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SCi ALPinO<br />
eUGeniO mArSAGLiA: «è imPOrTAnTe mATUrAre neL TemPO<br />
UnA CerTA COnFiDenzA COn LA GArA, LO STreSS e L’ADrenALinA»<br />
raggruppare i migliori atleti di diversi<br />
Sci Club, e sono il trampolino di lancio<br />
per i livelli più alti, ovvero le squadre. È<br />
essenziale allenare insieme i migliori e<br />
altrettanto importante è il rapporto dello<br />
Sci Club di appartenenza dell’atleta, con<br />
il Comitato: bisogna collaborare per il<br />
bene dei ragazzi». Anche il numero delle<br />
gare può influire sul buon andamento di<br />
un atleta, ma «l’importante è che gli allenatori<br />
sappiano gestire il tutto, dosando<br />
gli impegni per non correre da una gara<br />
all’altra, dalle regionali alle Fis, alle Fis<br />
giovani, alla Coppa europa per i migliori.<br />
Quantificare e programmare le gare<br />
con le giuste pause per l’allenamento<br />
mirato e finalizzare gli impegni è fondamentale.<br />
Non serve fare troppe gare,<br />
ma fare quelle giuste», conclude Pietrogiovanna.<br />
L’abitudine alla competizione<br />
non deve però mai mancare: «È importante<br />
avere una certa confidenza con la<br />
competizione, lo stress e l’adrenalina»,<br />
spiega Marsaglia.<br />
In tutto questo, come già sottolineato, il<br />
ruolo dell’allenatore diventa fondamentale.<br />
Un compito difficile e complesso, in<br />
cui l’esperienza ha un peso enorme. «Ci<br />
sono vari livelli di allenatore ed ognuno<br />
ha funzioni diverse. L’allenatore per i<br />
piccoli deve saper far giocare, divertire e<br />
non pretendere risultati. Quello dei Giovani<br />
- spiega Pietrogiovanna - ha forse<br />
il compito più delicato perché opera in<br />
un momento di per sé particolare della<br />
crescita. Qui infatti c’è la svolta: o si va<br />
avanti puntando in alto, o si smette con<br />
l’agonismo e ci si dedica magari alle<br />
selezioni per diventare maestri. Devi far<br />
capire ai ragazzi che il lavoro, specie in<br />
atletica, è indispensabile, e che è opportuno<br />
fare tanti sacrifici. Ovviamente affinché<br />
le parole non cadano nel vuoto,<br />
l’allenatore deve essersi conquistato la<br />
piena fiducia del ragazzo. Infine ci sono<br />
gli allenatori evoluti, quelli di Coppa Europa<br />
e Coppa del mondo che devono<br />
organizzare l’allenamento sotto tutti gli<br />
aspetti e in tutti i minimi particolari: orari,<br />
giorni di allenamento, giorni di riposo,<br />
tino Pietrogiovanna in gara<br />
a Saint Anton nel 1973<br />
addestramento, atletica, hotel, spostamenti…<br />
Proprio qui la carta vincente è<br />
l’esperienza e il continuare a guardare<br />
avanti per trovare nuovi miglioramenti<br />
nell’allenamento e con il confronto<br />
dell’atleta».<br />
Ma per un atleta quale è il momento più<br />
significativo per arrivare ai livelli più alti?<br />
L’abbiamo chiesto ad Alex zingerle che<br />
ha esordito lo scorso dicembre in Coppa<br />
del Mondo. «Nella mia personale esperienza<br />
il momento di maturazione più<br />
importante l’ho riscontrato nel passaggio<br />
dal Comitato alla squadra nazionale<br />
perché ho iniziato a confrontarmi con un<br />
livello più alto che mi ha fatto crescere<br />
sia atleticamente che tecnicamente perché<br />
ho iniziato a lavorare in modo mirato<br />
e più professionale sulla preparazione<br />
per lo sci».<br />
Ma quando un atleta ha la consapevolezza<br />
di poter intraprendere in modo serio la<br />
carriera dello sportivo? «Non è facile capire<br />
quando è il momento di smettere o<br />
di continuare… Molto dipende da come<br />
si mettono le cose. Ho sofferto molto<br />
- racconta Eugenio Marsaglia - dover<br />
smettere con le gare, ma sono altrettanto<br />
48<br />
contento della strada che ho intrapreso<br />
adesso. Soprattutto le selezioni per Istruttore<br />
sono state difficili e sono orgoglioso<br />
di dove sono arrivato». Per Zingerle invece<br />
la consapevolezza di poter fare dello<br />
sci qualcosa di importante è maturata in<br />
concomitanza di un preciso evento: «Ai<br />
mondiali juniores di Chamonix ho capito<br />
che lo sci poteva diventare importante<br />
per me e che potevo competere a livello<br />
internazionale». Chissà che emozione<br />
poi il momento della convocazione in<br />
Coppa… «Per dirmelo - spiega Alex -<br />
mi ha chiamato il mio allenatore, Devid<br />
Salvadori. Lui scherza spesso e pensavo<br />
che anche in quell’occasione… Quando<br />
ho capito che faceva sul serio sono rimasto<br />
senza parole dato che un’ambizione<br />
che covo da sempre si stava avverando.<br />
Neve, tempo, atmosfera: tutto come ho<br />
sempre sognato già quando da bambino<br />
facevo il lisciatore per la tappa di Coppa<br />
del Mondo. L’emozione più grande dello<br />
scorso 16 dicembre sulla Gran risa è stata<br />
affacciarmi al cancelletto di partenza e<br />
indossare quel pettorale, sentire la gente<br />
incitarmi e sciare su quella pista che ho<br />
sempre sognato». Un sogno che ripaga<br />
di tutta la fatica!<br />
Mucca<br />
CACCA<br />
GUENDALINA<br />
Est!<br />
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