiero<br />

che ti passa per la mente - spiega Verena<br />

-. Anche in passato mi era capitato di<br />

essere fuori squadra ma alla fine la passione<br />

conta più di tutto e io non mi sento<br />

ancora arrivata. So che posso fare meglio,<br />

la motivazione c'è quindi la voglia e<br />

la passione sono più forti perché so che<br />

non ho ancora raggiunto quello che volevo:<br />

il sogno è il podio ma l’obiettivo è un<br />

posto nei cinque e soprattutto rimanere<br />

costante nelle dieci a livello mondiale. So<br />

che essere fuori in discesa e superG non<br />

è facile, e che se non fai la trasferta estiva<br />

in Argentina poi tutto diventa più pesante.<br />

Ma adesso non voglio più fare cattivi<br />

pensieri e voglio concentrarmi sulle due<br />

gare di discesa che rimangono per far<br />

vedere ancora quanto valgo».<br />

Guardare avanti e non mollare con passione<br />

e forza di volontà perché tra un anno<br />

43<br />

Verena Stuffer sulla spiaggia<br />

di Cesenatico con l'amica Johanna Schnarf<br />

l’appuntamento è ben più importante dei<br />

Mondiali. Alla vigilia di Sochi 2014 Verena<br />

vuole arrivarci con uno spirito diverso<br />

e con più serenità. «Le Olimpiadi sono<br />

un sogno e farò di tutto per arrivarci. E’<br />

il massimo a cui un atleta può aspirare<br />

e voglio lavorarci al meglio, spero con la<br />

squadra. Credo di avere le capacità e di<br />

non essere ancora riuscita a tirarle fuori<br />

proprio perché caratterialmente non ho<br />

tanta fiducia in me. Adesso voglio soltanto<br />

riprendere a sciare bene e non vedo<br />

l’ora che Johanna torni perché mi manca<br />

molto in squadra. Senza di lei mi sento<br />

un po’ sola e devo dirlo: il mio sogno è un<br />

podio di Coppa del Mondo con lei». Per il<br />

momento, però, Verena continua a fare il<br />

tifo per i suoi compagni di squadra. «Tifo<br />

per tutti perché questi bei risultati fanno<br />

bene a tutto lo sci alpino italiano. Tengo<br />

in maniera particolare per il mio amico<br />

Dominik Paris e mi dispiace per il superG<br />

maschile non sia andato benissimo anche<br />

se in un Mondiale il settimo posto di<br />

innerhofer non è male. Adesso continuo<br />

a seguirli serenamente e guardo avanti,<br />

perché il peggio è passato».


A piccoli passi vero la gloria<br />

mondiali e Coppa del mondo rappresentano la sublimazione di un percorso agonistico che parte dall'infanzia:<br />

ripercorriamo le tappe che un atleta deve affrontare per diventare un campione di Giulia Favero / foto Newspower


SCi ALPinO<br />

46<br />

SCi ALPinO<br />

eriKA PieTrOGiOVAnnA: «ALL'iniziO TUTTO DeVe eSSere nATUrALe COme Un GiOCO. A 13-14 Anni Si COminCiA A LAVOrAre SUL TALenTO FinO ALLe GAre COn i COmiTATi»<br />

Di recente abbiamo applaudito i<br />

migliori atleti del mondo a bordo<br />

Planai a Schladming, ogni anno<br />

assistiamo alla sfida per la sfera di cristallo,<br />

e con la testa siamo tutti già a Sochi<br />

dove il prossimo anno si svolgeranno<br />

i Giochi Olimpici Invernali. Spesso però,<br />

quando ci emozioniamo davanti a una<br />

bella vittoria o tremiamo per una terribile<br />

caduta, dimentichiamo tutto il percorso<br />

che un atleta deve fare per arrivare lassù,<br />

nell’Olimpo, a giocarsi i titoli più importanti.<br />

Affrontiamo, quindi, un viaggio<br />

alla scoperta dei passaggi che conducono<br />

al circuito maggiore.<br />

Il percorso inizia da bimbi, ma solo più<br />

avanti è possibile intravedere il “germe”<br />

del potenziale campione. «I primi<br />

passaggi, quelli di avvicinamento allo<br />

sci - spiega erika Pietrogiovanna, maestra<br />

di sci a Santa Caterina Valfurva e<br />

figlia del grande Tino - devono anzitutto<br />

essere un gioco che permetta di abituarsi<br />

alla neve. Deve essere tutto molto<br />

naturale ed avvenire senza sforzi. È un<br />

po’ quello che sto cercando di fare con<br />

la mia bimba di quasi tre anni, Greta.<br />

Giochiamo, facciamo qualche “scivolata”<br />

attaccata al bastone per cercare di<br />

farle prendere confidenza con l’ambiente,<br />

ma nel modo più naturale possibile».<br />

L’inizio della pratica sciistica vera e propria<br />

non è uguale per tutti, c’è chi inizia<br />

dalle scuole sci, dove maestri professionisti<br />

cercano di avvicinare nella maniera<br />

adeguata i piccoli, e poi se il bimbo<br />

è dotato passa agli sci club, oppure chi<br />

ha la fortuna di abitare in montagna può<br />

usufruire di alcune possibilità di pratica<br />

sportiva già ad iniziare dalla scuole materne:<br />

«Il nostro sci club gestisce i corsi<br />

per i bimbi dell’asilo - spiega Erika - e<br />

poi delle elementari. Si tratta di un primo<br />

contatto: chi ha voglia e magari un pizzico<br />

di talento può proseguire entrando<br />

a far parte del gruppo dello Sci Club». Ma<br />

ogni quanto è corretto fare allenamento<br />

in uno sci club? «Dipende. I bimbi della<br />

valle fanno allenamento anche qualche<br />

pomeriggio in settimana, mentre chi<br />

viene da fuori concentra molto nei fine<br />

Erika Pietrogiovanna conduce sulla pista la figlia Greta<br />

settimana, nelle vacanze di Natale o nei<br />

ponti. In estate poi ci si allena sul ghiacciaio.<br />

Così dai baby agli allievi. Ritengo<br />

però che solo a partire dai 13-14 anni si<br />

possa davvero pensare di “puntare” su<br />

un ragazzo; si può vedere se ha una<br />

buona impostazione, se scia bene e se<br />

inizia ad ottenere qualche bel risultato».<br />

Il ruolo dei genitori è poi fondamentale,<br />

si potrebbe dire determinante: «Non<br />

bisogna mai sostituirsi a maestri ed allenatori,<br />

o tantomeno caricare i ragazzi<br />

di troppe pressioni: il risultato potrebbe<br />

essere quello opposto di provocare un<br />

allontanamento dallo sport». Anche Tino<br />

Pietrogiovanna, membro della Valanga<br />

Azzurra, allenatore di Alberto Tomba e<br />

Deborah Compagnoni e poi direttore<br />

tecnico della squadra femminile la pensa<br />

così: «Bisognerebbe fare meno agonismo<br />

da piccoli e soprattutto cercare di<br />

arginare i genitori. Molti assillano i bambini,<br />

controllando cronometri, scrivendo<br />

tempi e sgridando i ragazzi. È proprio<br />

questa, insieme all’alto numero di gare,<br />

la maggior fonte di stress».<br />

Parallelamente all’attività didattica, infatti,<br />

inizia sin da subito quella delle<br />

Mattia trulla<br />

competizioni. «Innanzitutto - racconta<br />

Erika - ci sono le garette a livello provinciale<br />

e i campionati regionali per i migliori<br />

qualificati. Poi una bella manifestazione<br />

è il Gran Premio Giovanissimi per<br />

i bimbi delle categorie baby e cuccioli<br />

(dai 7 agli 11 anni) a livello regionale e<br />

47<br />

poi nazionale e poi mano a mano che<br />

si cresce aumentano le gare: sono praticamente<br />

quasi ogni weekend e nella<br />

categoria Giovani spesso anche in settimana.<br />

Le gare sono importanti perché<br />

permettono ai bambini/ragazzi di confrontarsi<br />

tra loro e fanno nascere lo spirito<br />

agonistico, ma nelle prime categorie i<br />

bambini sono ancora piccoli e la strada<br />

per diventare atleti veri e propri è molto<br />

lunga e impegnativa. Per questo nei primi<br />

anni di Sci Club è meglio imparare la<br />

tecnica, a sciare bene e divertirsi senza<br />

“fissarsi” su pali e gare ma vivendo lo sci<br />

a 360° con uscite in fuoripista, nei park,<br />

salti, snowblades, nevi diverse, giochi...<br />

Crescendo invece gli impegni aumentano<br />

e ovviamente il problema principale è<br />

quello di riuscire a coniugare sport e studio,<br />

elemento che deve rimanere importante,<br />

anche perché la base di partenza<br />

- categorie superbaby-baby-cuccioli - è<br />

enorme, ma il numero di quelli che riescono<br />

davvero a sfondare “da grandi” è<br />

davvero ridotto», conclude Erika. L’esperienza<br />

degli skicollege che potrebbero<br />

agevolare e studio, e sci, è per ora limitata<br />

ad alcune Regioni.<br />

Gare minori, gare più importanti… Due<br />

manifestazioni che hanno da sempre<br />

segnalato i nuovi talenti tra i più piccoli<br />

sono il Pinocchio e il Trofeo Topolino.<br />

«Sia io che Matteo e Francesca - racconta<br />

Eugenio marsaglia, istruttore federale<br />

- abbiamo partecipato ad entrambe le<br />

manifestazioni. Soprattutto il Topolino ti<br />

apre per la prima volta davvero al resto<br />

del mondo. I migliori classificati a livello<br />

nazionale passano a quello internazionale.<br />

Nel mio caso è stata la prima<br />

volta in cui ho sentito di non essere al<br />

cancelletto di partenza solo per me, ma<br />

anche per il resto del Paese. Poi si crea<br />

una bell’atmosfera di team, con la parata<br />

iniziale in cui sfilano tutte le nazioni».<br />

La strada prosegue e tra gare e lezioni il<br />

passo successivo è quello dell’ingresso<br />

nel Comitato regionale, in cui vengono<br />

convocati i migliori Allievi. «I Comitati<br />

- spiega Tino Pietrogiovanna - sono<br />

molto importanti perché permettono di


SCi ALPinO<br />

eUGeniO mArSAGLiA: «è imPOrTAnTe mATUrAre neL TemPO<br />

UnA CerTA COnFiDenzA COn LA GArA, LO STreSS e L’ADrenALinA»<br />

raggruppare i migliori atleti di diversi<br />

Sci Club, e sono il trampolino di lancio<br />

per i livelli più alti, ovvero le squadre. È<br />

essenziale allenare insieme i migliori e<br />

altrettanto importante è il rapporto dello<br />

Sci Club di appartenenza dell’atleta, con<br />

il Comitato: bisogna collaborare per il<br />

bene dei ragazzi». Anche il numero delle<br />

gare può influire sul buon andamento di<br />

un atleta, ma «l’importante è che gli allenatori<br />

sappiano gestire il tutto, dosando<br />

gli impegni per non correre da una gara<br />

all’altra, dalle regionali alle Fis, alle Fis<br />

giovani, alla Coppa europa per i migliori.<br />

Quantificare e programmare le gare<br />

con le giuste pause per l’allenamento<br />

mirato e finalizzare gli impegni è fondamentale.<br />

Non serve fare troppe gare,<br />

ma fare quelle giuste», conclude Pietrogiovanna.<br />

L’abitudine alla competizione<br />

non deve però mai mancare: «È importante<br />

avere una certa confidenza con la<br />

competizione, lo stress e l’adrenalina»,<br />

spiega Marsaglia.<br />

In tutto questo, come già sottolineato, il<br />

ruolo dell’allenatore diventa fondamentale.<br />

Un compito difficile e complesso, in<br />

cui l’esperienza ha un peso enorme. «Ci<br />

sono vari livelli di allenatore ed ognuno<br />

ha funzioni diverse. L’allenatore per i<br />

piccoli deve saper far giocare, divertire e<br />

non pretendere risultati. Quello dei Giovani<br />

- spiega Pietrogiovanna - ha forse<br />

il compito più delicato perché opera in<br />

un momento di per sé particolare della<br />

crescita. Qui infatti c’è la svolta: o si va<br />

avanti puntando in alto, o si smette con<br />

l’agonismo e ci si dedica magari alle<br />

selezioni per diventare maestri. Devi far<br />

capire ai ragazzi che il lavoro, specie in<br />

atletica, è indispensabile, e che è opportuno<br />

fare tanti sacrifici. Ovviamente affinché<br />

le parole non cadano nel vuoto,<br />

l’allenatore deve essersi conquistato la<br />

piena fiducia del ragazzo. Infine ci sono<br />

gli allenatori evoluti, quelli di Coppa Europa<br />

e Coppa del mondo che devono<br />

organizzare l’allenamento sotto tutti gli<br />

aspetti e in tutti i minimi particolari: orari,<br />

giorni di allenamento, giorni di riposo,<br />

tino Pietrogiovanna in gara<br />

a Saint Anton nel 1973<br />

addestramento, atletica, hotel, spostamenti…<br />

Proprio qui la carta vincente è<br />

l’esperienza e il continuare a guardare<br />

avanti per trovare nuovi miglioramenti<br />

nell’allenamento e con il confronto<br />

dell’atleta».<br />

Ma per un atleta quale è il momento più<br />

significativo per arrivare ai livelli più alti?<br />

L’abbiamo chiesto ad Alex zingerle che<br />

ha esordito lo scorso dicembre in Coppa<br />

del Mondo. «Nella mia personale esperienza<br />

il momento di maturazione più<br />

importante l’ho riscontrato nel passaggio<br />

dal Comitato alla squadra nazionale<br />

perché ho iniziato a confrontarmi con un<br />

livello più alto che mi ha fatto crescere<br />

sia atleticamente che tecnicamente perché<br />

ho iniziato a lavorare in modo mirato<br />

e più professionale sulla preparazione<br />

per lo sci».<br />

Ma quando un atleta ha la consapevolezza<br />

di poter intraprendere in modo serio la<br />

carriera dello sportivo? «Non è facile capire<br />

quando è il momento di smettere o<br />

di continuare… Molto dipende da come<br />

si mettono le cose. Ho sofferto molto<br />

- racconta Eugenio Marsaglia - dover<br />

smettere con le gare, ma sono altrettanto<br />

48<br />

contento della strada che ho intrapreso<br />

adesso. Soprattutto le selezioni per Istruttore<br />

sono state difficili e sono orgoglioso<br />

di dove sono arrivato». Per Zingerle invece<br />

la consapevolezza di poter fare dello<br />

sci qualcosa di importante è maturata in<br />

concomitanza di un preciso evento: «Ai<br />

mondiali juniores di Chamonix ho capito<br />

che lo sci poteva diventare importante<br />

per me e che potevo competere a livello<br />

internazionale». Chissà che emozione<br />

poi il momento della convocazione in<br />

Coppa… «Per dirmelo - spiega Alex -<br />

mi ha chiamato il mio allenatore, Devid<br />

Salvadori. Lui scherza spesso e pensavo<br />

che anche in quell’occasione… Quando<br />

ho capito che faceva sul serio sono rimasto<br />

senza parole dato che un’ambizione<br />

che covo da sempre si stava avverando.<br />

Neve, tempo, atmosfera: tutto come ho<br />

sempre sognato già quando da bambino<br />

facevo il lisciatore per la tappa di Coppa<br />

del Mondo. L’emozione più grande dello<br />

scorso 16 dicembre sulla Gran risa è stata<br />

affacciarmi al cancelletto di partenza e<br />

indossare quel pettorale, sentire la gente<br />

incitarmi e sciare su quella pista che ho<br />

sempre sognato». Un sogno che ripaga<br />

di tutta la fatica!<br />

Mucca<br />

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Est!<br />

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COPPA SCi ALPinO eUrOPA<br />

zingerle a testa bassa<br />

L'altoatesino ha debuttato in Coppa del mondo sulla pista di casa, la Gran risa: «i presupposti per avere un giorno<br />

un posto fisso in azzurro ci sono e le capacità anche. Bisogna allenarsi tanto e avere anche un po’ di fortuna» di Michela Caré<br />

Ha 20 anni sogna di diventare un campione dello sci.<br />

Alex Zingerle, badiota di La Villa, tesserato per le Fiamme<br />

Gialle, in questa stagione ha già vinto quattro gare<br />

Fis, due slalom a Sestriere e due slalom a Valgrisenche, difende<br />

i colori della squadra azzurra in Coppa Europa, e a dicembre<br />

ha debuttato in Coppa del Mondo sulla la Gran risa, la<br />

pista di casa dove ama allenarsi da solo, con il fratello Hannes<br />

o con gli amici quando è a casa.<br />

Qual è stato il percorso che ha seguito per diventare<br />

un atleta?<br />

«Ho iniziato a sciare sin da bambino all’età di 4 anni. Ho<br />

frequentato lo Sci Club Ladinia con cui ho cominciato a fare<br />

gare. Impegno e volontà credo siano le due qualità in più,<br />

rispetto ai compagni che hanno smesso di sciare, che mi<br />

hanno permesso di diventare un atleta».<br />

ha partecipato a diverse rassegne: mondiali Juniores,<br />

Olimpiadi Giovanili, Coppa europa e Coppa del mondo.<br />

Che differenze ha avvertito tra questi circuiti?<br />

«I Mondiali Juniores e le Olimpiadi Giovanili sono organizzati<br />

molto meglio rispetto alle gare Fis. Gli avversari sono internazionali,<br />

ti puoi confrontare con altre nazioni. Anche le<br />

piste sono preparate meglio. Per quanto riguarda la Coppa<br />

del Mondo, il livello è sicuramente molto più alto rispetto agli<br />

atleti della Coppa Europa e le difficoltà delle piste sono maggiori».<br />

ha debuttato in Coppa del mondo in Alta Badia sulle nevi<br />

di casa. Che effetto le ha fatto gareggiare per la prima<br />

volta sulla Gran risa, una pista dove è cresciuto?<br />

«È stata un’emozione grandissima. Gareggiare sulla Gran<br />

risa è un piccolo sogno che avevo sin da bambino. Un’esperienza<br />

bellissima che dà tante motivazioni».<br />

Come è stato gareggiare contro gli atleti<br />

più forti del mondo?<br />

«Mi ha fatto capire quanta strada c’è ancora da fare per arrivare<br />

a essere un atleta come loro. I presupposti per avere<br />

un giorno un posto fisso in Coppa del Mondo ci sono e le<br />

capacità anche. Bisogna allenarsi tanto e avere anche un po’<br />

di fortuna».<br />

nella squadra azzurra di Coppa del mondo,<br />

chi è l’atleta a cui si ispira e a cui vorrebbe somigliare?<br />

«Non ho dubbi, Manfred Moelgg. È della mia valle e lo conosco<br />

un po’ meglio sia come persona sia per come scia».<br />

e tra gli atleti stranieri?<br />

«Marcel Hirscher, al momento è lui il più forte».<br />

in questa stagione ha già vinto quattro gare Fis.<br />

Quali sono i suoi prossimi obiettivi?<br />

«Andare bene in Coppa Europa e ai Mondiali Juniores che si<br />

terranno a fine mese».<br />

Quali sono i sacrifici che affronta un ragazzo della sua età<br />

che sogna di diventare un campione dello sci?<br />

«I sacrifici ci sono, ma non sono cosi grandi come quello che<br />

si pensa perché facciamo quello che ci piace. È il nostro lavoro,<br />

ma non ci manca il divertimento. Noi ci divertiamo a<br />

sciare, gli altri ragazzi si divertono a fare qualcos’altro».<br />

Come è riuscito a conciliare lo studio con lo sci?<br />

«È stato difficile perché accumulavo tanto assenze ed era<br />

poco il tempo per studiare. Cercavo di farlo durante le ore<br />

di viaggio e cercavo di recuperare nei mesi nei quali non si<br />

sciava».<br />

Quando è a casa, sfrutta la Gran risa come pista di allenamento?<br />

«Sì, mi capita spesso di andare a fare la Gran risa la domenica<br />

con gli amici. Al 90% però la sfrutto per gli allenamenti veri<br />

e propri insieme al mio vecchio sci club».<br />

50 51<br />

sci alpino<br />

in famiglia c’è anche suo fratello minore hannes, medaglia<br />

d’argento alle Olimpiadi Giovanili. Che rapporto c’è<br />

tra voi due?<br />

«C’è affetto e amicizia, essendo fratelli non c’è molta competizione.<br />

Cerco di dargli consigli come lui li dà a me. Ci alleniamo<br />

spesso insieme, d’estate svogliamo insieme la preparazione<br />

atletica. Lui adesso partecipa alle gare Grand Prix e se<br />

andrà bene arriverà presto in Coppa Europa, circuito dove ha<br />

già debuttato l’anno scorso».


Occhi sulla<br />

Angriman<br />

La vicentina ama le sfilate di moda e ora deve fare<br />

i conti con un infortunio al ginocchio, ma ha le idee chiare<br />

sul futuro: «nello sport, come nella vita, non bisogna<br />

mai mollare»<br />

di Lorenzo Fabiano<br />

F U T U r F i S i


SCi FUTUrFiSi ALPinO<br />

«L'eSPerienzA ALLe OLimPiADi GiOVAniLi Di LiBereC mi hA GALVAnizzATA<br />

DOPO DUe STAGiOni FrenATe DA PrOBLemi FiSiCi, hO VOGLiA Di TOrnAre SUGLi SCi»<br />

Sono passati due anni dai Giochi Olimpici Invernali<br />

Giovani del 2011 a Liberec in repubblica Ceca. Aveva<br />

diciassette anni Anika Angriman ed era una delle<br />

quattro ragazze che ebbero l’onore di rappresentare il<br />

nostro paese nelle gare dello sci alpino. Vicentina di Arzignano,<br />

sciisticamente cresciuta in trentino con l’Agonistica<br />

Campiglio, oggi in FuturFisi e promessa dello sci azzurro,<br />

ci racconta quell’esperienza: «È stata una delle emozioni<br />

più belle mai provate. È una cosa quasi indescrivibile, soprattutto<br />

pensare di rappresentare la propria nazione in<br />

un evento così importante e con così tanta gente. Un'altra<br />

cosa che mi è rimasta impressa é l'atmosfera magica che<br />

si respirava, oltretutto abbiamo vissuto una settimana nel<br />

villaggio olimpico a stretto contatto con ragazzi e ragazze<br />

provenienti da tutta Europa, e penso che conoscere gente<br />

nuova, culture e tradizioni diverse, ideologie differenti dal-<br />

le proprie arricchisca moltissimo una persona. Per quanto<br />

concerne le gare, nel team Event, in cui ci si scontrava tra<br />

paesi e non tra singoli, noi italiani siamo arrivati al bronzo<br />

ed è stato bellissimo perché siamo stati premiati durante la<br />

cerimonia di chiusura, davanti ad uno stadio pieno».<br />

In questi giorni purtroppo, Anika è ferma ai box per recuperare<br />

da un intervento chirurgico per l’asportazione del menisco: «Da<br />

novembre ho iniziato ad accusare un dolore al ginocchio sinistro,<br />

ma ho cercato comunque di tenere duro, soprattutto dato<br />

il fatto che avevo perso la stagione anche l'anno scorso sempre<br />

per problemi fisici. Circa tre settimane fa ho deciso di fare la<br />

risonanza, perché il dolore iniziava ad essere insopportabile ed<br />

ho scoperto di avere il menisco rotto. Un pezzo si era staccato<br />

ed era entrato nell'articolazione. A quel punto abbiamo deciso<br />

di operare subito, per non creare altri danni».<br />

A due anni prende confidenza con la neve<br />

Parliamo un po’ di lei, della sua storia. Come e quando ha<br />

iniziato a sciare? «Ho iniziato ad amare le praticare lo sci da<br />

subito, ad appena due anni e mezzo al Plose, per poi continuare<br />

con qualche corso in una località sciistica a mezz'ora da<br />

casa, recoaro Mille. ricordo che un giorno ero lì a sciare con<br />

mio fratello. Un signore, che non conoscevamo, ci vide e notò<br />

qualcosa. Disse a mia madre che gli sembrava che avessimo<br />

delle potenzialità per iniziare a praticare questo sport e così feci<br />

le prime uscite in ghiacciaio. Quel signore fu il mio primo allenatore,<br />

avevo solo 5 anni».<br />

Vorrebbe elencarci i risultai più significativi?<br />

«Direi il quarto posto al topolino primo anno Allievi, quinto posto<br />

agli Italiani primo anno ragazzi e Allievi, vari podi Giovani ed<br />

Aspiranti, con qualche vittoria, nella stagione 2010-'11, argento<br />

agli Italiani Aspiranti Slalom e quinto posto in Gigante sempre<br />

stagione 2010-'11».<br />

risultati che l’hanno portata in FuturFisi...<br />

«L'esperienza in Futurfisi é stata molto positiva, e mi ha fatto crescere<br />

come atleta. Mi spiace averla dovuta interrompere. Non<br />

54 55<br />

sci alpino<br />

vedo l’ora di tornare sugli sci. Questo è il mio solo obiettivo per<br />

il <strong>2013</strong>».<br />

Quali sono le sue caratteristiche tecniche:<br />

predilige pali larghi, stretti o la velocità?<br />

«Sulla carta sono più forte in gigante, anche se forse rendo di<br />

più in superG. Mi piace molto la velocità e quindi adoro la discesa,<br />

anche se forse per le mie caratteristiche fisiche mi è meno<br />

congeniale. Vedremo, io intanto penso a cimentarmi e provare<br />

a far bene in tutte le discipline».<br />

Chi è il suo modello sugli sci?<br />

«Assolutamente ted Ligety. Come lui stesso ha detto, scia perché<br />

si diverte. A mio parere è di gran lunga lo sciatore più spettacolare<br />

e simpatico del Circo Bianco. Come si spiana in curva<br />

lui, non lo fa nessun altro. La prova di slalom che gli è valsa l’oro<br />

in Supercombinata ai Mondiali di Schladming è stata qualcosa<br />

di esaltante».<br />

Fuori dalle piste, che tipo è Anika?<br />

«Fuori dalle piste sono una ragazza semplice e tranquilla. riesco<br />

a coniugare sport e scuola con buoni risultati in entrambi,<br />

per fortuna. Penso che la forza di volontà sia la chiave per il<br />

successo. Mi piace molto dipingere, e quelle poche volte che c'è<br />

del tempo libero, faccio qualche sfilata di moda».<br />

Parliamo di Lindsey Vonn. il suo incidente è stato terribile.<br />

Tuttavia non perde occasione per dire che sarà in gara a<br />

Sochi 2014. Un messaggio di grande carattere e coraggio.<br />

Che ne pensa?<br />

«Che esempio di mentalità e personalità sportiva. Ovviamente<br />

le faccio un grossissimo in bocca al lupo: spero che anche lei<br />

possa tornare il prima possibile a fare ciò che le piace. Lo sci ha<br />

bisogno di una campionessa di quel calibro. Nello sport, come<br />

nella vita, non bisogna mai mollare, ma guardare avanti e crederci<br />

fino in fondo».<br />

Anika con Veronica Olivieri


Le DUe reGine<br />

mireia mirò Varela e Laetitia roux sono due amiche così diversamente uguali.<br />

insieme stanno scrivendo la storia dello sci alpinismo femminile<br />

ed è divertente scoprire i loro segreti in questa inedita intervista doppia<br />

di Martina Valmassoi / foto Carlo Ceola, Droz-Photo, PixiR Rocks, Maurizio Torri


Sono il presente e il futuro dello sci alpinismo. Fonte<br />

di ispirazione e ammirazione per quelle atlete che<br />

vogliono vivere il loro sogno o per lo meno provarci.<br />

Hanno spinto il livello femminiile a quote mai raggiunte<br />

e soprattutto, non hanno intenzione di fermarsi. Queste<br />

sono Mireia Mirò Varela e Laetizia roux, due personalità<br />

distinte e agli opposti, disordine e metodo, insicurezza e<br />

determinazione, fuoco e acqua, che unite sono imbattibili.<br />

Ecco a voi una scoppiettante intervista doppia per sapere<br />

un po' di più di queste due<br />

grandi campionesse.<br />

Di ritorno dall’Alpinski, come è andata la gara?<br />

Siete soddisfatte?<br />

LAeTiTiA: «Sono molto soddisfatta, ho vinto entrambe le<br />

gare, sprint ed individuale con sensazioni veramente buo-<br />

LAeTiTiA SCi ALPinO rOUX<br />

58<br />

ne. Il giorno della sprint è stato forse troppo lungo a causa<br />

di problemi con i cronometraggi però il sabato c’era un<br />

tempo stupendo e un’atmosfera molto amichevole».<br />

mireiA: «Sono molto soddisfatta, nella prima parte della<br />

gara ho patito il caldo, nella seconda le mie sensazioni<br />

sono migliorate decisamente».<br />

L’inizio della stagione è andato alla grande<br />

per entrambe. Qual è il vostro obiettivo principale<br />

per il <strong>2013</strong>?<br />

LAeTiTiA: «I campionati del mondo».<br />

mireiA: «Voglio divertirmi in ogni gara quest’anno, diventare<br />

parte di ognuna».<br />

Nella vita siete sempre insieme, perché non<br />

è sempre così anche nelle gare a coppie?<br />

Avete in programma di correre con altre ragazze<br />

nel circuito della Grand Course?<br />

LAeTiTiA: «Avevamo programmato di correre tutte le gare<br />

insieme l’anno scorso ma Mireia era infortunata per la<br />

Pierramenta, questo è il motivo per cui non abbiamo corso<br />

insieme».<br />

mireiA: «Negli ultimi due anni abbiamo sempre cercato<br />

di gareggiare insieme nelle gare a coppie, per questo siamo<br />

entrambe vincitrici dell'ultima Grand Course. Lo scorso<br />

59<br />

sci alpinismo<br />

anno però ero infortunata e quindi ho deciso di non correre<br />

la Pierramenta, 4 giorni così intensi erano troppo per il<br />

mio ginocchio. Quando abbiamo iniziato a gareggiare la<br />

coppia composta da Pedranzini e Martinelli era l’immagine<br />

di squadra perfetta e noi aspiravamo a diventare<br />

come loro, mantenendo sempre la nostra identità. Loro ci<br />

hanno aiutato a crescere, adesso è il nostro turno».<br />

Voci dicono che nonostante viviate insieme vi allenate<br />

in solitaria, come mai questa scelta?<br />

LAeTiTiA: «Penso che devi chiedere a Mireia...».<br />

mireiA: «trascorriamo talmente tanto tempo insieme che,<br />

soprattutto per me, l’allenamento in solitaria è estremamente<br />

rilassante».<br />

Come mai avete scelto la Valtellina come località<br />

per trascorrere l’inverno ed allenarvi<br />

LAeTiTiA: «La prima volta che sono venuta a Bormio era<br />

il 2009, dovevo preparare il Mezzalama con Francesca<br />

Martinelli e roberta Pedranzini. Sono rimasta sorpresa<br />

dell’ospitalità oltre alle incredibili montagne. Da quella<br />

volta mi sono ripromessa di tornare».<br />

mireiA: «Gli ultimi due anni abbiamo vissuto ad Aravis<br />

in Francia e vicino a Verbier in Svizzera. Se non visitiamo<br />

posti nuovi adesso di sicuro in futuro sarà più difficile, non<br />

abbiamo figli, mariti, niente ci lega particolarmente ad un<br />

luogo. Siamo state in Valtellina altre volte prima ed oltre<br />

ad esserci sembrato un posto molto bello, ci sono sicuramente<br />

moltissimi itinerari scialpinistici interessanti».<br />

Come va con l’apprendimento della lingua italiana?<br />

LAeTiTiA: «Amo la vostra lingua. Quando abbiamo deciso<br />

di trasferirci qui uno dei miei obiettivi era proprio migliorare<br />

il mio italiano. Stando qui impari a velocità doppia».<br />

mireiA: «Sto migliorando di giorno in giorno, con gli italiani<br />

molto bene ma per quel che riguarda i ragazzi... Non<br />

sono molto interessata a loro...».<br />

Sicuramente apprezzerete la cucina italiana!<br />

Qual è il vostro piatto preferito?<br />

LAeTiTiA: «Adoro la pizza bianca, se in Francia ordino una<br />

pizza senza pomodoro e formaggio mi guardano come<br />

fossi un alieno e non capiscono cosa io voglia».<br />

mireiA: «tra la pizza e la pasta, io scelgo la pizza».<br />

Chi è la più metodica delle due?<br />

Laetitia: «Senza esitazioni, io».<br />

Mireia: «Penso sia chiaro, Laetitia».<br />

La più disordinata?<br />

LAeTiTiA: «troppo facile, Mireia».<br />

mireiA: «E' vero, sono io».


il vostro miglior pregio e uno della vostra compagna.<br />

LAeTiTiA: «Essere me stessa. Lei cambia idea di continuo,<br />

penso che i suoi pregi cambino a seconda del tempo».<br />

mireiA: «Se posso, cerco sempre di mettere le persone<br />

a proprio agio. Leti è molto paziente e ha sempre le idee<br />

molto chiare».<br />

e il vostro più grosso difetto?<br />

LAeTiTiA: «Penso sia meglio chiedere a Mireia».<br />

mireiA: «Sono molto, molto disordinata, anche nella mia<br />

testa! Alla prima Coppa del Mondo quest’anno mi sono<br />

presentata in partenza con l’Artva funzionante ma senza<br />

pettorale».<br />

raccontateci qualcosa di divertente che riguarda la<br />

vostra amicizia.<br />

LAeTiTiA: «E' esilarante vedere Mireia quando dorme.<br />

Completamente vestita, nel bel mezzo di un disordine incredibile.<br />

Computer, occhiali da sole, le pelli, monete e<br />

altro e ovviamente con il piumino senza copri piumino...».<br />

mireiA: «Qualche giorno fa abbiamo cucinato gli spaghetti.<br />

Prima cercava di servirli con due forchette ma gli<br />

spaghetti continuavano a cadere ai lati. Cosa le sarà<br />

venuto in mente? Semplicemente di servirli con le mani,<br />

come se fosse la più normale delle cose».<br />

SCi mireiA ALPinO mirò<br />

60<br />

Cosa vi spaventa di più sulla linea di partenza?<br />

LAeTiTiA: «Penso che sia arrivare tardi alla partenza e vedere<br />

tutte quante che partono prima di me».<br />

mireiA: «Più dei miei avversari temo me stessa! Se starò<br />

bene, se sarò paziente e strategica per una gara migliore,<br />

se sarò nervosa ai cambi. Però cerco di convertire queste<br />

paure in sicurezza, penso ai sacrifici, agli allenamenti e<br />

dico a me stessa: “Oggi è il tuo giorno! Parti e vivilo al<br />

meglio”».<br />

Quale nazionale vincerà<br />

i Campionati del mondo?<br />

LAeTiTiA: «Se la giocano Francia, Italia e Svizzera, penso».<br />

mireiA: «Voto senza discussioni, la Francia».<br />

Cosa deve fare una ragazza<br />

per diventare una campionessa<br />

come voi?<br />

LAeTiTiA: «Seguire i suoi sogni e aspirazioni».<br />

61<br />

sci alpinismo<br />

mireiA: «Ormai sono tanti anni che pratico questo sport,<br />

ho iniziato nel 2006, da cadetta. Ho continuato perché oltre<br />

a piacermi molto mi ero accorta di avere delle grandi<br />

qualità. Che sia chiaro, il talento non basta, ci sono tanti<br />

sacrifici dietro. Ci sono stati momenti bui e altri di estrema<br />

felicità, l’importante è sapere che dopo la notte c’è sempre<br />

il giorno e tutto aiuta a crescere. L’unica cosa che mi<br />

sento di dire è il non focalizzarsi troppo, bisogna avere<br />

altre passioni, lo studio, gli amici il lavoro, tutte cose che ti<br />

mantengono la mente “fresca”».<br />

Cosa vi spinge a continuare anche<br />

quando non centrate i vostri obiettivi?<br />

LAeTiTiA: «Cerco di creare sempre nuovi progetti nella mia<br />

testa, senza fossilizzarmi».<br />

mireiA: «Sono stata infortunata dal novembre 2011 all’ottobre<br />

2012, è stato un anno incredibilmente frustrante e<br />

duro sia mentalmente che fisicamente. Perfino lo scorso<br />

dicembre non sapevo se sarei tornata a gareggiare oppure<br />

no, camminavo sopra ad un filo di insicurezze e paure.<br />

Ho deciso di provarci grazie al supporto dei miei amici, la<br />

mia famiglia, Leti. Queste persone mi hanno aiutato ad<br />

uscire dai momenti difficili e adesso sono qui pronta a<br />

vivermi ogni gara nel miglior modo possibile, senza dare<br />

troppa importanza al risultato. Se va bene sono contenta,<br />

se non va bene sono contenta lo stesso».<br />

Cosa si può fare per incrementare<br />

la partecipazione femminile nelle gare<br />

di sci alpinismo?<br />

LAeTiTiA: «Penso che si debba potenziare l’azione di marketing.<br />

Creare eventi e manifestazioni solo per le donne,<br />

pubblicità nelle riviste e in eventi di sport maggiori».<br />

mireiA: «Non lo so. Sicuramente un punto di partenza sarebbe<br />

differenziare le pertenze degli uomini da quelle delle<br />

donne visto che le partenze collettive possono essere<br />

estremamente caotiche. L’effettivo successo penso però<br />

che nasce dalla volontà della donna, se questa non vuole<br />

veramente essere coinvolta, niente la spingerà a farlo».<br />

Pro o contro le Olimpiadi?<br />

LAeTiTiA: «Sono pro perché è il sogno di ogni atleta vincere<br />

una Olimpiade. A volte, però, , però a volte mi verrebbe<br />

da rispondere di concentrarsi di più nella presente<br />

situazione. Si deve migliorare molto ancora e bisogna<br />

cercare di farlo per poter pensare ad una partecipazione<br />

olimpica».<br />

mireiA: «Pro per lo stesso motivo che dice Leti, contro perché<br />

è un procedimento talmente lungo che sono quasi<br />

stufa di sentirne parlare. Alla fine io voglio gareggiare e<br />

divertirmi fuori o dentro una Olimpiade».


Garantisce<br />

mASTrOTA<br />

natalia, figlia del conduttore televisivo e della ballerina natalia<br />

estrada, è una delle giovani più promettenti della nazionale:<br />

«in città mi sento soffocata, tutto il mio amore è per la natura<br />

e per la vita all'aria aperta»<br />

di Giulia Favero/ foto Areaphoto, Carlo Ceola, Maurizio Torri


SCi ALPiniSmO<br />

«AmO USCire Per AnDAre A COnQUiSTAre UnA CimA PASSO DOPO PASSO.<br />

mi GUArDO inTOrnO e rieSCO A riFLeTTere SU ASPeTTi imPOrTAnTi e PrOFOnDi…<br />

SOPrATTUTTO rieSCO A SVUOTAre LA menTe DA AnSie e PreOCCUPAziOni»<br />

La parlantina è quella di chi non vede<br />

l’ora di raccontare la sua passione,<br />

l’entusiasmo è quello di chi si è affacciato<br />

da poco in un accogliente mondo<br />

nuovo, e la determinazione è di chi<br />

sa di doversi guadagnare tutto sul campo<br />

e soprattutto di doversi impegnare<br />

duramente. La vita da “vagabonda” della<br />

giovane scialpinista con cui parliamo,<br />

Natalia mastrota, classe 1995, la ama e<br />

non potrebbe vedere se stessa diversamente.<br />

«Ho sempre frequentato la montagna<br />

- racconta la giovane figlia d’arte,<br />

la mamma è la ballerina Natalia estrada,<br />

papà il conduttore televisivo Giorgio<br />

- perché soprattutto da piccola i miei mi<br />

portavano a fare le classiche escursioni.<br />

La nostra prima base è stata in Valle<br />

d’Aosta, poi a Bormio. Non amo la città,<br />

lì mi sento soffocata. Tutto il mio amore è<br />

per la natura e per la vita all’aria aperta».<br />

Una passione così grande che ha spinto<br />

la giovane Mastrota a fare proprio della<br />

Valtellina la sua sede principale di allenamento<br />

e di vita. «Il mio sogno è sempre<br />

stato quello di fare la Guida Alpina,<br />

e chissà che prima o poi io non riesca<br />

a realizzarlo! Perché la montagna ti dà<br />

tante soddisfazioni, facendoti fare una<br />

fatica mai fine a se stessa ma che fa<br />

crescere interiormente». Bormio come<br />

base ma tanti spostamenti in giro per<br />

l’Italia verso le condizioni migliori di allenamento:<br />

«Amo questa vita girovagante<br />

che mi porta a viaggiare, vedere posti<br />

nuovi e adoro avere sempre la valigia<br />

pronta». Un aspetto che Natalia è riuscita<br />

a conciliare è quello della scuola: «Sono<br />

iscritta al liceo linguistico da privatista.<br />

Non ho l’obbligo di frequenza alle lezioni<br />

e questo mi permette di organizzarmi<br />

al meglio. D’altra parte però è un grosso<br />

impegno per me perché devo avere la<br />

costanza e la serietà di non “perdermi”<br />

e mettermi davvero sui libri a studiare.<br />

Per ora tutto riesce al meglio. Anche con<br />

i miei genitori… Siamo abituati a non<br />

vederci tutti i giorni e a vivere senza re-<br />

strizioni. Ci sentiamo sempre però e sono<br />

sempre con me nonostante i chilometri<br />

che ci separano».<br />

E poi lo scialpinismo in sé: fatica, allenamenti,<br />

adrenalina della gara. «All’inizio<br />

non pensavo di gareggiare, ma mi hanno<br />

subito “tirata dentro”. Amo l’uscire per<br />

andare a conquistare una cima passo<br />

dopo passo; mi guardo intorno, e riesco<br />

a riflettere su aspetti importanti e profondi…<br />

Cosa che magari a casa non faccio!<br />

E riesco a svuotare la mente da tutte le<br />

ansie e preoccupazioni». Sensazioni,<br />

gioia, ma lo sport è anche tanta prepa-<br />

64<br />

razione: «La mia settimana-tipo prevede<br />

corsa, un allenamento più blando, uno<br />

più tosto, una simulazione della gara,<br />

tanto stretching retaggio di mamma e<br />

un solo giorno di riposo. Per quanto riguarda<br />

la palestra ne faccio soprattutto<br />

a maggio-giugno e a settembre-ottobre;<br />

nel periodo di gare preferisco non caricare<br />

troppo il fisico».<br />

Natalia pensa, si prepara e gli altri parlano.<br />

Il suo esordio in Coppa del mondo<br />

ha attirato l’attenzione di (qualche) media<br />

e diversi curiosi. Che effetto fa? «Sono<br />

abbastanza abituata ai riflettori, non mi<br />

pesa e per certi aspetti sono contenta<br />

dell’attenzione che mi è stata riservata.<br />

È stata un’occasione per far parlare<br />

di questo sport che è ancora un po’ di<br />

nicchia. Poi se si parla di me come sportiva<br />

e non solo come “figlia di…” non<br />

può che farmi piacere». Tante emozioni<br />

in questa stagione per una ragazza che<br />

ama quello che fa e si nutre di questa<br />

passione. L’esordio in Coppa del Mondo<br />

e la convocazione per i mondiali su<br />

tutte. «Questa estate mi sono fatta male<br />

al ginocchio, pertanto non mi sono allenata<br />

troppo e ho iniziato la stagione con<br />

qualche dubbio e perplessità sui risultati<br />

che avrei potuto ottenere. Appena ho<br />

ricominciato a gareggiare mi è tornata<br />

tanta voglia di fare e di impegnarmi.<br />

Pian piano la forma è cresciuta e l’obiettivo<br />

adesso è quello di mantenerla il<br />

più a lungo possibile. La prima tappa di<br />

Coppa del Mondo in Valle Aurina è stata<br />

una gran bella novità per me! Soprattutto<br />

nell’individual non ero abituata a quei<br />

dislivelli, ma sia Angeloni che invernizzi<br />

(i tecnici azzurri, ndr) mi hanno molto<br />

tranquillizzata ed aiutata. Così come gli<br />

azzurri più esperti, primi tra tutti Lenzi e<br />

il capitano Manni reichegger. Anche la<br />

tappa in Svizzera è stata emozionante,<br />

sono salita sul podio e non mi aspettavo<br />

di andare così bene».<br />

La giovane Mastrota ha la possibilità di<br />

godere dell’esperienza, non solo dei Senior,<br />

ma anche di alcune delle giovani<br />

più forti al mondo, prima tra tutte Alba<br />

De Silvestro: «Sono contentissima di<br />

avere Alba in squadra. Lei è la migliore<br />

e potermi confrontare sui suoi tempi è<br />

un ottimo riscontro. Sul fronte gare però<br />

preferisco quelle individuali. Le staffette<br />

SCi ALPiniSmO<br />

sono divertentissime, ma se devo badare<br />

alla prestazione pura, prediligo quelle<br />

singole: amo avere tutto sotto controllo e<br />

su me stessa è più semplice». Il succedersi<br />

delle gare, quindi il confronto con<br />

le altre atlete hanno permesso a Natalia<br />

di focalizzarsi su quelle che sono le sue<br />

carenze. «Quest’anno ho lavorato tanto<br />

sulla discesa dove avevo i maggiori problemi<br />

anche a causa della rottura di un<br />

crociato, due anni fa. La salita invece mi<br />

è sempre piaciuta; ora come ora devo<br />

migliorare… sui pezzi piani». La grinta,<br />

la voglia di fare e ottimizzare le performances<br />

non mancano: «Di recente ho<br />

comprato un paio di sci di fondo e spero<br />

che i miei compagni di Nazionale mi aiuteranno<br />

in questa disciplina così importante<br />

anche per noi scialpinisti. Il bello di<br />

essere un gruppo misto, senza divisioni<br />

di sesso o di età è proprio questo: ci si<br />

aiuta e si condividono le esperienze».<br />

Esperienze che sono state utili proprio<br />

per i Mondiali: «Innanzitutto devo dire<br />

che la convocazione è stata un’emozione<br />

enorme. Non mi aspettavo di fare questi<br />

65<br />

passi in così poco tempo, ma ho capito<br />

che è giunta l’ora di fare le cose davvero<br />

sul serio anche perché adesso non sono<br />

più in partenza soltanto per me, ma per<br />

l’italia».<br />

Coppa del Mondo, Mondiali… Ma nel<br />

cuore di Natalia ci sono anche le Grande<br />

Courses, le classiche dello scialpinismo.<br />

«Una emozione speciale me la da<br />

il trofeo Mezzalama. Da anni frequento<br />

Gressoney e ho sempre sentito parlare<br />

di questa gara. Quest’anno andrò a vederla…<br />

E chissà che prima o poi…». La<br />

strada da percorrere è ancora tanta, ma<br />

Natalia sembra aver trovato davvero la<br />

sua dimensione: «Mi piacerebbe continuare<br />

con le gare. L’ambiente è sano e<br />

mi trovo molto bene. Non ci sono pressioni<br />

e mi piacerebbe poter gareggiare<br />

a livello professionistico. Mi piace tutto:<br />

la gara, l’allenamento e soprattutto la<br />

fatica. Può sembrare strano, ma il mio<br />

fisico più mi sforzo, più “vuole” altra<br />

fatica. Se sto ferma una settimana impazzisco...».


Fulmine<br />

a ciel sereno<br />

Davide Galizzi ha stravolto le gerarchie della nazionale<br />

con un avvio di stagione strepitoso che l'ha proiettato direttamente<br />

ai mondiali: «Sono stato il primo a sorprendermi»<br />

di Martina Valmassoi / foto Carlo Ceola, Grand Course, Marc Leclereq


DAViDe SCi ALPinO GALizzi<br />

«nOn C'è Un SeGreTO, in eSTATe mi SOnO ALLenATO Di Più DeL SOLiTO<br />

APPrOFiTTAnDO DeLLA COLLABOrAziOne Di TUTTA LA FAmiGLiA niCOLini»<br />

Ad inizio stagione ci sono un sacco di aspettative su chi<br />

sarà il talento emergente. Non è facile farsi spazio in<br />

una Nazionale di campioni ed è per questo che è sempre<br />

più dilazionato nel tempo il ricambio di atleti. Quest’anno<br />

qualcosa è accaduto. Un fulmine a ciel sereno, una freccia<br />

scagliata fin dal primo appuntamento quando forse non tutti<br />

hanno il motore caldo. Questa freccia si chiama Davide Galizzi,<br />

ragazzo della Valle del Chiese che, senza arroganza ma<br />

con una grinta non da tutti, ha saputo infilarsi tra i migliori e<br />

quindi in Nazionale.<br />

Quando ha iniziato a praticare sci alpinismo?<br />

«Ho iniziato a 12 anni, vivo in una zona molto bella per fare sci<br />

alpinismo e quindi è stato naturale come approccio. Andavo<br />

spesso a fare gite con gli amici o con mio zio, a parte questi<br />

ultimi anni non ho mai fatto gare ma devo dire che questo<br />

ambiente mi piace sempre di più».<br />

Cosa le piace fare oltre a sciare?<br />

«Prima di dedicarmi alle gare di sci alpinismo partecipavo alle<br />

gare in mountain bike, niente di importante, gare regionali<br />

che però mi permettevano di tenermi allenato ed anche di<br />

divertirmi. Oltre a questo mi piace arrampicare».<br />

Sono 4/5 anni ormai che gareggia, se lo aspettava<br />

quest’anno questo salto di qualità?<br />

«Assolutamente no! Devo dire che sono stato il primo a sorprendermi.<br />

Chiaramente mi sono allenato di più del solito, gli<br />

anni scorsi l’estate lavoravo per una ditta di asfalti e quindi il<br />

tempo per allenarsi era poco. In compenso l’inverno ero libero<br />

e quindi riuscivo comunque a sfogarmi. Quest'anno invece<br />

ho curato molto anche l’allenamento estivo poiché ho lavorato<br />

al rifugio Pedrotti, gestito dalla famiglia della mia ragazza,<br />

Elena Nicolini».<br />

Diciamo che anche se non faceva parte dell'ambiente<br />

azzurro, ha respirato parecchio l’aria della nazionale in<br />

quella famiglia!<br />

«Certo, tra Franco, Elena e Federico ci si aiuta parecchio con<br />

gli allenamenti, alla fine era un po' come andare in trasferta<br />

con loro. Adesso finalmente posso vivere la mia storia».<br />

e' appena tornato dalla prima tappa della Grand<br />

Course, l’Altitoy Ternua con un terzo posto, soddisfatto?<br />

«Assolutamente sì, ringrazio il grande Filippo Beccari per questo,<br />

che ha voluto affiancarmi. Le prime due posizioni erano<br />

irraggiungibili parlando di classifica finale, ma noi abbiamo<br />

comunque fatto una gran gara. Adesso vedremo cosa riusciremo<br />

a combinare nelle prossime».<br />

68<br />

Davide Galizzi in posa con Filippo Beccari<br />

Secondo lei qual è la gara più bella<br />

che ha mai disputato? Come percorso,<br />

non come risultato.<br />

«Sicuramente la Pierramenta, ma in piccolo anche la nostra<br />

Dolomiti di Brenta non scherza in fatto di bellezza e fascino».<br />

69<br />

sci alpinismo<br />

La più bella gara invece, in termini di risultato?<br />

«Penso il Sellaronda dell’anno scorso, è stata una sorpresa,<br />

sono arrivato 5° con Daniele Cappelletti dopo aver fatto un<br />

recupero impressionante nell’ultima salita poiché avevamo<br />

perso uno sci e di conseguenza anche molto tempo».<br />

Se potesse scegliere tra un podio alla Grand Course<br />

o ad un mondiale cosa sceglierebbei?<br />

«Non ci sono dubbi, sicuramente il Mondiale».<br />

Questa estate quindi tanto lavoro ed allenamento<br />

e niente svago?<br />

«Facendo il professionista l’inverno devo pur farmi il mazzo in<br />

estate altrimenti mi licenziano da tutti i fronti! No comunque<br />

in rifugio ci siamo anche divertiti un sacco e lo scorso autunno<br />

ci siamo regalati due settimane in Argentina e quindi non<br />

posso che essere felice».<br />

Ci dia un’indiscrezione sulle gare a cui parteciperà<br />

ai mondiali.<br />

«Coppie e vertical se tutto va bene, e se per caso combino<br />

qualcosa di buono anche alla sprint... Ed è la volta che nevica<br />

sul serio...».


DOLOmiTi<br />

sopra tutto<br />

di Sonia Arpaia<br />

La 21ª edizione del circuito Coppa delle Dolomiti si conferma uno degli appuntamenti cardine della stagione dello sci alpinismo


SCi ALPiniSmO<br />

STeDiLe: «in QUeSTi Anni LA COPPA hA AVUTO Un'eVOLUziOne<br />

imPOrTAnTe COn iL COnTriBUTO DeLL'innOVAziOne TeCniCA e reGOLAmenTAre»<br />

La tradizione portata avanti nel segno<br />

dell’innovazione. Sembra essere questo<br />

il motto del circuito Coppa delle<br />

Dolomiti di sci alpinismo che a gennaio è<br />

partito dalla Val Comelico per la sua 21ª edizione.<br />

Appena venti anni per un appuntamento<br />

“storico” per tutti gli appassionati dello<br />

sci alpinismo immersi in scenari davvero<br />

unici. «In questi anni tante cose sono cambiate<br />

e la Coppa ha avuto un'evoluzione importante<br />

in fatto di contributo all'innovazione<br />

tecnica e regolamentare - racconta il segretario<br />

generale Alberto Stedile -. Il mondo<br />

sta cambiando e dopo un cammino ricco<br />

di soddisfazioni in questi anni, il direttivo ha<br />

scelto di tracciare un nuovo orientamento<br />

che punta ad identificare obiettivi diversi,<br />

con in primis i giovani. Da qui l'idea del Memorial<br />

Stedile (che si è svolto a novembre,<br />

ndr) ad inizio stagione è stata un'intuizione<br />

fantastica, che porteremo avanti». Largo ai<br />

giovani, dunque, senza però dimenticare<br />

quelli che sono sempre stati i grandi protagonisti<br />

della manifestazione. «Non che<br />

l’attenzione nei confronti dei senior e master<br />

venga meno, anzi, sono sempre loro i più<br />

grandi appassionati di questo sport, in continua<br />

crescita di praticanti. Il nuovo orientamento<br />

- ha aggiunto - riguarda la volontà<br />

di allargare la base, di riuscire a richiamare<br />

sempre un maggior numero di praticanti<br />

allo sci alpinismo e proprio per questo è stato<br />

deciso da quest'anno di dare un valore<br />

maggiore ai premi riservati agli stakanovisti,<br />

ovvero coloro che parteciperanno a tutte le<br />

prove. Premi legati al territorio che ha visto<br />

nascere la Coppa delle Dolomiti, ovvero<br />

prodotti tipici trentini. L'altra novità riguarda il<br />

montepremi della classifica finale, parificati<br />

fra uomini e donne». Nato agli esordi dello<br />

sci alpinismo moderno come circuito simile<br />

a quello della Coppa Italia, ha riportato lo<br />

sci alpinismo a essere grande protagonista<br />

dalle montagne del Trentino. «Con le gare lo<br />

sci alpinismo è cambiato in maniera notevole<br />

- ha raccontato Franz nicolini direttore<br />

tecnico della Coppa delle Dolomiti -. Sono<br />

cambiati gli sci e lo sci alpinismo è diventato<br />

molto tecnico. Assieme a Fabio meraldi,<br />

Enrico Pedrini, Omar Oprandi posso dire<br />

che abbiamo mandato avanti questa disci-<br />

Alberto Stedile<br />

Filippo Beccari<br />

plina: è arrivata prima la Coppa Italia, poi<br />

nel 2002 la prima squadra nazionale di sci<br />

alpinismo».<br />

La Coppa delle Dolomiti, uno dei primi circuiti<br />

nati in Europa, ha proposto per l’edizione<br />

<strong>2013</strong> cinque gare in calendario in quattro<br />

territori diversi, ma sempre con un unico comune<br />

denominatore: le Dolomiti patrimonio<br />

72<br />

Franz Nicolini<br />

dell'umanità dell'Unesco, vette simbolo con<br />

dislivelli compresi fra 1800 e i 2300 metri<br />

fino al gran finale all'Adamello. La Pitturina<br />

Ski Race della Val Comelico protagonista tra<br />

le novità: dopo tante edizioni con sistema<br />

di prova a coppie è diventata individuale e<br />

ha visto trionfare Matteo eydallin, Gloriana<br />

Pellissier e lo Spiquy Team sugli oltre 300 atleti<br />

partiti. A febbraio doppio appuntamento<br />

con il Tour de Sas della Val Badia, diventato<br />

gara a coppie e con un vero e proprio restyling<br />

del tracciato, e la Ski Alp Val Rendena<br />

di Pinzolo che come tradizione prevede scenari<br />

mozzafiato tra la Scala Santa e il rifugio<br />

XII Apostoli. A marzo e aprile si chiude con<br />

il Marmotta Trophy della Val Martello, che<br />

dopo due anni di Coppa del mondo va alla<br />

caccia del proprio record di partecipanti e<br />

l'Adamello Ski Raid, ormai inserito nel circuito<br />

delle grandi classiche ma che non rinuncia<br />

a rinnovarsi con un percorso nuovo più<br />

lungo e un dislivello ancora maggiore che<br />

supera i 4000 metri. Quest'anno manca<br />

all'appello solo il PalaRonda Ski Alp di San<br />

Martino di Castrozza che si svolgerà ogni<br />

due anni. «Dopo un anno di riposo e dopo<br />

l'eccezionale successo del 2011 siamo pronti<br />

per proporre una competizione nuova - ha<br />

spiegato Alessandro mottinelli, presidente<br />

del Comitato Organizzatore 4° Adamello Ski<br />

Raid -. Abbiamo variato il percorso di gara<br />

per renderlo maggiormente spettacolare e<br />

sicuro. Il dislivello positivo passa dai 3400<br />

metri ai 4000 e in particolare con un dislivello<br />

in discesa di 4380 metri e 45 km di sviluppo.<br />

L'ulteriore novità riguarda l'istituzione di<br />

un premio per la squadra che effettuerà la<br />

discesa nel minor tempo».<br />

L’impegno del direttivo del circuito, dunque,<br />

rimane costante: promuovere senza sosta<br />

le proprie competizioni per avvicinare sempre<br />

più il pubblico sui tracciati di gara, anche<br />

attraverso speciali accordi con le società<br />

impianti per consentire l'accesso gratuito in<br />

quota per assistere alle gare. Dalla nascita,<br />

quando vent'anni fa contribuì all’arrivo delle<br />

gare con la formula attuale al posto dei rally<br />

e creando una serie di competizioni che si<br />

sviluppavano esclusivamente in Trentino,<br />

alle novità di oggi con un occhio di riguardo<br />

ai giovani: basti pensare al Memorial Fabio<br />

Stedile, competizione riservata agli under<br />

20 che nelle ultime stagioni ha deciso di<br />

SCi ALPiniSmO<br />

ampliare i propri confini. «In concomitanza<br />

con il riconoscimento delle Dolomiti come<br />

patrimonio dell'Unesco - ha precisato il<br />

presidente di Coppa delle Dolomiti, Mario<br />

malossini - abbiamo cercato di sprovincializzare<br />

il circuito. In un'epoca di globalizzazione<br />

e di abbattimento abbiamo accettato<br />

di buon grado le richieste di Comitati Organizzatori<br />

di altre province, ampliando così i<br />

confini della manifestazione, che ora va a<br />

toccare anche i territori di Brescia, Bolzano,<br />

Belluno, oltre alle tradizionali competizioni<br />

trentine».<br />

«Ci sono tutte le caratteristiche - ha aggiunto<br />

Alberto Stedile - affinché sia un'edizione<br />

dai grandi numeri con il solito comune denominatore,<br />

ovvero la caccia al pettorale<br />

rosso Haglöfs-Tata. La Coppa delle Dolomiti<br />

ha un obiettivo particolare: valorizzare chi<br />

partecipa a tutte le gare, gli “stakanovisti”,<br />

oltre a quello di avvicinare sempre di più il<br />

pubblico e portare la gente in quota». Così<br />

oltre ai premi parificati, la 21ª edizione della<br />

Coppa delle Dolomiti quest'anno prevede<br />

premi speciali di prodotti tipici trentini riservati<br />

ai concorrenti maschi che prenderanno<br />

parte a tutte le prove e alle concorrenti femmine<br />

che avranno concluso quattro gare su<br />

cinque. La premiazione finale del circuito,<br />

73<br />

LE ULtIME PrOVE<br />

IN CALENDArIO<br />

24 marzo<br />

6ª Marmotta trophy<br />

(Val Martello)<br />

Individuale - Coppa Italia<br />

07 aprile<br />

4° Adamello Ski raid<br />

(Passo del tonale)<br />

Squadre - La Grande Course<br />

niCOLini: «Per inCOrAGGiAre i BiG ABBiAmO ALzATO iL mOnTePremi<br />

e STiAmO LOTTAnDO PerChé Le GAre ABBiAnO UnA QUOTA Di iSCriziOne BASSA»<br />

inoltre, si svolgerà all'interno del 61° Film<br />

Festival della montagna di Trento e non più<br />

al termine dell'ultima gara come accadeva<br />

fino allo scorso anno. Sempre guardando<br />

all'evoluzione e all'innovazione di questa<br />

disciplina “per tutti”. «La disciplina va avanti<br />

- ha aggiunto ancora Franz Nicolini - e malgrado<br />

sia una delle più antiche, in versione<br />

moderna è ancora agli albori, per tanti anni<br />

abbiamo corso noi dimenticando di tirare<br />

dentro i giovani. Adesso li stiamo aiutando<br />

ad andare avanti e per questo all'interno<br />

della Coppa delle Dolomiti c'è una gara<br />

dedicata solo ai più giovani, dopo il primo<br />

anno si sono presentati 120 ragazzi». Largo<br />

ai giovani, dunque, e più spazio al pubblico<br />

ma non solo. «Ora si sta cercando di organizzare<br />

un campionato Master e affinché<br />

questo sport non si perda - ha concluso Nicolini<br />

-. Siamo sempre più soddisfatti della<br />

Coppa delle Dolomiti che da grande circuito<br />

di competizioni che era è diventato qualcosa<br />

di più, e nonostante la sua indipendenza<br />

rimane sempre un traguardo molto prestigioso<br />

per gli atleti. Per incoraggiare i big<br />

abbiamo alzato il montepremi (circa 2000<br />

euro al vincitore, ndr) e ora stiamo lottando<br />

perché le singole gare mantengano quota<br />

di iscrizione bassa (ora si arriva anche<br />

a 50 euro, ndr)».


Galoppa<br />

JACK<br />

Giacomo matiz è il paladino del freestyle italiano<br />

e si proietta verso i grandi appuntamenti<br />

con le idee chiare: «Sto lavorando intensamente<br />

curando ogni minimo dettaglio,<br />

il top non è lontano»<br />

di Pasquale Teoli


GiACOmO SCi ALPinO mATiz<br />

«i GrAnDi CAmPiOni Si DiFFerenziAnO Per Le ABiLiTà ACrOBATiChe e Per LA POSSiBiLiTà<br />

Di ALLenArSi in Un TeAm AL CUi inTernO Vi è UnA FOrTe COmPeTiTiViTà TrA i COmPOnenTi»<br />

Giacomo Matiz è l’unico italiano, tra gli uomini, a gareggiare<br />

nel circuito della Coppa del Mondo di freestyle<br />

nella specialità dei Moguls. In questa stagione<br />

il 27enne azzurro ha iniziato nel segno del miglioramento,<br />

raggiungendo buonissimi risultati in gare dal livello competitivo<br />

altissimo. Sta inseguendo la qualificazione ai Giochi<br />

Olimpici Invernali di Sochi 2014 con grande dedizione<br />

per coronare un sogno fortemente voluto. Ad inizio marzo<br />

sarà in Norvegia per i Mondiali <strong>2013</strong> e proverà a portare il<br />

più in alto possibile la bandiera italiana.<br />

Come è nato il suo amore per il freestyle?<br />

«Ho iniziato per caso e per gioco all'età di 16 anni con l'affiancamento<br />

alla squadra Nazionale in occasione dei Giochi<br />

Olimpici Invernali di torino, era il 2002».<br />

Quest'anno è riuscito in alcune occasioni di Coppa<br />

del mondo a centrare la qualificazione per le finali<br />

76<br />

e altre volte l'ha mancata di poco, sente che sta<br />

migliorando? Quali sono le sue sensazioni a riguardo?<br />

«Sì, sento che sto migliorando e che le cose stanno andando<br />

nella giusta direzione, grazie soprattutto alle esperienze<br />

fatte negli anni che mi hanno permesso di acquisire<br />

maggiore consapevolezza e fiducia nelle mie capacità».<br />

Come giudica la sua sciata tra le gobbe?<br />

«Il giudizio è senza dubbio positivo, credo che sia il mio<br />

punto di forza».<br />

Quali salti sta effettuando principalmente in questa<br />

stagione? C'è un salto che le piacerebbe fare in futuro<br />

e quale?<br />

«Negli ultimi anni mi sono concentrato principalmente su<br />

backflip e frontflip, in futuro vorrei proporne due nuovi: uno<br />

backfull, e l’altro front trackdriver, un salto che aumenterebbe<br />

sia di coefficiente che di spettacolarità le mie run».<br />

La concorrenza è tanta ed in campo maschile il livello<br />

raggiunto negli ultimi anni è altissimo. Cosa prova<br />

a competere con grandi atleti come mikael Kingsbury,<br />

Alexandre Bilodeau o Patrick Deneen? Se potesse<br />

"rubare" qualcosa ad ognuno dei più famosi<br />

protagonisti dei moguls cosa prenderebbe e da chi?<br />

«Confermo che il livello globale è cresciuto di molto e questo<br />

soprattutto per l'attenzione e la cura che viene data ad<br />

ogni dettaglio in una discesa da gara. Sicuramente competere<br />

e conoscere, al di là dello sci, personaggi di quel<br />

calibro è motivo di stimolo e di confronto. Le cose che "ruberei"<br />

in generale a questi campioni sono essenzialmente<br />

due: le abilità acrobatiche e la possibilità di allenarsi in un<br />

team al cui interno vi è una forte competitività tra i componenti».<br />

Come cambia il suo approccio alla gara in dual moguls<br />

rispetto ai moguls? Quale preferisce?<br />

77<br />

freestyle<br />

«A prescindere dalla modalità, occorre in ogni caso qualificarsi<br />

entro i 16. Non ho una preferenza anche se in dual il<br />

confronto è più diretto e la possibilità di gareggiare sfidando<br />

direttamente l’avversario agevola in teoria il passaggio<br />

dei vari turni, permettendo di avvicinarsi più "facilmente"<br />

al podio».<br />

Consiglierebbe ai più giovani di praticare il suo sport?<br />

C'è un età entro la quale è meglio iniziare per aspirare<br />

all'agonismo?<br />

«Come disciplina la consiglierei assolutamente a tutti. C’è<br />

da dire però che per chi intende aspirare all'agonismo, è<br />

auspicabile avvicinarsi da giovanissimi quando, essendo<br />

più flessibili, l'aspetto acrobatico diventa di più facile praticabilità<br />

e apprendimento».<br />

Lo scorso dicembre, nella gara di Coppa del mondo<br />

a Kreischberg, in Austria, c'erano tanti suoi tifosi<br />

al traguardo, che effetto le ha fatto e che rapporto<br />

ha con loro? Da dove nasce l'incitamento "Galoppa<br />

Jack" presente sugli striscioni esposti dai tuoi tifosi?<br />

«Sì, è vero, ce n'erano tanti, infatti approfitto per ringraziarli<br />

tutti pubblicamente per essere stati lì e per il continuo<br />

sostegno che mi danno. Purtroppo, viste le location<br />

delle gare, è molto difficile che mi seguano "fisicamente"<br />

a meno che non siano in zona, come in Austria per l'appunto.<br />

Sapere che ci sono non può far altro che caricarmi<br />

ancora di più e per fortuna in quella occasione ho disputato<br />

una buona gara. Anche se sono uscito nel primo turno<br />

ad eliminazione diretta, ho ugualmente entusiasmato<br />

i miei fan con un super front, che mi è costato un punto<br />

di sutura. "Galoppa Jack" è uno slogan nato dal gruppo<br />

di amici del bar “Al Cavallino” di tolmezzo. Anche i miei<br />

amici della trisixty hanno omaggiato la gara con una felpa<br />

personalizzata».<br />

Praticare freestyle è piuttosto difficile in italia, bisogna<br />

affrontare diverse difficoltà. Guardando indietro, quanti<br />

sacrifici ha fatto e fa per proseguire nella sua carriera?<br />

«Praticare freestyle in Italia è molto difficile e comporta una<br />

serie di rinunce, come tutti gli sport del resto. Fortunatamente<br />

però i risultati che ho ottenuto mi gratificano al punto<br />

tale che i sacrifici, miei e della mia famiglia, passano in<br />

secondo piano».<br />

i gruppi militari possono aiutare e quanto?<br />

«Certo, eccome. Sono sempre in attesa, infatti, di trovare<br />

risposta positiva dai gruppi sportivi appartenenti ai corpi<br />

militari, ciò mi permetterebbe di affrontare con maggior<br />

serenità il mio lavoro, fatto di allenamenti e di trasferte<br />

che, al momento, sono sostenuti anche dalla mia<br />

famiglia».


Lei e gli altri azzurri dei moguls collaborate<br />

con gli svizzeri, come si trova in questo team<br />

e quanto conta per lei?<br />

«In realtà questa collaborazione è sempre esistita, solo<br />

recentemente però è stata ufficializzata. La trovo assolutamente<br />

positiva anche perché mi dà modo di allenarmi<br />

con una squadra, composta da più atleti e penso che per<br />

il futuro sia molto importante continuare questa collaborazione».<br />

Che tipo di allenamento svolge chi come lei<br />

pratica moguls a livello agonistico?<br />

«Allenamento di tipo acrobatico, quindi tappeto elastico,<br />

Water Jump e soprattutto per la parte relativa alla sciata,<br />

gobbe, sci in pista e fuori pista».<br />

Quali sono le persone che più l’hanno aiutata<br />

e la sostengono nel suo percorso sportivo?<br />

«Indubbiamente l'apporto della mia famiglia è da sempre<br />

essenziale, papà Sergio, mamma Velia e mio fratello Ottaviano<br />

mi sono sempre vicini. Se sono arrivato a questo<br />

livello devo ringraziare anche Gianfranco Collinassi, il mio<br />

ex direttore agonistico e Michele Leoni, mio allenatore fino<br />

a tre stagioni fa. Non dimentico il mio primo maestro Luca<br />

Gracco o Glauco Di ronco per avermi fatto provare questo<br />

sport e anche mio zio Diego, è stato lui a mettermi per la<br />

prima volta gli sci ai piedi. Sono fortunato perché tutto lo<br />

staff attuale della Nazionale mi sostiene fortemente a partire<br />

da dottori, fisioterapisti e preparatori altetici fino agli<br />

allenatori Fred Weiss e Mattia Pegorari con l'attuale direttore<br />

tecnico, Andrea rinaldi».<br />

Quale è stata la giornata o il risultato<br />

che ricorda con più piacere?<br />

«La prima vittoria in Coppa Europa in Slovenia nel 2009 e<br />

proprio la gara di kresichberg dello scorso dicembre perché,<br />

oltre ad aver ottenuto un buon risultato in gara, ero<br />

accompagnato in entrambe le occasioni dal mio super fan<br />

club».<br />

Durante le varie tappe del circuito di Coppa<br />

del mondo ha viaggiato molto, quali sono i posti<br />

che le sono rimasti più a cuore?<br />

«Al di là delle varie località sciistiche dove si svolgono le<br />

gare, Deer Valley negli Stati Uniti e Aare in Svezia, sicuramente<br />

la città di New York anche perché è l'unica città che<br />

ho avuto la possibilità di visitare».<br />

Un suo grande obiettivo è centrare<br />

la qualificazione olimpica a Sochi 2014,<br />

quanto sta lavorando per centrare questo sogno?<br />

e’ fiducioso?<br />

«Sto lavorando intensamente curando ogni minimo dettaglio,<br />

visto che l'obiettivo è alla portata per cui sì, sono<br />

decisamente fiducioso».<br />

GiACOmO SCi ALPinO mATiz<br />

78<br />

in Coppa del mondo è l'unico azzurro insieme<br />

alle ragazze Deborah Scanzio e Giorgia Bertoncini.<br />

Come è la situazione attuale nel freestyle italiano<br />

e come vede il futuro di questa specialità in italia?<br />

«Mi meraviglio ogni giorno che ci siano più donne che<br />

uomini che gareggiano ad alto livello. In Italia, come nel<br />

tEMPO DI MONDIALI<br />

Ci siamo, l’appuntamento più importante della stagione<br />

per il freestyle è alle porte. Dal 5 al 10 marzo<br />

andranno infatti in scena i Mondiali. Il teatro della rassegna<br />

iridata <strong>2013</strong> sarà la Norvegia. Si gareggerà a<br />

Oslo, Voss e Myrkdalen. Verranno assegnati titoli in sei<br />

specialità: ski halfpipe, moguls, aerials, dual moguls,<br />

ski slopestyle e ski cross, tutte gare che ritroveremo al<br />

completo, nel calendario dei Giochi Olimpici Invernali a<br />

Sochi 2014. Sarà un test importantissimo in vista proprio<br />

dell’appuntamento olimpico, da sempre fulcro di<br />

un intero quadriennio agonistico. Di sicuro non man-<br />

79<br />

freestyle<br />

resto del mondo, è davanti agli occhi di tutti che il freestyle,<br />

nelle sue varie discipline, conti sempre più praticanti.<br />

Occorrerebbe investire maggiormente sui giovani per essere<br />

vincenti anche in questi sport cosiddetti "minori" come<br />

succede in altri paesi. Giovani di talento ci sono e spero<br />

che grazie al progetto FuturFisi, abbiano finalmente la possibilità<br />

di emergere. A proposito della mia compagna di<br />

squadra Giorgia Bertoncini, ho saputo del suo infortunio in<br />

Svizzera e volevo augurarle una pronta guarigione. Spero<br />

che ritorni più forte di prima».<br />

Se non avesse fatto moguls si sarebbe<br />

immaginato in un altro sport e quale?<br />

«Sinceramente non saprei, forse avrei continuato nel mondo<br />

dello sci alpino, avvicinandomi poi allo ski cross».<br />

Cosa vorrebbe dire agli italiani per stimolarli<br />

a seguirvi non solo nelle due settimane olimpiche<br />

ogni 4 anni, ma tutto l'anno nelle varie competizioni<br />

internazionali?<br />

«Più che agli italiani mi vorrei rivolgere ai media nazionali<br />

per incitarli a trasmettere e a proporre di più al pubblico<br />

italiano il mio sport. So che si tratta di una disciplina in cui<br />

i protagonisti non sono della nostra nazione ma so anche<br />

quanto le gare del freestyle siano spettacolari e coinvolgenti.<br />

Sarebbe poi opportuno che i media, oltre a trasmettere<br />

le gare, coinvolgessero maggiormente il pubblico durante<br />

il racconto».<br />

A proposito di mondiali, ormai ci siamo quasi...<br />

Tornerebbe contento dalla norvegia se...?<br />

«Sarei soddisfatto se... tornassi con una medaglia al collo<br />

per dedicarla ad una persona che non c'è più, Giacomo.<br />

Vorrei confermarmi nei primi dieci al mondo sapendo che<br />

non sarà un'impresa facile».<br />

cherà lo spettacolo con gare dinamiche, spettacolari e<br />

coinvolgenti che vedranno al via i migliori interpreti in<br />

assoluto del freestyle, specialità per specialità. Quella<br />

che si disputerà in Norvegia sarà la 14ª edizione dei<br />

Mondiali. La prima andò in scena nel 1986 a tignes,<br />

in Francia. Da allora il freestyle ha fatto molta strada,<br />

diventando ufficialmente sport olimpico, a partire<br />

dall’edizione di Albertville 1992, allargandosi a nuove<br />

specialità e dimostrando di essere sempre più emergente<br />

tra le nuove generazioni come uno degli sport<br />

invernali del futuro.


Drew Tabke<br />

non frena<br />

Lo statunitense, secondo nel 2012, è in cima alla classifica dello Swatch<br />

Freeride World Tour <strong>2013</strong>, grazie alle due vittorie di revelstoke e Chamonix<br />

di Pasquale Teoli


Dopo tre spettacolari run in giro per il mondo, Drew<br />

tabke è il leader dello “Swatch Freeride World tour<br />

<strong>2013</strong> by the North Face”. Le due vittorie di revelstoke<br />

e Chamonix, intervallate dal comunque positivo sesto<br />

posto di Courmayeur, l’hanno catapultato in cima alla classifica<br />

provvisoria. Il trionfo nel Freesking World tour 2011 e<br />

il secondo posto nella passata edizione del Freeride World<br />

tour lo candidano come papabile vincitore per quest’anno.<br />

«Ma la strada è ancora lunga», ribatte il ventottenne statunitense<br />

cresciuto sulla Crystal Mountain, cima situata nello<br />

stato di Washington. Di sicuro però, lui l’ha imboccata col<br />

passo giusto.<br />

Drew, questo <strong>2013</strong> è iniziato col botto con la vittoria<br />

nella prima uscita a revelstoke. Ci racconti come<br />

è andata.<br />

«Credo di avere avuto un pizzico di fortuna nella tappa canadese<br />

perché c’erano tanti ottimi sciatori. Secondo me,<br />

quest’anno, vedremo molti riders differenti alternarsi sul<br />

podio, perché ci sono ottimi interpreti da ogni angolo del<br />

mondo. Sarà bello vedere chi saranno i migliori con la combinazione<br />

del Freeride World tour e del Freeskiing World<br />

tour».<br />

Che cosa cambierà?<br />

«Non c’erano grandi differenze tra i due circuiti, però il bello<br />

è che ora gareggiamo tutti insieme nella stessa competizione<br />

e alla fine si potrà dire davvero chi è stato il migliore».<br />

Ci racconta la complicità che c'è tra voi riders<br />

al momento di andare a ispezionare visivamente<br />

le linee da affrontare in gara?<br />

«È proprio questo che rende speciale il freeride: siamo molto<br />

competitivi, ma allo stesso tempo siamo grandi amici.<br />

tutti cercano di fare la miglior run possibile, ma sempre con<br />

un occhio attento per la sicurezza. Penso che il gruppo di<br />

quest’anno sia uno dei migliori mai assemblato e per me è<br />

un onore farne parte».<br />

L'unione dei due circuiti ha dunque dato vita<br />

ad un cocktail esplosivo...<br />

«È interessante perché ognuno dei rider ha un diverso<br />

background: c’è chi faceva sci alpino e chi si divertiva a<br />

fare tricks negli snowpark. Io, invece, sono sempre stato<br />

un freeskier, senza una particolare scuola. Sono migliorato<br />

col tempo, continuando a coltivare questa mia passione».<br />

Perché il freeride?<br />

«A mio parere, è l’espressione naturale dello sci. Non c’è<br />

modo migliore per provare al mondo di essere il migliore<br />

sulla neve».<br />

Le è piaciuto il pendio di Courmayeur<br />

o preferiva quello dell'anno precedente?<br />

«Inaugurare una nuova venue sulla tete d’Arp è stato un<br />

grande onore. È bello gareggiare su un pendio sul quale si<br />

SCi DreW ALPinO TABKe<br />

82<br />

freeride<br />

«SCiO Per CirCA 10 meSi ALL’AnnO PerChé D’eSTATe mi SPOSTO<br />

in SUDAmeriCA. nOn BiSOGnA PenSAre TrOPPO A QUAnTO Ci Si ALLenA,<br />

mA A QUAnTO Si SCiA»


SCi DreW ALPinO TABKe<br />

«iL FreeriDe è L’eSPreSSiOne nATUrALe DeLLO SCi. nOn C’è mODO<br />

miGLiOre Per PrOVAre AL mOnDO Di eSSere iL miGLiOre SULLA neVe»<br />

è già sciato in precedenza, ma è ancora meglio inaugurare<br />

una nuova montagna. In questo modo, tutti hanno le stesse<br />

possibilità di vincere e ognuno dà la miglior interpretazione<br />

del pendio inedito».<br />

in quel caso, il miglior interprete è stato l'azzurro<br />

markus eder. Che ne pensa di lui?<br />

«Credo che sia un grande sciatore ed erano anni che lo<br />

aspettavo anche nel freeride, perché ero convinto dei suoi<br />

mezzi. Ora ha vinto la sua prima tappa in carriera al Freeride<br />

World tour e sono convinto che quest’anno sarà tra i<br />

migliori anche nei prossimi appuntamenti perché ha delle<br />

capacità eccellenti».<br />

Dunque, ora si vince soprattutto grazie ai tricks?<br />

«talvolta sì, il freestyle e i tricks possono rappresentare il<br />

modo migliore per vincere una gara, ma dipende dalla<br />

montagna. Altre volte, infatti, si vince con uno stile di sci più<br />

estremo. Ogni tappa mostra chi è il più bravo di noi a saper<br />

leggere ed interpretare quella precisa montagna».<br />

Come è successo a lei in Canada.<br />

«L'esperienza aiuta molto. Avevo già sciato tre volte sul<br />

pendio di revelstoke prima della vittoria di quest'anno e il<br />

fatto di conoscerlo a memoria è stato sicuramente il segreto<br />

del mio successo».<br />

essere in testa in questo momento della stagione<br />

quanto pesa per lei?<br />

«Il Freeride World tour è una strada lunga e tortuosa e siccome<br />

sono sei tappe e fino alla fine non si può dire. Lo scor-<br />

CACCIA APErtA AL VErtICE<br />

Da kirkwood, in California, riparte la caccia a Drew<br />

tabke. Il 27 febbraio, condizioni meteo permettendo, è<br />

in programma la quarta tappa del FWt <strong>2013</strong>. Pronti allo<br />

sgambetto ci sono lo svizzero Jeremie Heitz e lo svedese<br />

reine Barkered, già vincitore nel 2012: entrambi<br />

hanno intenzione di spodestare il rider statunitense<br />

dalla vetta della classifica generale già nell’appuntamento<br />

americano. In quarta posizione c’è l’italiano<br />

Markus Eder, che andrà in cerca di punti importanti<br />

per assicurarsi un posto alla finale di Verbier del prossimo<br />

23 marzo. Non male per uno che a gennaio ha<br />

fatto l’esordio in questo circuito. Attenzione anche alle<br />

mine vaganti: il neozelandese Sam Smoothy e l’argen-<br />

85<br />

freeride<br />

so anno ad esempio, siamo arrivati a Verbier con quattro<br />

atleti in lizza per il titolo di campione assoluto. Spero che<br />

quest’anno il finale di stagione sia altrettanto eccitante».<br />

Come si prepara alle competizioni?<br />

«Freeride vuol dire sentirsi a proprio agio in un ambiente<br />

estremo e ci vuole un grande mole di preparazione quotidiana.<br />

Bisogna studiare le montagne, conoscere i cambiamenti<br />

atmosferici possibili e le conseguenti variazioni della<br />

neve. Chi passa più tempo a fare ciò, diventa il miglior rider<br />

del pianeta».<br />

e lei quanto ne passa di tempo sulla neve?<br />

«Scio per circa dieci mesi all’anno perché d’estate mi sposto<br />

in Sudamerica. Molti cercano di fare come me, Eder<br />

ad esempio d’estate va a sciare sui ghiacciai. Non bisogna<br />

pensare troppo a quanto ci si allena, ma soprattutto a<br />

quanto si scia».<br />

Che rapporto ha instaurato<br />

con gli altri riders statunitensi?<br />

«Siamo come una piccolo nucleo che fa parte di una famiglia<br />

ancora più globale. C’è molta complicità e siamo tutti<br />

molto uniti».<br />

Qual è la diffusione a stelle e strisce del freeride?<br />

«Negli Stati Uniti il freeride non è niente di nuovo, perché<br />

molti sciatori sono cresciuti in questo mondo sin da bambini.<br />

È come se fosse sangue che già scorre nelle nostre vene<br />

ed è fantastico vedere che questo movimento stia continuando<br />

a crescere».<br />

tino Nicolas Salencon non hanno nessuna intenzione<br />

di stare a guardare. tra le donne, dopo lo sfortunato<br />

ko dell’austriaca Eva Walkner, ci ha pensato la connazionale<br />

Nadine Wallner a tenere in alto le sorti del<br />

paese alpino, garantendosi la seconda piazza provvisoria<br />

e pronta a stupire ancora in occasione della tappa<br />

casalinga di Fieberbrunn del 9 marzo. In testa c’è la<br />

campionessa in carica Christine Hargin, intenzionata a<br />

proseguire la dinastia familiare: dopo il successo della<br />

sorella Janette nel 2011 ed il suo dell’anno passato, ci<br />

sono tutte le premesse per uno storico tris. Outsider la<br />

norvegese Pia Nic Gundersen, reduce dall’ottimo terzo<br />

posto di Chamonix.


Skiers Cup all'europea<br />

La squadra capitanata dallo svedese Kaj zackrisson si è aggiudicata la spettacolare manifestazione<br />

vendicando la sconfitta dello scorso autunno in Cile di Alberto Dolfin/ foto Jeremy Bernard, Dominique Daher, David Carlier


si prende la rivincita nella<br />

Skiers Cup <strong>2013</strong>. Dopo la sconfitta pati-<br />

L’Europa<br />

ta in Cile lo scorso autunno, i riders del<br />

Vecchio Continente hanno saputo riscattarsi<br />

questo mese a zermatt, in Svizzera, battendo<br />

gli americani con un sonoro 21-11. Un<br />

successo già ipotecato dopo gli scontri della<br />

parte di “Backcountry Slopestyle”, che avevano<br />

portato la squadra capitanata dallo<br />

svedese Kaj zackrisson sul 10-6. L’austriaco<br />

Fabio Studer, lo svizzero Nicolas Vuignier e<br />

il britannico Paddy Graham sono stati capaci<br />

di vincere entrambi i round a loro disposizione,<br />

garantendo il break ai compagni.<br />

«Gareggiare su salti che non abbiamo<br />

provato non è così difficile come si possa<br />

pensare - ha affermato Studer in seguito<br />

FreeriDe<br />

88<br />

Fabio Studer<br />

Sam Favret kC Deane<br />

alle prove di slopestyle -. Devo ammetterlo,<br />

ho fatto talmente tanti switch 5, 720° e<br />

cork 3 nella mia vita che riesco a controllare<br />

perfettamente le rotazioni ed atterrare in<br />

piedi. Mi preoccupo soltanto di accelerare o<br />

rallentare la mia evoluzione, come nel caso<br />

del grande cork 3 che ho eseguito nella<br />

seconda run». Non contento, l’austriaco si<br />

è ripetuto anche nel “Big mountain”, risultando<br />

l’unico sciatore imbattuto al termine<br />

della manifestazione. Più del risultato però,<br />

ha contato il grande spettacolo offerto da<br />

questi sedici funamboli, che hanno entusiasmato<br />

il pubblico accorso ad assistere a<br />

questo grandissimo evento. Un messaggio<br />

che traspare anche dalle parole del capitano<br />

del team americano, Cody Townsend:<br />

«Mentre gareggiavo nella mia seconda run,<br />

sapevo che non avevamo più speranze di<br />

vincere il trofeo perché anche la matematica<br />

ci condannava. A quel punto, ho detto ai<br />

miei ragazzi che dovevano pensare soltanto<br />

a divertirsi e, per quanto mi riguarda, ho<br />

deciso di regalare un piccolo show al pubblico,<br />

provando il double cork 1080. La rotazione<br />

andava bene, ma forse ci ho messo<br />

un po’ troppo impeto. Ma che importa se è<br />

andata male, è stato divertentissimo! Siamo<br />

onesti, è stata una delle competizioni più<br />

belle mai disputate».<br />

Stesse emozioni, ma risultato ben più gratificante<br />

per il condottiero della compagine<br />

europea: Kaj Zackrisson. «Ero molto ner-<br />

voso prima dell’ultimo giorno di gare, anche<br />

perché gareggiavamo nel mio campo<br />

preferito. Vedere la forma di tutti quei<br />

kickers non ha fatto che accrescere la mia<br />

stima e tranquillizzarmi - racconta il quarantenne<br />

svedese -. Così, quando è toccato<br />

a me scendere, ho cercato di superarmi<br />

e riuscire a compiere una buona manche<br />

mi ha fatto provare davvero una grandissima<br />

sensazione». Un plauso, dunque,<br />

a chi ha lavorato alla costruzione della<br />

venue, come il francese Julien regnier,<br />

addetto al disegno del percorso e dei salti<br />

prima e giudice della gara poi: «È stata<br />

una dura battaglia per mettere su questo<br />

evento. Abbiamo lavorato moltissimo sui<br />

salti, seguendo alla lettera i protocolli di<br />

FreeriDe<br />

Cody townsend richard Permin<br />

Markus Eder Charley Ager<br />

L'iTALiAnO mArKUS eDer: «e' UnA COmBinAziOne Di mOLTi ASPeTTi DeL FreeriDe COn LO STiLe DeL BiG mOUnTAin, riCCO Di SALTi Di rOCCiA BeLLiSSimi DA FAre»<br />

sicurezza e sperando che anche madre<br />

natura ci desse una mano. È un lavoro<br />

tosto, ma lo amo e non lo cambierei per<br />

nulla al mondo».<br />

Non poteva mancare, il commento dell’azzurro<br />

Markus eder, unico rappresentante<br />

dell’Italia, ma di gran lunga il più estroso<br />

della banda: «Questa competizione è una<br />

combinazione di molti aspetti del freeride<br />

con lo stile del Big Mountain. È un pochino<br />

più calmo rispetto ad un pendio di Big<br />

Mountain, ma è comunque ricco di salti di<br />

roccia bellissimi da fare. Mi piace questo<br />

tipo di eventi e allo stesso tempo mi piace<br />

il Big Mountain puro: penso che entrambe<br />

le discipline siano davvero strepitose. Per<br />

89<br />

cui, continuiamo in questa unica celebrazione<br />

e spingiamo anche nella direzione<br />

del freeride». Se lo dice un funambolo<br />

come lui, c’è da fidarsi. Nello slopestyle,<br />

oltre al fuoriclasse italiano, anche Nicolas<br />

Vuignier proverà a qualificarsi ai Giochi<br />

di Sochi dell’anno prossimo. «Ho qualche<br />

possibilità andare all’Olimpiade, ma dovrei<br />

impegnarmi sul serio nelle gare della<br />

FIS ed allenarmi tutto l’anno nei park - racconta<br />

lo svizzero -. Quest’anno da noi c’era<br />

tantissima neve fresca e per ora mi sono<br />

dedicato quasi esclusivamente al fuoripista.<br />

Non so se nei prossimi mesi riuscirò<br />

a focalizzarmi a pieno sull’appuntamento<br />

a cinque cerchi. Anche perché il richiamo<br />

del freeride è sempre troppo forte».


La scommessa<br />

Tomasi<br />

di<br />

L'azzurro rappresenta uno dei più appassionati praticanti dello ski cross:<br />

«Tocca a noi atleti centrare quei risultati di prestigio in grado di attirare<br />

l'attenzione sul nostro sport»<br />

di Pasquale Teoli / foto Getty Images e Pentaphoto<br />

Lo ski cross italiano fa fatica ad ottenere risultati di prestigio<br />

in Coppa del Mondo, la situazione non è certo facile<br />

ma piano piano qualcosa inizia a muoversi. Il gruppo degli<br />

atleti azzurri si impegna a fondo e con grande passione<br />

per migliorare e cercare di favorire lo sviluppo di questo sport<br />

anche in Italia. tra questi c’è il 25enne Marco tomasi. Proprio<br />

con lui abbiamo cercato di capire quale sia l’attuale situazione,<br />

per chi pratica a livelo agonistico nel nostro paese, questa<br />

spettacolare disciplina.<br />

La maggior parte dei protagonisti dello ski cross<br />

proviene dallo sci alpino, ed è così anche per lei.<br />

Quando e perché ha deciso di passare allo ski cross?<br />

«Ho fatto diversi anni di sci alpino prima di passare definitivamente<br />

allo ski cross. E’ successo esattamente nella stagione<br />

2010-2011. Quell’annata non era andata per niente male<br />

anche in discesa libera, tanto che nella classifica di fine stagione<br />

della Coppa Europa ero 21°, ma dopo aver provato lo<br />

ski cross ed essermi divertito così tanto, non ho mai più minimamente<br />

pensato di tornare a gareggiare nell'alpino! Posso<br />

dire di essermi letteralmente innamorato di questa specialità<br />

e sono contentissimo della mia scelta ogni giorno di più».<br />

Tornando indietro alla sua prima esperienza agonistica<br />

nello ski cross cosa ricorda di quel 22 gennaio 2011?<br />

«A dire il vero la mia prima esperienza in una gara di skicross<br />

è stata abbastanza deludente. Quel giorno gareggiai<br />

in Coppa Europa, a Zweisimmen in Svizzera, su un tracciato<br />

non particolarmente difficile. tutti si aspettavano che andassi<br />

fortissimo, ma mi ritrovai addirittura classificato in 73ª posizione!».<br />

e la sua prima gara di Coppa del mondo invece?<br />

«Il mio debutto in Coppa del Mondo fu esattamente una<br />

settimana dopo la prova di Coppa Europa in Svizzera. Era la<br />

seconda gara in assoluto della mia carriera. Per fortuna a<br />

Grasgehren in Germania, andò in tutt‘altro modo rispetto alla<br />

precedente. Superai le qualificazioni con il 19° tempo e fui poi<br />

eliminato nella batteria degli ottavi di finale, arrivando terzo<br />

al traguardo».


iguardo la stagione attualmente in corso e il futuro<br />

che obiettivo vorrebbe raggiungere?<br />

«Non so dove potrò arrivare nella mia carriera, chi può dirlo.<br />

Ogni anno però mi risulta sempre facile pormi dei nuovi<br />

obiettivi. Di sicuro in questo momento sono concentrato<br />

sul guadagnarmi il posto in squadra per partecipare, tra<br />

un anno, ai Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014. Mi piacerebbe<br />

moltissimo rappresentare il mio Paese in questa<br />

disciplina».<br />

Quali sono secondo lei le doti necessarie per essere<br />

un buon interprete dello ski cross?<br />

«Lo skicross si può definire quasi come una “doppia gara”<br />

nella quale serve essere sia un bravo sciatore, con buone<br />

doti tecniche e di scorrimento, per quanto riguarda la run di<br />

qualificazione ed anche una sorta di giocoliere, diciamo così,<br />

pieno di voglia di vincere nelle battterie, quando si scende in<br />

pista gomito a gomito contro altri tre atleti».<br />

Che idea si è fatto, osservandoli da vicino,<br />

dei migliori interpreti della specialità?<br />

«Nel circuito dello ski cross ci sono davvero tanti sciatori interessanti,<br />

ognuno dei quali ha un qualcosa di particolare, da<br />

ammirare. Sicuramente guardandoli si imparano tante cose<br />

ma è sempre meglio continuare a seguire il proprio stile e<br />

non cercare di copiare quello degli altri».<br />

nello ski cross purtroppo l'italia fa un po' fatica,<br />

quali sono le difficoltà maggiori che dovete affrontare?<br />

Può descriverci la situazione attuale, vista dall‘interno?<br />

«Sì è vero, purtroppo in Italia questa disciplina non ha an-<br />

mArCO TOmASi<br />

cora preso piede a differenza di tutte le altre nazioni che<br />

partecipano alla Coppa del Mondo. Negli altri paesi infatti<br />

c’è un continuo sviluppo e si investe moltissimo sia in termini<br />

economici che sugli atleti. Noi invece siamo ancora<br />

nell’ombra dello sci alpino. Probabilmente attraversiamo<br />

questa situazione di stallo e non si parla molto di ski cross<br />

anche perché nessuno di noi riesce a fare risultati di rilievo<br />

che aiuterebbero non poco. Di sicuro, noi quattro della<br />

Nazionale maggiore (Stefan thanei, Diego Castellaz e<br />

Stephan Miribung, ndr) ci stiamo allenando al massimo e<br />

abbiamo tutti molta voglia di far conoscere questa spettacolare<br />

alternativa dello sci che ricordiamolo è disciplina<br />

olimpica dal 2010, finalmente anche agli italiani».<br />

Oltre al gruppo che gareggia in Coppa del mondo,<br />

chi c’è alle vostre spalle? Ci sono nuove leve<br />

che aspirano ad arrivare al vostro livello?<br />

«C'è una Nazionale B composta da diversi ragazzi più giovani<br />

di noi che gareggiano in Coppa Europa. Sempre in<br />

questo gruppo ci sono anche due ragazze altoatesine. Capita<br />

spesso che nella preparazione estiva e anche nei mesi<br />

di ottobre e novembre, ci alleniamo tutti assieme in modo<br />

che anche loro abbiano la possibilità di confrontarsi con<br />

noi, per migliorarsi ed arrivare più rodati nelle competizioni<br />

che affrontano».<br />

92 93<br />

skicross<br />

Che tipo di allenamento svolge generalmente<br />

un’atleta di ski cross?<br />

«I nostri allenamenti sono molto simili a quelli dello sci alpino:<br />

facciamo molto gigante e un po' di velocità quando<br />

ne abbiamo la possibilità, ma ovviamente dobbiamo allenarci<br />

anche sui dossi, sui salti ed in particolar modo nella<br />

partenza che nella nostra disciplina è un particolare molto<br />

importante».<br />

Spesso questo sport viene definito pericoloso,<br />

cosa ha da dire a riguardo?<br />

«Non si può dire che non sia del tutto vero ma penso che<br />

comunque ogni sport praticato ad un certo livello lo sia. Certo<br />

gareggiare tra dossi e salti, giù per la stessa pista, in quattro,<br />

tutti così vicini ed affamati di risultato, potrà farlo sembrare<br />

molto più pericoloso di tanti altri ma non è così. Non bisogna<br />

poi farsi impressionare dalle cadute, non sempre equivalgono<br />

ad un infortunio. C'è da dire comunque che, in qualsiasi<br />

caso, non è uno sport adatto a chi non voglia rischiare nulla<br />

dato che è più che sicuro che qualche caduta, sulla propria<br />

strada, prima o poi la si incontrerà».<br />

Dahron rahlves, uno dei più famosi sciatori di alpino,<br />

passati allo ski cross, per definire questo sport, prima<br />

del suo debutto olimpico a Vancouver 2010, usò questa<br />

descrizione: “e’ come se fosse motocross sugli sci con<br />

qualcosa della formula nascar e del bull riding mischiati<br />

insieme”. Si trova d’accordo con questa descrizione?<br />

«Penso che ogni skierX definisca questo sport in un modo<br />

diverso. In effetti Dahron parlando di motocross sugli sci ci ha<br />

quasi preso in pieno anche se noi non abbiamo la manopola<br />

del gas e serve molta tattica per preparare un sorpasso o per<br />

non farsi superare».<br />

Lo ski cross ha tutte le potenzialità per accogliere<br />

nuovi appassionati anche qui da noi, come già<br />

accaduto in altre nazioni. Secondo lei cosa si potrebbe<br />

fare per promuoverlo in italia?<br />

«Lo penso anche io, basta guardare quanto sia stato seguito<br />

in tv durante l’Olimpiade di Vancouver 2010. tanti che non<br />

lo conoscevano si sono divertiti a guardare le gare olimpiche.<br />

Ogni persona che mi chiede “cos'è questo ski cross?”<br />

dopo la mia spiegazione di solito mi dice: “Ho capito... ho<br />

visto una gara una volta… Che figo, siete dei folli!”. Questo<br />

tipo di risposta mi stampa ogni volta un sorriso in volto perché<br />

vuol dire che la spettacolarità di questo sport non passa<br />

inosservata, è qualcosa di immediato che cattura subito.<br />

Per questo credo che allargare la base degli appassionati<br />

in Italia sia decisamente possibile. Naturalmente dobbiamo,<br />

noi atleti, mettercela tutta per primi. Io personalmente<br />

spero di riuscire nel mio intento e contribuire alla causa con<br />

qualche bel risultato che possa aiutare a far conoscere di<br />

più questo splendido sport nel nostro Paese».


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SCI CLUB SAN DOMENICO<br />

L'attività di promozione alla base del lavoro dello sci club<br />

Fabio Zabarino: «La nostra carta vincente è la volontà<br />

e la dedizione con la quale tutti danno il loro contributo»<br />

La passione unita all’impegno, la voglia<br />

di trasmettere ai giovani l’amore per lo<br />

sport, grandi campioni cullati nel proprio<br />

grembo che danno segnali importanti<br />

allo Sci Club San Domenico. I corsi e ricorsi<br />

della storia hanno talvolta spianato, talvolta<br />

reso più duro il percorso, ma la consapevolezza<br />

e la vitalità delle attività sono quelle di<br />

chi non si è mai “seduto” e ha sempre cercato<br />

di rinnovarsi e offrire una buona alternativa<br />

per i propri associati.<br />

Lo Sci Club San Domenico, realtà attiva nel<br />

Verbano-Cusio-Ossola, nasce nel 1910, e<br />

pertanto fa parte dell’elenco delle società<br />

storiche, con il nome di “Sci Club Sempio-<br />

ne”, come unione tra appassionati di sci<br />

nordico. Solo più tardi, nel 1970, comparirà<br />

anche lo sci alpino, cardine, al momento,<br />

delle attività del gruppo. Gli anni Ottanta<br />

possono essere definiti gli anni d’oro dello<br />

sci club che a partire dal 1983 si chiamerà<br />

Sci Club San Domenico. Nel 1985 un importante<br />

riconoscimento arriva da parte della<br />

Fisi, il distintivo d’oro, onorificenza per le società<br />

più importanti ed attive nel panorama<br />

degli sport invernali. Negli anni Novanta poi<br />

tra i ragazzi dello Sci Club cresce un talento<br />

enorme, l’ossolano Massimiliano Blardone,<br />

tra i migliori interpreti al mondo dello slalom<br />

gigante. «Max continua a creare, e non solo<br />

tra i nostri atleti, un grande stimolo anche se<br />

96<br />

i suoi numerosi impegni non gli permettono<br />

di poter tornare spesso sulle nevi della nostra<br />

stazione - racconta il presidente Fabio<br />

Zabarino -. Attualmente la nostra associazione<br />

annovera circa 50 affiliati, di cui 15 atleti<br />

10 membri del direttivo, con una fascia di<br />

età ampia, che va dai 6 ai 60 anni». Le attività<br />

che il San Domenico offre con passione<br />

sono molteplici e mirano a fornire un primo,<br />

ma completo approccio con il mondo delle<br />

gare: «La nostra principale attività è quella di<br />

far avvicinare allo sport invernale il più alto<br />

numero di bambini per poterli in seguito introdurli<br />

nell’attività agonistica. Tale impegno<br />

ha inizio e prosegue, tramite un rapporto di<br />

collaborazione tra la nostra Associazione<br />

ed altre figure locali quali l’Amministrazione<br />

Comunale, la Scuola dei maestri di sci<br />

di San Domenico e la Stazione sciistica San<br />

Domenico Ski». L’attenzione per i più giovani<br />

è enorme: «Ogni anno vengono organizzati<br />

corsi in otto lezioni aperti ai bambini, sia<br />

delle scuole locali che provenienti da località<br />

vicine, con una fascia di età compresa tra<br />

i 5 ed i 13 anni. Mediamente il corso annovera<br />

circa 50 ragazzini suddivisi in gruppi di<br />

7/8 elementi guidati da un maestro per ogni<br />

gruppo. Il corso - spiega Zabarino - termina<br />

con una prova di capacità, che mette in<br />

luce i potenziali atleti da inserire nell’attività<br />

agonistica vera e propria». Anche il lavoro<br />

proprio della squadra agonistica è organizzato:<br />

«Ad oggi abbiamo due gruppi di 7<br />

elementi per sesso nelle categorie cuccioli/<br />

baby ed allievi/ragazzi che gareggiano nelle<br />

gare di circuito provinciale», spiega il pre-<br />

97<br />

SCi CLUB SAn DOmeniCO<br />

sidente. Qualche nome su cui puntare per il<br />

futuro? «Soprattutto nella categoria superiore<br />

abbiamo centrato parecchie vittorie con<br />

Luca ruchetta, Francesco nava, Alessia<br />

minazzi tra gli Allievi e Omar Solfrini nella<br />

categoria Ragazzi già qualificati per le prossime<br />

gare a livello nazionale», spiega con<br />

orgoglio Zabarino.<br />

Ma lo sci alpino non è l’unica attività dello<br />

Sci Club San Domenico. «Una grandissima<br />

importanza per noi la ha lo skate, disciplina<br />

estiva a cui partecipano oltre ai nostri<br />

atleti, anche altri ragazzi provenienti dai vari<br />

sci club locali. Anche in questa disciplina<br />

ci siamo tolti diverse soddisfazioni, come<br />

la vittoria ai Campionati italiani nel 2007».<br />

L’attività principale rimane comunque quella<br />

invernale: «I nostri atleti già dal mese di<br />

settembre effettuano uscite di allenamento<br />

sui ghiacciai della vicina Svizzera. L’impegno<br />

prosegue poi per tutta la stagione invernale<br />

con circa 50 uscite tra allenamenti e<br />

competizioni. La nostra carta vincente credo<br />

sia la forza di volontà di tutti i componenti<br />

del Direttivo che dedica alla nostra organizzazione<br />

anima e corpo, con profonda passione<br />

e amore per la montagna. Ognuno di<br />

noi sacrifica tantissime energie e parte del<br />

nostro tempo libero, ma è un piacere. Naturalmente<br />

non possiamo dimenticare tutti<br />

i nostri sponsor che, anche in un periodo<br />

di crisi come questo, ci aiutano a proseguire<br />

in tutte le nostre attività con passione<br />

e sicurezza».


Si chiama Kronplatz Ski Team, l’equipe<br />

nata nel 2005 sotto la fusione di<br />

quattro sci club per consentire ai<br />

giovani atleti di effettuare gli allenamenti<br />

ad alto livello e per dare loro la possibilità<br />

di allenarsi e prepararsi con degli<br />

allenatori di fama mondiale come Klaus<br />

Kastlunger e Simon Dapoz, due preparatori<br />

che hanno notevolmente contribuito<br />

al successo dei fratelli moelgg.<br />

«Il Kronplatz Ski team - spiega Klaus<br />

Kastlunger - nasce dall’idea di unire gli<br />

sci club dei quattro paesi che si trovano<br />

SCi CLUB<br />

krONPLAtZ SkI tEAM<br />

Uno Ski Team finalizzato alla crescita dei futuri campioni<br />

Klaus Kastlunger: «Da noi la selezione è molto rigorosa<br />

Allenarsi con i fratelli Moelgg è uno stimolo per i ragazzi»<br />

attorno al Plan de Corones: San Vigilio<br />

di Marebbe, Brunico, Valdaora e San Lorenzo.<br />

Abbiamo solo le categorie aspiranti<br />

e giovani in quanto la categoria<br />

allievi viene seguita dai singoli sci club<br />

del comprensorio. Nelle varie società<br />

sportive della zona ci sono circa 80/90<br />

atleti, ma il salto di qualità per accedere<br />

al nostro team lo fanno veramente in<br />

pochi. Fino a qualche tempo fa l’equipe<br />

era composta da una quindicina di atleti,<br />

adesso ne sono rimasti solamente<br />

sei. Durante l’inverno, a partire dal mese<br />

di novembre, i ragazzi si allenano tra le<br />

98<br />

tre e le quattro volte alla settimana nel<br />

pomeriggio, mentre quando hanno le<br />

vacanze scolastiche si allenano tra le<br />

5 e le 6 volte settimanali sia di mattina<br />

che di pomeriggio. Ci alleniamo sul Plan<br />

de Corones dando priorità alle piste<br />

che sono chiuse per fare allenamento:<br />

una si trova sul versante di Valdaora,<br />

l’altra è la Pre da Peres al Passo Furcia,<br />

sul versante di San Vigilio di Marebbe.<br />

D’estate invece facciamo preparazione<br />

atletica quattro volte alla settimana.<br />

In più ci spostiamo verso i ghiacciai e<br />

andiamo in Val Senales o in Austria a<br />

SCi CLUB<br />

99<br />

KrOnPLATz SKi TeAm<br />

Stubai o Hintertux. Dai nostri quattro<br />

sci club sono usciti tantissimi atleti che<br />

ora gareggiano o hanno gareggiato in<br />

passato, in Coppa del Mondo. Un esempio<br />

sono Manfred e Manuela Moelgg,<br />

Christof innerhofer, Alexander Ploner<br />

e Johanna Schnarf. Da quando gli sci<br />

club si sono uniti non abbiamo più avuto<br />

atleti che sono esplosi e sono riusciti a<br />

entrare nella squadra nazionale. A volte,<br />

quando Manfred e Manuela Moelgg<br />

sono a casa, sfruttiamo la loro presenza<br />

e offriamo la possibilità ai ragazzi di<br />

potersi allenare vicino a loro e osservare<br />

le loro sessioni di allenamento da vicino<br />

visto che anche loro si allenano sulla<br />

Pre da Peres. Gli obiettivi del Kronplatz<br />

Ski team sono quelli di risolvere le problematiche<br />

che si devono affrontare per<br />

cercare di portare più atleti in alto e sostituire<br />

un giorno i campioni di adesso, i<br />

fratelli Moelgg, Innerhofer e Schnarf per<br />

citare quelli che provengono da questa<br />

zona, perché non saranno eterni. Tutti e<br />

quattro gli sci club si stanno organizzando<br />

per poter lavorare bene negli anni e<br />

sfornare qualche altro talento».


SCi CLUB SCi CLUB<br />

SCI SNOW CLUB BACCHErEtO<br />

Da anni è una realtà consolidata dell'Appennino Toscano<br />

E da questa stagione il presidente Silvio Pacini ha avviato<br />

le iniziative Progetto Biancaneve e il Calendario del Sorriso<br />

Bacchereto è una piccola frazione<br />

del comune di Carmignano in<br />

provincia di Prato, con non più<br />

di mille abitanti che dista circa 25 chilometri<br />

da Firenze e circa 80 dal primo<br />

comprensorio sciistico sull’Appennino<br />

Toscano, l'Abetone. Qui ha la sede lo<br />

Sci Snow Club Bacchereto che nasce<br />

ufficialmente per le liste della Federazione<br />

Italiana Sport Invernali nel novembre<br />

del 2001, ma già da alcuni anni<br />

era presente nel territorio toscano, nato<br />

quasi per scherzo grazie alla volontà di<br />

alcuni amici di condividere questa passione<br />

trascorrendo splendide giornate<br />

sulla neve all'insegna del divertimento<br />

e dell'allegria, poi diventato con il tempo<br />

una realtà importante del territorio.<br />

Da allora è cresciuto in maniera esponenziale,<br />

sia come numero di tesserati<br />

che come staff dirigenziale. Da alcuni<br />

anni, infatti, è il club più numeroso in Toscana<br />

con una media di circa 300/350<br />

soci non agonisti; Il punto più alto fino<br />

ad ora è stato registrato nella stagione<br />

2010-2011 con ben 460 soci e ad oggi,<br />

nonostante i difficili momenti che la nostra<br />

società sta vivendo, si mantiene in<br />

linea con circa 300 soci all’attivo. Sono<br />

grandi soddisfazioni per tutto lo staff di<br />

dirigenti che si impegnano per permettere<br />

la frequentazione della montagna<br />

e la pratica degli sport invernali a tutti gli<br />

appassionati, occupandosi di offrire loro<br />

ciò che occorre per divertirsi sulla neve,<br />

al minimo prezzo possibile. La sempre<br />

maggiore visibilità delle attività annuali<br />

ed il sostegno degli sponsor permette<br />

di garantire ai tesserati vantaggi, convenzioni<br />

e sconti nei comprensori sciistici<br />

dove vengono svolte le attività, cioè<br />

100<br />

Corno alle Scale, Cimone e Abetone.<br />

Vengono organizzate anche settimane<br />

bianche e uscite durante i week end sulle<br />

nevi di comprensori sciistici in Italia e<br />

all’estero dando la possibilità di visitare<br />

sempre nuove località. Alcune delle cose<br />

che i tesserati riconoscono allo Sci Snow<br />

Club Bacchereto con la loro fedeltà negli<br />

anni ,sono soprattutto la compagnia<br />

e tanta allegria, l’amicizia, ed il visitare<br />

nuovi posti, motivazioni che spingono<br />

a condividere le proprie esperienze. Il<br />

club riserva una particolare attenzione<br />

a bambini e ragazzi, accompagnandoli<br />

passo dopo passo nel primo approccio<br />

alla pratica sportiva ed eventualmente<br />

agonistica, settore che purtroppo non è<br />

stato ancora sviluppato al meglio a causa<br />

delle tante difficoltà e delle innumerevoli<br />

spese che esso comporta. Lo spirito<br />

e la volontà è sempre stata quella che<br />

per i più giovani, e non, il Club fosse un<br />

punto di aggregazione umana e sociale<br />

per vivere insieme gli sport della neve.<br />

Fin dai primi anni di attività del club c’è<br />

Il presidente Silvio Pacini<br />

stata la volontà di fare in modo che i<br />

bambini e i ragazzi potessero provare lo<br />

sci gratuitamente, ed è così che è nato Il<br />

nostro “Progetto Biancaneve” frutto della<br />

collaborazione con le scuole di sci del<br />

Corno alle Scale per poter organizzare<br />

corsi gratuiti per i giovani sotto i 14 anni;<br />

i ragazzi saranno gli sciatori del futuro<br />

e in questo modo si cerca di fornirgli<br />

101<br />

SCi SnOW CLUB BACChereTO<br />

l’opportunità di imparare l’educazione<br />

e la pratica dello sport di gruppo. Il<br />

progetto ha aderito fin da subito al “FiS<br />

World Snow Day” per portare tutti sulla<br />

neve cercando di trovare sempre nuovi<br />

appassionati. Oltre a queste iniziative<br />

per i tesserati, è emersa la volontà di<br />

organizzare qualche cosa anche per i<br />

bambini meno fortunati ed è nato così<br />

in questa stagione 2012-<strong>2013</strong> un nuovo<br />

progetto dal nome “Calendario del Sorriso”.<br />

Composto da 7 scatti del fotografo<br />

Guido Piacentini realizzati con i dirigenti<br />

al Corno alle Scale, è stata allestita una<br />

campagna di raccolta fondi totalmente<br />

a favore di Dynamo Camp. Grande merito<br />

dei nostri successi va senza dubbio<br />

al presidente Silvio Pacini che con tanta<br />

costanza e moltissima passione in questi<br />

anni è riuscito a creare un gruppo di<br />

dirigenti capaci ed affiatati, giovani e<br />

volenterosi che dedicano il loro tempo<br />

libero agli altri permettendo così a chi lo<br />

desidera di praticare questo splendido e<br />

sano sport.


DenTrO i COmiTATi<br />

Portiamo alla luce<br />

l'attività dei Comitati<br />

sparsi per la Penisola


comitato<br />

La politica è quella dei piccoli passi<br />

anche perché la squadra di cui fa<br />

parte, quella del Comitato AOC è<br />

molto giovane, ma le idee sono quelle<br />

di chi sa dove vuole arrivare: «In gara<br />

hai solo un colpo in canna e devi sapere<br />

quando spararlo perché se sbagli<br />

non hai altre possibilità». Sono le parole<br />

di Erik Pettavino, giovane promessa<br />

dello scialpinismo azzurro. Il ragazzo<br />

cuneese ha già fatto ben parlare di sé<br />

con il quarto posto l’anno passato ai<br />

Campionati Italiani individuali, il sesto<br />

nella gara Vertical, l’ottavo posto in<br />

PiemOnTe - AOC PiemOnTe - AOC<br />

Pettavino, una carta vincente<br />

La giovane promessa deLLo sciaLpinismo azzurro riveLa Le sue ambizioni aLLa vigiLia degLi appuntamenti cLou deLLa stagione<br />

«mi aLLeno suLLe aLpi marittime, soprattutto neLLa conca deL cros. adoro La possibiLità di godere di posti e paesaggi fantastici»<br />

coppia con il compagno di Comitato,<br />

Alberto Topazio al Pierra Menta, mentre<br />

in questa stagione ha già ottenuto<br />

il primo e terzo posto nella Ski Alp Race<br />

Arntal in Valle Aurina e una prestigiosa<br />

convocazione mondiale. Pettavino, 17<br />

anni, vive a Limone Piemonte con i genitori<br />

Laura e Piero e la sorellina Anna.<br />

La scuola rappresenta la sua principale<br />

attività ed è iscritto all’ITIS Mario Del<br />

Pozzo di Cuneo: «Me la cavo abbastanza<br />

bene», racconta. Appena finite<br />

le lezioni bisogna subito correre in<br />

montagna per allenarsi: «Spesso con la<br />

104 105<br />

scuola non è facile regolarsi perché nei<br />

mesi invernali viene buio presto e arrivando<br />

a casa alle 14.30 bisogna fare in<br />

fretta a mettere le pelli».<br />

Quello di Pettavino è un innamoramento<br />

recente: «Ho iniziato con lo<br />

scialpinismo solo da due anni; prima,<br />

per circa otto anni, ho praticato fondo,<br />

ottenendo anche buoni risultati!<br />

Parallelamente però sono sempre andato<br />

a fare discesa». Altre discipline<br />

continuano a fare capolino nelle giornate<br />

di Erik che non ha innanzitutto<br />

dimenticato la sua passione per gli sci<br />

stretti in inverno, mentre d’estate usa<br />

gli skiroll, va in mountain bike e corre.<br />

Visto il luogo in cui abita con le belle<br />

montagne che consentono di vedere il<br />

mar Ligure neppure il trekking è disdegnato:<br />

«Vado spesso a fare delle gite<br />

da solo oppure con mio papà. Mi alleno<br />

principalmente sulla montagne di<br />

casa, le Alpi Marittime, soprattutto nella<br />

conca del Cros, proprio a Limone, e<br />

nelle vicinanze delle piste da discesa su<br />

cui anche quando la neve scarseggia in<br />

fuoripista, ci si può sempre allenare. È<br />

proprio questo che amo del mio sport,<br />

cioè la possibilità di stare all’aria aperta<br />

e di godere di posti e paesaggi fantastici,<br />

poter cambiare percorso di allenamento…<br />

cosa che in altre discipline<br />

come il fondo, non è possibile perché<br />

bisogna stare dove la pista è battuta».<br />

Nel futuro di Erik c’è lo sport: «Mi auguro<br />

di aver la fortuna di poter continuare<br />

nella mia disciplina, altrimenti<br />

mi dedicherò alla professione di perito<br />

meccanico, ciò per cui sto studiando.<br />

Mi piace molto e mi darebbe una buona<br />

opportunità di lavoro».<br />

Ma torniamo allo scialpinismo, che<br />

attualmente è il mondo incantato di


comitato<br />

Pettavino. In estate gli allenatori del<br />

Comitato AOC hanno fatto un grandissimo<br />

lavoro che nel primo scorcio di<br />

stagione ha già mostrato i suoi risultati.<br />

E a quanto pare anche i ragazzi se<br />

ne stanno rendendo conto: «Rispetto<br />

all’anno passato - racconta Erik - abbiamo<br />

migliorato molto sia dal punto<br />

di vista tecnico che da quello organizzativo.<br />

Abbiamo fatto molte uscite con<br />

i nostri due allenatori Andrea Basolo e<br />

Matteo Canova che ci hanno insegnato<br />

tante cose tecniche e dal punto di vista<br />

degli allenamenti, facendo ritiri estivi<br />

sia su neve che a secco. In questo momento<br />

mi sento abbastanza in forma.<br />

Certo, si può sempre migliorare, ma<br />

mi sento di dire che l’allenamento sta<br />

iniziando a dare i suoi frutti». L’impegno<br />

profuso dai tecnici del Comitato è<br />

stato grande ed ha cercato di fornire<br />

ai ragazzi nuovi strumenti, per renderli<br />

protagonisti di esperienze sconosciute<br />

per loro. «Nel primo ritiro a secco<br />

a Ceresole Reale, con Andrea Basolo<br />

PiemOnTe - AOC PiemOnTe - AOC<br />

abbiamo fatto un’escursione di due<br />

giorni con 4000 metri di dislivello positivo,<br />

quattro “passi” sopra i 3000 metri,<br />

incontrando anche parecchia neve!<br />

Invece nel secondo ritiro, con l’allenatore<br />

Canova, a Cervinia, abbiamo<br />

raggiunto il Breithorn, 4165 metri ed<br />

il Breithorn centrale, 4160 metri. È stata<br />

un’esperienza, per me così amante<br />

della montagna, che non dimenticherò<br />

mai anche perché sono stati i miei primi<br />

Quattromila», confessa il limonese.<br />

Oltre che dagli allenamenti le belle sensazioni<br />

arrivano, ovviamente, soprattutto<br />

dalle gare: «Il Tour du Rutor è stata<br />

la gara più bella a cui ho partecipato<br />

per diversi motivi. Innanzitutto è stata<br />

una competizione molto combattuta e<br />

poi perché siamo arrivati, io e Alberto<br />

(Topazio, ndr) quinti a pochissimo dal<br />

podio, in una giornata magnifica». E<br />

poi una grande classica è rimasta nel<br />

cuore di Erik: «La Pierramenta, la mia<br />

prima gara a coppie, è stata invece la<br />

gara più emozionante e tecnica alla<br />

quale io abbia mai partecipato. Già è<br />

un’emozione trovarsi lì a gareggiare<br />

con atleti importanti di altre nazioni. E<br />

poi il pubblico… c’era un tifo semplicemente<br />

incredibile; non avevo mai visto<br />

così tante persone nei cambi e lungo<br />

il percorso». Inutile negarlo, il pensiero<br />

è stato per tutti questi mesi rivolto ai<br />

Mondiali: «La sola partecipazione è stata<br />

per me una grande soddisfazione».<br />

E tra Coppa del Mondo e gare davvero<br />

importanti c’è stata la possibilità di<br />

conoscere gli azzurri, soprattutto quelli<br />

che stanno facendo molto bene: «Tifo<br />

per Matteo Eydallin e mi ispiro a lui: si<br />

diverte e riesce a fare bene nelle gare.<br />

Ho conosciuto anche Robert Antonioli<br />

e Michele Boscacci con cui ero in camera<br />

in Valle Aurina. Un’occasione per<br />

carpire qualche segreto dai più esperti».<br />

E poi c’è il confronto con i coetanei<br />

azzurri più forti: «Davide Magnini e Pietro<br />

Canclini sono avversari agguerriti!<br />

Nell’elite spero di esserci anche io».<br />

nOViTà Per LO SKi COLLeGe FreJUS<br />

novità nell’attivo Piemonte. nelle scorse settimane<br />

sono stati infatti presentati alcuni nuovi progetti<br />

dello Ski College Frejus, istituto paritario di<br />

Bardonecchia, primo in italia nel 1990 a fregiarsi<br />

del titolo di “Ski College FiSi AOC”. il Frejus, luogo<br />

moderno e dinamico dove si conciliano studio e<br />

sport, è diventato uno tra i primi istituti superiori a<br />

dotarsi di strumentazione tecnologica: tablet e Lim<br />

(lavagne multimediali) sostituiscono gli strumenti<br />

tradizionali. Queste innovazioni, che consentono<br />

grazie al caricamento online del materiale un immediato<br />

recupero degli assenti, hanno un rilievo<br />

soprattutto per gli studenti che per gare o ritiri non<br />

possono presenziare alle lezioni. Un’altra novità<br />

riguarda le borse di studio. Per il <strong>2013</strong> ve ne sono<br />

alcune a copertura totale della retta, mentre altre<br />

a copertura parziale. L’obiettivo è quello di premiare<br />

gli studenti-atleti più meritevoli e agevolare<br />

106 107<br />

la prosecuzione di studio e carriera di chi ha talento.<br />

Sono due poi le collaborazioni di spicco. La<br />

prima è con lo Sci Club melezet, realtà di grande<br />

rilievo per i talenti che ha “sfornato”, su tutti quello<br />

di Piero Gros. La seconda riguarda un aspetto<br />

finora forse troppo sottovalutato, ovvero la preparazione<br />

mentale degli atleti. Ad occuparsene sarà<br />

la “iena” marco Berry che ha dichiarato: «Per lo<br />

Ski College Frejus realizzerò un progetto pensato<br />

proprio per formare ancora di più il carattere dei<br />

ragazzi: degli incontri specifici appositamente realizzati<br />

per dare loro quei fondamentali strumenti<br />

utili nella vita di studenti, atleti, persone del domani.<br />

Avranno quindi l’opportunità di incontrare i<br />

trainer e mental coacher che lavorano con i professionisti<br />

e i grandi campioni ed apprendere direttamente<br />

da loro le basi di equilibrio essenziali<br />

a crescere sia sportivamente che a livello umano».

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