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Febbraio 2013

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Per la squadra azzurra, soprattutto<br />

quella maschile, era impossibile<br />

ripetere il clamoroso Mondiale di<br />

Garmisch-Partenkirchen, nel quale gli<br />

uomini avevano raccolto cinque medaglie,<br />

ben tre con Christof innerhofer di<br />

tutti e tre i metalli. Allora l'Italia maschile<br />

aveva avuto una stagione di Coppa del<br />

Mondo piuttosto negativa e aveva colto<br />

nei Mondiali in Baviera l'occasione di<br />

riscattarsi. Stavolta gli azzurri arrivavano<br />

alla rassegna iridata in Stiria con un<br />

inverno di Coppa completamente opposto<br />

e cioè ricchissimo di soddisfazioni<br />

soprattutto nella velocità: ben quattro<br />

vittorie in discesa, con Innerhofer a Beaver<br />

Creek e a Wengen e con Dominik<br />

Paris a Bormio e a Kitzbühel, e una in<br />

superG con Matteo marsaglia a Beaver<br />

Creek. Nelle gare tecniche solo Manfred<br />

moelgg e Davide Simoncelli sono riusciti<br />

a salire sul podio, l'altoatesino è stato<br />

secondo in gigante a Sölden e terzo in<br />

slalom ad Adelboden, il trentino è stato<br />

stupefacente terzo nel gigante di Beaver<br />

Creek dopo che quest'estate era stato<br />

vittima di una perforazione intestinale<br />

e salvato per il rotto della cuffia. Molto<br />

peggiore la situazione delle ragazze: un<br />

solo podio stagionale, il secondo posto<br />

di Daniela merighetti nella discesa di<br />

SCi ALPinO<br />

St. Anton, e solo altri 12 piazzamenti da<br />

top ten. Inoltre era ferma ai box l'atleta<br />

che aveva più concrete possibilità di<br />

medaglia, Federica Brignone, guarda<br />

caso colei che aveva vinto l'argento due<br />

anni fa in gigante, senza dimenticare<br />

una Johanna Schnarf, anch'essa infortunata,<br />

che nella velocità poteva dire la<br />

sua.<br />

Alla fine l'Italia è tornata da Schladming<br />

con tre medaglie, una molto attesa, una<br />

che era possibile e una del tutto inaspettata.<br />

Quella molto attesa l'ha vinta<br />

il 9 febbraio Dominik Paris nella discesa<br />

maschile, il 23enne altoatesino è riuscito<br />

a reggere alla grande la pressione<br />

di essere uno dei favoriti per essere il<br />

leader del trofeo di specialità e per i due<br />

successi stagionali e si è preso l'argento<br />

a 46 centesimi dal trionfatore Aksel<br />

Lund Svindal. Innerhofer, invece, questa<br />

pressione non l'ha retta e in superG è<br />

stato settimo cedendo il titolo di cui era<br />

detentore a Ted Ligety, in discesa è stato<br />

quattordicesimo e in supercombinata è<br />

uscito nello slalom. Paris ha confermato<br />

i grandissimi miglioramenti evidenziati<br />

nelle ultime stagioni, nelle prossime<br />

può vincere davvero tanto perché l'età<br />

è dalla sua e ha dei piedi estremamen-<br />

18<br />

te scorrevoli che lo fanno andar forte su<br />

qualsiasi tipo di pista e di neve. La medaglia<br />

che era possibile se l'è presa il<br />

15 febbraio Manfred Moelgg nel gigante<br />

maschile, il 30enne di San Vigilio di<br />

Marebbe, staccato di 1"75 dal vincitore<br />

Ligety, si porta a casa la terza medaglia<br />

iridata della sua carriera dopo che c'era<br />

riuscito due volte in slalom, argento a<br />

Åre nel 2007 e bronzo a Garmisch-Partenkirchen<br />

nel 2011. Manfred inoltre è il<br />

quinto italiano a essere salito sul podio<br />

mondiale in entrambe le prove tecniche<br />

dopo Zeno Colò, Gustavo Thoeni, Piero<br />

Gros e Alberto Tomba: questo per dire<br />

che come lui hanno fatto solo i nostri più<br />

immensi campioni, infine la zona podio<br />

in gigante tra Mondiali e Olimpiadi<br />

ci mancava dall'oro iridato di Tomba a<br />

Sierra Nevada 1996. Davvero un peccato<br />

che poi Manni abbia inforcato nella<br />

seconda manche dello slalom perché<br />

un altro grande risultato era alla sua<br />

portata e comunque si è dimostrato ancora<br />

una volta di gran lunga il più solido<br />

degli slalomgigantisti dal punto di vista<br />

psicologico. Infine la medaglia più inaspettata,<br />

e aggiungiamo commovente,<br />

l'ha vinta il 10 febbraio Nadia Fanchini<br />

nella discesa femminile, un argento<br />

straordinario che è stato a lungo un oro<br />

Nadia Fanchini<br />

fino all'arrivo con il numero 22 della<br />

sorprendente francese Marion rolland.<br />

Tutti aspettavano l'acuto di Dada Merighetti,<br />

o addirittura di Sofia Goggia,<br />

che convocata all'ultimo momento senza<br />

mai aver fatto risultato in Coppa del<br />

Mondo ma con una grande stagione di<br />

Coppa Europa all'attivo si era classificata<br />

incredibilmente al quarto posto in<br />

superG e al settimo in supercombinata.<br />

Invece Nadia, con il numero 2, ha firma-<br />

SCi ALPinO<br />

Dominik Paris Manfred Moelgg<br />

to la gara della rinascita dopo una serie<br />

impressionante di problemi fisici e di infortuni,<br />

il più grave dei quali, la rottura<br />

di tutti i legamenti delle ginocchia a St.<br />

Moritz nel 2010 seguito l'anno successivo<br />

da un altro crociato rotto mentre<br />

faceva l'apripista nella discesa di Cortina,<br />

le ha fatto perdere praticamente<br />

due anni di gare. Ma la camuna non<br />

ha mai mollato, ha sempre creduto di<br />

poter tornare ad alto livello e l'argento<br />

19<br />

di Schladming l'ha premiata: un bronzo<br />

l'aveva già intascato in Val d'Isère<br />

nel 2009, stavolta ha eguagliato quello<br />

che fece la sorella Elena nella discesa<br />

di Santa Caterina nel 2005 quando vinse<br />

un argento che sembrava il preludio<br />

a una grande carriera. Nadia invece la<br />

sua seconda, o anche terza, carriera, la<br />

comincia da questa piazza d'onore sulla<br />

pista Streicher di Schladming che vale<br />

come e forse anche più di un oro.

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