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Febbraio 2013

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Ha lasciato per qualche giorno la<br />

neve e le montagne per andare al<br />

mare. Verena Stuffer ha assistito<br />

alle prime gare dei Mondiali di Schladming<br />

da Cesenatico, assieme alla compagna<br />

di squadra e grande amica Johanna<br />

Schnarf, fuori per l’intera stagione<br />

per un brutto infortunio. Verena si è fatta<br />

“trascinare” al mare per “cambiare aria”,<br />

perché la mancata convocazione per la<br />

rassegna iridata è stata una bella batosta,<br />

difficile da mandare giù. Eppure la<br />

stagione non stava andando tanto male,<br />

con due diciassettesimi posti in discesa a<br />

Lake Louise e Cortina ma soprattutto con<br />

tanta voglia di fare e migliorare ancora.<br />

La doccia fredda è arrivata a pochi giorni<br />

dalla partenza ma, dopo qualche giorno<br />

la delusione, la rabbia e l’amarezza hanno<br />

lasciato il posto alla voglia di ricominciare.<br />

«Chiaramente sono rimasta molto<br />

delusa. Ero la terza discesista e non sono<br />

riuscita a spiegarmi se non sono stata<br />

proprio presa in considerazione o comunque<br />

non mi hanno voluto - racconta<br />

la Stuffer -. Se guardiamo i tempi mancava<br />

pochissimo, un decimo, e anche negli<br />

intermedi stavo andando bene. Certo se<br />

mi viene detto che se si sta fuori dai quindici<br />

non si ha la certezza, allora lo accetto,<br />

ma la delusione è stata davvero tanta.<br />

Ho lavorato duramente anche se so che<br />

è un po' anche colpa mia perché evidentemente<br />

dovevo andare ancora meglio».<br />

Dalla certezza di poter arrivare in forma<br />

a un mondiale, sarebbe stato il terzo in<br />

carriera dopo Val d'Isere e Garmisch,<br />

all’enorme delusione. «Io ero sicura che<br />

sarei andata a fare la discesa perché ero<br />

la terza discesista - racconta ancora l’azzurra,<br />

classe 1984 -. Se fossi stata quarta<br />

avrei capito la scelta di una giovane al<br />

posto mio e l’avrei accettata tranquillamente.<br />

Alla fine non è stato molto chiaro<br />

da chi è partita la decisione: mi sono<br />

state dette delle cose, sui giornali ne ho<br />

lette altre e io continuo a chiedermi di<br />

chi è stata la scelta e se effettivamente<br />

è arrivata da chi è stato con me per tre<br />

anni. In ogni caso la scelta di portare<br />

SCi ALPinO<br />

42<br />

SCi ALPinO<br />

«nOn mi renDO COnTO Se nOn SOnO STATA PrOPriO PreSA in COnSiDerAziOne O nOn mi hAnnO VOLUTO<br />

in OGni CASO, LA SCeLTA Di POrTAre Le GiOVAni hA PremiATO e QUeSTO nOn PUò Che FArmi FeLiCe»<br />

le più giovani mi pare stia premiando,<br />

e questo non può che farmi piacere».<br />

Guardare un Mondiale da casa, in tv, non<br />

né semplice «perché pensi sempre che<br />

potevi stare lì - prosegue Verena che da<br />

“veterana” è ovviamente felice per le sue<br />

compagne -. Vedo che le ragazze stanno<br />

andando bene e sono contentissima<br />

per Sofia (Goggia, ndr) perché vuol dire<br />

che ci sono giovani che stanno venendo<br />

su quando non sembrava ci fosse un<br />

gran ricambio. Tra due o tre anni molte<br />

di noi smetteranno e fa piacere che ci<br />

sia qualcuno già in forma. Io tifo sempre<br />

per loro con un occhio di riguardo per la<br />

Dada merighetti perché si merita grandi<br />

risultati». Nonostante l’amarezza Verena<br />

non rinuncia ad analizzare proprio la<br />

prima gara delle azzurre, un superG che<br />

per tanti doveva essere rinviato. «Io non<br />

ero sul campo, ma credo che un superG<br />

così non va corso, perché tenere in ballo<br />

sessanta atlete dalle otto del mattino alle<br />

quattro del pomeriggio non va bene. Non<br />

si tratta di una partita di pallavolo dove<br />

non ci sono rischi, qui devi spegnere il<br />

cervello e riaccenderlo e non è semplice.<br />

A me è capitato solo una volta a Sestriere:<br />

io sarei partita con il 2 e dopo tanti rinvii<br />

la gara non si fece, ricordo che ero più<br />

stanca di quando avevo fatto tre prove.<br />

Bisogna essere concentrati e se non ci<br />

sono le condizioni non si fa: sono dispiaciutissima<br />

per quello che è successo a<br />

Lindsey Vonn, proprio la migliore al mondo.<br />

Ha perso una chance importantissima<br />

e questo è molto grave».<br />

Verena, invece, avrebbe voluto gareggia-<br />

re nella “sua” discesa. «Io mi aspettavo<br />

davvero di più perché anche in estate ho<br />

lavorato tantissimo e mi sembrava di migliorare<br />

gara dopo gara. So che nei primi<br />

intermedi riesco a stare nelle dieci e poi<br />

perdo tanto nell’ultimo tratto ma per poco<br />

ho mancato le 15. Un po' mi ha condizionato<br />

il fatto che a Lake Louise mi sono<br />

scontrata con l’allenatore e da lì è stato<br />

tutto in declino. Ho un po’ perso la fiducia<br />

in me - racconta la Stuffer - e dopo la<br />

notizia ho trascorso qualche giorno senza<br />

sapere se allenarmi, fare atletica, andare<br />

in vacanza... Non pensavo davvero<br />

di trovarmi in questa situazione e adesso<br />

so che devo reagire. Devo resettare tutto<br />

perché ci sono ancora delle gare da affrontare<br />

e il mio obiettivo sono le finali».<br />

Quattro giorni a Cesenatico per staccare<br />

la spina fare un po’ di allenamento atletico<br />

assieme alla sua amica Johanna. Verena<br />

deve e vuole ricaricarsi anche se è<br />

difficile. «Mi serviva stare in un ambiente<br />

in cui non si parla di sci, per staccare e<br />

resettare tutto così Johanna mi ha trascinata<br />

al mare - racconta -. Con il tempo<br />

passa la delusione e ci devo lavorare.<br />

Ogni tanto mi butto giù e sono severa<br />

con me stessa ma so che devo imparare<br />

ad avere un obiettivo davanti a me e<br />

lavorarci senza tanti pensieri». Gli stessi<br />

pensieri che a volte fanno brutti scherzi.<br />

«Ammetto che smettere è un pensiero<br />

che ti passa per la mente - spiega Verena<br />

-. Anche in passato mi era capitato di<br />

essere fuori squadra ma alla fine la passione<br />

conta più di tutto e io non mi sento<br />

ancora arrivata. So che posso fare meglio,<br />

la motivazione c'è quindi la voglia e<br />

la passione sono più forti perché so che<br />

non ho ancora raggiunto quello che volevo:<br />

il sogno è il podio ma l’obiettivo è un<br />

posto nei cinque e soprattutto rimanere<br />

costante nelle dieci a livello mondiale. So<br />

che essere fuori in discesa e superG non<br />

è facile, e che se non fai la trasferta estiva<br />

in Argentina poi tutto diventa più pesante.<br />

Ma adesso non voglio più fare cattivi<br />

pensieri e voglio concentrarmi sulle due<br />

gare di discesa che rimangono per far<br />

vedere ancora quanto valgo».<br />

Guardare avanti e non mollare con passione<br />

e forza di volontà perché tra un anno<br />

43<br />

Verena Stuffer sulla spiaggia<br />

di Cesenatico con l'amica Johanna Schnarf<br />

l’appuntamento è ben più importante dei<br />

Mondiali. Alla vigilia di Sochi 2014 Verena<br />

vuole arrivarci con uno spirito diverso<br />

e con più serenità. «Le Olimpiadi sono<br />

un sogno e farò di tutto per arrivarci. E’<br />

il massimo a cui un atleta può aspirare<br />

e voglio lavorarci al meglio, spero con la<br />

squadra. Credo di avere le capacità e di<br />

non essere ancora riuscita a tirarle fuori<br />

proprio perché caratterialmente non ho<br />

tanta fiducia in me. Adesso voglio soltanto<br />

riprendere a sciare bene e non vedo<br />

l’ora che Johanna torni perché mi manca<br />

molto in squadra. Senza di lei mi sento<br />

un po’ sola e devo dirlo: il mio sogno è un<br />

podio di Coppa del Mondo con lei». Per il<br />

momento, però, Verena continua a fare il<br />

tifo per i suoi compagni di squadra. «Tifo<br />

per tutti perché questi bei risultati fanno<br />

bene a tutto lo sci alpino italiano. Tengo<br />

in maniera particolare per il mio amico<br />

Dominik Paris e mi dispiace per il superG<br />

maschile non sia andato benissimo anche<br />

se in un Mondiale il settimo posto di<br />

innerhofer non è male. Adesso continuo<br />

a seguirli serenamente e guardo avanti,<br />

perché il peggio è passato».

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