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Per la squadra azzurra, soprattutto<br />
quella maschile, era impossibile<br />
ripetere il clamoroso Mondiale di<br />
Garmisch-Partenkirchen, nel quale gli<br />
uomini avevano raccolto cinque medaglie,<br />
ben tre con Christof innerhofer di<br />
tutti e tre i metalli. Allora l'Italia maschile<br />
aveva avuto una stagione di Coppa del<br />
Mondo piuttosto negativa e aveva colto<br />
nei Mondiali in Baviera l'occasione di<br />
riscattarsi. Stavolta gli azzurri arrivavano<br />
alla rassegna iridata in Stiria con un<br />
inverno di Coppa completamente opposto<br />
e cioè ricchissimo di soddisfazioni<br />
soprattutto nella velocità: ben quattro<br />
vittorie in discesa, con Innerhofer a Beaver<br />
Creek e a Wengen e con Dominik<br />
Paris a Bormio e a Kitzbühel, e una in<br />
superG con Matteo marsaglia a Beaver<br />
Creek. Nelle gare tecniche solo Manfred<br />
moelgg e Davide Simoncelli sono riusciti<br />
a salire sul podio, l'altoatesino è stato<br />
secondo in gigante a Sölden e terzo in<br />
slalom ad Adelboden, il trentino è stato<br />
stupefacente terzo nel gigante di Beaver<br />
Creek dopo che quest'estate era stato<br />
vittima di una perforazione intestinale<br />
e salvato per il rotto della cuffia. Molto<br />
peggiore la situazione delle ragazze: un<br />
solo podio stagionale, il secondo posto<br />
di Daniela merighetti nella discesa di<br />
SCi ALPinO<br />
St. Anton, e solo altri 12 piazzamenti da<br />
top ten. Inoltre era ferma ai box l'atleta<br />
che aveva più concrete possibilità di<br />
medaglia, Federica Brignone, guarda<br />
caso colei che aveva vinto l'argento due<br />
anni fa in gigante, senza dimenticare<br />
una Johanna Schnarf, anch'essa infortunata,<br />
che nella velocità poteva dire la<br />
sua.<br />
Alla fine l'Italia è tornata da Schladming<br />
con tre medaglie, una molto attesa, una<br />
che era possibile e una del tutto inaspettata.<br />
Quella molto attesa l'ha vinta<br />
il 9 febbraio Dominik Paris nella discesa<br />
maschile, il 23enne altoatesino è riuscito<br />
a reggere alla grande la pressione<br />
di essere uno dei favoriti per essere il<br />
leader del trofeo di specialità e per i due<br />
successi stagionali e si è preso l'argento<br />
a 46 centesimi dal trionfatore Aksel<br />
Lund Svindal. Innerhofer, invece, questa<br />
pressione non l'ha retta e in superG è<br />
stato settimo cedendo il titolo di cui era<br />
detentore a Ted Ligety, in discesa è stato<br />
quattordicesimo e in supercombinata è<br />
uscito nello slalom. Paris ha confermato<br />
i grandissimi miglioramenti evidenziati<br />
nelle ultime stagioni, nelle prossime<br />
può vincere davvero tanto perché l'età<br />
è dalla sua e ha dei piedi estremamen-<br />
18<br />
te scorrevoli che lo fanno andar forte su<br />
qualsiasi tipo di pista e di neve. La medaglia<br />
che era possibile se l'è presa il<br />
15 febbraio Manfred Moelgg nel gigante<br />
maschile, il 30enne di San Vigilio di<br />
Marebbe, staccato di 1"75 dal vincitore<br />
Ligety, si porta a casa la terza medaglia<br />
iridata della sua carriera dopo che c'era<br />
riuscito due volte in slalom, argento a<br />
Åre nel 2007 e bronzo a Garmisch-Partenkirchen<br />
nel 2011. Manfred inoltre è il<br />
quinto italiano a essere salito sul podio<br />
mondiale in entrambe le prove tecniche<br />
dopo Zeno Colò, Gustavo Thoeni, Piero<br />
Gros e Alberto Tomba: questo per dire<br />
che come lui hanno fatto solo i nostri più<br />
immensi campioni, infine la zona podio<br />
in gigante tra Mondiali e Olimpiadi<br />
ci mancava dall'oro iridato di Tomba a<br />
Sierra Nevada 1996. Davvero un peccato<br />
che poi Manni abbia inforcato nella<br />
seconda manche dello slalom perché<br />
un altro grande risultato era alla sua<br />
portata e comunque si è dimostrato ancora<br />
una volta di gran lunga il più solido<br />
degli slalomgigantisti dal punto di vista<br />
psicologico. Infine la medaglia più inaspettata,<br />
e aggiungiamo commovente,<br />
l'ha vinta il 10 febbraio Nadia Fanchini<br />
nella discesa femminile, un argento<br />
straordinario che è stato a lungo un oro<br />
Nadia Fanchini<br />
fino all'arrivo con il numero 22 della<br />
sorprendente francese Marion rolland.<br />
Tutti aspettavano l'acuto di Dada Merighetti,<br />
o addirittura di Sofia Goggia,<br />
che convocata all'ultimo momento senza<br />
mai aver fatto risultato in Coppa del<br />
Mondo ma con una grande stagione di<br />
Coppa Europa all'attivo si era classificata<br />
incredibilmente al quarto posto in<br />
superG e al settimo in supercombinata.<br />
Invece Nadia, con il numero 2, ha firma-<br />
SCi ALPinO<br />
Dominik Paris Manfred Moelgg<br />
to la gara della rinascita dopo una serie<br />
impressionante di problemi fisici e di infortuni,<br />
il più grave dei quali, la rottura<br />
di tutti i legamenti delle ginocchia a St.<br />
Moritz nel 2010 seguito l'anno successivo<br />
da un altro crociato rotto mentre<br />
faceva l'apripista nella discesa di Cortina,<br />
le ha fatto perdere praticamente<br />
due anni di gare. Ma la camuna non<br />
ha mai mollato, ha sempre creduto di<br />
poter tornare ad alto livello e l'argento<br />
19<br />
di Schladming l'ha premiata: un bronzo<br />
l'aveva già intascato in Val d'Isère<br />
nel 2009, stavolta ha eguagliato quello<br />
che fece la sorella Elena nella discesa<br />
di Santa Caterina nel 2005 quando vinse<br />
un argento che sembrava il preludio<br />
a una grande carriera. Nadia invece la<br />
sua seconda, o anche terza, carriera, la<br />
comincia da questa piazza d'onore sulla<br />
pista Streicher di Schladming che vale<br />
come e forse anche più di un oro.