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SCi DreW ALPinO TABKe<br />
«iL FreeriDe è L’eSPreSSiOne nATUrALe DeLLO SCi. nOn C’è mODO<br />
miGLiOre Per PrOVAre AL mOnDO Di eSSere iL miGLiOre SULLA neVe»<br />
è già sciato in precedenza, ma è ancora meglio inaugurare<br />
una nuova montagna. In questo modo, tutti hanno le stesse<br />
possibilità di vincere e ognuno dà la miglior interpretazione<br />
del pendio inedito».<br />
in quel caso, il miglior interprete è stato l'azzurro<br />
markus eder. Che ne pensa di lui?<br />
«Credo che sia un grande sciatore ed erano anni che lo<br />
aspettavo anche nel freeride, perché ero convinto dei suoi<br />
mezzi. Ora ha vinto la sua prima tappa in carriera al Freeride<br />
World tour e sono convinto che quest’anno sarà tra i<br />
migliori anche nei prossimi appuntamenti perché ha delle<br />
capacità eccellenti».<br />
Dunque, ora si vince soprattutto grazie ai tricks?<br />
«talvolta sì, il freestyle e i tricks possono rappresentare il<br />
modo migliore per vincere una gara, ma dipende dalla<br />
montagna. Altre volte, infatti, si vince con uno stile di sci più<br />
estremo. Ogni tappa mostra chi è il più bravo di noi a saper<br />
leggere ed interpretare quella precisa montagna».<br />
Come è successo a lei in Canada.<br />
«L'esperienza aiuta molto. Avevo già sciato tre volte sul<br />
pendio di revelstoke prima della vittoria di quest'anno e il<br />
fatto di conoscerlo a memoria è stato sicuramente il segreto<br />
del mio successo».<br />
essere in testa in questo momento della stagione<br />
quanto pesa per lei?<br />
«Il Freeride World tour è una strada lunga e tortuosa e siccome<br />
sono sei tappe e fino alla fine non si può dire. Lo scor-<br />
CACCIA APErtA AL VErtICE<br />
Da kirkwood, in California, riparte la caccia a Drew<br />
tabke. Il 27 febbraio, condizioni meteo permettendo, è<br />
in programma la quarta tappa del FWt <strong>2013</strong>. Pronti allo<br />
sgambetto ci sono lo svizzero Jeremie Heitz e lo svedese<br />
reine Barkered, già vincitore nel 2012: entrambi<br />
hanno intenzione di spodestare il rider statunitense<br />
dalla vetta della classifica generale già nell’appuntamento<br />
americano. In quarta posizione c’è l’italiano<br />
Markus Eder, che andrà in cerca di punti importanti<br />
per assicurarsi un posto alla finale di Verbier del prossimo<br />
23 marzo. Non male per uno che a gennaio ha<br />
fatto l’esordio in questo circuito. Attenzione anche alle<br />
mine vaganti: il neozelandese Sam Smoothy e l’argen-<br />
85<br />
freeride<br />
so anno ad esempio, siamo arrivati a Verbier con quattro<br />
atleti in lizza per il titolo di campione assoluto. Spero che<br />
quest’anno il finale di stagione sia altrettanto eccitante».<br />
Come si prepara alle competizioni?<br />
«Freeride vuol dire sentirsi a proprio agio in un ambiente<br />
estremo e ci vuole un grande mole di preparazione quotidiana.<br />
Bisogna studiare le montagne, conoscere i cambiamenti<br />
atmosferici possibili e le conseguenti variazioni della<br />
neve. Chi passa più tempo a fare ciò, diventa il miglior rider<br />
del pianeta».<br />
e lei quanto ne passa di tempo sulla neve?<br />
«Scio per circa dieci mesi all’anno perché d’estate mi sposto<br />
in Sudamerica. Molti cercano di fare come me, Eder<br />
ad esempio d’estate va a sciare sui ghiacciai. Non bisogna<br />
pensare troppo a quanto ci si allena, ma soprattutto a<br />
quanto si scia».<br />
Che rapporto ha instaurato<br />
con gli altri riders statunitensi?<br />
«Siamo come una piccolo nucleo che fa parte di una famiglia<br />
ancora più globale. C’è molta complicità e siamo tutti<br />
molto uniti».<br />
Qual è la diffusione a stelle e strisce del freeride?<br />
«Negli Stati Uniti il freeride non è niente di nuovo, perché<br />
molti sciatori sono cresciuti in questo mondo sin da bambini.<br />
È come se fosse sangue che già scorre nelle nostre vene<br />
ed è fantastico vedere che questo movimento stia continuando<br />
a crescere».<br />
tino Nicolas Salencon non hanno nessuna intenzione<br />
di stare a guardare. tra le donne, dopo lo sfortunato<br />
ko dell’austriaca Eva Walkner, ci ha pensato la connazionale<br />
Nadine Wallner a tenere in alto le sorti del<br />
paese alpino, garantendosi la seconda piazza provvisoria<br />
e pronta a stupire ancora in occasione della tappa<br />
casalinga di Fieberbrunn del 9 marzo. In testa c’è la<br />
campionessa in carica Christine Hargin, intenzionata a<br />
proseguire la dinastia familiare: dopo il successo della<br />
sorella Janette nel 2011 ed il suo dell’anno passato, ci<br />
sono tutte le premesse per uno storico tris. Outsider la<br />
norvegese Pia Nic Gundersen, reduce dall’ottimo terzo<br />
posto di Chamonix.