6 Capitolo I Fig. 8. L’articolazione della spalla. escursione articolare, l’enar trosi. L’enartrosi consente tutti i movimenti fondamentali: 1) la flessione, ovvero il passaggio <strong>di</strong> un segmento da un atteggiamento lungo a un atteggia mento corto. 2) l’estensione, o passaggio da un atteggiamento corto a uno lungo. 3) l’adduzione, o avvicinamento <strong>di</strong> un segmento al piano me<strong>di</strong>ano del corpo.
4) l’abduzione, o allontanamento dal piano me<strong>di</strong>ano del corpo. 5) la circumduzione, definita come la somma dei precedenti quattro movimenti. 6) la torsione, ovvero il movimento <strong>di</strong> un segmento attorno al proprio asse. I due esempi più importanti <strong>di</strong> enartrosi sono costituiti dalle articolazioni della spalla e dell’anca. L’articolazione della spalla (o scapolo-omerale, fig. 8) avviene fra l’osso del braccio, omero, e una cavità, chiamata cavità glenoide, della scapola. Poiché la corrispondenza fra testa dell’omero (rotondeggiante) e cavità glenoide, è molto scarsa (la testa entra per un terzo solo della propria circonferenza nella cavità), l’articolazione della spalla è la più mobile del corpo umano e natu ralmente però anche la più soggetta a lussazioni. Pur essendo anche l’articolazione dell’anca un’enartrosi, in questo caso la corrispondenza fra la testa del femore (l’osso della coscia) e la cavità corrispondente del bacino, chiamata ace tabolo, è molto migliore. Il risultato è che l’articolazione è un po’ meno mobile (alla coscia non sono permesse le escursioni del braccio) ma sicuramente meno soggetta alle lussazioni. Altre articolazioni importanti sono il ginocchio (fig. 6) e la caviglia. Il ginocchio si costituisce dal rapporto fra le due sporgenze inferiori del femore (con<strong>di</strong>li) e due piccole fossette corri spondenti nell’estremità superiore della tibia. Poiché, però, la corrispondenza non è fra le mi gliori, c’è bisogno, come detto, della presenza dei due menischi intraarticolari. Da notare che l’osso della rotula non entra <strong>di</strong>rettamente a far parte dell’articolazione: il suo scopo è quello <strong>di</strong> migliorare l’angolo <strong>di</strong> lavoro del muscolo quadricipite femorale, portandolo da circa 180° a circa 150°, con positivi effetti sul miglioramento dell’efficienza meccanica. L’articolazione della caviglia si stabilisce fra le estremità inferiori del perone e della tibia, e quella superiore dell’astragalo, grosso osso del tarso che sta davanti al calcagno. Quest’articola zione è molto importante perché sorregge, in pratica, tutto il peso del corpo in qualsiasi tipo <strong>di</strong> azione statica (il semplice stare in pie<strong>di</strong>) o <strong>di</strong>namica (camminare, correre o saltare). Per questo è dotata <strong>di</strong> un imponente corredo <strong>di</strong> legamenti, che non le impe<strong>di</strong>scono, tuttavia, vista L’apparato locomotore 7 la peculiare posizione, <strong>di</strong> andare soggetta a frequenti <strong>di</strong>storsioni (<strong>di</strong>stacco temporaneo, non permanente, dei capi articolari). Il sistema muscolare Tipi <strong>di</strong> muscoli I muscoli sono degli organi che, inserendosi sulle ossa, permettono loro <strong>di</strong> muoversi re ciprocamente. Qui parleremo essenzialmente dei muscoli scheletrici, o striati, ovvero <strong>di</strong> quelli che si inseriscono <strong>di</strong>rettamente sulle ossa. Esistono altri due tipi <strong>di</strong> muscoli, quelli lisci e il mu scolo car<strong>di</strong>aco (fig. 9). I muscoli lisci rivestono le pareti interne degli organi, dei vasi sanguigni e del tubo <strong>di</strong>gerente. Con la loro contrazione, permettono, per esempio, l’avanzamento del sangue lungo le arterie o del cibo nell’esofago, nello stomaco, nell’intestino. Hanno un’innervazione in volontaria, ovvero si contraggono autonomamente, senza bisogno dell’intervento cosciente. Il cuore strutturalmente è un muscolo striato, ovvero presenta lo stesso aspetto dei muscoli schele trici, mentre funzionalmente è un muscolo liscio, ossia si contrae in<strong>di</strong>pendentemente dal control lo nervoso volontario. Alcuni muscoli striati, come quelli mimico-facciali (responsabili delle e spressioni facciali) o il <strong>di</strong>aframma, presentano una doppia innervazione, volontaria e involontaria: infatti la respirazione e le espressioni possono sia essere controllate coscientemente sia, più spesso, lasciate alla gestione del sistema nervoso autonomo. Vi sono più <strong>di</strong> 500 muscoli scheletrici nel corpo umano. Essi, assieme, alle ossa e alle ar ticolazioni, costituiscono un mirabile insieme <strong>di</strong> leve (fig. 10), dove la resistenza è costituita dal peso dell’osso, la potenza dal muscolo stesso, il fulcro dall’articolazione. Vi sono esempi <strong>di</strong> leve <strong>di</strong> tutti i generi, vantaggiose, dove la potenza è maggiore della resistenza, svantaggiose, dove la re sistenza è maggiore della potenza, neutre, dove il fulcro è posizionato esattamente in mezzo alle due. Paralle lamente, a seconda della leva costituita, sono presenti muscoli <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa potenza, maggiore se la leva è svantaggiosa (come per esempio nella Fig. 9. Struttura miscroscopica, da sinistra, dei muscoli scheletrici, lisci, e del cuore.