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Febbraio 2013

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SCi DreW ALPinO TABKe<br />

«iL FreeriDe è L’eSPreSSiOne nATUrALe DeLLO SCi. nOn C’è mODO<br />

miGLiOre Per PrOVAre AL mOnDO Di eSSere iL miGLiOre SULLA neVe»<br />

è già sciato in precedenza, ma è ancora meglio inaugurare<br />

una nuova montagna. In questo modo, tutti hanno le stesse<br />

possibilità di vincere e ognuno dà la miglior interpretazione<br />

del pendio inedito».<br />

in quel caso, il miglior interprete è stato l'azzurro<br />

markus eder. Che ne pensa di lui?<br />

«Credo che sia un grande sciatore ed erano anni che lo<br />

aspettavo anche nel freeride, perché ero convinto dei suoi<br />

mezzi. Ora ha vinto la sua prima tappa in carriera al Freeride<br />

World tour e sono convinto che quest’anno sarà tra i<br />

migliori anche nei prossimi appuntamenti perché ha delle<br />

capacità eccellenti».<br />

Dunque, ora si vince soprattutto grazie ai tricks?<br />

«talvolta sì, il freestyle e i tricks possono rappresentare il<br />

modo migliore per vincere una gara, ma dipende dalla<br />

montagna. Altre volte, infatti, si vince con uno stile di sci più<br />

estremo. Ogni tappa mostra chi è il più bravo di noi a saper<br />

leggere ed interpretare quella precisa montagna».<br />

Come è successo a lei in Canada.<br />

«L'esperienza aiuta molto. Avevo già sciato tre volte sul<br />

pendio di revelstoke prima della vittoria di quest'anno e il<br />

fatto di conoscerlo a memoria è stato sicuramente il segreto<br />

del mio successo».<br />

essere in testa in questo momento della stagione<br />

quanto pesa per lei?<br />

«Il Freeride World tour è una strada lunga e tortuosa e siccome<br />

sono sei tappe e fino alla fine non si può dire. Lo scor-<br />

CACCIA APErtA AL VErtICE<br />

Da kirkwood, in California, riparte la caccia a Drew<br />

tabke. Il 27 febbraio, condizioni meteo permettendo, è<br />

in programma la quarta tappa del FWt <strong>2013</strong>. Pronti allo<br />

sgambetto ci sono lo svizzero Jeremie Heitz e lo svedese<br />

reine Barkered, già vincitore nel 2012: entrambi<br />

hanno intenzione di spodestare il rider statunitense<br />

dalla vetta della classifica generale già nell’appuntamento<br />

americano. In quarta posizione c’è l’italiano<br />

Markus Eder, che andrà in cerca di punti importanti<br />

per assicurarsi un posto alla finale di Verbier del prossimo<br />

23 marzo. Non male per uno che a gennaio ha<br />

fatto l’esordio in questo circuito. Attenzione anche alle<br />

mine vaganti: il neozelandese Sam Smoothy e l’argen-<br />

85<br />

freeride<br />

so anno ad esempio, siamo arrivati a Verbier con quattro<br />

atleti in lizza per il titolo di campione assoluto. Spero che<br />

quest’anno il finale di stagione sia altrettanto eccitante».<br />

Come si prepara alle competizioni?<br />

«Freeride vuol dire sentirsi a proprio agio in un ambiente<br />

estremo e ci vuole un grande mole di preparazione quotidiana.<br />

Bisogna studiare le montagne, conoscere i cambiamenti<br />

atmosferici possibili e le conseguenti variazioni della<br />

neve. Chi passa più tempo a fare ciò, diventa il miglior rider<br />

del pianeta».<br />

e lei quanto ne passa di tempo sulla neve?<br />

«Scio per circa dieci mesi all’anno perché d’estate mi sposto<br />

in Sudamerica. Molti cercano di fare come me, Eder<br />

ad esempio d’estate va a sciare sui ghiacciai. Non bisogna<br />

pensare troppo a quanto ci si allena, ma soprattutto a<br />

quanto si scia».<br />

Che rapporto ha instaurato<br />

con gli altri riders statunitensi?<br />

«Siamo come una piccolo nucleo che fa parte di una famiglia<br />

ancora più globale. C’è molta complicità e siamo tutti<br />

molto uniti».<br />

Qual è la diffusione a stelle e strisce del freeride?<br />

«Negli Stati Uniti il freeride non è niente di nuovo, perché<br />

molti sciatori sono cresciuti in questo mondo sin da bambini.<br />

È come se fosse sangue che già scorre nelle nostre vene<br />

ed è fantastico vedere che questo movimento stia continuando<br />

a crescere».<br />

tino Nicolas Salencon non hanno nessuna intenzione<br />

di stare a guardare. tra le donne, dopo lo sfortunato<br />

ko dell’austriaca Eva Walkner, ci ha pensato la connazionale<br />

Nadine Wallner a tenere in alto le sorti del<br />

paese alpino, garantendosi la seconda piazza provvisoria<br />

e pronta a stupire ancora in occasione della tappa<br />

casalinga di Fieberbrunn del 9 marzo. In testa c’è la<br />

campionessa in carica Christine Hargin, intenzionata a<br />

proseguire la dinastia familiare: dopo il successo della<br />

sorella Janette nel 2011 ed il suo dell’anno passato, ci<br />

sono tutte le premesse per uno storico tris. Outsider la<br />

norvegese Pia Nic Gundersen, reduce dall’ottimo terzo<br />

posto di Chamonix.

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