RTAntis - Artantis.info

Da vedere.Viste 

le mostre in Italia 

Salvatore Provino 

Il Guggenheim 

L’avanguardia americana 

Fausto Melotti 

Yayoi Kusama 

Photo 

Aniello Barone 

Cayetano Arcidiacono 

Angelo Pitrone 

Il racconto 

Ignazio Apolloni 

La materia poteva 

non esserci 

A 

BIMESTRALE D’ARTE 7 

www.artantis.info 

RT Antis 

i n f o 

gennaio febbraio duemiladodici distribuzione gratuita 

In copertina 

Salvatore Provino

Il grande Maestro (Part.) 

acrilico su doppia pannellatura 

Studio 

Via Nostra Signora della Scala, 49 

10023 Chieri (To) Tel. +39 320.7680015 

VITTORIOVARRE’ 

www.varreart.com 

i n f o @ v a r r e a r t . c o m 

RENATO LIPARI 

Fondamenta S. Biagio 795 

Giudecca 30133 Venezia 

Tel 041.7241182 - 340.8798327 Fax 041.989614 

www.giudecca795.it 

Movimento, 2011 

euro triturati su tela 

cm 18x24

A 

BIMESTRALE D’ARTE 7 

gennaio febbraio duemiladodici 

Artantis.info 

Bimestrale d’arte 


info@artantis.info 

Direttore responsabile 

Beniamino Daniele 

Direttore artistico 

Vincenzo Silvano 

vincenzo@artantis.info 

Hanno collaborato a questo numero 


Martha Mary Friel 

Massimiliano Alberico Grasso 

Giovanna Grossato 

Araxi Ipekjian 

Gianfranco Labrosciano 

Pasquale Lettieri 

Silvia Neri 

Marcello Palminteri 

Barbara Rotta 


Paolo Tricase 

Progetto grafico e impaginazione 

www.zeroottounografica.it, Napoli 

artantis@zeroottounografica.it 

Editore 

Artantis.Associazione Culturale, Napoli 

www.artantis.it - info@artantis.it 

Stampa 

Officine Grafiche 

Francesco Giannini & Figli S.p.a, Napoli 

La collaborazione ad Artantis.info è da considerasi del tutto gratuita 

e non retribuita. In nessun caso si garantiscono la restituzione dei 

materiali giunti in redazione. Gli scritti pubblicati impegnano solo la 

responsabilità dell’autore. Senza preventiva autorizzazione è vietata 

ogni riproduzione integrale e parziale di testi ed immagini. 

Anno 3, Numero 7. Registrazione: Tribunale di Napoli 

© 2012 Artantis.Associazione Culturale, Napoli 


RT Antis 

i n f o 

EDITORIALE 

Questo settimo numero di Artantis.info (che è anche il 

primo di quest’anno), è il prodotto tangibile della continuità 

dell’impegno che l’Associazione che ho l’onore di 

dirigere porta avanti con coraggio e convinzione. Sono 

tanti gli obiettivi che ci siamo posti per la valorizzazione 

dell’arte e degli artisti contemporanei. Non a caso stiamo 

potenziando la nostra presenza nel territorio nazionale, 

con una massiccia presenza nelle principali fiere, 

nelle mostre, in presentazioni e appuntamenti d’arte. 

Non solo: l’organizzazione di un nutrito ciclo di eventi 

(ben pubblicizzati in questo numero) ci ha permesso di 

conoscere da vicino realtà diverse, aprendo la porta a 

scambi culturali che, ne sono certo, porteranno a significativi 

risultati. Come sempre, pertanto, ringrazio tutti gli 

artisti (sempre più numerosi), i galleristi, gli appassionati 

che ci seguono in questa nostra avventura. E ringrazio, 

naturalmente, tutti i lettori, a cui ricordo di rinnovare la 

loro fiducia attraverso l’abbonamento annuale. Per un 

nuovo anno … con Artantis! 

Artantis.Associazione Culturale 


In copertina 


Un profeta, 2006 

olio su tela, cm 150x100 

courtesy dell’artista 

Mostre 

a cura di AgendArte Studio.it 

www.agendartestudio.it 

4 


Effetti collaterali 

di Marcello Palminteri 

6 

Enrico Mitrovich 

Il giardino segreto 

di Giovanna Grossato 

12 

Il Racconto 

La materia poteva non esserci 

di Ignazio Apolloni 

16 

Il Guggenheim 

L’avanguardia americana 1945-1980 

di Massimiliano Alberico Grasso 

8 

Aniello Barone 

Photo 

di Pasquale Lettieri 

13 

Biblioteca del mercato 

L’economia dell’arte contemporanea 

di Marta Mary Friel 

20 

Fausto Melotti 

MADRE Napoli 


10 

Yayoi Kusama 

al Centre Pompidou 

di Silvia Neri 

14 

Palermo Cordoba / AR 

C. Arcidiacono - A. Pitrone 

di G. Gabriella Pagano 

11 

Primo Piano 

24 

Enrico Meo 

di Gianfranco Labrosciano 

32 

Rita Fasano 


36 

Maria Rosa Scalco 

di Araxi Ipekjian 

38 

Bios Vincent 

a cura della redazione 

SOMMARIO 

ARTA ntis.info 

3

ARTA ntis.info MOSTRE 

4 

a cura di AgendArte Studio.it 

www.agendartestudio.it 

ALESSANDRIA 

Giò Pomodoro 

Il percorso di uno scultore 1954-2001 

Palazzo del Monferrato e sedi varie 

Via San Lorenzo 21 

Fino al 30 aprile 2012 

ANCONA 

Le mouvement sculpté 

Il movimento scolpito 

Museo Tattile statale Omero 

Via Tiziano, 50 

fino al 30 aprile 2012 

FANO 

Pier Luigi Nervi 

L’architettura molecolare 

Palazzo Corbelli 

Via Arco d’Augusto, 47 

Fino all’8 gennaio 2012 

AOSTA 

Andy Warhol 

Dall’Apparenza alla Trascendenza 

Centro Saint-Benin 

via Bonifacio Festaz, 27 

Fino al 31 marzo 2012 

BERGAMO 

Il Belpaese dell’arte 

Etiche ed estetiche della nazione 

GAMeC 

Via San Tomaso, 53 

Fino al 19 febbraio 2012 

| Andy Wharol 

CATANZARO 

Enzo Cucchi 

Opere 

MARCA - Museo delle Arti Catanzaro 

via Alessandro Turco, 63 


CHIETI 

Keith Haring 

Il murale di Milwaukee 

Galleria Gruppo Credito Valtellinese 

Corso Magenta n. 59 


FERRARA 

Joaquin Sorolla 

Giardini di luce 

Palazzo dei Diamanti 

Corso Ercole I D’Este, 21 

Fino al 17 giugno 2012 

GENOVA 

Van Gogh 

e il viaggio di Gauguin 

Palazzo Ducale 

Piazza Matteotti, 9 


| Paul Gauguin 

MILANO 

La Transavanguardia 

Italiana 

Palazzo Reale 

Piazza del Duomo, 12 


| Francesco Clemente 

MILANO 

Pixar 

25 anni di animazione 

Villa Manin 

Via di Passariano di Codroipo 


NAPOLI 

Rock Off 

2 

PAN-Palazzo delle Arti 

Via dei Mille, 60 


PRATO 

Mario Mariotti 

Opere 

Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci 

Via della Repubblica, 277 


| Mario Mariotti 

RAVENNA 

Francesco Bombardi 

Oniriche migrazioni 

Museo Nazionale 

Via Fiandrini 


ROMA 

Kim Minjung 

Il segno della luce 

MACRO Testaccio 

Piazza Orazio Giustiniani 


ROMA 

Ludovico Quaroni 

Disegni e schizzi 

Museo delle Arti del XXI Secolo 

Via Guido Reni, 4A 


| Ludovico Quaroni 

TORINO 

Josef Koudelka 

Traces 

Fondazione Merz 

Via Limone 24 

Fino all’8 aprile 2012

DA VEDERE 


salvatore 

p r o v i n o 

effetti collaterali 

di Marcello Palminteri 

Il percorso pittorico di Salvatore Provino, ben testimoniato 

dalla mostra in corso a Palermo nei saloni del piano nobile 

di Palazzo Sant’Elia (a cura di Ezio Pagano, testo in catalogo 

di Giorgio di Genova, coordinamento di Vincenzo 

Di Tanto) racconta di una personalissima interpretazione 

della fenomenologia naturale, concentrata nel perimetro 

di opere che dalle piccole alle grandissime dimensioni, 

riferiscono di un artista originalissimo ed autentico. L’astrazione 

è per Provino il luogo dove condensare la sua percezione 

del mondo e l’emozione, dove è materialmente 

possibile, attraverso l’artificio, allargare l’esperienza del 

vero che ci circonda, liberando le convenzioni tecniche 

dalla “tirannia” della “ri-produzione”, per generare nuove 

immagini, nuove ipotesi del visto e del vissuto. Un tuffo nel 

caos, come direbbe Deleuze, capace di produrre un collasso 

dei codici della rappresentazione; un momentaneo 

crollo che non significa rinuncia alla figurazione che, anzi, 

riappare in forma di sensazione, area di nuove possibilità 

e germinazione di nuova vita. Lo spazio del quadro diventa 

allora lo spazio dell’evento; vale a dire ciò che accade 

all’improvviso e mostra il mondo in modo nuovo e diverso 

segnando il momento di un incontro travolgente che 

prende alla sprovvista, proprio perché si verifica in modo 

imprevedibile. In tal senso il lavoro dell’artista siciliano si 

caratterizza per la disponibilità che offre e per essere il 

frutto maturo di una poetica in cui ciò che è sulla tela non 

è solo immagine ma anche vicenda strettamente legata 

alla biografia e, per questo, capace di annullare ogni distinzione 

tra arte e vita. E’ contemporaneamente traccia 

e rinascita, parte di una dualità tra l’ideale dell’arte e il 

pragmatismo dell’essere. Al di là, solo una idealizzazione 

proteiforme in cui l’artista mette a fuoco il “soggetto” 

del dipinto, spesso segnalato nel titolo (Caro Rembrandt, 

Nell’Isola di Vulcano, Un profeta, Dal Cavaliere Azzurro, 

Gola di luce nei corpi, …) che metterà in evidenza l’inclusione 

del suo lavoro nel campo della mitologia, della 

6 

storia, dell’appartenenza geografica, creando in ogni 

opera quegli “Effetti Collaterali” che è il titolo più appro- 7 

Gola di luce nei corpi 2005 

priato che questa mostra poteva possedere. La tela è il 


territorio conflittuale in cui texture, contrasti, sfumature, 

toni, nella loro opposizione si scontrano e dove la carica 

delle forze contrarie si scioglie nel riposo. Per questo l’opera 

di Salvatore Provino perviene sempre ad una struttura 

che non perde mai di vista una solida finalità pittorica, 

una armonia interna assolutamente musicale, come avviene, 

per esempio, nella musica di Luciano Berio, dove 

elementi tanto diversi tra loro si assestano nelle tessiture 

della scrittura sinfonica. Il segno, come una precisa orchestrazione, 

si dilata sulla superficie, l’arricchisce di cromatismi 

vivificati da impasti densi e filamentosi, che manifestano 

un chiaro carattere metamorfico, un movimento 

di trasformazione che agisce dall’interno. Spazi e forme si 

fondono in atmosfere ora di acquosa trasparenza, ora di 

impalpabili fiamme, quasi in contrapposizione alla fisicità 

di cui l’opera stessa è impregnata. Così Provino propone 

la sua visione del mondo. Questi gli “effetti collaterali” 

dell’arte e della sua vita di artista. 

Nell’Isola di Vulcano 2006 


Dal Cavaliere Azzurro 2008 


Alba 2008 


Caro Rembrandt 2006 


fino all’8 aprile 2012 

Palazzo Sant’Elia 

Via Maqueda, 81 - 00134 Palermo 

www.provincia.palermo.it

DA VEDERE 


Il Guggenheim 

L’avanguardia americana 1945-1980 

di Massimiliano Alberico Grasso 

La difficoltà maggiore per un fruitore che si avvicina al mondo 

dell’arte è concepire e far propria un‘opera astratta o informale. 

Da sempre la domanda più frequente che ci si pone è 

cosa voglia trasmettere l’artista con un determinato tipo di 

lavoro, privo di figure, di forme, di elementi ben decodificabili. 

Per gli addetti ai lavori verrebbe spontaneo affermare che, 

dinnanzi ad un’opera, qualsiasi sia la natura, bisognerebbe 

lasciarsi andare, mettere da parte il razionale e lasciare libero 

sfogo al sentimento. In poche parole: far propria l’opera 

con cui si è entrati in contatto. Purtroppo, nella maggior parte 

dei casi, lo spettatore privo di conoscenza, ma comunque 

sensibile, non riesce a relazionarsi nelle modalità più semplici 

come quelle appena descritte. Oggi viviamo in un tempo 

in cui la conoscenza della storia in generale si è fermata, o 

meglio, si è preoccupata di istruire e tramandare quello che 

ha interessato una parte del nostro tempo, creando quasi un 

limite invalicabile che non va oltre la barriera della Seconda 

Guerra Mondiale. Successivamente è come se la storia 

si fosse fermata e di conseguenza anche il tempo. La causa 

sarebbe da ricercare in quella più lontana formazione primaria 

che, non curante dei processi storico-evolutivi succedutisi 

dalla seconda metà del Novecento, ci ha resi insensibili e mal 

predisposti a recepire le trasformazioni socio culturali che, 

all’avviso di molti, potrebbero apparire irrilevanti ma che, al 

contrario, hanno modificato l’assetto globale e socio-culturale 

del mondo attuale. Per l’arte il discorso non è poi così 

differente. Infatti, effettuando un’analisi temporale, l’Astrattismo 

con tutte le correnti ad esso collegate, resta una tecnica 

assai recente, che si diffonde a partire dai primi decenni del 

XX sec. L’espressione massima esplode tonante a partire dagli 

anni ‘50 con il confluire di diverse correnti culturali nell’Espressionismo 

Astratto, tipico movimento americano. 

8 Gift, The Mark Rothko Foundation, Inc., 1986 

ture cromatiche date dai gesti spontanei tipici del lavoro di 

9 

Quest’anno è possibile usufruire di un approfondimento culturale 

in grado di illustrare in maniera esauriente il percorso 

evolutivo dell’arte e delle avanguardie che hanno caratterizzano 

gli anni compresi tra il 1940 e il 1980. Infatti con il 

nuovo anno si apre una la stagione dedicate alle grandi 

mostre internazionali. Dal 7 febbraio è visitabile al Palazzo 

delle Esposizioni di Roma Il Guggenheim. L’avanguardia 

Americana 1945-1980: sessanta capolavori della collezione 

permanente della Solomon R. Guggenheim Foundation. 

La mostra, curata da Lauren Hinkson, ripercorre quasi quarant’anni 

di tendenze contemporanee che caratterizzarono 

la seconda metà del ‘900, con opere dei più grandi maestri 

dell’avanguardia americana. Più di 50 gli artisti in esposizione 

come Jackson Pollock, Mark Rothko, Roy Linchtenstein, 

Andy Warhol, Richard Serra, Chuck Close. 

Mark Rotko (1903-1970) 

Untitled, 1947 

olio su tela, cm 121x90,1 

Solomon R. Guggenheim Museum, New York 

Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945-1980, con le 

opere di questi artisti, effettua in maniera dettagliata e assai 

meticolosa, una panoramica significativa sulla storia artistica 

del paese, rimarcando in maniera sostanziale i movimenti 

dell’arte statunitense, dall’Espressionismo Astratto alla Pop 

Art, dal Minimalismo al Post Minimalismo, dall’Arte Concettuale 

al Fotorealismo. Attraverso una straordinaria selezione 

(proveniente dall’intero circuito Guggenheim, Solomon 

Guggenheim di New York, Peggy Guggenheim di Venezia, 

Guggenheim Museum di Bilbao), di opere pittoriche, scultoree, 

fotografiche, viene esaminato un particolare periodo 

segnato da sfide radicali senza precedenti, contro quella tradizione 

consolidata dell’arte canonica troppo statica per il 

XX secolo. La mostra è divisa in sei sezioni. Il percorso si avvia 

con gli anni immediatamente successivi alla seconda Guerra 

Mondiale, quando l’Espressionismo Astratto iniziò a diffondersi 

attirando le attenzioni internazionali su un gruppo di artisti attivi 

a New York, così da rendere gli Stati Uniti il centro globale 

dell’arte moderna. Nelle prime sale ci si confronta con gli approcci 

ancora ingenui di questo gruppo di giovani talentuosi 

che iniziavano a relazionarsi con l’astrattismo. Infatti L’Espressionismo 

Astratto convogliava in esso, una fervida cerchia 

di correnti culturali, tanto da rendere New York la capitale 

dell’avanguardia. Molti dei nomi presentati in mostra devono 

il proprio successo alla Art of This Century, celebre galleriamuseo 

fondata da Peggy Guggenheim, nipote del più famoso 

Solomon. Ella ebbe un ruolo fondamentale nel panorama 

artistico di quegli anni, contribuendo con la sua galleria a 

creare un luogo ideale per il dialogo tra due generazioni a 

confronto: quella proveniente dagli artisti dell’avanguardia 

Jackson Pollock (1912-1956) 

Untitled (Green Silver), 1949 

smalto e vernice alluminio su carta applicata su tela, cm 57,8 x 78,1 


Gift, Sylvia and Joseph Slifka, 2004 

europea, rifugiatisi in America per sfuggire alla guerra, e la 

giovane generazione formata da nomi ancora sconosciuti ai 

più, come William Baziones, Arshile Gorky, Robert Morherwell, 

Jackson Pollock e Mark Rothko. Un gruppo diventato collettivamente 

noto come New York School. La terza sezione è 

occupata dalle nuove tendenze della pittura astratta degli 

anni ‘50 , dove gli artisti come Frank Stella o Kenneth Noland 

si distaccarono dalla corrente espressionista della New York 

School per volgere la ricerca sui valori fondamentali della 

pittura e i suoi elementi: linea, campitura, forma, colore. Prediligendo 

la geometria e la precisione, evitarono le sfuma- 

Pollock o de Kooning. Il percorso continua giungendo agli 

anni ‘60 e all’avvento della Pop Art. Rinnegati nuovamente i 

principi della scuola di New York, lontani dalle ideologie estetiche 

naturali da essa professata, pionieri della new art come 

Andy Warhol e Roy Linchenstein decisero di sconvolgere 

sfrontatamente il panorama culturale, facendo dell’estetica 

mediatica il punto di forza di un nuovo movimento che segnerà 

il corso della storia dell’arte. Il mondo commerciale, la 

stampa commerciale, il prodotto industriale, seriale, entrano 

prepotentemente nell’arte figurativa. Ciò che ne deriva è un 

artefatto figlio della politica di mercato, imitazione o mistificazione, 

di una società consumistica. Provocazione e critica 

della cultura popolare. Quinta e sesta sezione della mostra 

sono dedicate alle correnti che caratterizzarono primi anni 

sessanta: il Minimalismo, il Post minimalismo, l’Arte Concettuale 

e i primi collezionisti che si appassionarono al nuovo 

concetto di arte ( Robert Mangoll, Robert RYman, Dan Flavin, 

Donald Judd). Tra gli italiani emerge la figura del conte 

Giuseppe Panza di Biumo, che concentrò nella residenza 

di famiglia a Varese una delle più vaste collezioni di opere 

minimaliste, postminimaliste, concettuali. Tra le tante eredità 

della Pop Art va ricordata la pittura foto realista a cui è dedicata 

la sezione finale della mostra. Artisti come Robert Bechtle, 

Tom Blackwell, e Richard Estes ricorrono alla fotografia per 

documentare le informazioni, successivamente trasposte su 

tele di grandi dimensioni, realizzata con la tecnica ad olio 

e riprodotte a mano con precisione estrema. Nel perseguire 

obiettivi molto vicini il Fotorealismo deve molto alla Pop Art, 

differenziandosi però dal non voler trasmettere messaggi 

provocatori e ironici, ma bensì un’obiettività paragonabile 

alla neutralità meccanica della fotografia. 

Roy Lichtenstein (1923-1997) 

Grrrrrrrrrrr!!, 1965 

olio e magna su tela, cm 172,7 x 142,5 


Gift of the artist, 1997 Andy Warhol (1928-1987) 

Orange Disaster #5, 1963 

smalto acrilico e serigrafia su tela 

cm 269,2 x 207 


Gift, Harry N. Abrams Family Collection, 1974 

Charles Bell (1923-1997) 

Gum Ball No. 10: “Sugar Daddy”, 1975 

olio su tela, cm 167,6 x 167,6 


Purchased with funds contributed by Stanley and Sheila Cooper, 1975 

Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945-1980, ennesima 

lodevole iniziativa firmata Palazzo delle Esposizioni e 

Guggenheim. Quest’ultima dal 1937 attraverso la Solomon 

R. Guggenheim Foundation, si dedica alla promozione della 

comprensione e conoscenza dell’arte moderna e contemporanea. 

Attualmente fanno parte del circuito il Guggenheim 

Museum di New York, Peggy Guggenheim Collection 

di Venezia, Guggenheim Museum di Bilbao, The Deutsche 

Guggenheim di Berlino. 

7 febbraio - 6 maggio 2012 

Palazzo delle Esposizioni 

Via Nazionale, 194 - 00184 Roma 

www.palazzoesposizioni.it

DA VEDERE 


10 

FAUSTO MELOTTI 

M A D R E N A P O L I 


Continua presso il MADRE a Napoli la grande mostra antologica 

dedicata a Fausto Melotti (Rovereto 1901 - Milano 

1986) a cura di Germano Celant e organizzata in collaborazione 

con l’Archivio Fausto Melotti. Riconosciuto da 

tempo, sia a livello nazionale che internazionale, come i 

suoi contemporanei Alexander Calder, Alberto Giacometti, 

Louise Bourgeois e Lucio Fontana, quale figura chiave 

nell’ambito della scultura moderna e contemporanea, 

Melotti si è contraddistinto per essere stato, sin dagli inizi 

degli anni trenta, tra i più significativi protagonisti del rinnovamento 

e dello sviluppo del linguaggio plastico e materico. 

La particolare capacità con cui l’artista è riuscito 

a coniugare la tradizione classica con gli interessi per le 

avanguardie europee, la conoscenza scientifica con una 

particolare sensibilità musicale, il talento scultoreo con 

quello di ceramista, la raffinata abilità letteraria e creatività 

poetica con la ricercatezza del disegnatore, sono tutte 

qualità che hanno contribuito ad affermarlo come uno 

dei talenti artistici più rilevanti del XXI secolo. 200 opere tra 

terrecotte, maioliche e gessi, sculture a tecnica mista e in 

ferro, ceramiche e lavori in inox, disegni e bozzetti, tracciano 

il percorso scultoreo di Melotti più strettamente legato 

al mondo delle arti visive. Seppure incentrata prevalentemente 

sulle sculture e i bassorilievi, l’esposizione al MADRE, 

fornisce l’occasione per una lettura approfondita e analitica 

della complessa figura di Melotti contraddistintosi per 

la particolare versatilità linguistica che gli ha permesso di 

attraversare i diversi campi della pittura, della scultura, 

della ceramica, della poesia, del disegno e della musica. 

Un universo di poesia e di musica plastica che sarà messo 

in storia e in racconto dall’intreccio e l’osmosi di un artista 

come Melotti e le vicende della cultura italiana moderna 

e internazionale. Intrecciati a queste sequenze, le sale del 

museo ospitano altri attraversamenti scultorei di Melotti 

legati a materiali come l’inox oppure affidati alla produzione 

di vasi e di oggetti in ceramica, tra cui spettacolari 

rilievi in cui il colore quanto le figure arrivano a formare 

storie e immagini sorprendenti: “Un agitarsi tra le essenze 

riconosciute di un codice scultoreo, oscillante tra il registro 

materiale e l’impeto mentale, tra la memoria e la ricerca, 

che permette a Melotti di attuare spostamenti linguistici 

continui, che forniscono un incanto sistematico al suo paesaggio 

d’artista” (Celant). Melotti si rifugia nell’intimità 

La sposa di Arlecchino 1979 

ottone, gesso, tessuto, carta, cm 153x63x55 

Senza titolo 1950 

ceramica smaltata, cm 52x51,7x7,2 

delle piccole cose, fatte in ceramica e cotte nella piccola 

muffola nello studio, quasi volesse riconoscere l’agonia 

e la fine di un esemplarità umanistica, spostando così 

l’attenzione dal mondo classico delle forme e dei grandi 

ideali ad una nuova soggettività, che ora è legata ad una 

concezione naturalistica e favolistica tra essere e mondo. 

fino al 9 aprile 2012 

MADRE Museo d’Arte Donna Regina 

Via Luigi Settembrini, 79 - 80139 Napoli 

www.museomadre.it 

Angelo Pitrone 

Licata, 2009 

Dagli scatti di due noti fotografi siciliani d’origine, Cayetano 

Arcidiacono e Angelo Pitrone, viene presentata nel 

Giugno del 2011 a Cordoba la mostra dal titolo “Palermo 

Cordoba andata e ritorno”. Nati nella prima metà del 900, 

il primo si trasferisce già negli anni ‘50 in Argentina, il secondo 

invece rimarrà nella sua regione d’origine (vive ad 

Agrigento) insegnando Storia e tecnica della fotografia 

all’Università di Palermo. Cayetano Arcidiacono e Angelo 

Pitrone, entrambi nati in una terra ricca di storia, cultura e 

tradizioni, utilizzano il medium della fotografia come strumento 

per restituire e restituirci ciò che di magico e intimo 

i loro occhi hanno saputo cogliere nell’osservare i posti e 

i luoghi da loro vissuti o semplicemente osservati. Come 

protagonisti di un viaggio silenzioso Arcidiacono ci dà la 

possibilità di entrare nell’intimo connubio che con un solo 

scatto riesce a creare tra sé e le infinite forme e geometrie 

che la natura possiede. Forme pure, delicate e soffuse 

riescono contemporaneamente ad essere forti, incisive e 

ad emergere in maniera netta da uno sfondo quasi assente, 

ma dalla contemporanea sensazione di stordimento 

provata già al primo sguardo. Utilizzando un linguaggio 

binario, apparentemente semplice, ma in realtà costruito 

su una dialettica dei contrasti, il bianco e nero di Arcidiacono 

evoca nella nostra mente e nei nostri occhi una 

sensazione soave, di silenzio e calma (Rio Mendoza) mista 

quasi ad una leggera inquietudine (Tranquera) data da 

cieli cupi e distese illimitate. A questa ricerca equilibrata 

e controllata e al rigore di un linguaggio bicolore si accostano 

le fotografie di Angelo Pitrone, rigorosamente a 

colori. Formatosi nei primi anni ‘70, anche lui muove i primi 

passi tra il bianco e il nero, accostandosi però fin da subito 

al mondo della fotografia dai toni vivaci e vitali. Nel caso 

di “Palermo Cordoba andata e ritorno”, mostra riproposta 

alla Galleria X3 di Palermo ritroviamo tutta la sicilianità 

da lui sempre ricercata. Come due treni che viaggiano su 

due binari paralleli anche Pitrone, come Arcidiacono, ci 

restituisce distese, scorci e infinite geometrie, ma stavolta 

indagando “tra le smorfie di un paesaggio che pare raccontare 

una primordialità mai superata”, come ricorda 

Emilia Valenza nella presentazione delle mostra. Il colore 

cattura il nostro sguardo, ci ancora davanti scatti che si 

trasformano in dimensione religiosa (Licata 2009), si fanno 

portavoce di una densità materica tipica dell’informale 

(Comiso, Strada Provinciale 7) o ci riportano nell’entroterra 

siciliano silenzioso, incompleto ma pieno di significati celati 

CayetanoArcidiacono AngeloPitrone 

Palermo/Cordoba AR 

di G. Gabriella Pagano 

(Stazione di Butera). Tale percorso iniziato in Argentina 

termina a Palermo, dove il 22 Gennaio alle ore 18.00, alla 

Galleria X3 si è inaugurata l’omonima mostra “Palermo 

Cordoba andata e ritorno” curata da Emilia Valenza ed 

Ezio Ferreri, accompagnata da un catalogo della collana 

“I tascabili dell’arte”, edito da Ezio Pagano. Attraverso un 

corpus di 15 opere si sono messi nuovamente a confronto 

i due fotografi siciliani d’origine, ma osservatori del mondo 

di adozione. 


Tranquera 


Rio Mendoza 

ARTA ntis.info PHOTO 

11

VISTE 


12 

Enrico Mitrovich 

Galleria Ghelfi Vicenza 

Il giardino segreto 

di Giovanna Grossato 

La preziosa piccola mostra (poco più di una ventina di dipinti 

a olio) recentemente conclusasi alla Galleria Ghelfi di Vicenza 

dal romantico titolo “Il giardino segreto” è stata un’occasione 

per dimostrare di nuovo l’intelligente, sensibile cultura 

pittorica di Enrico Mitrovich. Artista veneto (Vicenza 1962) dotato 

fine e poetica ironia, egli si serve per esprimere la sua 

visione del mondo, oltre al tradizionale cromatico olio su tela, 

di titoli sustanziali, che contengono informazioni scientifiche 

ed oggettive con valore traslato. Parte integrante dell’opera, 

le sommesse citazioni per nulla saccenti o didascaliche, 

sono tratte dalla realtà contemporanea, mediate da una 

riflessione leggera e profonda insieme e vanno a costituire 

la struttura fondativa di questa serie di dipinti. Nel catalogo 

che accompagna la mostra e che include un testo di Francesco 

Mezzalira, “Elogio del giardino”, Mitrovich stesso rivela 

il significato metaforico del “The secret garden”, mutuato dal 

romanzo di Frances H.Burnett: se si sostituiscono alle varietà 

arboree i quadri, una galleria o una collezione d’arte può trasformarsi 

in un giardino di cui un bravo gallerista, un curatore 

o un collezionista diviene giardiniere. Egli, scegliendo con 

cura le piante, riuscirà sia a valorizzarne le singole qualità in 

un contesto non originario (lo studio dell’artista), sia ad armonizzarne 

la presenza come insieme. Anche questa capacità 

di Mitrovich nel cogliere “affinità elettiva fra due discipline diverse, 

la botanica e la pittura” è un’attitudine di chi sa guardare 

prima ancora che rappresentare. Comune ai bambini, 

ai poeti e agli artisti, l’istinto di lasciarsi condurre dalla curiosità 

e dall’immagamento è una caratteristica del fare e del pensare 

di Mitrovich: un po’ scienziato e un po’ visionario, consapevole 

che - come scrisse il grande architetto Louis Khan- 

“Il senso della meraviglia è così importante per noi perché 

precede la conoscenza. Precede la cultura.” Oltretutto con 

la sua opera Mitrovich entra, senza l’aria di volerci entrare, 

anche nel vivo di un dibattito molto presente oggi a livello 

globale, relativo alle responsabilità etiche di figure (galleristi, 

curatori, collezionisti, istituzioni, mecenati, mercanti e, ovviamente, 

artisti) che, a diverso titolo, si muovono sulle opere 

d’arte. Del tutto congrui, dunque, i titoli che l’artista assegna 

ai propri dipinti: dettagliati e circostanziati, essi non coinvolgono 

solamente i soggetti naturalistici, che hanno tuttavia 

da parte di Mitrovich un’attenzione particolare, ma anche gli 

atteggiamenti umani. O, per meglio dire, i diversi aspetti della 

natura umana e animale, fortemente interlacciati tra loro, si 

offrono all’osservazione artistico-scientifica di Mitrovich. Così 

è per gli uccelli - cardellini, pettirossi e lucherini - variamente 

impegnati in importanti attività come il Gruppo di cardellini 

che visita l’Erbario Sabbati (olio su tela, cm 217x145); oppure 

protagonisti, assieme agli uomini, di veri e propri narrazioni 

Surf 

Una delle tante possibili accezioni del verbo to surf 


Un lucherino visita il giardino segreto di Demetra 

Demetra è la dea delle piante. Nel suo giardino segreto protegge e coltiva 

piante che la paleobotanica ritiene estinta da 400 milioni di anni 


epiche come in All Blacks Haka against a European Robin. 

Anche rinoceronti, zebre, pulcini, pesci o bulldog hanno un 

importante ruolo in questa stramba ma acutissima “comedie 

humaine” e, naturalmente, a maggior ragione, la stessa razza 

umana, come in Visita al Louvre. Ritratto virile in restauro. Malgrado 

l’impostazione surreale dei temi, Enrico Mitrovich risulta 

un grande interprete della modernità e fa ciò che un artista 

deve: parlare, dipingendo, di cose del suo tempo. Le sue 

opere intrise di un acuto zeitgeist si pongono come immagine 

pittorica intensamente vissuta: l’olio su tela, secondo la più 

classica tradizione, interpreta i miti moderni con un linguaggio 

perfettamente coerente e dice la sua opinione, affilata, difforme 

ma non forzata, priva di ovvietà e, a volte, sottilmente 

coinvolta e sofferente. Con un lessico scabro ma di grande di 

tenuta espressiva ed estetica, privo di ammiccamenti, anche 

quando sembra averne: nel tenero pettirosso in equilibrio su 

un soffione. Anche qui si tratta di una piccola analisi sul mondo: 

Surf è il titolo dell’olio su tela, cm 44x34. Sottotitolo: “Una 

delle tante possibili accezioni del verbo to surf”. 

Galleria Ghelfi 

Contra’ Pescherie Vecchie, 29 - 36100 Vicenza 

www.galleriaghelfi.com 

Nell’ambito della sezione “Attori, artisti, poeti al MANN” 

della XVII edizione degli “Incontri di Archeologia”, al Museo 

Archeologico di Napoli è stata allestita la mostra 

fotografica “LITERNUM” del fotografo napoletano Aniello 

Barone, organizzata dal Servizio Educativo della Soprintendenza 

Speciale per i Beni Archeologici di Napoli 

e Pompei di intesa con la Provincia di Napoli, territorialmente 

competente per l’area del Foro dell’antica città 

romana, e curata da Antonello Scotti. Il luogo dal quale 

nasce e prende il titolo questo lavoro è Liternum, sito 

Aniello BARONE 

Attori, artisti, poeti al MANN 

XVII Ed. Incontri di Archeologia 


archeologico presso Lago Patria, frazione del comune 

di Giugliano in Campania, nella provincia di Napoli, dal 

2009 Parco Archeologico. Qui Barone ha “ritratto” l’unica 

colonna che svetta sui restanti reperti. Archeologia romana 

o industriale, tempio di preghiera o tempio di lavoro, 

casa di dei o di fatiche, eternità o tempo? Queste sono 

alcune delle domande che ci si pone osservando questo 

trittico. Il lavoro è allestito in modo da essere “scoperto”, 

rendendo le tre immagini, per come sono state “accomodate” 

nello spazio, reperti per lo sguardo. Le tre grandi 

foto sono infatti, al centro della sala, rivolte verso la parete 

di fondo, e lo spazio utile per guardarle è ridotto al 

minimo. Lo spazio diventa elemento dialogante con le 

immagini e con chi, guardandole, le pensa. L’ambiente, 

cantiere entropico, trasforma il movimento costitutivo 

delle tre immagini in orizzonte metastorico. Si forma, così, 

un metodo assiomatico per riconoscersi in quanto operai 

di traduzione, scopritori. Colonna o ciminiera, reperto o 

rudere? Forse, totem residuale della fabbrica della storia. 

Aniello Barone, stimato tra più bravi fotografi italiani, 

è nato e vive a Napoli. Compiuti gli studi di sociologia, 

ha cominciato a dedicarsi alla sua ricerca antropologica 

sulle realtà urbane e suburbane dell’area metropolitana, 

con uno sguardo speciale agli sviluppi e ai processi evolutivi 

dell’immigrazione e delle periferie. Ha esposto i suoi 

lavori in varie e prestigiose sedi estere e insegna Sociologia 

della Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. 

La Napoli di Aniello Barone è la personale visione di un 

territorio geograficamente marginale, dei suoi non-luoghi 

sempre al centro di progetti di trasformazione e riqualificazione. 

Lontano dall’idea di considerare la sua città in 

preda a un’emergenza permanente, Barone è in controtendenza 

nella ricerca costante della vita che pulsa in un 

universo urbano dove è sempre possibile scovare segnali 

di un’umanità di passaggio. L’interesse per le subculture, 

l’ambiente e la marginalità sociale che da sempre caratterizza 

la sua ricerca, si associa a un’esplorazione della 

propria terra, condotta attraverso suggestioni improvvise, 

accostamenti anche imprevisti, in cui è sempre rintracciabile 

un segnale del vivere collettivo comune a tutte le 

grandi metropoli del nostro pianeta. 

ARTA ntis.info PHOTO 

13

OLTRECONFINE 


14 

YayoiKusama 

In Francia la prima retrospettiva dell’artista giapponese 

Parigi Centre Pompidou 

di Silvia Neri 

“La mia vita è un puntino perso tra migliaia di altri punti” 

Yayoi Kusama 

Al Centro Pompidou di Parigi abbiamo ammirato la prima 

retrospettiva francese dedicata alla giapponese Yayoi Kusama 

(1929): un omaggio all’artista che con la sua arte ha 

influenzato molto lo sviluppo dell’arte contemporanea. La 

capitale francese è solo la prima tappa del viaggio che 

questa esposizione toccherà: a seguire il Museo Reina Sofia 

a Madrid, la Tate Modern a Londra e il Whitney Museum 

of American Art a New York. Ogni città tratterà in maniera 

distinta il lavoro di Kusama: esposti in mostra a Parigi centocinquanta 

lavori che ripercorrono cronologicamente le 

opere e i periodi dagli esordi ai giorni nostri, ossia dal 1949 

al 2011. L’esposizione mette in luce il topos ricorrente nella 

carriera dell’artista: il punto. Ossessiva allucinazione di un ricordo 

d’infanzia legato alla madre, il punto diventa motivo 

chiave della sua poetica. Dopo gli studi alla scuola d’arte 

di Tokyo, nel 1958 Kusama si trasferisce a New York dove 

ha inizio il periodo di massima sperimentazione: dalla pittura 

alla scultura, dalla performance al video, un crescendo 

di idee della società contemporanea entrano nell’arte. Le 

prime sperimentazione sono sul colore dove le grandi tele 

monocrome dichiarano l’intento ossessivo e maniacale 

della ricerca artistica intorno al punto. Dal 1961 Kusama 

inizia a produrre sculture composte da materiali tessili che 

assumono l’essenza dell’accumulazione, ossia di quel processo 

di reperimento e assemblaggio di oggetti e, nel caso 

di Yayoi Kusama, di articoli uguali a se stessi, incollati vicini e 

ripetuti all’infinito. L’esigenza di manifestare le sue ossessioni 

si attua in un’espansione che trova espressione nell’istallazione 

fino ad arrivare al 1966, data della prima performance. 

Sono gli anni che preludono il ‘68 e il clima trasgressivo 

politico e sessuale non può fare a meno di entrare nei 

suoi lavori e divenire arte: l’amore, il corpo, la politica e la 

società sono i temi che ricorrono in questa fase artistica. 

Dopo il rientro in Giappone nel 1973, Kusama turbata da un 

fragile stato mentale, realizza in questo buio periodo collages 

e morbide installazioni. Negli anni ‘80 e ‘90, l’artista 

giapponese inizia a creare polittici di grande formato, tele 

che suggeriscono l’espansione infinita del campo visivo 

e perseguono così l’idea di ripetizione e infinito. In mostra 

sono presenti anche le installazione, tra cui spicca quella 

realizzata nel 1993 per la Biennale di Venezia dove l’artista 

Veduta della mostra 

Centre Pompidou, Parigi (10 ottobre 2011 - 9 gennaio 2012) 

era stata invitata ad allestire il padiglione giapponese: si 

tratta di un’esperienza sensoriale all’interno di uno spazio 

che tende all’infinito grazie al processo di ripetizione dello 

specchio applicato su ogni parete. La mostra, è un percorso 

dentro un’artista: Yayoi Kusama ha studiato, realizzato 

e vissuto l’arte, ha colpito per le sue ossessioni, ha impressionato 

con le performance, ha reso il pubblico partecipe 

del suo mondo grazie alle installazioni. Interessanti gli ultimi 

dipinti dell’artista: una serie di trentuno opere realizzate 

ponendo la tela orizzontalmente e dipingendo come nella 

tradizione della calligrafia orientale. All’età di 82 anni, la 

geniale Yayoi Kusama lavora dall’ospedale psichiatrico in 

cui è ricoverata. Questa esposizione racconta come le trasposizioni 

allucinogene e ossessive dell’artista siano per lei 

la cura alla stessa malattia che l’affigge: un mondo a pois 

che altera la percezione del mondo creando rassicurante 

smarrimento nella continua ripetizione all’infinito. Yayoi Kusama, 

genio e follia.

IL RACCONTO 

di IGNAZIO APOLLONI 

16 

La materia 

poteva non esserci 

In quel torno di tempo avevo ben altro da fare che occuparmi 

di arte. I miei interessi spaziavano dai viaggi verso 

la luna, per i quali mi stavo diligentemente allenando, 

alla collezione certosina di microrganismi da allevare in 

provetta. Non disdegnavo altresì l’allevamento di cuccioli 

di cani bastardi che andavo raccattando quando le 

loro mamme decidevano di abbandonarli al loro destino. 

Cosa volete dunque che mi importasse andare per 

mostre, partecipare al rito del taglio del filo di lana per 

essere tra i primi a rimanere imbambolato davanti all’ultimo 

reperto recuperato in mare o vedere sorgere dal nulla 

un miracolo della natura dal greto di un fiume. L’ho già 

detto, lo ripeto. Ci sono nel momento del quale parlo più 

urgenze che stati di estasi da conquistare per sentirsi a 

posto con la coscienza; più progetti per il futuro che non 

per il passato. Bando perciò alle chiacchiere e dedichiamoci 

a essi. 

Eppure, mi rimordeva dentro qualcosa di indefinibile, da 

togliermi spesso il sonno. In tali casi mi alzavo dal letto, mi 

infilavo il berretto di lana (la mia casa di allora non aveva 

riscaldamento), inforcavo gli occhiali, davo uno sguardo 

distratto alle mie provette e quindi - comodamente seduto 

in poltrona - cominciavo a sfogliare libri d’arte. Ad 

affascinarmi ovviamente erano i volti e i sorrisi delle donne 

rinascimentali, i preziosi ornamenti, i monili scelti con 

cura dai vari pittori per mettere in risalto grazia e bellezza. 

Per me l’arte era quella e non altro. Tutt’al più potevo 

fare qualche eccezione inglobandoci le figure ieratiche 

dell’Alto Medioevo perché le legavo al verso dal titolo 

tanto gentile e tanto onesta pare. Una volta fatto il pieno 

me ne tornavo a letto più ricco e più lieto di esserci in 

Pietro Consagra 

La materia poteva non esserci, 1986 

Fiumara d’Arte, Castel di Tusa (ME) 

Foto di Giuseppe Viviano 

questo mondo. Quasi quasi mi dispiaceva di dovere ritornare 

alla mia professione di astronauta e ai miei hobby. 

Poi però il pentimento. Senza le mie cure addio provette 

e cani bastardi. Se non proprio l’umanità ne avrebbero 

sofferto i microrganismi e le povere bestie. 

Andai avanti così per molto tempo. Partecipai a voli 

spaziali, mettendo in una occasione persino i piedi sulla 

luna. Le prossime mete sarebbero state Marte o Venere 

(manco a dirlo io propendevo per Venere ma toccava ai 

direttori dell’Ente Spaziale scegliere sicché non essendo 

un ganimede avevo ben poco da sperare). Cosa perciò 

di più esaltante che non potere dire sono stato a S. Pietroburgo 

e mi sono prostrato, messo anzi in ginocchio in 

segno di adorazione davanti a quelle opere d’arte. Nel 

primo caso, sarebbero venuti giornalisti a intervistarmi (ed 

io a farmi pregare; oggi no, rinviamo a domani; sto definendo 

il modellino di navicella spaziale su cui ci imbarcheremo 

la prossima volta noi cinque, i già selezionati). 

Nel secondo, a nessuno sarebbe venuto in mente di cercare 

di sapere cosa ne penso di Benozzo da Forlì, fosse 

anche gente di Forlì. 

Finché però un bel giorno senza che l’avessi programmato, 

diversamente dalle mie abitudini, mi scopro curiosamente 

interessato all’arte contemporanea. Era semplicemente 

accaduto che andando a curiosare nel greto di 

un fiume da quelle parti chiamato non so perché fiumara 

- ci trovo un bel museo e nella parte secca un manufatto 

pare dedicato alla bellezza. In verità non è male, con 

tutte quelle volute, il contrasto di grigio e nero in felice 

connubio (non male il connubio) con l’azzurro del cielo 

e il color sabbia dei ciottoli. Si respira peraltro tutt’intorno 

aria di festa, ed infatti odo augelli far festa. A tutta prima 

la cosa mi sconvolge perché mette in discussione il 

mio senso estetico legato a moduli arcaici, poi ci prendo 

gusto. Sospendo pertanto la ricerca di microrganismi e 

cuccioli di cani bastardi che mi avevano condotto dalle 

parti di Tusa; tiro fuori la macchina fotografica e l’album 

da disegno; rivolgo gli occhi al cielo per trovare la giusta 

ispirazione, ed ecco che mi ritrovo con tutto il necessario 

per potere anch’io realizzare una scultura da fare pendant 

con quella di Pietro Consagra e da titolare La materia 

poteva non esserci. 

Abbastanza soddisfatto della mia improvvisa decisione di 

buttare alle ortiche quanto fin qui ha costituito il motivo 

principale del mio orgoglio; con l’atteggiamento tipico 

del neofita; con la baldanza che sopraggiunge quando 

si è sicuri di sé e ci si sente definitivamente fuori dal guado 

mi dirigo adesso più sicuro di prima verso il mio destino. Gli 

esempi di conversione non mancano. I successi nemmeno. 

Ricordo di aver sentito di un pilota di otto volante, andato 

in pensione con le ossa rotte dopo un volo di ottanta 

metri con tutto il carrello che si era sganciato, il quale 

si era dato a inventare vari tipi di paracadute diventando 

in tal modo famoso. Perché allora non io? 

Capivo però come non fosse facile entrare nel gotha degli 

uomini illustri, artisti di fama, senza avere prima inventato 

uno stile: tanto più che allora ero un povero in canna. 

Mi guardo perciò in giro, frequento gallerie, ostento, mi 

presento vestito di jeans laddove invece ci sono solo uomini 

in frac. Manco a dirlo la cosa colpisce. C’è chi mi 

osserva con simpatia (specialmente le signore), chi con 

sussiego epperò ben celato tanto da potersi prendere 

per benevolenza. Intuisco allora: questo è il mio momento! 

lascia perdere la scienza e datti all’arte. Nelle circostanze 

di cui sopra ovviamente non potevo che darmi a 

un’arte povera di mezzi se non di risultati. Ecco allora che 

invento l’arte povera. 

Fu un colpaccio. Fu quasi uno slam in faccia a quei signori: 

rubicondi quanto a viso e soliti giocarsi a bridge un 

mucchio di quattrini. Essendo ad ogni modo quasi tutti 

galleristi presero a corteggiarmi, a darmi suggerimenti 

sul come intanto uscire dalle ambasce in cui mi trovavo 

stante che ormai non sono più se non uno scienziato 

senza prospettive (e nemmeno più un allevatore di cani 

bastardi) e tuttavia non ancora diventato un artista. Da 

parte mia li ascolto - rinserrandomi però nel più assoluto 

mutismo vuoi per non lasciare intendere quali saranno le 

mie mosse, vuoi perché ancora non ho molto da dire. In 

verità qualche idea ce l’ho, non sono comunque pronto 

a farla collaudare e brevettare. Attendo perciò tempi migliori 

e finalmente questi arrivarono. 

Fu il momento in cui la gente cominciò a disfarsi di abiti 

dismessi considerandoli stracci; caterve di gonne lunghe 

fino ai piedi buttate via perché è sopraggiunta la moda 

alla Mary Quant; calze di nylon ancora impacchettate 

che finiscono al macero perché le donne adesso amano 

scoprirsi le gambe e ci manca poco che escano senza 

mutandine per far capire dove esattamente finisce il tronco 

e da dove si dipartono gli arti preposti alla deambulazione. 

Per dirla tutta sopravenne una sorta di massacro 

del come eravamo, del come era l’arte e in prospettiva 

cosa dovesse intendersi per arte. Io però, divenuto letteralmente 

invasato; calato nel ruolo di artista a tutto tondo 

(non male il tutto tondo), non mi curo se non di dovere 

dare di me l’immagine di un poveretto vestito di stracci 

per restare perfettamente nel ruolo assegnatomi da quegli 

sponsor. Mi si disse però di lì a poco che quella specie 

di mia perenne performance - nel senso di uno che 

cammina nelle strade quasi fosse uno straccione - aveva 

un precedente già codificato, la cosidetta arte brut. Che 

dunque mi dessi una mossa e dessi maggiore sostanza 

all’arte povera. 

È una parola! mi dico. Datemi uno spunto! gli dico, e vi 

solleverò il mondo! Quei lor signori, purtroppo per me, non 

erano interessati a vedere sollevato il mondo ma a vedersi 

rientrare nel gioco delle parti presentando al pubblico 

di critici d’arte, storici dell’arte, fenomenologi di stili e intenditori 

vari il fenomeno vivente, cioè io, visto nella veste 

di collezionista di stracci (come dire stracciarolo) capace 

di creare cumuli di senso compiuto con magliette, camicette, 

giacchette, cappotti fuori moda da stupire persino 

coloro che se ne erano privati: ci si attendeva anzi che 

venissero in massa alle mostre per recuperare le loro cose, 

parlando addirittura di refurtiva. Mi dovetti pertanto dar 

da fare con vernici e colori, tinture e solventi a scolorire, 

creare sfumature, alterare la struttura del tessuto per renderlo 

irriconoscibile. L’ebbi ovviamente vinta. Non ci furono 

santi che tengano, l’ebbi vinta. E con me quei signori 

che avevano elargito i loro capitali. 

Da allora vivo da nababbo tra lussi e crociere; abiti firmati; 

scarpe dalla suola di cuoio e dalla tomaia di vitellina 

da latte: rigorosamente vitellina mica vitello; camicie di 

seta aperte sul petto per fare ventilare i peli (sono infatti 

uno che ha tanti peli sul petto e non ha peli sulla lingua); 

orologi costruiti apposta per me, portati con disinvoltura 

stante che sono assicurato con i Lloyds; un cottage sulla 

costa atlantica degli Stati Uniti e uno su quella del Pacifico, 

avessi voglia di andare a caccia di foche o per un 

safari fotografico a caccia di leoni marini. Quando mi incontrano 

i miei colleghi di un tempo - ancora alla ricerca 

di tracce di acqua o di ghiaccio su Marte - mi domandano 

come va, ed io: Va! Va! anzi La va! Eccome se la va! 

Se poi mi domandano cosa abbia potuto farmi declinare 

l’invito di mettere per primo piede su Marte per dedicarmi 

così impudentemente all’arte (ovvio che loro non 

capiscono niente di generi o stili e perciò evito di menzionare 

il mio anche perché non riuscirebbero a capire) 

racconto del mio iniziale flirt con l’arte avvenuto in quel di 

Tusa, esattamente nel greto della fiumara che ne porta il 

nome: attonito davanti a un’opera mastodontica che ha 

cambiato l’assetto morfologico di tutta la zona divenendo 

ad un tempo un’icona. Non potevo certamente però 

ispirarmi a quel monumento alla bellezza per fare fortuna. 

Dovevo creare un genere, o meglio uno stile nuovo a beneficio 

della fenomenologia; di qui l’invenzione dell’arte 

povera. Se vogliono quindi anche loro il successo smettano 

di ricercare molecole o microrganismi nell’Universo. 

Molto di più gliene verrà se daranno anche loro vita 

a qualcosa di stupefacente perché questo è ciò che si 

aspetta la gente. 


vive ed opera a Palermo 


17

Premio Speciale “ITALY 150° ART FAIR” 

mostra degIi artisti finalisti 

3 - 27 marzo 2012 

Inaugurazione 

3 marzo 2012, ore 18.00 

Palazzo Zenobio per l’Arte 

Collegio Armeno Moorat - Raphael 

Fondamenta del Soccorso, 2596 - Dorsoduro 

30123 Venezia 

ART IN THE CITY VENICE 

1° PREMIO INTERNAZIONALE 

PITTURA_SCULTURA_FOTOGRAFIA 

| veronica alghisi | alessandro attombri | silvio balestra | marino benigna | giuseppe borsoi 

| tommaso brogini | mario cangini | isabel carafi | maya cetkovic | carmine ciccarini 

| paolo emilio cosenza | guerrino dirindin | giovanni valter dotto | tiziano furlan 

| martino gaudiano | adriana ghiraldo | ermanno giacetti | ursula huber 

| bruna lanza | milvia lauro | enzo leanza | renato lipari 

www.ar t-inthecity.it 



3 - 27 marzo 2012 

Inaugurazione 

3 marzo 2012, ore 18.00 




30123 Venezia 




| cristina maulini | annunziata medico | anna moro | antonio murgia | silvio natali 

| constantin stan neacsu | luca pattina | lisa perini | romana prinoth | loredana raciti 

| giordano sala | riccardo schiavon | fausto segoni | maria pia settin 

| arpinè sevagian | mariangela sforza | antonio sgarbossa | choi yoon sook 

| paola valori | lucienne vescovo | silvia viganò | alex volpi 

www.ar t-inthecity.it

LIBRI 

LA BIBLIOTECA 

DEL MERCATO 


20 


Mercati, strategie e star system 

Anche in tempi bui per l’economia globale, il mercato internazionale 

dell’arte continua a regalare un po’ di luce, 

soprattutto quando entra in scena l’arte contemporanea, 

come dimostrano i risultati delle aste londinesi recentemente 

conclusesi. In Italia i dati sono, per il momento, 

un po’ meno entusiasmanti anche a causa di una serie di 

vincoli fiscali e normativi che frenano lo sviluppo di questo 

mercato, come peraltro recentemente sottolineato 

anche da uno studio condotto dall’’Istituto Bruno Leoni 

(Indice delle Liberalizzazioni 2011). I numeri presentati da 

Nomisma ad Artefiera parlano di giro d’affari complessivo 

dell’arte in Italia di quasi 1,4 miliardi di euro - comprensivi 

del sommerso valutato in 470 milioni - cioè poco più 

dell’1% a livello internazionale e, anche nel nostro Paese, 

circa il 43% del giro d’affari riguarda il segmento moderno 

e contemporaneo. “Le “ragioni economiche” dell’arte 

contemporanea sono indiscutibili, se non, addirittura, 

imprescindibili. La dimensione artistica ed estetica, di per 

sé non spiega lo sviluppo impetuoso e globale del mercato 

dell’arte contemporanea. Le opere d’arte, soprattutto 

quelle di arte contemporanea, sono beni economici, 

al contempo “beni di lusso” e “beni di investimento”, 

in una combinazione che trova difficilmente riscontro in 

altri settori industriali o finanziari” scrive Federico Lalatta 

di Costerbosa nella prefazione di “L’economia dell’arte 

contemporanea. Mercati, strategie e star system” di Alessia 

Zorloni, ricercatrice di The Boston Consulting Group. E 

non è dunque un caso che anche gli studi di economia 

dell’arte abbiano subito un boom negli ultimi anni come 

dimostrano sia la ricca attività convegnistica, sia i numerosi 

centri di studio e di consulenza messi in piedi a presidio 

della materia, sia il fermento editoriale di cui il libro della 

Zorloni è il più recente esito. Una mappa economica ragionata 

del complesso sistema dell’arte contemporanea 

però, in Italia, ancora mancava e il volume conduce il lettore 

attraverso una serie di temi di grande attualità anche 

con l’ausilio di una serie di utili schede di confronto tra Paesi 

sulle diverse politiche di valorizzazione del contemporaneo. 

Si parte da una tassonomia ragionata dei mercati 

dell’arte e dei suoi agenti per arrivare a capire su quali 

piazze conviene oggi comprare, quali sono le distorsioni 

di Martha Mary Friel 

e i rischi della crescente interazione tra mercato dell’arte 

ed economia dello star system, quali le logiche sottese ai 

movimenti sul mercato di grandi aziende e istituti di credito 

per la creazione delle proprie corporate collections. 

Non manca poi una parte dedicata all’investimento in 

arte e alla domanda speculativa: un tema questo particolarmente 

sentito oggi - è stato recentemente al centro 

anche del 2° Summit Arte e Cultura del Sruppo 24 Ore 

- vista la crescente attenzione degli investitori e del mondo 

degli affari a questo mercato e alla moltiplicazione, 

soprattutto a Est, delle piazze d’offerta. 

Alessia Zorloni 


Mercati, strategie e star system 

Franco Angeli editore 

isbn 9788856844948 

Euro 27,00 

ANTONELLACUCINELLI 

antonellacucinelli@virgilio.it 

cell. +39 340.7275084 

STEFANIAVASSURA 

Roma 

fotografia 

Photograpy 

Cell. 338.9294901 

stefaniavassura@virgilio.it 

www.sitohd.com/stefaniavassura 

MIROGABRIELE 

Piazzale Labicano, 2007 

fotografia 

Photograpy 

Cell. 329.8061863 

miro.gabriele@libero.it 

www.sitohd.com/mirogabriele

RENZOTONELLO Via Riva di Mezzodì, 2 - 13881 Cavaglià (BL) 

Cell. +39 349.8313833 

www.renzotonello.it 

(…) Le opere di Renzo Tonello, sospese tra sogno 

e realtà, rappresentano una grande galleria tematica 

che illustra il mondo dell’uomo in tutte le sue 

declinazioni, riuscendo a creare con le sue immagini 

spesso oniriche e simboliche una costruzione che 

parte dal subconscio dell’essere umano e riesce a 

coglierne l’essenza. 

Ogni immagine rientra in un’articolata narrazione 

esistenziale che nei toni, nei colori e nelle sfumature 

ci racconta una storia, ci parla della vita, restituendoci 

attraverso un segno vivo e malinconico un’atmosfera 

o uno stato d’animo. 

Un mondo nascosto di misteri | 2009 


Quella di Tonello è una pittura figurativa che non 

rinuncia però alla sperimentazione, sia attraverso 

le raffinate sovrapposizioni tonali e cromatiche, sia 

nella preferenza accordata al bianco e nero, colori 

che divengono un mezzo con cui dilatare la portata 

semantica del soggetto rendendo immediatamente 

comprensibile il suo messaggio più profondo. (…) 

Tricolore | 2011 


Paolo Levi 

Equilibrio instabile | 2006 


Un seme: fiorisca e fruttifichi | 2007 

olio su tela, dittico, cm 100x100 (dittico) 

www.russofrancesco.it 

Contatti 

Via Roma, 57 

81038 Trentola Ducenta (CE) 

Telefono e fax: 081.8145896 

Cellulare: 338.9660298 

E-mail: fra.russ@libero.it 

FRANCESCO RUSSO

ARTA ntis.info PRIMO PIANO 

24 

Enrico 

Il gatto Meo 


Spesso ho considerato il gatto Meo - l’artista Enrico Meo - 

durante le sue partenze migratorie per la città e il sistema 

ultrapreciso col quale calcola le sue rotte di spostamento. 

Ho conosciuto la misura della sua ruota di attività, cioè i 

ritmi quotidiani di attività/riposo, e, alla fine, il suo “sentire” 

il ritmo del tempo. Così l’ho visto vagare fra le sagome di 

edifici antichi e fissare con occhi lunatici serrande abbassate 

o muri rabberciati, pezzi di intonaco caduti e superfici 

abrase dal tempo, e, nel centro storico della città, montagne 

di rifiuti e cose vecchie accatastate in vicoli e viuzze 

in cui la vita pareva abbandonata. Nelle sue scorribande 

l’ho visto sostare lungamente in una piazza o su un muretto 

assolati, e ho considerato questo: è amico del sole, 

della luna e delle pietre. Ma che fa il gatto Meo quando 

si arresta al’improvviso e scruta, osserva, fissa gli oggetti? 

Il gatto Meo pensa … pensa. Forse passeggia dentro il 

suo cervello come se fosse in casa sua, mite, leggiadro, 

forte, un bel gatto. Così direbbe Baudelaire. O è proprio 

lui, il gatto Meo che, come direbbe Baudelaire, di fronte 

all’oggetto si distende, tenero e discreto, e pensa … “la 

nostra società sta distruggendo i gatti. Tra pochi anni non 

ce ne saranno più. Il dio degli animali, allora, ci chiederà 

il conto su ciò che abbiamo fatto ai nostri fratelli. Certo, 

siamo stati Dante e Shakespeare, ma intanto abbandoniamo 

questi nostri disperati fratelli.” Chi sono poi questi gatti, 

questi fratelli che se ne vanno in giro col loro far niente e 

attraversano le strade del mondo come se non ci fossero, 

senza chiedere niente a nessuno se non , forse, di essere 

solamente riconosciuti? Forse sono come gli artisti, coloro 

che vivono ai margini, o sulla soglia, in ogni caso sul confine, 

sulla zona indistinta che segna il trapasso fra il visibile e 

l’invisibile … I gatti, allora, sono delle icone. Sublimi immagini 

di una bellezza capace di sollevarci, di rapirci e di trasportarci 

altrove. Ma siamo in grado noi, gettati in questo 

duro mondo d’inamovibili relitti d’inquietudine, di fissare e 

ritenere ancora l’icona? Oppure, ci meritiamo l’icona? O 

meglio, siamo in grado di pensare in termini iconoclastici? 

E soprattutto, siamo in grado di dipingere una nuova icona? 

E’ un affare di percezione fra lo spazio circostante e 

la sacralità dell’io cogitante. Qualcosa che dia un senso 

al numero, all’esattezza matematica e alla generale legge 

dell’emozione, quest’ultima comunemente chiamata 

Anima. “Come faremo, noi gatti, così teneri e indifesi, noi 

animali sbandati, dispersi, malinconici e tristi, a farci riconoscere 

da questi disperati fratelli che chiamiamo uomini?” 

Questo pensa il gatto Meo mentre passeggia solitariamente, 

e se pensando va un metro più in là nessuno se ne accorge, 

perché è un gatto … E’ una creatura presente ma 

Il gatto sul tetto 

acrilico su tela 

Gatto 

acrilico su tela 

continuamente assente, che sta altrove. E’ qui, con tutta 

la sua concreta presenza e al contempo non c’è, perché 

subito sparisce e si dilegua. Come l’arte, che c’è e non c’è, 

occupa lo spazio con una data forma e subito si trasforma, 

in maniera cangiante, ambigua, misteriosa, enigmatica, 

spesso inafferrabile, come il gatto. 

Enrico Meo 

vive ed opera a Grottaglie(TA) 

ITINERA 2011.2012 

NOVE CITTÀ D’ARTE NOVE GALLERIE VENTI ARTISTI CONTEMPORANEI 

agrigento.arezzo.firenze.imola.napoli.palermo.roma.torino.venezia 

Una mostra itinerante in nove città d’arte. Venti artisti dagli stili e dalle tecniche diverse si confrontano, 

dialogano in mondi che si sfiorano, si allontano fino a ricongiungersi in un’unica orbita 

comune: la passione e l’amore per l’arte. Un iter che nasce come connubio di culture e come 

forma di conoscenza. Individuando tanti piccoli mondi a sé, di seguito la lettura dell’universo di 

Itinera 2011.2012 

MONDI DEL DISEQUILIBRIO David Ambrosio. Volti come statue deturpati da segni che vogliono 

cancellare l’immagine fotografica stessa. L’arte diventa atto: il segno mette a tacere l’immagine, 

annulla la mente, copre gli occhi ... Prima viene la traccia dell’artista poi la rappresentazione. 

Francesco Russo. Mondi vegetali e umani che cercano un accordo, un equilibrio difficile da sostenere: 

nel figurativo dell’artista catturare la realtà è determinante per capire il mondo, ma forse 

quest’ultimo diventa irraggiungibile e allora l’artista toglie nell’opera alcune parti dipingendo 

sull’immagine stessa come se il colore fosse levato, strappato. Tiziana Pannunzio. Soggetti che nascondono 

un mistero o un segreto, le opere della Pannunzio sono scatti rubati al mondo, ma scatti 

pericolosi, che si muovono nell’atto, fermano un’azione che al tempo stesso o rimane sospesa o 

indica come il tempo scherzi col fuoco o con le sue stesse ore. 

IL MONDO DELLA FORMA Maria Elena Boschi. La ceramica raku dona armonia, antichità, traducendosi 

nell’essere e nel divenire dei piccoli mondi rappresentati, come una poesia, un haiku 

giapponese. Domenico Zora. Le figure di bronzo di Zora catturano forme femminili che scivolano 

nel sottile equilibrio dell’etere, le sculture sviluppano verticali, modellano il movimento in un gioco 

armonico, come le pose di una ballerina, diventano poesia della materia. L’artista dona la leggerezza 

al bronzo e ne trova l’etereo divenire. 

MONDI DA FAVOLA Alberto Besson. Il colore sapientemente abbinato a forme geometriche armoniche 

genera la figura umana, il paesaggio, l’animale. Una ricerca che individua il mondo all’interno 

delle cose e lascia che cavalchino la fantasia in costante dialogo con la realtà. Gisele Carneiro 

“Gica”. Il colore come gioia e allegria porta nel mondo delle favole di Gica, un mondo sognato, 

rincorso e in parte vissuto nell’infanzia. Nel ripetersi del soggetto in una stessa opera scopriamo la 

pregnanza del colore e delle sue tonalità che giungono a una semplice ricerca figurativa. Come 

una bambina danza sulle onde del colore. Luigi Pacifico. L’incanto di una favola, di un mondo 

nascosto nella fantasia di un bambino, si fa arte nella mente e nelle mani di Pacifico. Nel Castello 

della mente soggiace la ricchezza dell’infanzia, del sogno, della notte e dei suoi blu, che indicano 

che è l’ora di andare a letto, perché è giunto il momento della favola. Donatella Saladino. La favola 

oltre il mondo reale scivola tra passato e presente, coglie l’antico, gli interni medievali, e cerca il 

fanciullo in ogni fruitore. Il colore si fa poesia e la tela diviene racconto. Betty Seminario. Cattura la 

festa e la gioia del popolo peruviano in degli assemblaggi di colori vivi e armonici che scivolano in 

mondi da favola. Hanna Scheriau. La seta assorbe il colore e come un evento nascosto poi esprime 

i suoi raggi di luce abbandonando il fato nei giardini dell’essere dell’artista. Nelle sue opere gli 

universi scivolano tra realtà e favola. Maurizio Muscettola. Ogni soggetto annuncia una storia. In 

Ogni opera il fruitore immagina insieme all’artista figurativo un evento, che si fa ironico, beffardo 

nell’assurdo dell’effimero. 

IL MONDO DELLA MATERIA Elisabetta Fontana. Dove l’epidermide dell’uomo e delle cose affascina 

l’artista, nei supporti vive la materia che si raggrinzisce e implica il mutare nel tempo di ogni soggetto. 

La materia diventa visione e annuncio di un’altra vita: una vita organica e invisibile a occhio 

nudo, che Fontana ne trapela l’arrivo e l’esistenza ai nostri occhi. Renato Lipari. Gli euro triturati 

su tela giocano con la realtà italiana, delineando uno scandalo e nello stesso tempo l’originalità 

dell’atto artistico che si può configurare in un accenno di Arte Povera. 

IL MONDO FIGURATIVO PER IL QUOTIDIANO Giuseppe Lettere. Gioca col figurativo, con la realtà, 

con i volti e le cose. Un mondo che contiene un messaggio e una ricerca. Un mondo che si fa 

metafisico e al contempo reale e famigliare. Pino Manzella. L’antico pervade i soggetti quotidiani, 

in un iter che si fa “capriccio” di tecniche e di soggetti. Arpinè Sevagian. Le sue processualità 

implicano un atto artistico che blocca similitudini e parvenze tra l’essere umano e la natura, fatta 

di conchiglie, coralli, piume … una ricerca del mondo per carpirne i segreti e gli ossimori che ne 

fanno parte. 

LA CREAZIONE DI UN UNIVERSO Simona Marigliano. Dall’optical forme geometriche e volti si insinuano 

nel reale per giocare col colore, con la linea e col pensiero. Un universo immaginato, astratto, 

costruito tra la ragione e il sentimento di stupire e incantare. Cinzia Quadri. Quando un volto 

può rivelare un universo dove si nasconde una poesia, ecco che la Quadri cattura la percezione 

umana nelle sue tecniche sapientemente distillate sui suoi supporti e centellinate nei suoi colori 

così come nel bianco e nero. Margherita Rancura. Rancura crea un universo privato, racchiuso 

nel sogno di giardini incantati, nella leggerezza di un pensiero, nell’armonia del colore. Nei suoi oli 

filtrati sulla tela come organismi viventi, il fitomorfo annuncia il vero e l’incanto. 

Questa è Itinera 2011.2012. Una mostra. Nove città d’arte. Nove gallerie. Venti artisti contemporanei. 

Una mostra: o, forse, qualcosa di più. 

Barbara Rotta, Torino, 21 gennaio 2012 

DAVID AMBROSIO 

ALBERTO BESSON 

MARIA ELENA BOSCHI 

GISELE CARNEIRO GICA 

ELISABETTA FONTANA 

GIUSEPPE LETTERE 

RENATO LIPARI 

PINO MANZELLA 

SIMONA MARIGLIANO 

MAURIZIO MUSCETTOLA 

LUIGI PACIFICO 

TIZIANA PANNUNZIO 

CINZIA QUADRI 

MARGHERITA RANCURA 

FRANCESCO RUSSO 

DONATELLA SALADINO 

HANNA SCHERIAU 

BETTY SEMINARIO 

ARPINÈ SEVAGIAN 

DOMENICO ZORA 

w w w . a r t a n t i s . i t 

A BIMESTRALE D’ARTE 

RT Antis 


i n f o

Vernice Art Fair 

artantis.spazio per l’arte www.artantis.it 

X ed. Fiera d’arte contemporanea 

FORLI’ 23 24 25 MARZO 2012 

ADA VALISENA 

ALONDRA DALI ROMERO 

AMALIA DI SANTE 

ILARIA GACCETTA 

ANGELO DE FRANCISCO MAZZACCARA 

ANNA GATTO 

FEDERICA VEGGIATO 

RAFFAELLA BELTRAMI 

ELISA ZINI 

ANTONIO ARMANO 

ARPINE’ SEVAGIAN 

DONATELLA SALADINO 

FRANCESCO SENISE 

MAURIZIO MUSCETTOLA 

MIMMO CORRADO 

ANNA MARCHI 

MICHELE AFFATATO 

SARA LOVARI 

GABRIELLA DE FILIPPIS 

MICHELE MARCIELLO 

MARZIA ATTAGUILE 

RENATO BETTONI 

NELLO FESTA 

SERGIO DI MATTIA 

MICHELA STROLLO 



FORLI’ 23 24 25 MARZO 2012 

Vernice Art Fair

Vernice Art Fair 



FORLI’ 23 24 25 MARZO 2012 

LELLO BAVENNI 

MARGHERITA RANCURA 

LISBETH DAL POZZO D’ANNONE 

MARIA ELENA BOSCHI 

MARIA FERRARA 

MARIA TERESA SGUEGLIA 

MARIO FONTANA 

MARIO PATERLINI 

MARIA GRAZIA FIORE MARISA CORTESE 

ERMES RICCI 

FRANCESCO D’ADAMO 

ANTONELLA CUCINELLI 

GABRIELLA TOLLI 

ALEXANDER PIANTA 

ANNA GIARGONI 

GIULIA GORCOVA 

GIUSEPPE FIGLIUZZI 

GLORIA PARISOTTO 

GIOVANNI MANGANARO LUCA BRAGLIA 

LE THUY AI (MARY) 



FORLI’ 23 24 25 MARZO 2012 

Vernice Art Fair

“Selvaggia” 

AMELIA 

DEL VECCHIO 

Patricia DEL MONACO 

w w w . p a t r i c i a d m a r t . i t 

E-mail: patriciadmart@libero.it 

Tel. 06.5010066 - Cell. 389.9886133 

“Esmeralda” 

Cell. 333.7618788 

annameliadv@virgilio.it 

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Dal ciclo: “Venditrici d’amore” 

Gilda, 2011 

tecnica mista su tela, cm 60x120 

ANTONELLACUCINELLI 

antonellacucinelli@virgilio.it 

cell. +39 340.7275084 

Fuga attraverso il Maghreb 

scultura polimaterica 

LÙCIA 

PAGANIN 

Incomunicabilità 

gres 

Via Fratelli Bandiera Sud, 18 - 56023 Cascina (PI) 

Cell. 347.4843990 

lucia.pa@virgilio.it


32 

Rita Fasano 


Le Opere di Rita Fasano sono pareti segnate da lenti attraversamenti 

e sedimentazioni della materia che le hanno 

come scavate, solcate e graffiate e sulle quali insiste, impregnandole 

di un sapore arcaico e primitivo, una sostanza 

astorica e completamente immateriale che si spalma, si 

stende e si distende sulle superfici con una temperatura, direi, 

siderale, di un’astrofisica alterità capace di afferrare e 

trasportare in mondi roteanti, desertici, nei quali solo il silenzio 

pare resistere all’interno di tremanti e fluttuanti universi, 

o brandelli, o segmenti o lacerti di possibilità esistenziali: il 

Tempo. Forse è la parete di ogni grotta di cui è cosparso il 

territorio sul quale l’artista vive, che, invisibile texture della 

sua tela infinita, di un’ informale, astratta vuotezza e totalizzante 

pienezza, intesse le opere grumo su grumo, nodo su 

nodo per disegnare, alla fine, l’intricato reticolo esistenziale 

di chi raccoglie, nella sua finitezza, le scorie di un tempo 

infinito e contempla dalla sua soglia limitata, da questi 

muri finiti, appunto, altre, sconfinate immensità, e certo la 

tecnica dell’incisione lungamente praticata dall’artista è 

lo strumento che consente di penetrare oltre la barriera di 

questi invisibili mondi, ma certamente è un attraversamento 

temerario e solenne, effettuato con lucida razionalità, 

con spirito di indagatore e di esploratore di mondi non ancora 

perlustrati quello che ci troviamo di fronte, che ci afferra 

e ci trasporta lontano. E ci sentiamo attratti, attirati nei 

vortici e negli effetti di sbandamento che producono queste 

tremolanti superfici di Rita Fasano, in cui tutto si muove 

come sotto l’effetto di una vibrazione energetica tellurica 

capace di smuovere e rimuovere la materia, o la terra, o 

la creta umana, fino a dissolverla in una grande, informale 

vuotezza. Un informale che ci costringe, però, a soggiornare 

nell’opera, che è il pregio di queste rappresentazioni 

solcate da una densa corposità materica, attraversata da 

un pastosa materialità ma cosparsa da tinte delicate, riverberi 

di luci e colori quasi acquerellati che la fanno lievitare 

fra un tipo di informale gelato, quasi bloccato nelle anse di 

un tempo ancestrale che pare rappresentare, e la qualità 

di un informale caldo, emozionale, di una libera gestualità 

colta, forse, sotto la spinta, l’imprinting diretto di una necessità 

impellente che chiede di essere liberata. 

Rita Fasano 

vive ed opera a Mesagne (Br) 

Sedimentazioni 

della materia 

Meditazione 

affresco, cm 180x100 

Attesa 

affresco, cm 55x35 

www.art-inthecity.it 






Veronica Alghisi 

Alessandro Attombri 

Silvio Balestra 

Marino Benigna 

Giuseppe Borsoi 

Tommaso Brogini 

Mario Cangini 

Isabel Carafi 

Maya Cetkovic 

Carmine Ciccarini 

Paolo Emilio Cosenza 

3 - 27 marzo 2012 

Inaugurazione 

3 marzo 2012, ore 18.00 

Guerrino Dirindin 

Giovanni Valter Dotto 

Tiziano Furlan 

Martino Gaudiano 

Adriana Ghiraldo 

Ermanno Giacetti 

Ursula Huber 

Bruna Lanza 

Milvia Lauro 

Enzo Leanza 

Renato Lipari 

Cristina Maulini 

Annunziata Medico 

Anna Moro 

Antonio Murgia 

Silvio Natali 

Costantin Stan Neacsu 

Luca Pattina 

Lisa Perini 

Romana Prinoth 

Loredana Raciti 

Giordano Sala 




30123 Venezia 

Segreteria organizzativa ART IN THE CITY 

Via Roma, 11 - 31020 Villorba (TV) 

Tel. +39 0422 1781460 - +39 340 3356420 

www.art-inthecity.it - info@art-inthecity.it 

Riccardo Schiavon 

Fausto Segoni 

Maria Pia Settin 

Arpinè Sevagian 

Mariangela Sforza 

Antonio Sgarbossa 

Choi Yoon Sook 

Paola Valori 

Lucienne Vescovo 

Silvia Viganò 

Alex Volpi

“Insieme per l’Arte”, progetto artistico ideato e realizzato dalla pittrice armena Arpinè 

Sevagian vede l’unione di un gruppo di artisti legati dalla passione per l’Arte. 

Diverse sensibilità e personalità che si manifestano in un modo autonomo e individuale 

ma armonizzate da un’unica inclinazione. Percorsi diversi ma paralleli: si parte 

da una figurazione metafisico-surrealista che nasce dall’inconscio, per passare 

alla fotografia emozionale, fino ad arrivare all’informale d’azione. La meta è quella 

di un’arte non fatta di provocazioni arroganti ma di sentimenti in un contesto unico 

ma allo stesso tempo singolo di “Nuovo Quadro Contemporaneo”. Araxi Ipekjian 

Arpinè Sevagian 

Roma 

arpynukka@alice.it 

www.equilibriarte.net/arpysevagian 

Allegoria della Vita, 2012 

(Sayat Nova in Veste di Natura) 

processualità miste su tela 

cm 40x60 

Al Mazzaglia 

Pedara (Catania) 

contatti@almazzaglia.it 

www.almazzaglia.it 

Borgo surreale III, 2011 

acrilico, tempera grassa e oro su tavola 

cm 40x50 

Claudio Bonaccorsi 

San Giovanni la Punta (Catania) 

boclau@gmail.com 

www.claudiobonaccorsi.it 

La vela, 2007 

stampa fotografica su tela 

cm 50x70 

Mario Paterlini 

Poviglio (Reggio Emilia) 

mario.paterlini@alice.it 

www.mariopaterlini.it 

Milano 

olio su tela 

cm 200x100 

Mimmo Corrado 

Pisa 

dcorrado@tiscali.it 

www.mimmocorrado.com 

Marina di Zambrone, 2010 

olio a spatola su tavola 

cm 40x50 

Giuseppe Figliuzzi 

Torino 

figliuzzi.giuseppe@libero.it 

www.figliuzzi.com 

Spiccare il volo, 1998 

tecnica mista su tavola 

cm 46x46 

“Insieme per l’Arte”, progetto artistico ideato e realizzato dalla pittrice armena Arpinè Sevagian 

vede l’unione di un gruppo di artisti legati dalla passione per l’Arte. Diverse sensibilità 

e personalità che si manifestano in un modo autonomo e individuale ma armonizzate 

da un’unica inclinazione. Percorsi diversi ma paralleli : si parte da una pittura emozionale legata 

al desiderio di rappresentazione soggettiva della realtà e non semplicemente oggettiva, 

per passare alla pittura informale, fino ad arrivare alle manipolazioni tecnomanuali. La 

meta è quella di un’arte non fatta di provocazioni arroganti ma di sentimenti in un contesto 

unico ma allo stesso tempo singolo di “Nuovo Quadro Contemporaneo”. Araxi Ipekjian 

Fabiola Murri 

Pescara 

fabiolamurri@yahoo.it 

www.fabiolamurri.com 

117, 2011 

acrilico 

cm 120x120 

Giovanni Manganaro 

Moiano, Vico Equense (Napoli) 

giovannimanganaro@gmail.com 

www.manganaropit.it 

Luciano Alberti 

Roma 

alberti_luciano@libero.it 

Campo di tulipani 

olio su forex 

cm 60x50 

Dalla serie: “Barriere”, 2002 

tecnica mista su tavola 

cm 95x85 

Luciano Alessi 

Ortezzano (Ascoli Piceno) 

alessiluciano@alice.it 

www.alessiartistiche.com 

www.lucianoalessi.wordpress.com 

Da “L’infinito” di Leopardi, 2000 

olio a spatola su cartone 

cm 50x60 

Anna Lisa De Marianis 

Martano (Lecce) 

lisadm1986@libero.it 

www.equilibriarte.net/member/14115 

Oblò, 2011 

acrilici e smalti su tela 

cm 40x40 

Lello Bavenni 

Vico Equense (Napoli) 

lello@bavenni.it 

www.bavenni.it 

Melograno sul tavolo in giardino, 2008 

tecnica mista ed elaborazione digitale 

cm 74x72


36 

Maria Rosa 

Scalco 

di Araxi Ipekjian 

Le sabbie dell’anima 

incontrano la materia 

Maria Rosa Scalco ha sempre cercato, nel suo esprimersi 

attraverso le infinite possibilità che il fare artistico può 

concedere, di avvalersi di materiali naturali e tecniche 

semplici, finché l’incontro con la sabbia (straordinaria e affascinante 

nel suo modo di presentarsi nel contesto della 

natura tangibile) le ha permesso di arrivare a definire una 

tecnica di sovrapposizione al colore che l’ha appagata 

e stimolata nel lavoro di ricerca tecnica e cromatica e in 

quello parallelo di raccolta delle sabbie, che provengono 

da tutte le parti del mondo. Le sue linee sono semplici e 

nitide, perché così è il materiale usato, e tutte le particolari 

mutazioni di colore nella percezione dell’opera sono dovute 

ai materiali naturali mescolati alle sabbie: frammenti 

di corallo, conchiglie sminuzzate, gusci calcarei, microscopiche 

alghe, briozoi, minerali vari come pirite, quarzo … e 

poi la bellissima sabbia di Baratti, ricca di pirite che brilla 

se colpita da luce naturale o artificiale. Più Maria Rosa fa 

uso di questo materiale, più impara a conoscerlo e a interagire 

con esso, e più lo ama, più lo sente profondamente 

suo e radicato in sé ed ecco che nasce la passione, il trasporto 

a “dipingere con le sabbie”, abbinando, secondo 

la sua personale sensibilità, colori e granelli di luce e non 

solo. Origini dissimili, quindi, eterogenee, molteplici, differenziate: 

sabbie, polveri, terre provenienti da diversi angoli 

del mondo e fra loro difformi per luogo, vita e storia. Attraverso 

le mani di Maria Rosa Scalco acquistano nuova esistenza 

in opere equilibrate, ben bilanciate, stabili,uniformi, 

armoniose,misurate e controllate in ogni forma e colore. 

Composizioni dai toni intensi, incisivi, ma allo stesso tempo 

tenui, delicati. Forme lineari legate all’idea di spazio e tempo, 

scandite dai ritmi della natura nelle sue fasi essenziali. 

Stagioni dell’anima e del cuore di un’artista del sentimento 

che si traducono in immagini, in icone sensibilizzate. L’anima 

di Maria Rosa incontra la materia attraverso lo sguardo 

dei sentimenti più profondi del proprio “Io” e attraverso i 

suoi sensi ne racconta l’essenza più radicata che porta in 

sé. Sabbia dell’Isola d’Elba, bianchissime sabbie brasiliane, 

rossi mattone delle ocre di Rousillon vengono trascinate 

su di un piano, come trasportate dal vento della passione 

dell’artista che le fa esistere di nuova sostanza per mezzo 

di linee, frammenti, punti in continua e costante magica 

connessione … 

Maria Rosa Scalco 

Via Wagner, 46 - 41122 Modena 

Tel. 059.280737 - Cell. 333.8317227 

mariarosascalco@libero.it 

www.mariarosascalco.it 

Contrasti 2009 

acrilico e sabbia su tela, cm 50x50 

Giocando 2007 

dittico, acrilico e sabbia su tele, cm 50x50 

Stratificazioni 2012 

acrilico e sabbia su tela, cm 30x90 

Il risveglio 

acrilico su tela, cm 100x100 

PAOLAMINELLO 

10 - 22 marzo 2012 

inaugurazione sabato 10 marzo 2012 ore 18.00 

presentazione di giuseppe viviano 

galleria caffè guerbois 

via valdemone 35 abc 90144 palermo 

w w w. g a l l e r i a c a f f e g u e r b o i s . i t 

RISVEGLIO 

mostra organizzata in 

collaborazione con 

ART Antis 

BIMESTRALE D’ARTE 

i n f o 

www.artantis.info


38 

Palazzo Reale, Sala Duca di Montalto 

14 gennaio - 3 febbraio 2012 

Palermo 

BIOS Vincent 

Il muro ha un suono 

a cura della Redazione 

Il muro ha un suono è la prima personale dell’artista BIOS Vincent 

a Palermo dopo l’esperienza artistica in Cina, le recenti 

mostre a Boston e Berlino e la collocazione presso la società 

Polimeri Europa dell’ENI della sua reinterpretazione del cane 

a sei zampe, simbolo della nota azienda. Una mostra fortemente 

voluta dalla Regione Sicilia e dalla dottoressa Anna 

Rosa Venturini, presidente dell’Associazione Sicilia Promotion, 

per celebrare, nelle prestigiose sale del Palazzo dei Normanni, 

l’atteso ritorno dell’artista nella sua terra d’origine. E 

BIOS, per l’occasione, inventa un percorso nuovo e inusuale 

per gli spazi delle Sale Duca di Montalto, una sorta di labirinto, 

che avvolge i visitatori in spire materiche dalle forti cromie 

che prendono il sopravvento e costringono il pubblico 

partecipante a una profonda riflessione. “Una mostra che è 

quasi una performance e che sono molto soddisfatto di ospitare 

nelle Sale Duca di Montalto a Palazzo Reale”, afferma 

Francesco Cascio, presidente della Fondazione Federico II 

e dell’Assemblea Regionale Siciliana. La sua straordinaria e 

inusuale pratica artistica, sempre in bilico tra pittura e installazione, 

trova nei pannelli termoacustici realizzati da URSA, 

azienda italiana leader in Europa nella produzione e commercializzazione 

di pannelli isolanti per l’edilizia, il supporto 

fisico e concettuale per le opere realizzate per la mostra, un 

modo per assemblare i materiali più disparati - pittura, oggetti 

di riciclo, plastiche, tessuti, cemento - in composizioni 

che vanno dalle piccole alle grandi dimensioni per un lavoro 

artistico di forte impatto visivo ed emotivo. Pannelli cosparsi 

di cemento o lasciati quasi a vivo e perforati da proiettili 

di vari calibri, Magnum, piombini, Lupara: di fronte a questi 

muri la domanda che ci si pone è proprio che suono possano 

contenere, il sibilo lacerante e invisibile di uno sparo o delle 

risposte mai date, dei doni inaspettati, una speranza disillusa 

o un ricordo cancellato. “BIOS dilata la dimensione temporale 

con tutti gli strumenti che conosce: spatole, pennelli, reti, 

proiettili, plastiche, tessuti, cemento e grovigli di materia, oggetti 

- afferma la curatrice della mostra Martina Cavallarin e 

aggiunge - “La sua arte appare da autodidatta, ma è mutuata 

invece da un preciso percorso culturale, da codici antichi 

come la grafica o la letteratura medievale, le incisioni, 

l’arte sacra e un immaginario visionario; la ricostruzione e la 

protezione della memoria si apre una strada nella superficie 

di cemento, prepotentemente, come le pallottole che la trafiggono, 

per espandere il silenzio e non smarrire il ricordo”. È 

un pittore bulimico BIOS, ed energetico. Un artista performativo 

la cui ricerca personale indaga nella dimensione del sociale 

e si concentra su temi spigolosi: l’aborto, l’ecologia, le 

sopraffazioni, la violenza, le barriere fisiche e mentali. “Quelli 

di Vincent sono i muri della vita che raccontano la storia degli 

uomini che l’hanno vissuta.” - scrive l’architetto Michele 

Premoli Silva, che ha realizzato il progetto espositivo - “Chi è 

stato in luoghi di combattimento o di conflitto trova i segni di 

ciò che è avvenuto anche a distanza di anni. Spesso questi 

segni sono sui muri delle case dove raffiche di proiettili hanno 

Lettera al silenzio 2011 

polistirene, cemento, sparo, cm 265x289 

Dodici 2011 


Amen 2011 


inciso il loro alfabeto. Restano lì a ricordare che tra quel muro 

e chi sparava probabilmente sono state interrotte delle vite 

e Vincent ha scelto di raccontare la vita del Mondo proprio 

attraverso il muro”. 

BIOS Vincent 

vive ed opera tra la Cina e Milano 

www.biosvincent.com 

FRANCESCOCAU 

Sculture di animali 

legni vari 

(…) Sono nato ad Assemini. La mia carriera è un po’ come una fiaba sarda 

a conclusione felice. Cresciuto in una società rurale quale era allora la vita 

asseminese, sin da giovanissimo ho ammirato, stupito, le forme di tronchi 

e radici levigate nelle foci dei fiumi dallo scorrere dell’acqua o contorte 

dai venti. (…) Piante che a volte assumono sembianze animalesche e a 

volte umane. (…) Procuratomi un coltellino ed affascinato da tanta bellezza 

spontanea, incominciai ad eseguire i primi lavori. In seguito incominciai ad 

avere contati con vari maestri scultori sardi che m’insegnarono i segreti di 

un mondo fino ad allora a me sconosciuto … 

Via Zara, 2 - 09302 Assemini (CA) 

Tel. 070.2041388 - Cell. 340.2585752 

cau.francesco@tiscalinet.it 

artweb@hotmail.com 

ORFEOCARPINELLI 

Le due cortigiane, 2009 

tarsie di colore e terre acriliche su tela, cm 100x80 

Largo Pietro Manni, 2C - 05100 Terni 

Tel. 0744.59949 - Cell. 338.2684325 

orfeo.carpinelli@tiscali.it 

www.fiaft.it 

PAOLAPAGNOZZI 

Incanto, 2010 

matita su carta, cm 48x33 

Via Piano Int. C2 - 82017 Pannarano (BN) 

Cell. 347.8783274 

pagnozzipaola@gmail.com 

ROCCOPACI 

A Cava D’Aliga 


Caltanissetta 

roccoarte@libero.it 

www.roccopaci.it

RENATOLIPARI 

Tracce, 2011 

Ferro spinato ed Euro triturati su tela, cm 50x50 

info@renatolipari.it 

www.renatolipari.it 

ART Antis 


il nuovo bimestrale d’arte 

prenota la tua pagina 

nel prossimo numero 

info@artantis.info 

ANNAGATTO 

Legame ancestrale, 2011 

olio su tavola, cm 110x59 

Contatti 

anna-gatto@libero.it 

www.triluna.net 

i n f o 

LORENATOTOLO 

Impalpabili sensazioni metangeliche 

tecnica mista, cm 100x120 

Ancora stamane mi rapisce l’immagine vaga e 

lontana di quel terribile paesaggio che nessun 

uomo vide mai ... com’è pieno di miracoli il sonno. 

Riccione (Rn) 

Cell. 338.5276072 

lorena.t@email.it 

www.lorenatotolo.com 

ALESSANDROGAMBETTI 

Us and Them, 2011 

tecnica mista su tela, cm 100x120x4 

Alessandro Gambetti 

pittura, arte digitale, fotografia, graphic design 

Monteroni d’Arbia (SI) - E-mail: alessandro.gambetti@tin.it 

www.certaldonet.com/alex 

www.artwanted.com/alessandro.gambetti 

www.blurb.com/user/store/galex59 

www.it.touchofart.eu/en/Alessandro-Gambetti 

SILVESTROCASTELLANI 

Il pensiero dell’occhio 

tempera con oro e argento su tavola telata, cm 90x70 

Via S. Giovanni in Ghiaiolo, 5 - 61029 Urbino (PU) 

Tel. 0722.320709 - Cell. 346.8016840 

silvestro.castellani@hotmail.it 

LAURAVENTURI 

Tra due fuochi, 2010 

acrilico e collage, cm 100x143 

Via O. Gentileschi, 6 - 56123 Pisa 

Cell. 347.9695184 

lauraventuri05@yahoo.it 

www.artintheworld.net/drupal/it/category/artists/painters/venturilaura 

www.equilibriarte.org/lauraventuri05

M I C H E L E F R E N N A 

Tempio della Concordia, Agrigento 

mosaico, cm 50x40 

Il tempio 

mosaico 

Via Archimede, 102 

90139 Palermo 

Telefax 091.332629 

Michele Frenna, siciliano nato ad Agrigento ed operante 

a Palermo, è certamente un artista unico nel 

panorama dell’arte non solo italiana. Impegno e 

passione, fanno di Michele Frenna un mosaicista 

dallo stile inconfondibile e la semplicità comunicativa 

della sua produzione artistica è la prova della 

sincerità di tutta la sua opera che sa parlare con 

esemplare chiarezza, rivelandosi come esempio 

di verità in un mondo sempre più votato al caos 

e all’effimero. Tutti i temi trattati da Michele Frenna, 

siano essi di carattere figurale, paesaggistico 

o religioso, ci narrano della sua partecipazione 

autobiografica, capace di rendere ogni sua opera 

un tassello della sua propria vita e della sua esperienza 

di uomo e di artista; le opere qui pubblicate, 

dedicate alla sua città natale, stanno a dimostrarlo 

con esemplare chiarezza. Paolo Tricase 

MARGHERITARANCURA 

In volo, 2012 

olio su tela a spatola e pennello, cm 70x90 

Via Giuseppe Verdi, 3 - 45014 Porto Viro (RO) 

Tel. 0426.633356 - Cell. 346.6313397 

margherita.rncura@alice.it 

www.gigarte.com/margheritaart 

NICOLETTAASTORI 

Ciottoli 

acquerello, cm 30x40 

Pittrice, è autrice di 82 disegni pubblicati nel 

volume di A. Bonelli “Gli antichi amboni italiani 

capolavori di scultura” (Milano, 2008) 

Casc. Coste della Chiesa, 1 - 26867 Somaglia (LO) 

Cell. 335.8091498 

nicoletta.astori@alice.it 

CONCEPCIONGARCIA SANCHEZ 

Panza II, 2009 


La poetica di Concepcion Garcia Sanchez si esplica attraverso 

immagini legate all’universo femminile che vengono tradotte in 

pittura con toni e forme leggere e delicate. (Araxi Ipekjian) 

Contatti 

Cell. 348.0369298 

concepciongarciasanchez@ymail.com 

ANNAZAMOLO 

Sguardo 

pittura acrilica su stucco, cm 60x60 

Via San Francesco, 13 - 33020 Amaro (UD) 

Cell. 340.6289310 

annazamolo@libero.it 

http://digilander.iol.it/annazamolo

acquaariafuocoterra 

AnnaGatto 

10 - 22 marzo 2012 


presentazione di giuseppe viviano 




mostra organizzata in 

collaborazione con 

ART Antis 

BIMESTRALE D’ARTE 

i n f o 


Dopo il grande successo di pubblico e di critica delle precedenti edizioni, si 

rinnova anche quest’anno, dal 15 al 20 marzo, negli spazi espositivi della 

Stazione Leopolda di Pisa, il singolare e atteso evento d’Arte Contemporanea 

“PisArt Expo - Edizione 2012”.La Rassegna, promossa ed organizzata 

dall’Associazione IdeArtecav centro arti visive di Pisa, propone un vasto ed 

eterogeneo spaccato della produzione di oltre 100 artisti provenienti dalla 

Toscana, dall’Italia e dall’estero che esporranno più di 1.000 opere. Suddivisa 

in stand, si presenta con una logistica ben articolata dove l’accoglienza 

ed il senso estetico, consentono ai visitatori di apprezzare al meglio le capacità 

stilistiche, tecniche ed espressive degli artisti partecipanti. 

All’interno della manifestazione, come da tradizione, gli spazi collaterali dedicati 

ad importanti rappresentanti dell’arte contemporanea. Di particolare 

interesse: 

lo spazio dedicato ai “Post-Macchiaioli e pittori labronici tra ‘800 e 

‘900 in Toscana”; la personale “Il figurativismo cromatico di Dino 

Pelagatti” dedicata al noto pittore Livornese, lo spazio Arte-scuola, con 

la presenza del Liceo Artistico “F. Russoli” di Pisa e Cascina; le opere 

degli “Egol’ artisti” della scuola del M° Lorenzo Terreni; i pittori dell’Associazione 

Circolo arti figurative “Il Ghibellino” di Empoli; la selezione 

di opere degli artisti dell’Associazione “Renesans” provenienti da 

Zamosc - Polonia; e sempre dalla Polonia, le opere selezionate al Concorso 

Nazionale della Satira “Manifattura della Satira”, promosso dalla città 

di Zyrardów. 

Assolutamente da non perdere l’incontro con la scrittrice Veronica Niccolai 

che presenterà l’ultima sua opera “Sofia” edito da Ibiskos editrice 

Risolo di Empoli; e la Prima Edizione della Rassegna di Mail-Art dedicata 

agli allievi delle scuole secondarie di 1° grado della Provincia di Pisa. Il 

tema di questa edizione, su ci si cimenteranno tutti i ragazzi delle numerose 

scuole inviate è “Pisa e il suo Territorio”. 

Nello spazio segreteria, sarà sempre presente un rappresentante dell’Associazione 

per assistenza ed informazioni. Fino ad esaurimento saranno disponibili 

i cataloghi delle passate edizioni della rassegna. 

Per gli espositori e i visitatori, all’interno dell’ampio complesso che costituisce 

l’insieme dell’Ex Stazione Leopolda, sono presenti Bar e Ristoranti, dove 

e possibile gustare piatti tipici della cucina Toscana. 

La Rassegna, aperta al pubblico dalle ore 17.00 di Giovedì 15 marzo, sarà 

presentata ufficialmente, alla presenza delle autorità cittadine e addetti di 

settore, il 17 marzo alle ore 17.30 con intervento critico del Prof. Ilario 

Luperini. 

GABRIELLADE FILIPPIS 

Grattacieli sul lago, 2010 

acrilico e carta di giornale su doppio pannello di mdf 

cm 28x65 

Contatti 

Cell. 3384144780 

g-defilippis@libero.it 

www.gabrielladefilippis.it 

FRANCOCECCONI 

Tra sogno e realtà 

bronzo, cm 90x60 

Via Carlo Marx, 1A - 56020 Staffoli (PI) 

Tel. 0571.37528 - Cell. 349.6073004 

cecconi.franco@libero.it 

www.francocecconi.net

Ossessione 4 | 2011 

acquerello su carta, cm 50x70 

P A O L O 

T E R D I C H 

M a u r i z i a 

D ’ I p p o l i t o 

Acqua 25 | 2011 

olio e acrilico su tela, cm 80x90 

Piazza Cittadella, 11 - 29100 Piacenza 

Cell. +39 335.5923181 - +39 346.7808680 

p.terdich@tiscali.it - p_terdich@yahoo.com 

www.paoloterdich.it 

a sinistra 

Paesaggio 54 | 2009 

tecnica mista, acrilico, 

stagnole multicolore 

cm 32x39 

a destra 

Fiori sul mare | 2010 

collage con stagnole multicolore 

cm 21,5x59,5 

Contatti 

Latisana (Udine) 

mauridipo@gmail.com 

ROSANNAGRISORIO 

Frammenti Ligneari - In Albis, 2011 

sculture in gesso di piccole dimensioni 

calchi diretti dalla superficie dell’albero di leccio 

La poetica di Rosanna Grisorio è quella del frammento di 

ricordo attraverso una rappresentazione acromatica di brandelli 

di materia che mediante una nuova forma impressa su quella 

d’origine danno vita ad un nuovo sé. (Araxi Ipekjian) 

Contatti 

Cell. 349.6179665 

rosypeace@libero.it 

GIOVANNIMANGIACAPRA 

Arte astrazione, movimento giallo, 2009 

tecnica mista, cm 80x80 

Via Lago Lucrino, 64 - 80147 Napoli 

artegiovanni@virgilio.it 

www.giovannimangiacapra.it 

GIULIAOCCORSIO 

La memoria dei cellulari 

grafica digitale 

Via Valsugana, 40 - 20900 Monza (MB) 

Tel. 039.741619 

giulia@giuliaoccorsio.it 

www.giuliaoccorsio.it 

NIETTAD’ATENA 

Atleta: La ruota, 2010 

bronzo, cm 43x35 

Via Aspromonte, 38 - 89127 Reggio Calabria 

info@niettadatena.it 

www.niettadatena.it

fabio 

saranno inoltre esposte opere di 

antonio carlino 

giulia la guardia 

noemi russotto 

duilio scalici 

Studenti del Liceo Artistico 

Giuseppe Damiani Almeyda di Palermo 

marabello 

monocromie dell’altrove 

a cura di alessandro ammirata 

24 marzo - 14 aprile 2012 


presentazione di Isabella Barcellona 




TINA LUPO 

Anelito, 1988 

metallo bianco brunito, cm 50x33x20 

SCULTURE 

www.kultrunmuseum.it

RTAntis - Artantis.info

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