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MONS. LUIGI BIRAGHI, BEATO Tricase<br />
Le celebrazioni svoltesi presso l’Azienda Ospedaliera tricasina<br />
UNA VITA PER IL SIGNORE<br />
La vita di Don Luigi si caratterizza<br />
per un insaziabile<br />
desiderio di Dio, per una sete<br />
inesausta del volto di Gesù che la<br />
illumina e la rende santa.<br />
La Chiesa, confermando l'eroicità<br />
delle sue virtù, lo ha proclamato<br />
Beato il 30 aprile u.s.<br />
Nasce a Vignate, in provincia di<br />
Milano, <strong>qui</strong>nto di otto figli, il 2 novembre<br />
180l.<br />
Due anni dopo la famiglia si trasferisce<br />
a Cernusco sul Naviglio,<br />
nella cascina "Castellana", decorosa<br />
dimora dove il piccolo Luigi trascorre<br />
i primi anni di vita sotto lo<br />
sguardo vigile della mamma, la<br />
buona signora Maria Fina, donna<br />
forte e pur tenerissima nell'educare<br />
i suoi figlioli.<br />
Compiuti i primi studi nel collegio<br />
di Parabiago, Luigi approfondisce<br />
ulteriormente la sua formazione<br />
culturale e religiosa applicandosi<br />
alle materie umanistiche, scientifiche<br />
e teologiche presso i seminari<br />
di Castello sopra Lecco, Monza e<br />
Milano. A Monza è incaricato dell'insegnamento<br />
di greco.<br />
Sono questi gli anni in cui affiora<br />
e prende vigore una ricerca interiore<br />
che lo sollecita e, approfondita,<br />
gli svela nuovi orizzonti di luce:<br />
Dio lo chiama a lavorare nella sua<br />
vigna.<br />
Sarà sacerdote. Riceve il presbiterato<br />
nel Duomo di Milano il 28<br />
maggio1825 e, qualche anno dopo,<br />
la responsabilità di Rettore del Seminario<br />
maggiore di Milano.<br />
Ai giovani chierici affidatigli<br />
dona senza misura, con un' eccezionale<br />
carica umana che ne caratterizza<br />
l'indole, la ricchezza del suo desiderio<br />
di santità. " Le nostre armi –<br />
ripete loro – sono la Parola di Dio,<br />
l'orazione; la nostra gloria è la croce<br />
di Gesù Cristo e Gesù Crocifisso<br />
".<br />
Egli ama la gioventù, terra rigogliosa<br />
di future, imprevedibili ricchezze<br />
e, con l'ansia propria dell'educatore,<br />
spaziando con l'anima al<br />
di là delle mura entro cui si formano<br />
"gli operai di Dio", avverte il<br />
grande "guasto" che, in Milano, minaccia<br />
la formazione della donna:<br />
nelle scuole private frequentate da<br />
fanciulle “di civile condizione", che<br />
un domani avrebbero ricoperto ruoli<br />
di responsabilità umana e civile,<br />
s'impartisce un'educazione superficiale<br />
e incompleta, disancorata dall'<br />
etica cristiana.<br />
Don Luigi ne prova gran pena...<br />
Nelle lunghe soste di preghiera dinanzi<br />
al Tabernacolo lievita nel suo<br />
cuore la promessa dello Spirito<br />
Santo: "chi avrà ammaestrato molti<br />
a vivere bene risplenderà come stella<br />
nel Regno eterno" (D. 17). Fonderà<br />
un Istituto di suore che, "unendo<br />
il metodo e la scienza voluti dai<br />
tempi e insieme lo spirito cristiano<br />
e le pratiche evangeliche" , educhino<br />
le fanciulle con cuore materno,<br />
in un sereno clima di famiglia.<br />
Ma la posta in gioco è altissima,<br />
perché l'Opera è di Dio e richiede il<br />
sangue dell'anima.<br />
Dopo anni don Luigi ricorda la<br />
durissima prova: prostrato in preghiera<br />
presso la bella statua dell'<br />
Addolorata nel santuario di S. Maria<br />
in Cernusco, mentre pensa a<br />
quel "sogno" e ne parla con Lei, è<br />
improvvisamente aggredito da uno<br />
sgomento che quasi lo paralizza: "le<br />
difficoltà, la responsabilità, le spese,<br />
il legame perpetuo" che la realizzazione<br />
dell'Opera avrebbe comportato<br />
… affranto La supplica che<br />
“Riputate nulla<br />
qualsia cognizione<br />
e scienza,<br />
nulla qualsia fatica<br />
se non è diretta al<br />
dritto fine di procurare<br />
la maggior gloria di<br />
Dio, il maggior bene<br />
del prossimo”<br />
(Regola 1853 )<br />
"lo illumini, lo soccorra di consiglio,<br />
di vigore ... " (L 18/ Il / 1875).<br />
E Lei, Madre tenerissima di chi soffre,<br />
lo rincuora, "gli dona una dolce<br />
sicurezza che la cosa piaceva a Dio<br />
e l'avrebbe benedetta" (ibidem).<br />
E' l'ottobre 1837. Nascono così<br />
le Suore Marcelline : "una pia società<br />
di buone sorelle unite insieme<br />
in un solo cuore" (L 14/ 11/1837).<br />
Don Luigi, fervente sacerdote<br />
ambrosiano, non ha dubbi ad affidare<br />
la nuova Congregazione a Santa<br />
Marcellina, vergine romana vissuta<br />
nel IV secolo d.C., per l'inestimabile<br />
ruolo di educatrice nei confronti<br />
dei fratelli Satiro e Ambrogio da lui<br />
appassionatamente studiati ed amati.<br />
Il fine primo dell'Istituto è promuovere<br />
la gloria di Dio e la santificazione<br />
dei suoi membri nell'azione<br />
apostolico-educativa della gioventù<br />
"dalla cui cristiana e civile riescita<br />
dipende in tanto il bene della<br />
Chiesa e dello Stato" (Prologo Regola<br />
1853).<br />
E poiché "l'educazione è cosa di<br />
cuore" (S. Giovanni B.), il Fondatore<br />
chiede alle sue figlie vivissima<br />
devozione a Gesù Cristo per otte-<br />
nerne "soda pietà, sapienza evangelica,<br />
esempi edificanti, assoluto disinteresse"<br />
(ibidem) così che le fanciulle<br />
ne mutuino le virtù e con<br />
l'aiuto delle loro educatrici siano<br />
preparate alle responsabilità del domani.<br />
Dopo quasi due secoli le Suore<br />
Marcelline oggi percorrono le vie<br />
del mondo vivendo il Carisma cristocentrico<br />
d'Istituto: "condividono<br />
con amorevole presenza materna, in<br />
uno spirito di famiglia la vita dei<br />
piccoli, dei giovani, degli anziani,<br />
dei malati". Cuore della loro attività<br />
apostolica è la sete ardente di Gesù<br />
incarnato e Redentore, divino<br />
Modello sul quale configurare con<br />
anelito incessante la propria vita.<br />
Sr. Maria Luisa Cosma<br />
Superiora della Comunità<br />
delleSuore Marcelline<br />
dell’Ospedale di Tricase<br />
18 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006<br />
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