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GiACOmO SCi ALPinO mATiz<br />
«i GrAnDi CAmPiOni Si DiFFerenziAnO Per Le ABiLiTà ACrOBATiChe e Per LA POSSiBiLiTà<br />
Di ALLenArSi in Un TeAm AL CUi inTernO Vi è UnA FOrTe COmPeTiTiViTà TrA i COmPOnenTi»<br />
Giacomo Matiz è l’unico italiano, tra gli uomini, a gareggiare<br />
nel circuito della Coppa del Mondo di freestyle<br />
nella specialità dei Moguls. In questa stagione<br />
il 27enne azzurro ha iniziato nel segno del miglioramento,<br />
raggiungendo buonissimi risultati in gare dal livello competitivo<br />
altissimo. Sta inseguendo la qualificazione ai Giochi<br />
Olimpici Invernali di Sochi 2014 con grande dedizione<br />
per coronare un sogno fortemente voluto. Ad inizio marzo<br />
sarà in Norvegia per i Mondiali <strong>2013</strong> e proverà a portare il<br />
più in alto possibile la bandiera italiana.<br />
Come è nato il suo amore per il freestyle?<br />
«Ho iniziato per caso e per gioco all'età di 16 anni con l'affiancamento<br />
alla squadra Nazionale in occasione dei Giochi<br />
Olimpici Invernali di torino, era il 2002».<br />
Quest'anno è riuscito in alcune occasioni di Coppa<br />
del mondo a centrare la qualificazione per le finali<br />
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e altre volte l'ha mancata di poco, sente che sta<br />
migliorando? Quali sono le sue sensazioni a riguardo?<br />
«Sì, sento che sto migliorando e che le cose stanno andando<br />
nella giusta direzione, grazie soprattutto alle esperienze<br />
fatte negli anni che mi hanno permesso di acquisire<br />
maggiore consapevolezza e fiducia nelle mie capacità».<br />
Come giudica la sua sciata tra le gobbe?<br />
«Il giudizio è senza dubbio positivo, credo che sia il mio<br />
punto di forza».<br />
Quali salti sta effettuando principalmente in questa<br />
stagione? C'è un salto che le piacerebbe fare in futuro<br />
e quale?<br />
«Negli ultimi anni mi sono concentrato principalmente su<br />
backflip e frontflip, in futuro vorrei proporne due nuovi: uno<br />
backfull, e l’altro front trackdriver, un salto che aumenterebbe<br />
sia di coefficiente che di spettacolarità le mie run».<br />
La concorrenza è tanta ed in campo maschile il livello<br />
raggiunto negli ultimi anni è altissimo. Cosa prova<br />
a competere con grandi atleti come mikael Kingsbury,<br />
Alexandre Bilodeau o Patrick Deneen? Se potesse<br />
"rubare" qualcosa ad ognuno dei più famosi<br />
protagonisti dei moguls cosa prenderebbe e da chi?<br />
«Confermo che il livello globale è cresciuto di molto e questo<br />
soprattutto per l'attenzione e la cura che viene data ad<br />
ogni dettaglio in una discesa da gara. Sicuramente competere<br />
e conoscere, al di là dello sci, personaggi di quel<br />
calibro è motivo di stimolo e di confronto. Le cose che "ruberei"<br />
in generale a questi campioni sono essenzialmente<br />
due: le abilità acrobatiche e la possibilità di allenarsi in un<br />
team al cui interno vi è una forte competitività tra i componenti».<br />
Come cambia il suo approccio alla gara in dual moguls<br />
rispetto ai moguls? Quale preferisce?<br />
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freestyle<br />
«A prescindere dalla modalità, occorre in ogni caso qualificarsi<br />
entro i 16. Non ho una preferenza anche se in dual il<br />
confronto è più diretto e la possibilità di gareggiare sfidando<br />
direttamente l’avversario agevola in teoria il passaggio<br />
dei vari turni, permettendo di avvicinarsi più "facilmente"<br />
al podio».<br />
Consiglierebbe ai più giovani di praticare il suo sport?<br />
C'è un età entro la quale è meglio iniziare per aspirare<br />
all'agonismo?<br />
«Come disciplina la consiglierei assolutamente a tutti. C’è<br />
da dire però che per chi intende aspirare all'agonismo, è<br />
auspicabile avvicinarsi da giovanissimi quando, essendo<br />
più flessibili, l'aspetto acrobatico diventa di più facile praticabilità<br />
e apprendimento».<br />
Lo scorso dicembre, nella gara di Coppa del mondo<br />
a Kreischberg, in Austria, c'erano tanti suoi tifosi<br />
al traguardo, che effetto le ha fatto e che rapporto<br />
ha con loro? Da dove nasce l'incitamento "Galoppa<br />
Jack" presente sugli striscioni esposti dai tuoi tifosi?<br />
«Sì, è vero, ce n'erano tanti, infatti approfitto per ringraziarli<br />
tutti pubblicamente per essere stati lì e per il continuo<br />
sostegno che mi danno. Purtroppo, viste le location<br />
delle gare, è molto difficile che mi seguano "fisicamente"<br />
a meno che non siano in zona, come in Austria per l'appunto.<br />
Sapere che ci sono non può far altro che caricarmi<br />
ancora di più e per fortuna in quella occasione ho disputato<br />
una buona gara. Anche se sono uscito nel primo turno<br />
ad eliminazione diretta, ho ugualmente entusiasmato<br />
i miei fan con un super front, che mi è costato un punto<br />
di sutura. "Galoppa Jack" è uno slogan nato dal gruppo<br />
di amici del bar “Al Cavallino” di tolmezzo. Anche i miei<br />
amici della trisixty hanno omaggiato la gara con una felpa<br />
personalizzata».<br />
Praticare freestyle è piuttosto difficile in italia, bisogna<br />
affrontare diverse difficoltà. Guardando indietro, quanti<br />
sacrifici ha fatto e fa per proseguire nella sua carriera?<br />
«Praticare freestyle in Italia è molto difficile e comporta una<br />
serie di rinunce, come tutti gli sport del resto. Fortunatamente<br />
però i risultati che ho ottenuto mi gratificano al punto<br />
tale che i sacrifici, miei e della mia famiglia, passano in<br />
secondo piano».<br />
i gruppi militari possono aiutare e quanto?<br />
«Certo, eccome. Sono sempre in attesa, infatti, di trovare<br />
risposta positiva dai gruppi sportivi appartenenti ai corpi<br />
militari, ciò mi permetterebbe di affrontare con maggior<br />
serenità il mio lavoro, fatto di allenamenti e di trasferte<br />
che, al momento, sono sostenuti anche dalla mia<br />
famiglia».