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geologia delle prealpi carniche - Udine Cultura

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Età. Questa unità, essendo priva di fossili, viene<br />

datata sulla base dei rapporti con le altre formazioni.<br />

Inizialmente ritenuta genericamente carnica da<br />

vari Autori (SELLI, 1963; SEMENZA & LARGAIOLLI,<br />

1966) è stata poi attribuita più specificatamente<br />

al Carnico sup. da CARLONI & GHIRETTI (1966) e<br />

da PISA (1972).<br />

Recentemente sono state effettuate analisi polliniche<br />

su alcuni campioni raccolti in Val Silisia<br />

al tetto dell’unità in esame. Quattro sono risultati<br />

sterili mentre un campione presenta bisaccati del<br />

gruppo Alisporites sp.(Cirilli, com. pers.). L’associazione<br />

però è molto povera e di conseguenza<br />

poco indicativa.<br />

Interpretazione paleoambientale. Le dolomie<br />

cariate fanno parte di una sequenza tipicamente<br />

evaporitica, caratteristica di un ambiente di laguna<br />

sovrassalata con circolazione <strong>delle</strong> acque<br />

scarsa o quasi assente. Sensibile doveva essere<br />

l’evaporazione che permetteva la precipitazione<br />

in un primo momento dei solfati che, conseguentemente<br />

ad un succedersi regolare di ingressioni<br />

marine, venivano ricoperti dalle dolomie marnose<br />

sottilmente stratificate.<br />

Contemporaneamente queste ultime si frattura-vano<br />

originando le caratteristiche brecce vacuolari, come<br />

conseguenza probabile di una parziale dissoluzione<br />

dei gessi sottostanti (“brecce di collasso” di STANTON,<br />

1966) o seguendo un meccanismo di “fratturazione<br />

idraulica” (MASSON, 1972).<br />

Formazione del Monticello (M)<br />

Caratteri litologici. Questa formazione è stata<br />

istituita informalmente da CARULLI et al. (1987),<br />

nella Carnia orientale e nelle Alpi e Prealpi Giulie.<br />

Successivamente CARULLI et al. (1998), estendono<br />

questo termine litostratigrafico anche nel settore<br />

<strong>delle</strong> Prealpi Carniche suggerendone l’equivalenza<br />

stratigrafica con la Dolomia di Forni inferiore<br />

(CARULLI et al., 1994) o Membro inferiore della<br />

Dolomia di Forni (CARULLI et al., 1997) data la<br />

comune organizzazione interna dei depositi.<br />

Nell’area <strong>delle</strong> Prealpi Carniche la Formazione<br />

del Monticello è costituita in gran parte da dolomie<br />

non laminate e prive di strutture e si caratterizza<br />

per il colore tendenzialmente grigio chiaro dei<br />

litotipi. La stratificazione è netta, 30-100 cm<br />

di spessore, con giunti di strato piano-paralleli.<br />

Subordinatamente sono presenti strati dolomitici<br />

potenti 20-40 cm, caratterizzati da una regolare<br />

alternanza di lamine millimetriche chiare e scure<br />

per concentrazione differenziata di sostanza organica,<br />

talora interrotte da straterelli più chiari, con<br />

spessore di 5-20 mm. Nella parte alta dell’unità<br />

sono presenti livelli stromatolitici che possono<br />

costituire successioni di spessore metrico. Ancor<br />

più rari sono i livelli dolomitici con noduli e/o lenti<br />

di selce nera e le dolomie marnose, nere o brune,<br />

fittamente laminate e fissili, presenti per lo più<br />

come intercalazioni millimetrico-centimetriche.<br />

Nel settore nord-occidentale (Rio di Purone)<br />

sono stati ritrovati banconi plurimetrici di megabrecce<br />

costituite da grossi clasti di dolomia cristallina<br />

grigio scura, in certi casi plurideci-metrici, a<br />

spigoli debolmente smussati. Limitati episodi di<br />

debris flow sono stati osservati nella successione<br />

a NE del M. Verzegnis.<br />

Le dolomie affioranti nei settori più meridionali<br />

presentano generalmente gli strati con uno spessore<br />

dai 20 ai 50 cm, massimo 1 m, sono raramente laminate<br />

e poco selcifere. Si segnalano alcune intercalazioni<br />

calcaree, fossilifere, alternate a livelli marnosi<br />

(molto simili a certe facies del Raibliano). Alla base<br />

le dolomie sono intercalate con livelli marnosi inizialmente<br />

di circa 30 cm di spessore che poi si vanno<br />

riducendo verso l’alto fino a scomparire (es. Val<br />

Silisia). L’unica eccezione è data dall’affioramento<br />

presso Frasseneit, in Canal Grande di Meduna a O di<br />

Tramonti, dove i livelli marnosi si rinvengono fino al<br />

passaggio con la sovrastante Dolomia Principale.<br />

Limiti. Nel settore meridionale <strong>delle</strong> Prealpi Carniche<br />

la Formazione del Monticello è compresa fra<br />

le dolomie cariate e la Dolomia Principale mentre<br />

in quello settentrionale è compresa fra le dolomie<br />

cariate e la Dolomia di Forni.<br />

Spessore. Lo spessore si può valutare mediamente<br />

attorno ai 200-300 m (230 m nella località tipo,<br />

nella bassa Val d’Aupa in Alpi Giulie).<br />

Età. In Val Silisia presso Chiarsuela, ad O del<br />

Lago dei Tramonti, la base dell’unità è stata datata<br />

con buona approssimazione al Carnico sup. in base<br />

al seguente contenuto palinologico: Staurosaccites<br />

quadrifidus, Cycadopites follicularis, Partitisporites<br />

quadruplicis, Patinasporites densus, Granuloperculatipollis<br />

rudis (Cirilli, com. pers.). Questo dato<br />

trova conferma dagli esami pollinici effettuati alla<br />

base della formazione in Val Dogna (ROGHI & DALLA<br />

VECCHIA, 1997) e nella zona della Val d’Aupa (CA-<br />

RULLI et al., 1998); l’analisi stabilisce infatti un’età<br />

corrispondente al Tuvalico (Carnico sup.).

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