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Febbraio 2013

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GiACOmO SCi ALPinO mATiz<br />

«i GrAnDi CAmPiOni Si DiFFerenziAnO Per Le ABiLiTà ACrOBATiChe e Per LA POSSiBiLiTà<br />

Di ALLenArSi in Un TeAm AL CUi inTernO Vi è UnA FOrTe COmPeTiTiViTà TrA i COmPOnenTi»<br />

Giacomo Matiz è l’unico italiano, tra gli uomini, a gareggiare<br />

nel circuito della Coppa del Mondo di freestyle<br />

nella specialità dei Moguls. In questa stagione<br />

il 27enne azzurro ha iniziato nel segno del miglioramento,<br />

raggiungendo buonissimi risultati in gare dal livello competitivo<br />

altissimo. Sta inseguendo la qualificazione ai Giochi<br />

Olimpici Invernali di Sochi 2014 con grande dedizione<br />

per coronare un sogno fortemente voluto. Ad inizio marzo<br />

sarà in Norvegia per i Mondiali <strong>2013</strong> e proverà a portare il<br />

più in alto possibile la bandiera italiana.<br />

Come è nato il suo amore per il freestyle?<br />

«Ho iniziato per caso e per gioco all'età di 16 anni con l'affiancamento<br />

alla squadra Nazionale in occasione dei Giochi<br />

Olimpici Invernali di torino, era il 2002».<br />

Quest'anno è riuscito in alcune occasioni di Coppa<br />

del mondo a centrare la qualificazione per le finali<br />

76<br />

e altre volte l'ha mancata di poco, sente che sta<br />

migliorando? Quali sono le sue sensazioni a riguardo?<br />

«Sì, sento che sto migliorando e che le cose stanno andando<br />

nella giusta direzione, grazie soprattutto alle esperienze<br />

fatte negli anni che mi hanno permesso di acquisire<br />

maggiore consapevolezza e fiducia nelle mie capacità».<br />

Come giudica la sua sciata tra le gobbe?<br />

«Il giudizio è senza dubbio positivo, credo che sia il mio<br />

punto di forza».<br />

Quali salti sta effettuando principalmente in questa<br />

stagione? C'è un salto che le piacerebbe fare in futuro<br />

e quale?<br />

«Negli ultimi anni mi sono concentrato principalmente su<br />

backflip e frontflip, in futuro vorrei proporne due nuovi: uno<br />

backfull, e l’altro front trackdriver, un salto che aumenterebbe<br />

sia di coefficiente che di spettacolarità le mie run».<br />

La concorrenza è tanta ed in campo maschile il livello<br />

raggiunto negli ultimi anni è altissimo. Cosa prova<br />

a competere con grandi atleti come mikael Kingsbury,<br />

Alexandre Bilodeau o Patrick Deneen? Se potesse<br />

"rubare" qualcosa ad ognuno dei più famosi<br />

protagonisti dei moguls cosa prenderebbe e da chi?<br />

«Confermo che il livello globale è cresciuto di molto e questo<br />

soprattutto per l'attenzione e la cura che viene data ad<br />

ogni dettaglio in una discesa da gara. Sicuramente competere<br />

e conoscere, al di là dello sci, personaggi di quel<br />

calibro è motivo di stimolo e di confronto. Le cose che "ruberei"<br />

in generale a questi campioni sono essenzialmente<br />

due: le abilità acrobatiche e la possibilità di allenarsi in un<br />

team al cui interno vi è una forte competitività tra i componenti».<br />

Come cambia il suo approccio alla gara in dual moguls<br />

rispetto ai moguls? Quale preferisce?<br />

77<br />

freestyle<br />

«A prescindere dalla modalità, occorre in ogni caso qualificarsi<br />

entro i 16. Non ho una preferenza anche se in dual il<br />

confronto è più diretto e la possibilità di gareggiare sfidando<br />

direttamente l’avversario agevola in teoria il passaggio<br />

dei vari turni, permettendo di avvicinarsi più "facilmente"<br />

al podio».<br />

Consiglierebbe ai più giovani di praticare il suo sport?<br />

C'è un età entro la quale è meglio iniziare per aspirare<br />

all'agonismo?<br />

«Come disciplina la consiglierei assolutamente a tutti. C’è<br />

da dire però che per chi intende aspirare all'agonismo, è<br />

auspicabile avvicinarsi da giovanissimi quando, essendo<br />

più flessibili, l'aspetto acrobatico diventa di più facile praticabilità<br />

e apprendimento».<br />

Lo scorso dicembre, nella gara di Coppa del mondo<br />

a Kreischberg, in Austria, c'erano tanti suoi tifosi<br />

al traguardo, che effetto le ha fatto e che rapporto<br />

ha con loro? Da dove nasce l'incitamento "Galoppa<br />

Jack" presente sugli striscioni esposti dai tuoi tifosi?<br />

«Sì, è vero, ce n'erano tanti, infatti approfitto per ringraziarli<br />

tutti pubblicamente per essere stati lì e per il continuo<br />

sostegno che mi danno. Purtroppo, viste le location<br />

delle gare, è molto difficile che mi seguano "fisicamente"<br />

a meno che non siano in zona, come in Austria per l'appunto.<br />

Sapere che ci sono non può far altro che caricarmi<br />

ancora di più e per fortuna in quella occasione ho disputato<br />

una buona gara. Anche se sono uscito nel primo turno<br />

ad eliminazione diretta, ho ugualmente entusiasmato<br />

i miei fan con un super front, che mi è costato un punto<br />

di sutura. "Galoppa Jack" è uno slogan nato dal gruppo<br />

di amici del bar “Al Cavallino” di tolmezzo. Anche i miei<br />

amici della trisixty hanno omaggiato la gara con una felpa<br />

personalizzata».<br />

Praticare freestyle è piuttosto difficile in italia, bisogna<br />

affrontare diverse difficoltà. Guardando indietro, quanti<br />

sacrifici ha fatto e fa per proseguire nella sua carriera?<br />

«Praticare freestyle in Italia è molto difficile e comporta una<br />

serie di rinunce, come tutti gli sport del resto. Fortunatamente<br />

però i risultati che ho ottenuto mi gratificano al punto<br />

tale che i sacrifici, miei e della mia famiglia, passano in<br />

secondo piano».<br />

i gruppi militari possono aiutare e quanto?<br />

«Certo, eccome. Sono sempre in attesa, infatti, di trovare<br />

risposta positiva dai gruppi sportivi appartenenti ai corpi<br />

militari, ciò mi permetterebbe di affrontare con maggior<br />

serenità il mio lavoro, fatto di allenamenti e di trasferte<br />

che, al momento, sono sostenuti anche dalla mia<br />

famiglia».

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