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Febbraio 2013

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SCi ALPinO<br />

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SCi ALPinO<br />

eriKA PieTrOGiOVAnnA: «ALL'iniziO TUTTO DeVe eSSere nATUrALe COme Un GiOCO. A 13-14 Anni Si COminCiA A LAVOrAre SUL TALenTO FinO ALLe GAre COn i COmiTATi»<br />

Di recente abbiamo applaudito i<br />

migliori atleti del mondo a bordo<br />

Planai a Schladming, ogni anno<br />

assistiamo alla sfida per la sfera di cristallo,<br />

e con la testa siamo tutti già a Sochi<br />

dove il prossimo anno si svolgeranno<br />

i Giochi Olimpici Invernali. Spesso però,<br />

quando ci emozioniamo davanti a una<br />

bella vittoria o tremiamo per una terribile<br />

caduta, dimentichiamo tutto il percorso<br />

che un atleta deve fare per arrivare lassù,<br />

nell’Olimpo, a giocarsi i titoli più importanti.<br />

Affrontiamo, quindi, un viaggio<br />

alla scoperta dei passaggi che conducono<br />

al circuito maggiore.<br />

Il percorso inizia da bimbi, ma solo più<br />

avanti è possibile intravedere il “germe”<br />

del potenziale campione. «I primi<br />

passaggi, quelli di avvicinamento allo<br />

sci - spiega erika Pietrogiovanna, maestra<br />

di sci a Santa Caterina Valfurva e<br />

figlia del grande Tino - devono anzitutto<br />

essere un gioco che permetta di abituarsi<br />

alla neve. Deve essere tutto molto<br />

naturale ed avvenire senza sforzi. È un<br />

po’ quello che sto cercando di fare con<br />

la mia bimba di quasi tre anni, Greta.<br />

Giochiamo, facciamo qualche “scivolata”<br />

attaccata al bastone per cercare di<br />

farle prendere confidenza con l’ambiente,<br />

ma nel modo più naturale possibile».<br />

L’inizio della pratica sciistica vera e propria<br />

non è uguale per tutti, c’è chi inizia<br />

dalle scuole sci, dove maestri professionisti<br />

cercano di avvicinare nella maniera<br />

adeguata i piccoli, e poi se il bimbo<br />

è dotato passa agli sci club, oppure chi<br />

ha la fortuna di abitare in montagna può<br />

usufruire di alcune possibilità di pratica<br />

sportiva già ad iniziare dalla scuole materne:<br />

«Il nostro sci club gestisce i corsi<br />

per i bimbi dell’asilo - spiega Erika - e<br />

poi delle elementari. Si tratta di un primo<br />

contatto: chi ha voglia e magari un pizzico<br />

di talento può proseguire entrando<br />

a far parte del gruppo dello Sci Club». Ma<br />

ogni quanto è corretto fare allenamento<br />

in uno sci club? «Dipende. I bimbi della<br />

valle fanno allenamento anche qualche<br />

pomeriggio in settimana, mentre chi<br />

viene da fuori concentra molto nei fine<br />

Erika Pietrogiovanna conduce sulla pista la figlia Greta<br />

settimana, nelle vacanze di Natale o nei<br />

ponti. In estate poi ci si allena sul ghiacciaio.<br />

Così dai baby agli allievi. Ritengo<br />

però che solo a partire dai 13-14 anni si<br />

possa davvero pensare di “puntare” su<br />

un ragazzo; si può vedere se ha una<br />

buona impostazione, se scia bene e se<br />

inizia ad ottenere qualche bel risultato».<br />

Il ruolo dei genitori è poi fondamentale,<br />

si potrebbe dire determinante: «Non<br />

bisogna mai sostituirsi a maestri ed allenatori,<br />

o tantomeno caricare i ragazzi<br />

di troppe pressioni: il risultato potrebbe<br />

essere quello opposto di provocare un<br />

allontanamento dallo sport». Anche Tino<br />

Pietrogiovanna, membro della Valanga<br />

Azzurra, allenatore di Alberto Tomba e<br />

Deborah Compagnoni e poi direttore<br />

tecnico della squadra femminile la pensa<br />

così: «Bisognerebbe fare meno agonismo<br />

da piccoli e soprattutto cercare di<br />

arginare i genitori. Molti assillano i bambini,<br />

controllando cronometri, scrivendo<br />

tempi e sgridando i ragazzi. È proprio<br />

questa, insieme all’alto numero di gare,<br />

la maggior fonte di stress».<br />

Parallelamente all’attività didattica, infatti,<br />

inizia sin da subito quella delle<br />

Mattia trulla<br />

competizioni. «Innanzitutto - racconta<br />

Erika - ci sono le garette a livello provinciale<br />

e i campionati regionali per i migliori<br />

qualificati. Poi una bella manifestazione<br />

è il Gran Premio Giovanissimi per<br />

i bimbi delle categorie baby e cuccioli<br />

(dai 7 agli 11 anni) a livello regionale e<br />

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poi nazionale e poi mano a mano che<br />

si cresce aumentano le gare: sono praticamente<br />

quasi ogni weekend e nella<br />

categoria Giovani spesso anche in settimana.<br />

Le gare sono importanti perché<br />

permettono ai bambini/ragazzi di confrontarsi<br />

tra loro e fanno nascere lo spirito<br />

agonistico, ma nelle prime categorie i<br />

bambini sono ancora piccoli e la strada<br />

per diventare atleti veri e propri è molto<br />

lunga e impegnativa. Per questo nei primi<br />

anni di Sci Club è meglio imparare la<br />

tecnica, a sciare bene e divertirsi senza<br />

“fissarsi” su pali e gare ma vivendo lo sci<br />

a 360° con uscite in fuoripista, nei park,<br />

salti, snowblades, nevi diverse, giochi...<br />

Crescendo invece gli impegni aumentano<br />

e ovviamente il problema principale è<br />

quello di riuscire a coniugare sport e studio,<br />

elemento che deve rimanere importante,<br />

anche perché la base di partenza<br />

- categorie superbaby-baby-cuccioli - è<br />

enorme, ma il numero di quelli che riescono<br />

davvero a sfondare “da grandi” è<br />

davvero ridotto», conclude Erika. L’esperienza<br />

degli skicollege che potrebbero<br />

agevolare e studio, e sci, è per ora limitata<br />

ad alcune Regioni.<br />

Gare minori, gare più importanti… Due<br />

manifestazioni che hanno da sempre<br />

segnalato i nuovi talenti tra i più piccoli<br />

sono il Pinocchio e il Trofeo Topolino.<br />

«Sia io che Matteo e Francesca - racconta<br />

Eugenio marsaglia, istruttore federale<br />

- abbiamo partecipato ad entrambe le<br />

manifestazioni. Soprattutto il Topolino ti<br />

apre per la prima volta davvero al resto<br />

del mondo. I migliori classificati a livello<br />

nazionale passano a quello internazionale.<br />

Nel mio caso è stata la prima<br />

volta in cui ho sentito di non essere al<br />

cancelletto di partenza solo per me, ma<br />

anche per il resto del Paese. Poi si crea<br />

una bell’atmosfera di team, con la parata<br />

iniziale in cui sfilano tutte le nazioni».<br />

La strada prosegue e tra gare e lezioni il<br />

passo successivo è quello dell’ingresso<br />

nel Comitato regionale, in cui vengono<br />

convocati i migliori Allievi. «I Comitati<br />

- spiega Tino Pietrogiovanna - sono<br />

molto importanti perché permettono di

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