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<strong>Febbraio</strong> <strong>2013</strong><br />
SKI<br />
LIGETRIS
L’ALTA BADIA PRESENTA<br />
IL TERZO VINO SCI SAFARI ALTO ADIGE<br />
Dé dl vin.<br />
Una giornata all'insegna<br />
di migliori vini dell'Alto Adige.<br />
Cuochi stellati, leggende dello sci<br />
e vini altoatesini nel cuore<br />
delle Dolomiti<br />
DOMENICA 17 MARZO <strong>2013</strong><br />
L’ALtA BADIA POrtA I MIGLIOrI VINI ALtOAtESINI A DUEMILA MEtrI PEr UNA DEGUStAZIONE,<br />
ACCOMPAGNAtA DA SPECk, PANE E FOrMAGGI, CONtrASSEGNAtI CON IL MArCHIO<br />
“QUALItà ALtO ADIGE”. IN QUEStO MODO SI VUOLE tErMINArE IN BELLEZZA LA StAGIONE<br />
INVErNALE, DEDICAtA ALL’ENOGAStrONOMIA. L’EVENtO, IN PrOGrAMMA DALLE OrE 10<br />
ALLE OrE 16, SI SVOLGE PrESSO LE BAItE CLUB MOrItZINO, I tABLá, CIAMPAI, BIOCH,<br />
PIZ ArLArA E COL ALt, ALL’INtErNO DEL COMPrENSOrIO SCIIStICO DELL’ALtA BADIA.<br />
La vacanza invernale è più di una semplice discesa sugli<br />
sci. “Sciare con gusto”, all’insegna dei prodotti tipici dell’Alto<br />
Adige, già da alcuni anni valorizza il connubio vincente tra lo<br />
sport sulla neve e la gastronomia, i punti forti della località.<br />
Quest’anno si è voluto rendere l’iniziativa ancora più frizzante,<br />
creando l’iniziativa SLOPE FOOD, gli stuzzichini in pista, creati<br />
da 12 famosi chef gourmet, tra questi i Dolomitici Norbert Niederkofler<br />
(ristorante St. Hubertus), Arturo Spicocchi (ristorante<br />
La Stüa de Michil) e Fabio Cucchelli (ristorante La Siriola) e proposti<br />
in altrettante baite dell’Alta Badia. Non può quindi mancare<br />
un buon bicchiere di vino altoatesino ad accompagnare<br />
i vari stuzzichini.<br />
I vini dell’Alto Adige si distinguono per la loro eccellente qualità,<br />
grazie ad un clima favorevole, un terreno fertile e all’amore<br />
dei viticoltori e svolgono un ruolo chiave nelle iniziative, legate<br />
alla gastronomia in Alta Badia. E questo non solo nei ristoranti<br />
o rifugi della località. Con il “Dé dl vin, il Vino Sci Safari Alto<br />
Adige”, l’Alta Badia, in collaborazione con il Consorzio Vini Alto<br />
Adige, vuole dedicare una particolare giornata ai vini altoatesini<br />
per una degustazione in quota. In ognuna delle sei baite (Club<br />
Moritzino, I tablá, Ciampai, Bioch, Piz Arlara e Col Alt) verranno<br />
serviti le varietà di punta Pinot Bianco, Sauvignon, Gewürztraminer,<br />
Schiava, Lagrein e Pinot Nero. Inoltre, ai partecipanti verrà<br />
offerta la possibilità di degustare, i vini bianchi della Valle Isarco<br />
e gli spumanti dell’Alto Adige… e di godere dell’intrattenimento<br />
musicale presso alcune baite. Per gli amanti del vino, l’evento<br />
del 17 marzo <strong>2013</strong>, rappresenta un piacevole viaggio sugli sci,<br />
alla scoperta della grande varietà di vini del territorio. I biglietti<br />
per la degustazione si possono acquistare a 20 euro, direttamente<br />
presso i sei rifugi. L’apposito dépliant è disponibile presso<br />
gli uffici turistici dell’Alta Badia.<br />
Per inFOrmAziOni:<br />
Consorzio Turistico Alta Badia Tel.: 0471/836176-847037 - www.altabadia.org - email: info@altabadia.org<br />
SCI ALPINO<br />
06<br />
SOmmAriO<br />
SPECIALE MONDIALI di Gianmario Bonzi e Max Valle<br />
6 La firma di Ted Ligety<br />
12 Sofia Goggia... di felicità<br />
16 Azzurri da podio<br />
22 Francia da Oscar<br />
28 Diario da Schladming<br />
34 Garmisch 2011, la doppietta di Lizz Görgl<br />
40 Amara Verena Stuffer di Sonia Arpaia<br />
Fuga a Cesenatico per scordare la delusione iridata<br />
44 A piccoli passi di Giulia Favero<br />
Dall'infanzia alla Coppa del Mondo, cronaca di una crescita<br />
50 Alex Zingerle a testa bassa di Michela Caré<br />
L'emozione del debutto tra i grandi sulla pista di casa<br />
52 Occhi su Anika Angriman di Lorenzo Fabiano<br />
Un infortunio non frena la voglia di sci della vicentina<br />
3<br />
12<br />
40
www.solomagazine.it<br />
62<br />
80<br />
90<br />
Direttore responsabile<br />
Walter Perosino<br />
Direttore amministrativo<br />
Monica Gini<br />
redazione:<br />
Corso Mediterraneo 67<br />
torino<br />
Fax 011 500008<br />
info@solomagazine.it<br />
SOmmAriO<br />
SCI ALPINISMO<br />
56 Le due regine di Martina Valmassoi<br />
Intervista doppia a Mireia Mirò Varela e Laetitia roux<br />
62 Garantisce Natalia Mastrota di Giulia Favero<br />
La figlia d'arte ha conquistato il suo posto ai Mondiali<br />
66 Davide Galizzi, fulmine a ciel sereno di Martina Valmassoi<br />
In pochi mesi ha stravolto le gerarchie della Nazionale<br />
70 Dolomiti sopra a tutto di Sonia Arpaia<br />
E' partita la 21ª edizione del circuito più affascinante d'Italia<br />
FREESTYLE<br />
74 Galoppa Jack Matiz di Pasquale teoli<br />
Il veterano azzurro ha le idee chiare sul futuro<br />
FREERIDE<br />
80 Drew tabke non frena di Alberto Dolfin<br />
Lo statunitense vuole mantenere la leadership<br />
86 Skiers Cup all'europea di Alberto Dolfin<br />
La cronaca della spettacolare manifestazione a squadre<br />
SKI CROSS<br />
90 La scommessa di Marco tomasi di Pasquale teoli<br />
risultati e visibilità, le ricette per promuovere il movimento<br />
FOCUS SUGLI SCI CLUB<br />
96 Sci Club San Domenico di Giulia Favero<br />
98 kronplatz Ski team di Michela Carè<br />
100 Sci Snow Club Bacchereto di Leonardo Orfani<br />
LE RUBRICHE<br />
20 Alti e bassi di Gianmario Bonzi<br />
SPECIALE COMITATI<br />
104 PIEMONtE AOC<br />
Hanno collaborato Camilla Alfieri, Sonia<br />
Arpaia, Gianmario Bonzi, Michela Carè,<br />
Alberto Dolfin, Lorenzo Fabiano, Giulia Favero,<br />
Pasquale teoli, Max Valle, Martina Valmassoi<br />
Immagini di Areaphoto, Jeremy Bernard,<br />
David Carlier, Carlo Ceola, Dominique Daher,<br />
Droz-Photo, Getty Images, Grand Course,<br />
Freeride World tour, Marc Leclereq,<br />
Pixir rocks, kirk Paulsen, Pentaphoto,<br />
Maurizio torri, Ufficio Stampa Nazionale<br />
italiana sci alpinismo, Martina Valmassoi<br />
Progetto e realizzazione grafica<br />
Claudia rubiu, talia Verlato<br />
solomagazine Ski<br />
è una produzione<br />
Anno III, numero 2<br />
FEBBRAIO <strong>2013</strong><br />
In attesa di registrazione<br />
presso il tribunale di torino<br />
5<br />
Concessionaria di pubblicità<br />
t21 S.r.l. | target to One<br />
Via Francesco reina 35 | <strong>2013</strong>3 Milano<br />
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TeDoro<br />
Ligety è stato l'uomo di Schladming con tre titoli mondiali<br />
e una superiorità assoluta nei confronti della concorrenza:<br />
«e' stata una settimana pazza, ora ho raggiunto alcune<br />
delle leggende di questo sport»<br />
di Max Valle / foto Getty Images
Come si può vedere dal medagliere<br />
i titoli iridati dei mondiali di<br />
Schladming sono stati vinti quasi<br />
tutti da grandissimi campioni e da grandissime<br />
campionesse. Ma alzi la mano<br />
chi avrebbe pensato che Ted Ligety si<br />
sarebbe portato a casa addirittura tre ori.<br />
Forse non l'avrebbe pensato nemmeno<br />
lui stesso, nato il 31 agosto 1984 a Salt<br />
Lake City e in Coppa del Mondo ormai da<br />
dieci anni. Nelle quattro precedenti edizioni<br />
dei Mondiali a cui aveva partecipato<br />
era stato quarto nel 2007 a Åre, bronzo<br />
nel 2009 in Val d'Isère e oro nel 2011 a<br />
Garmisch-Partenkirchen in quella che indubbiamente<br />
è la sua gara preferita da<br />
molti anni, il gigante, che è anche l'unica<br />
finora nella quale ha vinto in Coppa<br />
del Mondo, ben 15 volte, tante quante<br />
Alberto Tomba. In superG, la prima gara<br />
maschile in programma sulla Planai di<br />
Schladming mercoledì 6 febbraio, era<br />
stato solo una volta sul podio, piazzandosi<br />
secondo il 12 dicembre 2009 in Val<br />
d'Isère, mentre in questa stagione era<br />
stato quarto a Lake Louise e a Beaver<br />
Creek e sesto a Kitzbühel. Ligety sembra<br />
essere quindi uno dei favoriti per le prime<br />
posizioni e forse anche per le medaglie<br />
dato che il tracciato messo sul terreno<br />
dall'allenatore dei norvegesi moger è<br />
molto angolato e fa somigliare la gara<br />
più a un gigantone che a una discesa accorciata.<br />
Nessuno pensa però che possa<br />
puntare all'oro ma il campione dello<br />
Utah ha un numero relativamente basso,<br />
il 10, e in una giornata in cui la pista è<br />
tutta all'ombra e su una neve saponosa<br />
azzecca una traiettoria di gara perfetta<br />
rifilando due decimi di distacco al francese<br />
Gauthier De Tessières, la grandissima<br />
sorpresa di questa gara. Nessuno<br />
dei grandi favoriti riesce ad avvicinare il<br />
tempo di Ligety, solo Aksel Lund Svindal,<br />
con il 22, è in piena corsa per il titolo e lo<br />
vincerebbe se non commettesse alcune<br />
imprecisioni nella difficilissima parte finale,<br />
il norvegese deve accontentarsi del<br />
bronzo a 22 centesimi dallo statunitense<br />
che conquista un oro inaspettato ma meritato.<br />
«E' davvero incredibile - dice Ligety<br />
nel dopo gara -. E' stata una gara di nervi.<br />
Ho cercato di lasciar correre, i dossi<br />
non si vedevano, era molto difficile. Sotto<br />
ho dovuto prendere qualche rischio se<br />
volevo andare veloce. Sapevo che avevo<br />
SCi ALPinO<br />
delle possibilità in superG». Poi l'accenno<br />
al grave infortunio di Lindsey Vonn nello<br />
sciagurato superG femminile del giorno<br />
prima: «Per Lindsey è stata una cosa terribile<br />
ma questo non ha influito sulla mia<br />
gara. Anche in supercombinata ho delle<br />
buone possibilità».<br />
E infatti Ted guarda già alla prova multipla<br />
evitando di disputare la discesa del<br />
sabato. La supercombinata si tiene lune-<br />
8<br />
dì 11 febbraio con la discesa in calendario<br />
a mezzogiorno e la manche di slalom<br />
alle 18,15 sotto i riflettori, come accade di<br />
solito nella night race che si disputa tutti<br />
gli anni nella parte finale della Planai. In<br />
questa gara un oro di Ligety è considerato<br />
ancora più improbabile dato che in<br />
Coppa del mondo non è mai andato al<br />
di là di due quarti posti e che il suo unico<br />
successo risale ai Giochi di Torino 2006,<br />
quando vinse l'ultima combinata che<br />
assegnava un oro olimpico o mondiale<br />
con il formato classico, la discesa più due<br />
manche di slalom invece che una sola,<br />
oltretutto Ted tra i pali stretti non è più così<br />
forte come in quel periodo: dal 2005 al<br />
2008 può vantare sei podi in slalom e poi<br />
basta. Ma lo statunitense è in uno stato<br />
di grazia assoluto e nella discesa, su una<br />
neve dura completamente diversa da<br />
quella del superG, si piazza sesto a 72<br />
centesimi dal leader, l'austriaco Romed<br />
Baumann, ed è il primo tra quelli che se<br />
la cavano bene tra i pali stretti. Questo<br />
piazzamento nella gara veloce è solo il<br />
primo mattone di un capolavoro che Ted<br />
completa in notturna sciando in slalom<br />
come ai vecchi tempi: fa segnare addirittura<br />
il secondo tempo parziale alle spalle<br />
«SAPeVO Che AVeVO DeLLe POSSiBiLiTà in SUPerG, mA in SUPerCOmBinATA<br />
è STATA UnA SOrPreSA AnChe PerChé nOn LA VinCeVO DA TAnTO TemPO<br />
menTre in GiGAnTe DA CAmPiOne USCenTe SenTiVO TAnTA PreSSiOne SU Di me»
SCi ALPinO<br />
«VeDere in OGni GArA LA LUCe VerDe DeL PrimO POSTO ALL'ArriVO è STATO BeLLiSSimO»<br />
del francese Alexis Pinturault, che alla<br />
fine sarà sesto dopo una brutta discesa.<br />
Ligety precede di un'enormità, 1"15,<br />
il croato Ivica Kostelic e di 1"17 Baumann<br />
che conquista la prima medaglia per il<br />
Wunderteam maschile padrone di casa.<br />
Ted invece comincia a far segnare alcuni<br />
record: è al terzo oro iridato in carriera in<br />
tre discipline diverse, inoltre da sei anni<br />
nessun uomo riusciva a vincere due ori<br />
nella stessa edizione dei Mondiali, l'ultimo<br />
era stato Aksel Lund Svindal a Åre nel<br />
2007. «Una vittoria sicuramente un po'<br />
sorprendente - ammette Ted -. Non sono<br />
riuscito a vincere per anni in questa gara,<br />
ce l'ho fatta dopo tanto tempo, l'ultima<br />
volta era stata ai Giochi di Torino 2006.<br />
Ho pensato a sciare il meglio possibile,<br />
nello slalom ho cercato di fare una manche<br />
solida senza fare troppi errori. Vedere<br />
la luce verde del primo posto all'arrivo<br />
è stato bellissimo».<br />
Altri quattro giorni e venerdì 15 febbraio<br />
è la volta del gigante, in cui, oltre alle<br />
vittorie cui abbiamo accennato in precedenza,<br />
Ligety ha intascato tre coppe di<br />
specialità nelle passate cinque stagioni<br />
ed ha praticamente già virtualmente<br />
in saccoccia la quarta grazie a quattro<br />
successi su cinque gare di quest'inverno.<br />
E' considerato il favorito assoluto e l'unico<br />
avversario credibile per lui è Marcel<br />
hirscher, ma in stagione spesso e volentieri<br />
lo statunitense ha vinto con distacchi<br />
da orologio a cucù: 2"75 su Manfred<br />
moelgg a Sölden, 1"76 su Hirscher a Beaver<br />
Creek, 2"04 a Hirscher in Alta Badia e<br />
1"15 su Fritz Dopfer ad Adelboden, solo in<br />
Val d'Isère si è dovuto accontentare di non<br />
vincere classificandosi terzo. Nella prima<br />
manche mette subito tutti d'accordo rifilando<br />
1"30 a Svindal e 1"31 a Hirscher,<br />
nella seconda attacca alla morte per due<br />
terzi di frazione arrivando ad avere quasi<br />
1"7 su Hirscher prima del muro finale sul<br />
quale passeggia letteralmente tagliando<br />
il traguardo con 81 centesimi di vantaggio<br />
sull'austriaco. Ted entra nella storia perché<br />
l'ultimo a vincere tre ori mondiali che<br />
non fossero contemporaneamente tre ori<br />
olimpici era stato Toni Sailer, che a Bad<br />
Gastein nel 1958 vinse discesa, gigante<br />
e combinata (più l'argento in slalom),<br />
mentre lo stesso Sailer nel 1956 a Cortina<br />
e Jean-Claude Killy nel 1968 a Grenoble<br />
vinsero discesa, gigante e slalom che<br />
valevano sia per i cinque cerchi che per<br />
10<br />
l'iride più l'oro mondiale in combinata. Ligety<br />
inoltre eguaglia il bottino di quattro<br />
ori totali iridati in carriera del suo connazionale<br />
Bode miller ed è il primo a confermare<br />
il titolo mondiale in gigante dai<br />
tempi del povero Rudolf nierlich, trionfatore<br />
nel 1989 e 1991. «Se volete chiamarmi<br />
il re di Schladming è bello - fa sapere un<br />
raggiante Ted -. E' stata una settimana<br />
pazza, ora ho raggiunto alcune delle leggende<br />
di questo sport. E' davvero incredibile.<br />
In gigante da campione uscente<br />
sentivo davvero tanta pressione su di me.<br />
Ho dovuto tirare al massimo per rimanere<br />
davanti a Marcel. E' un grande sciatore<br />
e ha l'età dalla sua». Un grande campione<br />
non solo in pista ma anche davanti al<br />
microfono per l'onore delle armi che ha<br />
reso al suo grande avversario. Nell'ultima<br />
gara dei Mondiali, lo slalom, parte come<br />
un forsennato ma stavolta esce dopo<br />
poche porte, tuttavia il titolo di assoluto<br />
protagonista della 42ª edizione dei campionati<br />
del mondo di sci alpino non glielo<br />
può togliere nessuno. E chissà che dopo<br />
questa clamorosa serie di vittorie Ligety<br />
l'anno prossimo non faccia un pensierino<br />
alla Coppa del Mondo generale, l'unico<br />
trofeo che ancora gli manca...
GOGGiA<br />
di felicità<br />
La bergamasca, aggregata all'ultimo momento, è esplosa nel<br />
momento più importante della stagione: «e' stato bello gareggiare<br />
con le big, ho avuto modo di osservarle, un'esperienza fantastica»<br />
di Gianmario Bonzi / foto Getty Images e Pentaphoto
Diciamocelo francamente: il talento di Sofia Goggia da<br />
Bergamo Alta, classe 1992, almeno per gli addetti ai<br />
lavori, era noto da tempo, per quanto fatto nelle ultime<br />
due stagioni in Coppa Europa (4 vittorie e 9 podi, un anno fa<br />
terza nella classifica generale, oggi è seconda), per quel sesto<br />
posto in discesa ai Mondiali junior di Megeve, a 17 anni, nel<br />
2010, per i quattro titoli italiani, sempre tra le juniores, maturati<br />
in tre discipline diverse. Ma, detto questo, l'aspettavamo sì tra<br />
le protagoniste assolute, visti anche gli infortuni negli ultimi due<br />
anni, a partire però dal prossimo inverno, quindi con la Coppa<br />
del Mondo <strong>2013</strong>-2014, quella ci condurrà alle Olimpiadi di Sochi.<br />
E la convocazione per i Mondiali di Schladming, bisogna<br />
essere sinceri e ammetterlo, ci aveva lasciato un po' perplessi,<br />
non tanto, appunto, perché non conoscessimo il suo valore,<br />
quando perché pensavamo semplicemente che il suo momento<br />
sarebbe arrivato, a breve, mentre, magari, una Francesca<br />
Marsaglia, che vecchia certo non è (23 anni), reduce da una<br />
stagione senza grandi acuti, per carità, ma pur sempre terza<br />
miglior discesista italiana risultati di Coppa del Mondo alla<br />
mano, avrebbe comunque meritato la convocazione pur non<br />
soddisfacendo i parametri imposti dalla Federazione (anche<br />
perché, se il dt raimund Plancker si fosse basato solo su quelli,<br />
in Styria ci sarebbero andate solo Daniela merighetti, Elena<br />
Fanchini, Irene Curtoni e Denise Karbon). E invece...<br />
E invece, anche se alcune compagne di squadra non saranno<br />
d'accordo con quanto stiamo per scrivere, perché non credono<br />
a questo tipo di... motivazioni, Sofia ha rappresentato la svolta<br />
della stagione per la squadra femminile italiana, dando la scossa<br />
a tutto l'ambiente. Hanno avuto ragione il presidente Flavio<br />
roda, il direttore tecnico Plancker con il suo staff, che, verificate<br />
le possibilità di Sofia, attraverso allenamenti e Coppa Europa, di<br />
poter ottenere risultati a Schladming e anche il suo ottimale stato<br />
fisico, hanno deciso di portarla in Austria, proprio con l'intento di<br />
cui sopra, ovvero "svegliare le altre". Obiettivo centrato. Complimenti<br />
a loro e a lei.<br />
Il 4 febbraio, cioè alla vigilia del superG iridato, prima gara in<br />
velocità tra le grandi, lei che fino a quel giorno aveva disputato<br />
solamente quattro giganti in Coppa del mondo (tre quest'anno),<br />
con due non qualifiche e due uscite, abbiamo cominciato subito<br />
a drizzare le orecchie: «Per me è una grande occasione, sono<br />
tranquilla. In fondo, si tratta di una gara come tutte le altre, solo<br />
c'è più gente e si assegnano le medaglie». Ecco, le parole che<br />
vorresti sempre sentirti dire da una tua esordiente, ma soprattutto,<br />
era il suo volto a dare l'impressione di serenità. Poi, la sua<br />
prova maiuscola con il pettorale numero 33, il podio che sembrava<br />
cosa fatta fino all’uscita della traversa finale, dove avevano<br />
sbagliato in tante e poi è svanito per soli 5 centesimi, persi<br />
tutti in fondo, dove «pensavo la pista girasse di più, altrimenti<br />
avrei mollato di più....». Medaglia o non medaglia, un esordio<br />
pazzesco.<br />
Insomma, l'Italia ha scoperto una stella dello sci alpino. Adesso<br />
sentirete dire da ogni parte le solite baggianate che vanno di<br />
moda in questi casi, del tipo "non mettetele troppa pressione<br />
addosso ecc. ecc.", ma i campioni veri la pressione la sanno<br />
SOFiA SCi ALPinO GOGGiA<br />
14<br />
domare, e poi non saranno certo i giornalisti ad azzerare le potenzialità<br />
di un'atleta.<br />
Andiamola a scoprire, allora, la bergamasca Sofia Goggia, attraverso<br />
le sue parole: «Ho iniziato a sciare a Foppolo, quando<br />
avevo tre anni. Lo sci è sempre stato il mio più grande obiettivo,<br />
sin da quando ero piccola. Nonostante questo, però, sono riuscita<br />
a conseguire il diploma di maturità scientifica e lo scorso<br />
settembre mi sono iscritta a Economia, a Bergamo. Credo che<br />
sia importante non vivere solo di sci e continuare gli studi per<br />
avere un'elasticità di pensiero un po' più ampia». E lo dimostra la<br />
sua famiglia: «Mamma Giuliana è laureata in lettere, papà Ezio<br />
è un ingegnere civile, mentre mio fratello Tommaso si sta laure-<br />
ando in Ingegneria di automazione. La mia famiglia mi ha sempre<br />
supportata, soprattutto nei momenti piu difficili... Non lo so,<br />
magari dopo tutti gli infortuni che ho patito (tanti, tre alle ginocchia,<br />
ndr), si sono chiesti più volte se lo sci fosse il meglio per me,<br />
come un normale genitore farebbe. Alla fine la mia decisione di<br />
continuare sempre e comunque credo li abbia convinti...». E i risultati,<br />
sono lì, sotto gli occhi di tutti: una Coppa Europa sfiorata,<br />
nella stagione 2011-2012, chiusa al terzo posto finale ma senza<br />
aver potuto disputare le ultime, decisive, gare (né, tantomeno,<br />
i Mondiali jr. in casa, a roccaraso), causa ennesimo infortunio<br />
al ginocchio, occorsole durante il gigante di Coppa Europa ad<br />
Andalo, quando si ruppe il legamento crociato del ginocchio destro,<br />
esattamente come nel 2007... Al momento può vantare,<br />
15<br />
sci alpino<br />
come già ricordato, quattro vittorie e 9 podi nel circuito continentale<br />
e un 4° (in superG), un 7° (in supercombinata) e un 21° posto<br />
(in discesa) ai mondiali senior appena conclusi.<br />
A proposito dell'infortunio di un anno fa, ecco qual era il morale<br />
di Sofia all’epoca, ce lo racconta lei stessa: «Il mio morale l'anno<br />
scorso non era dei migliori. Ero affranta, delusa, triste. Quando<br />
invece mi hanno detto che sarei andata ai Mondiali di Schladming<br />
sono rimasta sorpresa, ovviamente molto felice; ma, allo<br />
stesso tempo, un po' spaventata, perché non me la sono sentita<br />
meritata pienamente; non ho soddisfatto i criteri di qualificazione<br />
imposti dalla Federazione, sono stata portata per scelta coraggiosa<br />
del nostro direttore tecnico, raimund Plancker. La pista su<br />
cui abbiamo gareggiato in velocità, a Schladming, la Streicher,<br />
non è particolarmente difficile, credo che sia alla portata anche<br />
delle ragazze di Coppa Europa. E' stato bello gareggiare con le<br />
big, ho avuto modo di osservarle, reputo l'esperienza fantastica».<br />
Ma chi è, veramente, la ragazza Sofia Goggia? «Una giovane<br />
tenace, combattiva e anche un po' testarda. Ho grande volontà,<br />
mi piace leggere libri di storia, il mio personaggio preferito<br />
è Napoleone. Alterno il mio tempo libero divertendomi con le<br />
amiche o facendo lunghe passeggiate solitarie in montagna (o<br />
con l'amica Lisa Agerer, ndr). Quando voglio rilassarmi ascolto<br />
musica classica, da Vivaldi a Mozart». E il futuro? «Lo vedo come<br />
una strada in salita, ma con tanta voglia di percorrerla e di...<br />
reagire alla pendenza».<br />
Sofia è piaciuta anche per la simpatia e la spontaneità mostrata<br />
al primo impatto con taccuini e microfoni: «L'impatto con<br />
i media mi è sembrato normale, anche se non lo avevo mai<br />
affrontato prima d'ora. In generale mi piace parlare con i giornalisti,<br />
ma non nego che alcuni ti fanno delle domande un po'<br />
strane, che ti spiazzano, a cui non sai rispondere. E' una cosa<br />
divertente... quando hai tempo per concederti alle interviste».<br />
II Mondiali jr in Canada non sono stati fortunati per Sofia, ma<br />
non importa. In ogni caso, dal prossimo anno la vedremo solcare<br />
tutte le piste di Coppa del Mondo, con coraggio e fiducia<br />
in sé stessa. E se la stagione femminile prenderà una piega<br />
diversa nelle ultime gare, beh in piccola parte sarà stato anche<br />
merito suo....
Dominik Paris vola sul traguardo della libera mondiale<br />
Facce da podio<br />
Una attesa, l'altra possibile e l'ultima commovente, l'italia ha portato<br />
a casa tre medaglie grazie a Dominik Paris, manfred moelgg e nadia Fanchini<br />
di Max Valle / foto Getty Images
Per la squadra azzurra, soprattutto<br />
quella maschile, era impossibile<br />
ripetere il clamoroso Mondiale di<br />
Garmisch-Partenkirchen, nel quale gli<br />
uomini avevano raccolto cinque medaglie,<br />
ben tre con Christof innerhofer di<br />
tutti e tre i metalli. Allora l'Italia maschile<br />
aveva avuto una stagione di Coppa del<br />
Mondo piuttosto negativa e aveva colto<br />
nei Mondiali in Baviera l'occasione di<br />
riscattarsi. Stavolta gli azzurri arrivavano<br />
alla rassegna iridata in Stiria con un<br />
inverno di Coppa completamente opposto<br />
e cioè ricchissimo di soddisfazioni<br />
soprattutto nella velocità: ben quattro<br />
vittorie in discesa, con Innerhofer a Beaver<br />
Creek e a Wengen e con Dominik<br />
Paris a Bormio e a Kitzbühel, e una in<br />
superG con Matteo marsaglia a Beaver<br />
Creek. Nelle gare tecniche solo Manfred<br />
moelgg e Davide Simoncelli sono riusciti<br />
a salire sul podio, l'altoatesino è stato<br />
secondo in gigante a Sölden e terzo in<br />
slalom ad Adelboden, il trentino è stato<br />
stupefacente terzo nel gigante di Beaver<br />
Creek dopo che quest'estate era stato<br />
vittima di una perforazione intestinale<br />
e salvato per il rotto della cuffia. Molto<br />
peggiore la situazione delle ragazze: un<br />
solo podio stagionale, il secondo posto<br />
di Daniela merighetti nella discesa di<br />
SCi ALPinO<br />
St. Anton, e solo altri 12 piazzamenti da<br />
top ten. Inoltre era ferma ai box l'atleta<br />
che aveva più concrete possibilità di<br />
medaglia, Federica Brignone, guarda<br />
caso colei che aveva vinto l'argento due<br />
anni fa in gigante, senza dimenticare<br />
una Johanna Schnarf, anch'essa infortunata,<br />
che nella velocità poteva dire la<br />
sua.<br />
Alla fine l'Italia è tornata da Schladming<br />
con tre medaglie, una molto attesa, una<br />
che era possibile e una del tutto inaspettata.<br />
Quella molto attesa l'ha vinta<br />
il 9 febbraio Dominik Paris nella discesa<br />
maschile, il 23enne altoatesino è riuscito<br />
a reggere alla grande la pressione<br />
di essere uno dei favoriti per essere il<br />
leader del trofeo di specialità e per i due<br />
successi stagionali e si è preso l'argento<br />
a 46 centesimi dal trionfatore Aksel<br />
Lund Svindal. Innerhofer, invece, questa<br />
pressione non l'ha retta e in superG è<br />
stato settimo cedendo il titolo di cui era<br />
detentore a Ted Ligety, in discesa è stato<br />
quattordicesimo e in supercombinata è<br />
uscito nello slalom. Paris ha confermato<br />
i grandissimi miglioramenti evidenziati<br />
nelle ultime stagioni, nelle prossime<br />
può vincere davvero tanto perché l'età<br />
è dalla sua e ha dei piedi estremamen-<br />
18<br />
te scorrevoli che lo fanno andar forte su<br />
qualsiasi tipo di pista e di neve. La medaglia<br />
che era possibile se l'è presa il<br />
15 febbraio Manfred Moelgg nel gigante<br />
maschile, il 30enne di San Vigilio di<br />
Marebbe, staccato di 1"75 dal vincitore<br />
Ligety, si porta a casa la terza medaglia<br />
iridata della sua carriera dopo che c'era<br />
riuscito due volte in slalom, argento a<br />
Åre nel 2007 e bronzo a Garmisch-Partenkirchen<br />
nel 2011. Manfred inoltre è il<br />
quinto italiano a essere salito sul podio<br />
mondiale in entrambe le prove tecniche<br />
dopo Zeno Colò, Gustavo Thoeni, Piero<br />
Gros e Alberto Tomba: questo per dire<br />
che come lui hanno fatto solo i nostri più<br />
immensi campioni, infine la zona podio<br />
in gigante tra Mondiali e Olimpiadi<br />
ci mancava dall'oro iridato di Tomba a<br />
Sierra Nevada 1996. Davvero un peccato<br />
che poi Manni abbia inforcato nella<br />
seconda manche dello slalom perché<br />
un altro grande risultato era alla sua<br />
portata e comunque si è dimostrato ancora<br />
una volta di gran lunga il più solido<br />
degli slalomgigantisti dal punto di vista<br />
psicologico. Infine la medaglia più inaspettata,<br />
e aggiungiamo commovente,<br />
l'ha vinta il 10 febbraio Nadia Fanchini<br />
nella discesa femminile, un argento<br />
straordinario che è stato a lungo un oro<br />
Nadia Fanchini<br />
fino all'arrivo con il numero 22 della<br />
sorprendente francese Marion rolland.<br />
Tutti aspettavano l'acuto di Dada Merighetti,<br />
o addirittura di Sofia Goggia,<br />
che convocata all'ultimo momento senza<br />
mai aver fatto risultato in Coppa del<br />
Mondo ma con una grande stagione di<br />
Coppa Europa all'attivo si era classificata<br />
incredibilmente al quarto posto in<br />
superG e al settimo in supercombinata.<br />
Invece Nadia, con il numero 2, ha firma-<br />
SCi ALPinO<br />
Dominik Paris Manfred Moelgg<br />
to la gara della rinascita dopo una serie<br />
impressionante di problemi fisici e di infortuni,<br />
il più grave dei quali, la rottura<br />
di tutti i legamenti delle ginocchia a St.<br />
Moritz nel 2010 seguito l'anno successivo<br />
da un altro crociato rotto mentre<br />
faceva l'apripista nella discesa di Cortina,<br />
le ha fatto perdere praticamente<br />
due anni di gare. Ma la camuna non<br />
ha mai mollato, ha sempre creduto di<br />
poter tornare ad alto livello e l'argento<br />
19<br />
di Schladming l'ha premiata: un bronzo<br />
l'aveva già intascato in Val d'Isère<br />
nel 2009, stavolta ha eguagliato quello<br />
che fece la sorella Elena nella discesa<br />
di Santa Caterina nel 2005 quando vinse<br />
un argento che sembrava il preludio<br />
a una grande carriera. Nadia invece la<br />
sua seconda, o anche terza, carriera, la<br />
comincia da questa piazza d'onore sulla<br />
pista Streicher di Schladming che vale<br />
come e forse anche più di un oro.
SChLADminG <strong>2013</strong><br />
A parte il superG donne, con le atlete lasciate in partenza<br />
tre ore e mezza per continui rinvii, organizzazione<br />
(anche logistica), preparazione della piste e<br />
coinvolgimento del pubblico impeccabili. mondiale<br />
vero, basta guardare i vincitori, tutti degnissimi (rolland,<br />
forse, a parte).<br />
KeVin KOSTner<br />
nutrivamo qualche dubbio, ma il suo concerto-esibizione<br />
a Schladming è stato splendido e ha positivamente<br />
coinvolto un nutrito numero di fans. Country<br />
melodico di piacevole ascolto e grande dedizione<br />
del famoso attore nel canto e nel suonare la chitarra.<br />
Davvero una gradita sorpresa.<br />
mArCeL hirSCher<br />
Otto milioni di austriaci, e non stiamo esagerando,<br />
praticamente tutta la popolazione, volevano la sua<br />
medaglia d’oro in slalom. Beh lui l’ha vinta, all’ultimo<br />
giorno del mondiale, con tutta la pressione possibile<br />
addosso. L’abbiamo già detto, ci ripetiamo: vincerà<br />
quanto Alberto Tomba…<br />
ChALeT iTALiA<br />
A ogni mondiale è puntuale, impeccabile e ti fa sentire<br />
un po’ a casa, per i cibi, il calore, l’affetto delle<br />
persone. ma non ci stancheremo mai di ringraziare<br />
cuochi, camerieri e tutto lo staff per la gentilezza<br />
e la dedizione dimostrata. non a caso, ogni giorno<br />
era pieno anche di stranieri, giornalisti, atleti. Con<br />
una particolarità non da poco: tutto gratis, a differenza<br />
di Casa Svizzera, Austria e via dicendo…<br />
SQUADrA AmeriCAnA<br />
Un team incredibile. Perde la sua “regina”, Lindsey<br />
Vonn, alla prima gara, causa primo vero grave infortunio<br />
della carriera. Beh, risponde alla grande, con<br />
tre ori di Ted Ligety, il primo posto della 17enne mikaela<br />
Shiffrin in slalom e il bronzo di Julia mancuso<br />
(nella foto) nel superG femminile. La Vecchia europa<br />
lascia spazio alla squadra a stelle e strisce prima nel<br />
medagliere.<br />
alti bassi<br />
iTALiA<br />
Tre medaglie sono un buon bottino, sicuramente. Anche<br />
se è mancato il metallo più pregiato, non facile<br />
da raggiungere e conquistato a Garmisch 2011 da Cristof<br />
innerhofer (nella foto) in superG. ma soprattutto<br />
è mancato l’acuto nello slalom, con moelgg, Gross,<br />
Tahler e razzoli tutti in grado, potenzialmente, di salire<br />
sul podio, sulla carta. Purtroppo poi nessuno ce l’ha<br />
fatta. Le donne meglio del previsto in velocità, in difficoltà nelle gare tecniche.<br />
TinA mAze<br />
e' lei la regina dei mondiali, al femminile ovviamente, con<br />
un oro e due argenti. e’ stata anche brava a gareggiare in<br />
slalom con un problema fisico non indifferente e poi ha deliziato<br />
la platea del Tyrolberg suonando e cantando con la<br />
sua band, bella come il sole. Solo ci è piaciuto poco il pianto<br />
dopo l’argento in Supercombinata. Sta dominando la stagione,<br />
davvero può solo essere felice di quanto fatto quest’anno<br />
AnnA FenninGer<br />
il bronzo agguantato in gigante è un gran risultato, resta<br />
però ancora qualche difficoltà (è normale) nel gestire la tensione<br />
e le aspettative, altissime per un mondiale in casa.<br />
Uscita in superG e in supercombinata, lontano dalle migliori<br />
in discesa, è tornata a casa a rilassarsi prima dell’ultima<br />
chance iridata, tra le porte larghe. Scelta benedetta.<br />
STreiCher<br />
La pista su cui hanno gareggiato le donne, gigante<br />
a parte, si è dimostrata all’altezza della situazione<br />
finché la neve è rimasta molto dura. Con neve molle,<br />
durante lo slalom, ha mostrato il suo vero volto, ovvero<br />
si è rivelata facile. Perché non far gareggiare anche le<br />
ragazze, tra i rapid gates, sulla ben più ripida “Planai”,<br />
come avvenuto anche tra le porte larghe?<br />
GiGAnTiSTe AzzUrre<br />
Dispiace, perché Denise Karbon e nadia Fanchini, prima di<br />
sbagliare o uscire, stavano andando molto bene. ma purtroppo<br />
bisogna guardare il risultato, che vede manuela moelgg<br />
(nella foto) migliore delle italiane con il suo 11° posto.<br />
Su una pista molto difficile e selettiva, con manto duro, era<br />
lecito aspettarsi di più, nonostante l’assenza di Federica<br />
Brignone”.<br />
di Gianmario Bonzi / foto Getty Images e Pentaphoto<br />
ATLe SKAArDAL<br />
Se un banco di nebbia si posa sulla pista e non se ne va<br />
(come accaduto per il superG donne), non è colpa di nessuno.<br />
ma bisogna cambiare i regolamenti: non si può chiedere<br />
alle ragazze di stare tre ore e mezza in partenza con rinvii<br />
di 15 minuti, per un totale di 13. La concentrazione va a farsi<br />
benedire.<br />
FiS<br />
idem come sopra. Per gigante e slalom donne, 139<br />
atlete al via. Dal pettorale 15 in avanti, 40 secondi<br />
di intervallo tra un’atleta e l’altra. Lo spettatore in<br />
pratica ha potuto vedere la spinta al cancelletto e le<br />
ultime porte sul muro. L’indiana Varsha Devi, n.136<br />
(nella foto), è stata la più lenta di tutte con 1’ e 1’’ di<br />
distacco da Tessa Worley, oro iridato. e’ spettacolo,<br />
questo?<br />
ALeXiS PinTUrAULT<br />
ha sciato bene solo a sprazzi, per esempio nello<br />
slalom della supercombinata, anche se non è bastato<br />
per agguantare una medaglia. intendiamoci,<br />
è un talento strepitoso e vincerà tanto in futuro, ma<br />
a Schladming non ha raccolto nulla, nonostante il<br />
mondiale strepitoso dei suoi compagni di squadra.<br />
Tutta esperienza nuova da mettere via…<br />
VeLOCiTA’ AUSTriACA<br />
hirscher è hirscher, ma in Austria si vive per la discesa<br />
e un po’ anche per il superG, da quando esiste.<br />
Quattro gare, tra uomini e donne, nessuna medaglia<br />
per il Wunderteam, tra Kroell (nella foto), reichelt,<br />
Goergl, Fischbacher, Fenninger, Sterz, Franz e compagnia<br />
che pure, soprattutto i primi due, male non<br />
avevano fatto in stagione. Per l’Austria è stato un<br />
bello smacco, indubbiamente, nonostante il trionfo<br />
nel Team event e il secondo posto finale nel medagliere.<br />
SQUADrA SVizzerA<br />
nessuna medaglia con i maschietti e bilancio generale rossocrociato<br />
salvato dal talento di Lara Gut (nella foto), comprendendo<br />
anche le donne, argento in superG. era prevedibile,<br />
con la sfortuna che ha falcidiato la squadra (Feuz) e il ritiro di<br />
Didier Cuche. La Svizzera ha sempre prodotto grandi talenti<br />
in ogni settore dello sci alpino, saprà rialzarsi alla svelta.
Francia da oscar<br />
Un mondiale da incorniciare per i transalpini che oltre all'oro annunciato della Worley,<br />
hanno riscoperto il talento di De Tessières, Poisson e rolland<br />
di Max Valle / foto Getty Images<br />
E' festa grande a Schladming per tessa Worley
SCi ALPinO<br />
LA FrAnCiA hA STeCCATO SOLTAnTO COn LA SUA STeLLA Più LUminOSA,<br />
ALeXiS PinTUrAULT Che Si è DOVUTO ACCOnTenTAre Di PiAzzAmenTi:<br />
Un QUinTO e Ben Tre SeSTi POSTi<br />
David Poisson<br />
Il medagliere dei Mondiali di Schladming<br />
per numero di ori è stato stravinto<br />
dagli Stati Uniti che se ne sono<br />
portati a casa quattro, i tre di Ted Ligety<br />
e quello della futura regina assoluta<br />
dello sci alpino nonché già regina dello<br />
slalom, la teenager Mikaela Shiffrin,<br />
terza più giovane vincitrice della storia di<br />
una gara iridata tra i pali stretti, a questi<br />
successi c'è da aggiungere il bronzo in<br />
superG di Julia mancuso, una che in occasioni<br />
come queste non tradisce mai.<br />
Dal canto suo l'Austria padrona di casa<br />
ha collezionato otto metalli preziosi di<br />
cui due d'oro, quello di un team event<br />
letteralmente dominato e quello nello<br />
slalom di Marcel hirscher che con l'argento<br />
in gigante è uno di quelli, oltre a<br />
Ligety, che si sono aggiudicati almeno<br />
due medaglie individuali nella rassegna<br />
iridata in Stiria, con lui ci sono Aksel<br />
Lund Svindal, oro in discesa e bronzo in<br />
superG, Tina maze, oro in superG e argento<br />
in supercombinata e in gigante, e<br />
Maria riesch, oro in supercombinata e<br />
bronzo in discesa.<br />
Ma è stato un grande mondiale anche<br />
per la Francia, che ha steccato con la<br />
sua stella più luminosa, Alexis Pinturault<br />
(il quale peraltro ha collezionato<br />
un quinto posto in gigante e tre sesti posti<br />
in superG, supercombinata e slalom),<br />
ma che si è portata a casa quattro medaglie,<br />
una delle quali era ampiamente<br />
pronosticabile, e cioè l'oro in gigante di<br />
Tessa Worley, andata letteralmente a<br />
nozze su una pista molto ripida come la<br />
Planai e sul fondo ghiacciato, condizioni<br />
di gara in cui si trova a meraviglia ma<br />
che non aveva mai trovato in stagione<br />
tanto da non essere mai andata più in<br />
là di tre terzi posti, e nelle quali si è confermata<br />
oggettivamente la più forte. Le<br />
altre tre medaglie dei cugini d'Oltralpe<br />
le hanno conquistate invece tre atleti<br />
che nessuno avrebbe mai pronosticato<br />
e che sono tutti oltre i trent'anni: Gauthier<br />
De Tessières, classe 1981, David<br />
Poisson e Marion rolland, classe 1982.<br />
Seguendo la cronologia dei Mondiali<br />
cominciamo da De Tessières: nel superG<br />
(e anche in discesa) avrebbe dovuto<br />
gareggiare una delle punte della<br />
squadra transalpina, Johan Clarey,<br />
che però si infortuna proprio alla vigilia<br />
della manifestazione iridata, De Tessières,<br />
che è bravo soprattutto in gigante,<br />
specialità nella quale è stato terzo in Val<br />
d'Isère nel 2008, nella disciplina in cui<br />
viene fatto gareggiare invece il primo<br />
piazzamento nei top ten l'ha ottenuto il<br />
1° dicembre 2012 quando è stato ottavo<br />
a Beaver Creek. Ebbene, De Tessières fa<br />
la gara della vita che in queste occasioni<br />
riesce spesso ad atleti non troppo vincenti<br />
e col numero 4 si installa in prima<br />
posizione, solo Ted Ligety lo sorpassa di<br />
due decimi, Svindal gli sta dietro di soli 2<br />
centesimi e per il francese è un argento<br />
che sa di miracolo visto che nemmeno<br />
avrebbe dovuto partecipare ai Mondiali.<br />
SCi ALPinO<br />
24 25<br />
LE MEDAGLIE DI SCHLADMING <strong>2013</strong><br />
5 febbraio <strong>2013</strong><br />
superG femminile<br />
OrO tina Maze (Slovenia)<br />
ArGENtO Lara Gut (Svizzera)<br />
BrONZO Julia Mancuso (Stati Uniti)<br />
6 febbraio <strong>2013</strong><br />
superG maschile<br />
OrO ted Ligety (Stati Uniti)<br />
ArGENtO Gauthier De tessières (Francia)<br />
BrONZO Aksel Lund Svindal (Norvegia)<br />
8 febbraio <strong>2013</strong><br />
supercombinata femminile<br />
OrO Maria riesch (Germania)<br />
ArGENtO tina Maze (Slovenia)<br />
BrONZO Nicole Hosp (Austria)<br />
9 febbraio <strong>2013</strong><br />
discesa maschile<br />
OrO Aksel Lund Svindal (Norvegia)<br />
ArGENtO Dominik Paris (Italia)<br />
BrONZO David Poisson (Francia)<br />
10 febbraio <strong>2013</strong><br />
discesa femminile<br />
OrO Marion rolland (Francia)<br />
ArGENtO Nadia Fanchini (Italia)<br />
BrONZO Maria riesch (Germania)<br />
11 febbraio <strong>2013</strong><br />
supercombinata maschile<br />
OrO ted Ligety (Stati Uniti)<br />
ArGENtO Ivica kostelic (Croazia)<br />
BrONZO romed Baumann (Austria)
Marion rolland<br />
SCi ALPinO<br />
26<br />
Poisson invece la qualificazione per la<br />
discesa se l'è guadagnata con un sorprendente<br />
quarto posto due settimane<br />
prima a Kitzbühel che eguaglia lo stesso<br />
piazzamento ottenuto a Bormio nel<br />
2009. Mai sul podio in carriera prima<br />
della discesa mondiale quindi ma a<br />
Poisson la pista Planai e il ghiaccio<br />
della discesa maschile piacciono e va<br />
a prendersi un'incredibile medaglia<br />
di bronzo alle spalle di Svindal e del<br />
nostro Dominik Paris e staccato di 97<br />
centesimi dal vincitore.<br />
Ma il clou delle medaglie sorprendenti<br />
per la Francia si raggiunge il<br />
giorno dopo nella discesa femminile,<br />
eppure tutti noi italiani, prima<br />
di dare ormai per vincente Nadia<br />
Fanchini, avremmo dovuto ricordare<br />
(e in pochissimi l'hanno fatto)<br />
che Marion Rolland aveva ottenuto<br />
gli unici due podi della sua carriera<br />
l'anno scorso proprio sulla Streicher<br />
di Schladming nelle finali di Coppa<br />
del Mondo: era stata seconda in<br />
discesa e terza in superG, mentre<br />
come miglior piazzamento stagionale<br />
in discesa aveva un quarto<br />
posto a Cortina d'Ampezzo. Prima<br />
di questi Mondiali, Rolland più che<br />
per i suoi risultati, era famosa per<br />
essersi clamorosamente sdraiata<br />
Gauthier de tessières<br />
sulla neve a soli tre secondi dalla sua<br />
partenza nella discesa olimpica di Whistler<br />
nel 2010 e quella banale e goffa<br />
caduta le era costata la rottura dei legamenti<br />
crociati del ginocchio sinistro. Ma<br />
a Schladming si è presa una clamorosa<br />
rivincita sulla sfortuna che l'aveva perseguitata<br />
non solo in quell'occasione, e<br />
col numero 22, ultima del sottogruppo<br />
delle sette migliori in assenza di Lindsey<br />
Vonn, ha guadagnato molto nella parte<br />
alta nei confronti di Nadia Fanchini anche<br />
se non così tanto come altre, ma<br />
poi si è difesa alla grande nella seconda<br />
parte un po' più tecnica e ha tolto il<br />
trionfo alla camuna precedendola di soli<br />
16 centesimi. Ecco cosa vuol dire trovarsi<br />
completamente a proprio agio su una<br />
pista: lo scorso marzo Marion salì due<br />
volte sul podio con una neve primaverile,<br />
stavolta ha vinto l'oro su un fondo<br />
durissimo. Un successo inaspettato e un<br />
podio con tre atlete che sono state duramente<br />
perseguitate dalla malasorte tanto<br />
da far dire a Maria Riesch, terza, una<br />
frase che secondo noi è la frase di tutti i<br />
mondiali di Schladming e che fa di lei la<br />
campionessa del mondo dell'autoironia<br />
e della solidarietà, oltre che della supercombinata<br />
e non solo: «Ho pensato che<br />
questo è il podio dei legamenti crociati,<br />
infatti ciascuna di noi tre ha avuto almeno<br />
due rotture dei legamenti crociati».<br />
SCi ALPinO<br />
LE MEDAGLIE DI SCHLADMING <strong>2013</strong><br />
12 febbraio <strong>2013</strong><br />
team event<br />
OrO Austria<br />
(Nicole Hosp, Michaela kirchgasser, Carmen thalmann,<br />
Marcel Hirscher, Marcel Mathis, Philipp Schörghofer)<br />
ArGENtO Svezia<br />
(Nathalie Eklund, Frida Hansdotter, Maria Pietilä-Holmner,<br />
Jens Byggmark, Mattias Hargin, Andre Myhrer)<br />
BrONZO Germania<br />
(Lena Dürr, Veronique Hronek, Maria riesch, Fritz Dopfer,<br />
Stefan Luitz, Felix Neureuther)<br />
14 febbraio <strong>2013</strong><br />
gigante femminile<br />
OrO tessa Worley (Francia)<br />
ArGENtO tina Maze (Slovenia)<br />
BrONZO Anna Fenninger (Austria)<br />
15 febbraio <strong>2013</strong><br />
gigante maschile<br />
OrO ted Ligety (Stati Uniti)<br />
ArGENtO Marcel Hirscher (Austria)<br />
BrONZO Manfred Moelgg (Italia)<br />
16 febbraio <strong>2013</strong><br />
slalom femminile<br />
OrO Mikaela Shiffrin (Stati Uniti)<br />
ArGENtO Michaela kirchgasser (Austria)<br />
BrONZO Frida Hansdotter (Svezia)<br />
17 febbraio <strong>2013</strong><br />
slalom maschile<br />
OrO Marcel Hirscher (Austria)<br />
ArGENtO Felix Neureuther (Germania)<br />
BrONZO Mario Matt (Austria)<br />
27
Diario mondiale<br />
Giorno per giorno, la cronaca delle emozioni che ha saputo trasmettere l'edizione <strong>2013</strong> di Schladming<br />
di Gianmario Bonzi
03FEBBRAIO domenica<br />
<strong>2013</strong><br />
Sbarchiamo a Schladming nel tardo pomeriggio,<br />
accolti da una fitta nevicata.<br />
Sono le 18.30 locali, arriviamo al presscenter<br />
ancora deserto e… scopriamo<br />
che l’ufficio accrediti è a un chilometro<br />
di distanza e chiude alle 18. Il principale<br />
motivo del viaggio di circa sette ore in<br />
macchina da Milano alla volta della Styria,<br />
con due giorni d’anticipo, era proprio<br />
quello di sbrigare in fretta e senza<br />
coda le procedure d’accredito. Lì per lì<br />
ci restiamo di sasso, ma sarà una delle<br />
poche pecche organizzative dei Mondiali<br />
<strong>2013</strong>. La nevicata è pesante, alcune<br />
macchine fanno fatica a muoversi<br />
per Schladming e dintorni nonostante le<br />
catene. E’ il giorno del Super Bowl e per<br />
chi, come noi, è appassionatissimo di<br />
sport americani, nulla è stato lasciato al<br />
caso: passiamo la nottata al Tyrolberg,<br />
con abbondante cena gratuita a base<br />
anche di… hamburger accolti da una<br />
panino a forma di palla ovale!<br />
05FEBBRAIO martedì<br />
<strong>2013</strong><br />
SCi ALPinO<br />
04FEBBRAIO lunedì<br />
<strong>2013</strong><br />
Quarantcinque minuti per liberare l’auto<br />
dalla neve! Mezz’ora per trovare l’albergo,<br />
poi via presso il Press Centre. Un<br />
chilometro a piedi sotto la neve mista<br />
a pioggia per ritirare l’accredito, ma<br />
intanto attraversiamo tutto il paese e ci<br />
immergiamo nell’atmosfera unica alla<br />
vigilia di una manifestazione qui molto<br />
sentita. Pomeriggio, primo appuntamento<br />
con le interviste, nella vecchia<br />
sede del Municipio: le migliori ragazze<br />
delle discipline veloci sono attese per un<br />
cameo-video di 30’’, che andrà su tutte<br />
le dirette televisive al momento della<br />
presentazione. E così ci imbattiamo in<br />
Elena Curtoni e Daniela Merighetti, due<br />
delle quattro azzurre impegnate il giorno<br />
dopo. Appaiono serene e determinate:<br />
per una, Elena, è la grande chance<br />
del Mondiale; l’altra, Daniela, aspetta<br />
soprattutto la discesa.<br />
30<br />
06FEBBRAIO mercoledì<br />
<strong>2013</strong><br />
Temperature polari, neve che si compatta,<br />
pista “Planai” in condizioni perfette. E’<br />
il gran giorno del superG maschile, non<br />
c’è il sole, ma questa volta la gara non<br />
subisce ritardi. L’Italia difende l’oro di Innerhofer,<br />
il favorito è Svindal che finisce<br />
terzo in una prova più simile a un gigante<br />
che a un superG. Difatti vince Ted Ligety,<br />
primo di tre ori. Argento, a sorpresa,<br />
per De Tessieres, la Francia comincia<br />
a drizzare le antenne, il vento sembra<br />
spirare dalla parte transalpina: «Può essere<br />
il nostro mondiale». Lo sarà.<br />
Il giorno più matto mai vissuto a una rassegna iridata di sci, anche peggio dello sciopero dei cameraman prima del gigante maschile<br />
a Bormio 2005. E’ martedì, si aprono i Mondiali, come di consueto, con il superG femminile. Gara prevista alle 11, dalle 10<br />
siamo in cabina per lavorare. Ne usciremo alle 16.15 circa, per la diretta più lunga della storia. In mezzo 13-rinvii-13, le telefonate<br />
ai tecnici azzurri in partenza per saperne di più, le ragazze che si innervosiscono e twittano nel rifugio che le ospita prima del<br />
via, una corsa pazza al primo baracchino vendi-hot dog nei 5-minuti-5 che la regìa ci concede per la pubblicità... Poi, quando<br />
già avevamo messo via gli appunti e ci apprestavamo a rimandare gli ascoltatori al giorno dopo, improvvisamente, ore 14.30, la<br />
nebbia si alza e il superG mondiale prende il via. Con la Vonn che cade rovinosamente e subisce l’infortunio più grave da quando<br />
gareggia, Riesch e Fenninger che scendono dopo l’americana ancora impaurite, Weirather e soprattutto Veronique Hronek che<br />
buttano via una medaglia sulla traversa finale e Sofia Goggia, al primo superG tra le grandi a 20 anni, che ci fa impazzire di gioia<br />
piazzandosi a 5 centesimi dal bronzo di Julia Mancuso. L’oro è della Maze, con pieno merito. Argento a Lara Gut, podio d’autore<br />
e… di bellezze. L’Austria finisce bastonata, con la migliore, Fischbacher, nona. Che giornata, ragazzi!<br />
07FEBBRAIO giovedì<br />
<strong>2013</strong><br />
Niente gare, giornata dedicata alle<br />
prove delle due discese. Arriva Marcel<br />
Hirscher, il dt maschile austriaco è nella<br />
bufera per non averlo schierato al via<br />
del superG, sicuramente alla sua portata<br />
vista la tracciatura. Berthold, tecnico<br />
in questione, risponde così: «Ma secondo<br />
voi siamo tutti così stupidi?». Al parterre<br />
della “Streicher” femminile c’è una<br />
Nadia Fanchini sconsolata, ha pianto<br />
dopo il 21° posto in superG e in prova<br />
va peggio di prima. Sta forse pensando<br />
che non tornerà mai più tra le grandi. Si<br />
sbaglia e di grosso. Ma ancora non lo<br />
può sapere.<br />
SCi ALPinO<br />
08FEBBRAIO venerdì<br />
<strong>2013</strong><br />
E’ il giorno della supercombinata donne<br />
e della prima medaglia austriaca. Maria<br />
Riesch si ricorda di essere la campionessa<br />
olimpica in carica e agguanta<br />
l’oro che doveva già essere al collo<br />
di Tina Maze, invece d’argento. Nicole<br />
Hosp, una che in carriera ha conquistato<br />
una Coppa del Mondo, si va a prendere<br />
il bronzo davanti a un pubblico<br />
austriaco ebbro di gioia, ma già con la<br />
mente rivolta alla discesa maschile del<br />
giorno dopo. Kevin Kostner si esibisce<br />
con la sua band e strappa applausi. La<br />
Slovenia è in testa al medagliere grazie<br />
a una sola atleta, Tina Maze…<br />
10 FEBBRAIO<br />
domenica<br />
<strong>2013</strong><br />
“Anche in questo caso, niente!”, incalzano i giornali<br />
austriaci. E si riferiscono alla discesa maschile. Ma<br />
per l’Italia è forse la giornata più bella, con la resurrezione<br />
di Nadia Fanchini, argento in libera dopo tre<br />
anni di infortuni e due giorni di pianti. Era già stata<br />
bronzo, Val d’Isere 2009, nella sua stagione più bella.<br />
Lo sport è così… Commozione per tutti, anche<br />
perché al parterre c’è l’intera famiglia, con mamma<br />
Giusy, papà Sandro, la sorellina Sabrina. Festa grande<br />
a Chalet Italia, con cinque atlete lombarde…<br />
31<br />
09FEBBRAIO sabato<br />
<strong>2013</strong><br />
Per l’Austria, c’è poco da fare, è LA giornata.<br />
Quella della discesa maschile.<br />
“Wir Wollen Gold”, “Vogliamo l’oro”, titolano<br />
più o meno tutti i giornali austriaci.<br />
Sarà legno, ovvero quarto posto, con<br />
Klaus Kroell, a 38 centesimi dal terzo<br />
gradino del podio occupato da un altro<br />
francese che non t’aspetti, David Poisson.<br />
Oro al favorito Svindal, argento<br />
all’azzurro Paris, che si conferma dopo<br />
aver vinto in stagione a Bormio e Kitzbuehel:<br />
«Vincerà più di me», sentenzia<br />
Kristian Ghedina a Chalet Italia… Quartetto<br />
tutto altoatesino per gli azzurri.
11 FEBBRAIO<br />
lunedì<br />
<strong>2013</strong><br />
E’ il giorno della supercombinata maschile,<br />
con lo spettacolo dello slalom<br />
in notturna. “Jetzt kann un nur noch<br />
Marcel retten”, titolano i giornali austriaci:<br />
“Ora ci può salvare solo Marcel”.<br />
Sarà così. Ted Ligety si prende il<br />
secondo oro in una cornice da brividi.<br />
Arriva anche il “Kaiser” Franz Beckenbauer,<br />
l’Austria fa festa per il bronzo<br />
di Baumann. Ma vuole una medaglia<br />
d’oro… Sbarcano in Styria slalomiste<br />
e slalomisti azzurri.<br />
12 FEBBRAIO<br />
martedì<br />
<strong>2013</strong><br />
“Endlich!”, finalmente! Finalmente oro,<br />
per l’Austria, e pazienza se è quello del<br />
Team Event, la gara più inutile, onorata<br />
però alla grande dal Wunderteam, che<br />
ha schierato l’asso più pregiato, Marcel<br />
Hirscher, in barba al rischio-infortuni..<br />
L’Italia arriva dopo la musica, uscendo<br />
agli ottavi con la Repubblica Ceca e la<br />
sola Elena Curtoni in grado di vincere<br />
un testa-a-testa nel parallelo in notturna.<br />
Niente da fare per Chiara Costazza,<br />
Stefano Gross e Davide Simoncelli.<br />
Amen.<br />
SCi ALPinO<br />
13 FEBBRAIO<br />
mercoledì<br />
<strong>2013</strong><br />
Grande festa in Austria per l’oro del giorno prima.<br />
Giorno di riposo, unico, al Mondiale. Ne approfittiamo<br />
per cambiare le abitudini, pranzo regale,<br />
invece della cena, come sempre, a Chalet<br />
Italia, quattro chiacchiere con Manuela Moelgg,<br />
Denise Karbon, Irene Curtoni e Nadia Fanchini<br />
prima del gigante femminile. Intanto, arriva la<br />
notizia-bomba: Marlies Schild sarà in gara nello<br />
speciale di sabato. Si scomodano i paragoni<br />
con illustri precedenti di atleti operati poco prima<br />
della rassegna iridata e poi sul podio, anche sul<br />
primo gradino, come Pirmin Zurbriggen, Martina<br />
Ertl, Daniela Iraschko, Gregor Schlierenzauer.<br />
14 FEBBRAIO<br />
giovedì<br />
<strong>2013</strong><br />
“Goldenes Finale”, un finale d’oro si aspettano in Austria, come titola il “Kronen Zeitung”<br />
prima delle ultime 4 gare. Nel gigante femminile Anna Fenninger agguanta<br />
invece il bronzo, in una gara, sulla pista dei maschi, ghiacciata, ripida, tostissima,<br />
dominata dal talento della francese Tessa Worley, prima in entrambe le manche. E<br />
nostra favorita della vigilia, peccato non aver scommesso, era data a 20…<br />
32<br />
15 FEBBRAIO<br />
venerdì<br />
<strong>2013</strong><br />
Hirscher torna in pista per la prima delle<br />
sue gare “vere” il gigante, ma contro<br />
Ted Ligety non c’è niente da fare. Terzo<br />
oro, come Sailer e Killy alle Olimpiadi di<br />
Cortina ’56 e Grenoble ’68, che allora<br />
valevano anche quale rassegne iridate.<br />
Il bronzo è di Manfred Moelgg, prima<br />
medaglia maschile italiana in gigante<br />
dall’oro di Tomba a Sierra Nevada ’96.<br />
Per chi ama le allitterazioni: Manfred<br />
era quarto dopo la prima manche e<br />
ha poi lasciato al quarto posto Svindal<br />
per quattro centesimi dopo essere stato<br />
quattro volte quarto in stagione in Coppa<br />
del Mondo… Tina Maze si veste da<br />
tirolese, porta la sua band al Tyrolberg,<br />
canta, suona e delizia la platea nella<br />
notte “Milka”.<br />
16 FEBBRAIO<br />
sabato<br />
<strong>2013</strong><br />
Commozione e lacrime per Michaela Kirchgasser,<br />
che a Schladming è cresciuta,<br />
che qui ha vinto il suo secondo slalom in<br />
carriera nel marzo 2012 e che sulla pista<br />
di casa si prende anche la prima medaglia<br />
mondiale in una gara individuale,<br />
d’argento, alle spalle del 17enne fenomeno<br />
americano Mikaela Shiffrin. Discesa<br />
donne a parte, vincono solo i migliori<br />
della stagione. Non capita spesso, a<br />
Mondiali o Olimpiadi, merito anche delle<br />
piste iridate, difficili e selettive. Bronzo<br />
per Frida Hansdotter, sei podi tra Coppa<br />
del Mondo e Mondiali, mai sul gradino<br />
più alto…<br />
SCi ALPinO<br />
17 FEBBRAIO<br />
domenica<br />
<strong>2013</strong><br />
Rennen des Jahrhunderts, la “Gara del secolo” la definiscono gli Austriaci, esagerando<br />
un po’… Al parterre ci sono quasi 60.000 persone per lo slalom maschile,<br />
8.000.000 di tifosi davanti al teleschermo per chiedere l’oro a Marcel Hirscher, sarebbe<br />
il primo “vero”, dopo quello nel Team Event. Si ferma una nazione, come l’Italia<br />
per la finale del Mondiale di calcio. E Hirscher conquista l’oro, con Mario Matt di<br />
bronzo; in mezzo il tedesco Neureuther, d’argento. Un finale da brividi per un Mondiale<br />
indimenticabile, pazienza se gli azzurri deragliano proprio nella gara dove ci<br />
aspettavamo di più. “Ende gut, alles gut!”, Tutto è bene quel che finisce bene.<br />
Arrivederci, Schladming, sei stata meravigliosa…<br />
33
La doppietta di Lizz<br />
L'austriaca elisabeth Görgl sorprende le favorite Lindsey Vonn e maria riesch, e centra un risultato<br />
riservato a pochi eletti: conquistare il titolo mondiale in discesa e superG nella stessa edizione<br />
di Max Valle / foto Getty Images<br />
G A r m i S C h 2 0 1 1<br />
6 - fine
A<br />
partire dai Giochi di Torino 2006<br />
è capitato quattro volte su cinque<br />
in campo femminile che un'atleta<br />
facesse doppietta di ori nella velocità, discesa<br />
e superG, in una stessa edizione di<br />
Olimpiadi o mondiali. Eppure nel passato<br />
non era accaduto tanto spesso, neanche<br />
in campo maschile: tra le donne c'era riuscita<br />
solo la svizzera Maria Walliser, famosa<br />
oltre che per la sua enorme bravura<br />
di sciatrice anche per la sua bellezza, tutto<br />
questo accadeva ai Mondiali di Crans<br />
Montana del 1987, anno dell'introduzione<br />
del superG in una manifestazione con le<br />
medaglie. Tra gli uomini ce l'avevano fatta<br />
l'austriaco Hermann maier ai Mondiali<br />
di Vail/Beaver Creek 1999, anche se in<br />
superG vinse in coabitazione con il norvegese<br />
Lasse Kjus, e l'americano Bode miller,<br />
dominatore sulla Stelvio ai Mondiali di<br />
Bormio 2005. Alle Olimpiadi la doppietta<br />
è riuscita solo all'austriaca Michaela Dorfmeister<br />
che alla bella età di quasi 33 anni<br />
e proprio nella stagione dell'addio, raggiunse<br />
l'apice della sua carriera. Poi il doppio<br />
successo in discesa e superG da parte<br />
di una donna è puntualmente arrivato nelle<br />
ultime tre edizioni dei Mondiali. Ad Åre<br />
nel 2007 Anja Pärson, come abbiamo già<br />
visto nei numeri precedenti, mandò in visibilio<br />
i suoi tifosi e aggiunse addirittura un<br />
terzo oro in supercombinata; in Val d'Isère<br />
fu il turno di Lindsey Vonn, incoronata regina<br />
della velocità in una grande manifestazione<br />
suggellando una superiorità che di<br />
fatto si era manifestata fin dalla stagione<br />
precedente anche se poi ai Giochi di Vancouver<br />
dell'anno successivo si aggiudicò<br />
l'oro in discesa ma dovette accontentarsi<br />
del bronzo in superG. Prima dei Mondiali<br />
di Garmisch-Partenkirchen è la logica<br />
favorita di discesa e superG insieme alla<br />
tedesca Maria riesch, che gareggia praticamente<br />
sulla porta di casa e che a fine<br />
stagione strapperà la Coppa del Mondo<br />
dalle mani dell'amica-rivale. Ma un infortunio<br />
al ginocchio e la neve durissima<br />
scompaginano i piani della bella Lindsey<br />
e ad approfittare del fatto che la statunitense<br />
non arriva al meglio della forma in<br />
GArmiSCh 2011 GArmiSCh 2011<br />
«hO AVUTO TUTTO e TUTTO inSieme», DiSSe LA GörGL A Fine mAniFeSTAziOne Un PremiO Per LA COSTAnzA Di renDimenTO mOSTrATA in TUTTA LA SUA CArrierA<br />
Elisabeth Görgl con le due medaglie d'oro<br />
Baviera è la donna che non ti aspetti, Elisabeth<br />
Görgl. Lizz, com'è conosciuta da tutti,<br />
è austriaca originaria della Stiria, è figlia di<br />
Traudl hecher, grande campionessa degli<br />
anni Sessanta, e ha un fratello più grande,<br />
Stephan, ritiratosi quest'inverno a causa di<br />
mille infortuni dopo aver vinto un superG e<br />
un gigante di Coppa. Quando comincia a<br />
partecipare stabilmente alle gare di Coppa<br />
del Mondo circa una decina d'anni fa Lizz è<br />
fortissima non solo in gigante ma anche in<br />
slalom, tanto è vero che il primo podio nel<br />
Circo rosa lo ottiene proprio tra i pali stretti<br />
con il secondo posto a Bormio il 5 gennaio<br />
2003. Poi gradualmente lascia perdere lo<br />
slalom per trasformarsi gradualmente in<br />
velocista che va sempre forte in gigante. La<br />
sua costanza di rendimento è fenomenale<br />
tanto è vero che in carriera è riuscita a salire<br />
sul podio in tutte le specialità, anche se<br />
a corredo le vittorie sono pochine. Prima di<br />
acciuffare la prima, nel gigante di Maribor<br />
del 12 gennaio 2008, è arrivata ben dodi-<br />
36<br />
ci volte sul podio, cinque volte seconda e<br />
sette volte terza. Alla vigilia dei Mondiali di<br />
Garmisch le vittorie sono diventate tre, nel<br />
gigante di Bormio, località evidentemente<br />
a lei gradita, del 15 marzo 2008, e nel superG<br />
di Lake Louise del 6 dicembre 2009,<br />
in discesa è stata una volta seconda, a San<br />
Sicario nel 2007, e tre volte terza, e i podi<br />
totali in tutte le specialità a parte le vittorie<br />
sono ben 23. Nelle quattro precedenti edizioni<br />
iridate alle quali ha partecipato ha acciuffato<br />
un bronzo in supercombinata nel<br />
2009, lo stesso metallo lo vince ai Giochi di<br />
Vancouver 2010 in discesa e gigante.<br />
Görgl si mette in evidenza fin dalla cerimonia<br />
d'apertura perché viene scelta<br />
per cantare l'inno ufficiale della manifestazione,<br />
poi, poche ore dopo, 8 febbraio,<br />
giorno del superG che è la gara<br />
inaugurale, le canta chiare a tutte: su<br />
una pista, la Kandahar 1, già difficile di<br />
per sé ma resa ancora più impegnativa<br />
dalla neve durissima, Lizz compie un capolavoro,<br />
sfrutta al meglio le sue doti innate<br />
di grande attaccante e si prende un<br />
oro che non molti avrebbero pronosticato<br />
dato che durante quella stagione non<br />
era ancora salita sul podio nella specialità.<br />
Le sconfitte, rispettivamente per 5 e<br />
21 centesimi, sono due che quando si<br />
tratta di vincere le medaglie importanti<br />
non tradiscono quasi mai, ossia la statunitense<br />
Julia mancuso e la padrona<br />
di casa Riesch mentre Vonn si deve accontentare<br />
di un per lei anonimo settimo<br />
posto che interrompe una striscia cla-<br />
La svizzera Maria Walliser<br />
morosa di 17 superG sempre tra le prime<br />
tre tra Coppa del Mondo, Mondiali<br />
e Olimpiadi da parte della statunitense.<br />
«Ho dovuto lottare con tutte le mie forze,<br />
era molto ghiacciato con molte gobbe.<br />
Ho cercato un grande risultato come<br />
questo per tutta la mia carriera», dichiarerà<br />
una raggiante Görgl subito dopo il<br />
successo. L'11 febbraio Lizz è quinta nella<br />
supercombinata ma il miglior tempo fatto<br />
segnare nella discesa fa capire chiaramente<br />
quello che potrebbe succedere<br />
48 ore più tardi. E infatti, il 13 febbraio,<br />
LE MEDAGLIE<br />
DI GArMISCH-PArtENkIrCHEN 2011<br />
8 febbraio 2011<br />
superG femminile<br />
OrO Elisabeth Görgl (Austria)<br />
ArGENtO Julia Mancuso (Stati Uniti)<br />
BrONZO Maria riesch (Germania)<br />
9 febbraio 2011<br />
superG maschile<br />
OrO Christof Innerhofer (Italia)<br />
ArGENtO Hannes reichelt (Austria)<br />
BrONZO Ivica kostelic (Croazia)<br />
11 febbraio 2011<br />
supercombinata femminile<br />
OrO Anna Fenninger (Austria)<br />
ArGENtO tina Maze (Slovenia)<br />
BrONZO Anja Pärson (Svezia)<br />
12 febbraio 2011<br />
discesa maschile<br />
OrO Erik Guay (Canada)<br />
ArGENtO Didier Cuche (Svizzera)<br />
BrONZO Christof Innerhofer (Italia)<br />
13 febbraio 2011<br />
discesa femminile<br />
OrO Elisabeth Görgl (Austria)<br />
ArGENtO Lindsey Vonn (Stati Uniti)<br />
BrONZO Maria riesch (Germania)<br />
14 febbraio 2011<br />
supercombinata maschile<br />
OrO Aksel Lund Svindal (Norvegia)<br />
ArGENtO Christof Innerhofer (Italia)<br />
BrONZO Peter Fill (Italia)<br />
37
ESPLODE "WINNErHOFEr" E L'ItALIA MASCHILE<br />
Quello di Garmisch-Partenkirchen fu, come tutti gli<br />
appassionati di sci alpino sanno, il Mondiale nel<br />
quale la squadra italiana maschile riscattò in pieno<br />
una stagione di Coppa del Mondo che fino ad appena<br />
prima della rassegna iridata era stata estremamente<br />
negativa. C'erano stati sì tanti piazzamenti,<br />
ma di questi solo quattro erano stati podi, il miglior<br />
risultato era stato il secondo posto dell'allora sorprendente<br />
Dominik Paris nella discesa di Chamonix<br />
e c'erano stati i terzi posti di Max Blardone nel gigante<br />
di Val d'Isère, di Christof Innerhofer nella discesa<br />
di Bormio e di Giuliano razzoli nello slalom di<br />
kitzbühel. Ebbene, ai Mondiali nella città bavarese i<br />
podi degli azzurri furono addirittura cinque, uno in<br />
più di quelli conquistati fino ad allora in tutto l'inverno,<br />
cui si aggiunse l'argento di Federica Brignone nel<br />
gigante femminile. Mai in campo maschile avevamo<br />
raccolto più di tre medaglie in un solo Mondiale e<br />
il maggior contributo lo diede Christof Innerhofer.<br />
L'altoatesino dopo aver fatto il portabandiera dell'Italia<br />
nella cerimonia d'apertura comincia alla grande<br />
trionfando il 9 febbraio nel superG più difficile che<br />
sia mai stato disputato anche a causa del fondo durissimo,<br />
facendo una gara perfetta come spesso gli<br />
GArmiSCh 2011 GArmiSCh 2011<br />
riesce e spezzando il digiuno di vittorie stagionali per<br />
la squadra azzurra che durava da 51 gare, donne<br />
comprese. tre giorni dopo nella discesa, su una neve<br />
completamente diversa da quella del superG, Inner<br />
conquista il bronzo diventando il primo in campo<br />
maschile a vincere due medaglie nella velocità nello<br />
stesso Mondiale per l'Italia. Il 14 febbraio l'incredibile<br />
cinque giorni di colui che viene subito soprannominato<br />
"Winnerhofer" si chiude con lo strepitoso argento<br />
in supercombinata alle spalle del norvegese Aksel<br />
Lund Svindal: Christof è il primo italiano a portarsi a<br />
casa tre medaglie nello stesso Mondiale dai tempi<br />
di Zeno Colò, che ad Aspen 1950 conquistò due ori<br />
in discesa e gigante e un argento in slalom. Ma sul<br />
podio insieme a Inner ci sale il compagno di squadra<br />
Peter Fill che vince un fantastico bronzo due anni<br />
dopo l'argento nel superG della Val d'Isère e dedica<br />
la medaglia al padre che in quel periodo ha grossi<br />
problemi di salute. Infine il 20 febbraio, ultimo giorno<br />
della rassegna, Manfred Moelgg aggiunge un bronzo<br />
all'argento vinto a Åre nel 2007 completando un<br />
Mondiale eccezionale per l'Italia maschile, sul podio<br />
in tutte le specialità tranne che in gigante, dove non<br />
si vince un metallo prezioso dal 1996.<br />
una settimana prima di compiere i 30<br />
anni, la stiriana coglie un clamoroso bis<br />
oltretutto su un fondo molto meno duro<br />
di quello trovato nel superG, ma evidentemente<br />
la difficilissima pista bavarese<br />
si adatta perfettamente alle condizioni<br />
dell'austriaca che trionfa con un vantaggio<br />
molto maggiore rispetto alla prima<br />
gara veloce, 44 centesimi su una ritrovata<br />
Vonn, che prende il posto della connazionale<br />
Mancuso sul secondo gradino<br />
del podio, e 60 su una Riesch ancora di<br />
bronzo. Görgl spezza anche un'altra serie<br />
straordinaria: per la prima volta dopo<br />
15 gare compresa quella olimpica una<br />
discesa ai massimi livelli internazionali<br />
non viene vinta da Vonn o Riesch. «La<br />
pista era difficile ma le condizioni erano<br />
perfette. Sono sbalordita dalla mia prestazione.<br />
Mi piacevano la pista e la neve<br />
e avevo grandi materiali. Ho avuto tutto<br />
e tutto insieme», dice una Görgl ancora<br />
incredula per l'impresa-bis che ha compiuto:<br />
mai in precedenza aveva attraversato<br />
un simile stato di grazia e finora<br />
mai più lo ha attraversato dopo quei<br />
Mondiali ma quel doppio oro è un giusto<br />
premio alla sua costanza di rendimento<br />
ad altissimi livelli in tutte le discipline e al<br />
suo essere professionista esemplare. Tra<br />
l'altro quello è un Mondiale trionfale per<br />
l'Austria femminile che, al contrario della<br />
decimata squadra maschile che non si<br />
aggiudica un titolo per la prima volta da<br />
Sestriere 1997, vince quattro ori su cinque,<br />
gli altri due se li prendono la giovane<br />
Anna Fenninger in supercombinata e<br />
Marlies Schild in slalom, solo la slovena<br />
Tina maze spezza questa monopolio<br />
trionfando in gigante davanti alla nostra<br />
Federica Brignone. Al termine di quell'inverno<br />
Lizz si classificherà quarta nella<br />
classifica generale di Coppa del Mondo<br />
eguagliando il piazzamento del 2007-<br />
2008, quando in gigante era stata la più<br />
accanita avversaria di Denise Karbon<br />
per il successo nel trofeo di specialità,<br />
dopo la rassegna iridata di Garmisch-<br />
Partenkirchen fino a oggi in Coppa mette<br />
insieme la sua quarta vittoria in carriera,<br />
nella discesa di Bad Kleinkircheim del 7<br />
gennaio 2012, e altri otto podi ma ancora<br />
nessuno in questa stagione, sicuramente<br />
la più negativa per lei da dieci<br />
anni a questa parte.<br />
38 39<br />
LE MEDAGLIE<br />
DI GArMISCH-PArtENkIrCHEN 2011<br />
16 febbraio 2011<br />
team event<br />
OrO Francia (taina Barioz, Anémone Marmottan,<br />
tessa Worley, thomas Fanara, Cyprien richard)<br />
ArGENtO Austria (Anna Fenninger, Michaela kirchgasser,<br />
Marlies Schild, romed Baumann,<br />
Benjamin raich, Philipp Schörghofer)<br />
BrONZO Svezia (Anja Pärson, Maria Pietilä-Holmner,<br />
Hans Olsson, Matts Olsson)<br />
17 febbraio 2011<br />
gigante femminile<br />
OrO tina Maze (Slovenia)<br />
ArGENtO Federica Brignone (Italia)<br />
BrONZO tessa Worley (Francia)<br />
18 febbraio 2011<br />
gigante maschile<br />
OrO ted Ligety (Stati Uniti)<br />
ArGENtO Cyprien richard (Francia)<br />
BrONZO Philipp Schörghofer (Austria)<br />
19 febbraio 2011<br />
slalom femminile<br />
OrO Marlies Schild (Austria)<br />
ArGENtO kathrin Zettel (Austria)<br />
BrONZO Maria Pietilä-Holmner (Svezia)<br />
20 febbraio 2011<br />
slalom maschile<br />
OrO Jean Baptiste Grange (Francia)<br />
ArGENtO Jens Byggmark (Svezia)<br />
BrONZO Manfred Moelgg (Italia)
VerenA<br />
amara<br />
La Stuffer ha staccato la spina a Cesenatico per smaltire<br />
la delusione dopo la mancata convocazione mondiale:<br />
«non sono riuscita a spiegarmi questa bocciatura.<br />
Forse è colpa anche mia, evidentemente dovevo fare di più»<br />
di Sonia Arpaia / foto Getty Images e Pentaphoto
Ha lasciato per qualche giorno la<br />
neve e le montagne per andare al<br />
mare. Verena Stuffer ha assistito<br />
alle prime gare dei Mondiali di Schladming<br />
da Cesenatico, assieme alla compagna<br />
di squadra e grande amica Johanna<br />
Schnarf, fuori per l’intera stagione<br />
per un brutto infortunio. Verena si è fatta<br />
“trascinare” al mare per “cambiare aria”,<br />
perché la mancata convocazione per la<br />
rassegna iridata è stata una bella batosta,<br />
difficile da mandare giù. Eppure la<br />
stagione non stava andando tanto male,<br />
con due diciassettesimi posti in discesa a<br />
Lake Louise e Cortina ma soprattutto con<br />
tanta voglia di fare e migliorare ancora.<br />
La doccia fredda è arrivata a pochi giorni<br />
dalla partenza ma, dopo qualche giorno<br />
la delusione, la rabbia e l’amarezza hanno<br />
lasciato il posto alla voglia di ricominciare.<br />
«Chiaramente sono rimasta molto<br />
delusa. Ero la terza discesista e non sono<br />
riuscita a spiegarmi se non sono stata<br />
proprio presa in considerazione o comunque<br />
non mi hanno voluto - racconta<br />
la Stuffer -. Se guardiamo i tempi mancava<br />
pochissimo, un decimo, e anche negli<br />
intermedi stavo andando bene. Certo se<br />
mi viene detto che se si sta fuori dai quindici<br />
non si ha la certezza, allora lo accetto,<br />
ma la delusione è stata davvero tanta.<br />
Ho lavorato duramente anche se so che<br />
è un po' anche colpa mia perché evidentemente<br />
dovevo andare ancora meglio».<br />
Dalla certezza di poter arrivare in forma<br />
a un mondiale, sarebbe stato il terzo in<br />
carriera dopo Val d'Isere e Garmisch,<br />
all’enorme delusione. «Io ero sicura che<br />
sarei andata a fare la discesa perché ero<br />
la terza discesista - racconta ancora l’azzurra,<br />
classe 1984 -. Se fossi stata quarta<br />
avrei capito la scelta di una giovane al<br />
posto mio e l’avrei accettata tranquillamente.<br />
Alla fine non è stato molto chiaro<br />
da chi è partita la decisione: mi sono<br />
state dette delle cose, sui giornali ne ho<br />
lette altre e io continuo a chiedermi di<br />
chi è stata la scelta e se effettivamente<br />
è arrivata da chi è stato con me per tre<br />
anni. In ogni caso la scelta di portare<br />
SCi ALPinO<br />
42<br />
SCi ALPinO<br />
«nOn mi renDO COnTO Se nOn SOnO STATA PrOPriO PreSA in COnSiDerAziOne O nOn mi hAnnO VOLUTO<br />
in OGni CASO, LA SCeLTA Di POrTAre Le GiOVAni hA PremiATO e QUeSTO nOn PUò Che FArmi FeLiCe»<br />
le più giovani mi pare stia premiando,<br />
e questo non può che farmi piacere».<br />
Guardare un Mondiale da casa, in tv, non<br />
né semplice «perché pensi sempre che<br />
potevi stare lì - prosegue Verena che da<br />
“veterana” è ovviamente felice per le sue<br />
compagne -. Vedo che le ragazze stanno<br />
andando bene e sono contentissima<br />
per Sofia (Goggia, ndr) perché vuol dire<br />
che ci sono giovani che stanno venendo<br />
su quando non sembrava ci fosse un<br />
gran ricambio. Tra due o tre anni molte<br />
di noi smetteranno e fa piacere che ci<br />
sia qualcuno già in forma. Io tifo sempre<br />
per loro con un occhio di riguardo per la<br />
Dada merighetti perché si merita grandi<br />
risultati». Nonostante l’amarezza Verena<br />
non rinuncia ad analizzare proprio la<br />
prima gara delle azzurre, un superG che<br />
per tanti doveva essere rinviato. «Io non<br />
ero sul campo, ma credo che un superG<br />
così non va corso, perché tenere in ballo<br />
sessanta atlete dalle otto del mattino alle<br />
quattro del pomeriggio non va bene. Non<br />
si tratta di una partita di pallavolo dove<br />
non ci sono rischi, qui devi spegnere il<br />
cervello e riaccenderlo e non è semplice.<br />
A me è capitato solo una volta a Sestriere:<br />
io sarei partita con il 2 e dopo tanti rinvii<br />
la gara non si fece, ricordo che ero più<br />
stanca di quando avevo fatto tre prove.<br />
Bisogna essere concentrati e se non ci<br />
sono le condizioni non si fa: sono dispiaciutissima<br />
per quello che è successo a<br />
Lindsey Vonn, proprio la migliore al mondo.<br />
Ha perso una chance importantissima<br />
e questo è molto grave».<br />
Verena, invece, avrebbe voluto gareggia-<br />
re nella “sua” discesa. «Io mi aspettavo<br />
davvero di più perché anche in estate ho<br />
lavorato tantissimo e mi sembrava di migliorare<br />
gara dopo gara. So che nei primi<br />
intermedi riesco a stare nelle dieci e poi<br />
perdo tanto nell’ultimo tratto ma per poco<br />
ho mancato le 15. Un po' mi ha condizionato<br />
il fatto che a Lake Louise mi sono<br />
scontrata con l’allenatore e da lì è stato<br />
tutto in declino. Ho un po’ perso la fiducia<br />
in me - racconta la Stuffer - e dopo la<br />
notizia ho trascorso qualche giorno senza<br />
sapere se allenarmi, fare atletica, andare<br />
in vacanza... Non pensavo davvero<br />
di trovarmi in questa situazione e adesso<br />
so che devo reagire. Devo resettare tutto<br />
perché ci sono ancora delle gare da affrontare<br />
e il mio obiettivo sono le finali».<br />
Quattro giorni a Cesenatico per staccare<br />
la spina fare un po’ di allenamento atletico<br />
assieme alla sua amica Johanna. Verena<br />
deve e vuole ricaricarsi anche se è<br />
difficile. «Mi serviva stare in un ambiente<br />
in cui non si parla di sci, per staccare e<br />
resettare tutto così Johanna mi ha trascinata<br />
al mare - racconta -. Con il tempo<br />
passa la delusione e ci devo lavorare.<br />
Ogni tanto mi butto giù e sono severa<br />
con me stessa ma so che devo imparare<br />
ad avere un obiettivo davanti a me e<br />
lavorarci senza tanti pensieri». Gli stessi<br />
pensieri che a volte fanno brutti scherzi.<br />
«Ammetto che smettere è un pensiero<br />
che ti passa per la mente - spiega Verena<br />
-. Anche in passato mi era capitato di<br />
essere fuori squadra ma alla fine la passione<br />
conta più di tutto e io non mi sento<br />
ancora arrivata. So che posso fare meglio,<br />
la motivazione c'è quindi la voglia e<br />
la passione sono più forti perché so che<br />
non ho ancora raggiunto quello che volevo:<br />
il sogno è il podio ma l’obiettivo è un<br />
posto nei cinque e soprattutto rimanere<br />
costante nelle dieci a livello mondiale. So<br />
che essere fuori in discesa e superG non<br />
è facile, e che se non fai la trasferta estiva<br />
in Argentina poi tutto diventa più pesante.<br />
Ma adesso non voglio più fare cattivi<br />
pensieri e voglio concentrarmi sulle due<br />
gare di discesa che rimangono per far<br />
vedere ancora quanto valgo».<br />
Guardare avanti e non mollare con passione<br />
e forza di volontà perché tra un anno<br />
43<br />
Verena Stuffer sulla spiaggia<br />
di Cesenatico con l'amica Johanna Schnarf<br />
l’appuntamento è ben più importante dei<br />
Mondiali. Alla vigilia di Sochi 2014 Verena<br />
vuole arrivarci con uno spirito diverso<br />
e con più serenità. «Le Olimpiadi sono<br />
un sogno e farò di tutto per arrivarci. E’<br />
il massimo a cui un atleta può aspirare<br />
e voglio lavorarci al meglio, spero con la<br />
squadra. Credo di avere le capacità e di<br />
non essere ancora riuscita a tirarle fuori<br />
proprio perché caratterialmente non ho<br />
tanta fiducia in me. Adesso voglio soltanto<br />
riprendere a sciare bene e non vedo<br />
l’ora che Johanna torni perché mi manca<br />
molto in squadra. Senza di lei mi sento<br />
un po’ sola e devo dirlo: il mio sogno è un<br />
podio di Coppa del Mondo con lei». Per il<br />
momento, però, Verena continua a fare il<br />
tifo per i suoi compagni di squadra. «Tifo<br />
per tutti perché questi bei risultati fanno<br />
bene a tutto lo sci alpino italiano. Tengo<br />
in maniera particolare per il mio amico<br />
Dominik Paris e mi dispiace per il superG<br />
maschile non sia andato benissimo anche<br />
se in un Mondiale il settimo posto di<br />
innerhofer non è male. Adesso continuo<br />
a seguirli serenamente e guardo avanti,<br />
perché il peggio è passato».
A piccoli passi vero la gloria<br />
mondiali e Coppa del mondo rappresentano la sublimazione di un percorso agonistico che parte dall'infanzia:<br />
ripercorriamo le tappe che un atleta deve affrontare per diventare un campione di Giulia Favero / foto Newspower
SCi ALPinO<br />
46<br />
SCi ALPinO<br />
eriKA PieTrOGiOVAnnA: «ALL'iniziO TUTTO DeVe eSSere nATUrALe COme Un GiOCO. A 13-14 Anni Si COminCiA A LAVOrAre SUL TALenTO FinO ALLe GAre COn i COmiTATi»<br />
Di recente abbiamo applaudito i<br />
migliori atleti del mondo a bordo<br />
Planai a Schladming, ogni anno<br />
assistiamo alla sfida per la sfera di cristallo,<br />
e con la testa siamo tutti già a Sochi<br />
dove il prossimo anno si svolgeranno<br />
i Giochi Olimpici Invernali. Spesso però,<br />
quando ci emozioniamo davanti a una<br />
bella vittoria o tremiamo per una terribile<br />
caduta, dimentichiamo tutto il percorso<br />
che un atleta deve fare per arrivare lassù,<br />
nell’Olimpo, a giocarsi i titoli più importanti.<br />
Affrontiamo, quindi, un viaggio<br />
alla scoperta dei passaggi che conducono<br />
al circuito maggiore.<br />
Il percorso inizia da bimbi, ma solo più<br />
avanti è possibile intravedere il “germe”<br />
del potenziale campione. «I primi<br />
passaggi, quelli di avvicinamento allo<br />
sci - spiega erika Pietrogiovanna, maestra<br />
di sci a Santa Caterina Valfurva e<br />
figlia del grande Tino - devono anzitutto<br />
essere un gioco che permetta di abituarsi<br />
alla neve. Deve essere tutto molto<br />
naturale ed avvenire senza sforzi. È un<br />
po’ quello che sto cercando di fare con<br />
la mia bimba di quasi tre anni, Greta.<br />
Giochiamo, facciamo qualche “scivolata”<br />
attaccata al bastone per cercare di<br />
farle prendere confidenza con l’ambiente,<br />
ma nel modo più naturale possibile».<br />
L’inizio della pratica sciistica vera e propria<br />
non è uguale per tutti, c’è chi inizia<br />
dalle scuole sci, dove maestri professionisti<br />
cercano di avvicinare nella maniera<br />
adeguata i piccoli, e poi se il bimbo<br />
è dotato passa agli sci club, oppure chi<br />
ha la fortuna di abitare in montagna può<br />
usufruire di alcune possibilità di pratica<br />
sportiva già ad iniziare dalla scuole materne:<br />
«Il nostro sci club gestisce i corsi<br />
per i bimbi dell’asilo - spiega Erika - e<br />
poi delle elementari. Si tratta di un primo<br />
contatto: chi ha voglia e magari un pizzico<br />
di talento può proseguire entrando<br />
a far parte del gruppo dello Sci Club». Ma<br />
ogni quanto è corretto fare allenamento<br />
in uno sci club? «Dipende. I bimbi della<br />
valle fanno allenamento anche qualche<br />
pomeriggio in settimana, mentre chi<br />
viene da fuori concentra molto nei fine<br />
Erika Pietrogiovanna conduce sulla pista la figlia Greta<br />
settimana, nelle vacanze di Natale o nei<br />
ponti. In estate poi ci si allena sul ghiacciaio.<br />
Così dai baby agli allievi. Ritengo<br />
però che solo a partire dai 13-14 anni si<br />
possa davvero pensare di “puntare” su<br />
un ragazzo; si può vedere se ha una<br />
buona impostazione, se scia bene e se<br />
inizia ad ottenere qualche bel risultato».<br />
Il ruolo dei genitori è poi fondamentale,<br />
si potrebbe dire determinante: «Non<br />
bisogna mai sostituirsi a maestri ed allenatori,<br />
o tantomeno caricare i ragazzi<br />
di troppe pressioni: il risultato potrebbe<br />
essere quello opposto di provocare un<br />
allontanamento dallo sport». Anche Tino<br />
Pietrogiovanna, membro della Valanga<br />
Azzurra, allenatore di Alberto Tomba e<br />
Deborah Compagnoni e poi direttore<br />
tecnico della squadra femminile la pensa<br />
così: «Bisognerebbe fare meno agonismo<br />
da piccoli e soprattutto cercare di<br />
arginare i genitori. Molti assillano i bambini,<br />
controllando cronometri, scrivendo<br />
tempi e sgridando i ragazzi. È proprio<br />
questa, insieme all’alto numero di gare,<br />
la maggior fonte di stress».<br />
Parallelamente all’attività didattica, infatti,<br />
inizia sin da subito quella delle<br />
Mattia trulla<br />
competizioni. «Innanzitutto - racconta<br />
Erika - ci sono le garette a livello provinciale<br />
e i campionati regionali per i migliori<br />
qualificati. Poi una bella manifestazione<br />
è il Gran Premio Giovanissimi per<br />
i bimbi delle categorie baby e cuccioli<br />
(dai 7 agli 11 anni) a livello regionale e<br />
47<br />
poi nazionale e poi mano a mano che<br />
si cresce aumentano le gare: sono praticamente<br />
quasi ogni weekend e nella<br />
categoria Giovani spesso anche in settimana.<br />
Le gare sono importanti perché<br />
permettono ai bambini/ragazzi di confrontarsi<br />
tra loro e fanno nascere lo spirito<br />
agonistico, ma nelle prime categorie i<br />
bambini sono ancora piccoli e la strada<br />
per diventare atleti veri e propri è molto<br />
lunga e impegnativa. Per questo nei primi<br />
anni di Sci Club è meglio imparare la<br />
tecnica, a sciare bene e divertirsi senza<br />
“fissarsi” su pali e gare ma vivendo lo sci<br />
a 360° con uscite in fuoripista, nei park,<br />
salti, snowblades, nevi diverse, giochi...<br />
Crescendo invece gli impegni aumentano<br />
e ovviamente il problema principale è<br />
quello di riuscire a coniugare sport e studio,<br />
elemento che deve rimanere importante,<br />
anche perché la base di partenza<br />
- categorie superbaby-baby-cuccioli - è<br />
enorme, ma il numero di quelli che riescono<br />
davvero a sfondare “da grandi” è<br />
davvero ridotto», conclude Erika. L’esperienza<br />
degli skicollege che potrebbero<br />
agevolare e studio, e sci, è per ora limitata<br />
ad alcune Regioni.<br />
Gare minori, gare più importanti… Due<br />
manifestazioni che hanno da sempre<br />
segnalato i nuovi talenti tra i più piccoli<br />
sono il Pinocchio e il Trofeo Topolino.<br />
«Sia io che Matteo e Francesca - racconta<br />
Eugenio marsaglia, istruttore federale<br />
- abbiamo partecipato ad entrambe le<br />
manifestazioni. Soprattutto il Topolino ti<br />
apre per la prima volta davvero al resto<br />
del mondo. I migliori classificati a livello<br />
nazionale passano a quello internazionale.<br />
Nel mio caso è stata la prima<br />
volta in cui ho sentito di non essere al<br />
cancelletto di partenza solo per me, ma<br />
anche per il resto del Paese. Poi si crea<br />
una bell’atmosfera di team, con la parata<br />
iniziale in cui sfilano tutte le nazioni».<br />
La strada prosegue e tra gare e lezioni il<br />
passo successivo è quello dell’ingresso<br />
nel Comitato regionale, in cui vengono<br />
convocati i migliori Allievi. «I Comitati<br />
- spiega Tino Pietrogiovanna - sono<br />
molto importanti perché permettono di
SCi ALPinO<br />
eUGeniO mArSAGLiA: «è imPOrTAnTe mATUrAre neL TemPO<br />
UnA CerTA COnFiDenzA COn LA GArA, LO STreSS e L’ADrenALinA»<br />
raggruppare i migliori atleti di diversi<br />
Sci Club, e sono il trampolino di lancio<br />
per i livelli più alti, ovvero le squadre. È<br />
essenziale allenare insieme i migliori e<br />
altrettanto importante è il rapporto dello<br />
Sci Club di appartenenza dell’atleta, con<br />
il Comitato: bisogna collaborare per il<br />
bene dei ragazzi». Anche il numero delle<br />
gare può influire sul buon andamento di<br />
un atleta, ma «l’importante è che gli allenatori<br />
sappiano gestire il tutto, dosando<br />
gli impegni per non correre da una gara<br />
all’altra, dalle regionali alle Fis, alle Fis<br />
giovani, alla Coppa europa per i migliori.<br />
Quantificare e programmare le gare<br />
con le giuste pause per l’allenamento<br />
mirato e finalizzare gli impegni è fondamentale.<br />
Non serve fare troppe gare,<br />
ma fare quelle giuste», conclude Pietrogiovanna.<br />
L’abitudine alla competizione<br />
non deve però mai mancare: «È importante<br />
avere una certa confidenza con la<br />
competizione, lo stress e l’adrenalina»,<br />
spiega Marsaglia.<br />
In tutto questo, come già sottolineato, il<br />
ruolo dell’allenatore diventa fondamentale.<br />
Un compito difficile e complesso, in<br />
cui l’esperienza ha un peso enorme. «Ci<br />
sono vari livelli di allenatore ed ognuno<br />
ha funzioni diverse. L’allenatore per i<br />
piccoli deve saper far giocare, divertire e<br />
non pretendere risultati. Quello dei Giovani<br />
- spiega Pietrogiovanna - ha forse<br />
il compito più delicato perché opera in<br />
un momento di per sé particolare della<br />
crescita. Qui infatti c’è la svolta: o si va<br />
avanti puntando in alto, o si smette con<br />
l’agonismo e ci si dedica magari alle<br />
selezioni per diventare maestri. Devi far<br />
capire ai ragazzi che il lavoro, specie in<br />
atletica, è indispensabile, e che è opportuno<br />
fare tanti sacrifici. Ovviamente affinché<br />
le parole non cadano nel vuoto,<br />
l’allenatore deve essersi conquistato la<br />
piena fiducia del ragazzo. Infine ci sono<br />
gli allenatori evoluti, quelli di Coppa Europa<br />
e Coppa del mondo che devono<br />
organizzare l’allenamento sotto tutti gli<br />
aspetti e in tutti i minimi particolari: orari,<br />
giorni di allenamento, giorni di riposo,<br />
tino Pietrogiovanna in gara<br />
a Saint Anton nel 1973<br />
addestramento, atletica, hotel, spostamenti…<br />
Proprio qui la carta vincente è<br />
l’esperienza e il continuare a guardare<br />
avanti per trovare nuovi miglioramenti<br />
nell’allenamento e con il confronto<br />
dell’atleta».<br />
Ma per un atleta quale è il momento più<br />
significativo per arrivare ai livelli più alti?<br />
L’abbiamo chiesto ad Alex zingerle che<br />
ha esordito lo scorso dicembre in Coppa<br />
del Mondo. «Nella mia personale esperienza<br />
il momento di maturazione più<br />
importante l’ho riscontrato nel passaggio<br />
dal Comitato alla squadra nazionale<br />
perché ho iniziato a confrontarmi con un<br />
livello più alto che mi ha fatto crescere<br />
sia atleticamente che tecnicamente perché<br />
ho iniziato a lavorare in modo mirato<br />
e più professionale sulla preparazione<br />
per lo sci».<br />
Ma quando un atleta ha la consapevolezza<br />
di poter intraprendere in modo serio la<br />
carriera dello sportivo? «Non è facile capire<br />
quando è il momento di smettere o<br />
di continuare… Molto dipende da come<br />
si mettono le cose. Ho sofferto molto<br />
- racconta Eugenio Marsaglia - dover<br />
smettere con le gare, ma sono altrettanto<br />
48<br />
contento della strada che ho intrapreso<br />
adesso. Soprattutto le selezioni per Istruttore<br />
sono state difficili e sono orgoglioso<br />
di dove sono arrivato». Per Zingerle invece<br />
la consapevolezza di poter fare dello<br />
sci qualcosa di importante è maturata in<br />
concomitanza di un preciso evento: «Ai<br />
mondiali juniores di Chamonix ho capito<br />
che lo sci poteva diventare importante<br />
per me e che potevo competere a livello<br />
internazionale». Chissà che emozione<br />
poi il momento della convocazione in<br />
Coppa… «Per dirmelo - spiega Alex -<br />
mi ha chiamato il mio allenatore, Devid<br />
Salvadori. Lui scherza spesso e pensavo<br />
che anche in quell’occasione… Quando<br />
ho capito che faceva sul serio sono rimasto<br />
senza parole dato che un’ambizione<br />
che covo da sempre si stava avverando.<br />
Neve, tempo, atmosfera: tutto come ho<br />
sempre sognato già quando da bambino<br />
facevo il lisciatore per la tappa di Coppa<br />
del Mondo. L’emozione più grande dello<br />
scorso 16 dicembre sulla Gran risa è stata<br />
affacciarmi al cancelletto di partenza e<br />
indossare quel pettorale, sentire la gente<br />
incitarmi e sciare su quella pista che ho<br />
sempre sognato». Un sogno che ripaga<br />
di tutta la fatica!<br />
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zingerle a testa bassa<br />
L'altoatesino ha debuttato in Coppa del mondo sulla pista di casa, la Gran risa: «i presupposti per avere un giorno<br />
un posto fisso in azzurro ci sono e le capacità anche. Bisogna allenarsi tanto e avere anche un po’ di fortuna» di Michela Caré<br />
Ha 20 anni sogna di diventare un campione dello sci.<br />
Alex Zingerle, badiota di La Villa, tesserato per le Fiamme<br />
Gialle, in questa stagione ha già vinto quattro gare<br />
Fis, due slalom a Sestriere e due slalom a Valgrisenche, difende<br />
i colori della squadra azzurra in Coppa Europa, e a dicembre<br />
ha debuttato in Coppa del Mondo sulla la Gran risa, la<br />
pista di casa dove ama allenarsi da solo, con il fratello Hannes<br />
o con gli amici quando è a casa.<br />
Qual è stato il percorso che ha seguito per diventare<br />
un atleta?<br />
«Ho iniziato a sciare sin da bambino all’età di 4 anni. Ho<br />
frequentato lo Sci Club Ladinia con cui ho cominciato a fare<br />
gare. Impegno e volontà credo siano le due qualità in più,<br />
rispetto ai compagni che hanno smesso di sciare, che mi<br />
hanno permesso di diventare un atleta».<br />
ha partecipato a diverse rassegne: mondiali Juniores,<br />
Olimpiadi Giovanili, Coppa europa e Coppa del mondo.<br />
Che differenze ha avvertito tra questi circuiti?<br />
«I Mondiali Juniores e le Olimpiadi Giovanili sono organizzati<br />
molto meglio rispetto alle gare Fis. Gli avversari sono internazionali,<br />
ti puoi confrontare con altre nazioni. Anche le<br />
piste sono preparate meglio. Per quanto riguarda la Coppa<br />
del Mondo, il livello è sicuramente molto più alto rispetto agli<br />
atleti della Coppa Europa e le difficoltà delle piste sono maggiori».<br />
ha debuttato in Coppa del mondo in Alta Badia sulle nevi<br />
di casa. Che effetto le ha fatto gareggiare per la prima<br />
volta sulla Gran risa, una pista dove è cresciuto?<br />
«È stata un’emozione grandissima. Gareggiare sulla Gran<br />
risa è un piccolo sogno che avevo sin da bambino. Un’esperienza<br />
bellissima che dà tante motivazioni».<br />
Come è stato gareggiare contro gli atleti<br />
più forti del mondo?<br />
«Mi ha fatto capire quanta strada c’è ancora da fare per arrivare<br />
a essere un atleta come loro. I presupposti per avere<br />
un giorno un posto fisso in Coppa del Mondo ci sono e le<br />
capacità anche. Bisogna allenarsi tanto e avere anche un po’<br />
di fortuna».<br />
nella squadra azzurra di Coppa del mondo,<br />
chi è l’atleta a cui si ispira e a cui vorrebbe somigliare?<br />
«Non ho dubbi, Manfred Moelgg. È della mia valle e lo conosco<br />
un po’ meglio sia come persona sia per come scia».<br />
e tra gli atleti stranieri?<br />
«Marcel Hirscher, al momento è lui il più forte».<br />
in questa stagione ha già vinto quattro gare Fis.<br />
Quali sono i suoi prossimi obiettivi?<br />
«Andare bene in Coppa Europa e ai Mondiali Juniores che si<br />
terranno a fine mese».<br />
Quali sono i sacrifici che affronta un ragazzo della sua età<br />
che sogna di diventare un campione dello sci?<br />
«I sacrifici ci sono, ma non sono cosi grandi come quello che<br />
si pensa perché facciamo quello che ci piace. È il nostro lavoro,<br />
ma non ci manca il divertimento. Noi ci divertiamo a<br />
sciare, gli altri ragazzi si divertono a fare qualcos’altro».<br />
Come è riuscito a conciliare lo studio con lo sci?<br />
«È stato difficile perché accumulavo tanto assenze ed era<br />
poco il tempo per studiare. Cercavo di farlo durante le ore<br />
di viaggio e cercavo di recuperare nei mesi nei quali non si<br />
sciava».<br />
Quando è a casa, sfrutta la Gran risa come pista di allenamento?<br />
«Sì, mi capita spesso di andare a fare la Gran risa la domenica<br />
con gli amici. Al 90% però la sfrutto per gli allenamenti veri<br />
e propri insieme al mio vecchio sci club».<br />
50 51<br />
sci alpino<br />
in famiglia c’è anche suo fratello minore hannes, medaglia<br />
d’argento alle Olimpiadi Giovanili. Che rapporto c’è<br />
tra voi due?<br />
«C’è affetto e amicizia, essendo fratelli non c’è molta competizione.<br />
Cerco di dargli consigli come lui li dà a me. Ci alleniamo<br />
spesso insieme, d’estate svogliamo insieme la preparazione<br />
atletica. Lui adesso partecipa alle gare Grand Prix e se<br />
andrà bene arriverà presto in Coppa Europa, circuito dove ha<br />
già debuttato l’anno scorso».
Occhi sulla<br />
Angriman<br />
La vicentina ama le sfilate di moda e ora deve fare<br />
i conti con un infortunio al ginocchio, ma ha le idee chiare<br />
sul futuro: «nello sport, come nella vita, non bisogna<br />
mai mollare»<br />
di Lorenzo Fabiano<br />
F U T U r F i S i
SCi FUTUrFiSi ALPinO<br />
«L'eSPerienzA ALLe OLimPiADi GiOVAniLi Di LiBereC mi hA GALVAnizzATA<br />
DOPO DUe STAGiOni FrenATe DA PrOBLemi FiSiCi, hO VOGLiA Di TOrnAre SUGLi SCi»<br />
Sono passati due anni dai Giochi Olimpici Invernali<br />
Giovani del 2011 a Liberec in repubblica Ceca. Aveva<br />
diciassette anni Anika Angriman ed era una delle<br />
quattro ragazze che ebbero l’onore di rappresentare il<br />
nostro paese nelle gare dello sci alpino. Vicentina di Arzignano,<br />
sciisticamente cresciuta in trentino con l’Agonistica<br />
Campiglio, oggi in FuturFisi e promessa dello sci azzurro,<br />
ci racconta quell’esperienza: «È stata una delle emozioni<br />
più belle mai provate. È una cosa quasi indescrivibile, soprattutto<br />
pensare di rappresentare la propria nazione in<br />
un evento così importante e con così tanta gente. Un'altra<br />
cosa che mi è rimasta impressa é l'atmosfera magica che<br />
si respirava, oltretutto abbiamo vissuto una settimana nel<br />
villaggio olimpico a stretto contatto con ragazzi e ragazze<br />
provenienti da tutta Europa, e penso che conoscere gente<br />
nuova, culture e tradizioni diverse, ideologie differenti dal-<br />
le proprie arricchisca moltissimo una persona. Per quanto<br />
concerne le gare, nel team Event, in cui ci si scontrava tra<br />
paesi e non tra singoli, noi italiani siamo arrivati al bronzo<br />
ed è stato bellissimo perché siamo stati premiati durante la<br />
cerimonia di chiusura, davanti ad uno stadio pieno».<br />
In questi giorni purtroppo, Anika è ferma ai box per recuperare<br />
da un intervento chirurgico per l’asportazione del menisco: «Da<br />
novembre ho iniziato ad accusare un dolore al ginocchio sinistro,<br />
ma ho cercato comunque di tenere duro, soprattutto dato<br />
il fatto che avevo perso la stagione anche l'anno scorso sempre<br />
per problemi fisici. Circa tre settimane fa ho deciso di fare la<br />
risonanza, perché il dolore iniziava ad essere insopportabile ed<br />
ho scoperto di avere il menisco rotto. Un pezzo si era staccato<br />
ed era entrato nell'articolazione. A quel punto abbiamo deciso<br />
di operare subito, per non creare altri danni».<br />
A due anni prende confidenza con la neve<br />
Parliamo un po’ di lei, della sua storia. Come e quando ha<br />
iniziato a sciare? «Ho iniziato ad amare le praticare lo sci da<br />
subito, ad appena due anni e mezzo al Plose, per poi continuare<br />
con qualche corso in una località sciistica a mezz'ora da<br />
casa, recoaro Mille. ricordo che un giorno ero lì a sciare con<br />
mio fratello. Un signore, che non conoscevamo, ci vide e notò<br />
qualcosa. Disse a mia madre che gli sembrava che avessimo<br />
delle potenzialità per iniziare a praticare questo sport e così feci<br />
le prime uscite in ghiacciaio. Quel signore fu il mio primo allenatore,<br />
avevo solo 5 anni».<br />
Vorrebbe elencarci i risultai più significativi?<br />
«Direi il quarto posto al topolino primo anno Allievi, quinto posto<br />
agli Italiani primo anno ragazzi e Allievi, vari podi Giovani ed<br />
Aspiranti, con qualche vittoria, nella stagione 2010-'11, argento<br />
agli Italiani Aspiranti Slalom e quinto posto in Gigante sempre<br />
stagione 2010-'11».<br />
risultati che l’hanno portata in FuturFisi...<br />
«L'esperienza in Futurfisi é stata molto positiva, e mi ha fatto crescere<br />
come atleta. Mi spiace averla dovuta interrompere. Non<br />
54 55<br />
sci alpino<br />
vedo l’ora di tornare sugli sci. Questo è il mio solo obiettivo per<br />
il <strong>2013</strong>».<br />
Quali sono le sue caratteristiche tecniche:<br />
predilige pali larghi, stretti o la velocità?<br />
«Sulla carta sono più forte in gigante, anche se forse rendo di<br />
più in superG. Mi piace molto la velocità e quindi adoro la discesa,<br />
anche se forse per le mie caratteristiche fisiche mi è meno<br />
congeniale. Vedremo, io intanto penso a cimentarmi e provare<br />
a far bene in tutte le discipline».<br />
Chi è il suo modello sugli sci?<br />
«Assolutamente ted Ligety. Come lui stesso ha detto, scia perché<br />
si diverte. A mio parere è di gran lunga lo sciatore più spettacolare<br />
e simpatico del Circo Bianco. Come si spiana in curva<br />
lui, non lo fa nessun altro. La prova di slalom che gli è valsa l’oro<br />
in Supercombinata ai Mondiali di Schladming è stata qualcosa<br />
di esaltante».<br />
Fuori dalle piste, che tipo è Anika?<br />
«Fuori dalle piste sono una ragazza semplice e tranquilla. riesco<br />
a coniugare sport e scuola con buoni risultati in entrambi,<br />
per fortuna. Penso che la forza di volontà sia la chiave per il<br />
successo. Mi piace molto dipingere, e quelle poche volte che c'è<br />
del tempo libero, faccio qualche sfilata di moda».<br />
Parliamo di Lindsey Vonn. il suo incidente è stato terribile.<br />
Tuttavia non perde occasione per dire che sarà in gara a<br />
Sochi 2014. Un messaggio di grande carattere e coraggio.<br />
Che ne pensa?<br />
«Che esempio di mentalità e personalità sportiva. Ovviamente<br />
le faccio un grossissimo in bocca al lupo: spero che anche lei<br />
possa tornare il prima possibile a fare ciò che le piace. Lo sci ha<br />
bisogno di una campionessa di quel calibro. Nello sport, come<br />
nella vita, non bisogna mai mollare, ma guardare avanti e crederci<br />
fino in fondo».<br />
Anika con Veronica Olivieri
Le DUe reGine<br />
mireia mirò Varela e Laetitia roux sono due amiche così diversamente uguali.<br />
insieme stanno scrivendo la storia dello sci alpinismo femminile<br />
ed è divertente scoprire i loro segreti in questa inedita intervista doppia<br />
di Martina Valmassoi / foto Carlo Ceola, Droz-Photo, PixiR Rocks, Maurizio Torri
Sono il presente e il futuro dello sci alpinismo. Fonte<br />
di ispirazione e ammirazione per quelle atlete che<br />
vogliono vivere il loro sogno o per lo meno provarci.<br />
Hanno spinto il livello femminiile a quote mai raggiunte<br />
e soprattutto, non hanno intenzione di fermarsi. Queste<br />
sono Mireia Mirò Varela e Laetizia roux, due personalità<br />
distinte e agli opposti, disordine e metodo, insicurezza e<br />
determinazione, fuoco e acqua, che unite sono imbattibili.<br />
Ecco a voi una scoppiettante intervista doppia per sapere<br />
un po' di più di queste due<br />
grandi campionesse.<br />
Di ritorno dall’Alpinski, come è andata la gara?<br />
Siete soddisfatte?<br />
LAeTiTiA: «Sono molto soddisfatta, ho vinto entrambe le<br />
gare, sprint ed individuale con sensazioni veramente buo-<br />
LAeTiTiA SCi ALPinO rOUX<br />
58<br />
ne. Il giorno della sprint è stato forse troppo lungo a causa<br />
di problemi con i cronometraggi però il sabato c’era un<br />
tempo stupendo e un’atmosfera molto amichevole».<br />
mireiA: «Sono molto soddisfatta, nella prima parte della<br />
gara ho patito il caldo, nella seconda le mie sensazioni<br />
sono migliorate decisamente».<br />
L’inizio della stagione è andato alla grande<br />
per entrambe. Qual è il vostro obiettivo principale<br />
per il <strong>2013</strong>?<br />
LAeTiTiA: «I campionati del mondo».<br />
mireiA: «Voglio divertirmi in ogni gara quest’anno, diventare<br />
parte di ognuna».<br />
Nella vita siete sempre insieme, perché non<br />
è sempre così anche nelle gare a coppie?<br />
Avete in programma di correre con altre ragazze<br />
nel circuito della Grand Course?<br />
LAeTiTiA: «Avevamo programmato di correre tutte le gare<br />
insieme l’anno scorso ma Mireia era infortunata per la<br />
Pierramenta, questo è il motivo per cui non abbiamo corso<br />
insieme».<br />
mireiA: «Negli ultimi due anni abbiamo sempre cercato<br />
di gareggiare insieme nelle gare a coppie, per questo siamo<br />
entrambe vincitrici dell'ultima Grand Course. Lo scorso<br />
59<br />
sci alpinismo<br />
anno però ero infortunata e quindi ho deciso di non correre<br />
la Pierramenta, 4 giorni così intensi erano troppo per il<br />
mio ginocchio. Quando abbiamo iniziato a gareggiare la<br />
coppia composta da Pedranzini e Martinelli era l’immagine<br />
di squadra perfetta e noi aspiravamo a diventare<br />
come loro, mantenendo sempre la nostra identità. Loro ci<br />
hanno aiutato a crescere, adesso è il nostro turno».<br />
Voci dicono che nonostante viviate insieme vi allenate<br />
in solitaria, come mai questa scelta?<br />
LAeTiTiA: «Penso che devi chiedere a Mireia...».<br />
mireiA: «trascorriamo talmente tanto tempo insieme che,<br />
soprattutto per me, l’allenamento in solitaria è estremamente<br />
rilassante».<br />
Come mai avete scelto la Valtellina come località<br />
per trascorrere l’inverno ed allenarvi<br />
LAeTiTiA: «La prima volta che sono venuta a Bormio era<br />
il 2009, dovevo preparare il Mezzalama con Francesca<br />
Martinelli e roberta Pedranzini. Sono rimasta sorpresa<br />
dell’ospitalità oltre alle incredibili montagne. Da quella<br />
volta mi sono ripromessa di tornare».<br />
mireiA: «Gli ultimi due anni abbiamo vissuto ad Aravis<br />
in Francia e vicino a Verbier in Svizzera. Se non visitiamo<br />
posti nuovi adesso di sicuro in futuro sarà più difficile, non<br />
abbiamo figli, mariti, niente ci lega particolarmente ad un<br />
luogo. Siamo state in Valtellina altre volte prima ed oltre<br />
ad esserci sembrato un posto molto bello, ci sono sicuramente<br />
moltissimi itinerari scialpinistici interessanti».<br />
Come va con l’apprendimento della lingua italiana?<br />
LAeTiTiA: «Amo la vostra lingua. Quando abbiamo deciso<br />
di trasferirci qui uno dei miei obiettivi era proprio migliorare<br />
il mio italiano. Stando qui impari a velocità doppia».<br />
mireiA: «Sto migliorando di giorno in giorno, con gli italiani<br />
molto bene ma per quel che riguarda i ragazzi... Non<br />
sono molto interessata a loro...».<br />
Sicuramente apprezzerete la cucina italiana!<br />
Qual è il vostro piatto preferito?<br />
LAeTiTiA: «Adoro la pizza bianca, se in Francia ordino una<br />
pizza senza pomodoro e formaggio mi guardano come<br />
fossi un alieno e non capiscono cosa io voglia».<br />
mireiA: «tra la pizza e la pasta, io scelgo la pizza».<br />
Chi è la più metodica delle due?<br />
Laetitia: «Senza esitazioni, io».<br />
Mireia: «Penso sia chiaro, Laetitia».<br />
La più disordinata?<br />
LAeTiTiA: «troppo facile, Mireia».<br />
mireiA: «E' vero, sono io».
il vostro miglior pregio e uno della vostra compagna.<br />
LAeTiTiA: «Essere me stessa. Lei cambia idea di continuo,<br />
penso che i suoi pregi cambino a seconda del tempo».<br />
mireiA: «Se posso, cerco sempre di mettere le persone<br />
a proprio agio. Leti è molto paziente e ha sempre le idee<br />
molto chiare».<br />
e il vostro più grosso difetto?<br />
LAeTiTiA: «Penso sia meglio chiedere a Mireia».<br />
mireiA: «Sono molto, molto disordinata, anche nella mia<br />
testa! Alla prima Coppa del Mondo quest’anno mi sono<br />
presentata in partenza con l’Artva funzionante ma senza<br />
pettorale».<br />
raccontateci qualcosa di divertente che riguarda la<br />
vostra amicizia.<br />
LAeTiTiA: «E' esilarante vedere Mireia quando dorme.<br />
Completamente vestita, nel bel mezzo di un disordine incredibile.<br />
Computer, occhiali da sole, le pelli, monete e<br />
altro e ovviamente con il piumino senza copri piumino...».<br />
mireiA: «Qualche giorno fa abbiamo cucinato gli spaghetti.<br />
Prima cercava di servirli con due forchette ma gli<br />
spaghetti continuavano a cadere ai lati. Cosa le sarà<br />
venuto in mente? Semplicemente di servirli con le mani,<br />
come se fosse la più normale delle cose».<br />
SCi mireiA ALPinO mirò<br />
60<br />
Cosa vi spaventa di più sulla linea di partenza?<br />
LAeTiTiA: «Penso che sia arrivare tardi alla partenza e vedere<br />
tutte quante che partono prima di me».<br />
mireiA: «Più dei miei avversari temo me stessa! Se starò<br />
bene, se sarò paziente e strategica per una gara migliore,<br />
se sarò nervosa ai cambi. Però cerco di convertire queste<br />
paure in sicurezza, penso ai sacrifici, agli allenamenti e<br />
dico a me stessa: “Oggi è il tuo giorno! Parti e vivilo al<br />
meglio”».<br />
Quale nazionale vincerà<br />
i Campionati del mondo?<br />
LAeTiTiA: «Se la giocano Francia, Italia e Svizzera, penso».<br />
mireiA: «Voto senza discussioni, la Francia».<br />
Cosa deve fare una ragazza<br />
per diventare una campionessa<br />
come voi?<br />
LAeTiTiA: «Seguire i suoi sogni e aspirazioni».<br />
61<br />
sci alpinismo<br />
mireiA: «Ormai sono tanti anni che pratico questo sport,<br />
ho iniziato nel 2006, da cadetta. Ho continuato perché oltre<br />
a piacermi molto mi ero accorta di avere delle grandi<br />
qualità. Che sia chiaro, il talento non basta, ci sono tanti<br />
sacrifici dietro. Ci sono stati momenti bui e altri di estrema<br />
felicità, l’importante è sapere che dopo la notte c’è sempre<br />
il giorno e tutto aiuta a crescere. L’unica cosa che mi<br />
sento di dire è il non focalizzarsi troppo, bisogna avere<br />
altre passioni, lo studio, gli amici il lavoro, tutte cose che ti<br />
mantengono la mente “fresca”».<br />
Cosa vi spinge a continuare anche<br />
quando non centrate i vostri obiettivi?<br />
LAeTiTiA: «Cerco di creare sempre nuovi progetti nella mia<br />
testa, senza fossilizzarmi».<br />
mireiA: «Sono stata infortunata dal novembre 2011 all’ottobre<br />
2012, è stato un anno incredibilmente frustrante e<br />
duro sia mentalmente che fisicamente. Perfino lo scorso<br />
dicembre non sapevo se sarei tornata a gareggiare oppure<br />
no, camminavo sopra ad un filo di insicurezze e paure.<br />
Ho deciso di provarci grazie al supporto dei miei amici, la<br />
mia famiglia, Leti. Queste persone mi hanno aiutato ad<br />
uscire dai momenti difficili e adesso sono qui pronta a<br />
vivermi ogni gara nel miglior modo possibile, senza dare<br />
troppa importanza al risultato. Se va bene sono contenta,<br />
se non va bene sono contenta lo stesso».<br />
Cosa si può fare per incrementare<br />
la partecipazione femminile nelle gare<br />
di sci alpinismo?<br />
LAeTiTiA: «Penso che si debba potenziare l’azione di marketing.<br />
Creare eventi e manifestazioni solo per le donne,<br />
pubblicità nelle riviste e in eventi di sport maggiori».<br />
mireiA: «Non lo so. Sicuramente un punto di partenza sarebbe<br />
differenziare le pertenze degli uomini da quelle delle<br />
donne visto che le partenze collettive possono essere<br />
estremamente caotiche. L’effettivo successo penso però<br />
che nasce dalla volontà della donna, se questa non vuole<br />
veramente essere coinvolta, niente la spingerà a farlo».<br />
Pro o contro le Olimpiadi?<br />
LAeTiTiA: «Sono pro perché è il sogno di ogni atleta vincere<br />
una Olimpiade. A volte, però, , però a volte mi verrebbe<br />
da rispondere di concentrarsi di più nella presente<br />
situazione. Si deve migliorare molto ancora e bisogna<br />
cercare di farlo per poter pensare ad una partecipazione<br />
olimpica».<br />
mireiA: «Pro per lo stesso motivo che dice Leti, contro perché<br />
è un procedimento talmente lungo che sono quasi<br />
stufa di sentirne parlare. Alla fine io voglio gareggiare e<br />
divertirmi fuori o dentro una Olimpiade».
Garantisce<br />
mASTrOTA<br />
natalia, figlia del conduttore televisivo e della ballerina natalia<br />
estrada, è una delle giovani più promettenti della nazionale:<br />
«in città mi sento soffocata, tutto il mio amore è per la natura<br />
e per la vita all'aria aperta»<br />
di Giulia Favero/ foto Areaphoto, Carlo Ceola, Maurizio Torri
SCi ALPiniSmO<br />
«AmO USCire Per AnDAre A COnQUiSTAre UnA CimA PASSO DOPO PASSO.<br />
mi GUArDO inTOrnO e rieSCO A riFLeTTere SU ASPeTTi imPOrTAnTi e PrOFOnDi…<br />
SOPrATTUTTO rieSCO A SVUOTAre LA menTe DA AnSie e PreOCCUPAziOni»<br />
La parlantina è quella di chi non vede<br />
l’ora di raccontare la sua passione,<br />
l’entusiasmo è quello di chi si è affacciato<br />
da poco in un accogliente mondo<br />
nuovo, e la determinazione è di chi<br />
sa di doversi guadagnare tutto sul campo<br />
e soprattutto di doversi impegnare<br />
duramente. La vita da “vagabonda” della<br />
giovane scialpinista con cui parliamo,<br />
Natalia mastrota, classe 1995, la ama e<br />
non potrebbe vedere se stessa diversamente.<br />
«Ho sempre frequentato la montagna<br />
- racconta la giovane figlia d’arte,<br />
la mamma è la ballerina Natalia estrada,<br />
papà il conduttore televisivo Giorgio<br />
- perché soprattutto da piccola i miei mi<br />
portavano a fare le classiche escursioni.<br />
La nostra prima base è stata in Valle<br />
d’Aosta, poi a Bormio. Non amo la città,<br />
lì mi sento soffocata. Tutto il mio amore è<br />
per la natura e per la vita all’aria aperta».<br />
Una passione così grande che ha spinto<br />
la giovane Mastrota a fare proprio della<br />
Valtellina la sua sede principale di allenamento<br />
e di vita. «Il mio sogno è sempre<br />
stato quello di fare la Guida Alpina,<br />
e chissà che prima o poi io non riesca<br />
a realizzarlo! Perché la montagna ti dà<br />
tante soddisfazioni, facendoti fare una<br />
fatica mai fine a se stessa ma che fa<br />
crescere interiormente». Bormio come<br />
base ma tanti spostamenti in giro per<br />
l’Italia verso le condizioni migliori di allenamento:<br />
«Amo questa vita girovagante<br />
che mi porta a viaggiare, vedere posti<br />
nuovi e adoro avere sempre la valigia<br />
pronta». Un aspetto che Natalia è riuscita<br />
a conciliare è quello della scuola: «Sono<br />
iscritta al liceo linguistico da privatista.<br />
Non ho l’obbligo di frequenza alle lezioni<br />
e questo mi permette di organizzarmi<br />
al meglio. D’altra parte però è un grosso<br />
impegno per me perché devo avere la<br />
costanza e la serietà di non “perdermi”<br />
e mettermi davvero sui libri a studiare.<br />
Per ora tutto riesce al meglio. Anche con<br />
i miei genitori… Siamo abituati a non<br />
vederci tutti i giorni e a vivere senza re-<br />
strizioni. Ci sentiamo sempre però e sono<br />
sempre con me nonostante i chilometri<br />
che ci separano».<br />
E poi lo scialpinismo in sé: fatica, allenamenti,<br />
adrenalina della gara. «All’inizio<br />
non pensavo di gareggiare, ma mi hanno<br />
subito “tirata dentro”. Amo l’uscire per<br />
andare a conquistare una cima passo<br />
dopo passo; mi guardo intorno, e riesco<br />
a riflettere su aspetti importanti e profondi…<br />
Cosa che magari a casa non faccio!<br />
E riesco a svuotare la mente da tutte le<br />
ansie e preoccupazioni». Sensazioni,<br />
gioia, ma lo sport è anche tanta prepa-<br />
64<br />
razione: «La mia settimana-tipo prevede<br />
corsa, un allenamento più blando, uno<br />
più tosto, una simulazione della gara,<br />
tanto stretching retaggio di mamma e<br />
un solo giorno di riposo. Per quanto riguarda<br />
la palestra ne faccio soprattutto<br />
a maggio-giugno e a settembre-ottobre;<br />
nel periodo di gare preferisco non caricare<br />
troppo il fisico».<br />
Natalia pensa, si prepara e gli altri parlano.<br />
Il suo esordio in Coppa del mondo<br />
ha attirato l’attenzione di (qualche) media<br />
e diversi curiosi. Che effetto fa? «Sono<br />
abbastanza abituata ai riflettori, non mi<br />
pesa e per certi aspetti sono contenta<br />
dell’attenzione che mi è stata riservata.<br />
È stata un’occasione per far parlare<br />
di questo sport che è ancora un po’ di<br />
nicchia. Poi se si parla di me come sportiva<br />
e non solo come “figlia di…” non<br />
può che farmi piacere». Tante emozioni<br />
in questa stagione per una ragazza che<br />
ama quello che fa e si nutre di questa<br />
passione. L’esordio in Coppa del Mondo<br />
e la convocazione per i mondiali su<br />
tutte. «Questa estate mi sono fatta male<br />
al ginocchio, pertanto non mi sono allenata<br />
troppo e ho iniziato la stagione con<br />
qualche dubbio e perplessità sui risultati<br />
che avrei potuto ottenere. Appena ho<br />
ricominciato a gareggiare mi è tornata<br />
tanta voglia di fare e di impegnarmi.<br />
Pian piano la forma è cresciuta e l’obiettivo<br />
adesso è quello di mantenerla il<br />
più a lungo possibile. La prima tappa di<br />
Coppa del Mondo in Valle Aurina è stata<br />
una gran bella novità per me! Soprattutto<br />
nell’individual non ero abituata a quei<br />
dislivelli, ma sia Angeloni che invernizzi<br />
(i tecnici azzurri, ndr) mi hanno molto<br />
tranquillizzata ed aiutata. Così come gli<br />
azzurri più esperti, primi tra tutti Lenzi e<br />
il capitano Manni reichegger. Anche la<br />
tappa in Svizzera è stata emozionante,<br />
sono salita sul podio e non mi aspettavo<br />
di andare così bene».<br />
La giovane Mastrota ha la possibilità di<br />
godere dell’esperienza, non solo dei Senior,<br />
ma anche di alcune delle giovani<br />
più forti al mondo, prima tra tutte Alba<br />
De Silvestro: «Sono contentissima di<br />
avere Alba in squadra. Lei è la migliore<br />
e potermi confrontare sui suoi tempi è<br />
un ottimo riscontro. Sul fronte gare però<br />
preferisco quelle individuali. Le staffette<br />
SCi ALPiniSmO<br />
sono divertentissime, ma se devo badare<br />
alla prestazione pura, prediligo quelle<br />
singole: amo avere tutto sotto controllo e<br />
su me stessa è più semplice». Il succedersi<br />
delle gare, quindi il confronto con<br />
le altre atlete hanno permesso a Natalia<br />
di focalizzarsi su quelle che sono le sue<br />
carenze. «Quest’anno ho lavorato tanto<br />
sulla discesa dove avevo i maggiori problemi<br />
anche a causa della rottura di un<br />
crociato, due anni fa. La salita invece mi<br />
è sempre piaciuta; ora come ora devo<br />
migliorare… sui pezzi piani». La grinta,<br />
la voglia di fare e ottimizzare le performances<br />
non mancano: «Di recente ho<br />
comprato un paio di sci di fondo e spero<br />
che i miei compagni di Nazionale mi aiuteranno<br />
in questa disciplina così importante<br />
anche per noi scialpinisti. Il bello di<br />
essere un gruppo misto, senza divisioni<br />
di sesso o di età è proprio questo: ci si<br />
aiuta e si condividono le esperienze».<br />
Esperienze che sono state utili proprio<br />
per i Mondiali: «Innanzitutto devo dire<br />
che la convocazione è stata un’emozione<br />
enorme. Non mi aspettavo di fare questi<br />
65<br />
passi in così poco tempo, ma ho capito<br />
che è giunta l’ora di fare le cose davvero<br />
sul serio anche perché adesso non sono<br />
più in partenza soltanto per me, ma per<br />
l’italia».<br />
Coppa del Mondo, Mondiali… Ma nel<br />
cuore di Natalia ci sono anche le Grande<br />
Courses, le classiche dello scialpinismo.<br />
«Una emozione speciale me la da<br />
il trofeo Mezzalama. Da anni frequento<br />
Gressoney e ho sempre sentito parlare<br />
di questa gara. Quest’anno andrò a vederla…<br />
E chissà che prima o poi…». La<br />
strada da percorrere è ancora tanta, ma<br />
Natalia sembra aver trovato davvero la<br />
sua dimensione: «Mi piacerebbe continuare<br />
con le gare. L’ambiente è sano e<br />
mi trovo molto bene. Non ci sono pressioni<br />
e mi piacerebbe poter gareggiare<br />
a livello professionistico. Mi piace tutto:<br />
la gara, l’allenamento e soprattutto la<br />
fatica. Può sembrare strano, ma il mio<br />
fisico più mi sforzo, più “vuole” altra<br />
fatica. Se sto ferma una settimana impazzisco...».
Fulmine<br />
a ciel sereno<br />
Davide Galizzi ha stravolto le gerarchie della nazionale<br />
con un avvio di stagione strepitoso che l'ha proiettato direttamente<br />
ai mondiali: «Sono stato il primo a sorprendermi»<br />
di Martina Valmassoi / foto Carlo Ceola, Grand Course, Marc Leclereq
DAViDe SCi ALPinO GALizzi<br />
«nOn C'è Un SeGreTO, in eSTATe mi SOnO ALLenATO Di Più DeL SOLiTO<br />
APPrOFiTTAnDO DeLLA COLLABOrAziOne Di TUTTA LA FAmiGLiA niCOLini»<br />
Ad inizio stagione ci sono un sacco di aspettative su chi<br />
sarà il talento emergente. Non è facile farsi spazio in<br />
una Nazionale di campioni ed è per questo che è sempre<br />
più dilazionato nel tempo il ricambio di atleti. Quest’anno<br />
qualcosa è accaduto. Un fulmine a ciel sereno, una freccia<br />
scagliata fin dal primo appuntamento quando forse non tutti<br />
hanno il motore caldo. Questa freccia si chiama Davide Galizzi,<br />
ragazzo della Valle del Chiese che, senza arroganza ma<br />
con una grinta non da tutti, ha saputo infilarsi tra i migliori e<br />
quindi in Nazionale.<br />
Quando ha iniziato a praticare sci alpinismo?<br />
«Ho iniziato a 12 anni, vivo in una zona molto bella per fare sci<br />
alpinismo e quindi è stato naturale come approccio. Andavo<br />
spesso a fare gite con gli amici o con mio zio, a parte questi<br />
ultimi anni non ho mai fatto gare ma devo dire che questo<br />
ambiente mi piace sempre di più».<br />
Cosa le piace fare oltre a sciare?<br />
«Prima di dedicarmi alle gare di sci alpinismo partecipavo alle<br />
gare in mountain bike, niente di importante, gare regionali<br />
che però mi permettevano di tenermi allenato ed anche di<br />
divertirmi. Oltre a questo mi piace arrampicare».<br />
Sono 4/5 anni ormai che gareggia, se lo aspettava<br />
quest’anno questo salto di qualità?<br />
«Assolutamente no! Devo dire che sono stato il primo a sorprendermi.<br />
Chiaramente mi sono allenato di più del solito, gli<br />
anni scorsi l’estate lavoravo per una ditta di asfalti e quindi il<br />
tempo per allenarsi era poco. In compenso l’inverno ero libero<br />
e quindi riuscivo comunque a sfogarmi. Quest'anno invece<br />
ho curato molto anche l’allenamento estivo poiché ho lavorato<br />
al rifugio Pedrotti, gestito dalla famiglia della mia ragazza,<br />
Elena Nicolini».<br />
Diciamo che anche se non faceva parte dell'ambiente<br />
azzurro, ha respirato parecchio l’aria della nazionale in<br />
quella famiglia!<br />
«Certo, tra Franco, Elena e Federico ci si aiuta parecchio con<br />
gli allenamenti, alla fine era un po' come andare in trasferta<br />
con loro. Adesso finalmente posso vivere la mia storia».<br />
e' appena tornato dalla prima tappa della Grand<br />
Course, l’Altitoy Ternua con un terzo posto, soddisfatto?<br />
«Assolutamente sì, ringrazio il grande Filippo Beccari per questo,<br />
che ha voluto affiancarmi. Le prime due posizioni erano<br />
irraggiungibili parlando di classifica finale, ma noi abbiamo<br />
comunque fatto una gran gara. Adesso vedremo cosa riusciremo<br />
a combinare nelle prossime».<br />
68<br />
Davide Galizzi in posa con Filippo Beccari<br />
Secondo lei qual è la gara più bella<br />
che ha mai disputato? Come percorso,<br />
non come risultato.<br />
«Sicuramente la Pierramenta, ma in piccolo anche la nostra<br />
Dolomiti di Brenta non scherza in fatto di bellezza e fascino».<br />
69<br />
sci alpinismo<br />
La più bella gara invece, in termini di risultato?<br />
«Penso il Sellaronda dell’anno scorso, è stata una sorpresa,<br />
sono arrivato 5° con Daniele Cappelletti dopo aver fatto un<br />
recupero impressionante nell’ultima salita poiché avevamo<br />
perso uno sci e di conseguenza anche molto tempo».<br />
Se potesse scegliere tra un podio alla Grand Course<br />
o ad un mondiale cosa sceglierebbei?<br />
«Non ci sono dubbi, sicuramente il Mondiale».<br />
Questa estate quindi tanto lavoro ed allenamento<br />
e niente svago?<br />
«Facendo il professionista l’inverno devo pur farmi il mazzo in<br />
estate altrimenti mi licenziano da tutti i fronti! No comunque<br />
in rifugio ci siamo anche divertiti un sacco e lo scorso autunno<br />
ci siamo regalati due settimane in Argentina e quindi non<br />
posso che essere felice».<br />
Ci dia un’indiscrezione sulle gare a cui parteciperà<br />
ai mondiali.<br />
«Coppie e vertical se tutto va bene, e se per caso combino<br />
qualcosa di buono anche alla sprint... Ed è la volta che nevica<br />
sul serio...».
DOLOmiTi<br />
sopra tutto<br />
di Sonia Arpaia<br />
La 21ª edizione del circuito Coppa delle Dolomiti si conferma uno degli appuntamenti cardine della stagione dello sci alpinismo
SCi ALPiniSmO<br />
STeDiLe: «in QUeSTi Anni LA COPPA hA AVUTO Un'eVOLUziOne<br />
imPOrTAnTe COn iL COnTriBUTO DeLL'innOVAziOne TeCniCA e reGOLAmenTAre»<br />
La tradizione portata avanti nel segno<br />
dell’innovazione. Sembra essere questo<br />
il motto del circuito Coppa delle<br />
Dolomiti di sci alpinismo che a gennaio è<br />
partito dalla Val Comelico per la sua 21ª edizione.<br />
Appena venti anni per un appuntamento<br />
“storico” per tutti gli appassionati dello<br />
sci alpinismo immersi in scenari davvero<br />
unici. «In questi anni tante cose sono cambiate<br />
e la Coppa ha avuto un'evoluzione importante<br />
in fatto di contributo all'innovazione<br />
tecnica e regolamentare - racconta il segretario<br />
generale Alberto Stedile -. Il mondo<br />
sta cambiando e dopo un cammino ricco<br />
di soddisfazioni in questi anni, il direttivo ha<br />
scelto di tracciare un nuovo orientamento<br />
che punta ad identificare obiettivi diversi,<br />
con in primis i giovani. Da qui l'idea del Memorial<br />
Stedile (che si è svolto a novembre,<br />
ndr) ad inizio stagione è stata un'intuizione<br />
fantastica, che porteremo avanti». Largo ai<br />
giovani, dunque, senza però dimenticare<br />
quelli che sono sempre stati i grandi protagonisti<br />
della manifestazione. «Non che<br />
l’attenzione nei confronti dei senior e master<br />
venga meno, anzi, sono sempre loro i più<br />
grandi appassionati di questo sport, in continua<br />
crescita di praticanti. Il nuovo orientamento<br />
- ha aggiunto - riguarda la volontà<br />
di allargare la base, di riuscire a richiamare<br />
sempre un maggior numero di praticanti<br />
allo sci alpinismo e proprio per questo è stato<br />
deciso da quest'anno di dare un valore<br />
maggiore ai premi riservati agli stakanovisti,<br />
ovvero coloro che parteciperanno a tutte le<br />
prove. Premi legati al territorio che ha visto<br />
nascere la Coppa delle Dolomiti, ovvero<br />
prodotti tipici trentini. L'altra novità riguarda il<br />
montepremi della classifica finale, parificati<br />
fra uomini e donne». Nato agli esordi dello<br />
sci alpinismo moderno come circuito simile<br />
a quello della Coppa Italia, ha riportato lo<br />
sci alpinismo a essere grande protagonista<br />
dalle montagne del Trentino. «Con le gare lo<br />
sci alpinismo è cambiato in maniera notevole<br />
- ha raccontato Franz nicolini direttore<br />
tecnico della Coppa delle Dolomiti -. Sono<br />
cambiati gli sci e lo sci alpinismo è diventato<br />
molto tecnico. Assieme a Fabio meraldi,<br />
Enrico Pedrini, Omar Oprandi posso dire<br />
che abbiamo mandato avanti questa disci-<br />
Alberto Stedile<br />
Filippo Beccari<br />
plina: è arrivata prima la Coppa Italia, poi<br />
nel 2002 la prima squadra nazionale di sci<br />
alpinismo».<br />
La Coppa delle Dolomiti, uno dei primi circuiti<br />
nati in Europa, ha proposto per l’edizione<br />
<strong>2013</strong> cinque gare in calendario in quattro<br />
territori diversi, ma sempre con un unico comune<br />
denominatore: le Dolomiti patrimonio<br />
72<br />
Franz Nicolini<br />
dell'umanità dell'Unesco, vette simbolo con<br />
dislivelli compresi fra 1800 e i 2300 metri<br />
fino al gran finale all'Adamello. La Pitturina<br />
Ski Race della Val Comelico protagonista tra<br />
le novità: dopo tante edizioni con sistema<br />
di prova a coppie è diventata individuale e<br />
ha visto trionfare Matteo eydallin, Gloriana<br />
Pellissier e lo Spiquy Team sugli oltre 300 atleti<br />
partiti. A febbraio doppio appuntamento<br />
con il Tour de Sas della Val Badia, diventato<br />
gara a coppie e con un vero e proprio restyling<br />
del tracciato, e la Ski Alp Val Rendena<br />
di Pinzolo che come tradizione prevede scenari<br />
mozzafiato tra la Scala Santa e il rifugio<br />
XII Apostoli. A marzo e aprile si chiude con<br />
il Marmotta Trophy della Val Martello, che<br />
dopo due anni di Coppa del mondo va alla<br />
caccia del proprio record di partecipanti e<br />
l'Adamello Ski Raid, ormai inserito nel circuito<br />
delle grandi classiche ma che non rinuncia<br />
a rinnovarsi con un percorso nuovo più<br />
lungo e un dislivello ancora maggiore che<br />
supera i 4000 metri. Quest'anno manca<br />
all'appello solo il PalaRonda Ski Alp di San<br />
Martino di Castrozza che si svolgerà ogni<br />
due anni. «Dopo un anno di riposo e dopo<br />
l'eccezionale successo del 2011 siamo pronti<br />
per proporre una competizione nuova - ha<br />
spiegato Alessandro mottinelli, presidente<br />
del Comitato Organizzatore 4° Adamello Ski<br />
Raid -. Abbiamo variato il percorso di gara<br />
per renderlo maggiormente spettacolare e<br />
sicuro. Il dislivello positivo passa dai 3400<br />
metri ai 4000 e in particolare con un dislivello<br />
in discesa di 4380 metri e 45 km di sviluppo.<br />
L'ulteriore novità riguarda l'istituzione di<br />
un premio per la squadra che effettuerà la<br />
discesa nel minor tempo».<br />
L’impegno del direttivo del circuito, dunque,<br />
rimane costante: promuovere senza sosta<br />
le proprie competizioni per avvicinare sempre<br />
più il pubblico sui tracciati di gara, anche<br />
attraverso speciali accordi con le società<br />
impianti per consentire l'accesso gratuito in<br />
quota per assistere alle gare. Dalla nascita,<br />
quando vent'anni fa contribuì all’arrivo delle<br />
gare con la formula attuale al posto dei rally<br />
e creando una serie di competizioni che si<br />
sviluppavano esclusivamente in Trentino,<br />
alle novità di oggi con un occhio di riguardo<br />
ai giovani: basti pensare al Memorial Fabio<br />
Stedile, competizione riservata agli under<br />
20 che nelle ultime stagioni ha deciso di<br />
SCi ALPiniSmO<br />
ampliare i propri confini. «In concomitanza<br />
con il riconoscimento delle Dolomiti come<br />
patrimonio dell'Unesco - ha precisato il<br />
presidente di Coppa delle Dolomiti, Mario<br />
malossini - abbiamo cercato di sprovincializzare<br />
il circuito. In un'epoca di globalizzazione<br />
e di abbattimento abbiamo accettato<br />
di buon grado le richieste di Comitati Organizzatori<br />
di altre province, ampliando così i<br />
confini della manifestazione, che ora va a<br />
toccare anche i territori di Brescia, Bolzano,<br />
Belluno, oltre alle tradizionali competizioni<br />
trentine».<br />
«Ci sono tutte le caratteristiche - ha aggiunto<br />
Alberto Stedile - affinché sia un'edizione<br />
dai grandi numeri con il solito comune denominatore,<br />
ovvero la caccia al pettorale<br />
rosso Haglöfs-Tata. La Coppa delle Dolomiti<br />
ha un obiettivo particolare: valorizzare chi<br />
partecipa a tutte le gare, gli “stakanovisti”,<br />
oltre a quello di avvicinare sempre di più il<br />
pubblico e portare la gente in quota». Così<br />
oltre ai premi parificati, la 21ª edizione della<br />
Coppa delle Dolomiti quest'anno prevede<br />
premi speciali di prodotti tipici trentini riservati<br />
ai concorrenti maschi che prenderanno<br />
parte a tutte le prove e alle concorrenti femmine<br />
che avranno concluso quattro gare su<br />
cinque. La premiazione finale del circuito,<br />
73<br />
LE ULtIME PrOVE<br />
IN CALENDArIO<br />
24 marzo<br />
6ª Marmotta trophy<br />
(Val Martello)<br />
Individuale - Coppa Italia<br />
07 aprile<br />
4° Adamello Ski raid<br />
(Passo del tonale)<br />
Squadre - La Grande Course<br />
niCOLini: «Per inCOrAGGiAre i BiG ABBiAmO ALzATO iL mOnTePremi<br />
e STiAmO LOTTAnDO PerChé Le GAre ABBiAnO UnA QUOTA Di iSCriziOne BASSA»<br />
inoltre, si svolgerà all'interno del 61° Film<br />
Festival della montagna di Trento e non più<br />
al termine dell'ultima gara come accadeva<br />
fino allo scorso anno. Sempre guardando<br />
all'evoluzione e all'innovazione di questa<br />
disciplina “per tutti”. «La disciplina va avanti<br />
- ha aggiunto ancora Franz Nicolini - e malgrado<br />
sia una delle più antiche, in versione<br />
moderna è ancora agli albori, per tanti anni<br />
abbiamo corso noi dimenticando di tirare<br />
dentro i giovani. Adesso li stiamo aiutando<br />
ad andare avanti e per questo all'interno<br />
della Coppa delle Dolomiti c'è una gara<br />
dedicata solo ai più giovani, dopo il primo<br />
anno si sono presentati 120 ragazzi». Largo<br />
ai giovani, dunque, e più spazio al pubblico<br />
ma non solo. «Ora si sta cercando di organizzare<br />
un campionato Master e affinché<br />
questo sport non si perda - ha concluso Nicolini<br />
-. Siamo sempre più soddisfatti della<br />
Coppa delle Dolomiti che da grande circuito<br />
di competizioni che era è diventato qualcosa<br />
di più, e nonostante la sua indipendenza<br />
rimane sempre un traguardo molto prestigioso<br />
per gli atleti. Per incoraggiare i big<br />
abbiamo alzato il montepremi (circa 2000<br />
euro al vincitore, ndr) e ora stiamo lottando<br />
perché le singole gare mantengano quota<br />
di iscrizione bassa (ora si arriva anche<br />
a 50 euro, ndr)».
Galoppa<br />
JACK<br />
Giacomo matiz è il paladino del freestyle italiano<br />
e si proietta verso i grandi appuntamenti<br />
con le idee chiare: «Sto lavorando intensamente<br />
curando ogni minimo dettaglio,<br />
il top non è lontano»<br />
di Pasquale Teoli
GiACOmO SCi ALPinO mATiz<br />
«i GrAnDi CAmPiOni Si DiFFerenziAnO Per Le ABiLiTà ACrOBATiChe e Per LA POSSiBiLiTà<br />
Di ALLenArSi in Un TeAm AL CUi inTernO Vi è UnA FOrTe COmPeTiTiViTà TrA i COmPOnenTi»<br />
Giacomo Matiz è l’unico italiano, tra gli uomini, a gareggiare<br />
nel circuito della Coppa del Mondo di freestyle<br />
nella specialità dei Moguls. In questa stagione<br />
il 27enne azzurro ha iniziato nel segno del miglioramento,<br />
raggiungendo buonissimi risultati in gare dal livello competitivo<br />
altissimo. Sta inseguendo la qualificazione ai Giochi<br />
Olimpici Invernali di Sochi 2014 con grande dedizione<br />
per coronare un sogno fortemente voluto. Ad inizio marzo<br />
sarà in Norvegia per i Mondiali <strong>2013</strong> e proverà a portare il<br />
più in alto possibile la bandiera italiana.<br />
Come è nato il suo amore per il freestyle?<br />
«Ho iniziato per caso e per gioco all'età di 16 anni con l'affiancamento<br />
alla squadra Nazionale in occasione dei Giochi<br />
Olimpici Invernali di torino, era il 2002».<br />
Quest'anno è riuscito in alcune occasioni di Coppa<br />
del mondo a centrare la qualificazione per le finali<br />
76<br />
e altre volte l'ha mancata di poco, sente che sta<br />
migliorando? Quali sono le sue sensazioni a riguardo?<br />
«Sì, sento che sto migliorando e che le cose stanno andando<br />
nella giusta direzione, grazie soprattutto alle esperienze<br />
fatte negli anni che mi hanno permesso di acquisire<br />
maggiore consapevolezza e fiducia nelle mie capacità».<br />
Come giudica la sua sciata tra le gobbe?<br />
«Il giudizio è senza dubbio positivo, credo che sia il mio<br />
punto di forza».<br />
Quali salti sta effettuando principalmente in questa<br />
stagione? C'è un salto che le piacerebbe fare in futuro<br />
e quale?<br />
«Negli ultimi anni mi sono concentrato principalmente su<br />
backflip e frontflip, in futuro vorrei proporne due nuovi: uno<br />
backfull, e l’altro front trackdriver, un salto che aumenterebbe<br />
sia di coefficiente che di spettacolarità le mie run».<br />
La concorrenza è tanta ed in campo maschile il livello<br />
raggiunto negli ultimi anni è altissimo. Cosa prova<br />
a competere con grandi atleti come mikael Kingsbury,<br />
Alexandre Bilodeau o Patrick Deneen? Se potesse<br />
"rubare" qualcosa ad ognuno dei più famosi<br />
protagonisti dei moguls cosa prenderebbe e da chi?<br />
«Confermo che il livello globale è cresciuto di molto e questo<br />
soprattutto per l'attenzione e la cura che viene data ad<br />
ogni dettaglio in una discesa da gara. Sicuramente competere<br />
e conoscere, al di là dello sci, personaggi di quel<br />
calibro è motivo di stimolo e di confronto. Le cose che "ruberei"<br />
in generale a questi campioni sono essenzialmente<br />
due: le abilità acrobatiche e la possibilità di allenarsi in un<br />
team al cui interno vi è una forte competitività tra i componenti».<br />
Come cambia il suo approccio alla gara in dual moguls<br />
rispetto ai moguls? Quale preferisce?<br />
77<br />
freestyle<br />
«A prescindere dalla modalità, occorre in ogni caso qualificarsi<br />
entro i 16. Non ho una preferenza anche se in dual il<br />
confronto è più diretto e la possibilità di gareggiare sfidando<br />
direttamente l’avversario agevola in teoria il passaggio<br />
dei vari turni, permettendo di avvicinarsi più "facilmente"<br />
al podio».<br />
Consiglierebbe ai più giovani di praticare il suo sport?<br />
C'è un età entro la quale è meglio iniziare per aspirare<br />
all'agonismo?<br />
«Come disciplina la consiglierei assolutamente a tutti. C’è<br />
da dire però che per chi intende aspirare all'agonismo, è<br />
auspicabile avvicinarsi da giovanissimi quando, essendo<br />
più flessibili, l'aspetto acrobatico diventa di più facile praticabilità<br />
e apprendimento».<br />
Lo scorso dicembre, nella gara di Coppa del mondo<br />
a Kreischberg, in Austria, c'erano tanti suoi tifosi<br />
al traguardo, che effetto le ha fatto e che rapporto<br />
ha con loro? Da dove nasce l'incitamento "Galoppa<br />
Jack" presente sugli striscioni esposti dai tuoi tifosi?<br />
«Sì, è vero, ce n'erano tanti, infatti approfitto per ringraziarli<br />
tutti pubblicamente per essere stati lì e per il continuo<br />
sostegno che mi danno. Purtroppo, viste le location<br />
delle gare, è molto difficile che mi seguano "fisicamente"<br />
a meno che non siano in zona, come in Austria per l'appunto.<br />
Sapere che ci sono non può far altro che caricarmi<br />
ancora di più e per fortuna in quella occasione ho disputato<br />
una buona gara. Anche se sono uscito nel primo turno<br />
ad eliminazione diretta, ho ugualmente entusiasmato<br />
i miei fan con un super front, che mi è costato un punto<br />
di sutura. "Galoppa Jack" è uno slogan nato dal gruppo<br />
di amici del bar “Al Cavallino” di tolmezzo. Anche i miei<br />
amici della trisixty hanno omaggiato la gara con una felpa<br />
personalizzata».<br />
Praticare freestyle è piuttosto difficile in italia, bisogna<br />
affrontare diverse difficoltà. Guardando indietro, quanti<br />
sacrifici ha fatto e fa per proseguire nella sua carriera?<br />
«Praticare freestyle in Italia è molto difficile e comporta una<br />
serie di rinunce, come tutti gli sport del resto. Fortunatamente<br />
però i risultati che ho ottenuto mi gratificano al punto<br />
tale che i sacrifici, miei e della mia famiglia, passano in<br />
secondo piano».<br />
i gruppi militari possono aiutare e quanto?<br />
«Certo, eccome. Sono sempre in attesa, infatti, di trovare<br />
risposta positiva dai gruppi sportivi appartenenti ai corpi<br />
militari, ciò mi permetterebbe di affrontare con maggior<br />
serenità il mio lavoro, fatto di allenamenti e di trasferte<br />
che, al momento, sono sostenuti anche dalla mia<br />
famiglia».
Lei e gli altri azzurri dei moguls collaborate<br />
con gli svizzeri, come si trova in questo team<br />
e quanto conta per lei?<br />
«In realtà questa collaborazione è sempre esistita, solo<br />
recentemente però è stata ufficializzata. La trovo assolutamente<br />
positiva anche perché mi dà modo di allenarmi<br />
con una squadra, composta da più atleti e penso che per<br />
il futuro sia molto importante continuare questa collaborazione».<br />
Che tipo di allenamento svolge chi come lei<br />
pratica moguls a livello agonistico?<br />
«Allenamento di tipo acrobatico, quindi tappeto elastico,<br />
Water Jump e soprattutto per la parte relativa alla sciata,<br />
gobbe, sci in pista e fuori pista».<br />
Quali sono le persone che più l’hanno aiutata<br />
e la sostengono nel suo percorso sportivo?<br />
«Indubbiamente l'apporto della mia famiglia è da sempre<br />
essenziale, papà Sergio, mamma Velia e mio fratello Ottaviano<br />
mi sono sempre vicini. Se sono arrivato a questo<br />
livello devo ringraziare anche Gianfranco Collinassi, il mio<br />
ex direttore agonistico e Michele Leoni, mio allenatore fino<br />
a tre stagioni fa. Non dimentico il mio primo maestro Luca<br />
Gracco o Glauco Di ronco per avermi fatto provare questo<br />
sport e anche mio zio Diego, è stato lui a mettermi per la<br />
prima volta gli sci ai piedi. Sono fortunato perché tutto lo<br />
staff attuale della Nazionale mi sostiene fortemente a partire<br />
da dottori, fisioterapisti e preparatori altetici fino agli<br />
allenatori Fred Weiss e Mattia Pegorari con l'attuale direttore<br />
tecnico, Andrea rinaldi».<br />
Quale è stata la giornata o il risultato<br />
che ricorda con più piacere?<br />
«La prima vittoria in Coppa Europa in Slovenia nel 2009 e<br />
proprio la gara di kresichberg dello scorso dicembre perché,<br />
oltre ad aver ottenuto un buon risultato in gara, ero<br />
accompagnato in entrambe le occasioni dal mio super fan<br />
club».<br />
Durante le varie tappe del circuito di Coppa<br />
del mondo ha viaggiato molto, quali sono i posti<br />
che le sono rimasti più a cuore?<br />
«Al di là delle varie località sciistiche dove si svolgono le<br />
gare, Deer Valley negli Stati Uniti e Aare in Svezia, sicuramente<br />
la città di New York anche perché è l'unica città che<br />
ho avuto la possibilità di visitare».<br />
Un suo grande obiettivo è centrare<br />
la qualificazione olimpica a Sochi 2014,<br />
quanto sta lavorando per centrare questo sogno?<br />
e’ fiducioso?<br />
«Sto lavorando intensamente curando ogni minimo dettaglio,<br />
visto che l'obiettivo è alla portata per cui sì, sono<br />
decisamente fiducioso».<br />
GiACOmO SCi ALPinO mATiz<br />
78<br />
in Coppa del mondo è l'unico azzurro insieme<br />
alle ragazze Deborah Scanzio e Giorgia Bertoncini.<br />
Come è la situazione attuale nel freestyle italiano<br />
e come vede il futuro di questa specialità in italia?<br />
«Mi meraviglio ogni giorno che ci siano più donne che<br />
uomini che gareggiano ad alto livello. In Italia, come nel<br />
tEMPO DI MONDIALI<br />
Ci siamo, l’appuntamento più importante della stagione<br />
per il freestyle è alle porte. Dal 5 al 10 marzo<br />
andranno infatti in scena i Mondiali. Il teatro della rassegna<br />
iridata <strong>2013</strong> sarà la Norvegia. Si gareggerà a<br />
Oslo, Voss e Myrkdalen. Verranno assegnati titoli in sei<br />
specialità: ski halfpipe, moguls, aerials, dual moguls,<br />
ski slopestyle e ski cross, tutte gare che ritroveremo al<br />
completo, nel calendario dei Giochi Olimpici Invernali a<br />
Sochi 2014. Sarà un test importantissimo in vista proprio<br />
dell’appuntamento olimpico, da sempre fulcro di<br />
un intero quadriennio agonistico. Di sicuro non man-<br />
79<br />
freestyle<br />
resto del mondo, è davanti agli occhi di tutti che il freestyle,<br />
nelle sue varie discipline, conti sempre più praticanti.<br />
Occorrerebbe investire maggiormente sui giovani per essere<br />
vincenti anche in questi sport cosiddetti "minori" come<br />
succede in altri paesi. Giovani di talento ci sono e spero<br />
che grazie al progetto FuturFisi, abbiano finalmente la possibilità<br />
di emergere. A proposito della mia compagna di<br />
squadra Giorgia Bertoncini, ho saputo del suo infortunio in<br />
Svizzera e volevo augurarle una pronta guarigione. Spero<br />
che ritorni più forte di prima».<br />
Se non avesse fatto moguls si sarebbe<br />
immaginato in un altro sport e quale?<br />
«Sinceramente non saprei, forse avrei continuato nel mondo<br />
dello sci alpino, avvicinandomi poi allo ski cross».<br />
Cosa vorrebbe dire agli italiani per stimolarli<br />
a seguirvi non solo nelle due settimane olimpiche<br />
ogni 4 anni, ma tutto l'anno nelle varie competizioni<br />
internazionali?<br />
«Più che agli italiani mi vorrei rivolgere ai media nazionali<br />
per incitarli a trasmettere e a proporre di più al pubblico<br />
italiano il mio sport. So che si tratta di una disciplina in cui<br />
i protagonisti non sono della nostra nazione ma so anche<br />
quanto le gare del freestyle siano spettacolari e coinvolgenti.<br />
Sarebbe poi opportuno che i media, oltre a trasmettere<br />
le gare, coinvolgessero maggiormente il pubblico durante<br />
il racconto».<br />
A proposito di mondiali, ormai ci siamo quasi...<br />
Tornerebbe contento dalla norvegia se...?<br />
«Sarei soddisfatto se... tornassi con una medaglia al collo<br />
per dedicarla ad una persona che non c'è più, Giacomo.<br />
Vorrei confermarmi nei primi dieci al mondo sapendo che<br />
non sarà un'impresa facile».<br />
cherà lo spettacolo con gare dinamiche, spettacolari e<br />
coinvolgenti che vedranno al via i migliori interpreti in<br />
assoluto del freestyle, specialità per specialità. Quella<br />
che si disputerà in Norvegia sarà la 14ª edizione dei<br />
Mondiali. La prima andò in scena nel 1986 a tignes,<br />
in Francia. Da allora il freestyle ha fatto molta strada,<br />
diventando ufficialmente sport olimpico, a partire<br />
dall’edizione di Albertville 1992, allargandosi a nuove<br />
specialità e dimostrando di essere sempre più emergente<br />
tra le nuove generazioni come uno degli sport<br />
invernali del futuro.
Drew Tabke<br />
non frena<br />
Lo statunitense, secondo nel 2012, è in cima alla classifica dello Swatch<br />
Freeride World Tour <strong>2013</strong>, grazie alle due vittorie di revelstoke e Chamonix<br />
di Pasquale Teoli
Dopo tre spettacolari run in giro per il mondo, Drew<br />
tabke è il leader dello “Swatch Freeride World tour<br />
<strong>2013</strong> by the North Face”. Le due vittorie di revelstoke<br />
e Chamonix, intervallate dal comunque positivo sesto<br />
posto di Courmayeur, l’hanno catapultato in cima alla classifica<br />
provvisoria. Il trionfo nel Freesking World tour 2011 e<br />
il secondo posto nella passata edizione del Freeride World<br />
tour lo candidano come papabile vincitore per quest’anno.<br />
«Ma la strada è ancora lunga», ribatte il ventottenne statunitense<br />
cresciuto sulla Crystal Mountain, cima situata nello<br />
stato di Washington. Di sicuro però, lui l’ha imboccata col<br />
passo giusto.<br />
Drew, questo <strong>2013</strong> è iniziato col botto con la vittoria<br />
nella prima uscita a revelstoke. Ci racconti come<br />
è andata.<br />
«Credo di avere avuto un pizzico di fortuna nella tappa canadese<br />
perché c’erano tanti ottimi sciatori. Secondo me,<br />
quest’anno, vedremo molti riders differenti alternarsi sul<br />
podio, perché ci sono ottimi interpreti da ogni angolo del<br />
mondo. Sarà bello vedere chi saranno i migliori con la combinazione<br />
del Freeride World tour e del Freeskiing World<br />
tour».<br />
Che cosa cambierà?<br />
«Non c’erano grandi differenze tra i due circuiti, però il bello<br />
è che ora gareggiamo tutti insieme nella stessa competizione<br />
e alla fine si potrà dire davvero chi è stato il migliore».<br />
Ci racconta la complicità che c'è tra voi riders<br />
al momento di andare a ispezionare visivamente<br />
le linee da affrontare in gara?<br />
«È proprio questo che rende speciale il freeride: siamo molto<br />
competitivi, ma allo stesso tempo siamo grandi amici.<br />
tutti cercano di fare la miglior run possibile, ma sempre con<br />
un occhio attento per la sicurezza. Penso che il gruppo di<br />
quest’anno sia uno dei migliori mai assemblato e per me è<br />
un onore farne parte».<br />
L'unione dei due circuiti ha dunque dato vita<br />
ad un cocktail esplosivo...<br />
«È interessante perché ognuno dei rider ha un diverso<br />
background: c’è chi faceva sci alpino e chi si divertiva a<br />
fare tricks negli snowpark. Io, invece, sono sempre stato<br />
un freeskier, senza una particolare scuola. Sono migliorato<br />
col tempo, continuando a coltivare questa mia passione».<br />
Perché il freeride?<br />
«A mio parere, è l’espressione naturale dello sci. Non c’è<br />
modo migliore per provare al mondo di essere il migliore<br />
sulla neve».<br />
Le è piaciuto il pendio di Courmayeur<br />
o preferiva quello dell'anno precedente?<br />
«Inaugurare una nuova venue sulla tete d’Arp è stato un<br />
grande onore. È bello gareggiare su un pendio sul quale si<br />
SCi DreW ALPinO TABKe<br />
82<br />
freeride<br />
«SCiO Per CirCA 10 meSi ALL’AnnO PerChé D’eSTATe mi SPOSTO<br />
in SUDAmeriCA. nOn BiSOGnA PenSAre TrOPPO A QUAnTO Ci Si ALLenA,<br />
mA A QUAnTO Si SCiA»
SCi DreW ALPinO TABKe<br />
«iL FreeriDe è L’eSPreSSiOne nATUrALe DeLLO SCi. nOn C’è mODO<br />
miGLiOre Per PrOVAre AL mOnDO Di eSSere iL miGLiOre SULLA neVe»<br />
è già sciato in precedenza, ma è ancora meglio inaugurare<br />
una nuova montagna. In questo modo, tutti hanno le stesse<br />
possibilità di vincere e ognuno dà la miglior interpretazione<br />
del pendio inedito».<br />
in quel caso, il miglior interprete è stato l'azzurro<br />
markus eder. Che ne pensa di lui?<br />
«Credo che sia un grande sciatore ed erano anni che lo<br />
aspettavo anche nel freeride, perché ero convinto dei suoi<br />
mezzi. Ora ha vinto la sua prima tappa in carriera al Freeride<br />
World tour e sono convinto che quest’anno sarà tra i<br />
migliori anche nei prossimi appuntamenti perché ha delle<br />
capacità eccellenti».<br />
Dunque, ora si vince soprattutto grazie ai tricks?<br />
«talvolta sì, il freestyle e i tricks possono rappresentare il<br />
modo migliore per vincere una gara, ma dipende dalla<br />
montagna. Altre volte, infatti, si vince con uno stile di sci più<br />
estremo. Ogni tappa mostra chi è il più bravo di noi a saper<br />
leggere ed interpretare quella precisa montagna».<br />
Come è successo a lei in Canada.<br />
«L'esperienza aiuta molto. Avevo già sciato tre volte sul<br />
pendio di revelstoke prima della vittoria di quest'anno e il<br />
fatto di conoscerlo a memoria è stato sicuramente il segreto<br />
del mio successo».<br />
essere in testa in questo momento della stagione<br />
quanto pesa per lei?<br />
«Il Freeride World tour è una strada lunga e tortuosa e siccome<br />
sono sei tappe e fino alla fine non si può dire. Lo scor-<br />
CACCIA APErtA AL VErtICE<br />
Da kirkwood, in California, riparte la caccia a Drew<br />
tabke. Il 27 febbraio, condizioni meteo permettendo, è<br />
in programma la quarta tappa del FWt <strong>2013</strong>. Pronti allo<br />
sgambetto ci sono lo svizzero Jeremie Heitz e lo svedese<br />
reine Barkered, già vincitore nel 2012: entrambi<br />
hanno intenzione di spodestare il rider statunitense<br />
dalla vetta della classifica generale già nell’appuntamento<br />
americano. In quarta posizione c’è l’italiano<br />
Markus Eder, che andrà in cerca di punti importanti<br />
per assicurarsi un posto alla finale di Verbier del prossimo<br />
23 marzo. Non male per uno che a gennaio ha<br />
fatto l’esordio in questo circuito. Attenzione anche alle<br />
mine vaganti: il neozelandese Sam Smoothy e l’argen-<br />
85<br />
freeride<br />
so anno ad esempio, siamo arrivati a Verbier con quattro<br />
atleti in lizza per il titolo di campione assoluto. Spero che<br />
quest’anno il finale di stagione sia altrettanto eccitante».<br />
Come si prepara alle competizioni?<br />
«Freeride vuol dire sentirsi a proprio agio in un ambiente<br />
estremo e ci vuole un grande mole di preparazione quotidiana.<br />
Bisogna studiare le montagne, conoscere i cambiamenti<br />
atmosferici possibili e le conseguenti variazioni della<br />
neve. Chi passa più tempo a fare ciò, diventa il miglior rider<br />
del pianeta».<br />
e lei quanto ne passa di tempo sulla neve?<br />
«Scio per circa dieci mesi all’anno perché d’estate mi sposto<br />
in Sudamerica. Molti cercano di fare come me, Eder<br />
ad esempio d’estate va a sciare sui ghiacciai. Non bisogna<br />
pensare troppo a quanto ci si allena, ma soprattutto a<br />
quanto si scia».<br />
Che rapporto ha instaurato<br />
con gli altri riders statunitensi?<br />
«Siamo come una piccolo nucleo che fa parte di una famiglia<br />
ancora più globale. C’è molta complicità e siamo tutti<br />
molto uniti».<br />
Qual è la diffusione a stelle e strisce del freeride?<br />
«Negli Stati Uniti il freeride non è niente di nuovo, perché<br />
molti sciatori sono cresciuti in questo mondo sin da bambini.<br />
È come se fosse sangue che già scorre nelle nostre vene<br />
ed è fantastico vedere che questo movimento stia continuando<br />
a crescere».<br />
tino Nicolas Salencon non hanno nessuna intenzione<br />
di stare a guardare. tra le donne, dopo lo sfortunato<br />
ko dell’austriaca Eva Walkner, ci ha pensato la connazionale<br />
Nadine Wallner a tenere in alto le sorti del<br />
paese alpino, garantendosi la seconda piazza provvisoria<br />
e pronta a stupire ancora in occasione della tappa<br />
casalinga di Fieberbrunn del 9 marzo. In testa c’è la<br />
campionessa in carica Christine Hargin, intenzionata a<br />
proseguire la dinastia familiare: dopo il successo della<br />
sorella Janette nel 2011 ed il suo dell’anno passato, ci<br />
sono tutte le premesse per uno storico tris. Outsider la<br />
norvegese Pia Nic Gundersen, reduce dall’ottimo terzo<br />
posto di Chamonix.
Skiers Cup all'europea<br />
La squadra capitanata dallo svedese Kaj zackrisson si è aggiudicata la spettacolare manifestazione<br />
vendicando la sconfitta dello scorso autunno in Cile di Alberto Dolfin/ foto Jeremy Bernard, Dominique Daher, David Carlier
si prende la rivincita nella<br />
Skiers Cup <strong>2013</strong>. Dopo la sconfitta pati-<br />
L’Europa<br />
ta in Cile lo scorso autunno, i riders del<br />
Vecchio Continente hanno saputo riscattarsi<br />
questo mese a zermatt, in Svizzera, battendo<br />
gli americani con un sonoro 21-11. Un<br />
successo già ipotecato dopo gli scontri della<br />
parte di “Backcountry Slopestyle”, che avevano<br />
portato la squadra capitanata dallo<br />
svedese Kaj zackrisson sul 10-6. L’austriaco<br />
Fabio Studer, lo svizzero Nicolas Vuignier e<br />
il britannico Paddy Graham sono stati capaci<br />
di vincere entrambi i round a loro disposizione,<br />
garantendo il break ai compagni.<br />
«Gareggiare su salti che non abbiamo<br />
provato non è così difficile come si possa<br />
pensare - ha affermato Studer in seguito<br />
FreeriDe<br />
88<br />
Fabio Studer<br />
Sam Favret kC Deane<br />
alle prove di slopestyle -. Devo ammetterlo,<br />
ho fatto talmente tanti switch 5, 720° e<br />
cork 3 nella mia vita che riesco a controllare<br />
perfettamente le rotazioni ed atterrare in<br />
piedi. Mi preoccupo soltanto di accelerare o<br />
rallentare la mia evoluzione, come nel caso<br />
del grande cork 3 che ho eseguito nella<br />
seconda run». Non contento, l’austriaco si<br />
è ripetuto anche nel “Big mountain”, risultando<br />
l’unico sciatore imbattuto al termine<br />
della manifestazione. Più del risultato però,<br />
ha contato il grande spettacolo offerto da<br />
questi sedici funamboli, che hanno entusiasmato<br />
il pubblico accorso ad assistere a<br />
questo grandissimo evento. Un messaggio<br />
che traspare anche dalle parole del capitano<br />
del team americano, Cody Townsend:<br />
«Mentre gareggiavo nella mia seconda run,<br />
sapevo che non avevamo più speranze di<br />
vincere il trofeo perché anche la matematica<br />
ci condannava. A quel punto, ho detto ai<br />
miei ragazzi che dovevano pensare soltanto<br />
a divertirsi e, per quanto mi riguarda, ho<br />
deciso di regalare un piccolo show al pubblico,<br />
provando il double cork 1080. La rotazione<br />
andava bene, ma forse ci ho messo<br />
un po’ troppo impeto. Ma che importa se è<br />
andata male, è stato divertentissimo! Siamo<br />
onesti, è stata una delle competizioni più<br />
belle mai disputate».<br />
Stesse emozioni, ma risultato ben più gratificante<br />
per il condottiero della compagine<br />
europea: Kaj Zackrisson. «Ero molto ner-<br />
voso prima dell’ultimo giorno di gare, anche<br />
perché gareggiavamo nel mio campo<br />
preferito. Vedere la forma di tutti quei<br />
kickers non ha fatto che accrescere la mia<br />
stima e tranquillizzarmi - racconta il quarantenne<br />
svedese -. Così, quando è toccato<br />
a me scendere, ho cercato di superarmi<br />
e riuscire a compiere una buona manche<br />
mi ha fatto provare davvero una grandissima<br />
sensazione». Un plauso, dunque,<br />
a chi ha lavorato alla costruzione della<br />
venue, come il francese Julien regnier,<br />
addetto al disegno del percorso e dei salti<br />
prima e giudice della gara poi: «È stata<br />
una dura battaglia per mettere su questo<br />
evento. Abbiamo lavorato moltissimo sui<br />
salti, seguendo alla lettera i protocolli di<br />
FreeriDe<br />
Cody townsend richard Permin<br />
Markus Eder Charley Ager<br />
L'iTALiAnO mArKUS eDer: «e' UnA COmBinAziOne Di mOLTi ASPeTTi DeL FreeriDe COn LO STiLe DeL BiG mOUnTAin, riCCO Di SALTi Di rOCCiA BeLLiSSimi DA FAre»<br />
sicurezza e sperando che anche madre<br />
natura ci desse una mano. È un lavoro<br />
tosto, ma lo amo e non lo cambierei per<br />
nulla al mondo».<br />
Non poteva mancare, il commento dell’azzurro<br />
Markus eder, unico rappresentante<br />
dell’Italia, ma di gran lunga il più estroso<br />
della banda: «Questa competizione è una<br />
combinazione di molti aspetti del freeride<br />
con lo stile del Big Mountain. È un pochino<br />
più calmo rispetto ad un pendio di Big<br />
Mountain, ma è comunque ricco di salti di<br />
roccia bellissimi da fare. Mi piace questo<br />
tipo di eventi e allo stesso tempo mi piace<br />
il Big Mountain puro: penso che entrambe<br />
le discipline siano davvero strepitose. Per<br />
89<br />
cui, continuiamo in questa unica celebrazione<br />
e spingiamo anche nella direzione<br />
del freeride». Se lo dice un funambolo<br />
come lui, c’è da fidarsi. Nello slopestyle,<br />
oltre al fuoriclasse italiano, anche Nicolas<br />
Vuignier proverà a qualificarsi ai Giochi<br />
di Sochi dell’anno prossimo. «Ho qualche<br />
possibilità andare all’Olimpiade, ma dovrei<br />
impegnarmi sul serio nelle gare della<br />
FIS ed allenarmi tutto l’anno nei park - racconta<br />
lo svizzero -. Quest’anno da noi c’era<br />
tantissima neve fresca e per ora mi sono<br />
dedicato quasi esclusivamente al fuoripista.<br />
Non so se nei prossimi mesi riuscirò<br />
a focalizzarmi a pieno sull’appuntamento<br />
a cinque cerchi. Anche perché il richiamo<br />
del freeride è sempre troppo forte».
La scommessa<br />
Tomasi<br />
di<br />
L'azzurro rappresenta uno dei più appassionati praticanti dello ski cross:<br />
«Tocca a noi atleti centrare quei risultati di prestigio in grado di attirare<br />
l'attenzione sul nostro sport»<br />
di Pasquale Teoli / foto Getty Images e Pentaphoto<br />
Lo ski cross italiano fa fatica ad ottenere risultati di prestigio<br />
in Coppa del Mondo, la situazione non è certo facile<br />
ma piano piano qualcosa inizia a muoversi. Il gruppo degli<br />
atleti azzurri si impegna a fondo e con grande passione<br />
per migliorare e cercare di favorire lo sviluppo di questo sport<br />
anche in Italia. tra questi c’è il 25enne Marco tomasi. Proprio<br />
con lui abbiamo cercato di capire quale sia l’attuale situazione,<br />
per chi pratica a livelo agonistico nel nostro paese, questa<br />
spettacolare disciplina.<br />
La maggior parte dei protagonisti dello ski cross<br />
proviene dallo sci alpino, ed è così anche per lei.<br />
Quando e perché ha deciso di passare allo ski cross?<br />
«Ho fatto diversi anni di sci alpino prima di passare definitivamente<br />
allo ski cross. E’ successo esattamente nella stagione<br />
2010-2011. Quell’annata non era andata per niente male<br />
anche in discesa libera, tanto che nella classifica di fine stagione<br />
della Coppa Europa ero 21°, ma dopo aver provato lo<br />
ski cross ed essermi divertito così tanto, non ho mai più minimamente<br />
pensato di tornare a gareggiare nell'alpino! Posso<br />
dire di essermi letteralmente innamorato di questa specialità<br />
e sono contentissimo della mia scelta ogni giorno di più».<br />
Tornando indietro alla sua prima esperienza agonistica<br />
nello ski cross cosa ricorda di quel 22 gennaio 2011?<br />
«A dire il vero la mia prima esperienza in una gara di skicross<br />
è stata abbastanza deludente. Quel giorno gareggiai<br />
in Coppa Europa, a Zweisimmen in Svizzera, su un tracciato<br />
non particolarmente difficile. tutti si aspettavano che andassi<br />
fortissimo, ma mi ritrovai addirittura classificato in 73ª posizione!».<br />
e la sua prima gara di Coppa del mondo invece?<br />
«Il mio debutto in Coppa del Mondo fu esattamente una<br />
settimana dopo la prova di Coppa Europa in Svizzera. Era la<br />
seconda gara in assoluto della mia carriera. Per fortuna a<br />
Grasgehren in Germania, andò in tutt‘altro modo rispetto alla<br />
precedente. Superai le qualificazioni con il 19° tempo e fui poi<br />
eliminato nella batteria degli ottavi di finale, arrivando terzo<br />
al traguardo».
iguardo la stagione attualmente in corso e il futuro<br />
che obiettivo vorrebbe raggiungere?<br />
«Non so dove potrò arrivare nella mia carriera, chi può dirlo.<br />
Ogni anno però mi risulta sempre facile pormi dei nuovi<br />
obiettivi. Di sicuro in questo momento sono concentrato<br />
sul guadagnarmi il posto in squadra per partecipare, tra<br />
un anno, ai Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014. Mi piacerebbe<br />
moltissimo rappresentare il mio Paese in questa<br />
disciplina».<br />
Quali sono secondo lei le doti necessarie per essere<br />
un buon interprete dello ski cross?<br />
«Lo skicross si può definire quasi come una “doppia gara”<br />
nella quale serve essere sia un bravo sciatore, con buone<br />
doti tecniche e di scorrimento, per quanto riguarda la run di<br />
qualificazione ed anche una sorta di giocoliere, diciamo così,<br />
pieno di voglia di vincere nelle battterie, quando si scende in<br />
pista gomito a gomito contro altri tre atleti».<br />
Che idea si è fatto, osservandoli da vicino,<br />
dei migliori interpreti della specialità?<br />
«Nel circuito dello ski cross ci sono davvero tanti sciatori interessanti,<br />
ognuno dei quali ha un qualcosa di particolare, da<br />
ammirare. Sicuramente guardandoli si imparano tante cose<br />
ma è sempre meglio continuare a seguire il proprio stile e<br />
non cercare di copiare quello degli altri».<br />
nello ski cross purtroppo l'italia fa un po' fatica,<br />
quali sono le difficoltà maggiori che dovete affrontare?<br />
Può descriverci la situazione attuale, vista dall‘interno?<br />
«Sì è vero, purtroppo in Italia questa disciplina non ha an-<br />
mArCO TOmASi<br />
cora preso piede a differenza di tutte le altre nazioni che<br />
partecipano alla Coppa del Mondo. Negli altri paesi infatti<br />
c’è un continuo sviluppo e si investe moltissimo sia in termini<br />
economici che sugli atleti. Noi invece siamo ancora<br />
nell’ombra dello sci alpino. Probabilmente attraversiamo<br />
questa situazione di stallo e non si parla molto di ski cross<br />
anche perché nessuno di noi riesce a fare risultati di rilievo<br />
che aiuterebbero non poco. Di sicuro, noi quattro della<br />
Nazionale maggiore (Stefan thanei, Diego Castellaz e<br />
Stephan Miribung, ndr) ci stiamo allenando al massimo e<br />
abbiamo tutti molta voglia di far conoscere questa spettacolare<br />
alternativa dello sci che ricordiamolo è disciplina<br />
olimpica dal 2010, finalmente anche agli italiani».<br />
Oltre al gruppo che gareggia in Coppa del mondo,<br />
chi c’è alle vostre spalle? Ci sono nuove leve<br />
che aspirano ad arrivare al vostro livello?<br />
«C'è una Nazionale B composta da diversi ragazzi più giovani<br />
di noi che gareggiano in Coppa Europa. Sempre in<br />
questo gruppo ci sono anche due ragazze altoatesine. Capita<br />
spesso che nella preparazione estiva e anche nei mesi<br />
di ottobre e novembre, ci alleniamo tutti assieme in modo<br />
che anche loro abbiano la possibilità di confrontarsi con<br />
noi, per migliorarsi ed arrivare più rodati nelle competizioni<br />
che affrontano».<br />
92 93<br />
skicross<br />
Che tipo di allenamento svolge generalmente<br />
un’atleta di ski cross?<br />
«I nostri allenamenti sono molto simili a quelli dello sci alpino:<br />
facciamo molto gigante e un po' di velocità quando<br />
ne abbiamo la possibilità, ma ovviamente dobbiamo allenarci<br />
anche sui dossi, sui salti ed in particolar modo nella<br />
partenza che nella nostra disciplina è un particolare molto<br />
importante».<br />
Spesso questo sport viene definito pericoloso,<br />
cosa ha da dire a riguardo?<br />
«Non si può dire che non sia del tutto vero ma penso che<br />
comunque ogni sport praticato ad un certo livello lo sia. Certo<br />
gareggiare tra dossi e salti, giù per la stessa pista, in quattro,<br />
tutti così vicini ed affamati di risultato, potrà farlo sembrare<br />
molto più pericoloso di tanti altri ma non è così. Non bisogna<br />
poi farsi impressionare dalle cadute, non sempre equivalgono<br />
ad un infortunio. C'è da dire comunque che, in qualsiasi<br />
caso, non è uno sport adatto a chi non voglia rischiare nulla<br />
dato che è più che sicuro che qualche caduta, sulla propria<br />
strada, prima o poi la si incontrerà».<br />
Dahron rahlves, uno dei più famosi sciatori di alpino,<br />
passati allo ski cross, per definire questo sport, prima<br />
del suo debutto olimpico a Vancouver 2010, usò questa<br />
descrizione: “e’ come se fosse motocross sugli sci con<br />
qualcosa della formula nascar e del bull riding mischiati<br />
insieme”. Si trova d’accordo con questa descrizione?<br />
«Penso che ogni skierX definisca questo sport in un modo<br />
diverso. In effetti Dahron parlando di motocross sugli sci ci ha<br />
quasi preso in pieno anche se noi non abbiamo la manopola<br />
del gas e serve molta tattica per preparare un sorpasso o per<br />
non farsi superare».<br />
Lo ski cross ha tutte le potenzialità per accogliere<br />
nuovi appassionati anche qui da noi, come già<br />
accaduto in altre nazioni. Secondo lei cosa si potrebbe<br />
fare per promuoverlo in italia?<br />
«Lo penso anche io, basta guardare quanto sia stato seguito<br />
in tv durante l’Olimpiade di Vancouver 2010. tanti che non<br />
lo conoscevano si sono divertiti a guardare le gare olimpiche.<br />
Ogni persona che mi chiede “cos'è questo ski cross?”<br />
dopo la mia spiegazione di solito mi dice: “Ho capito... ho<br />
visto una gara una volta… Che figo, siete dei folli!”. Questo<br />
tipo di risposta mi stampa ogni volta un sorriso in volto perché<br />
vuol dire che la spettacolarità di questo sport non passa<br />
inosservata, è qualcosa di immediato che cattura subito.<br />
Per questo credo che allargare la base degli appassionati<br />
in Italia sia decisamente possibile. Naturalmente dobbiamo,<br />
noi atleti, mettercela tutta per primi. Io personalmente<br />
spero di riuscire nel mio intento e contribuire alla causa con<br />
qualche bel risultato che possa aiutare a far conoscere di<br />
più questo splendido sport nel nostro Paese».
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Sci cLUB
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SCI CLUB SAN DOMENICO<br />
L'attività di promozione alla base del lavoro dello sci club<br />
Fabio Zabarino: «La nostra carta vincente è la volontà<br />
e la dedizione con la quale tutti danno il loro contributo»<br />
La passione unita all’impegno, la voglia<br />
di trasmettere ai giovani l’amore per lo<br />
sport, grandi campioni cullati nel proprio<br />
grembo che danno segnali importanti<br />
allo Sci Club San Domenico. I corsi e ricorsi<br />
della storia hanno talvolta spianato, talvolta<br />
reso più duro il percorso, ma la consapevolezza<br />
e la vitalità delle attività sono quelle di<br />
chi non si è mai “seduto” e ha sempre cercato<br />
di rinnovarsi e offrire una buona alternativa<br />
per i propri associati.<br />
Lo Sci Club San Domenico, realtà attiva nel<br />
Verbano-Cusio-Ossola, nasce nel 1910, e<br />
pertanto fa parte dell’elenco delle società<br />
storiche, con il nome di “Sci Club Sempio-<br />
ne”, come unione tra appassionati di sci<br />
nordico. Solo più tardi, nel 1970, comparirà<br />
anche lo sci alpino, cardine, al momento,<br />
delle attività del gruppo. Gli anni Ottanta<br />
possono essere definiti gli anni d’oro dello<br />
sci club che a partire dal 1983 si chiamerà<br />
Sci Club San Domenico. Nel 1985 un importante<br />
riconoscimento arriva da parte della<br />
Fisi, il distintivo d’oro, onorificenza per le società<br />
più importanti ed attive nel panorama<br />
degli sport invernali. Negli anni Novanta poi<br />
tra i ragazzi dello Sci Club cresce un talento<br />
enorme, l’ossolano Massimiliano Blardone,<br />
tra i migliori interpreti al mondo dello slalom<br />
gigante. «Max continua a creare, e non solo<br />
tra i nostri atleti, un grande stimolo anche se<br />
96<br />
i suoi numerosi impegni non gli permettono<br />
di poter tornare spesso sulle nevi della nostra<br />
stazione - racconta il presidente Fabio<br />
Zabarino -. Attualmente la nostra associazione<br />
annovera circa 50 affiliati, di cui 15 atleti<br />
10 membri del direttivo, con una fascia di<br />
età ampia, che va dai 6 ai 60 anni». Le attività<br />
che il San Domenico offre con passione<br />
sono molteplici e mirano a fornire un primo,<br />
ma completo approccio con il mondo delle<br />
gare: «La nostra principale attività è quella di<br />
far avvicinare allo sport invernale il più alto<br />
numero di bambini per poterli in seguito introdurli<br />
nell’attività agonistica. Tale impegno<br />
ha inizio e prosegue, tramite un rapporto di<br />
collaborazione tra la nostra Associazione<br />
ed altre figure locali quali l’Amministrazione<br />
Comunale, la Scuola dei maestri di sci<br />
di San Domenico e la Stazione sciistica San<br />
Domenico Ski». L’attenzione per i più giovani<br />
è enorme: «Ogni anno vengono organizzati<br />
corsi in otto lezioni aperti ai bambini, sia<br />
delle scuole locali che provenienti da località<br />
vicine, con una fascia di età compresa tra<br />
i 5 ed i 13 anni. Mediamente il corso annovera<br />
circa 50 ragazzini suddivisi in gruppi di<br />
7/8 elementi guidati da un maestro per ogni<br />
gruppo. Il corso - spiega Zabarino - termina<br />
con una prova di capacità, che mette in<br />
luce i potenziali atleti da inserire nell’attività<br />
agonistica vera e propria». Anche il lavoro<br />
proprio della squadra agonistica è organizzato:<br />
«Ad oggi abbiamo due gruppi di 7<br />
elementi per sesso nelle categorie cuccioli/<br />
baby ed allievi/ragazzi che gareggiano nelle<br />
gare di circuito provinciale», spiega il pre-<br />
97<br />
SCi CLUB SAn DOmeniCO<br />
sidente. Qualche nome su cui puntare per il<br />
futuro? «Soprattutto nella categoria superiore<br />
abbiamo centrato parecchie vittorie con<br />
Luca ruchetta, Francesco nava, Alessia<br />
minazzi tra gli Allievi e Omar Solfrini nella<br />
categoria Ragazzi già qualificati per le prossime<br />
gare a livello nazionale», spiega con<br />
orgoglio Zabarino.<br />
Ma lo sci alpino non è l’unica attività dello<br />
Sci Club San Domenico. «Una grandissima<br />
importanza per noi la ha lo skate, disciplina<br />
estiva a cui partecipano oltre ai nostri<br />
atleti, anche altri ragazzi provenienti dai vari<br />
sci club locali. Anche in questa disciplina<br />
ci siamo tolti diverse soddisfazioni, come<br />
la vittoria ai Campionati italiani nel 2007».<br />
L’attività principale rimane comunque quella<br />
invernale: «I nostri atleti già dal mese di<br />
settembre effettuano uscite di allenamento<br />
sui ghiacciai della vicina Svizzera. L’impegno<br />
prosegue poi per tutta la stagione invernale<br />
con circa 50 uscite tra allenamenti e<br />
competizioni. La nostra carta vincente credo<br />
sia la forza di volontà di tutti i componenti<br />
del Direttivo che dedica alla nostra organizzazione<br />
anima e corpo, con profonda passione<br />
e amore per la montagna. Ognuno di<br />
noi sacrifica tantissime energie e parte del<br />
nostro tempo libero, ma è un piacere. Naturalmente<br />
non possiamo dimenticare tutti<br />
i nostri sponsor che, anche in un periodo<br />
di crisi come questo, ci aiutano a proseguire<br />
in tutte le nostre attività con passione<br />
e sicurezza».
Si chiama Kronplatz Ski Team, l’equipe<br />
nata nel 2005 sotto la fusione di<br />
quattro sci club per consentire ai<br />
giovani atleti di effettuare gli allenamenti<br />
ad alto livello e per dare loro la possibilità<br />
di allenarsi e prepararsi con degli<br />
allenatori di fama mondiale come Klaus<br />
Kastlunger e Simon Dapoz, due preparatori<br />
che hanno notevolmente contribuito<br />
al successo dei fratelli moelgg.<br />
«Il Kronplatz Ski team - spiega Klaus<br />
Kastlunger - nasce dall’idea di unire gli<br />
sci club dei quattro paesi che si trovano<br />
SCi CLUB<br />
krONPLAtZ SkI tEAM<br />
Uno Ski Team finalizzato alla crescita dei futuri campioni<br />
Klaus Kastlunger: «Da noi la selezione è molto rigorosa<br />
Allenarsi con i fratelli Moelgg è uno stimolo per i ragazzi»<br />
attorno al Plan de Corones: San Vigilio<br />
di Marebbe, Brunico, Valdaora e San Lorenzo.<br />
Abbiamo solo le categorie aspiranti<br />
e giovani in quanto la categoria<br />
allievi viene seguita dai singoli sci club<br />
del comprensorio. Nelle varie società<br />
sportive della zona ci sono circa 80/90<br />
atleti, ma il salto di qualità per accedere<br />
al nostro team lo fanno veramente in<br />
pochi. Fino a qualche tempo fa l’equipe<br />
era composta da una quindicina di atleti,<br />
adesso ne sono rimasti solamente<br />
sei. Durante l’inverno, a partire dal mese<br />
di novembre, i ragazzi si allenano tra le<br />
98<br />
tre e le quattro volte alla settimana nel<br />
pomeriggio, mentre quando hanno le<br />
vacanze scolastiche si allenano tra le<br />
5 e le 6 volte settimanali sia di mattina<br />
che di pomeriggio. Ci alleniamo sul Plan<br />
de Corones dando priorità alle piste<br />
che sono chiuse per fare allenamento:<br />
una si trova sul versante di Valdaora,<br />
l’altra è la Pre da Peres al Passo Furcia,<br />
sul versante di San Vigilio di Marebbe.<br />
D’estate invece facciamo preparazione<br />
atletica quattro volte alla settimana.<br />
In più ci spostiamo verso i ghiacciai e<br />
andiamo in Val Senales o in Austria a<br />
SCi CLUB<br />
99<br />
KrOnPLATz SKi TeAm<br />
Stubai o Hintertux. Dai nostri quattro<br />
sci club sono usciti tantissimi atleti che<br />
ora gareggiano o hanno gareggiato in<br />
passato, in Coppa del Mondo. Un esempio<br />
sono Manfred e Manuela Moelgg,<br />
Christof innerhofer, Alexander Ploner<br />
e Johanna Schnarf. Da quando gli sci<br />
club si sono uniti non abbiamo più avuto<br />
atleti che sono esplosi e sono riusciti a<br />
entrare nella squadra nazionale. A volte,<br />
quando Manfred e Manuela Moelgg<br />
sono a casa, sfruttiamo la loro presenza<br />
e offriamo la possibilità ai ragazzi di<br />
potersi allenare vicino a loro e osservare<br />
le loro sessioni di allenamento da vicino<br />
visto che anche loro si allenano sulla<br />
Pre da Peres. Gli obiettivi del Kronplatz<br />
Ski team sono quelli di risolvere le problematiche<br />
che si devono affrontare per<br />
cercare di portare più atleti in alto e sostituire<br />
un giorno i campioni di adesso, i<br />
fratelli Moelgg, Innerhofer e Schnarf per<br />
citare quelli che provengono da questa<br />
zona, perché non saranno eterni. Tutti e<br />
quattro gli sci club si stanno organizzando<br />
per poter lavorare bene negli anni e<br />
sfornare qualche altro talento».
SCi CLUB SCi CLUB<br />
SCI SNOW CLUB BACCHErEtO<br />
Da anni è una realtà consolidata dell'Appennino Toscano<br />
E da questa stagione il presidente Silvio Pacini ha avviato<br />
le iniziative Progetto Biancaneve e il Calendario del Sorriso<br />
Bacchereto è una piccola frazione<br />
del comune di Carmignano in<br />
provincia di Prato, con non più<br />
di mille abitanti che dista circa 25 chilometri<br />
da Firenze e circa 80 dal primo<br />
comprensorio sciistico sull’Appennino<br />
Toscano, l'Abetone. Qui ha la sede lo<br />
Sci Snow Club Bacchereto che nasce<br />
ufficialmente per le liste della Federazione<br />
Italiana Sport Invernali nel novembre<br />
del 2001, ma già da alcuni anni<br />
era presente nel territorio toscano, nato<br />
quasi per scherzo grazie alla volontà di<br />
alcuni amici di condividere questa passione<br />
trascorrendo splendide giornate<br />
sulla neve all'insegna del divertimento<br />
e dell'allegria, poi diventato con il tempo<br />
una realtà importante del territorio.<br />
Da allora è cresciuto in maniera esponenziale,<br />
sia come numero di tesserati<br />
che come staff dirigenziale. Da alcuni<br />
anni, infatti, è il club più numeroso in Toscana<br />
con una media di circa 300/350<br />
soci non agonisti; Il punto più alto fino<br />
ad ora è stato registrato nella stagione<br />
2010-2011 con ben 460 soci e ad oggi,<br />
nonostante i difficili momenti che la nostra<br />
società sta vivendo, si mantiene in<br />
linea con circa 300 soci all’attivo. Sono<br />
grandi soddisfazioni per tutto lo staff di<br />
dirigenti che si impegnano per permettere<br />
la frequentazione della montagna<br />
e la pratica degli sport invernali a tutti gli<br />
appassionati, occupandosi di offrire loro<br />
ciò che occorre per divertirsi sulla neve,<br />
al minimo prezzo possibile. La sempre<br />
maggiore visibilità delle attività annuali<br />
ed il sostegno degli sponsor permette<br />
di garantire ai tesserati vantaggi, convenzioni<br />
e sconti nei comprensori sciistici<br />
dove vengono svolte le attività, cioè<br />
100<br />
Corno alle Scale, Cimone e Abetone.<br />
Vengono organizzate anche settimane<br />
bianche e uscite durante i week end sulle<br />
nevi di comprensori sciistici in Italia e<br />
all’estero dando la possibilità di visitare<br />
sempre nuove località. Alcune delle cose<br />
che i tesserati riconoscono allo Sci Snow<br />
Club Bacchereto con la loro fedeltà negli<br />
anni ,sono soprattutto la compagnia<br />
e tanta allegria, l’amicizia, ed il visitare<br />
nuovi posti, motivazioni che spingono<br />
a condividere le proprie esperienze. Il<br />
club riserva una particolare attenzione<br />
a bambini e ragazzi, accompagnandoli<br />
passo dopo passo nel primo approccio<br />
alla pratica sportiva ed eventualmente<br />
agonistica, settore che purtroppo non è<br />
stato ancora sviluppato al meglio a causa<br />
delle tante difficoltà e delle innumerevoli<br />
spese che esso comporta. Lo spirito<br />
e la volontà è sempre stata quella che<br />
per i più giovani, e non, il Club fosse un<br />
punto di aggregazione umana e sociale<br />
per vivere insieme gli sport della neve.<br />
Fin dai primi anni di attività del club c’è<br />
Il presidente Silvio Pacini<br />
stata la volontà di fare in modo che i<br />
bambini e i ragazzi potessero provare lo<br />
sci gratuitamente, ed è così che è nato Il<br />
nostro “Progetto Biancaneve” frutto della<br />
collaborazione con le scuole di sci del<br />
Corno alle Scale per poter organizzare<br />
corsi gratuiti per i giovani sotto i 14 anni;<br />
i ragazzi saranno gli sciatori del futuro<br />
e in questo modo si cerca di fornirgli<br />
101<br />
SCi SnOW CLUB BACChereTO<br />
l’opportunità di imparare l’educazione<br />
e la pratica dello sport di gruppo. Il<br />
progetto ha aderito fin da subito al “FiS<br />
World Snow Day” per portare tutti sulla<br />
neve cercando di trovare sempre nuovi<br />
appassionati. Oltre a queste iniziative<br />
per i tesserati, è emersa la volontà di<br />
organizzare qualche cosa anche per i<br />
bambini meno fortunati ed è nato così<br />
in questa stagione 2012-<strong>2013</strong> un nuovo<br />
progetto dal nome “Calendario del Sorriso”.<br />
Composto da 7 scatti del fotografo<br />
Guido Piacentini realizzati con i dirigenti<br />
al Corno alle Scale, è stata allestita una<br />
campagna di raccolta fondi totalmente<br />
a favore di Dynamo Camp. Grande merito<br />
dei nostri successi va senza dubbio<br />
al presidente Silvio Pacini che con tanta<br />
costanza e moltissima passione in questi<br />
anni è riuscito a creare un gruppo di<br />
dirigenti capaci ed affiatati, giovani e<br />
volenterosi che dedicano il loro tempo<br />
libero agli altri permettendo così a chi lo<br />
desidera di praticare questo splendido e<br />
sano sport.
DenTrO i COmiTATi<br />
Portiamo alla luce<br />
l'attività dei Comitati<br />
sparsi per la Penisola
comitato<br />
La politica è quella dei piccoli passi<br />
anche perché la squadra di cui fa<br />
parte, quella del Comitato AOC è<br />
molto giovane, ma le idee sono quelle<br />
di chi sa dove vuole arrivare: «In gara<br />
hai solo un colpo in canna e devi sapere<br />
quando spararlo perché se sbagli<br />
non hai altre possibilità». Sono le parole<br />
di Erik Pettavino, giovane promessa<br />
dello scialpinismo azzurro. Il ragazzo<br />
cuneese ha già fatto ben parlare di sé<br />
con il quarto posto l’anno passato ai<br />
Campionati Italiani individuali, il sesto<br />
nella gara Vertical, l’ottavo posto in<br />
PiemOnTe - AOC PiemOnTe - AOC<br />
Pettavino, una carta vincente<br />
La giovane promessa deLLo sciaLpinismo azzurro riveLa Le sue ambizioni aLLa vigiLia degLi appuntamenti cLou deLLa stagione<br />
«mi aLLeno suLLe aLpi marittime, soprattutto neLLa conca deL cros. adoro La possibiLità di godere di posti e paesaggi fantastici»<br />
coppia con il compagno di Comitato,<br />
Alberto Topazio al Pierra Menta, mentre<br />
in questa stagione ha già ottenuto<br />
il primo e terzo posto nella Ski Alp Race<br />
Arntal in Valle Aurina e una prestigiosa<br />
convocazione mondiale. Pettavino, 17<br />
anni, vive a Limone Piemonte con i genitori<br />
Laura e Piero e la sorellina Anna.<br />
La scuola rappresenta la sua principale<br />
attività ed è iscritto all’ITIS Mario Del<br />
Pozzo di Cuneo: «Me la cavo abbastanza<br />
bene», racconta. Appena finite<br />
le lezioni bisogna subito correre in<br />
montagna per allenarsi: «Spesso con la<br />
104 105<br />
scuola non è facile regolarsi perché nei<br />
mesi invernali viene buio presto e arrivando<br />
a casa alle 14.30 bisogna fare in<br />
fretta a mettere le pelli».<br />
Quello di Pettavino è un innamoramento<br />
recente: «Ho iniziato con lo<br />
scialpinismo solo da due anni; prima,<br />
per circa otto anni, ho praticato fondo,<br />
ottenendo anche buoni risultati!<br />
Parallelamente però sono sempre andato<br />
a fare discesa». Altre discipline<br />
continuano a fare capolino nelle giornate<br />
di Erik che non ha innanzitutto<br />
dimenticato la sua passione per gli sci<br />
stretti in inverno, mentre d’estate usa<br />
gli skiroll, va in mountain bike e corre.<br />
Visto il luogo in cui abita con le belle<br />
montagne che consentono di vedere il<br />
mar Ligure neppure il trekking è disdegnato:<br />
«Vado spesso a fare delle gite<br />
da solo oppure con mio papà. Mi alleno<br />
principalmente sulla montagne di<br />
casa, le Alpi Marittime, soprattutto nella<br />
conca del Cros, proprio a Limone, e<br />
nelle vicinanze delle piste da discesa su<br />
cui anche quando la neve scarseggia in<br />
fuoripista, ci si può sempre allenare. È<br />
proprio questo che amo del mio sport,<br />
cioè la possibilità di stare all’aria aperta<br />
e di godere di posti e paesaggi fantastici,<br />
poter cambiare percorso di allenamento…<br />
cosa che in altre discipline<br />
come il fondo, non è possibile perché<br />
bisogna stare dove la pista è battuta».<br />
Nel futuro di Erik c’è lo sport: «Mi auguro<br />
di aver la fortuna di poter continuare<br />
nella mia disciplina, altrimenti<br />
mi dedicherò alla professione di perito<br />
meccanico, ciò per cui sto studiando.<br />
Mi piace molto e mi darebbe una buona<br />
opportunità di lavoro».<br />
Ma torniamo allo scialpinismo, che<br />
attualmente è il mondo incantato di
comitato<br />
Pettavino. In estate gli allenatori del<br />
Comitato AOC hanno fatto un grandissimo<br />
lavoro che nel primo scorcio di<br />
stagione ha già mostrato i suoi risultati.<br />
E a quanto pare anche i ragazzi se<br />
ne stanno rendendo conto: «Rispetto<br />
all’anno passato - racconta Erik - abbiamo<br />
migliorato molto sia dal punto<br />
di vista tecnico che da quello organizzativo.<br />
Abbiamo fatto molte uscite con<br />
i nostri due allenatori Andrea Basolo e<br />
Matteo Canova che ci hanno insegnato<br />
tante cose tecniche e dal punto di vista<br />
degli allenamenti, facendo ritiri estivi<br />
sia su neve che a secco. In questo momento<br />
mi sento abbastanza in forma.<br />
Certo, si può sempre migliorare, ma<br />
mi sento di dire che l’allenamento sta<br />
iniziando a dare i suoi frutti». L’impegno<br />
profuso dai tecnici del Comitato è<br />
stato grande ed ha cercato di fornire<br />
ai ragazzi nuovi strumenti, per renderli<br />
protagonisti di esperienze sconosciute<br />
per loro. «Nel primo ritiro a secco<br />
a Ceresole Reale, con Andrea Basolo<br />
PiemOnTe - AOC PiemOnTe - AOC<br />
abbiamo fatto un’escursione di due<br />
giorni con 4000 metri di dislivello positivo,<br />
quattro “passi” sopra i 3000 metri,<br />
incontrando anche parecchia neve!<br />
Invece nel secondo ritiro, con l’allenatore<br />
Canova, a Cervinia, abbiamo<br />
raggiunto il Breithorn, 4165 metri ed<br />
il Breithorn centrale, 4160 metri. È stata<br />
un’esperienza, per me così amante<br />
della montagna, che non dimenticherò<br />
mai anche perché sono stati i miei primi<br />
Quattromila», confessa il limonese.<br />
Oltre che dagli allenamenti le belle sensazioni<br />
arrivano, ovviamente, soprattutto<br />
dalle gare: «Il Tour du Rutor è stata<br />
la gara più bella a cui ho partecipato<br />
per diversi motivi. Innanzitutto è stata<br />
una competizione molto combattuta e<br />
poi perché siamo arrivati, io e Alberto<br />
(Topazio, ndr) quinti a pochissimo dal<br />
podio, in una giornata magnifica». E<br />
poi una grande classica è rimasta nel<br />
cuore di Erik: «La Pierramenta, la mia<br />
prima gara a coppie, è stata invece la<br />
gara più emozionante e tecnica alla<br />
quale io abbia mai partecipato. Già è<br />
un’emozione trovarsi lì a gareggiare<br />
con atleti importanti di altre nazioni. E<br />
poi il pubblico… c’era un tifo semplicemente<br />
incredibile; non avevo mai visto<br />
così tante persone nei cambi e lungo<br />
il percorso». Inutile negarlo, il pensiero<br />
è stato per tutti questi mesi rivolto ai<br />
Mondiali: «La sola partecipazione è stata<br />
per me una grande soddisfazione».<br />
E tra Coppa del Mondo e gare davvero<br />
importanti c’è stata la possibilità di<br />
conoscere gli azzurri, soprattutto quelli<br />
che stanno facendo molto bene: «Tifo<br />
per Matteo Eydallin e mi ispiro a lui: si<br />
diverte e riesce a fare bene nelle gare.<br />
Ho conosciuto anche Robert Antonioli<br />
e Michele Boscacci con cui ero in camera<br />
in Valle Aurina. Un’occasione per<br />
carpire qualche segreto dai più esperti».<br />
E poi c’è il confronto con i coetanei<br />
azzurri più forti: «Davide Magnini e Pietro<br />
Canclini sono avversari agguerriti!<br />
Nell’elite spero di esserci anche io».<br />
nOViTà Per LO SKi COLLeGe FreJUS<br />
novità nell’attivo Piemonte. nelle scorse settimane<br />
sono stati infatti presentati alcuni nuovi progetti<br />
dello Ski College Frejus, istituto paritario di<br />
Bardonecchia, primo in italia nel 1990 a fregiarsi<br />
del titolo di “Ski College FiSi AOC”. il Frejus, luogo<br />
moderno e dinamico dove si conciliano studio e<br />
sport, è diventato uno tra i primi istituti superiori a<br />
dotarsi di strumentazione tecnologica: tablet e Lim<br />
(lavagne multimediali) sostituiscono gli strumenti<br />
tradizionali. Queste innovazioni, che consentono<br />
grazie al caricamento online del materiale un immediato<br />
recupero degli assenti, hanno un rilievo<br />
soprattutto per gli studenti che per gare o ritiri non<br />
possono presenziare alle lezioni. Un’altra novità<br />
riguarda le borse di studio. Per il <strong>2013</strong> ve ne sono<br />
alcune a copertura totale della retta, mentre altre<br />
a copertura parziale. L’obiettivo è quello di premiare<br />
gli studenti-atleti più meritevoli e agevolare<br />
106 107<br />
la prosecuzione di studio e carriera di chi ha talento.<br />
Sono due poi le collaborazioni di spicco. La<br />
prima è con lo Sci Club melezet, realtà di grande<br />
rilievo per i talenti che ha “sfornato”, su tutti quello<br />
di Piero Gros. La seconda riguarda un aspetto<br />
finora forse troppo sottovalutato, ovvero la preparazione<br />
mentale degli atleti. Ad occuparsene sarà<br />
la “iena” marco Berry che ha dichiarato: «Per lo<br />
Ski College Frejus realizzerò un progetto pensato<br />
proprio per formare ancora di più il carattere dei<br />
ragazzi: degli incontri specifici appositamente realizzati<br />
per dare loro quei fondamentali strumenti<br />
utili nella vita di studenti, atleti, persone del domani.<br />
Avranno quindi l’opportunità di incontrare i<br />
trainer e mental coacher che lavorano con i professionisti<br />
e i grandi campioni ed apprendere direttamente<br />
da loro le basi di equilibrio essenziali<br />
a crescere sia sportivamente che a livello umano».