Completamento storia del Calcio - Università degli Studi di Pavia
Completamento storia del Calcio - Università degli Studi di Pavia
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a seconda <strong>del</strong>le usanze dei vari popoli) si fronteggiavano su un campo <strong>di</strong> gioco <strong>di</strong> circa 45x18, si<br />
passavano la palla senza mai farla cadere a terra usando soltanto cosce, spalle, il bacino e la testa.<br />
Se poi una squadra faceva passare il pallone all'interno <strong>di</strong> uno stretto cerchio <strong>di</strong> pietra posto a<br />
metà <strong>del</strong> campo in una posizione sopraelevata, allora quella squadra era <strong>di</strong>chiarata vincitrice.<br />
Cortés ci informa che non era, tuttavia, la squadra a vincere ma solo il fortunato giocatore che<br />
aveva fatto passare il pallone nel cerchio e che egli poteva esigere dal pubblico o dalla squadra<br />
sconfitta ogni genere <strong>di</strong> denaro, gioielli e cibo, i giocatori <strong>del</strong>la squadra sconfitta venivano<br />
sacrificati al <strong>di</strong>o <strong>del</strong> gioco Xoloti, per placarne la collera. Ultimamente si sta riscoprendo la<br />
possibilità che fosse il capitano <strong>del</strong>la squadra vincente a essere sacrificato, in quanto la morte non<br />
era ritenuta una minaccia ma un dono, che permetteva l'avvicinarsi a Dio.<br />
Batu<br />
praticato dal popolo caraibico Taino, prima popolazione a popolare le isole dei Caraibi.<br />
Si giocava su un campo <strong>di</strong> circa 40 X 80 m. <strong>del</strong>imitato da pietre piantate verticalmente nel terreno.<br />
La palla poteva essere colpita con <strong>di</strong>verse parti <strong>del</strong> corpo ma non con le mani.<br />
I Taino avevano molti mo<strong>di</strong> per <strong>di</strong>vertirsi, il ballo, la musica ed anche un gioco con la palla che<br />
chiamavano batu e giocavano in uno spazio chiamato batey. Questo gioco attirò l'attenzione dei<br />
primi spagnoli in quanto la palla essendo fatta <strong>di</strong> gomma e resine rimbalzava, fenomeno<br />
sconosciuto in Europa.<br />
Si giocava tra due squadre composte anche fino a 30 giocatori, sia uomini che donne, che<br />
dovevano evitare <strong>di</strong> far cadere la palla, era permesso toccare la palla con spalle, gomiti, gambe,<br />
pie<strong>di</strong>, qualsiasi parte <strong>del</strong> corpo escluse le mani.