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Giorno uno<br />
DOMANDA:<br />
“Secondo voi, che tipo era Wally?”<br />
RISPOSTE:<br />
“Uno in gamba, sveglio, con molti interessi. So che leggeva,<br />
scriveva e amava nuotare nelle pozzanghere. Ciò che risaltava<br />
in lui era la consapevolezza che un’esistenza passata, per il novanta<br />
per cento del tempo, a consumare bambù fosse vita sprecata.”<br />
“Ho letto un paio di suoi racconti pubblicati nell’Annuario<br />
di Narrativa allegato a ‘Il Panda Gemello’: era spietato, soprattutto<br />
con se stesso. Sembrava che la sua inclinazione all’autoanalisi<br />
lo portasse continuamente verso il tracollo dell’autostima.”<br />
“Era depresso.”<br />
“Non era solo depresso, c’era dell’altro: desiderava fortemente<br />
una possibilità di riscatto, avrebbe voluto scappare dalla<br />
foresta e reinventarsi ma era certo che non ci fosse nessuna<br />
via di fuga, se non la morte.”<br />
“Mi ricordo un giorno che eravamo andati insieme a fare il<br />
bagno. Diceva che solo quello gli dava un po’ di felicità. Solo<br />
sott’acqua i suoi pensieri potevano nuotare senza zavorra, senza<br />
quella che era diventata la sua ossessione...”<br />
DOMANDA:<br />
“Qual era l’ossessione di Wally?”<br />
RISPOSTE:<br />
“Basta leggere i suoi racconti: il bambù. Ne parlava con<br />
ironia, dicendo che ancora nessuno aveva inventato un condimento<br />
che riuscisse a far sì che sapesse finalmente di qualcosa.”<br />
“Ce l’aveva soprattutto con quelli che lui chiamava i tossici:<br />
panda che passano il tempo con l’aria ebete e il ramoscello in<br />
mano. Li aveva presi di mira.”<br />
“È vero, non sopportava chi si accontentava di guardare al<br />
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