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Corvidi - Il divulgatore

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campagna, ma anche nelle periferie dei centri abitati dove spesso trova cibo facilmente recuperabile. Oggi la<br />

specie si adatta a qualsiasi ambiente sia in grado di offrirle qualche albero su cui nidificare e alimento sufficiente<br />

per sè e per la propria prole.<br />

Nella pianura bolognese la specie è ampiamente diffusa e in costante aumento sia nelle campagne che nelle<br />

aree urbane, diminuisce invece con l’approssidivulgo marsi dell’area collinare, dov’è comunque molto presente,<br />

e cala via via nell’area montana dove la sua presenza diviene sporadica. Nel periodo 1995-1999 veniva stimata<br />

una consistenza di 1.500-2.500 coppie nidificanti, purtroppo non si posseggono altri dati aggiornati, ma è certo<br />

che il numero precedentemente esposto non può avvicinarsi nemmeno lontanamente alle consistenze odierne.<br />

Dieta molto varia e nidi a cupola<br />

La dieta della gazza è molto varia e gli invertebrati costituiscono certamente un alimento fondamentale:<br />

coleotteri, ditteri, ortotteri, crostacei isopodi e lombrichi costituiscono le principali categorie alle quali attingere. In<br />

gergo un po’ più accessibile si nutrono di moltissimi insetti: mosche, grilli, cavallette, ecc. In particolar modo<br />

durante lo svezzamento dei piccoli la gazza opera una selezione sulle prede scegliendo le larve di insetti di<br />

dimensioni più grandi, anche i ragni costituiscono una componente importante durante questa importante fase<br />

della loro vita. Una particolare abilità predatoria è stata dimostrata nei confronti dei vertebrati: topi, arvicole,<br />

talpe, uccelli e loro uova, ma anche nidiacei, rane, lucertole e serpenti. Infine la sua propensione<br />

all’opportunismo la porta a nutrirsi di carogne e di qualsiasi fonte di cibo disponibile, anche in discariche. I danni<br />

alle coltivazioni agricole vengono rivolti principalmente al comparto frutticolo (mele, pere, pesche, albicocche,<br />

ecc.).<br />

Le coppie mature conservano il proprio territorio per tutto l’anno, ma durante il periodo riproduttivo l’azione di<br />

difesa territoriale diviene certamente più intensa. Nidifica su una gran varietà di alberi, probabilmente in funzione<br />

della disponibilità trofica dell’area; tra gli alberi preferiti troviamo certamente il pioppo e la robinia che d’inverno,<br />

quando le chiome sono spoglie, mostrano tra i rami i particolari nidi a cupola. Questi sono solitamente di forma<br />

sferoidale e ricoperti quasi sempre da una sorta di coperchio che ha il compito di proteggere la coppia, le uova e<br />

i nidiacei dagli eventuali attacchi di rapaci o di altri corvidi come la cornacchia grigia. La costruzione o la<br />

ristrutturazione del nido avviene prima della fine dell’inverno e si può protrarre anche fino a marzo-aprile.<br />

Generalmente ogni coppia dispone di più di un nido anche se poi uno solo verrà utilizzato per la deposizione<br />

delle uova. Queste vengono deposte in aprile ad intervalli di uno o più giorni l’una dall’altra e complessivamente<br />

per un numero medio di 5-8 uova di colore variabile dal blu-verdastro al grigioverdastro con macchie brune e<br />

grigie. Dopo 20-24 giorni le uova si schiudono, i nidiacei restano al nido per circa tre o quattro settimane e solo<br />

dopo due mesi e mezzo divengono completamente indipendenti.<br />

I nati nell’anno e gli immaturi tendono a riunirsi in gruppi sia nei dormitori che nelle località con abbondanza di<br />

cibo, ma in questa fase ancora non mantengono un territorio ben definito.<br />

GHIANDAIA<br />

Tra i corvidi, la ghiandaia (Garullus glandarius) è forse la<br />

specie dall’aspetto meno fuligginoso. La sua livrea<br />

inconfondibile e sgargiante ci consente di individuarla<br />

anche se vista all’improvviso. In particolare le sue copritrici<br />

alari presentano un disegno particolare a righe nere e<br />

azzurre, per il resto presenta dorso e ventre bruno- rosato,<br />

groppone e sottocoda bianchi e una banda nera alla base<br />

del becco, il cosiddetto mustacchio. Infine, i sui occhi<br />

presentano l’iride di colore azzurro.<br />

È lunga circa 34 cm e pesa 150-180 grammi: un po’ più<br />

piccola della gazza dunque, o meglio, circa come la gazza,<br />

ma con la coda un po’ più corta; l’apertura alare è di circa<br />

53 cm.<br />

<strong>Il</strong> suo habitat preferito è senz’altro il bosco deciduo con<br />

dominanza di quercia: rovere, farnia, roverella o leccio non<br />

importa, basta che siano presenti i frutti per i quali le è stato attribuito il curioso nome di ghiandaia, ovvero le<br />

ghiande. Ne va ghiotta e, a causa della singolare abitudine di nasconderle sotto terra, è considerata una vera e<br />

propria “seminatrice” visto che tra le tante nascoste non tutte verranno poi dissotterrate per cibarsene.

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