Angelo marzo 1999.vp.vp:CorelVentura 7.0 - Parrocchia di Chiari
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Clarensità<br />
Ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> scuola<br />
senza pretese<br />
Dall’archivio della mia memoria, <strong>di</strong><br />
tanto in tanto, mi <strong>di</strong>letto ad estrapolare<br />
ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> episo<strong>di</strong>, situazioni<br />
e personaggi che hanno dato tono,<br />
vivacità e colore, alla mia, ormai<br />
lontana, giovinezza. Vi è un momento,<br />
nella vita, in cui si rivela,<br />
quasi improvvisamente, il bisogno<br />
irrinunciabile <strong>di</strong> rievocare il passato.<br />
È, credo, il desiderio inconscio<br />
<strong>di</strong> allontanare l’ineluttabilità <strong>di</strong> una<br />
solitu<strong>di</strong>ne, forse più mentale che<br />
reale. Nella sfera dei sentimenti, ho<br />
sempre avuto la massima considerazione<br />
per la vera amicizia, oltre,<br />
naturalmente, agli affetti familiari.<br />
E gli amici, anche quelli che, purtroppo,<br />
non si incontrano più, ora<br />
sono qui con me. Li vedo seduti nei<br />
banchi <strong>di</strong> scuola, in <strong>di</strong>versi atteggiamenti:<br />
pochi attenti all’insegnante,<br />
molti in tutt’altre faccende<br />
affaccendati. Tullio, improvvisamente<br />
richiamato dalla profe <strong>di</strong> lettere<br />
(tra l’altro da poco <strong>di</strong>venuta<br />
citta<strong>di</strong>na onoraria <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>) ed invitato<br />
a formulare una frase comprendente<br />
soggetto, complemento<br />
oggetto e pre<strong>di</strong>cato verbale, rispon-<br />
de, con nonchalance: “il burro al sole<br />
si squaglia”. “Ma qual è il complemento<br />
oggetto? - chiede la profe.<br />
“Per Bacco, al sole”, risponde lui.<br />
“Va, va pure al sole”, replica la profe.<br />
Così esce dall’aula, accompagnato<br />
dalle risa <strong>di</strong>vertite della classe,<br />
che ammicca in segno <strong>di</strong> complicità.<br />
Lino, dotato <strong>di</strong> notevole estro<br />
poetico, durante l’ora <strong>di</strong> latino, realizza<br />
sonetti <strong>di</strong>alettali, che nulla<br />
hanno da invi<strong>di</strong>are al più famoso<br />
Canossi. Più avanti negli anni, me<strong>di</strong>co<br />
<strong>di</strong> professione, persevera nel<br />
suo hobby, con eccezionale ispirazione<br />
lirica. Pubblica le sue opere,<br />
in <strong>di</strong>verse raccolte, <strong>di</strong> cui possiedo<br />
copie, con de<strong>di</strong>ca personale.<br />
Spesso le rileggo gustando, con<br />
commozione, quel tocco <strong>di</strong> clarensità,<br />
più autentica e genuina, che riesce<br />
a tradurre in espressione artistica<br />
solo chi è nato tra le Castrine<br />
(v. ad es. Nustalgia de Ciare). Nell’ultimo<br />
banco della fila <strong>di</strong> mezzo, ci<br />
sono Berto e Davide che ne combinano<br />
<strong>di</strong> tutti i colori. Il loro schienale<br />
è accostato alle ante del mobile<br />
biblioteca, che sono piuttosto scon-<br />
Classe 1943 - Prima elementare con la maestra Annamaria Martinelli<br />
quassate. È sufficiente sfiorarle, con<br />
i polpastrelli, per produrre un rumore,<br />
simile ad un boato, che viene<br />
da lontano e, piano piano, si fa più<br />
vicino e cupamente intenso. È tempo<br />
<strong>di</strong> guerra: i mitragliamenti ed i<br />
bombardamenti aerei sono, si può<br />
<strong>di</strong>re, all’or<strong>di</strong>ne del giorno. L’insegnante<br />
<strong>di</strong> matematica, che non conosce<br />
l’origine <strong>di</strong> quelle vibrazioni,<br />
che appaiono sinistre e minacciose,<br />
ci sollecita a scendere nello scantinato<br />
della scuola, che funge da rifugio.<br />
Lì si trovano le attrezzature che<br />
l’U.N.P.A. (Unione Nazionale Protezione<br />
Antiaerea) ha fornito, ad<br />
ogni comunità, per affrontare l’emergenza.<br />
Sono maschere antigas,<br />
impermeabili ignifughi, stivaletti<br />
speciali, accette. I primi ad arrivare<br />
le indossano per creare un’atmosfera<br />
<strong>di</strong> burla, ancor più gustosa. Ma<br />
ben presto la cagnara finisce col sopraggiungere<br />
del preside, accompagnato<br />
dal bidello guardaspalle.<br />
Questi fanno notare, all’insegnante,<br />
che nessun allarme è stato <strong>di</strong>ffuso<br />
dal campanone, con il suo batacchio<br />
azionato, a mano, da Ceco Turesà.<br />
Così si torna in classe per sorbire<br />
la lezione <strong>di</strong> un’algebra che fa<br />
parte, in quel momento, degli schemi<br />
mentali <strong>di</strong> solo pochi... secchioni.<br />
Ai responsabili dello scherzo<br />
viene comminata una nota <strong>di</strong> biasimo,<br />
con l’ingiunzione <strong>di</strong> presentarsi,<br />
l’indomani, accompagnati dai<br />
genitori. Fatto che, naturalmente,<br />
non si verifica. Infatti i due, con occhi<br />
gonfi e lacrimanti per esserseli<br />
irritati con un pezzo <strong>di</strong> cipolla, colta<br />
nell’a<strong>di</strong>acente orto dell’Ospedale,<br />
si fanno perdonare dal preside,<br />
commosso dal loro... sincero pentimento.<br />
Sono certo che Lino, Berto e<br />
Davide, se mi leggono, sapranno<br />
valutare la forte carica emotiva che<br />
scaturisce dal ricordo <strong>di</strong> “imprese”,<br />
insieme vissute, nel tempo in cui<br />
era quasi un lusso possedere la bicicletta.<br />
Tale lusso sarà l’argomento<br />
<strong>di</strong> un successivo capitolo, nel quale<br />
si delineano le figure <strong>di</strong> altri cari<br />
amici: Gian Luigi, Renato, Vitale,<br />
Daniella, Elsa ed altri ancora, che<br />
fanno parte, tutt’oggi, delle emozioni<br />
della mia esistenza. E non <strong>di</strong>menticherò<br />
certamente, così come<br />
Tullio, Amedeo, Franco, Grazia e...<br />
Alessandro Setti<br />
L’<strong>Angelo</strong> - Marzo 1999 25