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OLTRECONFINE<br />

ARTA ntis.<strong>info</strong><br />

14<br />

YayoiKusama<br />

In Francia la prima retrospettiva dell’artista giapponese<br />

Parigi Centre Pompidou<br />

di Silvia Neri<br />

“La mia vita è un puntino perso tra migliaia di altri punti”<br />

Yayoi Kusama<br />

Al Centro Pompidou di Parigi abbiamo ammirato la prima<br />

retrospettiva francese dedicata alla giapponese Yayoi Kusama<br />

(1929): un omaggio all’artista che con la sua arte ha<br />

influenzato molto lo sviluppo dell’arte contemporanea. La<br />

capitale francese è solo la prima tappa del viaggio che<br />

questa esposizione toccherà: a seguire il Museo Reina Sofia<br />

a Madrid, la Tate Modern a Londra e il Whitney Museum<br />

of American Art a New York. Ogni città tratterà in maniera<br />

distinta il lavoro di Kusama: esposti in mostra a Parigi centocinquanta<br />

lavori che ripercorrono cronologicamente le<br />

opere e i periodi dagli esordi ai giorni nostri, ossia dal 1949<br />

al 2011. L’esposizione mette in luce il topos ricorrente nella<br />

carriera dell’artista: il punto. Ossessiva allucinazione di un ricordo<br />

d’infanzia legato alla madre, il punto diventa motivo<br />

chiave della sua poetica. Dopo gli studi alla scuola d’arte<br />

di Tokyo, nel 1958 Kusama si trasferisce a New York dove<br />

ha inizio il periodo di massima sperimentazione: dalla pittura<br />

alla scultura, dalla performance al video, un crescendo<br />

di idee della società contemporanea entrano nell’arte. Le<br />

prime sperimentazione sono sul colore dove le grandi tele<br />

monocrome dichiarano l’intento ossessivo e maniacale<br />

della ricerca artistica intorno al punto. Dal 1961 Kusama<br />

inizia a produrre sculture composte da materiali tessili che<br />

assumono l’essenza dell’accumulazione, ossia di quel processo<br />

di reperimento e assemblaggio di oggetti e, nel caso<br />

di Yayoi Kusama, di articoli uguali a se stessi, incollati vicini e<br />

ripetuti all’infinito. L’esigenza di manifestare le sue ossessioni<br />

si attua in un’espansione che trova espressione nell’istallazione<br />

fino ad arrivare al 1966, data della prima performance.<br />

Sono gli anni che preludono il ‘68 e il clima trasgressivo<br />

politico e sessuale non può fare a meno di entrare nei<br />

suoi lavori e divenire arte: l’amore, il corpo, la politica e la<br />

società sono i temi che ricorrono in questa fase artistica.<br />

Dopo il rientro in Giappone nel 1973, Kusama turbata da un<br />

fragile stato mentale, realizza in questo buio periodo collages<br />

e morbide installazioni. Negli anni ‘80 e ‘90, l’artista<br />

giapponese inizia a creare polittici di grande formato, tele<br />

che suggeriscono l’espansione infinita del campo visivo<br />

e perseguono così l’idea di ripetizione e infinito. In mostra<br />

sono presenti anche le installazione, tra cui spicca quella<br />

realizzata nel 1993 per la Biennale di Venezia dove l’artista<br />

Veduta della mostra<br />

Centre Pompidou, Parigi (10 ottobre 2011 - 9 gennaio 2012)<br />

era stata invitata ad allestire il padiglione giapponese: si<br />

tratta di un’esperienza sensoriale all’interno di uno spazio<br />

che tende all’infinito grazie al processo di ripetizione dello<br />

specchio applicato su ogni parete. La mostra, è un percorso<br />

dentro un’artista: Yayoi Kusama ha studiato, realizzato<br />

e vissuto l’arte, ha colpito per le sue ossessioni, ha impressionato<br />

con le performance, ha reso il pubblico partecipe<br />

del suo mondo grazie alle installazioni. Interessanti gli ultimi<br />

dipinti dell’artista: una serie di trentuno opere realizzate<br />

ponendo la tela orizzontalmente e dipingendo come nella<br />

tradizione della calligrafia orientale. All’età di 82 anni, la<br />

geniale Yayoi Kusama lavora dall’ospedale psichiatrico in<br />

cui è ricoverata. Questa esposizione racconta come le trasposizioni<br />

allucinogene e ossessive dell’artista siano per lei<br />

la cura alla stessa malattia che l’affigge: un mondo a pois<br />

che altera la percezione del mondo creando rassicurante<br />

smarrimento nella continua ripetizione all’infinito. Yayoi Kusama,<br />

genio e follia.

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