19.06.2013 Views

Angelo marzo 1999.vp.vp:CorelVentura 7.0 - Parrocchia di Chiari

Angelo marzo 1999.vp.vp:CorelVentura 7.0 - Parrocchia di Chiari

Angelo marzo 1999.vp.vp:CorelVentura 7.0 - Parrocchia di Chiari

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Cose sbalor<strong>di</strong>tive<br />

Non mi confesso più<br />

perché mi costa troppo<br />

Negli anni ’30, ’40 e ’50 c’era a <strong>Chiari</strong><br />

un gran signore, me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> professione,<br />

uomo <strong>di</strong> fede e molto attento<br />

ai malati che avevano la fortuna<br />

<strong>di</strong> farsi curare da lui. Non ne<br />

<strong>di</strong>co il nome per non destare qualche<br />

contestazione, magari tra i suoi<br />

parenti ancora vivi. Mi pare però<br />

che non ci sia più nessuno. Ad ogni<br />

modo siamo prudenti.<br />

Quest’uomo, galantuomo ripeto,<br />

visitava anche gratis, specialmente<br />

i poveri, per cui anch’io per qualche<br />

<strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>ffuso tra i ragazzi <strong>di</strong><br />

quel tempo, mi presentai a quel<br />

bravo dottore per una visita accurata<br />

e affidabile. Mi visitò con <strong>di</strong>ligenza<br />

e meticolosità e mi <strong>di</strong>ede la<br />

benigna sentenza che si trattava <strong>di</strong><br />

astenia (debolezza) e <strong>di</strong> non mangiare<br />

a sufficienza. Mi raccomandò<br />

<strong>di</strong> non affaticarmi troppo e se negli<br />

stu<strong>di</strong> che avevo intrapreso per farmi<br />

prete non fossi riuscito, <strong>di</strong> interrompere<br />

tranquillamente perché,<br />

mi <strong>di</strong>sse, è meglio un asino vivo che<br />

un dottore morto e così è meglio un<br />

ignorante vivo che un prete morto<br />

o malato.<br />

Non mi convinse, però, e mi stavo<br />

congedando, quando mi chiamò in<strong>di</strong>etro<br />

e mi <strong>di</strong>sse: “A proposito <strong>di</strong><br />

preti, senti che cosa mi è capitato<br />

proprio la settimana santa <strong>di</strong> quest’anno.<br />

Mi volevo preparare bene<br />

per la Pasqua e andai a confessarmi<br />

come fanno tutti i buoni cristiani, e<br />

sai che penitenza mi ha dato il prete?<br />

Mi ha pregato <strong>di</strong> recitare un santo<br />

rosario.”<br />

“Una penitenza adeguata ai suoi<br />

peccati, si vede che ne aveva <strong>di</strong> assai<br />

gravi” risposi io, ohibò!<br />

“Non esageriamo, esclamò lui, non<br />

ho ucciso nessuno, non ho rubato,<br />

non ho dato scandalo, vivo con mia<br />

madre e non mi ricordo <strong>di</strong> averle<br />

dato un minimo <strong>di</strong>spiacere”.<br />

“Ma, caro dottore, i nostri doveri<br />

verso Dio e verso il prossimo sono<br />

tanti e anche gravi. Scommetto che<br />

tra le altre mancanze lei avrà anche<br />

detto che non va sempre a Messa,<br />

almeno la domenica, e questo è un<br />

peccato molto grave, e poi ne avrà<br />

detti anche altri; per esempio sul<br />

sesto comandamento, non commettere<br />

atti impuri, si possono fare<br />

delle scivolate orribili”.<br />

“Sìììì, va bene, ma un Rosario per<br />

penitenza non è troppo? Non lo<br />

danno neanche agli assassini”.<br />

“Agli assassini danno anche qualcosa<br />

<strong>di</strong> assai peggio”.<br />

“Comunque, io ho trovato il modo<br />

<strong>di</strong> fare quella penitenza, ma certo a<br />

costo <strong>di</strong> una buona somma <strong>di</strong> denaro.<br />

Sai cosa ho fatto? Ho fermato<br />

quella vecchietta che è sempre in<br />

chiesa e che chiamano tutti la Bigina,<br />

povera, de<strong>di</strong>ta anche all’accattonaggio<br />

e le ho detto: “Bigina, mi<br />

vuole fare un gran piacere? Io le do<br />

una bella mancia, lire 2,50, e lei è capace<br />

<strong>di</strong> recitare un Rosario per<br />

me?”<br />

“Ma certo” - risponde la vecchietta<br />

- “e lo farò ben volentieri e in Chiesa<br />

davanti al Santissimo Sacramento,<br />

così acquisterò l’indulgenza plenaria<br />

per i suoi poveri morti”.<br />

“Ma brava, Bigina, lo sapevo io che<br />

con lei avrei risolto il mio problema,<br />

anzi, invece che due lire e cinquanta<br />

centesimi, le darò tre lire (il<br />

valore o<strong>di</strong>erno sarebbe almeno <strong>di</strong><br />

20 o 30 mila lire). È contenta?”<br />

“Contentissima e la ringrazio tanto<br />

tanto”.<br />

Naturalmente io mi son messo a ridere.<br />

“Perché ride?” mi chiede il dottore<br />

un po’ deluso del mio atteggiamento.<br />

“Perché rido? Ma questa è una scoperta<br />

che fa ridere anche i polli o i<br />

gatti. La penitenza, caro dottore, è<br />

personale, la deve fare il singolo a<br />

cui è stata affidata. Ma da quando<br />

in qua si è potuto mandare in prigione<br />

uno al posto <strong>di</strong> un altro, sia<br />

pure a pagamento. Le penitenze<br />

che si danno in confessione sono<br />

tutte me<strong>di</strong>cinali, correttive, mirate<br />

ad aiutare il penitente a fare un<br />

cammino <strong>di</strong> conversione. La vera<br />

penitenza è la conversione, è cambiare<br />

vita. Ma, dottore, se il malato<br />

è lei, può mandare all’ospedale un<br />

altro? Non mi faccia ridere… Mi<br />

perdoni il poco rispetto, ma quello<br />

che mi ha detto è una gran panzana.<br />

Non la <strong>di</strong>ca a nessuno, la prego,<br />

perché tanta gente è così ignorante<br />

che potrebbe anche imitarla. Vuole<br />

un suggerimento? Io sono un ragazzo<br />

(frequentavo allora la quarta<br />

ginnasio a San Bernar<strong>di</strong>no), mi<br />

sembra temerario dare dei suggerimenti<br />

a una persona così importante<br />

e istruita come lei”.<br />

“Dimmi, <strong>di</strong>mmi pure”.<br />

“Lei ha sulla coscienza <strong>di</strong> non aver<br />

fatto la penitenza sacramentale,<br />

scelga un giorno e vada a passarlo a<br />

Caravaggio, e <strong>di</strong>ca lì quel Rosario<br />

che non ha detto. Lontano da <strong>Chiari</strong><br />

e dalle <strong>di</strong>strazioni, le riuscirà facile<br />

e bello e confortante recitare un<br />

Santo Rosario. Che ne <strong>di</strong>ce?”<br />

“Forse hai ragione, ragazzo mio, tu<br />

<strong>di</strong>venterai prete davvero e non resterai<br />

ignorante”.<br />

“Grazie dell’augurio, della visita e<br />

della confidenza che mi ha fatto. Al<br />

santuario <strong>di</strong> Caravaggio <strong>di</strong>ca un’Ave<br />

Maria anche per me. Grazie”.<br />

don Davide<br />

12 L’<strong>Angelo</strong> - Marzo 1999

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!