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Catalogo della mostra Virus Vitreum - Giuliano Giuman

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<strong>Giuliano</strong> <strong>Giuman</strong>. Appunti per una biografia critica<br />

Bianca Pedace<br />

<strong>Giuliano</strong> <strong>Giuman</strong> nasce a Perugia, nella casa-torre di Via <strong>della</strong><br />

Viola, all’epoca residenza del pittore Ulisse Ribustini, il 13<br />

febbraio 1944. Dopo la prima formazione musicale si avvia<br />

alla professione di concertista, appassionandosi al jazz e alla<br />

musica contemporanea.<br />

Dal 1964, in seguito alla casuale partecipazione ad una<br />

estemporanea di pittura, scopre la sua vocazione più profonda<br />

e, dopo un breve periodo di compresenza delle due arti,<br />

lascia la musica per le arti visive. Si forma, quindi, nell’atelier<br />

di Gerardo Dottori, apprendendo dal maestro futurista i<br />

rudimenti del mestiere, l’approccio avanguardista e la cifra<br />

speculativa. In seguito, lasciata l’Umbria, volge i suoi passi<br />

dapprima verso Roma, poi soprattutto verso Bologna e Milano.<br />

Nel 1972 inaugura un ciclo sull’ombra, inizialmente condotto<br />

con mezzi pittorici, cui presto si aggiungono installazioni,<br />

performances e fotografie. Sin dal 1976, peraltro, intraprende<br />

la pratica del video, collaborando a più riprese con il<br />

Centro Video di Ferrara. All’acume e alla pregnanza di quelle<br />

proposte fa riscontro, da subito, l’interesse di critici tra i maggiori<br />

a livello internazionale, da Crispolti a Dorfles a Barilli a<br />

Munari a Lambertini a Bentivoglio e molti altri, e la collaborazione<br />

con le gallerie di ricerca più avanzate. Si situa nello stesso<br />

periodo la presenza in mostre collettive di rilievo, anche<br />

internazionali, intervallata, sin dal 1969, a significative personali.<br />

La X Quadriennale, registrando un lucido panorama<br />

dell’arte di quegli anni, riconosce al giovane artista un importante<br />

ruolo. Poco dopo, la collaborazione con Enrico Crispolti<br />

segna il momento più qualificante del versante sociale <strong>della</strong><br />

sua attività.<br />

Nel 1980, in Germania per una borsa di studio, il mai disatteso<br />

interesse musicale, già precipuo nelle performances <strong>della</strong><br />

metà del decennio precedente, lo spinge a una nuova stagione<br />

creativa, in cui il pieno recupero dell’ispirazione musicale<br />

si accompagna a una decisa ripresa pittorica, che non annulla<br />

la prassi dell’installazione. Nello stesso decennio sempre<br />

più frequenti e importanti si fanno le partecipazioni in importanti<br />

sedi espositive quali, tra molte altre, il Centre Pompidou<br />

a Parigi.<br />

Nel 1985 l’occasione di una commissione privata gli offre lo<br />

spunto per una prima riflessione sulla trasparenza, che presto<br />

germoglierà in nuove vicende. Ben presto alla pittura si<br />

affiancherà il vetro, che diventerà in seguito prevalente nella<br />

sua produzione. Nel corso degli anni Novanta raggiunge in<br />

quest’ambito notevolissimi risultati, peculiari sul piano internazionale<br />

e sanciti da importanti personali, in rilevanti istituzioni<br />

internazionali quali il Musée Suisse du Vitrail.<br />

Dal 1999 la docenza di Linguaggio delle vetrate all’Accademia<br />

di Brera suggella questa direzione. Nello stesso periodo<br />

è molto attivo sul fronte delle grandi committenze per opere<br />

38<br />

pubbliche civili o sacre, tra le quali il Battistero dei Santi Monica<br />

e Agostino di Rozzano (2008).<br />

Nel 2009, nella personale romana a cura di Bianca Pedace<br />

all’ex- Mattatoio di Roma, se ne propone, riconoscendone lo<br />

spessore, una prima lettura di tipo storico, relativa alla fotografia<br />

concettuale dei Settanta, nello stesso tempo rilanciando<br />

nel dibattito in corso il profilo concettuale <strong>della</strong> sua ricerca.<br />

Questa serrata stagione di rinnovato rigore (post)concettuale<br />

continua con la performance Buio (Spoleto, 2009). Nello stesso<br />

anno intraprende un’intensa esperienza come Direttore dell’Accademia<br />

di Belle Arti di Perugia, portata avanti, con importanti<br />

ricadute nell’istituzione, fino a dicembre 2012. Lascia<br />

l’incarico per dedicarsi esclusivamente all’attività creativa, foriera<br />

di nuovi sviluppi nella ormai decennale ricerca sul vetro.<br />

Acqua<br />

installazione, chiesa-museo San Francesco, Corciano 2011

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