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erano gli occhiali da sole, la palla e il costume da bagno appoggiati<br />
all’ingresso: Wally amava galleggiare nelle pozze d’acqua<br />
per intere giornate, sottraendo tempo ed energia alla raccolta di<br />
cibo. Era un panda meteoropatico, e al Dottore venne subito in<br />
mente quando Wally, esasperato dalla mancanza di sole, si era<br />
avventurato fuori dal fitto bosco di bambù, impenetrabile anche<br />
al più potente raggio di luce, ed era arrivato fino a una zona<br />
della valle abitata da altre specie. La comunità era subito entrata<br />
in allarme, Wally avrebbe rischiato la pelle, magari sbranato<br />
da un cane o catturato da un bracconiere in cerca di un giocattolo<br />
per il figlio – se non avesse trovato rifugio in una piscina<br />
comunale ai bordi della città. Come raccontò in seguito in una<br />
puntata speciale in prima serata del “Panda Show”, la gente che<br />
lo ospitò per quasi tre mesi era gentile: gli avevano dato libero<br />
accesso alla meravigliosa vasca, la sua passione, e bambù a volontà<br />
in cambio di cinque ore al giorno da passare a fare foto ricordo<br />
con i turisti in gita, magari esibendosi in capriole e verticali<br />
che erano la sua specialità. Insomma, sarebbe stata un’alternativa<br />
alla vita nella foresta se non fosse che col passare del tempo<br />
a Wally iniziava a mancare l’unica cosa che aveva, la libertà.<br />
Certamente la cattività non era male, avevano anche cercato di<br />
farlo accoppiare con una femmina panda: una bruttina, ma<br />
simpatica, diciamo un tipo. Forse in cattività era pure riuscito a<br />
riprodursi, ma questo non lo avrebbe mai saputo, essendo<br />
scappato di notte dalla sua gabbia per far ritorno alla foresta: le<br />
sbarre di metallo erano state triturate, senza troppo sforzo, dalle<br />
sue mandibole ben allenate. Durante il “Panda Show”, nel<br />
raccontare questa storia Wally era pure scoppiato a piangere,<br />
singhiozzando davanti alle telecamere, dichiarando che il sesso,<br />
la piscina e i cocktail del chiringuito di fianco un po’ gli mancavano,<br />
ma che quella non era vita, era schiavitù. Era meglio, aveva<br />
detto con la voce strozzata dalle lacrime, essere infelici da liberi<br />
che felici ma prigionieri.<br />
Il Dottor Panda aveva capito quanto infelice potesse essere<br />
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