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Giacomo Leopardi dai Canti

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<strong>Giacomo</strong> <strong>Leopardi</strong> <strong>dai</strong> <strong>Canti</strong><br />

A Silvia<br />

Metro: sei strofe di diversa lunghezza, senza<br />

schema fisso, composte di endecasillabi e settenari<br />

liberamente rimati.<br />

Silvia 1 , rimembri 2 ancora<br />

quel tempo della tua vita mortale 3 ,<br />

quando beltà splendea<br />

negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,<br />

5 e tu, lieta e pensosa, il limitare<br />

di gioventù salivi? 4<br />

Sonavan 5 le quiete<br />

stanze, e le vie dintorno,<br />

al tuo perpetuo 6 canto,<br />

10allor che all’opre femminili 7 intenta<br />

sedevi, assai contenta<br />

di quel vago avvenir 8 che in mente avevi.<br />

Era il maggio odoroso: e tu solevi<br />

così menare 9 il giorno.<br />

15 Io gli studi leggiadri<br />

talor lasciando e le sudate carte,<br />

ove il tempo mio primo<br />

e di me si spendea la miglior parte 10 ,<br />

d’in su i veroni del paterno ostello 11<br />

20 porgea gli orecchi al suon della tua voce,<br />

ed alla man veloce<br />

che percorrea la faticosa tela 12 .<br />

Mirava il ciel sereno,<br />

le vie dorate 13 e gli orti,<br />

25 e quinci il mar da lungi, e quindi il monte 14 .<br />

Lingua mortal non dice<br />

quel ch’io sentiva in seno 15 .<br />

Filtro della memoria –> il ricordo, come<br />

l’immaginazione, rende indefinite e poetiche le<br />

cose: la memoria richiama un particolare del<br />

passato, il canto della fanciulla, trasfigurandolo.<br />

Ma quel particolare del mondo esterno era stato<br />

già, a quel tempo, trasfigurato all’immaginazione;<br />

non si ha solo la memoria, ma la memoria di<br />

un’illusione: le due facoltà simili sommano le loro<br />

funzioni.<br />

Cifra della vaghezza. La figura femminile è<br />

poverissima di indicazioni concrete: un particolare<br />

fisico (gli occhi «ridenti e fuggitivi»), e uno<br />

psicologico («lieta e pensosa»), con cui la fanciulla<br />

si avvia a varcare la soglia della giovinezza.<br />

Filtro letterario: le immaginazioni suscitate dal<br />

canto della fanciulla sono anche memorie poetiche<br />

(il canto di Circe in Virgilio, Eneide, VII, vv. 11-14 :<br />

«Solis filia lucos / adsiduo resonat cantu [...]<br />

arguto tenues percurrens pectine telas»; la figlia<br />

del Sole fa risuonare le selve del suo perpetuo<br />

canto, percorrendo col pettine sonoro le sottili<br />

tele). Corrispondenze verbali: «adsiduo cantu» /<br />

«perpetuo canto»; «resonat» / «sonavan»;<br />

«percurrens [...] telas» / «che percorrea la faticosa<br />

tela».<br />

Filtro fisico: il mondo esterno è percepito da <strong>Leopardi</strong><br />

attraverso il diaframma della finestra del «paterno ostello»,<br />

che lo allontana e lo separa dal mondo, impedendo il contatto<br />

immediato con la realtà. <strong>Leopardi</strong> percepisce il mondo dal<br />

chiuso del proprio mondo interiore.<br />

Filtro dell’immaginazione: il dato fisico del canto<br />

delle figlie del cocchiere non è tanto percepito con i<br />

sensi, quanto trasfigurato attraverso l’immaginazione<br />

(«doppia visione»); il canto della fanciulla suscita<br />

l’immaginazione, perché è una di quelle sensazioni<br />

vaghe e indefinite definite nello Zibaldone come<br />

altamente suggestive, in quanto danno l’illusione<br />

dell’infinito.


Che pensieri soavi,<br />

che speranze, che cori 16 , o Silvia mia!<br />

30 Quale allor ci apparia<br />

la vita umana e il fato! 17<br />

Quando sovviemmi di cotanta speme,<br />

un affetto mi preme<br />

acerbo e sconsolato,<br />

35 e tornami a doler di mia sventura 18 .<br />

O natura, o natura,<br />

perché non rendi poi<br />

quel che prometti allor? perché di tanto<br />

inganni i figli tuoi? 19<br />

40Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,<br />

da chiuso morbo combattuta e vinta,<br />

perivi, o tenerella 20 . E non vedevi<br />

il fior degli anni tuoi;<br />

non ti molceva il core<br />

45 ladolce lode or delle negre chiome,<br />

or degli sguardi innamorati e schivi 21 ;<br />

né teco le compagne ai dì festivi<br />

ragionavan 22 d’amore.<br />

Anche peria fra poco<br />

50 la speranza mia dolce: agli anni miei<br />

anche negaro i fati<br />

la giovanezza 23 . Ahi come,<br />

come passata sei,<br />

cara compagna dell’età mia nova,<br />

55 mia lacrimata speme! 24<br />

Questo è quel mondo? questi<br />

i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi<br />

onde cotanto ragionammo insieme? 25<br />

Questa la sorte dell’umane genti?<br />

60 All’apparir del vero<br />

tu, misera, cadesti: e con la mano<br />

la fredda morte ed una tomba ignuda<br />

mostravi di lontano 26 .<br />

Filtro filosofico: nei “grandi idilli”,<br />

l’illusione è sempre accompagnata dalla<br />

consapevolezza del «vero». La memoria<br />

richiama dal passato immagini di<br />

giovinezza, bellezza, gioia, ma quelle<br />

immagini si proiettano come su uno sfondo<br />

d’ombra, che nasce dalla consapevolezza<br />

del fatto che tutto è nulla. La poesia è<br />

come una sfida al silenzio e al nulla, che<br />

nasce dall’esigenza di affermare<br />

comunque il bisogno di felicità,<br />

nonostante ogni conquista filosofica<br />

Il dato primario dell’esperienza<br />

leopardiana è un bisogno di vita intensa<br />

ed energica, di gioia. Il pessimismo nasce<br />

solo dalla delusione di questa<br />

aspirazione profonda. E non si<br />

manifesta come rassegnazione<br />

lamentosa, ma come protesta generosa<br />

ed eroica, per quanto disperata, contro<br />

le forze ostili che soffocano questo<br />

bisogno costitutivo dell’uomo. A Silvia<br />

si chiude con l’immagine della «fredda<br />

morte», ma per l’intero componimento il<br />

poeta evoca, dallo sfondo d’ombra del<br />

nulla, le immagini della vita e della<br />

gioia, come protesta contro la forza<br />

maligna della natura che le ha negate<br />

all’uomo.


ASPETTI FORMALI<br />

La metrica è caratterizzata da una<br />

modulazione molto piana, pervasa da una<br />

segreta musicalità. Tale modulazione è<br />

creata dalla libertà assoluta della struttura<br />

metrica, dall’alternarsi degli endecasillabi e<br />

dei settenari senza uno schema fisso,<br />

dalle rime liberamente ricorrenti<br />

(innovazione di <strong>Leopardi</strong> inaugurata da<br />

questo canto). Il lessico risponde alla<br />

poetica dell’indefinito; nelle strofe della<br />

memoria e dell’illusione (1-3) sono<br />

disseminate quelle parole vaghe che<br />

<strong>Leopardi</strong> considera sommamente<br />

poetiche. La sintassi è molto piana e<br />

limpida, fatta di periodi brevi, con poche<br />

subordinate. Le subordinate sono<br />

prevalentemente temporali: è il segno che<br />

domina la dimensione temporale del flusso<br />

di memoria.<br />

Nelle strofe 4 e 6 la sintassi si inarca, si fa<br />

più mossa e tesa: ricorrono esclamazioni,<br />

interrogazioni; la tensione è accresciuta<br />

dalle insistite anafore, che danno un<br />

andamento più concitato al discorso. è il<br />

momento riflessivo, che rompe il flusso<br />

contemplativo della memoria e sfocia in<br />

mosse di sdegno e di protesta.

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